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  • Domande dai lettori (3)
    La Torre di Guardia 1953 | 15 agosto
    • inizio durante i suoi anni formativi, un inizio verso il giusto cammino che conduce alla vita, invece di lasciarlo solo perché divenga preda della stoltezza infantile e di Satana? Proteggete il fanciullo da lui stesso e da altri. — Prov. 22:6, 15.

      Finché i figli si trovano sotto il tetto paterno e sotto la responsabilità paterna essi dovrebbero ubbidire al capo famiglia. I figli devono imparare che non possono sempre fare di loro testa, che hanno un capo su di loro, come l’ha la moglie, lo ha l’uomo, lo ha la chiesa e lo ha Cristo. (1 Cor. 11:3) Geova Dio è l’unico nell’universo che non ha un capo. Se i figliuoli di Geova nella famiglia teocratica universale non lo ubbidiscono essi vengono scacciati dalla sua famiglia e non son più considerati come figli e figlie, ma sono ritenuti illegittimi. (Ebr. 12:4-11) Se il capo della famiglia umana, l’uomo, è nella verità ma non tiene i propri figli nella sottomissione, ciò che certamente includerebbe sottomissione nella questione più importante dell’adorazione di Geova, in tal caso non dev’essere impiegato come servitore nella congregazione. Se non sa presiedere sulla sua propria famiglia, come potrebbe egli presiedere teocraticamente sopra una congregazione? (1 Tim. 3:4, 5, 12; Tito 1:6) Pertanto i figli dovrebbero essere soggetti ai genitori, e ciò significa anche sottomissione alla paterna esigenza che assistano alle adunanze.

      Dunque evitate la comoda e facile opinione mondana che i figli siano lasciati a loro stessi finché siano cresciuti e poi scelgano la loro religione. L’estesa delinquenza giovanile non dà credito alle regole del mondo circa l’educazione dei figli, né la delinquenza religiosa parla a favore dei suoi metodi in quel campo. Le sue idee sull’educazione infantile non annullano quelle di Dio, così come i suoi bassi principi morali non cancellano le alte esigenze morali della Parola di Dio. Noi siamo misurati dalle regole bibliche, non da quelle del mondo. La Bibbia è la nostra guida, non il mondo. Noi siamo considerati diversi dal mondo perché seguiamo regole più elevate. Perciò non dovremmo ragionare alla maniera mondana con una mente mondana, ma acquistare la mente di Dio su queste cose e fare in modo che i suoi pensieri siano i nostri pensieri. (Isa. 55:8, 9) Nelle famiglie mondane i figli possono anche comandare ai genitori; nelle famiglie teocratiche non lo fanno. Quando mai è il fanciullo il capo della famiglia, per dire ai genitori quello che vuole o non vuole fare? In Israele i figli ostinati potevano essere lapidati. (Deut. 21:18-21) Giosuè non lasciava che nella sua famiglia ciascuno scegliesse la propria religione, se servire Geova o servire qualche falso dio. Giosuè decise non soltanto per se stesso ma per la sua intera famiglia assumendosene la responsabilità familiare e scegliendo saggiamente per la preservazione di tutti quelli che si trovavano sotto la sua autorità. (Gios. 24:15) Forse certi genitori hanno bisogno di riesaminare il loro metodo di educare i figli, data la più chiara comprensione relativamente al merito della famiglia e alla responsabilità della famiglia.

  • Domande dai lettori (4)
    La Torre di Guardia 1953 | 15 agosto
    • Domande dai lettori

      ◆ Un trattato pubblicitario di presunti mezzi di cura della Jonadab Wise School of Health (Scuola di salute di Gionadab Wise), distribuito ai testimoni di Geova partecipanti all’ultima assemblea di Washington, D. C., dice fra l’altro: “Questo straordinario e autentico servizio è preparato e offerto a voi dai Testimoni di Geova”. Raccomanda la Società Watchtower questo? — W. H., California.

      No, la Società non lo raccomanda. Dandone conferma per iscritto, diciamo che noi non siamo dei consulenti medici. Lasciamo ad ogni singolo la scelta del proprio metodo di cura. Alcuni possono desiderare interventi chirurgici, altri medicine, altri diete, ed alcuni possono preferire diverse altre specie di cura. Una malattia può richiedere la chirurgia, un’altra la dietetica. Inoltre, la cura che fa bene ad uno può essere di nessun aiuto ed anche nuocere ad un altro. Perciò, ognuno si rivolga a quelli che sono esperti nella cura da lui scelta. La Società è stata fondata allo scopo di predicare il vangelo, e in questo campo di attività noi siamo lieti di offrire assistenza e consiglio. Noi non esercitiamo la professione di medici, e non consigliamo su fatti inerenti alla salute se non quando implicano problemi scritturali, come nel caso delle trasfusioni di sangue.

      Di tanto in tanto pubblichiamo articoli su argomenti di chirurgia, chiropratica, osteopatia, zonaterapia, ecc. Tali articoli non costituiscono da parte nostra alcuna raccomandazione di queste cure. Sono presentati nell’Awake! nello stesso modo che vengono trattati gli altri articoli, vale a dire, come una generica informazione e non come una raccomandazione. La provvisione divina di restaurarci alla perfezione è la redenzione mediante Cristo Gesù. Nel frattempo, ogni fanatismo in fatto di salute non è saggio, e lasciarsi prendere da una mania per la salute è una specie di introversione che tiene la mente occupata su se stessi, il che non porta né alla salute fisica né a quella spirituale. Le pretese esagerate di guarigioni con questo o con quel sistema sono sempre sospette. Come già affermato, ogni individuo è diverso dall’altro. (Rom. 14:2, 3) La moderazione è generalmente benefica.

      Infine, se qualcuno pretende che la Società sostenga questo o quel programma di salute, badi bene che tale persona usa abusivamente il nome della Società a scopi commerciali, per guadagno personale. (1 Tim. 6:5-10) Alcuni possono tentare di propagandare le loro pasticche o altri prodotti salutari o delle cure citando una figura rinomata fra i testimoni di Geova come cliente o paziente; ciò non dovrebbe mai essere inteso nel senso che la Società appoggi tali pasticche o tali cure. Ve ne sono di onesti che cercano di aiutare e anche d’imbroglioni che cercano di sfruttare in tutti i vari campi della terapia sia quella riconosciuta che quella non riconosciuta. La Società è separata da loro, interamente assorbita nella sua opera di predicazione del vangelo.

  • Domande dai lettori (5)
    La Torre di Guardia 1953 | 15 agosto
    • Domande dai lettori

      ◆ Perché Atti 15:20, 29 ordina ai Cristiani di astenersi dalla carne sacrificata agl’idoli e 1 Corinzi 8:1-10 permette di mangiare tale carne? — J. H., Texas.

      Molti Cristiani fra i Gentili, quando ancora erano pagani, mangiavano la carne offerta agl’idoli, la mangiavano per festeggiare l’idolo, e fu ritenuto che avessero così comunione con l’idolo. Queste erano delle sacre festività in cui certe parti dell’animale venivano usate sull’altare dell’idolo e certe altre venivano adoperate dall’offerente, e quindi chi ne mangiava in tali circostanze era partecipe dell’idolo o del dio demonico che l’idolo rappresentava; come gl’Israeliti partecipavano all’altare di Geova quando mangiavano parte dei sacrifici animali che offrivano al tempio, e come più tardi i Cristiani partecipavano alla mensa di Geova quando prendevano il pane e il vino del Memoriale. È questo atto formale, religioso, sacro di mangiare carne sacrificata agl’idoli che Atti 15:20, 29 e Atti 21:25 vieta. Esso renderebbe i Cristiani partecipi coi demoni, e quindi inadatti a partecipare alla mensa di Geova. — 1 Cor. 10:18-21, NW.

      Però, non tutta la carne sacrificata agl’idoli era usata nelle feste sacre, anzi una gran parte si trovava nelle macellerie o mercati pagani di carne. Era tale carne che 1 Corinzi 8:1-10 consentiva ai Cristiani di comperare e mangiare. Qualsiasi specie di carne fosse venduta in questi mercati, anche se il sangue dell’animale o una parte della sua carne fosse stata usata per il culto dell’idolo da parte degli idolatri, poteva esser mangiata dai Cristiani. Non era mangiata allo scopo di prender parte alla sacra festa in onore di un idolo. Tuttavia in un certo caso il Cristiano doveva fare attenzione: non doveva far inciampare un fratello più debole. Se uno che non fosse maturo nella conoscenza e nell’intendimento in materia facesse qualche obiezione a un fratello maturo che mangia la carne, il fratello maturo non ne avrebbe mangiato. Benché libero di farlo, non avrebbe permesso che la sua libertà desse motivo a uno più debole di lui di giudicarlo male. Si sarebbe astenuto dal mangiarne piuttosto che far inciampare il suo fratello più debole. — 1 Cor. 8:11-13; 10:23-33.

      Si potrebbe in certo qual modo chiarire la situazione con questa illustrazione, benché non sia analoga. Noi oggi possiamo bere del vino e mangiare del pane; ma noi non berremmo né mangeremmo queste cose coi falsi religionisti i quali celebrerebbero indegnamente la cena del Signore. Parimenti, quelli della classe delle “altre pecore” non berrebbero del vino né mangerebbero del pane alle nostre celebrazioni del Memoriale; però potrebbero senza pregiudizio bere un po’ del vino e mangiare un po’ del pane che fosse rimasto più tardi nella serata dopo la celebrazione, oppure il giorno seguente, e fuori della Sala del Regno. Ma se qualche fratello provasse al riguardo degli scrupoli, e fosse contrario a questo successivo uso del pane e del vino, in tal caso per riguardo alla loro coscienza e per evitare di scandalizzare gli altri fratelli non userebbero questi resti in presenza di tali individui più deboli, benché verso Dio non sarebbe commesso alcun male per tale uso del pane e del vino.

      In ogni cosa voi siete arricchiti per ogni specie di generosità, che produce per mezzo nostro un’espressione di ringraziamento a Dio; poiché il ministero di questo servizio pubblico non è solo per supplire abbondantemente ai bisogni dei santi ma anche per essere ricchi di molte espressioni di ringraziamento a Dio. — 2 Cor. 9:11, 12, NW.

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