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  • Ero una suora cattolica
    Svegliatevi! 1973 | 8 gennaio
    • Trovata la verità che conduce alla vita!

      Verso l’agosto del 1969 ricevetti da un’altra suora un libro. Era intitolato “La Verità che conduce alla Vita Eterna”. L’aveva avuto da suo nipote, che era testimone di Geova.

      Quando me lo portò disse: “Me l’ha dato mio nipote. Non puoi immaginare quanto è zelante. Mi ha promesso una Bibbia, e, ci credi? — predica di casa in casa e fa perfino discorsi biblici!”

      Ascoltai molto attentamente. Presi il libro e dissi: “Mi interessa, perché ora cerco la verità”. Cominciai subito a leggere il primo capitolo. Notai che era molto diverso dai miei insegnamenti religiosi.

      Comunque, poco tempo dopo dovetti entrare in clinica, perché il medico considerava gravi le mie condizioni. Prima di andarmene misi dunque a posto tutte le mie cose, restituendo il libro all’altra suora. Ma la diagnosi era inesatta e ben presto ero di ritorno. Cercai il libro, ma che delusione! La suora mi porse solo la copertina. Aveva gettato via le pagine interne! Andai a trovarla ed espressi rammarico per ciò che aveva fatto, ripetendo che avevo tanto desiderato leggere il libro.

      Un indimenticabile viaggio in automobile

      Un giorno la superiora annunciò che volevano delle volontarie disposte a imparare il lavoro di parrucchiera. Mi offrii volontaria e seguii un corso tenuto dalla scuola dell’“Oréal” a Bruxelles. Il 26 ottobre 1970 mi fu detto di presentarmi a una Commissione Esaminatrice a Bruxelles per dare gli esami di parrucchiera.

      Vi andai all’ora fissata. Comunque, allorché furono chiamati i nomi, il mio non era incluso. Furono addirittura sorpresi di vedermi lì. Il segretario mi congedò, informandomi che sarei stata nuovamente chiamata il mese dopo.

      Non volendo approfittare di questa inaspettata libertà andai al convento dove dovevo passare la notte. Quando dissi alle suore che sarei tornata a Héverlé col primo treno, mi suggerirono di tornare con l’autobus; costava meno. Desiderando rispettare il mio voto di povertà, acconsentii.

      Per arrivare alla fermata dell’autobus, dovetti prendere il tram. Non conoscendo la località, chiesi indicazioni a due uomini che erano sullo stesso tram. Promisero di dirmi quando fossimo arrivati alla fermata dell’autobus. Ma mi dissero di scendere almeno due fermate prima! Così dovetti fare a piedi il resto del tragitto, portando due pesanti valigie.

      Infine misi giù le valigie e mi guardai intorno cercando la fermata dell’autobus. In quel preciso momento, un’auto si fermò accanto a me. Il conducente disse: “Signora, va a Lovanio? Posso darle un passaggio?”

      Mi sentii imbarazzata, pensando non fosse conveniente viaggiare con un uomo. Ma poi egli continuò a parlare e disse: “Purché non le dispiaccia viaggiare con un testimone di Geova”. Benché non conoscessi molto bene i testimoni di Geova, questo mi ispirò fiducia e accettai l’offerta. In seguito, seppi che quella era stata la prima volta che aveva preso l’iniziativa di fermarsi e offrire un passaggio a qualcuno. Di solito, attendeva un segno da chi faceva autostop. Era stata anche la prima volta che aveva fatto questa via di pomeriggio. Fino a quel momento, era sempre uscito di mattina. Ma quali benedizioni recarono queste coincidenze!

      Prese le mie valigie e mi aiutò a salire nell’auto. Non appena fui seduta disse: “Sa, signora, i testimoni di Geova parlano molto della Bibbia”. Risposi che in quel momento era quasi l’unica cosa che mi interessava e che seguivo un corso biblico per corrispondenza e ascoltavo programmi religiosi alla radio.

      Cominciò a parlarmi di varie dottrine, come la Trinità, e questo mi stupì. Menzionai che quanto mi diceva era contrario agli insegnamenti della mia Chiesa, ma pareva ugualmente in armonia con la Bibbia. Più ascoltavo, più ero confusa. Riconobbi che tutto quanto diceva era davvero in armonia con la Bibbia. Mentre ascoltavo, pregavo lo spirito santo di aiutarmi e di non farmi sviare nell’errore.

      Quando arrivammo a Lovanio, il Testimone mi salutò e nello stesso tempo mi offrì un libro. Sì, era La Verità che conduce alla Vita Eterna! Lo ringraziai calorosamente per esso e per tutto il tragitto fino al convento meditai su quello che avevamo trattato. Ero anche felicissima di avere un’altra copia del libro che avevo visto alcuni mesi prima. Ora potevo continuare la mia ricerca della verità.

      Accresciuta l’accurata conoscenza

      Una volta nella mia stanza, cominciai a pregare. Questa volta, pregai Geova, spiegandogli la mia situazione e chiedendogli di aiutarmi. Un’altra mattina, chiesi a Geova di mandarmi qualcuno che mi mostrasse la giusta direzione da seguire.

      Quel giorno, invece di cominciare il lavoro di parrucchiera alle 11 come facevo di solito, avevo appuntamento con una suora alle 14 per metterle a posto i capelli. Potete immaginare la mia sorpresa quando, scendendo le scale, vidi l’uomo che mi aveva dato il passaggio da Bruxelles! A causa dell’appuntamento alle 14, egli propose di tornare un’ora più tardi. Allora ero libera e potei riceverlo in un piccolo parlatorio.

      Mi suggerì che per acquistare più accurata conoscenza della Parola di Dio, avrei dovuto fare uno studio biblico, che sarebbe stato tenuto da due donne della locale congregazione dei testimoni di Geova. Con gioia accettai la sua offerta. Il primo studio fu fatto nella mia stanza, proprio in convento!

      Quando seppi che dopo sei mesi di studio avrei dovuto prendere una decisione, dissi fra me: “Pensano che cambierò? Se lo pensano si sbagliano. Tutto quello che voglio è fare un particolareggiato studio della Bibbia”. Presi molto sul serio questo studio.

      Finalmente la verità!

      Poi una mattina la Testimone mi invitò ad assistere a un’assemblea di istruzione biblica di tre giorni, assemblea tenuta ogni sei mesi e organizzata dai testimoni di Geova. La superiora mi autorizzò a partire, senza sapere dove andavo, e tutte mi augurarono un felice fine-settimana.

      Durante il viaggio dissi fra me: “Non mi lascerò ingannare. Ascolterò e prenderò nota di tutto. Se udrò una sola parola contraria alla Bibbia, sarà la fine una volta per tutte”.

      All’assemblea trovai tutto edificante. Ebbi la netta sensazione d’esser passata dalle tenebre alla luce. Fui profondamente commossa dall’amore fraterno mostrato dai Testimoni. Avevo realmente trovato il vero amore cristiano che cercavo da quarantacinque anni! Conclusi che avevo finalmente trovato la verità!

      Tornando in convento, mi rendevo conto sempre più della veracità delle parole che avevo così spesso ripetute negli ultimi mesi: “Siamo in un sistema diabolico. Non posso più continuare a vivere qui come un’ipocrita”. Pregai Geova, implorandolo di guidarmi.

      La rottura

      Quella stessa sera, tornata dall’assemblea, mi misi a sedere e indirizzai una lettera al papa. Gli chiesi di dispensarmi dai miei voti. Scrissi un’altra lettera al mio superiore generale.

      Comunque, ricordai poi che dal Concilio Vaticano le nostre regole nonché le nostre Costituzioni erano state bruciate. Di conseguenza, non eravamo più le Canonichesse missionarie di S. Agostino, regole secondo le quali avevo preso i voti. Conclusi che non avevo nessun bisogno d’essere dispensata dai miei voti.

      Inoltre, non accettavo più la Chiesa Cattolica Romana come Chiesa di Cristo. Era in opposizione alla Parola di Dio. Quindi, non vedevo più la necessità di consultare il capo di una chiesa apostata per chiedergli il permesso di alcuna cosa. Le lettere che avevo scritte quindi non furono mai spedite.

      Avendo paragonato le verità bibliche con gli insegnamenti religiosi che avevo ricevuti, comprendevo sempre più che i maggiori insegnamenti della Chiesa non erano d’accordo con la Bibbia. Per esempio, Gesù non è l’Onnipotente Dio. Inoltre, la Trinità non esiste. La Messa e la Comunione non sono scritturali. E che dire delle anime nell’inferno di fuoco, del fatto che vi erano andate perché avevano ricevuto la Santa Comunione senza aver digiunato, o per aver morso o toccato l’ostia, o per non avere assistito alla Messa domenicale, o per aver mangiato carne il venerdì? Ora tutte quelle cose sono permesse! Questi fatti mi aiutarono a convincermi che avevo trovato la verità.

      Il 23 gennaio 1971, telefonai alla Testimone che così gentilmente si era occupata di me durante l’assemblea per ringraziarla. Quando mi chiese che cosa avrei fatto, risposi: “Sono pronta ad andarmene”.

      Decisi di andarmene il giorno dopo, nonostante il fatto che la mia salute non fosse buona, e poi c’era la mia età e altri fattori. Comunque, dopo profonda riflessione, dissi a Geova che a causa del suo amore, mi sarei data a lui senza riserve. Poteva servirsi di me come voleva. Chiedevo solo che fosse fatta la sua volontà e non la mia. Confidavo interamente in lui e durante tutta la notte pregai ripetutamente. Non mi preoccupavo più per il mangiare, il vestire e l’alloggio. Avevo occhi solo per una cosa: predicare la buona notizia del regno di Dio e mettere il maggior numero di persone simili a pecore in contatto con la verità.

      Il giorno dopo, due testimoni di Geova vennero a prendermi. Tutto andò liscio alla mia partenza. C’era una trentina di suore nel convento e tutte guardavano sorprese, ma senza dire una parola. Quando la sacrestana volle sapere che cosa stava succedendo, dissi: “Ricordi come ti dissi che quando avessi trovato la verità, nulla mi avrebbe fermata. L’ho trovata fra i testimoni di Geova ed è per questo che vado con loro”. Se ne andò senza dire una parola di più.

      Stetti due mesi con una famiglia di Testimoni a Bruxelles. Non vollero accettare nessun pagamento per vitto e alloggio. Sentivo che facevano tutto questo per puro amore verso Geova. Ero così felice d’essere finalmente libera dall’influenza dell’impero mondiale della falsa religione, che la Bibbia chiama “Babilonia la Grande” e d’essere in compagnia di questi dedicati cristiani.

      E fu così che mi dedicai veramente a Geova. Volevo solo fare la Sua volontà, come sua testimone. Cinque mesi dopo, il 26 luglio 1971 — dopo essere stata suora missionaria per quarantatré anni — simboleggiai questa dedicazione con il battesimo in acqua.

      Oggi, per provvedere a me stessa, faccio lavori domestici a ore, ma non ho rimpianti, poiché la mia felicità è completa. Ora mi sento realmente una missionaria, e conduco una vita molto più onesta di quando ero suora. In effetti, ho solo un rimpianto, quello di aver dovuto aspettare così a lungo prima di poter dimostrare a Geova Dio che lo amo e questo mediante l’accurato intendimento della sua Parola.

      Ora ho dunque realizzato il desiderio, espresso nel 1916 quando ero una bambina di sette anni, di darmi interamente al servizio di Dio. Da ora in poi, impiegherò il resto del mio tempo a fare discepoli di Gesù Cristo, come disse ai suoi seguaci di fare. Faccio questo predicando la buona notizia del regno di Dio e condividendo con altri le verità che ho trovate. Spero che molte altre persone di cuore onesto provino la stessa gioia che ho provata io accettando, mentre ce n’è ancora il tempo, la verità che conduce alla vita eterna nel nuovo sistema di cose promesso da Dio.

  • Vita sulla laguna
    Svegliatevi! 1973 | 8 gennaio
    • Vita sulla laguna

      Narrato al corrispondente di “Svegliatevi!” nel Ghana

      TALVOLTA la notte mi soffermo sul vecchio ponte, osservando i pescatori Ebrié che si allontanano nelle loro canoe ricavate da tronchi per trascorrere la notte a pescare. Vedendoli scivolar via remando sotto il ponte e scomparire nella notte, vorrei ogni tanto avere l’opportunità di andare con loro e trascorrere ancora una volta una notte sulla laguna. Poiché sono anch’io Ebrié e la laguna era un tempo tutta la mia vita.

      Ora abito ad Abidjan, nella Costa d’Avorio, una città prospera e piena di vita. Comunque, vorrei essere spesso lontano dalla polvere e dal rumore e dalle pareti di cemento della città e trovarmi ancora una volta nella mia piroga, scivolando fra i giunchi ai bordi della laguna.

      Passai molte notti deliziose con mio padre sulle acque. La laguna, delimitata da sabbia e dal mare da una parte e dalla verde giungla dall’altra, era pacifica, senza nessun rumore tranne lo sciabordio dell’acqua e l’occasionale grido di un altro pescatore. Talvolta la luna piena pareva trasformare tutto in argento: argentee goccioline d’acqua che risplendevano su reti d’argento e su pesci d’argento e nelle nere acque della laguna i raggi lunari disegnavano una strada d’argento per la nostra barca.

      Diversi metodi di pesca

      Avevamo molti diversi modi di pescare. Mio padre e io partivamo in genere al cadere delle tenebre. Ad alcuni chilometri dal villaggio gettavamo le reti. Ci allontanavamo un poco e aspettavamo per una decina di minuti circa. Quindi cominciavamo a battere l’acqua con le pagaie,

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