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  • Studio numero 5: Il testo ebraico delle Sacre Scritture
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • dei Salmi (11QPsa), uno studioso riferisce di averne riscontrato la quasi completa armonia con il testo masoretico dello stesso salmo. Riguardo al Rotolo dei Salmi, J. A. Sanders osserva: “Quasi tutte [le varianti] sono ortografiche e importanti solo per quegli studiosi che si interessano di scoprire qual era la pronuncia dell’ebraico nell’antichità, e cose del genere”.a Altri esemplari di questi straordinari manoscritti antichi non rivelano nella maggioranza dei casi nessuna variante di rilievo. Lo stesso rotolo di Isaia, sebbene vi si riscontrino alcune differenze nell’ortografia e nella costruzione grammaticale, non presenta varianti di rilevanza dottrinale. Questo rotolo di Isaia pubblicato è stato esaminato per quanto riguarda le varianti nella preparazione della Traduzione del Nuovo Mondo, che contiene riferimenti ad esso.b

      25. Quali testi ebraici abbiamo preso in esame, e quale certezza ci dà il loro studio?

      25 Abbiamo preso in esame le principali fonti da cui ci sono state tramandate le Scritture Ebraiche. Basilarmente, queste sono il Pentateuco samaritano, i Targumim aramaici, la Settanta greca, il testo ebraico tiberiense, il testo ebraico palestinese, il testo ebraico babilonese e il testo ebraico dei Rotoli del Mar Morto. Grazie allo studio e alla comparazione di questi testi, abbiamo la certezza che le Scritture Ebraiche ci sono pervenute sostanzialmente nella forma in cui furono scritte in origine dagli ispirati servitori di Dio.

      RAFFINAMENTO DEL TESTO EBRAICO

      26. (a) Quando si cominciò a promuovere lo studio critico del testo ebraico, e quali sono alcune edizioni critiche che vennero pubblicate? (b) Come è stato usato il testo di Ginsburg?

      26 Fino al XIX secolo l’edizione standard a stampa della Bibbia Ebraica era la Seconda Bibbia Rabbinica di Jacob ben Chayyim, pubblicata nel 1524-25. Solo a partire dal XVIII secolo gli studiosi cominciarono a promuovere lo studio critico del testo ebraico. Dal 1776 al 1780 Benjamin Kennicott pubblicò a Oxford le varianti testuali di oltre 600 manoscritti ebraici. Quindi, dal 1784 al 1798, a Parma, l’erudito italiano Gian Bernardo De Rossi pubblicò le varianti testuali di altri 731 manoscritti. Anche l’ebraista tedesco S. Baer produsse un testo base. In tempi più recenti, C. D. Ginsburg dedicò molti anni alla produzione di un’edizione critica della Bibbia Ebraica. Questa fu pubblicata per la prima volta nel 1894, e subì un’ultima revisione nel 1926.c Joseph Rotherham usò l’edizione del 1894 di questo testo per produrre nel 1902 la sua traduzione inglese, The Emphasised Bible, e Max L. Margolis e i suoi collaboratori si servirono dei testi di Ginsburg e di Baer per produrre nel 1917 la loro traduzione delle Scritture Ebraiche.

      27, 28. (a) Cos’è la Biblia Hebraica, e come fu realizzata? (b) Come è stato usato questo testo nella Traduzione del Nuovo Mondo?

      27 Nel 1906 l’ebraista Rudolf Kittel presentò in Germania la prima edizione (e, in seguito, una seconda) del suo accurato testo ebraico, la Biblia Hebraica. In quest’opera Kittel presentò un ampio apparato critico, frutto di uno studio testuale basato sulla collazione o raffronto dei molti manoscritti ebraici del testo masoretico allora disponibili. Egli usò come testo base quello generalmente accettato di Jacob ben Chayyim. Quando furono disponibili i testi masoretici di Ben Asher, molto più antichi e accurati, che avevano assunto la loro forma definitiva verso il X secolo E.V., Kittel si accinse a pubblicare una terza edizione interamente rinnovata della Biblia Hebraica. L’opera fu completata dai suoi collaboratori dopo la sua morte.

      28 Le edizioni 7ª, 8ª e 9ª (1951-55) della Biblia Hebraica di Kittel provvidero il testo base per la parte ebraica della Traduzione del Nuovo Mondo in lingua inglese. Una nuova edizione del testo ebraico, la Biblia Hebraica Stuttgartensia, pubblicata nel 1977, fu usata per aggiornare l’apparato delle note in calce della Traduzione del Nuovo Mondo pubblicata in inglese nel 1984 (ed. italiana 1987).

      29. Quale caratteristica della Biblia Hebraica si è rivelata molto utile nel ripristinare il nome divino?

      29 Kittel riporta la masora marginale, che evidenzia molte delle alterazioni apportate al testo dagli scribi precristiani, e questo ha contribuito all’accuratezza della Traduzione del Nuovo Mondo, anche per quanto riguarda il ripristino del nome divino, Geova. Il campo sempre più vasto dell’erudizione biblica continua ad essere reso accessibile attraverso la Traduzione del Nuovo Mondo.

      30. (a) Servendovi della tabella a pagina 308, che indica le fonti del testo delle Scritture Ebraiche della Traduzione del Nuovo Mondo, tracciate la storia del testo ebraico che portò alla Biblia Hebraica, la fonte principale della Traduzione del Nuovo Mondo. (b) Quali sono alcune altre fonti consultate dal Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo?

      30 La tabella a pagina 308 indica le fonti del testo delle Scritture Ebraiche della Traduzione del Nuovo Mondo. Questa tabella mostra in breve lo sviluppo del testo ebraico che portò alla Biblia Hebraica di Kittel, la principale fonte usata. Le fonti secondarie consultate sono indicate dalle linee bianche tratteggiate. Questo non significa che per versioni quali la Vulgata latina e la Settanta greca siano state consultate le opere originali. Di queste, come degli stessi scritti ebraici ispirati, gli originali oggi non esistono. Queste fonti sono state consultate per mezzo di edizioni accurate dei testi o attraverso antiche traduzioni e commentari critici degni di fede. Consultando queste varie fonti il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo è stato in grado di eseguire un’autorevole e accurata traduzione delle ispirate Scritture Ebraiche originali. Queste fonti sono tutte indicate nelle note in calce della Traduzione del Nuovo Mondo.

      31. (a) Per quanto riguarda le Scritture Ebraiche, di che cosa è quindi il risultato la Traduzione del Nuovo Mondo? (b) Di cosa possiamo essere grati, e quale speranza possiamo dunque avere?

      31 Per quanto riguarda le Scritture Ebraiche, la Traduzione del Nuovo Mondo è quindi il risultato dell’erudizione e della ricerca biblica sviluppatesi nel corso dei secoli. Si basa su un testo estremamente fedele, prezioso risultato di un’accurata trasmissione del testo. Con il suo stile scorrevole e avvincente, offre una traduzione che è al tempo stesso onesta e accurata per uno studio serio della Bibbia. Siano rese grazie a Geova, l’Iddio comunicativo, per il fatto che la Sua Parola è tuttora viva ed esercita potenza! (Ebr. 4:12) Le persone sincere continuino a edificare la fede mediante lo studio della preziosa Parola di Dio e si sentano stimolate a fare la volontà di Geova in questi giorni memorabili. — 2 Piet. 1:12, 13.

  • Studio numero 6: Il testo greco cristiano delle Sacre Scritture
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • Studi sulle Scritture ispirate e informazioni relative

      Studio numero 6: Il testo greco cristiano delle Sacre Scritture

      Copiatura del testo delle Scritture Greche; come è stato tramandato in greco e in altre lingue fino a oggi; attendibilità del testo attuale.

      1. Come ebbe inizio il programma cristiano di istruzione?

      I PRIMI cristiani insegnarono e proclamarono la scritta ‘parola di Geova’ in tutto il mondo. Presero seriamente le parole che Gesù pronunciò prima dell’ascensione: “Riceverete potenza quando lo spirito santo sarà arrivato su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”. (Isa. 40:8; Atti 1:8) Come Gesù aveva predetto, i primi 120 discepoli ricevettero lo spirito santo, che infuse loro energia. Questo avvenne il giorno di Pentecoste del 33 E.V. Quello stesso giorno Pietro diede inizio al nuovo programma di istruzione rendendo completa testimonianza, col risultato che molti accolsero di cuore il messaggio e circa 3.000 persone si aggiunsero alla congregazione cristiana appena fondata. — Atti 2:14-42.

      2. Quale buona notizia si proclamava, e di che cosa quell’opera di testimonianza fu una dimostrazione?

      2 Stimolati ad agire come nessun altro gruppo lo era mai stato in tutta la storia, quei discepoli di Gesù Cristo diedero inizio a un programma di insegnamento che alla fine raggiunse ogni angolo del mondo allora conosciuto. (Col. 1:23) Sì, quei devoti testimoni di Geova erano ansiosi di usare i loro piedi per andare di casa in casa, di città in città e di paese in paese a dichiarare la “buona notizia di cose buone”. (Rom. 10:15) Questa buona notizia annunciava il provvedimento del riscatto di Cristo, la speranza della risurrezione e il promesso Regno di Dio. (1 Cor. 15:1-3, 20-22, 50; Giac. 2:5) Mai prima di allora era stata presentata al genere umano una simile testimonianza di cose non viste. Essa divenne un’“evidente dimostrazione di realtà benché non vedute”, una manifestazione di fede, per i molti che ora riconoscevano Geova come loro Sovrano Signore in base al sacrificio di Gesù. — Ebr. 11:1; Atti 4:24; 1 Tim. 1:14-17.

      3. Cosa caratterizzò i ministri cristiani del I secolo?

      3 Quei ministri cristiani, uomini e donne, erano illuminati servitori di Dio. Sapevano leggere e scrivere. Conoscevano bene le Sacre Scritture. Erano al corrente degli avvenimenti mondiali. Erano abituati a viaggiare. Erano come locuste in quanto non permettevano che alcun ostacolo impedisse loro di avanzare per divulgare la buona notizia. (Atti 2:7-11, 41; Gioe. 2:7-11, 25) Allora, nel I secolo dell’era volgare, operavano fra persone che sotto molti aspetti erano assai simili a quelle dei nostri giorni.

      4. Sotto l’ispirazione e la guida di Geova, che cosa fu messo per iscritto ai giorni della primitiva congregazione cristiana?

      4 Come predicatori della “parola della vita” decisi a fare progresso, i primi cristiani facevano buon uso di ogni rotolo della Bibbia che riuscivano a procurarsi. (Filip. 2:15, 16; 2 Tim. 4:13) Quattro di loro, cioè Matteo, Marco, Luca e Giovanni, furono ispirati da Geova a mettere per iscritto la “buona notizia intorno a Gesù Cristo”. (Mar. 1:1; Matt. 1:1) Alcuni di essi, come Pietro, Paolo, Giovanni, Giacomo e Giuda, scrissero lettere sotto ispirazione. (2 Piet. 3:15, 16) Altri fecero copie di questi messaggi ispirati, e le congregazioni, sempre più numerose, se le scambiavano con beneficio reciproco. (Col. 4:16) Inoltre, sotto la guida dello spirito di Dio, ‘gli apostoli e gli anziani di Gerusalemme’ presero decisioni in materia dottrinale che furono messe per iscritto per uso futuro. Questo corpo direttivo centrale mandò anche lettere contenenti istruzioni alle congregazioni in luoghi lontani. (Atti 5:29-32; 15:2, 6, 22-29; 16:4) E dovette provvedere anche a farle recapitare.

      5. (a) Cos’è un codice? (b) Fino a che punto i primi cristiani usarono il codice, e quali vantaggi aveva?

      5 Per accelerare la diffusione delle Scritture, e anche per provvederle in una forma facile da consultare, i primi cristiani cominciarono subito a usare il manoscritto in forma di codice al posto dei rotoli. Il codice era simile ai libri attuali, le cui pagine si possono voltare con facilità per cercare un determinato argomento, mentre un rotolo, per essere consultato, spesso andava srotolato considerevolmente. Inoltre il codice permise di rilegare insieme gli scritti canonici, mentre quelli in forma di rotolo di solito rimanevano separati. I primi cristiani furono dei pionieri nell’uso del codice. Potrebbero anche esserne stati gli inventori. Benché il codice venisse adottato solo un po’ alla volta dagli scrittori non cristiani, la grande maggioranza

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