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  • Marco, la buona notizia secondo
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • di quella lunga con Marco 16:8, ma nessuna della due può essere considerata parte originale del Vangelo di Marco”. — The Goodspeed Parallel New Testament, p. 127.

      Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 180-184.

  • Mardocheo
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Mardocheo

      (Mardochèo) [simile a mirra pura o mirra pestata].

      “Figlio di Iair figlio di Simei figlio di Chis, Beniaminita” (Est. 2:5), anziano cugino e tutore di Ester. (Est. 2:7) Di lui e della parte importante che ebbe negli affari dell’impero persiano nel decennio 484-474 a.E.V. si parla unicamente nel libro biblico di Ester, scritto probabilmente dallo stesso Mardocheo.

      Alcuni mettono in dubbio che il libro sia autentico o che Mardocheo sia stato un personaggio reale. La loro obiezione che doveva avere almeno 120 anni e una bella cugina di 100 anni più giovane si basa sulla tesi infondata che Ester 2:5, 6 indichi che Mardocheo era stato portato in cattività da Nabucodonosor insieme al re Ieconia, mentre lo scopo di questi versetti biblici non era quello di fare la storia di Mardocheo, ma di tracciarne la discendenza. Può darsi che Chis fosse il bisnonno di Mardocheo, o anche un antenato più lontano che “era stato portato in esilio”. Un’altra tesi, che concorda con quanto dice la Bibbia, è che Mardocheo, benché nato in cattività, fosse incluso fra coloro che erano stati presi prigionieri nel 617 a.E.V., poiché era nei lombi dei suoi antenati, non essendo ancora nato. — Confronta Ebrei 7:9, 10.

      LEALE SERVITORE DEL RE

      Si legge che Mardocheo, anche se era un prigioniero ebreo tenuto come schiavo, era un servitore del re. Egli seppe che la regina Vasti era stata deposta dal re Assuero e che tutte le vergini giovani e belle dell’impero persiano erano convocate per trovare fra loro chi potesse prendere il posto della regina. Ester, cugina di Mardocheo, giovane “graziosa di forme e bella d’aspetto”, fu presentata fra le candidate senza rivelare che era ebrea (Est. 2:7) e fu scelta come regina. Mardocheo, che continuò a svolgere le sue mansioni, “sedeva alla porta del re” quando venne a sapere che due funzionari di corte, Bigtan e Teres, complottavano di mettere le mani sul re Assuero. Per mezzo di Ester egli avvertì il re, e il suo atto di lealtà venne registrato nel “libro dei fatti dei giorni”. — Est. 2:21-23.

      RIFIUTA DI INCHINARSI AD AMAN

      In seguito Aman l’Agaghita fu nominato primo ministro da Assuero, il quale ordinò che tutti coloro che si trovavano alla porta del re dovevano prostrarsi davanti ad Aman, ora che aveva una posizione così elevata. Mardocheo rifiutò recisamente di farlo e come ragione disse di essere ebreo. (Est. 3:1-4) Il fatto che Mardocheo spiega così il suo rifiuto dimostra che era dovuto alla sua relazione di ebreo dedicato con Geova suo Dio. Si rendeva conto che prostrarsi davanti ad Aman implicava più che inchinarsi fino a terra davanti a un personaggio di rilievo, come alcuni israeliti avevano fatto in passato, riconoscendo semplicemente la superiorità di un regnante. (II Sam. 14:4; 18:28; I Re 1:16) Aman era probabilmente amalechita, quindi appartenente a una nazione con cui Geova aveva dichiarato di essere in guerra “di generazione in generazione”. (Eso. 17:16) Per Mardocheo era una questione di lealtà a Dio.

      Aman si infuriò, specie quando si rese conto che Mardocheo era ebreo. Il suo odio era così grande che finché Mardocheo sedeva alla porta e rifiutava di inchinarsi davanti a lui non poteva neanche rallegrarsi di tutta la potenza e i privilegi che aveva. Non limitando la sua sete di vendetta al solo Mardocheo, Aman ottenne che il re decretasse lo sterminio di tutto il popolo di Mardocheo nel reame di Persia. — Est. 3:5-12.

      USATO PER LIBERARE ISRAELE

      Di fronte all’editto di sterminare tutti gli ebrei dell’impero, Mardocheo espresse la convinzione che Ester era stata insignita della dignità regale proprio in quel tempo per liberare gli ebrei. Le spiegò la grave responsabilità che aveva e le ordinò di implorare il favore e l’aiuto del re. A rischio della sua stessa vita, Ester acconsentì ad andare fino in fondo. — Est. 4:7—5:2.

      Molto tempestivamente per Mardocheo e per gli ebrei (si trattava infatti della lealtà stessa di Mardocheo al re), durante una notte insonne l’attenzione del re Assuero fu provvidenzialmente rivolta alla raccolta ufficiale dei documenti di stato. In tal modo fu ricordato al re che Mardocheo non era stato ricompensato per il servizio reso rivelando il complotto sedizioso di Bigtan e Teres. Allora il re volle rendere grande onore a Mardocheo, a mortificazione di Aman che ebbe l’ordine di predisporre e annunciare pubblicamente tali onori. — Est. 6:1-12.

      Ester riuscì a dimostrare che Aman era responsabile di grave travisamento dei fatti e calunnia nei confronti degli ebrei e che inoltre agiva proditoriamente contro gli interessi stessi del re. Adirato Assuero ordinò che Aman venisse messo a morte, e il suo cadavere fu appeso al palo alto più di 22 m che lui stesso aveva eretto per Mardocheo. — Est. 7:1-10.

      Mardocheo fu nominato primo ministro al posto di Aman e gli fu dato l’anello col sigillo del re per suggellare documenti di stato. Ester affidò a Mardocheo la casa di Aman che il re le aveva data. Allora Mardocheo, con l’autorizzazione del re, emanò un controdecreto che autorizzava gli ebrei a difendersi. Per gli ebrei fu una luce di liberazione e gioia. Molti nell’impero persiano si schierarono dalla parte degli ebrei, e, quando giunse il 13 adar, giorno in cui entravano in vigore le leggi, gli ebrei erano pronti. Grazie all’alta posizione di Mardocheo avevano l’appoggio delle autorità. A Susa i combattimenti si protrassero per un altro giorno. In tutto l’impero vennero uccisi più di 75.000 nemici degli ebrei, inclusi i dieci figli di Aman. (Est. 8:1—9:18) Con l’approvazione di Ester, Mardocheo comandò che ogni anno, il quattordicesimo e quindicesimo giorno di adar, i “giorni dei Purim”, si celebrasse una festa in cui ci si rallegrava, si banchettava e ci si scambiava doni e se ne facevano ai poveri. Gli ebrei accettarono e tramandarono la festa ai loro discendenti e a tutti quelli che si univano a loro. Secondo nell’impero, Mardocheo continuò a essere rispettato dal dedicato popolo di Dio, gli ebrei, e a operare per il loro bene. — Est. 9:19-22, 27-32; 10:2, 3.

      UOMO DI FEDE

      Mardocheo fu uomo di fede come quelli di cui parla l’apostolo Paolo in Ebrei capitolo 11, anche se non vi è menzionato per nome. Manifestò coraggio, risolutezza, integrità e lealtà a Dio e al suo popolo e si attenne al principio espresso poi da Gesù: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. (Matt. 22:21) Sia lui che Ester erano della tribù di Beniamino, di cui il patriarca Giacobbe aveva profetizzato: “Beniamino è un lupo rapace, la mattina mangia la preda e la sera divide le spoglie”. (Gen. 49:27, ATE) L’attività di questi beniaminiti si svolse durante il crepuscolo della nazione di Israele, quando non avevano più re sul trono ed erano caduti sotto la dominazione dei gentili. Forse Mardocheo ed Ester ebbero il privilegio di sterminare gli ultimi odiati amalechiti. L’interesse di Mardocheo per il bene dei suoi compatrioti indica che aveva fede che di fra i figli di Israele sarebbe venuto il seme di Abraamo per benedire tutte le famiglie della terra. — Gen. 12:2; 22:18.

  • Mare
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Mare

      L’intera massa d’acqua della Terra, distinta dalla terraferma; oppure un vasto bacino di acqua dolce o salata, di solito più piccolo di un oceano e in parte o interamente circondato da terraferma. L’acqua copre il 70,8 per cento della superficie della Terra.

      GEOVA L’HA CREATO E LO DOMINA

      Più volte la Bibbia attribuisce a Geova la creazione dei mari, distinti dalla terraferma nel terzo giorno creativo. (Gen. 1:9, 10, 13; Nee. 9:6; Atti 4:24; 14:15; Riv. 14:7) Ne riconosce inoltre la facoltà di esercitare la sua potenza e dominare il mare. (Giob. 26:12; Sal. 65:7; 89:9; Ger. 31:35) Quando era sulla terra il Figlio di Dio ricevette dal Padre l’autorità di comandare il mare. (Matt. 8:23-27; Mar. 4:36-41; Giov. 6:17-20) Il dominio che Dio ha sui mari è dimostrato dal modo in cui le coste e le maree tengono il mare entro limiti stabiliti, come se fosse chiuso da porte. (Giob. 38:8-11; Sal. 33:7; Prov. 8:29; Ger. 5:22; vedi SABBIA). Questo aspetto del mare, e anche il ruolo che ha nel ciclo idrologico (Eccl. 1:7; Amos 5:8), fa del mare un esempio delle meravigliose opere di Geova. (Sal. 104:24, 25) Poeticamente anche i mari si uniscono nel lodare il loro Creatore. — Sal. 96:11; 98:7.

      MARI DELLA PALESTINA

      Fra i mari della Palestina, il più importante era il ‘Mar Grande’ o Mediterraneo, chiamato anche “mare occidentale” o semplicemente ‘il Mare’. (Gios. 1:4; Deut. 11:24; Num. 34:5) C’erano poi il ‘Mar Rosso’ o “mare egiziano” (Eso. 10:19; Isa. 11:15), il ‘Mar Salato’ o Mar Morto, chiamato anche “mare dell’Araba” o “mare orientale” (Deut. 3:17; Ezec. 47:8) e il “mare di Galilea”, “mare di Cinneret” o mare di “Tiberiade”. (Matt. 4:18; Num. 34:11; Giov. 6:1) Nei riferimenti biblici il particolare bacino d’acqua indicato dall’espressione “il mare” spesso dev’essere determinato dal contesto. (Eso. 14:2 [confronta 13:18]; Mar. 2:13 [confronta 2:1]). A volte il termine ebraico per “mare” si riferisce a un fiume. — Ger. 51:36 (l’Eufrate); Isa. 19:5 (il Nilo).

      L’ABISSO

      Il termine greco àbyssos, che significa “molto o estremamente profondo” e viene spesso tradotto “abisso”, è usato a volte come termine di paragone o in riferimento al mare a motivo della sua grande, quasi insondabile profondità. (Rom. 10:6, 7; confronta Deuteronomio 30:12, 13). Nei simboli di Rivelazione la “bestia selvaggia che ascende dall’abisso” (Riv. 11:7) viene detto che ascende dal “mare”. — Riv. 13:1.

      USO ILLUSTRATIVO

      Mentre la Terra Promessa si doveva estendere “dal Mar Rosso fino al Mare dei Filistei [il Mar Grande], dal deserto fino al Fiume [Eufrate]”, nel descrivere il dominio del re messianico l’espressione “da mare a mare e dal Fiume fino alle estremità della terra” si riferisce evidentemente a tutto il globo. (Eso. 23:31, ATE; Zacc. 9:9, 10; confronta Daniele 2:34, 35, 44, 45). Questo è indicato dall’applicazione della profezia di Zaccaria fatta da Matteo e Giovanni, profezia in cui Zaccaria cita il Salmo 72:8. — Matt. 21:4-9; Giov. 12:12-16.

      Geremia descrisse il rumore prodotto dagli eserciti che avrebbero attaccato Babilonia paragonandolo al fragore del mare. (Ger. 50:42) Quindi quando predisse che il “mare” avrebbe sommerso Babilonia si riferiva evidentemente alla marea dei vittoriosi eserciti dei medi e dei persiani. — Ger. 51:42; confronta Daniele 9:26.

      Isaia paragonò i malvagi della terra, le masse irrequiete, alienate da Dio, a “un mare agitato che non può calmarsi e le cui acque portan su melma e fango”. (Isa. 57:20, CEI) In Rivelazione 17:1, 15 viene spiegato che le “acque” su cui “siede” Babilonia la Grande sono “popoli e folle e nazioni e lingue”. Isaia predisse inoltre a Sion la “donna” di Dio: “A te si dirigerà la dovizia del mare; le medesime risorse delle nazioni verranno a te”. (Isa. 59:20; 60:1, 5) Questo sembra indicare che molti degli abitanti della terra si sarebbero rivolti alla simbolica “donna” di Dio. Questo può far luce sull’intento del profetico “re del nord” nel piantare “le tende del suo palazzo fra il mare grande [il Mediterraneo] e il santo monte dell’Adornamento [su cui sorgeva il santuario di Dio a Gerusalemme o Sion]”. — Dan. 11:40, 45.

      Daniele descrisse quattro “bestie” che salivano “dal mare” e rivelò che simboleggiavano re o governi politici. (Dan. 7:2, 3, 17, 23) Giovanni parlò similmente di una ‘bestia selvaggia che ascende dal mare’, e il fatto che in linguaggio simbolico menzioni diademi e trono collega ancora una volta l’idea di un’organizzazione politica con questa bestia selvaggia che esce dal “mare”. (Riv. 13:1, 2) Egli vide inoltre in visione il tempo in cui ci sarebbero stati “un nuovo cielo e una nuova terra”, e il “mare”, cioè le turbolente masse di persone alienate da Dio, non esisterà più. — Riv. 21:1.

      Giuda fratello di Giacomo avverte i cristiani del grave pericolo che uomini malvagi si introducano nella congregazione allo scopo di contaminarla moralmente, e li definisce “furiose onde del mare che gettano la schiuma delle proprie cause di vergogna”. (Giuda 4-13) Può darsi che Giuda avesse in mente le parole di Isaia (57:20) e descrivesse in modo figurativo il loro furibondo, sfrenato disprezzo per le leggi di Dio e i loro impetuosi attacchi contro le barriere morali stabilite da Dio in una condotta degradata, libidinosa. Un commentatore osserva: “. . . espongono agli occhi di tutti il fango e il sudiciume dei loro eccessi, . . . Così tali uomini trasudano come schiuma le loro azioni vergognose, e le ostentano, affinché tutti le vedano e diano quindi alla Chiesa la colpa delle cattive azioni di quei professanti”. (F. C. Cook, Commentary, Giuda) Un altro dice: “Ciò che rivelano è così inconsistente e privo di valore come la schiuma delle onde oceaniche, e il risultato è infatti una dichiarazione della loro stessa vergogna”. — Barnes’ Notes on the New Testament (p. 1518); confronta la descrizione che Pietro fa di tali uomini in II Pietro 2:10-22.

  • Mare fuso
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    • Mare fuso

      (o Mare di rame).

      Quando, durante il regno di Salomone, si costruì il tempio, un “mare fuso” sostituì il bacino di rame trasportabile usato nel precedente tabernacolo. (Eso. 30:17-21; I Re 7:23, 40, 44) Opera di Hiram, un ebreo fenicio, era evidentemente chiamato “mare” per la gran quantità di acqua che poteva contenere. Questo recipiente, anch’esso di rame, misurava “dieci cubiti [m 4,4 ca.] da un suo orlo all’altro

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