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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1981 | 1° gennaio
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(Gen. 40:18-22) Commentando Genesi 40:20, il dott. Adam Clarke osserva: “Se ne deduce che festeggiare il compleanno è un’usanza antichissima. Affonda probabilmente le radici nel concetto dell’immortalità dell’anima, in quanto l’inizio della vita doveva sembrare un momento di grande importanza per chi era convinto di vivere per sempre”.
Il secondo, a distanza di circa 1.800 anni, è il compleanno di Erode Antipa. Il racconto di Marco 6:21-24 dice:
“Ma venne il giorno opportuno quando, nel suo compleanno, Erode imbandì un pasto serale per i suoi uomini preminenti e per i suoi comandanti militari e per i principali della Galilea. E la figlia della stessa Erodiade entrò e ballò, e piacque a Erode e a quelli che giacevano con lui. Il re disse alla fanciulla: ‘Chiedimi quello che vuoi, e io te lo darò’. Sì, le giurò: ‘Qualunque cosa tu mi chieda, io te la darò, fino alla metà del mio regno’. E, uscita, disse a sua madre: ‘Che cosa dovrei chiedere?’ Ella disse: ‘La testa di Giovanni il battezzatore’”. — Si veda anche Matteo 14:6-11.
Sul racconto del compleanno di Erode, il dott. Richard Lenski afferma: “I giudei aborrivano festeggiare i compleanni, ritenendola un’usanza pagana, ma i vari Erode in queste celebrazioni superarono perfino i romani, tanto che l’espressione ‘compleanno di Erode’ (Herodis dies) rimase a indicare uno sfarzo spropositato”.
Come dovremmo considerare la celebrazione di questi due compleanni? È una pura coincidenza che siano menzionati e che in entrambi i casi si tratti di persone disapprovate da Dio? O potrebbe darsi che Geova li abbia fatti deliberatamente riportare nella sua Parola, che è “utile per insegnare, per rimproverare, per correggere”? (II Tim. 3:16) Come minimo si può dire che i due racconti biblici presentano la celebrazione dei compleanni sotto una luce sfavorevole, come usanza di persone che non facevano la volontà di Dio.
È pure degno di nota che Dio non fece mettere per iscritto la data esatta della nascita di Gesù, di quello cioè che sarebbe stato senza dubbio il compleanno più importante se i servitori di Dio avessero dovuto festeggiare i compleanni. La Bibbia riporta invece la data della morte di Gesù, e comanda ai cristiani di commemorarne ogni anno l’anniversario. (Luca 22:19; I Cor. 11:23-26) Questo è in armonia col fatto che, secondo la Bibbia, il giorno della morte è più importante di quello della nascita, se durante la vita ci si è fatti una buona reputazione presso Dio. — Eccl. 7:1, 8.
Coerenti con le indicazioni scritturali, i primi cristiani non celebravano i compleanni.
“La nozione della festa del compleanno in genere era lungi dalle idee dei cristiani di questo periodo”. — The History of the Christian Religion and Church During the First Three Centuries, di Augustus Neander.
Col passar del tempo e il subentrare dell’apostasia dal vero cristianesimo, si cominciò a commemorare la morte (non la nascita).
“La riverenza in cui erano tenuti i martiri portò a un eccessivo attaccamento al luogo e al giorno della loro morte. Si ebbe la felice idea di considerare il giorno in cui il martire era morto come il suo giorno di nascita. I luoghi del martirio erano guardati con un timore reverenziale. . . . Nell’anniversario, le funzioni [nelle chiese] erano in gran parte dedicate a ricordarne le opere e la personalità. . . . Si deve tuttavia ricordare che queste funzioni commemorative [annuali] non facevano parte della norma generale della Chiesa”. — History of the Christian Church, del dott. John F. Hurst, Vol. I, pp. 350, 351.
Quindi, anche se la Bibbia non contiene uno specifico divieto di festeggiare i compleanni, da tempo i testimoni di Geova hanno preso atto delle indicazioni scritturali e non li celebrano. Così facendo si conformano al modello dei primi cristiani.
Inoltre, anche se non c’è alcun motivo biblico per commemorare annualmente la data della morte di un cristiano, possiamo dirci d’accordo sul fatto che il giorno della morte è migliore di quello della nascita. Dovremmo quindi concentrarci non sul giorno della nascita, ma sull’imitare Cristo e riflettere l’immagine di Dio giorno per giorno. Nel caso dovessimo morire, avremo quindi glorificato Dio col nostro modo di vivere ed egli si ricorderà certamente di noi. — Ebr. 5:9; 11:6; Filip. 3:8-11.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1981 | 1° gennaio
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Domande dai lettori
● Nel periodo natalizio si sente molto parlare dei cosiddetti “tre Re Magi”, condotti fino a Gesù da una stella. Ma gli fecero visita a Betleem o più tardi a Nazaret?
Luca dice che Giuseppe e Maria viaggiarono da Nazaret, in Galilea, a Betleem, a sud di Gerusalemme, nella Giudea. Lì nacque Gesù, in una stalla, e fu posto in una mangiatoia. Per mezzo di un angelo, Geova Dio annunciò la nascita ai pastori, che avrebbero trovato il “bambino [brephos, in greco]” a Betleem. L’ottavo giorno Giuseppe e Maria fecero circoncidere Gesù. Alla fine del periodo di purificazione di 40 giorni richiesto dalla Legge, portarono il “fanciullino [paidion, in greco]” al tempio di Gerusalemme. Lì Gesù fu visto da Simeone e dalla profetessa Anna. — Luca 2:1-38; Lev. 12:2-4.
Nel successivo versetto del suo racconto (2:39), Luca aggiunge: “E quando ebbero osservato ogni cosa secondo la legge di Geova, tornarono in Galilea nella loro città di Nazaret”. Ma che dire dei cosiddetti “tre Re Magi”? Quando andarono a trovare Gesù, e dove?
Matteo narra che, “essendo Gesù nato in Betleem”, certi uomini vennero a Gerusalemme dall’Oriente. La tradizione vuole che fossero tre (forse perché portarono tre specie di doni: oro, incenso e mirra). Ma la Bibbia non lo specifica. Né li chiama “Re”. Li chiama invece magoi (da cui “magi” o “maghi”). (Matt. 2:1) Anziché considerarli semplici “saggi”, il professor A. T. Robertson spiega:
“Qui in Matteo sembra trattarsi piuttosto di astrologi. Babilonia era la patria dell’astrologia”. — Word Pictures in the New Testament, Vol. I, p. 15.
Matteo narra che dopo essersi fermati a Gerusalemme e aver parlato col re Erode, questi astrologi andarono a “Betleem”. Dopo aver presentato i loro doni sarebbero dovuti tornare da Erode per dirgli dove si trovava il bambino. Ma Dio intervenne, facendo prendere agli astrologi un’altra strada. Disse poi a Giuseppe di fuggire in Egitto, perché Erode voleva uccidere Gesù. — Matt. 2:1-15.
Alla luce di ciò che dicono Matteo e Luca, ci si potrebbe chiedere quando gli astrologi fecero visita a Gesù. Non è ragionevole pensare che ciò sia avvenuto nei 40 giorni della purificazione, perché Luca dice che alla fine di quel periodo la famiglia si recò a Gerusalemme, mentre da Matteo sappiamo che subito dopo la visita degli astrologi Giuseppe prese la famiglia e fuggì in Egitto. Sembra quindi che, dopo aver presentato il bambino al tempio di Gerusalemme, la famiglia sia tornata a Betleem con l’intenzione di stabilirsi nella città di Davide, dalla quale doveva venire il Messia, e che lì siano stati poi visitati dagli astrologi.
Matteo 2:11 dice che gli astrologi, “entrati nella casa videro il fanciullino”. Perciò a quel tempo Giuseppe, Maria e Gesù vivevano in una casa e non in una stalla come spesso vengono erroneamente raffigurati. Inoltre, Matteo usa la parola greca paidion, che si può applicare sia a un neonato (Giov. 16:21), sia a un bambino più grande, in grado di parlare e giocare all’aperto. (Luca 7:32) Perciò all’epoca Gesù poteva già avere diversi mesi.
A indicare che non era più un neonato c’è il fatto che, quando gli astrologi non tornarono da Erode, questi ordinò l’uccisione di “tutti i fanciulli di Betleem e di tutti i suoi distretti, dall’età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era accuratamente informato dagli astrologi”. (Matt. 2:16) Le prove indicano che Gesù nacque verso il 1º ottobre del 2 a.E.V., e che Erode morì nell’anno 1 a.E.V. o agli inizi dell’1 E.V.a Perciò Gesù poteva avere anche un anno o più quando gli astrologi lo visitarono. Forse erano venuti dalla zona di Babilonia, dopo un viaggio che poteva aver richiesto diversi mesi. Calcolando da quando avevano visto la “stella” a est, Erode poté aver incluso un ampio margine di tempo per essere certo che Gesù venisse ucciso.
Perché allora Luca 2:39 sembra indicare che Giuseppe portasse direttamente la famiglia da Gerusalemme a Nazaret, senza tornare a Betleem?
Pare che Luca abbia semplicemente omesso gli avvenimenti intermedi (il ritorno da Gerusalemme a Betleem, la visita degli astrologi e la fuga in Egitto), come Matteo non dice nulla della visita dei pastori o del viaggio a Gerusalemme, allorquando Simeone e Anna videro Gesù. Senz’altro gli astrologi non fecero visita a Gesù a Nazaret, perché Matteo lo esclude; e a Nazaret Gesù non sarebbe stato in pericolo, dato che l’ordine era di uccidere i bambini a ‘Betleem e nei suoi distretti’.
[Nota in calce]
a Si veda La Torre di Guardia del 15 luglio 1970, p. 423; del 15 dicembre 1980, pp. 3-5; Aid to Bible Understanding, pp. 757, 758, 920, 921.
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Programma di studioLa Torre di Guardia 1981 | 1° gennaio
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Programma di studio
1º febbraio: Il “pastore eccellente” e il “piccolo gregge”. Pagina 17. Cantici: 41, 1.
8 febbraio: Il “pastore eccellente” e le sue “altre pecore”. Pagina 22. Cantici: 29, 65.
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L’inferno non è caldo!La Torre di Guardia 1981 | 1° gennaio
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L’inferno non è caldo!
Da molto tempo le chiese insegnano che i malvagi sono tormentati nell’inferno. Ma la Bibbia non lo dice.
La verità biblica sulla condizione dei morti è uno dei tanti argomenti trattati dalle riviste quindicinali La Torre di Guardia e Svegliatevi!. Perché non leggerle regolarmente? Per ricevere entrambe le riviste in abbonamento annuo, inviate solo L. 5.000 a Watch Tower, Via della Bufalotta 1281, 00138 Roma.
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