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La santità della nostra guerraLa Torre di Guardia 1955 | 1° giugno
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re Saul disse a Davide uccisore del gigante: “Solo siimi valente, e combatti le battaglie dell’Eterno”. (1 Sam. 18:17) Fu con buon intendimento che Abigail, donna della città di Carmel, parlò allo stesso Davide, dicendo: “Per certo l’Eterno renderà stabile la casa del mio signore, giacché il mio signore combatte le battaglie dell’Eterno [Geova]”. (1 Sam. 25:28) Essere un combattente per Geova è un alto onore e una benedizione, e Geova è con ogni combattente teocratico. La divina benedizione è su di lui. Oggi vi sono combattenti cristiani per Geova, e in certo modo manifestano per Geova maggior coraggio dei combattenti israeliti, perché questi cristiani testimoni di Geova non impiegano armi né ricorrono alle micidiali armi carnali come facevano i guerrieri israeliti e non impiegheranno tali mezzi violenti né formeranno squadre militari nella battaglia di Harmaghedon, “la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Come si applica questo ai cristiani che combattono per Geova? Lo vedremo.
GUERRIERI SANTIFICATI
14. A causa della sua santità come erano preparati per la guerra coloro che vi s’impegnavano, e quale conversazione fra Davide e Ahimelech riguardava questo argomento?
14 La guerra teocratica è sacra, e quelli che hanno il privilegio d’intraprenderla sono santificati per essa a causa della sua santità. Dev’essere accettata e intrapresa in una condizione di santificazione come un santo servizio. Questo è evidente dalla conversazione di Davide col sommo sacerdote Ahimelech nella città di Nob, dove era stata trasferita la sacra arca di Geova Dio. Il re Saul era diventato geloso di Davide perché Geova aveva benedetto questo Suo giovane combattente. Finalmente Davide fu obbligato a fuggire da Saul per non essere ucciso. Accompagnato da giovani uomini fedeli per un tratto di strada, giunse a Nob, affamato e inerme. Desiderava del cibo per sé e per i giovani che aveva lasciati in un certo luogo. Davide poi disse al sommo sacerdote Ahimelech: “‘Or dunque, che cos’hai sotto mano? Dammi cinque pagnotte di pane, o qualunque altra cosa si possa trovare’. E il sacerdote rispose a Davide: ‘Non ho pane comune sotto mano, ma c’è il pane sacro; se almeno i giovani uomini si fossero astenuti da donne’. E Davide rispose al sacerdote: ‘Per verità le donne sono state tenute lontane da noi come sempre quando faccio una spedizione; i vasi dei giovani uomini sono santi, anche quando si tratta di un viaggio comune; quanto più saranno santi i loro vasi oggi?’ Allora il sacerdote gli diede il pane sacro; perché non c’era altro pane eccetto quello della Presentazione, tolto d’innanzi al SIGNORE [Geova], per essere sostituito dal pane caldo il giorno che veniva levato”. — 1 Sam. 21:1-6, RS.
15. Come indicò Gesù che si doveva considerare la santità per questo riguardo?
15 Il Signore Gesù indicò che si doveva considerare la circostanza in relazione con la santità quando confermò questo storico avvenimento e disse: “Non avete voi letto quel che fece Davide, quando ebbe fame, egli e coloro ch’erano con lui? Come egli entrò nella casa di Dio, e come mangiarono i pani di presentazione i quali non era lecito di mangiare né a lui, né a quelli ch’erano con lui, ma ai soli sacerdoti?” (Matt. 12:3, 4) Questa fu la ragione per cui Ahimelech chiese prima se Davide e i suoi giovani uomini si fossero astenuti da donne almeno per un giorno e Davide rispose affermativamente. Ma come riguardava questo la santità? E che cosa voleva dire la risposta da Davide che alludeva a una spedizione di guerra?
16. Perché i rapporti con donne avrebbero squalificato Davide e i suoi uomini per mangiare il pane di presentazione, e perché Davide mise in risalto la loro purezza facendo un paragone con una spedizione militare?
16 Essersi astenuti da donne voleva dire essersi astenuti dai rapporti sessuali con le loro mogli o concubine. In circostanze normali non c’era nulla di male o disonorante nel mantenere tali corretti rapporti. Ma quando una circostanza o un servizio richiedeva purità cerimoniale tali relazioni fra un Israelita e sua moglie erano illecite. Perché? Perché dopo tali rapporti tanto l’uomo che sua moglie erano formalmente impuri fino alla sera successiva. Nella legge teocratica trasmessa agli Israeliti per mezzo di Mosè era scritto: “L’uomo da cui sarà uscito seme genitale si laverà tutto il corpo nell’acqua, e sarà impuro fino alla sera. Ogni veste e ogni pelle su cui sarà seme genitale, si laveranno nell’acqua e saranno impuri fino alla sera. La donna e l’uomo che giaceranno insieme carnalmente, si laveranno ambedue nell’acqua e saranno impuri fino alla sera”. (Lev. 15:16-18) Pertanto, i rapporti sessuali avrebbero squalificato per quel giorno Davide e i suoi uomini per ricevere il rimanente pane sacro della presentazione da mangiare. Ora Davide asseriva che la missione che compiva al servizio del re era una missione ordinaria; tuttavia Davide disse ch’egli e i suoi uomini erano formalmente puri da rapporti sessuali con le loro mogli e concubine come se partecipassero a una “spedizione”, cioè, una spedizione militare. Partire per una spedizione militare o per la guerra richiedeva santificazione mediante la purificazione cerimoniale dei loro “vasi” ossia dei loro organi fisici. La natura teocratica della guerra esigeva santità di questo genere, perché la benedizione divina rimanesse con l’esercito e fosse concessa la vittoria a quelli che combattevano per Geova. Era un servizio sacro.
17. Come doveva esser mantenuto puro un accampamento militare degli Israeliti, e perché?
17 Si esigeva dall’accampamento israelita impegnato in guerra teocratica la purezza cerimoniale, morale e fisica. La legge di Geova precisa agli Israeliti: “Quando uscirai in guerra contro i tuoi nemici, guardati da ogni indecenza. Se tra voi vi sarà qualcuno che sia immondo a causa d’un sogno notturno, uscirà fuori del campo, né ritornerà se non dopo essersi lavato nell’acqua verso sera: dopo il tramonto del sole rientrerà nel campo. Avrai un luogo fuori del campo ove andrai a fare i tuoi bisogni: porterai alla cintola un piolo, e quando avrai fatto, scavando all’intorno, ricoprirai di terra gli escrementi, e te ne andrai. Siccome il Signore Dio tuo cammina nel mezzo del campo per liberarti, il tuo campo deve essere santo e nulla vi si deve vedere d’impuro, affinché egli non t’abbandoni”. (Deut. 23:9-14, Ti) Perché la divina presenza rappresentata dall’angelo di Geova potesse accompagnare l’esercito fino alla vittoria finale, il campo doveva essere tenuto puro secondo le norme teocratiche.
18. Come erano diversi i pagani nel campo e nella conquista, e come questa diversità fu illustrata dalla condotta di Uria l’Hitteo, guerriero del re Davide?
18 Il campo della nazione teocratica di Geova differiva quindi da quello degli eserciti pagani. I pagani portavano con sé delle donne con le quali i guerrieri potevano divertirsi, oppure quando avevano conquistato un luogo ogni libertà veniva data ai soldati perché s’impadronissero delle donne e le violentassero. (Isa. 13:16; Lam. 5:11; Zacc. 14:2) Esiste ancor oggi qualche cosa di simile, quando si legge o si sente di prostitute che seguono gli accampamenti militari e di ufficiali che provvedono deliberatamente luoghi di prostituzione nelle vicinanze per la soddisfazione sessuale dei loro soldati. Nell’accampamento teocratico d’Israele questo era vietato perché la guerra da essi intrapresa era teocratica, quindi sacra, ed esigeva dai combattenti la santificazione. Pertanto il contatto sessuale con le donne, anche con le loro proprie mogli e concubine, era loro vietato ed essi se ne astenevano volontariamente. Ecco perché Uria, Hitteo di buona volontà, quando il re Davide lo fece rientrare dal campo in Gerusalemme, non andò di notte a casa sua da sua moglie. Quando il re Davide, ignorando le sacre esigenze della campagna militare, domandò a Uria perché non fosse andato a casa sua quella notte, quel leale soldato rispose teocraticamente: “L’arca, Israele e Giuda abitano sotto le tende, Joab mio signore e i suoi servi sono accampati in aperta campagna, e io me n’entrerei in casa mia per mangiare e bere e per dormire con mia moglie? Com’è vero che tu vivi e che vive l’anima tua, io non farò tal cosa”. (2 Sam. 11:6-11) Uria voleva rimanere santificato per il combattimento. Per il momento quindi egli sarebbe stato come se fosse senza moglie. Questo ci ricorda ciò che l’apostolo Paolo disse ai cristiani: “Ma questo io dichiaro, fratelli, che il tempo è ormai abbreviato; talché, d’ora innanzi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero”. (1 Cor. 7:29) Alle volte i doveri teocratici possono separare un cristiano da sua moglie ed egli deve ubbidire.
19. Per la santità dell’esercito israelita quale condotta si esigeva nei riguardi delle ragazze prigioniere desiderate come mogli, e come e perché un uomo fidanzato a una ragazza era esonerato dal servizio militare?
19 Quando gl’Israeliti ricevevano il comando di conquistare un luogo e di uccidere gli uomini e le donne che non fossero vergini, essi non erano liberi di violentare le ragazze preservate in vita. Questo avrebbe contaminato l’esercito, perché sarebbe stato un atto di fornicazione, immoralità. Se un Israelita desiderava una ragazza prigioniera non poteva avere rapporti con lei subito dopo averla catturata. No, ma egli doveva serbarsi santificato per la guerra teocratica osservando la legge che diceva: “Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e l’Eterno, il tuo Dio, te li avrà dati nelle mani e tu avrai fatto de’ prigionieri, se vedrai tra i prigionieri una donna bella d’aspetto, e le porrai affezione e vorrai prendertela per moglie, la menerai in casa tua; ella si raderà il capo, si taglierà le unghie, si leverà il vestito che portava quando fu presa, dimorerà in casa tua, e piangerà suo padre e sua madre per un mese intero; poi entrerai da lei, e tu sarai suo marito, ed ella tua moglie”. (Deut. 21:10-13) Finché la campagna militare non fosse finita e la sua santità non fosse mantenuta, qualsiasi contatto sessuale non poteva ricevere l’approvazione divina. Se un uomo fidanzato con una ragazza fosse stato chiamato alle armi, egli veniva esonerato dai suoi doveri militari per un anno affinché potesse andare a casa a sposare la sua fidanzata e avere da lei un bambino per avere una progenie e tener in vita il suo nome, e così non sarebbe stato senza prole, se veniva ucciso in battaglia. — Deut. 20:7; 24:5.
20. Per il campo che cosa aveva maggiore importanza che l’impurità cerimoniale o morale?
20 La rivendicazione di Geova, l’Iddio della vittoria, era in giuoco. Mantenere il campo irreprensibile davanti a Dio e degno di vittoria mediante il costante favore di Geova aveva maggiore importanza che commettere qualche impurità cerimoniale o morale violando così la santità della spedizione militare. Questo si applica anche alla guerra sacra dei cristiani combattenti di Geova di oggi. Naturalmente, il patto legale che Geova Dio fece con gli antichi Israeliti per mezzo di Mosè non si applica oggi ai cristiani, e pertanto non si esige che i combattenti cristiani si astengano da rapporti con le loro mogli per il fatto che sono impegnati in una guerra sacra. Tuttavia, la loro condotta dev’essere pura moralmente e spiritualmente. Evitando l’immoralità e non commettendo adulterio spirituale con questo mondo essi si conformano alla santità di questa guerra cristiana. (Giac. 4:4) La loro parte nella rivendicazione di Geova è in giuoco, ed è per loro un’influenza purificatrice, uno stimolo per conseguire la purezza morale e spirituale.
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Sacerdoti nell’esercito teocraticoLa Torre di Guardia 1955 | 1° giugno
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Sacerdoti nell’esercito teocratico
1. Dalla presenza di chi era santificato il campo israelita, e perché tale presenza era necessaria?
LA SANTITÀ della guerra teocratica esigeva che gl’Israeliti si santificassero per questo servizio di Dio quali sostenitori della sua sovranità universale e giustizieri della sua giusta indignazione contro gli adoratori di falsi dèi. Era quindi necessario che i sacerdoti della tribù di Levi accompagnassero l’esercito israelita. La loro presenza conferiva maggiore santità all’esercito di Geova. Nei giorni in cui la sua sacra arca del patto era custodita nel tabernacolo o tenda vigeva l’usanza di portare l’arca nell’accampamento militare, poiché essa simbolizzava la presenza di Geova Dio con le sue forze combattenti. (1 Sam. 4:4-6; 14:18, 19; 2 Sam. 11:11) Ciò esigeva necessariamente la presenza di sacerdoti leviti nel campo, poiché essi soltanto erano autorizzati a portare l’arca di Geova Dio. Una volta un Israelita non appartenente alla classe sacerdotale morì fulminato per aver toccato l’arca nell’intento di impedire che cadesse dal carro. Se l’arca fosse stata portata dai sacerdoti leviti ciò non sarebbe accaduto. (Deut. 31:9; Gios. 3:17; 6:4-11; 1 Sam. 4:4; 2 Sam. 6:6, 7; 1 Cron. 15:2-15, 26) Inoltre quando l’esercito israelita si trovava di fronte a una battaglia era usanza offrire un sacrificio a Geova Dio, e ciò richiedeva la presenza del profeta di Geova o dei suoi sacerdoti leviti. (1 Sam. 7:9; 13:9) Per di più, prima d’intraprendere una certa strategia bellica il comandante militare timorato di Dio consultava Geova mediante l’arca del patto o mediante l’efod o mediante il sacro Urim e Thummim portati dal sommo sacerdote. I pagani, come Nabucodonosor re di Babilonia, ricorrevano a varie forme di divinazione, ma il popolo di Geova si rivolgeva a lui, il vero Dio, per la sua direttiva in battaglia. (Giud. 1:1; 20:27, 28; 1 Sam. 14:37; 23:2, 6, 9-14; 28:6; 30:8; 2 Sam. 5:19, 23; Ezech. 21:26) Anche questo richiedeva la presenza del profeta di Geova o del sacerdote nel suo campo teocratico.
2. A quale scopo erano ordinati dei sacerdoti direttamente al fronte prima della battaglia? Ma si esigeva forse che essi prendessero le armi e combattessero?
2 Geova ordinò specificamente i suoi sacerdoti al fronte nel dare il seguente comandamento agli Israeliti per le loro battaglie in Terra Santa, la Terra Promessa: “Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e vedrai cavalli e carri e gente in maggior numero di te, non li temere, perché l’Eterno, il tuo Dio, che ti fece salire dal paese d’Egitto, è teco. E quando sarete sul punto di dar battaglia, il sacerdote si farà avanti, parlerà al popolo e gli dirà: ‘Ascolta, Israele! Voi state oggi per impegnar battaglia coi vostri nemici; il vostro cuore non venga meno; non temete, non vi smarrite e non vi spaventate dinanzi a loro, perché l’Eterno, il vostro Dio, è colui che marcia con voi per combattere
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