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Nelle famiglie divise può esserci felicità?La Torre di Guardia 1978 | 1° marzo
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vincere dal male, ma vincete il male col bene”. (Rom. 12:17-21) Così facendo la moglie cristiana recherà anzitutto lode a Geova e poi avrà lei stessa pace mentale. Seguirà in tal modo il buon suggerimento dell’apostolo Pietro: “In maniera simile, voi mogli, siate sottoposte ai vostri mariti, affinché, se alcuni non sono ubbidienti alla parola, siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, essendo stati testimoni oculari della vostra condotta casta insieme a profondo rispetto. E il vostro ornamento non sia quello dell’esteriore intrecciatura dei capelli e del coprirsi di oggetti d’oro o dell’indossar mantelli, ma sia la persona segreta del cuore nella veste incorruttibile dello spirito quieto e mite, che è di grande valore agli occhi di Dio”. — 1 Piet. 3:1-4.
5, 6. Descrivete i passi che la moglie credente può fare per insegnare ai figli la verità.
5 Che cosa può fare la donna cristiana quando il marito non credente cerca di impedirle di ammaestrare e allevare i figli nella disciplina di Geova? Naturalmente, farà tutto il possibile per mostrare al marito i vantaggi di tale educazione per i figli, spiegando, se solo può, come l’educazione cristiana sarà nei migliori interessi dei figli. Spiegando ciò che i figli impareranno e come trarranno personalmente beneficio dalle adunanze e dall’associazione, può darsi riesca a intenerire il coniuge non credente affinché permetta loro di frequentare le adunanze cristiane.
6 Tuttavia, se il non credente è inflessibile e non permette ai figli di frequentare le adunanze cristiane, dovrà usare discernimento e intendimento per insegnare ai figli la via della vita eterna. Tenendo conto delle proprie circostanze, la moglie, pur avendo sempre una condotta casta e retta, dovrà confidare nell’aiuto e nella guida di Geova per assistere spiritualmente i suoi figli. Può sempre chiedere consiglio agli anziani della congregazione su ciò che sarebbe appropriato nelle sue particolari circostanze.
7. Quale obiettivo dovrebbe sforzarsi di raggiungere la moglie cristiana?
7 Una cosa di cui la moglie cristiana dovrebbe interessarsi è di fare tutto il possibile per rendere felice la relazione matrimoniale, pregando Geova e attendendo il giorno in cui il suo coniuge potrebbe tornare in sé e unirsi a lei nell’adorazione cristiana. Questo servirebbe a rendere veramente felice il matrimonio, poiché i due coopererebbero negli interessi della famiglia, con la prospettiva della vita eterna.
FAMIGLIE DISTRUTTE
8, 9. Quale responsabilità ha verso i figli la moglie che è stata abbandonata, e come può adempierla?
8 In certi casi il marito non credente si separa dalla moglie cristiana perché essa segue la via della giustizia. Altre donne sono venute a conoscenza della verità dopo che avevano ottenuto il divorzio o la separazione legale dal marito. Quando sorge il problema della separazione, bisogna pensare ai figli. Sebbene possa essere difficile allevare figli in una casa in cui un coniuge non è credente, certo a volte può essere anche molto difficile per una donna allevare figli in una casa in cui il marito e padre manca. La disposizione di Geova, naturalmente, è che i genitori, padre e madre, allevino i figli. La cerchia familiare unita offre il migliore ambiente per l’educazione dei figli. Ma che cosa può fare una madre coi figli piccoli quando nella casa non c’è un padre che educhi i figli e l’assista? È ovvio che non può trascurare i figli. Non può dedicare tutto il suo tempo a far conoscere e insegnare ad altri la buona notizia trascurando la famiglia. Né può passare tutto il tempo a pensare a sé, dimenticando che i figli hanno bisogno di attenzioni e cure. Essa ha la responsabilità di educare i figli, offrendo loro ogni possibile opportunità di crescere anche come figli di Geova e di suo Figlio, Cristo Gesù.
9 A tal fine deve condurre i figli nella congregazione cristiana onde si associno al popolo del Signore. Questo può essere un grande peso se nella famiglia vi sono parecchi figli piccoli, tutti bisognosi d’attenzione. Può avere la tendenza a darsi per vinta, pensando che lo sforzo sia troppo grande. Tuttavia, confidando in Geova, sforzandosi e mostrando il desiderio di educare i figli, essa può far molto. Lo stesso vale per il marito che deve aver cura dei figli senza l’aiuto e l’appoggio della moglie. Spesso nella congregazione ci sono alcuni che possono dare una mano. Sebbene non possano assumersi la responsabilità dei figli, possono aiutare.
DOVE TROVARE AIUTO
10. (a) Quali sono alcuni modi in cui è possibile assistere questi figli? (b) In armonia con Galati 6:2, che cosa si può fare localmente?
10 Forse nella congregazione c’è qualcuno che può dare un certo aiuto ai vostri figli. Per esempio, può darsi che un fratello o una sorella giovane abbia fatto amicizia con vostro figlio o vostra figlia e possa studiare con loro, offrendo una sana compagnia, e incoraggiandoli così nella via della giustizia. Forse c’è una coppia di sposi senza altre gravose responsabilità che potrebbe dare un po’ di assistenza ai vostri figli, aiutandoli così a stringere una relazione più intima con la congregazione e con i fratelli e le sorelle. — Gal. 6:2.
11. Mostrate come il genitore credente può essere un ottimo esempio per i figli.
11 Ma il genitore che si trova in tale situazione dovrebbe voler dare personalmente un ottimo esempio ai figli, frequentando la congregazione e conducendo una vita retta. La donna che si trova in questa situazione vorrà tenere la casa pulita, e coltivare qualità cristiane indicanti che si sforza di dare ad altri un buon esempio. E se a volte le sembra d’avere delle ragioni per esasperarsi e perdere la padronanza di sé, dovrebbe chiedere aiuto a Geova e astenersi dal dire e dal fare cose che non metterebbero in buona luce il suo modo di vivere quale cristiana. Se avete problemi di questo genere, perché non parlate agli anziani della congregazione? Ogni circostanza è diversa e non è facile dare consigli che vadano bene per tutti i casi. A volte i figli hanno bisogno della verga della disciplina, ma altre volte basterà fare con loro una schietta conversazione, che faccia appello al loro senso del bene e del male. La frustrazione è uno dei più grandi nemici nell’educare i figli. Specie quando c’è solo un genitore che fa da padre e da madre. Ma le calmanti, lenitive parole di Dio, contenute nella Bibbia, dovrebbero essere d’aiuto a tutti. — Prov. 16:24; Isa. 57:15.
UN ALTRO PROBLEMA DELLE CASE DIVISE
12, 13. (a) Menzionate un altro problema delle case divise. (b) Come si può risolvere questo problema?
12 Alcuni il cui coniuge si è separato o ha divorziato da loro hanno scritto alla Watch Tower Society chiedendo consigli per vincere la solitudine che provano non vivendo insieme al loro coniuge. Questo può senz’altro suscitare problemi nella loro vita. Il sano consiglio biblico è che gli sposati stiano insieme. (1 Cor. 7:10-13) Può darsi tuttavia che il coniuge non credente abbia abbandonato il credente, senza che questi ne abbia colpa. Come si può risolvere questo problema?
13 Certo, chi è separato dal suo coniuge è privato del “debito” matrimoniale. Ciò può causare ansietà e depressione. In certe circostanze il coniuge addolorato può seguire il suggerimento di Paolo di ‘riconciliarsi’, ponendo fine così alla separazione. (1 Cor. 7:11) Forse in altre circostanze questo non è possibile, specie se l’altro coniuge non vuole la riconciliazione, o se egli vi è disposto solo a condizioni che il cristiano non può accettare, come rinnegare la verità o praticare una condotta non cristiana che contamina il letto matrimoniale. — Ebr. 13:4.
14, 15. Quali suggerimenti sono dati ai credenti che si trovano in queste difficili circostanze?
14 È evidente perciò che il cristiano dovrà sforzarsi di seguire una condotta che sia in armonia coi princìpi cristiani e che, nello stesso tempo, lo aiuti a combattere la depressione e i sentimenti di solitudine che nascono. Forse è possibile disporre le proprie cose per dedicare più tempo a parlare ad altri del regno di Dio o a studiare la Bibbia con i nuovi interessati. (Confronta Luca 2:36, 37). Un altro modo per combattere la solitudine è quello d’essere più occupati ad aiutare chi ha bisogno nella congregazione. — Sal. 105:1, 2; Rom. 12:12, 13.
15 Se sei una donna, forse nella congregazione ci sono donne più avanti con gli anni che hanno bisogno di compagnia, di qualcuno che studi con loro o che in qualche modo badi a loro. Questo può essere un modo per impiegare profittevolmente le ore extra, se non sai come occupare il tuo tempo. Perché non ti guardi attorno nella congregazione per vedere se c’è qualcuno a cui puoi prestare tale tipo di assistenza? Si può trovare molta felicità prodigandosi in questo modo. (Atti 20:35) O forse nella congregazione ci sono altre donne in circostanze simili alle tue, forse il marito le ha lasciate, o forse sono vedove, e potete farvi compagnia dedicando proficuamente il tempo a qualche fase del servizio del Regno, edificandovi spiritualmente a vicenda con l’associazione.
16, 17. Dove si possono trovare conforto e consolazione, e quale buon consiglio di Pietro si dovrebbe tenere presente?
16 Non v’è dubbio che è difficile affrontare questi problemi della solitudine, dell’ansietà e della depressione che sorgono quando una famiglia è distrutta. Ma se date ascolto al consiglio del salmista, di ‘gettare su Geova stesso il vostro peso’, vedrete che ‘egli stesso vi sosterrà’ e vi aiuterà a far fronte con successo anche a questi difficili momenti della vita. — Sal. 55:22.
17 Ricordate sempre la ragione per cui vi trovate nelle attuali circostanze. Dato che è perché volete essere seguaci del Signore Gesù Cristo, certo la Parola di Dio vi recherà molto conforto nella vostra condotta. (1 Piet. 3:17) Cercate di vivere fedelmente, facendo la volontà di Geova, e abbiate la certezza che la vostra buona condotta non passerà inosservata al nostro grande Creatore, Geova Dio. — Matt. 10:36-39.
GIOIOSA ASSOCIAZIONE
18. Che cosa dà ai servitori di Geova una gioiosa speranza per il futuro, e che cosa può essere utile, in armonia con Giovanni 13:35?
18 Geova, il felice Iddio, ha indicato nella sua Parola di verità cosa ci vuole per essere felici e come i veri cristiani possono trovare autentica gioia e felicità. (1 Tim. 1:11; Matt. 5:3-5) Nella congregazione del popolo di Geova in tutta la terra troverete ogni specie di persone di qualsiasi condizione sociale. Essi hanno in comune una cosa, la fede in Geova. Essa dà loro una gioiosa speranza per il futuro. Come una famiglia unita, tutto il popolo di Geova dovrebbe interessarsi e si interessa del benessere dei fratelli e delle sorelle spirituali. Tutti dovrebbero cooperare manifestandosi reciprocamente vero amore e comprensione. Dopo tutto, Gesù disse che dall’amore che avremmo avuto fra noi ci avrebbero riconosciuto come suoi discepoli. (Giov. 13:35) Questo è il segno che distingue il vero cristianesimo.
19. (a) In base a Giovanni capitolo 10, come si può trovare vera felicità? (b) Come possono tutti fare la propria parte per promuovere e mantenere la felicità nella famiglia?
19 La fraterna associazione del popolo di Geova fa passi da gigante in tutto il mondo. Letteralmente decine di migliaia di persone affluiscono all’ovile dell’eccellente Pastore, desiderando essere guidate e curate dal Signore Gesù Cristo. Gesù disse molto appropriatamente: “Io sono il pastore eccellente, e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. (Giov. 10:14) Rimanendo nell’ovile, avremo le benedizioni, la gioia e la vera felicità che sono in serbo per i servitori di Geova. Che siamo sposati o no, che viviamo in case divise o anche in famiglie distrutte a causa dei problemi del vecchio mondo, abbiamo tutti la prospettiva della vita eterna sotto la disposizione del Regno. Con la nostra vita quotidiana e conformandoci alla giusta condotta e disciplina esposta nelle Sacre Scritture, possiamo essere una testimonianza vivente della veracità della Parola di Dio secondo cui i suoi servitori sono davvero un popolo felice, che serve gli interessi dell’eterno regno di Dio e di suo Figlio. Ognuno di noi, quindi, può fare la sua parte per promuovere e mantenere la felicità nella famiglia, alla gloria del nome di Geova!
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Traiamo beneficio dall’autorità di CristoLa Torre di Guardia 1978 | 1° marzo
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Traiamo beneficio dall’autorità di Cristo
NESSUN uomo o gruppo di uomini ma Gesù Cristo soltanto è Capo della congregazione cristiana. Egli non si arrogò questo onore né lo ottenne per consenso popolare. Glielo concesse il Padre suo. Scrivendo ai compagni di fede a Efeso, l’apostolo Paolo dichiarò che Dio ‘diede Gesù come capo sopra tutte le cose alla congregazione’. — Efes. 1:22.
È appropriato che Gesù Cristo occupi la posizione di capo della congregazione. I suoi insegnamenti, la sua vita e particolarmente la sua morte di sacrificio costituiscono la base stessa dell’esistenza della congregazione. Nessuno può essere membro della congregazione indipendentemente da Gesù Cristo. Gesù disse: “Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. — Giov. 14:6.
L’autorità di Cristo è mai oppressiva? Al contrario, il modo in cui agì quando fu uomo sulla terra è la prova che esercita l’autorità con amore e misericordia. Con pazienza egli spiegò ai discepoli le cose difficili, non caricandoli mai con più cose di quelle che erano in grado di capire. Ebbe amorevole cura delle loro necessità, facendo in modo che avessero il riposo e la tranquillità di cui avevano bisogno. In un’occasione, quando “non avevano agio nemmeno di mangiare un pasto”, Gesù disse ai discepoli: “Venite in privato, voi, in un luogo solitario, e riposatevi un po’”. (Mar. 6:31) Infine, Gesù depose la vita per i discepoli. Per usare le sue stesse parole, “nessuno ha amore più grande di questo, che qualcuno ceda la sua anima a favore dei suoi amici”. — Giov. 15:13.
L’esercizio dell’autorità da parte di Gesù Cristo non fu mai caratterizzato da mancanza di fiducia nei suoi seguaci. Egli espresse fiducia nel loro desiderio di compiere l’opera e la volontà del Padre suo. Ad esempio, una volta Gesù disse: “Chi esercita fede in me, farà anch’egli le opere che io faccio, e farà opere più grandi di queste”. — Giov. 14:12.
Come dovette essere incoraggiante per i discepoli udire queste parole! Singolarmente, nessuno dei discepoli di Gesù poteva neppure lontanamente fare tutto ciò che aveva fatto il loro Maestro. Però, collettivamente, poterono fare opere più grandi. Al tempo fissato da Dio, poterono portare la “buona notizia” a Ebrei e non Ebrei molto lontano dalla Giudea, dalla Galilea e dalla Perea, dove aveva predicato Gesù. Per mezzo di loro furono fatti molti più discepoli di quelli che aveva fatti Gesù nei tre anni e mezzo del
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