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  • L’intolleranza nel passato e oggi
    Svegliatevi! 1984 | 8 marzo
    • L’intolleranza nel passato e oggi

      CON UN RUMORE sordo la mazza di ferro colpì pesantemente Jean Calas alle gambe, poi alle braccia e al petto. Dopo di che il suo corpo martoriato fu esposto sulla ruota in una pubblica piazza di Tolosa, nella Francia meridionale, e infine messo al rogo.

      Condannato per omicidio, Calas morì col supplizio della ruota. Il giorno prima, il 9 marzo 1762, questo ugonotto (protestante francese) era stato dichiarato colpevole di avere ucciso il figlio per impedirne la conversione al cattolicesimo. Con una solenne cerimonia funebre vennero tributati al figlio di Calas gli onori di un martire cattolico.

      Il filosofo francese Voltaire, però, sospettava che Calas fosse stato vittima dell’intolleranza cattolica. Dopo avere dimostrato che in effetti il figlio di Calas si era suicidato, lanciò una campagna durata tre anni per sollevare l’opinione pubblica in tutta l’Europa. La strategia di Voltaire funzionò. Egli riuscì infine a indurre le autorità francesi a rivedere il processo, e il 9 marzo 1765 Calas, ormai morto, fu dichiarato innocente. Questo lampante esempio di pregiudizio contro gli ugonotti divenne uno dei più famosi processi della storia. Spinse Voltaire a scrivere il suo famoso Trattato sulla tolleranza.

      L’intolleranza è una cosa buona o cattiva?

      Pochi tenterebbero di giustificare simili manifestazioni di fanatismo, pregiudizio e brutale intolleranza. Però in certe circostanze l’intolleranza non è fuori luogo. Assassinio, furto, stupro e sequestro di persona sono tutte cose considerate intollerabili nella maggioranza delle società, e con ragione. E la stessa cosa è accaduta nel passato in campo religioso. Quando diede i Dieci Comandamenti alla nazione d’Israele, Geova dichiarò d’essere ‘un Dio che esige esclusiva devozione’. (Esodo 20:5) Per cui il popolo di Dio ‘non tollerò alcuna rivalità’ da parte di falsi dèi. (Numeri 25:11-13; vedi anche II Re 10:16). La falsa adorazione era perciò un reato punibile con la pena capitale.

      Tenete presente comunque che, come Sovrano, Dio ha senz’altro il diritto di stabilire ciò che egli tollera o non tollera in materia di religione. Gli uomini non hanno questa prerogativa. Pertanto, allorché gli israeliti giustiziarono i depravati cananei adoratori di demoni, avevano ricevuto da Dio il comando di farlo. (Genesi 15:16; Esodo 23:23, 24) Nondimeno Dio non comandò agli israeliti di attraversare mari e monti per sradicare la falsa adorazione in altri paesi. Né la congregazione cristiana ricevette l’autorità di giustiziare gli increduli.

      L’intolleranza che portò alla morte di Jean Calas — e di innumerevoli altri — non ha perciò origine da Dio. ‘Ma ormai nel mondo il problema dell’intolleranza è stato superato’, ragionerà qualcuno. Cosa insegna la storia? Come ebbe inizio? C’è motivo di credere che ci saranno nuove inquietanti manifestazioni di intolleranza?

      I perseguitati diventano persecutori

      Nell’antichità i concetti di “libertà di religione” e “separazione fra Chiesa e Stato” quasi non esistevano. I governanti dell’antichità erano spesso considerati o sacerdoti della divinità principale o essi stessi dèi. I popoli vinti adottavano gli dèi del vincitore oppure avevano il permesso di continuare ad adorare i propri dèi. Spesso, infatti, venivano adorate le stesse divinità con nomi diversi.

      Ma non fu così con la vinta nazione ebraica. Dopo la conquista della nazione nel 607 a.E.V., i giudei dispersi costituirono un problema per i governi che li ospitavano, in quanto erano una minoranza religiosa che esigeva la libertà di adorare Dio secondo le proprie leggi religiose. Il risultato? In molti casi furono accanitamente perseguitati. Ma con l’avvento del cristianesimo gli ebrei sembrarono aver dimenticato le proprie vicende e divennero aspri persecutori dei seguaci di Cristo. — Atti 3:14, 15; 4:1-3; 8:1.

      Anche i cristiani seguirono questo triste esempio. Dapprima furono vittime dell’intolleranza giudaica. Ben presto ebbero opposizione da altre parti. Il loro rifiuto di adorare dèi pagani o governanti deificati mise i primi cristiani in conflitto con le autorità centrali e locali dell’impero romano.

      Col passar del tempo portare il nome di Cristo divenne un reato punibile con la pena capitale, e un gran numero di cristiani furono messi a morte. Le ondate di persecuzione continuarono fino al 313 E.V., quando, per ragioni politiche, gli imperatori Licinio e Costantino emanarono l’editto di Milano, che affermava la tolleranza religiosa nell’ambito dell’impero romano. Infine Costantino fece del “cristianesimo” la religione privilegiata dell’impero romano: un ardito tentativo per consolidare un impero in sfacelo con la fusione di paganesimo e cristianesimo.

      Il “cristianesimo”, però, si divise in sette rivali. Due città, Bisanzio (in seguito chiamata Costantinopoli) e Roma, pretendevano entrambe d’essere la sede della vera chiesa. Entrambe erano intolleranti verso coloro che non erano d’accordo su punti dottrinali. Ancora una volta i perseguitati erano diventati persecutori.

      Intolleranza cattolica

      Il diritto canonico cattolico afferma: “Affermiamo risolutissimamente e non dubitiamo nel modo più assoluto del fatto che ogni eretico o scismatico sia destinato col Diavolo e coi suoi angeli alle fiamme del fuoco eterno, a meno che prima della fine della sua vita non sia riaccettato e ristabilito nella Chiesa Cattolica”. E il giuramento di fedeltà dei vescovi cattolici romani dichiara ancor oggi: “Perseguiterò e farò guerra agli eretici con tutte le mie forze”. Così l’intolleranza entrò a far parte del pensiero cattolico. Ma giustificando questo atteggiamento, un autorevole dizionario francese (Dictionnaire de Théologie Catholique) dichiara: “Essendo la custode della verità rivelata, della fede e della morale, la chiesa non può tollerare la diffusione di alcun insegnamento che sia dannoso per la fede dei fedeli”.

      Pertanto la Chiesa Cattolica ha spesso dato la caccia agli “eretici”, giudicandoli e poi consegnandoli alle autorità secolari per l’esecuzione della pena. Un’enciclopedia afferma: “Nella chiesa imperiale [dopo Costantino] — specialmente dopo l’imperatore Teodosio alla fine del IV secolo — l’eresia divenne un reato che lo stato aveva la facoltà di punire. Il nemico della chiesa era similmente considerato nemico dell’impero. Così, ai sinodi imperiali tenuti dal IV all’VIII secolo i vescovi tentarono di dichiarare eretiche le minoranze di dissenzienti e di eliminarle come nemiche dello stato”. — The New Encyclopædia Britannica.

      La chiesa si servì delle autorità secolari anche per esprimere la sua intolleranza verso ebrei, musulmani, catari e albigesi (massacrati in una “guerra santa” nella Francia meridionale al principio del XIII secolo), eretici e protestanti europei. È vero che in questi casi il sangue fu sparso il più delle volte dalla “spada secolare”. Ma nella sua bolla Unam Sanctam, emanata nel 1302, papa Bonifacio VIII decretò che la “spada secolare” doveva sottomettersi alla “spada spirituale” della chiesa ed “essere impiegata per la Chiesa . . . sotto la guida del potere spirituale”. (The Catholic Encyclopedia, Volume 15, pagina 126) Quindi la Chiesa Cattolica non può sottrarsi alla responsabilità d’avere sparso sangue come risultato della sua politica di intolleranza religiosa.

      Intolleranza protestante

      La Chiesa Cattolica però non ebbe il monopolio dell’intolleranza religiosa. Capeggiati dal teologo Giovanni Calvino, i protestanti instaurarono il loro proprio regno del terrore. Lo storico protestante Philip Schaff, di origine Svizzera, ha ammesso: “Con grande vergogna delle chiese protestanti, l’intolleranza religiosa e anche la persecuzione fino alla morte continuarono a esistere anche molto tempo dopo la Riforma. A Ginevra questa perniciosa teoria venne messa in pratica dallo stato e dalla chiesa, che arrivarono al punto di usare la tortura e di accettare la testimonianza dei figli contro i genitori, e con l’autorizzazione di Calvino”. E quando la sua teologia sulla predestinazione e sulla trinità fu contestata rispettivamente da Jérôme Bolsec e da Michele Serveto, Calvino fece bandire il primo da Ginevra e arrestare e processare il secondo per eresia. Serveto fu mandato al rogo. Anche altri “eretici” furono bruciati nella Ginevra calvinista, con l’approvazione di teologi protestanti come Teodoro di Beza.

      Martin Lutero fu un altro che manifestò grande intolleranza. Non solo divenne “tristemente noto per il suo antisemitismo” ma fece anche bruciare quattro “streghe” a Wittenberg.

      Ben presto, nel XVI e XVII secolo, la Francia e la Germania sarebbero state dilaniate da feroci guerre religiose, e sia cattolici che protestanti commisero atrocità.

      Il sorgere dell’intolleranza secolare

      ‘Ma certo l’uomo ha imparato dai suoi errori’, potreste dire. E in effetti le chiese hanno recentemente mostrato uno spirito più tollerante che in passato. Nondimeno, un’enciclopedia dice: “Il retaggio dell’intolleranza cristiana con i suoi metodi (p. es., l’inquisizione o il lavaggio del cervello) si perpetua nell’intolleranza ideologica e nei metodi delle moderne rivoluzioni politiche”. — The New Encyclopædia Britannica.

      Mentre infatti sotto alcuni aspetti l’intolleranza religiosa è diminuita nell’ambito della cristianità, la nostra generazione ha visto una crescente ondata di intolleranza politica e razziale. Questa intolleranza secolare è davvero un “retaggio dell’intolleranza” del cristianesimo apostata. L’olocausto nazista, lo sterminio di circa sei milioni di ebrei, ne è un esempio. E Hitler, per giustificare la sua intolleranza nei riguardi degli ebrei, avrebbe detto: “Sto semplicemente attuando la stessa politica che la Chiesa Cattolica ha attuato per 1.500 anni”. Dopo Hitler altri dittatori si sono serviti del lavaggio del cervello e delle torture psichiche e fisiche per combattere gli “eretici” di tipo ideologico. I testimoni di Geova, per esempio, hanno spesso sostenuto l’urto di tale intolleranza a causa della loro neutralità politica. A Cuba un Testimone fu denudato, avvolto nel filo spinato, messo su un tetto e lasciato in pasto alle zanzare affamate. In un altro paese ancora, cinque Testimoni furono arrestati e sottoposti a gravi minacce e forti percosse per alcuni giorni. In seguito alle ferite riportate uno dovette essere ricoverato in ospedale. In tre paesi dell’Africa nordorientale, diversi Testimoni furono arrestati. (In un paese ben il 5 per cento di quelli che c’erano!) Molti furono torturati, e tre uccisi. I governanti politici fanatici hanno imparato molto dalle chiese sul modo di mettere a tacere i dissidenti.

      Ma non è possibile che le chiese stesse divengano vittime dell’intolleranza secolare? Quanto sono profonde le radici della pretesa tolleranza dei nostri giorni? E che dire dell’ecumenismo? È un segno di maggiore tolleranza o semplicemente di maggiore indifferenza verso la religione? Infine, che effetto ha tutto questo su di noi personalmente? È possibile avere forti convinzioni religiose senza essere intolleranti? Queste domande saranno prese in esame nel prossimo articolo.

  • Il mondo d’oggi è tollerante o indifferente?
    Svegliatevi! 1984 | 8 marzo
    • Il mondo d’oggi è tollerante o indifferente?

      ALCUNI pensano che viviamo nell’Era della Tolleranza, in un mondo dove nella maggioranza dei paesi è impensabile uccidere o torturare qualcuno per le sue credenze. Nondimeno quanto sono veramente profonde le radici della tolleranza? Non potrebbe darsi che la tanto decantata Era della Tolleranza sia semplicemente l’Era dell’Indifferenza?

      La lotta per l’affermazione della tolleranza

      La tolleranza, in effetti, è un’acquisizione relativamente recente, anche nella civiltà occidentale. Un dizionario francese (Vocabulaire de la Philosophie, di André Lalande) dice: “La parola [francese] per tolleranza nacque nel XVI secolo in seguito alle guerre religiose fra cattolici e protestanti. I cattolici finirono per tollerare i protestanti e viceversa”.

      In Francia le guerre di religione finirono nel 1598 con l’editto di Nantes, una legge con cui il re Enrico IV concesse ai protestanti una libertà limitata. Ma la libertà di religione non era ancora assicurata in Francia. Nel 1685 re Luigi XIV revocò questo editto e per un altro secolo gli ugonotti furono imprigionati, inviati alle galee o uccisi. Solo dopo lo scoppio della Rivoluzione Francese nel 1789 la libertà di religione fu protetta dalla legge in Francia.

      In Germania le guerre fra i principi cattolici e luterani finirono nel 1555 con la pace di Augusta. Essa, tuttavia, concesse loro il diritto di imporre la propria religione ai rispettivi sudditi. Non c’era libertà religiosa per i dissidenti. La guerra dei Trent’anni combattuta fra cattolici e protestanti europei finì nel 1648, e la pace di Vestfalia estese la libertà religiosa ai calvinisti. Ma solo nel 1781 l’Editto di Tolleranza concesse in germania la libertà di culto a tutti i non cattolici, ma anche quella libertà era limitata.

      Pure in Inghilterra fu combattuta una lunga e aspra lotta per l’affermazione della tolleranza. Cattolici, anglicani e puritani si perseguitarono a turno, mentre salivano l’uno dopo l’altro al potere. Nel 1689, sotto il re protestante Guglielmo III, fu emanata la Legge inglese sulla Tolleranza; essa proibiva però di contestare la Trinità e ai dissenzienti erano preclusi i pubblici uffici. Nel XVIII secolo furono promulgate varie leggi che concessero progressivamente la libertà religiosa a quelli che non erano membri della Chiesa d’Inghilterra. Ma a cattolici, ebrei e dissenzienti erano negati certi diritti civili. Solo dopo il 1820 vennero tolte quasi tutte le restrizioni, e solo nel 1880 — appena un secolo fa — ai dissenzienti religiosi in Inghilterra fu permesso di seppellire i loro morti secondo le proprie credenze.

      Ecumenismo: tolleranza o indifferenza?

      Si può pertanto vedere che l’apparente tolleranza d’oggi ha radici veramente poco profonde nella storia. Cos’è dunque a motivare gli atteggiamenti tolleranti invalsi oggi? Il sincero riconoscimento dei diritti altrui, o l’indifferenza religiosa?

      La Chiesa Cattolica Romana è di quest’ultima opinione. The Catholic Encyclopedia presenta la cosa in termini espliciti: “La tolleranza subentrò solo quando la fede se n’era andata”. Questa stessa opera afferma: “La Chiesa sembrerebbe perciò stranamente incoerente, poiché mentre esige la tolleranza e la libertà per sé è sempre stata e rimane tuttora intollerante nei riguardi di tutte le altre religioni”.

      Facciamo un esempio: Al Concilio Ecumenico Vaticano II, terminato nel 1965, la Chiesa Cattolica riconobbe per la prima volta nella storia il bisogno di libertà religiosa. Ma un’attenta lettura della dichiarazione ufficiale di Paolo VI su tale libertà rivela che egli si preoccupava più della libertà della Chiesa Cattolica nei paesi dove tale libertà è minacciata che delle religioni non cattoliche. E l’insistenza del papa attuale sul culto di Maria e sul celibato ecclesiastico indica che nel suo concetto dell’ecumenismo sono i protestanti che devono tornare in seno alla Chiesa di Roma.

      Per quanto riguarda l’attuale ecumenismo, in cui il Consiglio Ecumenico delle Chiese Protestanti e Ortodosse ha un ruolo preminente, The New Encyclopædia Britannica dichiara: “Il movimento ecumenico del XX secolo ha tentato di contribuire al superamento della divisione fra le chiese proprio mediante il chiarimento dei fattori non teologici”. (Il corsivo è nostro). In altre parole, il movimento ecumenico cerca di unire le chiese in tutte le materie tranne quelle spirituali. Si occupa di questioni sociali e politiche. Il Consiglio Ecumenico delle Chiese, a quanto si afferma, provvede fondi ai “movimenti di liberazione” di vari paesi. Recentemente l’Esercito della Salvezza si è ritirato dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, accusandolo di farsi governare “dalla politica anziché dal vangelo” e di provvedere aiuti finanziari ai movimenti di guerriglia. È perciò molto evidente che la tolleranza dottrinale del movimento ecumenico è in effetti un segno di indifferenza dottrinale. D’altra parte, la sua ingerenza nella politica non l’aiuta di sicuro ad accattivarsi la benevolenza di certi governi politici.

      Forti convinzioni senza intolleranza

      Un’enciclopedia (Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, di M’Clintock e Strong) dice: “La Chiesa di Cristo, nella sua purezza, non conosce intolleranza, e perciò non potrà mai rendersi colpevole di persecuzione”. (Il corsivo è loro). La stessa enciclopedia cita John Jortin, un protestante inglese del XVIII secolo, figlio di genitori francesi ugonotti, il quale avrebbe detto: “Dove comincia la persecuzione, finisce il cristianesimo”. Inoltre aggiunge: “Fu dopo che il cristianesimo era stato stabilito come religione dell’impero [romano], e dopo che erano stati conferiti ai suoi ministri ricchezze e onori, che il male mostruoso della persecuzione acquisì una forza gigantesca, ed esercitò la sua perniciosa influenza sulla religione del Vangelo”.

      Sì, solo dopo l’inizio dell’apostasia i “cristiani” divennero persecutori intolleranti. Predicendo questa apostasia l’apostolo Paolo scrisse: “Vi sarà infatti un tempo in cui non sopporteranno più la sana dottrina, ma, . . . [storneranno] l’udito dalla verità per volgerlo ai miti”. (II Timoteo 4:3, 4, Garofalo) I credi delle chiese della cristianità contengono molti miti di origine umana, e fu proprio riguardo a questi miti che gli apostati cristiani divennero persecutori. Per esempio, nel quarto secolo dell’era volgare il mito di “tre Persone divine in un solo Dio” diede luogo a violente dispute e persecuzioni tra i cosiddetti cristiani. Gli antitrinitari hanno continuato a essere perseguitati nel corso dei secoli.

      I veri cristiani invece non sono persecutori. Questo non significa, comunque, che non abbiano forti convinzioni religiose né che non combattano l’errore. L’apostolo Paolo enunciò la corretta posizione del cristiano: “Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate. Poiché noi rovesciamo i ragionamenti e ogni cosa alta innalzata contro la conoscenza di Dio; e conduciamo ogni pensiero in cattività per renderlo ubbidiente al Cristo”. — II Corinti 10:4, 5.

      Analogamente i testimoni di Geova usano le verità bibliche come loro unica arma per rovesciare miti religiosi di origine umana fortemente trincerati. Ma non ricorrono mai alla forza, né perseguitano coloro che non sono d’accordo con loro, nonostante siano stati essi stessi vittime di crudele persecuzione da parte del potere religioso e politico. Seguono il consiglio di Paolo: “Non rendete a nessuno male per male. Provvedete cose eccellenti dinanzi a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, siate pacifici con tutti gli uomini. Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all’ira; poiché è scritto: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova’”. — Romani 12:17-19.

      Alcuni, però, vorrebbero sostenere che in effetti i testimoni di Geova siano intolleranti perché espellono dalla congregazione i trasgressori e coloro che non si conformano alle loro credenze religiose. Questo tuttavia non si fa per seguire qualche criterio umano o pregiudizio personale. È Dio a comandare ai cristiani di espellere i trasgressori. (I Corinti 5:9-13) I testimoni di Geova, comunque, non diffamano né calunniano o molestano in alcun modo coloro che vengono espulsi. Seguono semplicemente il comando biblico di smettere di frequentarli. In tal modo vengono salvaguardate sia la purezza che l’identità della congregazione. Com’è diverso questo modo d’agire da quello delle chiese che hanno spietatamente perseguitato i dissenzienti!

      La religione ‘miete quello che ha seminato’

      In un’occasione l’apostolo Paolo disse: “Non siate sviati: Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. (Galati 6:7) Questo si applica senz’altro alle organizzazioni religiose che nel corso dei secoli sono state intolleranti nei riguardi di altre.

      Nell’ultimo libro della Bibbia, la falsa religione è raffigurata da una meretrice che commette “fornicazione” con “i re della terra”. (Rivelazione 17:1, 2; 18:9) Questo ha riferimento col fatto che la religione si è venduta ai politici anziché continuare a ‘non essere parte del mondo’ in ubbidienza al comando di Gesù. (Giovanni 17:16) La Bibbia predice che elementi politici antireligiosi si stancheranno dell’ingerenza della religione e si rivolteranno contro di lei. Per mezzo d’essi, Geova Dio eseguirà “il giudizio contro la grande meretrice che corrompeva la terra con la sua fornicazione” e vendicherà “il sangue dei suoi schiavi dalla mano di lei”. — Rivelazione 19:2; 17:16, 17.

      Con questa improvvisa svolta degli avvenimenti contro la religione, ci saranno manifestazioni di intolleranza senza precedenti. Neppure i veri cristiani sfuggiranno all’ira della società empia che si instaurerà con la distruzione della falsa religione. Ma il susseguente attacco al fedele popolo di Dio provocherà il Suo intervento. Egli non tollererà affatto questi “re”, “comandanti militari” e “uomini forti” che attaccano il suo popolo sulla terra! — Rivelazione 19:17-21; 17:14.

      Tutti i persecutori intolleranti simili a capri “andranno allo stroncamento eterno”. Ma ai suoi discepoli simili a pecore, molti dei quali sono stati vittime della persecuzione causata dall’intolleranza, Cristo dirà: “Venite, voi che avete la benedizione dal Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo”. (Matteo 25:31-46) Finalmente sarà esaudita la preghiera dei veri cristiani, cioè “che il tuo regno venga, che la tua volontà si compia in terra come in cielo”. — Matteo 6:9, 10, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento.

      Da che parte starete quando l’intolleranza nei confronti della religione raggiungerà il culmine? Non potete permettervi di restare indifferenti. In Romani 9:22, 23 l’apostolo Paolo spiegò: “Dio, benché avesse la volontà di dimostrare la sua ira e di far conoscere la sua potenza, tollerò con molta longanimità vasi d’ira resi adatti alla distruzione, onde egli facesse conoscere le ricchezze della sua gloria sui vasi di misericordia”. Sì, Dio ha ‘tollerato’ la malvagità per uno scopo buono: le persone dalla giusta inclinazione hanno avuto il tempo di schierarsi dalla parte del giusto. Dio però ha stabilito un limite a questo periodo di tolleranza. (Atti 17:30, 31) che, secondo ogni indicazione, sta per scadere. Perciò la Bibbia esorta a uscire dalla falsa religione prima che sia troppo tardi! — Rivelazione 18:4, 5.

      I testimoni di Geova saranno felici di aiutarvi a liberarvi dalla falsa religione che nel corso dei secoli si è mostrata così intollerante. Studiate la Bibbia con i Testimoni. Essi possono aiutarvi a scoprire in essa una meravigliosa speranza, quella di vivere per sempre in una terra paradisiaca dove gli atti di intolleranza dell’uomo verso il suo simile saranno cosa del passato.

      [Immagine a pagina 8]

      I testimoni di Geova combattono l’errore con le verità della Bibbia, non con la violenza

      [Immagine a pagina 9]

      Le potenze secolari non tollereranno più la religione mondana, simboleggiata nel libro di Rivelazione da una meretrice

  • “Ero una strega”
    Svegliatevi! 1984 | 8 marzo
    • “Ero una strega”

      “Ero una strega”, ha scritto una donna appartenente alla popolazione degli xhosa nel Transkei. La sua lettera, inviata alla filiale della Watch Tower Society nel Sudafrica, prosegue dicendo: “Avevo pazienti o studenti che dovevo addestrare come stregoni. Mi impegnavo moltissimo per aiutarli, malgrado la mia salute peggiorasse. Avevo le mani, i piedi e i ginocchi gonfi e molto doloranti. Dovevo andare da un medico bianco, ma dovettero venire con l’auto davanti alla mia porta e mettermici dentro di peso, come un idolo che ha arti ma non può usarli. Mentre ero malata vennero a casa mia i testimoni di Geova che considerarono insieme a me Deuteronomio 18:9-12 ed Ecclesiaste 9:5, 6, 10”.

      Come risultato questa donna cominciò ad accettare le verità della Bibbia riguardo alla stregoneria e alla condizione dei morti, e comprese perché ciò che credeva un tempo non era servito ad alleviare le sue stesse sofferenze. Accettò lo studio biblico e in seguito fu battezzata come testimone di Geova. Questo, comunque, richiese alcuni cambiamenti, come spiega lei stessa: “Avendo compreso che Geova è contrario alla stregoneria, bruciai tutti gli abiti che indossavo per fare la strega, tutti gli intrugli e tutto ciò che veniva usato nella stregoneria. Erano presenti i testimoni di Geova il giorno che versai cherosene su queste cose e vi appiccai fuoco. (Atti 19:19, 20) Ora la mia salute è molto migliorata, e, mossa dalla gratitudine, ‘canterò a Geova per tutta la mia vita’. — Salmo 104:33”.

      Sono passati un paio d’anni da che questa ex strega ha scritto la succitata lettera. Essa continua tuttora a mostrare la sua gratitudine a Geova Dio partecipando regolarmente e con zelo all’opera di aiutare altri a capire la sua Parola.

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