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Perché le grandi città sono in sfaceloSvegliatevi! 1976 | 22 maggio
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dopo settimane perché nessuno andava mai a trovarli”. La notizia aggiunge: “Questo sarebbe stato assolutamente impossibile vent’anni fa”. Gli abitanti di altri grossi centri urbani sanno che questo non succede solo a Londra.
Imprigionati in appartamenti angusti e nelle strade strette delle città, anche i bambini soffrono. Perdono gran parte della gioia che si prova vivendo all’aria aperta, facendo scoperte e stando a contatto con la natura, ciò che è possibile nelle zone rurali. Spesso il modo in cui soddisfano il loro bisogno di provare eccitazione e di fare esperienze è quello di distruggere, infrangere e rompere le cose. I conseguenti atti di vandalismo e gli scarabocchi sui muri causano un ulteriore deterioramento delle città, e si piantano altri semi di delinquenza.
Così molte grandi città del mondo sono prese in un circolo vizioso di forze degeneratrici che apparentemente si alimentano da sé, peggiorando sempre. Ma le amministrazioni delle grandi città non cercano forse di migliorare la situazione?
Amministrazione comunale
“Oggi nessuna grande città americana è amministrata bene”, asserisce Milton Rakove, professore di scienze politiche all’Università dell’Illinois, “ed è improbabile che qualsiasi grande città possa esserlo, se si considerano i problemi in cui si dibattono le nostre città, le esigenze che i loro sistemi politici e amministrativi devono soddisfare, e l’incapacità di quei sistemi di soddisfarle”. — Times di New York, 23 ottobre 1975, pag. 39.
La mancanza di una direttiva permanente e stabile ostacola l’amministrazione di molte grandi città. Business Week dice di una città nei guai: “È amministrata da funzionari eletti che, per la natura stessa della politica, seguono spesso questa filosofia ‘Oggi ci siamo, domani non ci saremo più’”.
Il fatto che la classe dirigente è di passaggio può avere un effetto corrosivo sulle abitudini dei dipendenti municipali, la cui produttività si dice sia inferiore a quella di altri lavoratori. Si devono pagare lavoratori extra per fare lo stesso lavoro, esaurendo ulteriormente le finanze del comune. Perché? Un funzionario di uno dei più grandi sindacati di dipendenti municipali degli U.S.A. disse questo: “Quando il dipendente municipale scopre che il comune non si interessa di come fa il lavoro, anche lui perde l’interesse. . . . Vogliamo sentire la disciplina. La disciplina indica che qualcuno si interessa. Manca la direttiva”.
Anziché mostrare vero interesse, molti funzionari con moventi politici hanno la tendenza a “gettare denaro” sui problemi del comune con la speranza che spariscano. Invece di andare alla radice dei problemi, i loro programmi superficiali che hanno lo scopo di ottenere fondi spesso raggiungono proporzioni enormi e succhiano la linfa vitale delle città. Le disastrose conseguenze di tale politica sono ora evidenti in alcune grandi città del mondo.
Anche se le cose stanno così, la maggioranza dei governi nazionali è pronta a correre in aiuto delle città che si trovano nei guai, trasferendo così il peso sull’intera nazione. Sarebbe dunque un’esagerazione dire che tutte le grandi città rischino l’imminente crollo economico. Sembra che alcune facciano fronte alla situazione. Ma il tempo non è dalla loro parte.
La situazione di molte grandi città d’oggi potrebbe essere appropriatamente descritta da questa notizia sulla condizione di quelle inglesi:
“La loro struttura è strappata e a brandelli. La portata e l’efficacia dei loro servizi sono generalmente ridotte in un tempo in cui si chiede loro di più. È improbabile che il governo nazionale rifiuti di tirare fuori dei guai quelle città che sono così indebitate come lo è New York. È dunque probabile che le città continueranno a lottare, avendo servizi sempre meno efficienti a un costo sempre più elevato. Il tenore di vita nelle città diverrà sempre più basso, e lo stesso dicasi dei valori umani. Probabilmente la vita, come il traffico nelle città, andrà sempre più rallentando”.
Significa questo che la patopoli della teoria di Patrick Geddes, la città malata, in decadenza e in abbandono, sia l’unica prospettiva che si presenta alle odierne metropoli? Le grandi città non hanno dunque nessuna via d’uscita?
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Il solo modo di risolvere i problemi delle cittàSvegliatevi! 1976 | 22 maggio
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Il solo modo di risolvere i problemi delle città
NO, i problemi delle grandi città non si risolvono con l’impiego di una maggior quantità di denaro e di programmi dispendiosi. Questo tipo di “aiuto” ha solo affrettato la rovina delle città. Non risolve i problemi fondamentali. Troppo spesso le autorità municipali hanno “considerato il ghetto un’enclave cintata di mura in cui si può gettare un po’ di denaro per farlo stare tranquillo”, scrive Sol Linowitz, presidente del Consiglio municipale di Washington. “Una veduta simile può solo provocare il disastro”.
Qual è dunque la soluzione? Gli esperti dicono che ci vogliono alcuni cambiamenti fondamentali. “Le obbligazioni [emesse dai comuni] possono farci evitare la crisi finanziaria”, dice il sig. Linowitz. “Ma non avremo risolto i problemi fondamentali delle nostre città finché non avremo escogitato un mezzo per unire le persone . . . nella fiducia e nel rispetto reciproci”. — Times di New York, 25 ottobre 1975.
Inoltre, in una recente conferenza di parecchie centinaia di illustri scienziati, studiosi e altri tenuta a Houston (Texas) fu proposto un altro cambiamento fondamentale. Alcuni esperti avrebbero raccomandato che, per evitare “un futuro fosco e catastrofico . . . si dovrebbe dare alle persone l’incentivo a lasciare i grandi centri urbani per tornare alle zone rurali e si dovrebbero impiegare in compiti minori che richiedono un lavoro più intenso”. — U.S. News & World Report, 3 novembre 1975, pag. 88.
Ma pensate che fra non molto la maggioranza degli abitanti delle città ‘escogiteranno un mezzo che li unisca nella fiducia e nel rispetto reciproci’? O pensate forse che la maggioranza delle imprese, delle industrie e delle persone che abitano in città torneranno spontaneamente a un sistema di vita in cui si dia meno importanza alla produzione e alla convenienza? Anche se i capi politici tentassero di portare tali innovazioni, avrebbero le mani legate da forze indipendenti dalla loro volontà. Dove si può trovare il tipo di guida e di autorità lungimiranti necessarie per fare tali cambiamenti di vasta portata?
Occorre la direttiva dall’alto
Ebbene, considerate la Fonte dei cicli naturali della terra così meravigliosamente equilibrati e complessi. Questi cicli operano alla perfezione quando gli
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