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Abbiate discernimento spiritualeLa Torre di Guardia 1960 | 15 gennaio
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di false dottrine e idee settarie; eviterete di avere opinioni estremiste sulle cose, e starete in guardia contro il facilissimo laccio di far affidamento sul proprio intendimento. Avendo la mente piena d’accurata conoscenza e le facoltà mentali guidate dallo spirito di Geova, discernerete la giusta via da percorrere, la via che è piena di luce, e sarete liberati dalla via malvagia che porta alle tenebre. “Quando la sapienza entrerà nel tuo cuore e la conoscenza stessa diverrà piacevole all’anima tua, le facoltà mentali veglieranno su di te, il discernimento stesso ti preserverà, per liberarti dalla via malvagia, dall’uomo che proferisce cose perverse, da coloro che abbandonano i sentieri della giustizia per camminare nelle vie delle tenebre”. — 1 Piet. 3:15; Prov. 2:10-13.
12. Che cosa deve fare il cristiano quando sorgono questioni nella sua vita, e che cosa deve discernere nel prendere decisioni?
12 Il cristiano deve dimostrare d’avere discernimento spirituale nel modo in cui cammina ‘affinché cammini in modo degno di Geova per piacergli pienamente’. Quando sorgono questioni che ci riguardano personalmente, la carne imperfetta è pronta a reagire, e se non si sta attenti, può indurci ad una condotta sbagliata. Si devono controllare impulsi e passioni carnali facendoci invece guidare dal discernimento spirituale. Perciò, quando sorgono delle questioni, bisogna fermarsi e pensare: Che cosa dicono le Scritture al riguardo? Come avrebbero considerato la cosa Geova e Cristo Gesù? Spesso vi sono numerosi fattori implicati che non possono essere presi in considerazione se si agisce affrettatamente; tali fattori riguardano vari interessi: gli interessi dei propri conservi e della congregazione cristiana, gli interessi divini, e gli interessi che riguardano la nostra stessa vita. Considerate i seguenti consigli ispirati: “Il vostro amore possa abbondare ancor più in accurata conoscenza e pieno discernimento, affinché possiate accertarvi delle cose più importanti, affinché possiate essere irreprensibili e non siate d’inciampo agli altri fino al giorno di Cristo, e possiate esser ripieni del giusto frutto che è in Gesù Cristo, alla gloria e alla lode di Dio”. — Filip. 1:9-11.
13, 14. (a) Come agirà chi ha discernimento spirituale quando sorgono difficoltà nella congregazione? (b) Che cosa l’aiuterà ad avere il giusto punto di vista?
13 Forse in una congregazione qualche cosa potrebbe non svolgersi nel modo giusto, o almeno qualcuno potrebbe pensarlo. Anche se qualche cosa non avviene come dovrebbe, non è una buona ragione per inquietarsene al punto da esserne agitati ed eventualmente andare in collera. Se questo accadesse, si perderebbe certamente il proprio equilibrio; un’azione affrettata in simili circostanze sarebbe dettata da passioni e non dal maturo discernimento spirituale. Anche se da principio si aveva ragione in qualche cosa, l’azione affrettata non aiuterà, e ci si potrebbe poi accorgere d’aver preso la via sbagliata, ma questo non rimetterà certo le cose a posto. Dobbiamo sempre stare attenti di non voler precedere Geova e la sua organizzazione, essendo impazienti e agendo di propria iniziativa. A volte qualcuno potrebbe prendere la via sbagliata, e se ha qualche incarico nella congregazione le cose potrebbero divenire difficili per un po’ di tempo; ma questo è il momento di dimostrare pazienza cristiana, e, se non possiamo far nulla in modo teocratico per correggere la situazione, dobbiamo aspettare che Geova vi ponga rimedio. Colui che ha discernimento spirituale lo farà.
14 È questione di avere il giusto punto di vista, di considerare le cose col giusto senso delle proporzioni. Difficoltà o problemi locali possono sorgere di tanto in tanto a causa d’imperfezioni umane, e possono provocare inconvenienti e mettere a dura prova la pazienza ed anche i propri affetti; ma se ci fermiamo e meditiamo un po’, questi problemi ci sembreranno subito insignificanti in confronto ad altre cose più importanti.
15, 16. (a) Quali sono alcune delle cose più importanti alle quali dovremmo rivolgere la nostra attenzione? (b) In che modo Paolo incoraggia ad avere questo atteggiamento mentale nella sua lettera ai Filippesi?
15 Consideriamo un momento alcune di queste cose più importanti. Il fatto che viviamo negli ultimi giorni di questo sistema di cose; che Armaghedon, la battaglia del gran giorno di Dio l’Onnipotente, in cui egli magnificherà e rivendicherà la sua sovranità universale, è vicina; che Cristo Gesù ha assunto il potere del Regno e dirige la grande opera di predicazione di “questa buona notizia del regno” in tutta la terra; che, come risultato di quest’opera di predicazione, persone di buona volontà di ogni nazione, lingua, razza e popolo sono radunate in un’unita e armoniosa società del Nuovo Mondo. Se si considerano queste cose, il meraviglioso privilegio e l’immeritata benignità di conoscerle e di prendervi parte, il nostro cuore traboccherà di gratitudine verso Geova. Come sembreranno piccoli e insignificanti i nostri problemi in confronto a queste cose ben più importanti! Perciò, quando sorgono piccoli problemi, anche problemi gravi dal punto di vista locale, chi ha discernimento spirituale non permetterà che tali problemi ingigantiscano nella sua mente al punto da alterare la sua visione. Manterrà il proprio equilibrio e considererà sempre le cose in giusta relazione con quelle più importanti.
16 Fortunatamente, non sempre vi sono problemi e difficoltà nella società del Nuovo Mondo; certo sono pochi e rari in confronto alle gioie continue: esperienze nel campo, nel trovare e cibare le pecore, l’allegra compagnia dei fratelli nella Sala del Regno. A queste cose dobbiamo rivolgere la mente. “Tutte le cose giuste, . . . tutte le cose amabili, tutte le cose delle quali si parla bene, se vi è qualche virtù e qualche cosa lodevole, continuate a considerare queste cose”. Lasciate che queste cose colmino la vostra mente e avrete sempre il senso delle proporzioni; sarete in grado di discernere spiritualmente. — Filip. 4:8.
17. Perché alcuni si sono allontanati dalla verità per cose insignificanti?
17 Chi è ipercritico e vede sempre negli altri le imperfezioni della carne, perde di vista le cose più importanti. Costui molto probabilmente si lamenta ed è sempre malcontento. Alcuni, certo, hanno permesso che cose insignificanti li facessero inciampare fino a lasciare la verità. In che modo? Permettendo che una cosa da nulla divenisse importante nella loro vita, tanto importante da escludere ogni altra cosa. Persero il discernimento spirituale. Invece di fermarsi a considerare le cose dal punto di vista della Parola di Dio, si lasciarono trascinare da passioni carnali come orgoglio, timore o gelosia. Furono sviati dal proprio intendimento per una strada che porta al disastro spirituale.
18. Come possiamo stare in guardia contro tale condotta errata?
18 Certamente noi tutti vogliamo guardarci da simile condotta, non è vero? Potremo farlo se cresciamo continuamente nell’accurata conoscenza della volontà di Dio a nostro riguardo, se abbiamo le cose più importanti nella mente e nel cuore e se, quando sorgono controversie, teniamo conto del modo in cui Geova considera le cose, indicato nella sua Parola, e non diveniamo saggi ai nostri propri occhi. A questo riguardo notate l’appropriato consiglio che Geova ci dà in Proverbi 3:1-7: “Figlio mio, non dimenticare la mia legge, e il tuo cuore osservi i miei comandamenti, perché ti saranno aggiunti lunghi giorni e anni di vita e di pace. L’amorevole benignità e la verità stessa non ti lascino. Lègatele alla gola. Scrivile sulla tavola del tuo cuore, per trovar favore e buon intendimento agli occhi di Dio e dell’uomo. Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare sul tuo intendimento. In tutte le tue vie riconoscilo, ed egli stesso appianerà i tuoi sentieri. Non divenir saggio ai tuoi propri occhi. Temi Geova e allontanati dal male”.
19. Come dimostriamo di avere fiducia in Geova di tutto cuore?
19 Anche quando si pensa di aver ragione in qualche cosa bisogna badare di non considerarsi troppo giusti, saggi ai propri occhi, ed essere così sviati da un troppo alto concetto di sé. Il cristiano deve mantenere l’equilibrio, controllando il suo spirito, per non dare a Satana opportunità di sopraffarlo e trascinarlo sulla via malvagia. Bisogna trovare il tempo di considerare la cosa, usando discernimento spirituale, rivolgendosi alla Parola di Dio per sapere la Sua opinione in merito. Difficilmente nella vita del cristiano può sorgere un problema in merito al quale la Parola di Geova non dia saggi consigli e direttive. Si dimostra di aver fiducia in Geova di tutto cuore cercando i suoi consigli e seguendoli sempre, in modo che l’accordo con l’accurata conoscenza della volontà di Dio sia “la forza che fa agire la vostra mente”, e rivestendo in questo modo “la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio con vera giustizia e amorevole benignità”. — Efes. 4:23, 24.
20. (a) Perché il discernimento spirituale ci impedisce di agitarci e andare in collera? (b) Quale condotta suggerì Gesù per appianare un’offesa?
20 Il discernimento spirituale pone l’individuo in giusta relazione con i suoi fratelli e le sue sorelle nella società del Nuovo Mondo. Per esempio se un fratello pensa di aver ricevuto un torto non agirà nell’impeto della collera provocata da ciò che un altro fratello può aver fatto o detto contro di lui. Che cos’è che fa andare in collera in simili circostanze? Non è forse perché pensando solo a se stesso è disturbato supponendo che qualcuno abbia messo in dubbio il suo buon nome? Ma non vi è forse implicato qualche cosa di più importante? Se qualcuno nella congregazione ha agito male, il cristiano che ha discernimento spirituale vede che la condotta sbagliata del fratello è prova di debolezza spirituale da parte sua e che quindi la sua vita spirituale è in pericolo, e questa è certo una cosa di cui essere più preoccupato che di qualunque torto reale o immaginario che il fratello abbia potuto fargli. Invece di ‘tener conto dell’offesa’, il maturo cristiano è indotto ad andare dal fratello in errore, non con ira, non per aver soddisfazione personale per il torto ricevuto, ma spinto da amore per lui, per aiutarlo a rialzarsi se è possibile, prima che sia troppo tardi. Non è proprio questo che Gesù ha consigliato: “Inoltre, se tuo fratello commette un peccato, va’ e metti a nudo il suo fallo fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato tuo fratello”? — 1 Cor. 13:4, 5; Matt. 18:15.
21. Come considera se stesso il maturo servitore di Geova?
21 Avendo discernimento spirituale i fedeli servitori di Dio si considerano per quel che sono, solo vasi di terra, di poco valore in se stessi, ma che, per immeritata benignità di Geova, contengono tesori di conoscenza da usare nel Suo servizio. Questo li rende umili, riconoscendo sempre che le cose di valore che possiedono le hanno ricevute da Geova e che non hanno ragione di vantarsene. In 1 Corinzi 4:6, 7 l’apostolo scrisse: “Imparate la regola: ‘Non andar oltre le cose che sono scritte’, affinché non diveniate gonfi individualmente a favore di uno contro l’altro. Poiché chi ti distingue da un altro? Infatti, che cos’hai che tu non abbia ricevuto? Se ora l’hai veramente ricevuto, perché ti vanti come se non l’avessi ricevuto?” Questo punto di vista scritturale impedirà al cristiano di diventare egoista ed egocentrico, o permaloso e suscettibile, essendo così difficile da trattare. Sarà pieno di riconoscenza per la bontà di Geova e per il privilegio di conoscere Lui e suo Figlio, Cristo Gesù, e dimenticherà se stesso, interessandosi solo di condividere con altri le buone cose che possiede.
22. Benché restiamo umili, quali estremi si devono evitare? In che modo?
22 Ma pur rimanendo umili bisogna guardarsi dall’estremo opposto di avere un complesso d’inferiorità, essendo timidi, scontenti di sé al punto di scoraggiarsi. Riconoscendo il potere dello spirito di Geova, il cristiano discerne con mente sana che, con l’aiuto di Geova, è in grado di compiere ciò che la volontà di Dio richiede da lui e quindi intraprende con fede qualunque incarico di servizio. Come leggiamo in Romani 12:3: “Infatti per mezzo dell’immeritata benignità che mi è stata data io dico a chiunque è fra voi di non pensare a se stesso più di quanto sia necessario; ma di pensare in modo di avere una mente sana, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha impartita”.
23. Perché il discernimento spirituale contribuisce all’armonia fra i fratelli?
23 Questo concetto di sé, umile eppure realistico, permette al cristiano di avere un atteggiamento franco e realistico verso i fratelli, che rende piacevole la sua compagnia e produce buona armonia. Il discernimento spirituale ci permette di lavorare insieme uniti, riconoscendo i bisogni l’uno dell’altro, manifestando amore in modo pratico. Quindi abbiate discernimento spirituale e prendete decisioni giuste, “affinché camminiate in modo degno di Geova per piacergli pienamente, mentre continuate a portar frutto in ogni opera buona e crescete nell’accurata conoscenza di Dio”.
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Una monaca franco-canadese si schiera per GeovaLa Torre di Guardia 1960 | 15 gennaio
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Una monaca franco-canadese si schiera per Geova
● La signorina Lucia Lacasse, giovane monaca delle Oblate, insegnava in una scuola del distretto D’Alembert, dove studiavano due giovani testimoni di Geova. Nel novembre 1956 essa diede al più piccolo dei ragazzi delle pubblicazioni che attaccavano i testimoni di Geova, perché le portasse a casa. La madre gentilmente le scrisse una lettera, suggerendole di informarsi della cosa anche dall’altro punto di vista, e le mandò alcune copie de La Torre di Guardia. La monaca lesse le riviste e ogni giorno interrogava il ragazzo. Essa fu così colpita dalla conoscenza che il ragazzo aveva riguardo alla propria religione che prima delle vacanze di Natale scrisse un biglietto alla madre, dicendole che era convinta che i testimoni di Geova avessero la verità e che si disponeva a lasciare il convento. Fedele alla sua parola essa non tornò a scuola. Tuttavia, non avendo ricevuto le lettere scrittele dalla madre del ragazzo, si sentì abbandonata dai suoi nuovi amici e perciò andò a cercar lavoro come cuoca in un collegio agrario diretto dai padri Oblati. Qui ricevette finalmente le lettere e cominciò ad esprimere la propria gioia per la conoscenza ricevuta da “Questo significa vita eterna”. Essa parlava ad altri di ciò che stava imparando, ed essendo sempre più difficile per lei rimanere in quell’istituto, alcuni testimoni proposero di trovarle lavoro fuori quando avesse lasciato quel posto. Questo fu più facile di quanto si pensasse poiché, dato che aveva testimoniato ad altri, che cominciarono ad interessarsi, il direttore fu ben contento di lasciarla andare. Essa ora partecipa a tutte le adunanze dei testimoni, continua lo studio personale ed è addestrata nel ministero di campo. Studia anche inglese, con la mèta del servizio continuo come missionaria.
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