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Il volo degli uccelli, un miracoloSvegliatevi! 1978 | 8 luglio
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duramente contro il suolo o capovolgersi all’atterraggio. Alcuni uccelli pesanti devono continuare a correre per alcuni metri per tenersi in equilibrio.
Gli uccelli usano abilmente le ali e anche la coda per ridurre la velocità e controllare l’atterraggio, e questo permette loro di posarsi su un ramo in modo da scuoterlo appena. Questa è una vera acrobazia se si considera la velocità con cui si avvicinano al punto di atterraggio. Talora gli uccelli battono effettivamente le ali in direzione opposta a quella del volo per rallentare in fretta.
Fatti in modo meraviglioso
Gli uccelli sono fatti per volare e questo si vede molto bene osservandone le ossa e il piumaggio. Hanno un arto superiore formato da omero, radio e ulna. Per il modo in cui si articolano, le ossa si muovono liberamente su e giù e possono anche girarsi. Lo sterno degli uccelli, invece d’essere piatto come il nostro, ha la forma della chiglia di una barca. In questo modo c’è un’ampia zona a cui sono attaccati da ambo i lati dello sterno i muscoli del volo, assai potenti.
Le ossa stesse sono fatte in modo ideale. Sono in sostanza tubi dalle pareti sottili, e, nel caso degli uccelli più grossi, sono delicatamente rinforzate all’interno. Come risultato, le ossa offrono un sostegno leggero ma assai robusto. Per esempio, l’intero scheletro di una fregata, con un’apertura alare di due metri, può pesare appena 110 grammi. Le ossa più grandi contengono anche sacche d’aria. Queste sacche sono sussidiarie o supplementari rispetto ai polmoni, e provvedono, secondo il bisogno, una quantità extra di ossigeno per sostenere l’uccello nel suo elevato ritmo di attività.
Anche le penne sono fatte in modo meraviglioso. Un uccello può averne da 2.000 a 6.000. Ciascuna penna è dotata di centinaia di barbe che si diramano da un asse cavo, e ogni barba ha centinaia di barbule che si ramificano in molte barbicelle ancora più piccole e a forma di uncino. Si calcola che una penna di piccione lunga 15 centimetri abbia circa 990.000 barbule e milioni di barbicelle. Tutte queste si intrecciano formando un’efficientissima superficie portante a tenuta d’aria, che è impermeabile, pesa poco e conserva il calore. Le penne costituiscono anche una superficie alare notevolmente accresciuta con pochissimo peso in più.
Vi sono tre tipi principali di penne. Le più grandi, le primarie, si trovano attorno alla punta delle ali e sono importantissime per le sterzate laterali e per il volo ad ala battente. Negli uccelli da preda le primarie si restringono verso la metà. Sembra che questa particolarità permetta a tali uccelli di levarsi in aria più perpendicolarmente, per cui sono in grado di sfruttare meglio le correnti d’aria naturali. Le penne secondarie sono attaccate agli arti inferiori, e le terziarie all’arto superiore. Questi tipi di penne svolgono una loro importante funzione nel volo.
Miracolo o cieco caso?
Anche solo un breve esame del volo degli uccelli porta a soffermarsi e riflettere. L’uomo è stato in grado di imitare alcuni aspetti del volo degli uccelli dopo molti anni di intensa progettazione, sperimentazione e intelligente analisi. Tuttavia, ha bisogno di strumenti sofisticati per fare ciò che gli uccelli fanno anche meglio per istinto. Sebbene l’uomo possa costruire alianti e ora aviogetti supersonici, non è riuscito a imitare esattamente il battito delle ali di un uccello, che può produrre sia propulsione che spinta. Come poté avere origine il volo degli uccelli, che dipende da molti complessi fattori?
Alcuni affermano che gli uccelli si evolsero in qualche modo dai rettili, e che le scaglie si trasformarono lentamente in penne. Citano il fossile di un antico uccello chiamato Archaeopteryx, munito di denti e di una lunga coda cornea, e affermano che sia un “anello mancante”. Tuttavia, si trascurano vari aspetti controversi. I rettili sono a sangue freddo e spesso sono pigri, mentre gli uccelli sono a sangue caldo e sono tra le creature più attive della terra. Il volo dipende da molti fattori coordinati, che devono essere presenti contemporaneamente.
È interessante che l’Archaeopteryx aveva già ali perfettamente sviluppate e ricoperte di penne (non scaglie semisviluppate in penne), e aveva piedi speciali adatti per appollaiarsi. Le proporzioni relative della testa e del cranio sono quelle tipiche di un uccello e sono molto diverse da quelle dei rettili. Quindi l’Archaeopteryx non è il prodotto dell’evoluzione di un rettile in uccello.
La capacità di volare non si può certo attribuire al semplice caso. Lo studio approfondito dà la convincente prova che il volo degli uccelli è di origine divina. Tutto negli uccelli — il corpo aerodinamico, le ali grandi e leggere, la speciale struttura delle ossa e l’istinto necessario per risolvere i complessi problemi del volo — rivela un Progettista intelligente di gran lunga superiore all’uomo. Sì, a Lui, Geova Dio, va la nostra riverenza per il miracolo del volo degli uccelli. — Sal. 148:1, 7, 10.
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Giada, pietra da reSvegliatevi! 1978 | 8 luglio
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Giada, pietra da re
IL NOME con cui è chiamata la giada in molte lingue deriva dal colore verde. Tuttavia, allo stato puro, la giada è bianca. Tracce di impurità le conferiscono la gamma dei colori dell’arcobaleno, nelle tonalità del rosso, giallo, malva, marrone, nero e, raramente, dell’azzurro. È comunemente considerata una “pietra cinese”, ma non vi è nessuna indicazione che fosse mai estratta in Cina.
La giada oggi più pregiata, chiamata “imperiale”, fu nota solo all’ultima dinastia cinese, quella dei Ch’ing. In quell’immenso paese, fino a circa una decina d’anni prima che la Cina imperiale fosse
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