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  • Chi non ha bisogno di conforto?
    La Torre di Guardia 1979 | 15 aprile
    • Chi non ha bisogno di conforto?

      UNA volta o l’altra, abbiamo tutti avuto estremo bisogno di conforto e di incoraggiamento. Questo perché nella vita ci sono tante cause di tristezza.

      Forse i genitori fanno di tutto per provvedere adeguatamente per i figli. Ma quando i figli crescono, a volte diventano ribelli e causano al padre e alla madre indicibile dolore e preoccupazione.

      Sul posto di lavoro, un uomo può essere oggetto di calunnia e ingiustizia. Nonostante la sua onestà e diligenza, forse non riceve promozioni perché la coscienza non gli permette di fare politica. Gente incompetente può anche pretendere di insegnargli il suo lavoro. L’uomo trema al pensiero di andare a lavorare, essendogli difficile sopportare tutte quelle cause di irritazione.

      Un adulto che è sempre stato attivo può essere ridotto all’impotenza da una malattia debilitante o può rimanere paralizzato a causa di un incidente. Non può più fare le cose che lo rendevano maggiormente felice. Forse è costretto ad attutire l’intenso dolore con potenti sedativi.

      E chi di noi non ha provato profonda tristezza per la morte di un intimo amico o di un parente? Forse ci siamo sentiti del tutto impotenti, soli e depressi.

      In tali situazioni, dove possiamo rivolgerci per avere conforto? Sarebbe davvero incoraggiante trovare una fonte che ci dicesse come altri hanno felicemente risolto gli stessi problemi e cosa li ha sostenuti durante la loro afflizione. La fonte di queste informazioni è la Bibbia. Essa contiene un onesto racconto di ciò che accadde a certuni e di come sopportarono queste prove senza amareggiarsi.

      Leggiamo del re Davide, il cui figlio Amnon si rese colpevole di stupro incestuoso e il cui figlio Absalom fu coinvolto in un omicidio e cospirò per impossessarsi del trono. Durante la sua vita, Davide fu anche severamente rimproverato dal fratello maggiore, fu costretto a vivere per parecchi anni come un fuorilegge essendo inseguito come un animale dal geloso re Saul, fu ripetutamente calunniato, fu tradito da un fido consigliere, si ammalò e si indebolì.

      Il saggio re Salomone espose come segue la cruda realtà della vita: “I veloci non hanno la corsa, né i potenti la battaglia, i saggi neanche hanno cibo, quelli che hanno intendimento neanche hanno ricchezze, neppure quelli che hanno conoscenza hanno favore; perché il tempo e l’avvenimento imprevisto capitano a tutti”. “Ho visto servitori a cavallo ma principi camminare sulla terra proprio come servitori”. — Eccl. 9:11; 10:7.

      Naturalmente, non tutti gli uomini e le donne menzionati nella Bibbia ebbero gli stessi problemi. Tuttavia, dal tempo in cui la vita di Abele fu violentemente stroncata dal fratello Caino, gli uomini sanno che cosa significa perdere una persona cara. Abraamo pianse la morte della diletta moglie Sara. (Gen. 23:2) Alla morte di Giacobbe, “Giuseppe cadde sulla faccia di suo padre e scoppiò in lagrime su di lui e lo baciò”. (Gen. 50:1) Davide pianse la morte del suo amico Gionatan e disse: “Sono angustiato per te, fratello mio Gionatan, tu mi eri molto piacevole. Il tuo amore mi era più meraviglioso dell’amore delle donne”. — 2 Sam. 1:26.

      Nonostante le amare esperienze e le avversità, Davide, Naomi, Anna, Abraamo, Giuseppe e molti altri che sono menzionati nella Bibbia non si fecero vincere da sentimenti di tristezza. Furono sorretti dalla fiducia in Dio.

  • Conforto nei momenti di dolore
    La Torre di Guardia 1979 | 15 aprile
    • Conforto nei momenti di dolore

      LA MORTE di una persona cara può essere davvero l’esperienza più sconvolgente della vita. Una giovane donna del Texas meridionale narra: “Ero incinta del secondo figlio quando mio marito fu ucciso. Questa tragica vicenda mi provocò grande depressione. Ad aggravare il trauma il mio bambino morì poco dopo la nascita. Smisi di parlare con chiunque, incluso il mio figlioletto. Ero preoccupata anche per il fatto che sebbene mio figlio fosse abbastanza grande per parlare, non diceva mai una parola. A quel tempo ero troppo introversa per capire che, se io non gli parlavo mai, non avrebbe mai imparato a esprimersi”. Questa donna aveva un disperato bisogno di conforto! Felicemente, fu incoraggiata quando una collega di lavoro cominciò a parlarle delle Sacre Scritture.

      Quale speranza offre la Bibbia a chi è afflitto dal dolore causato dalla morte? Le Scritture indicano chiaramente che non abbiamo motivo di preoccuparci per i morti né di lasciarci sopraffare dal dolore. Questo perché al tempo fissato da Dio i morti saranno destati alla vita. “Ho in Dio la speranza”, disse l’apostolo cristiano Paolo, “che vi sarà una risurrezione”. (Atti 24:15) Quelli che saranno destati alla vita avranno la prospettiva di non dover mai più soffrire a causa di miseria, infermità e morte. (Riv. 21:3-5) Tutta la tristezza provata dall’umanità sarà così interamente compensata dalle mutate condizioni che esisteranno dopo la loro risurrezione che “le cose precedenti non saranno richiamate alla mente, né saliranno in cuore”. — Isa. 65:17.

      Credendo nella risurrezione, i cristiani del primo secolo potevano sopportare molto più facilmente la perdita di una persona cara. Non si abbandonavano alle estreme e sfrenate manifestazioni di dolore caratteristiche di chi non ha nessuna speranza. (1 Tess. 4:13) Ma come si può essere sicuri che ci sarà la risurrezione?

      È degno di nota che la speranza dell’apostolo Paolo si basava sulla fede in Dio. Poiché l’Onnipotente è Colui che creò l’uomo, deve anche avere la sapienza e la potenza per destare i morti, per ricrearli. Infatti, ciò che la Bibbia ci dice sulla creazione del primo uomo Adamo può aiutarci a capire il miracolo della risurrezione.

      Adamo fu formato dagli elementi della terra. Naturalmente, questi elementi non hanno nessuna personalità e sono incapaci di attività o pensiero cosciente. Tuttavia, quando Dio organizzò questi elementi in un corpo armonioso e infuse energia in quel corpo con la forza vitale, venne all’esistenza una personalità distinta, un uomo avente la facoltà di pensare e di ragionare oltre che di trasmettere la vita mediante la procreazione. — Gen. 2:7.

      Si noti che quello che fece di Adamo un individuo non fu la sostanza che formava il suo corpo. Piuttosto, fu ciò che Dio fece agli elementi della terra. Perciò la risurrezione non dipende dalla conservazione o dalla ricostruzione delle molecole che erano nel corpo dell’individuo prima della morte. Anche durante la nostra vita, le molecole che formano il nostro corpo cambiano di continuo. Così le molecole che oggi formano il vostro corpo sono completamente diverse da quelle di circa sette anni fa. Nondimeno, siete sempre le stesse persone. Allo stesso modo, che uno sia destato alla vita umana o spirituale, il suo corpo conterrà tutte le caratteristiche date da Dio che faranno di lui lo stesso individuo che morì. Possederà la piena identità della sua vita precedente. — 1 Cor. 15:36-49.

      Oltre a enunciare la speranza della risurrezione, la Bibbia fornisce un fondamento per tale speranza. Dalle Scritture apprendiamo che non è una cosa nuova che dei morti siano riportati in vita, una cosa che non sia mai accaduta. Al contrario, la Bibbia narra casi specifici di uomini, donne e bambini che furono risuscitati. (1 Re 17:21-23; 2 Re 4:32-37; Mar. 5:41-43; Luca 7:11-15; Giov. 11:38-45; Atti 9:36-42; 20:9-12) La risurrezione più rimarchevole fu quella di Gesù Cristo. Circa 500 testimoni lo videro dopo che era stato destato dai morti. (1 Cor. 15:6) Questo avvenimento era così ben provato che l’apostolo Paolo poté dire che negare la risurrezione equivaleva a rifiutare tutta la fede cristiana. Leggiamo: “Se, in realtà, non vi è risurrezione dei morti, nemmeno è stato destato Cristo. Ma se Cristo non è stato destato, la nostra predicazione è certamente vana, e la nostra fede è vana. Inoltre, noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, perché abbiamo recato testimonianza contro Dio ch’egli ha destato Cristo, ma il quale egli non ha destato se i morti non sono realmente destati. Poiché se i morti non sono destati, nemmeno è stato destato Cristo, Inoltre, se Cristo non è stato destato, la vostra fede è inutile”. — 1 Cor. 15:13-17.

      Per l’apostolo Paolo e per milioni d’altri, l’incrollabile fede nella risurrezione dei morti fu fonte inesauribile di conforto. E continua ad esserlo ancor oggi. È vero che alcuni rideranno al pensiero della risurrezione, dicendo di non aver mai visto nessuno tornare dai morti. Ma la loro incredulità li mette forse in una posizione migliore per affrontare la morte? Negando l’evidenza storica delle risurrezioni passate, quale conforto possono dare a chi fa lutto? Quando perdono a loro volta parenti o amici cari, l’incredulità li aiuta forse a provare meno dispiacere? I fatti parlano da sé.

      Quindi, se perdete qualche persona cara, continuate ad attingere conforto alla sicura promessa divina della risurrezione esposta nella Bibbia. Non c’è nessun’altra speranza. Non ve la lasciate sfuggire. Provate anche soddisfazione recando sincero conforto a coloro che fanno lutto comunicando loro il messaggio biblico della risurrezione.

  • Come sopportare le infermità
    La Torre di Guardia 1979 | 15 aprile
    • Come sopportare le infermità

      Il RE Davide era gravemente malato e i suoi nemici speravano che morisse. Mentre attendevano con ansia un segno di peggioramento nello stato di salute del re, i visitatori gli auguravano ipocritamente ogni bene. Dopo di che si compiacevano nel comunicare ad altri le loro osservazioni negative. “L’ha colpito un morbo maligno”, dicevano. “Di dove giace più non s’alzerà”. Perfino un intimo amico, il fido consigliere Ahitofel, lo tradì. — Sal. 41:6-10, La Bibbia Concordata.

      Cosa aiutò Davide a superare questi momenti di terribile afflizione? Non perse la speranza e non si fece vincere dalla paura. Mantenne una forte fiducia in Dio, poiché dichiarò: “Geova stesso . . . sosterrà [il suo servitore] su un canapè di malattia; per certo cambierai tutto il suo letto durante la sua infermità”. (Sal. 41:3) Infine Davide si riprese dalla malattia.

      Ma come fa l’Altissimo a sostenere i suoi servitori afflitti? Per mezzo del suo spirito, Geova Dio richiama alla mente del malato pensieri di conforto e che rafforzano la speranza. Ciò che Dio fa a questo riguardo ha una parte essenziale nella guarigione. Quindi Davide poté dire che Geova cambia il letto dell’afflitto, trasformandolo da un letto di malattia in un letto di guarigione.

      Un fatto interessante è che i medici moderni riconoscono che la speranza è preziosa per guarire da una malattia. Per esempio, nel suo libro The Vital Balance, il dott. Karl Menninger scrive: “La nostra attuale conoscenza scientifica non basta per riconoscere o identificare o spiegare correttamente tutte le forze che operano a favore della guarigione più di quanto non conosciamo in ciascun caso tutte le forze contro cui combattiamo. Ma c’è una cosa che sappiamo: Talora la speranza viene meno, e ne segue la morte, mentre talora la speranza sussiste, e accade l’impossibile”.

      Riguardo all’effetto nocivo della disperazione e del timore, The Encyclopedia Americana dichiara: “L’azione del timore sulla mente, se non lo si vince, è accompagnata spesso dalle più gravi conseguenze, specie quando c’è un’infermità in atto o quando c’è la minaccia di una malattia. Il timore produce su molti un effetto assai più grave della peggior forma di qualsiasi temuta malattia. Nel caso delle malattie epidemiche il terrore che esse ispirano è spesso fatale quanto l’infezione, in quanto paralizza il sistema e priva il corpo della naturale elasticità della sua forza nervosa, e la mente della spinta che viene dalla speranza, per cui quelli che, per età ed energia, avevano le migliori probabilità di scamparla, cadono vittime. Il timore è un veleno per la mente, e il più potente antagonista per la salute e la medicina”.

      Chi ha incrollabile fede in Dio e nelle promesse della sua Parola è protetto dal soccombere a tale deleterio timore. Prova conforto nel sapere che qualsiasi afflizione a un certo punto finirà. Anche se quella fine fosse la morte, non è sopraffatto dal timore, perché la promessa divina della risurrezione dai morti lo sorregge. Mentre è nell’angustia supplica Geova Dio di aiutarlo a sopportare. E lo spirito o forza attiva di Dio provvede la forza necessaria. Inoltre, il malato attende con fiducia l’adempimento della promessa biblica: “[Dio] asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”. — Riv. 21:4.

      La speranza suscitata da questa meravigliosa promessa può aiutare a mantenere la serenità nonostante la grande afflizione causata da una malattia o da un incidente. Prendete il caso del 43enne Robert affetto da cancro alla spina dorsale nello stadio terminale. I medici gli dissero che aveva solo una settimana di vita. Ma circa quattro mesi dopo, nonostante la grave infermità, dispose di assistere a un’assemblea dei testimoni di Geova. Sdraiato sul suo lettino, poté ascoltare alcune sessioni del congresso. I medici specialisti non riuscivano proprio a credere che potesse tenersi così su di morale. ‘La speranza nel nuovo sistema promesso da Geova mi permette di tirare avanti’, diceva Robert. Perseverò anche nella preghiera, implorando l’Altissimo di dargli la forza di sopportare.

      La stessa promessa cambiò la vita di Yuko, una giovane giapponese. A 31 anni fu colpita dal Kogenbyo, una malattia che fa indurire la pelle e irrigidire il corpo come una mummia, e la morte sopraggiunge lentamente man mano che la malattia si estende. Dapprima le si irrigidì la mano destra e le si rattrappirono le dita. Non esistendo nessuna cura, Yuko era molto depressa, specie quando pensava al futuro dei suoi tre figli. All’ospedale, subentrò l’anemia, e i muscoli della bocca e del mento divennero così rigidi che non riusciva più a parlare liberamente. Fu necessario nutrire Yuko solo con liquidi.

      Ma cosa accadde dopo che ebbe cominciato a studiare la Bibbia? Fu molto confortata apprendendo che Geova stabilirà un nuovo ordine in cui non ci si ammalerà e non si morirà più. Yuko narra: “Per la prima volta avevo trovato una speranza sicura. Infine nutrii il forte desiderio di parlare delle mie credenze ad altri che erano in condizioni simili, affinché anch’essi imparassero a mettere tutto nelle mani di Geova. A causa dell’anemia di cui soffrivo, il medico non voleva che uscissi e mi esponessi al sole. Ma io sentivo il bisogno di parlare di quello che avevo imparato. Il risultato? L’anemia non mi ha più dato problemi. Uscendo per parlare ad altri della Bibbia mi venne un bell’appetito e così aumentai di peso. Cominciai anche a muovere più liberamente i muscoli della bocca. Quando pensa al miracoloso miglioramento del mio stato di salute, il medico scuote la testa sbalordito, non comprendendo che cosa abbia potuto produrre un tale cambiamento”.

      Una trasformazione simile fu quella subita da un giovane affetto da sclerosi multipla. Aveva metà del corpo paralizzata, e passava il tempo su una sedia a rotelle in una camera privata di una casa di cura. Con una mano muoveva la sedia a rotelle, spostandosi avanti e indietro, a destra e a sinistra. Avendo perso ogni speranza non vedeva l’ora di morire. Dopo un periodo di studio biblico con un testimone di Geova, comunque, quest’uomo cominciò a interessarsi maggiormente della vita. Si sforzò di camminare aggrappandosi ai mobili. Col tempo divenne molto esperto nell’uso di un supporto meccanico. Invece di continuare a vivere in una casa di cura, si trasferì nel proprio appartamento, cominciò a prepararsi i pasti da sé e a pulire anche la sua abitazione. Anziché continuare a pensare a quando sarebbe morto, questo giovane cominciò ad attendere con ansia l’adempimento della promessa biblica riguardo a un mondo senza malattie.

      Fino a oggi il messaggio della Bibbia ha dunque dato conforto e incoraggiamento agli anziani, agli infermi e a quelli che soffrono per incidenti o malattie. Imparando a confidare in Geova Dio per avere forza e facendo propria la speranza che egli offre, essi hanno potuto sopportare grande afflizione. Che eccellente testimonianza è questa del fatto che la Bibbia è fonte inesauribile di conforto!

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