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  • Perché tante religioni nella Repubblica Sudafricana?
    Svegliatevi! 1981 | 22 giugno
    • Perché tante religioni nella Repubblica Sudafricana?

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Repubblica Sudafricana

      DA MOLTI anni i venti del cambiamento soffiano tempestosamente in tutta l’Africa erodendo vari aspetti della vita dei nativi, inclusa la religione. In passato, il culto tradizionale era sempre stato l’adorazione degli antenati. Ma con l’avvento del colonialismo, le chiese della cristianità presero piede e le varie denominazioni aprirono missioni.

      Poi accadde qualcosa di sorprendente. L’organizzazione religiosa della cristianità cominciò a sgretolarsi. In un breve spazio di tempo sorsero centinaia di chiese indipendenti le quali, a loro volta, si suddivisero in altre ancora. Un recente sondaggio mostra che nel continente africano ci sono più di 6.000 chiese o sette negre indipendenti (separatiste), circa 4.000 delle quali sono nella Repubblica Sudafricana. Dato che meno del 25 per cento della popolazione negra fa parte di queste sette, è chiaro che non si tratta di un risveglio religioso. È invece un processo di frammentazione.

      Una crisi di questa portata è fenomenale, senza precedenti! Quando esaminiamo alcune delle religioni però scopriamo fatti che equivalgono a un atto d’accusa contro i capi umani e contro l’apostasia religiosa.

      Pensiero tradizionale

      La consuetudine tribale si basa essenzialmente su un sistema patriarcale in cui — fatto degno di nota — risaltano particolarmente due tipi di autorità che hanno un’influenza considerevole sulla vita della comunità. Da una parte, i capi esercitano forte autorità in questioni civili. Dall’altra, indovini e stregoni fanno sentire la loro temuta presenza in cose relative a antenati, presagi, incantesimi e avvenimenti che non sono compresi.

      L’idea che l’anima sopravviva alla morte è accettata senza discutere. Importanti avvenimenti della vita sono interpretati come espressioni dell’approvazione o della disapprovazione degli antenati. Se si sospetta che gli antenati siano adirati, vengono richiesti sacrifici per placarli e assicurarsi protezione e guida.a

      Avendo radici così profonde, il credo negli spiriti degli antenati ha reso le persone estremamente sensibili ai presagi. Si ritiene che gli spiriti si manifestino in vari modi. La comparsa di un rettile o un animale può essere considerata significativa. Anche i sogni sono considerati manifestazioni di verità, e si fa di tutto per ottenerne l’interpretazione. In tutte queste cose, e specie in un momento critico, l’ovvia persona da consultare è l’indovino.

      Gli stregoni invece sono assunti per vendicarsi dei nemici. Sono molto temuti e una situazione può sfociare in un cerchio vizioso di incantesimi e controincantesimi. Tra parentesi, sia stregoni che indovini sono pagati profumatamente per i loro servizi.

      Questa mentalità, benché molto disprezzata dalla cristianità, ha contribuito parecchio alla ricomparsa delle chiese separatiste.

      Riaffiora la mentalità tradizionale

      Negli ultimi anni vari ricercatori indipendenti che hanno studiato il soggetto dell’adorazione degli antenati hanno espresso l’idea che, mentre le chiese delle missioni più ortodosse sono rimaste simili a quelle della cristianità, ora le chiese separatiste manifestano tendenze che ricordano la tradizionale adorazione degli antenati. Perché? Anzitutto perché i convertiti hanno conservato gli stessi modelli nella direzione della chiesa. Si è notato che il ruolo dei capi delle chiese rivela invariabilmente una notevole somiglianza con quello del capotribù o con quello dell’indovino e dello stregone.

      Al capo si riconosce indiscussa autorità, essendo il principale amministratore della legge tribale nella comunità. Cosa degna di nota, sono sorte tante chiese separatiste che imitano le chiese più ortodosse, ma che sottolineano enfaticamente di volere l’autonomia negra nella propria amministrazione. Adottano la costituzione e la dottrina della “chiesa madre” bianca e usano lo stesso libro di inni, ma per il resto insistono sulla propria indipendenza. I capi di queste chiese sono quindi meno scalmanati ma si comportano più o meno come farebbe un capo africano, seguendo il principio dell’africanizzazione della chiesa.

      L’indovino tribale, invece, è particolarmente esaltato e carismatico, e ha bisogno di far scena. Più dà spettacolo, più fa impressione e maggiore è l’influenza che esercita. Quindi i riti religiosi e gli incantesimi hanno forte carica emotiva e sono accompagnati da danze e suono di tamburi mentre vengono evocati gli spiriti.

      La maggioranza delle chiese separatiste sono di tipo “pentecostale”. C’è un miscuglio di elementi occidentali e africani, e si dà notevole risalto alla “guarigione” e allo “spirito santo”. Battesimi spettacolari si tengono nei fiumi, mentre il ritmico suono dei tamburi e danze ravvivano le funzioni regolari. I capi della chiesa sono uomini dalla forte personalità i cui carisma e reputazione, in molti casi, sono indispensabili perché la chiesa sopravviva.

      Questi gruppi si distinguono per le uniformi e gli accessori pittoreschi e nella maggioranza dei casi non hanno chiese, ma si riuniscono in qualsiasi posto all’aperto. Si calcola che nella città negra di Soweto, distante tredici chilometri da Johannesburg, ci siano 70 denominazioni stabilite e 900 chiese o sette indipendenti!

      Ovviamente qualcosa non ha funzionato quando la cristianità ha messo piede in Africa. Che cosa?

      Delusioni

      La campagna missionaria della cristianità fu di gran moda nel XIX secolo. Ma oggi molti africani contestano il ruolo avuto dai missionari nei programmi di espansione coloniale. Essi criticano il fatto che, grazie ai contatti stabiliti dai missionari, le potenze coloniali hanno guadagnato terre e ricchezze. Tuttavia, questi missionari riuscirono a far giungere la Bibbia a un popolo molto sensibile, per cui c’erano grandi aspettative.

      Le missioni di solito erano legate agli ospedali. Questo era appropriato perché il tradizionale concetto africano di religione è inseparabilmente legato alla guarigione. Certe diversità, però, facevano pensare a molti convertiti che qualcosa non andava. La predicazione dal pulpito era uno spettacolo misero in paragone con quello offerto dall’indovino. Le cure ospedaliere di tipo occidentale apparivano impersonali e insignificanti. La predicazione non era accompagnata dalla guarigione e alla guarigione mancava l’aspetto magico. Quando missioni e ospedali si separarono, per molti fu la rottura definitiva.

      Le tradizioni inducevano la popolazione a cercare una ragione più sinistra, di solito spiritica, dei loro mali, anziché una causa puramente fisica. Per questo motivo c’era più interesse per il perché di una situazione che per il modo in cui si poteva superare.

      In breve tempo quindi sorsero profeti separatisti che conservarono i nomi cristiani ma che inconsapevolmente ritornarono a ciò che conoscevano meglio, la tradizionale adorazione degli antenati. Ricomparve tutto il vecchio misticismo e si disse che la “guarigione” era operata mediante il potere dello “spirito santo”. I sondaggi condotti fra le chiese separatiste hanno rivelato che quasi tutte le chiese hanno profeti guaritori.

      La delusione causata dalle missioni dominate dai bianchi e a orientamento occidentale ha fatto inciampare molti convertiti africani. Impreparati ad andare avanti da soli, sono tornati al comportamento tradizionale. All’occorrenza, hanno assimilato elementi dell’adorazione ancestrale o demonica.

      Si fa notare però che la pompa della cristianità piace alle chiese separatiste. Sono stati copiati i riti solenni e le vesti adorne del clero. Il clero separatista indossa la mitra, la cappa e la stola vescovile. Usano stendardi, fanno solenni processioni e bruciano candele. Le innovazioni sono numerosissime, come si è notato in una chiesa i cui membri portano un elmo bianco rifacendosi all’esortazione dell’apostolo Paolo di ‘mettere l’elmo della salvezza’!

      Frammentazione in seno alle chiese separatiste

      Il prestigio è stato un’inevitabile causa di frammentazione in seno alle chiese separatiste. Prestigio e potere sono insiti nel comando. Quindi rappresentano una tentazione che porta con sé i semi della frammentazione. Uno scrittore di satire ha deplorato: “Quando tutti sono qualcuno, nessuno è qualcuno!” I guai cominciano quando “tutti” vogliono essere “qualcuno” nella congregazione e non sorprende che di conseguenza la chiesa sia “sbilanciata”. In una società dove le opportunità di esprimersi sono limitate, la chiesa offre favorevoli condizioni di avanzamento. Si riscontra invariabilmente che le chiese hanno complesse gerarchie a piramide, nelle quali sono assegnati titoli al maggior numero possibile di seguaci.

      La personalità dei fondatori è anche molto importante per la chiesa separatista, per cui quando uno d’essi muore insorge la crisi. Allorché vari candidati si contendono il comando, la soluzione più semplice è di separarsi, e poiché il 78 per cento delle chiese non hanno beni immobili, ciascuno se ne va per la sua strada.

      Ci sono frequenti dispute interne per svariate ragioni, essendo il denaro uno dei motivi principali. L’appropriazione indebita di fondi può causare insanabili rotture. Altre dispute avvengono quando è usurpata la posizione di qualcuno. In certi casi è escogitato un confronto da sedicenti capi che, per orgoglio o perché spinti dai sostenitori, cercano lo scontro aperto. Il risultato è invariabilmente la separazione, e ciascun gruppo formerà la propria chiesa.

      Che vituperio recano sul nome di “cristiano” tutta questa frammentazione, questi meschini maneggi per la posizione e questi litigi! Che evidente contraddizione fra questo e ciò che Gesù voleva dai suoi discepoli! Pregando il Padre celeste disse: “Prego . . . onde siano tutti uno”. (Giov. 17:20, 21) Egli insegnò di non cercare l’esaltazione e la posizione, ma suggerì: “Chi vorrà esser primo fra voi dovrà essere vostro schiavo”. — Matt. 20:27.

      Non c’è nessuno che dia prova d’avere queste qualità spirituali? Centinaia di migliaia di africani hanno riscontrato che nelle Sale del Regno dei Testimoni di Geova tali qualità sono manifestate.

      [Nota in calce]

      a Per un’approfondita trattazione dell’adorazione degli antenati, si consiglia l’opuscolo Gli spiriti invisibili: ci aiutano o ci danneggiano?

  • La migliore memoria che ci sia
    Svegliatevi! 1981 | 22 giugno
    • La migliore memoria che ci sia

      Le meravigliose memorie meccaniche dei computer e di altri metodi reggono il confronto con la capacità di memoria del cervello umano? La RCA Corporation’s Advanced Technology Laboratories fa questo confronto, pubblicato nella rivista “Business Week”:

      TIPO DI MEMORIA CAPACITÀ DI IMMAGAZZINAMENTO

      (numero di caratteri)

      Cervello umano 125.000.000.000.000

      Archivi nazionali U.S.A. 12.500.000.000.000

      Nastro magnetico IBM 3850 250.000.000.000

      “Encyclopædia Britannica” 12.500.000.000

      Disco magnetico (hard) 313.000.000

      Libro 1.300.000

      Pertanto, malgrado tutta la tecnologia umana, il cervello umano ha ancora una capacità dieci volte più grande di quella immagazzinata negli Archivi nazionali U.S.A., 500 volte più grande del sistema di memoria di un complesso computer e 10.000 volte più grande di quella contenuta nell’“Encyclopædia Britannica”. Non induce questo a riflettere e a chiedersi come una capacità di immagazzinamento così prodigiosa sia venuta a trovarsi in un ricettacolo così piccolo?

  • Creatività non sfruttata
    Svegliatevi! 1981 | 22 giugno
    • Creatività non sfruttata

      “Anche il computer più grande e più perfezionato non può capire frasi che un bambino di quattro anni può afferrare senza indugio. . . . Il miglior modo di esprimere la totale capacità creativa del sistema nervoso centrale dell’uomo in linguaggio profano è che, ai fini pratici, è infinita. . . . È pur chiaro che ci avvaliamo soltanto di una minuscola frazione delle nostre vere capacità. Studiando la natura, scopriamo che i sistemi sono creati per essere usati completamente. A che servono tutte queste capacità umane non utilizzate?” — “The Ultimate Athlete”.

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