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  • Oro
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • prenderlo in realtà per te stesso, affinché tu non ne sia preso al laccio; poiché è una cosa detestabile a Geova tuo Dio. E non devi portare una cosa detestabile nella tua casa ed essere in effetti votato alla distruzione come lo è essa. Tu la dovresti del tutto abominare e assolutamente detestare, perché è qualche cosa votata alla distruzione”. (Deut. 7:25, 26) Gli idoli e tutto ciò che li riguardava dovevano quindi essere bruciati e l’oro e l’argento su di essi a volte venivano ridotti in polvere. — Eso. 32:20; II Re 23:4.

      Si potevano prendere altri oggetti d’oro e d’argento nelle città conquistate dopo averli trattati col fuoco per purificarli. (Num. 31:22, 23) Gerico fu un’eccezione perché era la primizia della conquista di Canaan: sia l’oro sia l’argento (tranne quello sugli idoli) doveva esser consegnato ai sacerdoti, per essere usato nel santuario. — Gios. 6:17-19, 24.

      SAPIENZA E FEDE, MEGLIO DELL’ORO

      Benché abbia molto valore, l’oro, come le altre ricchezze materiali, non può dare la vita a chi lo possiede (Sal. 49:6-8; Matt. 16:26), e non c’è quantità d’oro che possa acquistare la vera sapienza che viene da Geova. (Giob. 28:12, 15-17, 28) Le sue leggi, i suoi comandamenti e la sua disciplina sono molto più desiderabili di molto oro raffinato. (Sal. 19:7-10; 119:72, 127; Prov. 8:10) L’oro non potrà salvare nel giorno dell’ira di Geova. — Sof. 1:18.

      Gli uomini di una società materialistica scherniscono la fede in Dio e la definiscono non pratica. Tuttavia l’apostolo Pietro fa notare l’insuperabile resistenza e il valore costante della fede, dicendo che la provata qualità della propria fede ha molto più valore dell’oro, che può resistere al fuoco, ma può consumarsi ed essere distrutto in altri modi. I cristiani devono superare varie prove, a volte dolorose, ma questo rivela la qualità della loro fede. (I Piet. 1:6, 7) La vera fede può resistere a qualsiasi prova.

      USO SIMBOLICO

      L’oro fu usato da Giobbe come simbolo di materialismo, una delle cose che sapeva di dover evitare per avere il favore di Geova. (Giob. 31:24, 25) D’altra parte la bellezza, il valore e la purezza fanno dell’oro fino un simbolo appropriato per descrivere la città santa, la Nuova Gerusalemme, e la sua ampia via. (Riv. 12:18, 21) La statua del sogno di Nabucodonosor aveva la testa d’oro, mentre il resto era di materiali meno preziosi. Daniele spiegò che le parti della statua rappresentavano potenze mondiali, e la testa d’oro era Nabucodonosor, cioè la dinastia imperiale dei sovrani babilonesi iniziata con lui. (Dan. 2:31-33, 37-40) Babilonia è similmente simboleggiata da ‘un calice d’oro nella mano di Geova’, che gli serve per eseguire i suoi giudizi sulle nazioni. — Ger. 51:7.

      Nell’incoraggiare i giovani a servire il Creatore mentre hanno ancora forza e vigore, il saggio scrittore di Ecclesiaste dice che dovrebbero farlo prima che “la coppa d’oro s’infranga”. Evidentemente si riferiva al cervello o alla scatola cranica, la cui frattura potrebbe costare la vita. — Eccl. 12:6, 7.

  • Orpa
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    • Orpa

      (Òrpa) [forse, di collo (duro), nuvola di pioggia o gazzella].

      Moabita moglie di Chilion e, come Rut, nuora di Naomi. (Confronta Rut 1:3-5 con Rut 4:10). Dopo la morte dei rispettivi mariti, le tre vedove senza figli, Naomi, Orpa e Rut, iniziarono il viaggio da Moab a Betleem. A un certo punto però Naomi insisté che le due nuore tornassero ciascuna a casa di sua madre e si sposassero in Moab, ma entrambe dicevano a Naomi: “No, ma torneremo con te al tuo popolo”. Orpa era stata gentile con la suocera, per la quale aveva evidentemente considerevole affetto. (Rut 1:8-10) Desiderava rimanere con Naomi forse in parte perché le piaceva la vita di una famiglia israelita. Ma Naomi ribadì che molto probabilmente per le due moabite vedove rimanere con lei avrebbe significato una vita di vedovanza in Giuda, dato che Naomi aveva poca speranza di risposarsi e avere figli e, anche se li avesse avuti, era certa che Orpa e Rut non avrebbero voluto aspettare finché quei figli fossero diventati maturi da poter osservare la legge del levirato nei confronti di queste vedove moabite. L’affetto e la riconoscenza di Orpa non furono tali da farla proseguire di fronte a un simile possibile futuro, e, dopo molti pianti, si congedò da Naomi e Rut, e tornò “al suo popolo e ai suoi dèi”. — Rut 1:3-15.

  • Orso
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    • Orso

      L’orso bruno siriano un tempo era comune in Palestina, e si trova ancora nella Siria settentrionale, nell’Iran nordoccidentale e nella Turchia meridionale. Più spesso è di colore bruno chiaro e pesa sui 135 kg. Pur sembrando goffo, l’orso può muoversi con gran rapidità anche su terreno accidentato, e alcune varietà possono raggiungere una velocità di quasi 50 km l’ora per un breve tratto. Gli orsi sono anche buoni nuotatori e quasi tutti sono capaci di arrampicarsi.

      L’idea che gli orsi stringano le loro vittime in un abbraccio mortale non è confermata dai fatti. Quando è impegnato nella lotta, l’orso colpisce con le enormi zampe, e con pesanti e poderosi colpi conficca in profondità gli artigli non retrattili nel corpo dall’avversario. Un solo colpo può uccidere un animale grosso come un cervo. Molto appropriatamente dunque le Scritture dicono che l’orso è pericoloso quanto il leone. (Amos 5:19; Lam. 3:10) I naturalisti infatti lo considerano ancor più pericoloso dei grossi felini. Di solito l’orso, come altri animali, non molesta gli esseri umani, anzi li evita, ma può attaccare quando viene provocato o sorpreso.

      La ferocia della femmina quando ha perso i piccoli è menzionata diverse volte nelle Scritture. (II Sam. 17:8; Prov. 17:12; Osea 13:8) Alcuni orsi, in un’occasione, servirono quali giustizieri di Dio per punire i giovani delinquenti che si erano fatti beffe del profeta Eliseo. — II Re 2:24.

      Gli orsi seguono una dieta varia: si nutrono di foglie e radici di piante, di frutti, bacche, noci, uova, insetti, pesci, roditori e simili, e hanno una speciale predilezione per il miele. Benché ci siano eccezioni, gli orsi sembrano preferire una dieta vegetariana. Comunque, nell’antico Israele, durante la stagione in cui frutti e altro cibo non a base di carne erano scarsi, i guardiani di pecore e capre dovevano stare in guardia contro le scorrerie di orsi. In gioventù Davide dovette affrontare l’attacco di un orso per proteggere il gregge paterno. — I Sam. 17:34-37.

      Quando hanno fame e sentono l’odore della preda, gli orsi emettono gemiti d’impazienza. Perciò il profeta Isaia descrive gli israeliti che ‘mugghiavano come orsi’ attendendo giustizia e salvezza, solo per essere ripetutamente delusi. (Isa. 59:11) Un orso che attacca è pure appropriatamente paragonato a un sovrano malvagio che tormenta e opprime gli umili sudditi. — Prov. 28:15.

      Nella visione che ebbe Daniele delle terribili bestie, simbolo di potenti dinastie che governano la terra, l’orso rappresenta la dinastia medo-persiana e la sua avidità di bottino e conquista territoriale. (Dan. 7:5, 17) Non meno rapace, la bestia selvaggia che esce dal mare, con sette teste e dieci corna, vista in visione da Giovanni, aveva piedi “come quelli di un orso”. (Riv. 13:2) Opportunamente la pace che regna in mezzo al radunato popolo di Geova sotto il dominio messianico è indicata dalla profezia secondo cui l’orso pascolerà insieme alla mucca. — Isa. 11:7.

      [Figura a pagina 914]

      Orso siriano

  • Ortica
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    • Ortica

      Varietà di piante erbacee con foglie seghettate, di solito coperte di una fitta peluria che contiene un liquido irritante. Quando viene toccata, la punta dei peli si spezza e le estremità accuminate penetrano nella pelle, introducendo il liquido nella ferita. Almeno quattro varietà di ortica sono presenti in Palestina, la più comune è la cosiddetta ortica romana, che spesso raggiunge un’altezza di m 1,8 e si trova specialmente fra le rovine.

      I termini ebraici hharùl (Prov. 24:31; Sof. 2:9) e qimmòhsh (Isa. 34:13; Osea 9:6) si riferiscono a piante che invadono campi incolti e rovine. In Giobbe 30:7 il riferimento a hharùl fa pensare a piante piuttosto alte. Un altro termine ebraico, sirpàdh (“rovo”, VR; “ortica”, PIB; “pungente ortica”, NM), è contrapposto al mirto. (Isa. 55:13) Anche se l’ortica corrisponderebbe al contesto dei versetti succitati, c’è parecchia incertezza circa il significato esatto dei termini nella lingua originale. Questo specialmente in vista del fatto che in Proverbi 24:31 una forma del termine qimmòhsh (“erbacce”, CEI; “spine”, VR; “zizzanie”, NM) compare in un parallelismo con hharùl. Perciò alcuni ritengono che qimmòhsh indichi erbacce in generale; altri pensano che hharùl possa essere un termine generico per cespuglio.

      La traduzione di hharùl con “ortiche” in Giobbe 30:7 ha indotto alcuni a sollevare delle riserve dato che nessuno cercherebbe volontariamente rifugio sotto le ortiche. Tuttavia in una regione arida si potrebbe benissimo approfittare dell’ombra di alte ortiche o, per fame, raccoglierle per cibarsene. Quindi la versione è appropriata anche se, come si è detto, non è sicuro di che pianta effettivamente si tratti.

  • Orzo
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    • Orzo

      [ebr. se‘oràh; gr. krithè].

      Importante cereale largamente coltivato sia nell’antichità che ai nostri giorni. Era uno dei preziosi prodotti che gli israeliti avrebbero trovato nella Terra Promessa, che è tuttora “un paese di frumento e orzo”. — Deut. 8:8.

      Il nome ebraico (se‘oràh) deriva dal termine che corrisponde a “pelo” e letteralmente significa “cosa pelosa”, descrivendo così le ariste o reste lunghe e sottili che formano la caratteristica barba della spiga dell’orzo. L’orzo, molto più forte degli altri cereali, può resistere meglio alla siccità e adattarsi ai climi più disparati. Quando è maturo raggiunge un’altezza di 90 cm circa, con foglie un po’ più larghe di quelle del frumento.

      L’orzo matura più rapidamente del frumento (Eso. 9:31, 32), e la raccolta cominciava durante il mese di nisan (marzo-aprile), all’inizio della primavera nella calda valle del Giordano, e continuava nelle regioni più alte e temperate, fino al mese di ziv (aprile-maggio) sull’altopiano a E del Giordano. La raccolta dell’orzo contrassegnava dunque un preciso periodo dell’anno (Rut 1:22; II Sam. 21:9) e il suo inizio corrispondeva alla Pasqua, infatti il covone agitato dal sacerdote il sedicesimo giorno di nisan era delle primizie dell’orzo. (Lev. 23:10, 11) Alcuni suggeriscono che la mietitura dell’orzo servisse agli ebrei per determinare quando era necessario inserire un mese intercalare affinché i mesi del calendario rimanessero nella loro giusta relazione con le stagioni; perciò, se alla fine del mese di adar non si riteneva che l’orzo fosse sufficientemente maturo per presentarne le primizie durante la festa dei pani non lievitati, veniva aggiunto un tredicesimo mese (veadar).

      Il valore dell’orzo era inferiore a quello del frumento, un terzo del valore del frumento secondo la visione di Giovanni in Rivelazione 6:6. Era tanto comune e abbondante da poter essere usato come foraggio per i cavalli di Salomone (I Re 4:28), e come tale viene usato tuttora. Veniva macinato e ridotto in farina per fare il pane, spesso di forma rotonda (II Re 4:42; Ezec. 4:12; Giov. 6:9, 13), e a volte era mescolato con altri cereali. — Ezec. 4:9.

      L’orzo serviva anche come misura: la quantità necessaria per seminare un campo era il mezzo legale per determinare il valore del campo. (Lev. 27:16) Scritti rabbinici indicano che in epoca più tarda era usato dagli ebrei come misura lineare, infatti sette chicchi d’orzo uno accanto all’altro equivalevano a un “dito”.

      [Figura a pagina 915]

      Spighe di orzo

  • Osea
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    • Osea

      (Osèa) [ebr. Hohshèa‘; salvezza; liberazione].

      Profeta ebreo e scrittore del libro della Bibbia che porta il suo nome; di lui viene detto solo che era figlio di Beeri. Osea prestò servizio come profeta di Geova durante i regni di Uzzia, Iotam, Acaz ed Ezechia re di Giuda e di Geroboamo II (figlio di Joas) re di Israele, alla fine del IX secolo e all’inizio dell’VIII secolo a.E.V. (Osea 1:1) Dello stesso periodo erano i profeti Amos, Isaia e Michea. — Amos 1:1; Isa. 1:1; Mic. 1:1.

      Osea era un profeta (e probabilmente un suddito) del regno settentrionale delle dieci tribù di Israele. Proprio a quel regno erano rivolte principalmente le dichiarazioni

  • Orto
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    • Orto

      Vedi GIARDINO, ORTO.

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