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Traduzione della Bibbia: Un compito rischiosoLa Torre di Guardia 1975 | 15 maggio
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Le autorità ecclesiastiche in Inghilterra erano infuriate. Il 4 maggio 1530 copie della traduzione di Tyndale furono bruciate presso la Croce di San Paolo a Londra. Verso la fine di maggio un decreto reale, sostenuto dalle autorità ecclesiastiche, elencò tra i libri perniciosi le traduzioni della Scrittura di Tyndale dall’ebraico e dal greco e dichiarò: “Detestateli, aborriteli; non li tenete in mano, consegnateli ai superiori che passano a ritirarli”. Riguardo a coloro che non ubbidivano, il decreto continuava: “I prelati della chiesa, che hanno la cura e la responsabilità delle vostre anime, dovrebbero obbligarvi, e il vostro principe punirvi e correggervi”. Furono fatti estesi sforzi per distruggere le traduzioni in Inghilterra e all’estero.
Una delle ragioni per cui Tyndale incontrò un’opposizione così accanita fu che non si attenne ai termini ecclesiastici ma usò parole che rendevano il senso della lingua originale. Per esempio, usò “congregazione”, non chiesa; “sorvegliante”, non vescovo, e “amore”, non carità. Il fatto che le parole scelte da Tyndale fossero più vicine al greco originale non aveva nessuna importanza per le autorità ecclesiastiche. Tyndale si era anche dichiarato disposto a cambiare qualsiasi cosa fosse trovata errata o che si potesse tradurre più chiaramente. Le autorità religiose, comunque, non volevano proprio che la Bibbia fosse letta dal popolo comune, che sarebbe stato allora indotto a rigettare le loro interpretazioni ecclesiastiche.
Non molto tempo dopo il lavoro di Tyndale fu interrotto. Un certo Phillips finse d’essergli amico e poi lo tradì ai suoi nemici. Tyndale fu quindi messo in prigione nel castello di Vilvorde, vicino a Bruxelles. Nel settembre del 1536 fu giustiziato mediante strangolamento e bruciato.
Così ebbe fine la vita di un grande studioso le cui fatiche influirono sulla traduzione della Bibbia in inglese per quasi 400 anni successivi. Tyndale aveva lavorato a rischio della vita, non per l’onore o il riconoscimento personale e la posizione, ma per mettere la Parola di Dio a disposizione dell’uomo comune.
LA BIBBIA IN CINESE
Fu nel 1807, circa 271 anni dopo l’esecuzione di Tyndale, che Robert Morrison, un missionario protestante, arrivò a Canton, in Cina. Si mise subito al lavoro per tradurre la Bibbia in cinese. Morrison aveva una certa conoscenza del cinese ma aveva bisogno di ulteriore aiuto con la lingua. Non era facile trovare questo aiuto, poiché tradurre la Bibbia in cinese era un’impresa rischiosa, punibile con la morte. Tuttavia Morrison riuscì a farsi aiutare da due eruditi cinesi. Uno di essi aveva talmente paura d’essere arrestato e poi d’essere messo a morte lentamente con la tortura che portava il veleno con sé per togliersi la vita se veniva preso.
La città di Canton era allora aperta agli stranieri solo sei mesi all’anno, per cui Morrison doveva andarsene ogni sei mesi. In questo periodo Morrison abitava sull’isola di Macao. Avendo accettato un impiego come traduttore nella Compagnia delle Indie Orientali, poteva tornare a Canton.
Di giorno, mentre lavorava per la Compagnia delle Indie Orientali, Morrison si occupava dei normali affari commerciali e lavorava a un dizionario di cinese-inglese e a una grammatica di cinese. Di notte egli e i suoi aiutanti cinesi lavoravano alla traduzione della Bibbia.
Nel 1810 il libro di Atti in cinese fu stampato con blocchi di legno fatti a mano. Non volendo che questi blocchi cadessero in cattive mani, Morrison li seppellì quando partì per Macao. Grande fu la sua delusione allorché, tornato sei mesi dopo, scoprì che le termiti avevano consumato i blocchi.
Nonostante i problemi e i contrattempi, nel 1814, Morrison, con l’aiuto di un altro missionario, William Milne, finì di tradurre le Scritture Greche Cristiane. Nel 1818 era stata tradotta tutta la Bibbia.
La traduzione della Bibbia è stata davvero un compito rischioso. Traduttori come Tyndale e Morrison furono uomini devoti e coraggiosi, disposti a perseverare nonostante enormi ostacoli. Ciò che fecero fu in armonia con la volontà di Dio, che tutti abbiano l’opportunità di venire “all’accurata conoscenza della verità”. — 1 Tim. 2:3, 4.
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‘Affrettata’ l’opera di fare discepoli in FranciaLa Torre di Guardia 1975 | 15 maggio
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‘Affrettata’ l’opera di fare discepoli in Francia
QUANDO recentemente fu posta la domanda: “Qual è la presente attitudine dei Francesi verso la religione?” a una cinquantina di cristiani testimoni di Geova che percorrono la Francia da un’estremità all’altra, la parola più frequente nelle loro risposte scritte fu “indifferenza”. Pare che essa sia dovuta a varie cause.
In anni recenti la maggioranza dei Francesi ha elevato il proprio tenore di vita. Per molti, il materialismo è divenuto la loro nuova religione. Molti Francesi sono anche seccati dalla religione cattolica, non per ragioni puramente religiose, ma per i cambiamenti che influiscono sulle usanze popolari. Altri cattolici, specialmente quelli della vecchia generazione, sono angustiati dai cambiamenti più rivoluzionari nell’ambito della Chiesa, come l’abolizione dei venerdì di magro, la rimozione dei “santi”, l’accantonamento delle immagini, i cambiamenti nella messa e la crescente ingerenza del clero nella politica. Ciò nondimeno, un gran numero di Francesi, particolarmente nelle città più piccole e nelle zone rurali, si attengono ancora alla religione cattolica romana per i tradizionali riti familiari.
A parte la grande massa dei cattolici professanti, la popolazione francese include circa un milione di protestanti, parecchi milioni che votano regolarmente per i comunisti, e un gran numero di liberi pensatori atei, molti dei quali sono insegnanti.
I Francesi appartenenti a queste varie religioni e correnti di pensiero come reagiscono all’attività dei testimoni di Geova?
Per anni, i testimoni di Geova furono considerati in Francia una setta protestante insignificante, idea questa che era incoraggiata dai sacerdoti cattolici. Ma qui i protestanti, pur essendo molto fieri della loro religione, fanno poco o nulla per divulgarla. Inoltre, in anni recenti i protestanti francesi si sono immischiati sempre più nella politica. Per queste ragioni, per non parlare delle divergenze dottrinali, i Francesi si rendono conto che i testimoni di Geova non sono protestanti.
Il pregiudizio contro i testimoni di Geova è più duro a sparire nelle zone rurali, ma le più frequenti visite dei Testimoni lo
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