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  • Epilessia: prospettive di oggi
    Svegliatevi! 1972 | 22 gennaio
    • alla persona così che non si faccia male, ma non cercate di ostacolare i suoi movimenti. Se ha la bocca aperta, potete mettergli fra i denti laterali qualche cosa di soffice come un fazzoletto pulito ripiegato, per impedire che si morda la lingua. Ma nel far questo state attenti a non farvi mordere le dita. E quando l’attacco cessa, potete essere lì al suo fianco e parlargli con calma e in modo incoraggiante.

      Oltre a ciò possiamo far poco. Ma felicemente c’è uno che può fare di più. Diciannove secoli fa Gesù Cristo mostrò il suo potere di guarire l’epilessia, e come re del regno di Dio eserciterà presto tale potere per il bene di tutti, inclusi gli epilettici.

  • Perché molti non desiderano più il sacerdozio?
    Svegliatevi! 1972 | 22 gennaio
    • Perché molti non desiderano più il sacerdozio?

      IN UN paese dopo l’altro avviene la stessa cosa. Un gran numero di sacerdoti cattolici romani abbandona la professione, e le iscrizioni nei seminari continuano a diminuire. Nel periodo degli scorsi sette anni circa 25.000 uomini hanno abbandonato le file dei sacerdoti. Non si prevede nessuna cessazione. Eugene C. Bianchi, presidente della Società dei Sacerdoti per un Libero Ministero, osservò: “I sociologi non prevedono nessun aumento di nuovi iscritti né sosta nell’assottigliamento delle file clericali”. Ma perché è sorta questa situazione?

      Molti sono del parere che un fattore sia l’incrollabile attaccamento della gerarchia al celibato obbligatorio dei sacerdoti. Un crescente numero di sacerdoti, specialmente giovani, sono favorevoli all’abolizione del celibato obbligatorio. A un congresso della Federazione Nazionale dei Consigli Sacerdotali tenuto a Baltimora, nel Maryland, U.S.A., dal 14 al 18 marzo 1971, i delegati adottarono con un voto di maggioranza la seguente dichiarazione: “Chiediamo che ai sacerdoti ora attivi nel ministero sia consentita la scelta fra celibato e matrimonio e che il cambiamento inizi immediatamente”.

      Circa il 90 per cento dei sacerdoti radunati si espresse dunque a favore di una posizione che va contro l’enciclica Sacerdotalis Caelibatus (Celibato dei sacerdoti) emanata da papa Paolo VI nel 1967. Così facendo, questi sacerdoti compromisero probabilmente le loro opportunità di ricevere cariche più alte nella Chiesa Cattolica. Il loro atteggiamento rispecchia perciò forti sentimenti ed è un buon indice di come la pensa una grande percentuale di sacerdoti. Si calcola che questi sacerdoti, che hanno in media trentanove anni, rappresentassero più del 60 per cento dei sacerdoti degli Stati Uniti.

      Benché sia decisamente una controversia scottante, l’atteggiamento della gerarchia in merito al celibato sacerdotale non fornisce tutte le risposte sul perché i sacerdoti abbandonino la loro professione e meno uomini divengono sacerdoti. Il celibato obbligatorio dei sacerdoti è in vigore da molti secoli. Tuttavia mai prima d’ora tanti sacerdoti avevano levato la voce contro di esso. Perfino sacerdoti che solo due anni fa erano contrari all’idea del celibato facoltativo hanno cambiato parere.

      È degno di nota che questi sacerdoti non sono contrari a qualche cosa che sia comandato nella Bibbia. Infatti, The Catholic Encyclopedia (Vol. III, pag. 481, edizione del 1908), ammette:

      “Nel Nuovo Testamento non troviamo nessuna indicazione che il celibato fosse reso obbligatorio né per gli Apostoli né per quelli che essi ordinarono”.

      Commentando le istruzioni dell’apostolo Paolo in I Timoteo 3:2, 12 e in Tito 1:6 che un ‘vescovo’ o ‘diacono’ dev’essere “marito di una sola moglie”, questa opera (Vol. III, pag. 483) dichiara:

      “Questi brani sembrano decisivi per qualsiasi asserzione che il celibato fosse reso obbligatorio dall’inizio per il clero, ma d’altra parte, il desiderio dell’Apostolo che altri fossero come lui stesso (1 Cor., vii, 7-8, . . .) esclude la conclusione che egli desiderasse che tutti i ministri del Vangelo fossero sposati. Le parole significano indubbiamente che il candidato idoneo era l’uomo che, fra le altre qualità che S. Paolo enuncia per rendere probabilmente rispettata la sua autorità, aveva anche la fermezza di carattere dimostrata, in quei giorni di frequente divorzio, col rimanere fedele a una sola moglie. . . .

      “In realtà è stato fatto uno strenuo tentativo da alcuni scrittori, il più illustre dei quali era il defunto prof. Bickell, per provare che anche in questa prima data la Chiesa esigeva il celibato da tutti i suoi ministri di rango più alto. Ma la veduta contraria, presentata da studiosi come Funk e Kraus, pare abbia una base molto migliore e in anni recenti ha raccolto tutti i suffragi”.

      Insoddisfatti del sistema

      I numerosi sacerdoti che si esprimono contro il celibato obbligatorio mostrano dunque di non essere soddisfatti del predominante sistema basato sulla tradizione. E parrebbe che quelli che non considerano minimamente il sacerdozio come possibile professione o l’abbandonano non siano convinti che il prevalente sistema sia il meglio per loro. Se avessero il sincero desiderio di servire altri e credessero fermamente che essere sacerdote secondo le attuali norme fosse di gran lunga il modo migliore per realizzare tale desiderio, indubbiamente diverrebbero sacerdoti o continuerebbero ad esserlo. È degno di nota il fatto che un recente studio rivela che molti problemi degli ecclesiastici cattolici dipendono dal malcontento per l’attuale disposizione: divergenze con i superiori, guida inadeguata, mancanza di appoggio da altri sacerdoti e delusione per l’atteggiamento assunto dalla Chiesa in merito a certe controversie morali.

      Fede e credo entrano definitivamente in gioco. Questo aspetto fu posto in rilievo nella rivista cattolica Commonweal. Nel suo numero del 13 febbraio 1970, furono fatte le seguenti osservazioni:

      “Il problema delle vocazioni è in effetti solo una manifestazione di una più grande crisi di fede e credo, di credibilità istituzionale e della crescente convinzione che il sacerdozio non sia una carriera supremamente più utile di molte altre. . . .

      “Un cambiamento delle leggi sul celibato riporterebbe all’‘ortodossia’ molti sacerdoti che se ne sono andati per sposarsi, ma non tutti questi uomini o nemmeno la maggior parte d’essi.

      “Ed è assai dubbio che influirebbe notevolmente sulla generazione che ora prende una decisione circa la propria vita. Il sacerdozio potrebbe offrire loro i privilegi di Brigham Young [la poligamia] e ci sarebbe sempre la questione della fede e del credo.

      “Questo è ciò che deve complicare la posizione di Roma. Potrebbe cambiare domani le leggi sul celibato e le difficoltà fondamentali ci sarebbero sempre, sarebbero sempre insolute. Non c’è proprio panacea, né rimedio per il generale malessere della chiesa.

      “In un certo senso, rende più facile capire

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