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Tenete lo sguardo rivolto al premioLa Torre di Guardia 1959 | 15 maggio
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il fornaio, il fruttivendolo, ma innumerevoli altri esperti per far funzionare dovutamente la mia casa moderna con le sue moderne ‘semplificazioni’ (elettricità, idraulica, frigorifero, cucina a gas, riscaldamento centrale, lavatrice dei piatti, radio, automobile e numerose altre invenzioni per risparmiare lavoro). Ci vuole salute; dottori, dentisti, appuntamenti, medicine, olio di fegato di merluzzo, vitamine, scappate in farmacia. Ci vuole istruzione, spirituale, intellettuale, fisica; ci vogliono scuole . . . precettori; luoghi di villeggiatura, equipaggiamento per la villeggiatura e mezzi di trasporto. Ci vogliono vestiario, compere, bucato, pulizie, riparazioni, bisogna allungare le gonne ed attaccare i bottoni, o trovare qualcuno che lo faccia. Ci sono gli amici, quelli di mio marito, quelli dei miei figli, i miei, ed infiniti preparativi per trovarci insieme; lettere, inviti, chiamate al telefono e viaggi quà e là. . . . Il problema dei molteplici aspetti della vita non si presenta soltanto alla donna americana, ma anche all’uomo americano. E non riguarda semplicemente l’Americano come tale, ma tutta la nostra civiltà moderna”.
NECESSITÀ DI EVITARE LE DISTRAZIONI
18 Fra le preoccupazioni e le distrazioni della vita moderna chi corre nella corsa cristiana deve continuare ad avere un unico scopo. Deve essere certo di avanzare verso la sua mèta. L’apostolo Paolo non permise mai che l’“ansietà di questo sistema di cose” gli facesse distogliere lo sguardo dal premio. “Il modo in cui corro”, egli disse, “non è incerto”. Paolo aveva la sua mèta in vista; non vi fu mai alcun dubbio al riguardo. Dobbiamo correre con determinazione simile per vincere il premio, con un’unica mèta simile in vista. Ma come si può far ciò, vedendo che le distrazioni vengono da ogni parte, molte delle quali sono obblighi a cui non si può sfuggire? Si può applicare il principio del consiglio dato da Paolo a chi è impegnato nella corsa cristiana: “Deponiamo anche noi ogni peso e il peccato che facilmente ci avvince, e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta davanti”. Per amore della perseveranza, quindi, chi corre nella corsa cristiana deve imparare l’arte di sfuggire alle distrazioni, l’arte di deporre i pesi, quelle cose che, tutte insieme, tendono a fargli distogliere lo sguardo dal premio, a trattenerlo nella corsa per la vita. — 1 Cor. 9:26; Ebr. 12:1.
19 Riducendo le distrazioni guadagnamo tempo per impegnarci nel correre la corsa e vincere il premio. Il fatto di tenere le distrazioni al minimo riguarda tanti aspetti della vita del Cristiano. L’apostolo Paolo sapeva che il matrimonio avrebbe causato molte distrazioni; perciò consigliò il celibato come condotta migliore perché avrebbe permesso “costante fiducia nel Signore senza distrazione”. Ma, d’altra parte, Paolo sapeva che la passione era una distrazione e che avrebbe potuto essere pericolosa; quindi scrisse: “È meglio sposarsi che essere infiammati dalla passione”. Cercare di sfuggire le distrazioni: questo è basilare nella vita del Cristiano. — 1 Cor. 7:35, 9.
20 Per mantenere lo sguardo rivolto al premio, chi corre nella corsa cristiana dovrebbe essere pronto a determinare quali distrazioni possono giustamente e profittevolmente essere scartate. Evitando queste egli riscatta per sé il tempo, in armonia con il comando: “Badate dunque scrupolosamente che il modo in cui camminate non sia da stolti da ma persone sagge, riscattando per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi”. Dovremmo trattare seriamente il fatto di riscattare il tempo, stando sempre all’erta per tenere al minimo le distrazioni. Dato che le persone hanno la tendenza ad acquistare, quali distrazioni una persona si può procurare solo in quanto alla proprietà! Che gran quantità di novità, riviste, libri, abiti, oggetti personali superflui e cose indescrivibili si possono accumulare! Spesso è sorprendente come si abbia la tendenza ad accumulare tante cose che non sono veramente utili. Anche messe a parte in un ripostiglio, le cose non veramente necessarie sono una distrazione: non solo richiedono spazio ma ci prendono tempo: per spolverarle, per pulirle, per riordinarle, ecc. Evitando le distrazioni, avendo solo quelle necessarie, ci sentiremo più felici e, soprattutto, saremo maggiormente in grado di tenere lo sguardo rivolto al premio. — Efes. 5:15, 16.
21 Saper scegliere è un aiuto importante per tenere al minimo le distrazioni. I commercialisti del mondo non vogliono che scegliate con ponderazione; fanno tutto il possibile per indurre la gente ad accumulare cose, ne abbiano o no bisogno. Abbiamo pertanto bisogno di scegliere nel fare acquisti, di scegliere le letture, di scegliere il modo in cui impiegare il nostro tempo. Ricordate che soltanto “poche cose”, come disse Gesù, sono necessarie.
DETERMINAZIONE E ADDESTRAMENTO
22 Il tempo riscattato evitando le distrazioni ci permette di applicarci alla corsa. Dato che la parola “correre” abbraccia l’intero modo di vivere cristiano, specialmente i nostri vigorosi sforzi di predicare la buona notizia, è imperativo che ci addestriamo per la corsa. Nessun corridore corre bene senza addestrarsi. Nel 1954 Roger Bannister, il primo uomo che percorresse un miglio esatto in meno di quattro minuti, disse al cronista di un giornale, dopo la sua vittoria: “Non c’è ragione di correre una corsa a meno che non vi proponiate di vincere. Per vincere dovete addestrarvi. Se non avete tempo per addestrarvi non dovreste partecipare alle corse”. È la corsa cristiana veramente diversa? “Correte in tal modo affinché lo otteniate”, disse Paolo riguardo al premio. Consigliò anche: “Abbi la mira di addestrarti alla santa devozione”. Dunque perché partecipare alla corsa cristiana se non siete determinati a vincere il premio? E se siete determinati a vincere, perché correre senza addestrarvi? Eppure alcuni di quelli impegnati nella corsa hanno cercato di correre senza addestrarsi; essi trascurano lo spirituale addestramento disponibile alle adunanze di congregazione della società del Nuovo Mondo. Queste adunanze svolgono una funzione vitale: ci aiutano a tenere lo sguardo rivolto al premio. Non c’è da meravigliarsi che quelli che regolarmente mancano alle adunanze spesso si ritirino dalla gara; essi perdono la chiara veduta del premio e le loro capacità di perseveranza si indeboliscono. — 1 Cor. 9:24; 1 Tim. 4:7.
23 Quando ci addestriamo per la corsa occorre che meditiamo sugli esempi di quelli che corsero dovutamente, come Abrahamo e Mosè. Abrahamo “aspettava la città che ha vere fondamenta”, e Mosè “aveva lo sguardo attentamente rivolto al pagamento della ricompensa”. Essi avevano lo sguardo rivolto al premio! Specialmente abbiamo bisogno di meditare sull’esempio di colui che ha corso in modo perfetto, Cristo Gesù. “Corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta davanti, mentre guardiamo attentamente il capo e perfezionatore della nostra fede, Gesù. Per la gioia che gli era posta davanti egli sopportò un palo di tortura, disprezzando il vituperio, e si è messo a sedere alla destra del trono di Dio”. Prendete Gesù come vostro modello. — Ebr. 11:10, 16; 12:1, 2.
24 Gesù, Paolo e i fedeli testimoni dei tempi antichi corsero tutti con lo sguardo rivolto al premio. Correte nel modo in cui essi corsero. Predisponete di correre in quel modo ora. Non ci è assicurato che domani le circostanze ci favoriranno con meno distrazioni. Le distrazioni probabilmente aumenteranno mentre questo mondo si avvicina alla sua distruzione. Mentre siete ancora in tempo, riscattate il tempo per correre. Valutate correttamente il premio. Addestratevi regolarmente. Evitate i pesi e le distrazioni. Privatevi di ciò che non è pura necessità. Correte per vincere: Correte con lo sguardo rivolto al premio!
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Corriamo la corsa senza cadereLa Torre di Guardia 1959 | 15 maggio
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Corriamo la corsa senza cadere
“Chi è altero d’animo è in abominio all’eterno. . . . La superbia precede la rovina, e l’alterezza dello spirito precede la caduta”. — Prov. 16:5, 18, VR.
LE REGOLE per correre la corsa vengono date da Geova mediante la sua Parola: “Io ti mostro la via della sapienza, t’avvio per i sentieri della rettitudine. Se cammini, i tuoi passi non saran raccorciati; e se corri, non inciamperai”. Per aiutare i Cristiani ad evitare la caduta, Geova fa apparire ripetutamente certe regole nella Bibbia. Una di queste è l’ingiunzione di eliminare la superbia, che è causa d’inciampo; di eliminarla come un peso opprimente, come qualche cosa che renderà il progresso nella corsa cristiana difficile o impossibile. “Deponiamo”, disse Paolo, “ogni peso”. — Prov. 4:11, 12, VR; Ebr. 12:1.
2 È appropriato, in questo “tempo della fine”, che comprendiamo perché la superbia è tanto in abominio a Geova e perché è una tale pietra d’inciampo che impedisce di correre bene “nella giusta contesa della fede”. Veramente, era proprio questo “tempo della fine” che avrebbe visto un gran numero di “amanti di se stessi”, di “superbi” e di uomini “gonfi di se stessi”. — 1 Tim. 6:12; 2 Tim. 3:1-4.
3 Che cos’è questa superbia che conduce alla caduta? È l’avere di sé un concetto troppo alto. Significa correre in modo contrario a quello designato dall’apostolo: “Io dico quindi a ciascuno fra voi che non abbia
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