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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1961 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
● Quali princìpi scritturali determinano l’educazione domestica da impartire ai figli se un genitore è un dedicato cristiano, un testimone di Geova, e l’altro no? — Basata su molte domande ricevute.
Secondo le Scritture il marito e padre è il capo della famiglia. Se è un dedicato cristiano, testimone di Geova, egli ha la responsabilità di fare in modo che la famiglia riceva assistenza sia spirituale che materiale. (1 Tim. 5:8) Anche se la moglie è incredula, deve fare in modo che i figli ricevano la dovuta educazione, e ammaestramento cristiano sia nella casa che nella Sala del Regno, e dovrebbe fare tutto il possibile per aiutare la moglie a capire la verità della Parola di Dio. Nello stesso tempo deve concedere alla moglie la libertà di adorare Dio a suo modo, ed ella potrebbe a volte insistere di condurre i figli al proprio luogo di adorazione. Concederle la libertà di adorare può perfino significare lasciarle fare l’albero di Natale in una stanza della casa in tale periodo, benché il marito credente non le permetta di decorare altre stanze della casa o la sua parte esterna. Concedendo in tal modo la libertà di adorazione alla moglie, egli mostra d’amarla come se stesso. — Efes. 5:28, 29.
Similmente, il padre incredulo, poiché è il capo della casa, può imporre la religione ai figli. Comunque, siccome la madre è responsabile della condotta dei figli in assenza del padre, ella deve inculcare in loro giusti princìpi e deve testimoniare loro secondo che ne abbia l’opportunità. Nei casi dove il marito è aspramente contrario, ella potrebbe non essere in grado di condurli al servizio o alle adunanze, se egli lo proibisce. Ma ella può continuare a insegnare in vari modi ai figli i princìpi e le verità della Bibbia. Se i figli le fanno domande, ella ha il diritto di rispondere loro.
Supponete che un tal padre debba prendere una decisione circa il saluto alla bandiera. Poiché ogni cristiano ha dalla Parola di Dio l’ordine di fare una difesa della sua credenza e della sua condotta, la madre dedicata ha il diritto di fare tale difesa e di dare una spiegazione non solo ai propri figli ma anche al marito, in modo che tutti capiscano nella famiglia la sua fedeltà ai princìpi cristiani. (1 Piet. 3:15) Dato che il padre in questo caso è contrario al desiderio della madre di mostrare ai figli la condotta scritturale riguardo al saluto alla bandiera, indipendentemente dallo spiegare ai figli ciò che le Scritture dicono al riguardo, la madre non avrebbe nessun diritto d’insistere perché i figli osservino a questo proposito il principio scritturale, giacché il marito esige quale capo famiglia che i figli partecipino alla cerimonia. I figli dovrebbero considerare la decisione del padre, e la madre potrebbe non interferire inviando agli insegnanti una lettera per chiedere che i figli siano giustificati quando si tiene la cerimonia scolastica. Comunque, se dopo aver appreso l’atteggiamento della madre e aver visto ciò che è scritturale e quindi la volontà divina, e se in coscienza prendono la decisione di rifiutarsi a scuola o altrove di partecipare a queste cerimonie, in tal caso, naturalmente, questa azione non è da attribuire all’insistenza della madre ma alla volontà degli stessi figli, e il marito non potrebbe trovar da ridire contro di lei. Dopo tutto, il figlio ha la responsabilità di prendere la propria decisione secondo coscienza, e se il padre lo punisce per essersi astenuto in coscienza dal seguire le cerimonie patriottiche, il figlio soffre per amore di giustizia. — 1 Piet. 2:19, 20.
In armonia con il consiglio di 1 Pietro 3:1-6, la dedicata moglie cristiana di un incredulo terrà una condotta esemplare o mostrerà profondo rispetto per il marito, insegnando ai figli a comportarsi in modo simile. Comunque, ella non mancherà di partecipare attivamente alla vera adorazione, e con la sua fedele condotta e con le cose che dice eserciterà una grande influenza sia sul marito che sui figli, onde essi pure siano salvati. — 1 Cor. 7:14, 16.
Nel caso che il figlio mostri apprezzamento per le verità bibliche apprese dal genitore credente, anche la sua condotta sarà guidata dai princìpi cristiani. L’incredulo può ancora insistere che il figlio vada in chiesa, e il figlio minorenne, debitamente soggetto al genitore, sarebbe costretto ad andarvi; ma in chiesa egli non può in coscienza partecipare alle cerimonie idolatre, e quando gli sia data l’opportunità di parlare difenderà la Parola del suo Padre celeste. Quando il genitore incredulo gli chiede di fare qualche cosa che violerebbe direttamente la legge di Geova Dio, il figlio sarà guidato dal consiglio biblico: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governatore piuttosto che agli uomini”. “Chi ha maggior affetto per padre o madre che per me non è degno di me”. “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in unione col Signore, poiché questo è giusto”. — Atti 5:29; Matt. 10:37; Efes. 6:1.
Quindi, in ogni situazione, i dedicati membri d’una famiglia divisa mostrano dovuta considerazione per le loro circostanze. Essi riconoscono la loro principale responsabilità verso Dio, e, conforme a ciò, osservano le istruzioni divine di riconoscere il capo famiglia, mostrandogli l’amore e il profondo rispetto che gli sono dovuti.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1961 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
● Quando istituì la commemorazione della sua morte e fece il patto per il Regno con i suoi seguaci, partecipò Gesù al pane e al vino? — F. S., Stati Uniti.
Di questi emblemi Gesù disse: “Prendete, mangiate. Questo significa il mio corpo”. “Bevetene, voi tutti”. Non sembra quindi ragionevole concludere che Gesù partecipasse al pane, che rappresentava il suo stesso corpo carnale, né al vino, che rappresentava il suo stesso sangue. Benché non vi sia una scrittura specifica sull’argomento, è ragionevole e logico trarre questa conclusione. — Matt. 26:26, 27.
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Scritture per gennaioLa Torre di Guardia 1961 | 1° dicembre
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Scritture per gennaio
1 L’uomo buono trae dal suo buon tesoro cose buone, mentre l’uomo malvagio trae dal suo tesoro malvagio cose malvage. — Matt. 12:35. TG 1/12/60 1, 2
2 Noi siamo perciò ambasciatori in sostituzione di Cristo, come se Dio supplicasse per mezzo di noi. — 2 Cor. 5:20. TG 1/5/60 5, 6
3 Felici i mansueti. — Matt. 5:5. TG 1/8/60 1, 2
4 Serba l’effettiva sapienza e la facoltà di pensare, ed esse saranno la vita per l’anima tua. — Prov. 3:21, 22. TG 15/8/60 1
5 Sappiate questo, miei diletti fratelli. Ogni uomo deve essere pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira. — Giac. 1:19. TG 1/9/60 5
6 Ciascuno di voi individualmente ami sua moglie come ama se stesso; d’altra parte, la moglie dovrebbe avere profondo rispetto per il marito. — Efes. 5:33. TG 15/10/60 10, 11a
7 Poiché la nostra esortazione non sorge da errore né da impurità o con inganno, ma, come siamo stati provati da Dio idonei perché ci fosse affidata la buona notizia così parliamo, per piacere, non agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. — 1 Tess. 2:3, 4. TG 15/10/60 11, 12
8 Dio . . . ci ha riconciliati a sé mediante Cristo e ci ha dato il ministero della riconciliazione. — 2 Cor. 5:18. TG 1/5/60 12
9 Amiamo perché egli ci amò per primo. — 1 Giov. 4:19. TG 15/7/60 7, 8
10 Portiamo in cattività ogni pensiero per renderlo ubbidiente al Cristo. — 2 Cor. 10:5. TG 15/8/60 6
11 Ogni uomo deve essere . . . lento a parlare, lento all’ira. — Giac. 1:19. TG 1/9/60 12
12 Parlate veracemente gli uni agli altri. Con verità e giudizio di pace esprimete il vostro giudizio alle vostre porte. E non tramate nei vostri cuori la calamità l’uno contro l’altro, e non amate alcun falso giuramento; poiché queste son tutte cose che io ho odiate. — Zacc. 8:16, 17. TG 15/10/60 16, 17
13 Agli occhi dell’uomo tutte le vie sono diritte, ma il Signore [Geova] pesa i cuori. — Prov. 21:2, Na. TG 1/11/60 20, 21
14 Ascoltate e afferratene il significato: Non quello che entra nella bocca contamina l’uomo; ma quello che esce dalla bocca contamina l’uomo. — Matt. 15:10, 11. TG 1/12/60 4
15 Poiché dovunque due o tre persone sono riunite nel mio nome io sono in mezzo a loro. — Matt. 18:20; TG 15/9/60 8a
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DOV’È LA PERMANENTE DIMORA DELL’UOMO?
I risparmi di tutta una vita si spendono spesso per avere una casa comoda e piacevole nell’età della pensione e della vecchiaia, benché col tempo debba lasciarsi ad altri. Significa qualche cosa per voi sapere che Dio stesso sta ora rendendo possibile una dimora permanente per l’uomo — non in un altro mondo, ma su questa terra — una dimora che non dovrà mai perdersi a causa della morte? È un provvedimento che Dio promise quasi seimila anni fa, quando l’unica dimora dell’uomo era un paradiso. Per apprendere perché l’adempimento si avrà solo nella nostra generazione, leggete l’avvincente libro di 256 pagine Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato. Inviate la contribuzione di sole L. 500.
STUDI “TORRE DI GUARDIA” PER LE SETTIMANE
del 31 dicembre: Mostriamo maniere cristiane. Pagina 713.
del 7 gennaio: Progresso verso la maturità. Pagina 720.
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