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Conforto nei momenti di doloreLa Torre di Guardia 1979 | 15 aprile
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Gesù Cristo. Circa 500 testimoni lo videro dopo che era stato destato dai morti. (1 Cor. 15:6) Questo avvenimento era così ben provato che l’apostolo Paolo poté dire che negare la risurrezione equivaleva a rifiutare tutta la fede cristiana. Leggiamo: “Se, in realtà, non vi è risurrezione dei morti, nemmeno è stato destato Cristo. Ma se Cristo non è stato destato, la nostra predicazione è certamente vana, e la nostra fede è vana. Inoltre, noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, perché abbiamo recato testimonianza contro Dio ch’egli ha destato Cristo, ma il quale egli non ha destato se i morti non sono realmente destati. Poiché se i morti non sono destati, nemmeno è stato destato Cristo, Inoltre, se Cristo non è stato destato, la vostra fede è inutile”. — 1 Cor. 15:13-17.
Per l’apostolo Paolo e per milioni d’altri, l’incrollabile fede nella risurrezione dei morti fu fonte inesauribile di conforto. E continua ad esserlo ancor oggi. È vero che alcuni rideranno al pensiero della risurrezione, dicendo di non aver mai visto nessuno tornare dai morti. Ma la loro incredulità li mette forse in una posizione migliore per affrontare la morte? Negando l’evidenza storica delle risurrezioni passate, quale conforto possono dare a chi fa lutto? Quando perdono a loro volta parenti o amici cari, l’incredulità li aiuta forse a provare meno dispiacere? I fatti parlano da sé.
Quindi, se perdete qualche persona cara, continuate ad attingere conforto alla sicura promessa divina della risurrezione esposta nella Bibbia. Non c’è nessun’altra speranza. Non ve la lasciate sfuggire. Provate anche soddisfazione recando sincero conforto a coloro che fanno lutto comunicando loro il messaggio biblico della risurrezione.
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Come sopportare le infermitàLa Torre di Guardia 1979 | 15 aprile
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Come sopportare le infermità
Il RE Davide era gravemente malato e i suoi nemici speravano che morisse. Mentre attendevano con ansia un segno di peggioramento nello stato di salute del re, i visitatori gli auguravano ipocritamente ogni bene. Dopo di che si compiacevano nel comunicare ad altri le loro osservazioni negative. “L’ha colpito un morbo maligno”, dicevano. “Di dove giace più non s’alzerà”. Perfino un intimo amico, il fido consigliere Ahitofel, lo tradì. — Sal. 41:6-10, La Bibbia Concordata.
Cosa aiutò Davide a superare questi momenti di terribile afflizione? Non perse la speranza e non si fece vincere dalla paura. Mantenne una forte fiducia in Dio, poiché dichiarò: “Geova stesso . . . sosterrà [il suo servitore] su un canapè di malattia; per certo cambierai tutto il suo letto durante la sua infermità”. (Sal. 41:3) Infine Davide si riprese dalla malattia.
Ma come fa l’Altissimo a sostenere i suoi servitori afflitti? Per mezzo del suo spirito, Geova Dio richiama alla mente del malato pensieri di conforto e che rafforzano la speranza. Ciò che Dio fa a questo riguardo ha una parte essenziale nella guarigione. Quindi Davide poté dire che Geova cambia il letto dell’afflitto, trasformandolo da un letto di malattia in un letto di guarigione.
Un fatto interessante è che i medici moderni riconoscono che la speranza è preziosa per guarire da una malattia. Per esempio, nel suo libro The Vital Balance, il dott. Karl Menninger scrive: “La nostra attuale conoscenza scientifica non basta per riconoscere o identificare o spiegare correttamente tutte le forze che operano a favore della guarigione più di quanto non conosciamo in ciascun caso tutte le forze contro cui combattiamo. Ma c’è una cosa che sappiamo: Talora la speranza viene meno, e ne segue la morte, mentre talora la speranza sussiste, e accade l’impossibile”.
Riguardo all’effetto nocivo della disperazione e del timore, The Encyclopedia Americana dichiara: “L’azione del timore sulla mente, se non lo si vince, è accompagnata spesso dalle più gravi conseguenze, specie quando c’è un’infermità in atto o quando c’è la minaccia di una malattia. Il timore produce su molti un effetto assai più grave della peggior forma di qualsiasi temuta malattia. Nel caso delle malattie epidemiche il terrore che esse ispirano è spesso fatale quanto l’infezione, in quanto paralizza il sistema e priva il corpo della naturale elasticità della sua forza nervosa, e la mente della spinta che viene dalla speranza, per cui quelli che, per età ed energia, avevano le migliori probabilità di scamparla, cadono vittime. Il timore è un veleno per la mente, e il più potente antagonista per la salute e la medicina”.
Chi ha incrollabile fede in Dio e nelle promesse della sua Parola è protetto dal soccombere a tale deleterio timore. Prova conforto nel sapere che qualsiasi afflizione a un certo punto finirà. Anche se quella fine fosse la morte, non è sopraffatto dal timore, perché la promessa divina della risurrezione dai morti lo sorregge. Mentre è nell’angustia supplica Geova Dio di aiutarlo a sopportare. E lo spirito o forza attiva di Dio provvede la forza necessaria. Inoltre, il malato attende con fiducia l’adempimento della promessa biblica: “[Dio] asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”. — Riv. 21:4.
La speranza suscitata da questa meravigliosa promessa può aiutare a mantenere la serenità nonostante la grande afflizione causata da una malattia o da un incidente. Prendete il caso del 43enne Robert affetto da cancro alla spina dorsale nello stadio terminale. I medici gli dissero che aveva solo una settimana di vita. Ma circa quattro mesi dopo, nonostante la grave infermità, dispose di assistere a un’assemblea dei testimoni di Geova. Sdraiato sul suo lettino, poté ascoltare alcune sessioni del congresso. I medici specialisti non riuscivano proprio a credere che potesse tenersi così su di morale. ‘La speranza nel nuovo sistema promesso da Geova mi permette
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