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  • Decisioni che mi hanno reso la vita felice
    La Torre di Guardia 1979 | 1° maggio
    • una mano nei lavori. Fra loro c’era una donna della tribù nomade dei peulh, che abita le regioni interne dell’Africa occidentale. Poco dopo divenne una proclamatrice della “buona notizia” e predicava nelle molte lingue che conosceva.

      La tradizione locale era ancora molto sentita a Parakou. Quando morì il re, il mercato, il centro delle attività, fu chiuso per quattro mesi. Furono tenute grandi manifestazioni a cavallo dai suoi seguaci e da quelli del nuovo re. Nella notte echeggiava il rullo dei tamburi che accompagnavano le cerimonie.

      L’ideologia antireligiosa marxista-leninista finì per avere il sopravvento sulla popolazione. Progressivamente il popolo, specialmente gli alunni delle scuole, furono costretti a ripetere slogan come ‘Gloria al popolo, tutto il potere al popolo’. Eravamo a Parakou da oltre un anno quando le autorità insisterono per farci cessare l’attività di predicazione di casa in casa. Alcuni fratelli furono arrestati e pochi mesi dopo fummo trasferite a Cotonou, lasciando che i Testimoni locali continuassero la predicazione in modo meno appariscente.

      Man mano che le restrizioni imposte dal governo aumentavano, per prepararsi i fratelli ribadivano i punti della Torre di Guardia sulla persecuzione. Col tempo, alcuni che non volevano pronunciare gli slogan rivoluzionari furono picchiati senza misericordia.

      Un giorno Gisela e io, tornando alla filiale di Cotonou, vedemmo che era circondata da membri armati del comitato rivoluzionario. Ci fu permesso entrare in casa, dove fummo trattenute insieme agli altri. Il giorno dopo uomini in uniforme armati di mitra perquisirono minuziosamente la casa e i bagagli. Due di loro si soffermarono sui nomi Elia ed Eliseo trovati in uno dei miei taccuini. Alla fine riuscimmo a far capire loro che questi erano profeti di Dio vissuti più di 2.500 anni fa!

      Fummo portati al comando di pubblica sicurezza dove ci dissero che il giorno successivo ci avrebbero espulse dal paese. “Dato che siete cristiani, ci fidiamo di voi”, disse un poliziotto, “quindi stanotte potete restare a casa vostra”. Il giorno dopo stemmo a vedere mentre la maggior parte dei missionari venivano portati in Nigeria. Quel pomeriggio un poliziotto ci accompagnò al confine col Togo. Quando se ne fu andato, l’autista ci portò in macchina sino alla filiale dei testimoni di Geova a Lomé.

      Com’era confortante essere coi fratelli del Togo! E come fummo felici di poter ricominciare a portare il messaggio del Regno di casa in casa! Avevamo trascorso alcune piacevoli settimane nel Togo quando giunse il momento di partire per il nostro nuovo territorio.

      Nel maggio del 1976 ci accompagnarono in macchina nell’Alto Volta. Durante i due giorni di viaggio attraversammo belle regioni, giungendo sane e salve alla casa missionaria di Ouagadougou. Facemmo rapidamente un corso di lingua moore e cominciammo a predicare agli abitanti della zona in francese e in questa lingua locale. Sono molto felice d’essere qui per aiutare tutti coloro che desiderano conoscere la verità della Bibbia.

      FAMIGLIA MONDIALE DI AMICI

      Non ho mai rimpianto la decisione presa di impiegare la mia vita nel servizio di Geova. Essendo laureata in chimica avrei potuto fare carriera e avere molte soddisfazioni materiali, ma per me questo è nulla in paragone col privilegio di aver potuto aiutare le persone in Germania, Francia, Madagascar, Kenya, Benin e ora nell’Alto Volta, a conoscere la verità in merito ai meravigliosi propositi di Dio. Non riesco a immaginare una vita più soddisfacente e così piena di emozioni e di nuove esperienze.

      Recentemente sono stata a Monaco a trovare la mia cara mamma, ora quasi ottantenne, che tira ancora avanti con forte fede, aiutando altri a conoscere la verità di Dio. È felice che io sia missionaria. Il viaggio a Monaco e il ritorno nell’Alto Volta hanno fatto capire a me e Gisela quanto siamo fortunate.

      All’aeroporto di Parigi incontrammo degli amici insieme a cui avevamo fatto servizio anni prima. Verso mezzanotte solo il bisogno di riposo ci fece interrompere il piacevole scambio di ricordi e di notizie. E durante una breve sosta a Niamey, nella Repubblica del Niger, vennero a salutarci all’aeroporto parecchi amici africani che avevamo conosciuti nel Benin. I saluti e la conversazione animata spinsero un impiegato dell’aeroporto a chiedere che tipo di gruppo eravamo: negri e bianchi che stavano insieme così piacevolmente.

      Infine il nostro aereo si fermò vicino all’aerostazione di Ouagadougou. I visi sorridenti dei nostri amici che ci facevano cenno con la mano dal terrazzo riflettevano la gioia che anche noi provavamo per essere di nuovo insieme a loro. Si prova davvero profonda gioia e viva soddisfazione a far parte di una famiglia mondiale di veri fratelli e sorelle. Possiate anche voi prendere le decisioni che vi recheranno tali confortanti benedizioni.

  • La 65a classe di Galaad incoraggiata a restare fedele
    La Torre di Guardia 1979 | 1° maggio
    • La 65a classe di Galaad incoraggiata a restare fedele

      Il 10 settembre 1978 i 29 studenti della 65a classe della Scuola Biblica Watchtower di Galaad hanno ricevuto il diploma. Avevano ultimato con successo i cinque mesi di addestramento a Brooklyn, New York, ed erano stati assegnati al servizio missionario in paesi dell’Africa, del Sud America e dell’Eurasia, e nelle isole del Pacifico meridionale. Tutti avevano desiderato ardentemente ricevere tale addestramento. Una coppia aveva atteso 10 anni prima di avere la possibilità di frequentare la scuola. Altri avevano atteso almeno tre anni. Nessuno degli studenti era un novizio nel provvedere aiuto spirituale ai suoi simili. In media avevano dedicato una decina di anni a quest’opera tanto importante.

      Il programma del conferimento dei diplomi aveva due parti distinte. La mattina era dedicata ai consigli d’addio alla classe, e il pomeriggio a un programma presentato dai diplomati a un pubblico di circa 1.900 amici e parenti.

      F. W. Franz, presidente della scuola, ricordò agli studenti la necessità di prestare attenzione a se stessi per poter rimanere fedeli a Dio. Il suo discorso si basava su Marco capitolo 4. Dopo aver messo in risalto l’importanza di prestare completa attenzione e avere profondo rispetto per Gesù Cristo in qualità di insegnante, Franz raccomandò ai diplomati di guardarsi dalle cattive compagnie dentro e fuori della congregazione cristiana.

      Egli trattò i seguenti argomenti: accettando una nuova assegnazione come missionari, i diplomati in effetti erano trapiantati. Si sarebbero trovati in un nuovo terreno, in un nuovo ambiente. Quale sarebbe stata la loro reazione? Avrebbero continuato a sviluppare le proprie capacità e ottime qualità? Al tempo della mietitura, cioè quando non c’è più opportunità di sviluppare la personalità cristiana, in quale condizione sarebbero stati trovati? Questo sarebbe dipeso in gran parte da quello da cui si sarebbero lasciati influenzare.

      Quindi Franz esortò i diplomati a stare attenti a non cadere sotto l’influenza mondana. Dovevano invece mettere il regno di Dio al primo posto nella loro vita e sforzarsi di coltivare il frutto del Suo spirito. Così, alla venuta del giorno di giudizio, l’avrebbero superato con successo.

      Altri oratori, fra cui i due istruttori della scuola, avevano già dato incoraggianti consigli a restare fedeli. Avevano sottolineato aspetti come l’importanza di essere pazienti, di perseverare avendo una veduta sana, di non giudicare dalle apparenze, di trovare gioia nel servire umilmente e nell’avere profondo amore per Dio e fiducia nel suo amore.

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