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Ciò che ci dice la cellulaSvegliatevi! 1974 | 22 marzo
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Così le sostanze chimiche prive di vita non producono “per caso” cellule viventi che si riproducono. Esse non possono nemmeno farsi riprodurre da uomini intelligenti. Gli animali unicellulari come l’ameba vengono oggi all’esistenza solo da un’ameba già esistente, sì, “secondo la sua specie”. A ciò non si è mai osservata nessuna eccezione.
Quindi, in quanto alla comparsa delle cellule viventi, allorché mettiamo da parte le “supposizioni”, che cosa pensate che le prove effettivamente sostengano, la Bibbia o l’evoluzione?
Ascesa la scala
Gli evoluzionisti dicono che il successivo passo che i ‘semplici’ organismi unicellulari come l’ameba dovettero compiere fu quello di divenire organismi pluricellulari. Ma c’è qualche prova di un graduale aumento di complessità fra tali forme di vita? Il libro Earth’s Most Challenging Mysteries dice:
“Dai protozoi [animali unicellulari] ai metazoi [animali pluricellulari] non ci sono forme di transizione a 2 o 3 cellule. Ma l’intera struttura dell’evoluzione crolla se non si può collegare questo essenziale anello”.
Esso non è stato collegato. Non c’è nessuna testimonianza che animali unicellulari si mutassero in animali di due o tre cellule. C’è invece un enorme salto dai protozoi unicellulari ai più inferiori metazoi pluricellulari. E non c’è nessuna prova che i protozoi si mutino in metazoi.
Interessante è anche il fatto che oggi tali forme di vita restano esattamente come sono. Nessuna di queste forme di vita ‘semplice’ mostra alcun desiderio di ‘migliorare’. Né lotta per ascendere a forme più complesse. Quale giustificazione c’è, dunque, per dire che accadde in quel modo in passato?
La rispettata pubblicazione Science, commentando un libro che proponeva una teoria di primitiva evoluzione da forme unicellulari a forme pluricellulari, disse che la spiegazione del libro apparteneva alla “fantascienza”. Essa disse: “Quanti animali pluricellulari avessero origine e se questo passo fosse compiuto una o più volte e in uno o più modi rimangono domande difficili e sempre dibattute le quali, come ha detto John Corliss, forse sono, ‘in ultima analisi, completamente senza risposta’”.
“Completamente senza risposta” e “fantascienza” dal punto di vista dell’evoluzione. Ma che dire se esaminiamo le prove come sono, indipendentemente dalle “supposizioni”? I fatti corrispondono con esattezza a ciò che ci attenderemmo dal racconto biblico. Essi mostrano che le forme di vita unicellulari, e le forme di vita pluricellulari, furono create separatamente e quindi si moltiplicarono “secondo la loro specie”.
Dovrebbe mostrarsi crescente complessità
Per giunta, tale crescente complessità, secondo l’evoluzione, dovrebbe mostrarsi in un altro modo, nella stessa struttura cellulare. Dovremmo attenderci di trovare qualche modello che lo riflettesse mentre le cellule ‘ascendevano la scala’.
Il nucleo delle cellule viventi contiene i vettori dei caratteri ereditari. Questi vettori si chiamano cromosomi. Se l’evoluzione è vera, è logico attendere un’ordinata crescita di cromosomi mentre la vita diviene più complessa.
Su questo argomento, il prof. Moore dell’Università dello Stato del Michigan narra:
“In qualità di professore che insegno i concetti dell’evoluzione a brillanti studenti che operano indipendentemente, ho visto, spesso, diversi elenchi di numeri di cromosomi che mi sono stati mostrati in libri di testo di vari autori. . . .
“I miei studenti che pensano indipendentemente hanno formulato la domanda o il problema: Se gli animali mutarono dalle cosiddette forme singole alle forme pluricellulari complesse (ed espressero lo stesso pensiero riguardo alle piante), c’è dunque qualche modello della crescita del numero dei cromosomi?”
Ce n’è? Ebbene, gli uomini hanno nelle cellule del loro corpo 46 cromosomi. Quindi, le piante e gli animali meno complessi dovrebbero sicuramente averne di meno. Ma riscontriamo che, fra altri, il peromisco ne ha 48, la moffetta 50, la scimmia cebo 54, la vacca 60 e l’asino 62! Perfino la modesta patata ne ha 48, e il cotone 52! E il protozoo unicellulare chiamato Aulacanta ha 1.600 cromosomi!
Non c’è dunque nessun modello di crescente numero di cromosomi come ci si attenderebbe se l’evoluzione fosse vera. Invece, ciò che troviamo è che ciascun gruppo di viventi ha la sua speciale struttura cromosomica, ed essa resta com’è. Questo è ciò che ci attendiamo di trovare se ciascuna specie fu creata separatamente, con le proprie caratteristiche, e non ebbe relazione con altre specie.
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Come avviene?Svegliatevi! 1974 | 22 marzo
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Come avviene?
UN ALTRO problema da considerare è questo: se l’evoluzione è vera, come avviene? Che cosa fa cambiare tanto i viventi così che piante e animali unicellulari si trasformano in forme di vita sempre più alte?
Gli evoluzionisti dicono che i cambiamenti hanno luogo dentro il nucleo della cellula. Credono che i meccanismi primari siano i geni, segmenti di cromosomi che sono i vettori dell’eredità.
Questi cambiamenti genici si chiamano mutazioni. Si dice che generino nuove caratteristiche e che siano la causa per cui forme di vita unicellulare poterono evolversi fino all’uomo. Il prof. P. Koller, genetista britannico, dichiara: “Le mutazioni provvedono variabilità e per questa ragione sono necessarie al progresso dell’evoluzione’’.
Producono niente di NUOVO?
Ma questi cambiamenti, queste mutazioni, producono realmente nuove caratteristiche? No, non le producono. Come indica il prof. Moore: “Qualsiasi mutazione genica non dà luogo che all’alterazione di tratti già esistenti o noti”. Così ogni mutazione genica è solo la variazione di un tratto che già c’è. Provvede varietà, ma nulla di veramente nuovo.
Per esempio, le mutazioni geniche possono cambiare il colore, la disposizione o la lunghezza dei capelli di una persona. Ma i capelli saranno sempre capelli. Non si muteranno mai in piume. La mano di una persona può esser cambiata dalle mutazioni, ma sarà sempre una mano, non un’ala d’uccello. Per giunta, tali cambiamenti variano solo entro un certo raggio, intorno a una media centrale. Per illustrare: le persone possono crescere fino all’altezza di circa 2 metri (Watussi) o a poco più di 1 metro (Pigmei). Alcuni supereranno i 2 metri d’altezza (la Bibbia riferisce che un tal uomo, Golia, fu alto metri 2,88) e alcuni nani sono più bassi di metri 1,20. Ma le mutazioni non faranno mai
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