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  • Dopo l’uragano: “Che gioia essere vivi!”
    Svegliatevi! 1974 | 22 novembre
    • le persone rimangono spesso perplesse e sono commosse da tale benignità. Una spaventata vecchina di Guin, nell’Alabama, fu persuasa a uscire dalla sua cantina dopo due giorni. Ella disse: “Questa è la prima volta che qualcuno si interessa di me, e non so cosa fare”.

      Senz’altro la maggioranza di quelli che assisterono alle molte dimostrazioni di altruismo fu commossa e incoraggiata. Ma si deve affrontare un’altra realtà. Fu espressa da una superstite di Xenia che era in un centro della Croce Rossa: “Quando tutto sarà finito ognuno ricomincerà ad odiare l’altro”. E questo pensiero deve essere passato per molte menti: Perché ci vuole una crisi affinché le persone mostrino considerazione le une verso le altre?

      Altri ancora furono costretti a rivalutare ciò che è realmente importante per loro. Una famiglia dell’Alabama, la cui casa “semplicemente saltò per aria”, dice: “Pensavamo di essere stati colpiti da una vera calamità finché abbiamo sentito di quelli che hanno perso la famiglia. Siamo ricchi in paragone a loro”. La loro gioia per il semplice fatto d’essere vivi fa capire la realtà delle parole di Gesù: “La vita forse non vale più del cibo, e il corpo più del vestito”, o di qualsiasi altro possedimento materiale? — Matt. 6:25, versione de La Civiltà Cattolica.

  • La Nigeria conta i suoi milioni di abitanti
    Svegliatevi! 1974 | 22 novembre
    • La Nigeria conta i suoi milioni di abitanti

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Nigeria

      PER otto giorni, dal 25 novembre al 2 dicembre 1973, la Nigeria attuò il colossale compito di contare la sua popolazione.

      La prima fase del censimento consisté nella preparazione di una lista di tutte le località del paese. Quindi il paese fu suddiviso in zone di censimento. Tutte le case di una zona furono elencate e numerate per essere certi che nessuna fosse omessa o contata due volte. Gli ufficiali di censimento furono attentamente addestrati in anticipo.

      Il censimento fatto dalla Nigeria nel 1973 era il secondo dall’indipendenza della nazione, e il tredicesimo censimento registrato di tutta la sua storia. Aveva lo scopo di “permettere [al] governo di fare una riuscita pianificazione dello sviluppo industriale ed economico della nazione”, secondo il capo militare della Nigeria, il generale Yakubu Gowon.

      Prima dell’effettivo conto, il Comitato Nazionale di Censimento intraprese un esteso programma per informare il pubblico e reclutare lavoratori. Il capo dello Stato spiegò che “in ogni parte del paese, tutti dovevano fare la loro parte, governatori militari, funzionari governativi, autorità locali, emiri e capi”. I 120.000 ufficiali di censimento costituiti per questo lavoro furono accompagnati nelle visite di casa in casa da 130.000 soldati.

      Alcuni problemi da superare

      Ci furono molti problemi da superare per istruire e preparare la popolazione a facilitare il censimento. La siccità, che negli stati settentrionali del paese ha devastato molti villaggi e causato la morte per fame, costrinse molte famiglie ad abbandonare i loro villaggi meno di tre settimane prima dell’effettivo conto. “Mi è stato sommamente difficile quale loro tradizionale governante convincerli a rimanere nei villaggi”, lamentò Alhaji Ado Bayero, emiro di Kano.

      Alcuni temevano che contando il numero dei loro figli se ne provocasse la morte. In molte zone i cani presentavano una minaccia per gli ufficiali di censimento, rendendo loro difficile giungere alle case delle persone per registrarle. Questi problemi dovettero essere risolti localmente dai funzionari delle informazioni e da altre autorità in ciascuna zona.

      Ma, secondo il dott. M. I. Iro della facoltà di sociologia dell’Università di Lagos, un problema anche maggiore fu che “i precedenti censimenti della popolazione . . . hanno suscitato una controversia imperniata su ciò che costituisce l’accurata popolazione della Nigeria. All’interno e all’esterno di questo paese molti si sono convinti che la cifra della popolazione della Nigeria di 55.670.052 unità, resa pubblica nel febbraio del 1964 dopo il censimento del 1963, era inesatta e probabilmente eccessiva”.

      Per tale ragione si fece tanta attenzione nel lavoro di tracciare i limiti delle zone di censimento per essere certi che non si sovrapponessero, e nell’addestrare gli ufficiali di censimento e gli ispettori. Durante il conto di casa in casa, gli ufficiali di censimento chiesero di vedere ciascun individuo. Dopo averli contati, contrassegnarono il loro pollice sinistro con inchiostro indelebile. Così si assicurarono che nessuno fosse contato due volte.

      Il governo dovette far fronte al problema di quelli che si trasferivano nelle città d’origine per farvisi registrare. Questo non andava bene, poiché doveva essere un censimento “de facto”. Cioè tutte le persone della Nigeria, nigeriane o non nigeriane, dovevano essere contate in qualsiasi luogo si trovassero durante il periodo del censimento. Perciò, il governo chiese che in tutta la nazione le persone rimanessero dove ora risiedevano. La polizia ricevette l’ordine di essere più che vigilante nel controllo dei singoli individui ed automobilisti, e così durante il periodo del censimento molti non poterono lasciare Lagos perché non avevano il segno dell’inchiostro sul pollice.

      Decisi a contare tutti

      Tutti i detenuti nelle prigioni, i ricoverati in ospedale e in altri istituti furono inclusi nel conto. Persino le migliaia di senzatetto della nazione che vivono in parchi e dormono sotto i ponti furono contati la sera prima che cominciasse il periodo del censimento. La cifra totale include i più di 94.000 testimoni di Geova che provano vero diletto nel portare a questi milioni di persone la buona notizia del regno di Dio.

      Ma che dire delle migliaia di donne musulmane che, secondo la tradizione musulmana, sono chiuse nelle loro case nell’“harem”? Si dovevano contare anche loro. Il Daily Times della Nigeria riferì: “Dove ci sono donne poliziotto e ufficiali di censimento femminili, faranno il censimento nell’harem. Dove non ce ne sono le donne dell’harem verranno fittamente velate nella sala di ricevimento o ‘zaure’ e l’inchiostro indelebile del censimento sarà applicato sul loro pollice dal marito alla presenza dell’ufficiale del censimento, accompagnato dal soldato”.

      Tutte le scuole elementari furono chiuse sette giorni prima del censimento. Tutti i luoghi di lavoro nelle capitali degli stati e nel territorio dei Warri dovevano chiudere presto ogni giorno durante il periodo del censimento. Le Ferrovie Nigeriane istituirono un servizio giornaliero di treni supplementari nella zona di Lagos per consentire ai lavoratori di arrivare a casa in tempo per il censimento. Ma anche queste misure furono inadeguate. Quando giunse il quinto giorno del censimento, si riscontrò che occorrevano più tempo e più lavoratori per portarlo a termine.

      Per questa ragione, si richiese che dal 29 novembre al 1º dicembre tutti gli uffici pubblici e privati e le case di commercio delle due maggiori città della nazione venissero chiusi. Il numero degli ufficiali di censimento salì a 150.000, e funzionari pubblici e insegnanti d’ogni livello dovettero rendersi disponibili per partecipare al lavoro di censimento. Come ultima misura, il periodo del censimento fu esteso per includere la domenica, 2 dicembre, per un totale di otto giorni.

      Il conto effettivo terminò con successo malgrado il tentativo di alcuni ufficiali di censimento di farsi pagare per i loro servizi. Il governo condannò severamente questa pratica e fece passi immediati per punire i trasgressori. La maggior parte della popolazione fece la sua parte e molti che erano sfuggiti ai funzionari di censimento si presentarono ai centri di reclamo istituiti per accertare che nessuno fosse saltato.

      Un esperto delle N.U. in visita elogiò il successo di questo censimento, dicendo che il metodo adottato dal governo federale della Nigeria era “uno dei migliori nel mondo”. Dovremo attendere per vedere quale sarà il totale dopo che sarà stata fatta la somma di tutte le cifre.

  • Macchiata la reputazione della manodopera organizzata
    Svegliatevi! 1974 | 22 novembre
    • Macchiata la reputazione della manodopera organizzata

      UN TEMPO le simpatie del pubblico erano, in generale, verso gli sforzi e gli obiettivi della manodopera organizzata. Il lavoratore era sfruttato essendo costretto a lavorare per lunghe ore, in cattive condizioni di lavoro e con un misero salario. Per migliorare la loro sorte, i lavoratori si organizzarono. Come risultato, i salari crebbero notevolmente, le condizioni di lavoro migliorarono e le ore di lavoro diminuirono a quaranta, o anche trentacinque, la settimana.

      Questi guadagni, comunque, non sono stati realizzati senza certe perdite. I sindacati non sono stati immuni dalle pratiche disoneste diffuse in altri settori della società. Un caso pertinente riguarda i lavoratori delle miniere di carbone.

      Minatori Uniti

      Un tempo gli esponenti del sindacato dei lavoratori delle miniere di carbone avevano la reputazione d’essere interessati all’uomo che lavorava nelle miniere. Ma non molto tempo fa un ricercatore riferì: “Corruzione e assassinio hanno macchiato la reputazione dei Minatori Uniti d’America di cui un tempo erano fieri”. Che cos’è accaduto?

      Fra la grande massa dei membri serpeggiava il malcontento a causa della corruzione

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