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  • Infelici lamentatori
    La Torre di Guardia 1953 | 1° maggio
    • del suo Dio. Invece scelse una condotta peccaminosa e abbandonò Dio, e come conseguenza l’intera nazione perdette la sua felicità. Dal racconto biblico di questa nazione vediamo che non ci furono troppe occasioni di felicità, perché fu una razza dal collo duro e un popolo lamentatore. Esso non rese la vera adorazione a Geova; perciò non ricevette la benedizione di Dio. Gesù fece una verace dichiarazione quando disse: “Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà, e verremo da lui e faremo la nostra dimora presso di lui”. (Giov. 11:23, NW) Troppo spesso gl’Israeliti non vollero fare la loro dimora presso Geova, ma il loro desiderio fu quello di tornare all’Egitto e all’adorazione di dèi pagani.

      5, 6. Qual è la nazione felice ora, e che cosa contribuisce alla sua felicità?

      5 Oggi vediamo i testimoni di Geova come una nazione che Geova ha suscitato, un popolo scelto da ogni nazione, tribù e lingua; ed essi sono una nazione felice. Perché succede questo? Perché hanno ubbidito alle parole di Gesù; e perciò il Padre li ama e ha fatto la sua dimora presso di loro. Essi adorano il loro Padre del cielo in ispirito e verità. Non pensano di fare le cose a loro proprio modo ma sono ansiosi di fare la volontà del Padre e di seguire i comandamenti di Cristo Gesù, il Figlio di Dio. Provano felicità nella predicazione dell’evangelo del regno di Geova in tutto il mondo per una testimonianza. Il dono che Dio dà loro è la conoscenza della verità, e i testimoni di Geova sono felici di dare questa verità ad altri nel mondo intero. Essi non sono egoisti, tenendosela per sé. Pubblicano Bibbie, libri, opuscoli e riviste, distribuendoli per lungo e per largo in molte lingue in tutto il mondo.

      6 I seguaci delle false religioni del mondo non possono capire perché tutti i testimoni di Geova sono così attivi; ma la loro attività è la loro adorazione dell’Altissimo. I testimoni di Geova cercano la vita nella felicità, e mentre vivono ora acquistano felicità. Han trovato il segreto d’esser felici anche in questo attuale empio mondo. Essi hanno dimostrato a se stessi che c’è più felicità nel dare le verità della Parola di Dio, che hanno ricevute così abbondantemente, a tutte le nazioni del mondo; quindi danno costantemente ciò che hanno ricevuto. L’organizzazione dei testimoni di Geova è piena di persone felici. Esse sono amichevoli, e sono ansiose di vedere altri uniti a loro nella felicità e nella vera adorazione dell’Altissimo. Per questo troviamo che vanno di casa in casa, di città in città, di nazione in nazione, adempiendo il comando di Gesù: ‘Questo vangelo del regno dev’essere predicato in tutto il mondo per una testimonianza.’ I testimoni di Geova come nazione son felici perché il loro Dio è Geova.

      7. Qual è la ragione per cui alcuni nell’organizzazione ricadono nel mondo e perdono la felicità.

      7 Alcune volte ne vediamo uno qui o là nell’organizzazione che ricade nel mondo. Perché avviene questo? La ragione è semplice. Succede perché ha smesso di predicare; egli ha smesso di dare. Non c’è nessun luogo per la persona nell’organizzazione di Dio a meno che non adori Dio. Se smette di adorare, essa si porta fuori dell’organizzazione. Quando si smette di studiare la verità e si abbandona Geova non si ha più niente da dare ad altri. Quindi la verità non è in lei. Lo studio è essenziale per rimanere nell’organizzazione di Geova. Se uno non accoglie di continuo le verità e la luce che risplende sempre più fino al giorno perfetto, diverrà indifferente verso i suoi privilegi di predicare la buona notizia del Regno. Egli comincerà subito a pensare di non aver nulla da dire al popolo. La ragione di questo è il fatto che ha permesso alla sua mente di divenir oziosa. In realtà egli dice: Io non voglio più il cibo della tavola di Geova. Indi smette di servirsi della conoscenza che ha; non la dà ad altri, e la sua felicità svanisce. La felicità viene maggiormente col dare.

      ESEMPI TIPICI

      8. Malgrado la liberazione dall’Egitto perché Israele non rimase felice?

      8 Date uno sguardo ai figli d’Israele quando erano nel deserto. Considerate ciò che Geova aveva fatto per loro liberandoli dall’Egitto. Laggiù essi erano stati sotto un’oppressiva organizzazione schiavistica, ma ora l’Iddio del cielo, Geova, li aveva liberati conducendoli nel deserto. Egli li aveva protetti per mezzo della sua grande potenza guidandoli attraverso il Mar Rosso dall’Egitto al deserto. Li cibò per quarant’anni mentre vagavano in questo strano territorio. Considerate la grandezza dell’amore di Dio per questo popolo nel condurli verso la Terra Promessa. Ma con tutto questo e malgrado la loro liberazione gli Israeliti non erano contenti. Essi non avevano amore. Non rendevano a Dio la vera adorazione come nazione, e non eran felici.

      9. Perché delle persone a volte pensano che il carico sia troppo pesante per loro, e come illustrò questo Mosè?

      9 Tuttavia, c’erano molte persone nella nazione che provavano la gioia di servire Dio e che eran fedeli alle istruzioni date loro. Alcune volte anche tali fedeli persone pensano che il carico da portare sia per loro troppo pesante quando la responsabilità viene posta su di loro. In tal caso non hanno fede nelle provvisioni di Dio. Mosè, per esempio, servì come mediatore fra Dio e gl’Israeliti. Ma una volta si sentì come se fosse richiesto troppo da lui. I figli d’Israele si lamentavano, criticavano e piangevano per avere la carne. In sostanza dicevano: ‘Questa manna che Dio ci dà dicendoci di raccoglierla ogni mattina non ci soddisfa. Ciò che noi vogliamo è la carne.’ Chiedevano a Mosè che la provvedesse loro. Essi si erano lamentati spesso prima ed ora erano in un infelice stato mentale, e i loro mormorii suscitarono infine in Mosè questa stessa attitudine mentale. Per capire l’intero racconto leggi Numeri 11:11-15. Qui troviamo che Mosè dice: “Perché hai trattato così male il tuo servo? perché non ho io trovato grazia agli occhi tuoi, che tu m’abbia messo addosso il carico di tutto questo popolo? L’ho forse concepito io tutto questo popolo? o l’ho forse dato alla luce io, che tu mi dica: Portalo sul tuo seno, come il balio porta il bimbo lattante, fino al paese che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Donde avrei io della carne da dare a tutto questo popolo? Poiché piagnucola dietro a me, dicendo: Dacci da mangiare della carne! Io non posso, da me solo, portare tutto questo popolo; è un peso troppo grave per me. E se mi vuoi trattare così, uccidimi, ti prego; uccidimi, se ho trovato grazia agli occhi tuoi; e ch’io non vegga la mia sventura!”

      10. Perché in quel tempo Mosè non fu felice di avere tanta responsabilità?

      10 Questa non era un’attitudine di mente molto felice. La fede di Mosè si stava indebolendo; la sua fiducia in Geova veniva meno. Certo dev’essere stato così opprimente per Mosè essere associato con quel popolo che lo portò al punto di volere che Dio lo uccidesse per liberarsi di loro. Mosè mostrò lo spirito erroneo in questa dura prova. Egli non volle assolvere la responsabilità che Dio aveva posta su di lui. E perciò non confidava pienamente in Geova Dio in quel momento. Mosè si sentiva molto male; e mentre guardava il gran numero di persone, in realtà mise in dubbio la potenza di Dio. Egli avrebbe dovuto riflettere alle meravigliose opere che Dio aveva compiute nei tempi passati. Sarebbe stato molto meglio che Mosè attendesse disposizioni da Geova e lo pregasse, chiedendo: “Che cosa devo fare io? Che cosa farai tu per questo popolo?” Mosè non volle dare a queste persone e pensò che nessun altro avrebbe dovuto dar loro. Egli non era felice, questo è certo.

      11. Come Mosè mostrò qui una certa mancanza di fede, e quale attitudine simile corrisponderebbe a ciò oggi?

      11 Iddio disse a Mosè che Egli avrebbe dato carne agl’Israeliti, non per un giorno, o per due giorni, o per cinque giorni, o per dieci o venti giorni, ma per un mese intero, ‘finché vi venga fuori dalle narici e vi faccia nausea, perché avete rigettato Geova che è in mezzo a voi.’ (Num. 11:18-20) Mosè disse in effetti a Dio: ‘Tu non puoi cibare 600.000 uomini. Non puoi provvedere carne per dar da mangiare a tutto questo popolo, due milioni di persone o più, compresi le donne e i fanciulli. Difatti, non ci sono sufficienti uccelli nel cielo per dar da mangiare a questo popolo; non ci sono sufficienti armenti nei pascoli per accontentarli. Tu non li conosci, o Dio. Io so che specie di gente sono. Essi sono le persone più egoistiche, più testarde, più infelici, i peggiori lamentatori. Oh, sarebbe meglio che io morissi.’ Ma, Geova parlò a Mosè con queste parole: ‘È forse accorciata la mano di Geova? Ora vedrai se la parola che t’ho detta si adempie o no.’ (Num. 11:23) Potete pensare che alcuno si rivolga a Dio dicendo che egli non potrebbe fare ciò che ha dichiarato di compiere? Mosè mise qui in dubbio la potenza di Dio. È come se qualcuno dicesse oggi che Dio non potrebbe proteggere il suo popolo alla battaglia di Harmaghedon conducendolo nel nuovo mondo; questo sarebbe un compito troppo grande. Ebbene, vi siete mai soffermati a pensare che Geova protesse Noè e la sua famiglia nel diluvio portandoli dal “mondo d’allora” in questo attuale, empio mondo? Questa è storia, ed essa mostra che la potenza di Dio è già stata provata. Non credete voi ch’egli può far questo di nuovo? Dov’è la vostra fede? Mosè pensò che la potenza di Dio fosse limitata; ma Geova ha tutta la potenza del cielo e della terra. Egli ha perfino dato tale potenza al suo Figlio. — Matt. 28:18.

      12. Perché il miracolo di Dio non portò la felicità a molti Israeliti, e a quale scopo dovrebbe servirci questo esempio storico?

      12 Quindi, quello che accadde nel deserto dovrebbe certo rimanerci tanto impresso che noi non dovremmo mai dubitare della Parola di Dio. Quando leggiamo la Parola di Dio come è contenuta nelle Scritture Ebraiche e Greche, dovremmo accettarla come assolutamente verace e giusta. Egli ci parla intorno alla vera vita come esisté molti secoli fa e adopera quelle cose come esempi di ciò che deve succedere nel tempo attuale. Nonostante questo grande mediatore Mosè commettesse un errore, questa non è affatto una ragione per cui oggi noi dovremmo dubitare di Geova commettendo un errore simile. Per questo tali cose furono scritte in anticipo, per nostra ammonizione e informazione. Ad ogni modo, più tardi, fuori del campo israelitico le quaglie che presero furono accumulate in gran quantità. Geova le portò da qualche luogo e ne diede al popolo quante ne poteva mangiare. Ma essi non apprezzarono ciò che Geova aveva fatto, e a Dio dispiacque l’avido modo in cui gl’Israeliti usarono queste provvisioni. Qui Geova era il datore, un munifico datore; ma gli Israeliti mostravano di non avere apprezzamento. Geova provò a Mosè che la sua parola era giusta e degna di fiducia, e manifestò a Mosè la sua potenza. La sua mano non era accorciata. Egli diede prova della sua sovranità. Se gl’Israeliti avessero soltanto dato lode a Geova per la sua bontà, sarebbero stati felici nella loro vita. — Num. 11:31-35.

      13. Perché noi non dovremmo essere dei lamentatori, come è illustrato dal caso di Aaronne e Maria?

      13 C’è poi un racconto nella Bibbia intorno ai lamentatori Maria ed Aaronne, che parlarono contro Mosè. ‘È forse per mezzo di Mosè soltanto che Geova ha parlato?’ essi dissero. “Non ha egli parlato anche per mezzo di noi?” (Num. 12:2, AT; AS) In una precedente occasione Mosè aveva salvato la vita del fratello Aaronne quando Aaronne mancò di seguire la vera adorazione. In Deuteronomio 9:20, Mosè disse: “L’Eterno s’adirò anche fortemente contro Aaronne, al punto di volerlo far perire; e io pregai in quell’occasione anche per Aaronne”. Ora queste due preminenti persone fra gl’Israeliti, il fratello e la sorella di Mosè, mostravano di non esser soddisfatti della disposizione di Dio di avere Mosè come portavoce. A loro non piacque la maniera di Dio di far le cose, e in conseguenza della loro lamentela Maria fu colpita con la lebbra. Mosè intercedette in preghiera per la sorella, e dopo essere stata mandata fuori del campo per purificarsi secondo la legge, ella fu liberata da tale odiosa condizione. (Num. 12:9-15) Vediamo così che nessuno dovrebbe lamentarsi contro Dio perché non fa le cose come vogliamo noi. Ricordate che Geova è il Sovrano Governatore dell’universo. Egli sa come dirigere la sua organizzazione e la sua opera molto meglio di quelli che lo servono. Tutti dovrebbero esser felici dove Geova li mette nella sua organizzazione e nel suo servizio. Ciò che Dio esige da noi è l’integrità e la fedeltà verso di lui; e se noi gli mostriamo questo saremo felici.

      MANCANZA DI FEDE

      14. Al ritorno dei dodici dall’esplorazione della Terra Promessa, come fu mostrata mancanza di fede, e con quale conseguenza?

      14 Un altro notevole esempio fu dato quando Mosè mandò le dodici spie nel paese di Canaan per esplorare l’eredità che Dio aveva promesso agli Israeliti. Mosè scelse un uomo di ciascuna delle dodici tribù e li mandò a osservare il paese. Ricordate che Dio aveva detto loro: ‘Io ve lo do. Esso è il miglior paese di quella parte della terra, che voi state per ereditare.’ Ma quando i dodici ritornarono dieci di loro dissero: ‘No, noi non vogliamo andare lassù. È un paese terribile abitato da giganti. Sarebbe meglio tornare in Egitto ed essere schiavi. Non possiamo aspettare altro che la distruzione, perché il popolo di quel paese è più potente di noi.’ Fu fatto un cattivo rapporto sul paese che Dio aveva dato agli Israeliti. Dei dodici esploratori solo due, Giosuè e Caleb, tornarono con un buon rapporto. Essi furono grati di ciò che Dio aveva provveduto, e portarono la prova che era un paese fertile. Essi consigliarono: ‘Saliamo subito!’ Ma la maggioranza disse: ‘Ah, no, noi staremo qui. Noi siamo soddisfatti di come stanno le cose ora.’ Gli Israeliti e dieci esploratori che osservarono il paese erano troppo indifferenti per agire a favore dell’eredità che Dio aveva promessa loro. I dieci esploratori di poca fede influirono sull’intera nazione, e di conseguenza la vecchia generazione non entrò nella Terra Promessa. Invece furono i loro figli quelli che ottennero la promessa, e Caleb e Giosuè li accompagnarono nella Terra Promessa perché erano stati fedeli e avevano fatto un rapporto verace.

      15. Quindi quali inerenti domande ci si pongono oggi, e come le appagheremo noi?

      15 Avete voi fede nelle provvisioni di Dio oggi? Siete desiderosi di proseguire sotto la direttiva di Dio? Preferite forse rimanere in questo vecchio, morente, corrotto mondo? oppure vi assocereste con persone come Caleb e Giosuè, uomini lungimiranti che sono combattenti per il nuovo mondo? Se preferite seguire la direttiva di Geova, voi predicherete questo vangelo del Regno in tutto il mondo per una testimonianza e praticherete la vera adorazione dell’Altissimo. — Num. 13:1-33; 14:1-3.

      16. Come si lamentarono gli Israeliti a Kades, e perché?

      16 Ascoltate di nuovo le lamentele degli Israeliti a Kades nel quarantesimo anno del loro viaggio: “Perché ci avete fatti salire dall’Egitto per menarci in questo tristo luogo? Non è un luogo dove si possa seminare; non ci soli fichi, non vigne, non melagrane, e non c’è acqua da bere”. (Num. 20:5) Gl’Israeliti non avevano avuto fame finora nel loro viaggio. Le loro scarpe non si erano nemmeno consumate, ed essi non eran morti di sete. Ma qui si lamentavano ancora. No, essi non si rimettevano a Geova. La grande questione era l’acqua. Volevano molta acqua, e la volevano immediatamente per se stessi e per il loro bestiame. E per questo si lamentavano.

      17. Come alcuni che hanno conosciuto da poco tempo la verità mostrano mancanza di fede, e perché non sono felici?

      17 Noi troviamo persone come queste oggi, anche associate con l’organizzazione di Dio. Alcuni sono stati con l’organizzazione per sei mesi, altri per un anno, e subito sentiamo che si lamentano e dicono: ‘Non succede niente. Io pensavo che voi diceste che Harmaghedon sarebbe venuto dopo breve tempo. Intanto, ho saputo di questo per un anno intero e Harmaghedon non è ancora arrivato. Credete che seguirò questa organizzazione per tutta la mia vita?’ Alcuni ritengono che a meno che Dio non faccia le cose a loro modo, essi non vi rimarranno. Ma Dio non ci ha chiesto di dargli consiglio. Noi dovremmo esser grati a Geova per quello che ci ha dato. Comprendiamo le sue verità e apprezziamo le sue promesse, e crediamo in esse. Siamo felici nella nostra adorazione e nel nostro servizio e abbiamo il privilegio di recare molto conforto alle persone di buona volontà. Quelli che capiscono questo si rallegrano del loro lavoro nel tempo attuale, mentre i novizi o le persone che criticano potrebbero non averlo appreso ancora; forse non si sono neanche preso il tempo di studiare. Vogliono semplicemente lamentarsi. Questi sono molto simili agli Israeliti che non potevano rimettersi a Geova. Di conseguenza non hanno felicità alcuna, né apprezzano le provvisioni che Dio ha fatte nei tempi passati e fa ancora. Essi vogliono le cose a modo loro, non nel modo di Dio.

      18. Perché Mosè non entrò nella Terra Promessa, e con quale avvertimento per noi oggi?

      18 Tornando di nuovo al racconto degli Israeliti mentre si lamentavano per la mancanza d’acqua: Mosè disse loro che avrebbero senz’altro avuto l’acqua, ma trascurò di dar lode a Colui che gli concedeva la potenza di produrre l’acqua. Leggete il racconto di Numeri 20:10-13: ‘E Mosè ed Aaronne convocarono la raunanza dirimpetto al sasso, e Mosè disse loro: “Ora ascoltate, o ribelli; vi farem noi uscir dell’acqua da questo sasso?” E alzata la mano, Mosè colpì il sasso col suo bastone per due volte, e ne uscì acqua in abbondanza, e la radunanza e il bestiame bevvero. Ma Geova disse a Mosè e ad Aaronne: “Siccome non avete avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi dei figliuoli d’Israele, voi non introdurrete questa raunanza nel paese che io le do”. Queste sono le acque di Meriba [trovar da ridire], dove gl’Israeliti trovarono da ridire su Geova, ma dove egli si rivendicò in mezzo a loro.’ Avendo mancato di santificare Geova dinanzi agli Israeliti che si lamentavano in questo tempo Mosè non ricevette l’eredità che il Signore Geova aveva promessa loro. Né quelli che si lamentano oggi riguardo al modo in cui Dio fa le cose e che non danno a Dio la gloria erediteranno le benedizioni del nuovo mondo. Essi si perderanno prima di quel tempo, benché sia così vicino.

      19, 20. Quale dev’essere, ed è, l’attitudine dei testimoni di Geova se Dio dà ulteriore “acqua della verità” al popolo?

      19 Mosè come servitore di Dio per la congregazione ebbe qui una meravigliosa opportunità di onorare Geova e di far volgere le menti degli Israeliti al solo vero Dio. Ma Mosè era molto scontento del popolo; li considerò come ribelli e dimenticò che Dio trattava con loro. Egli non avrebbe dovuto rimproverarli come fece. Nonostante fossero dei lamentatori, essi costituivano tuttavia l’organizzazione di Dio e spettava a Geova correggerli nella maniera che gli sarebbe piaciuta. Se Egli voleva dare acqua agli Israeliti, questo non era affar suo, e non era compito di Mosè escludere Dio dalla concessione. Se Geova oggi vuol dare ad altre persone l’opportunità di udire la verità affinché conoscano la via che conduce alla vita prima che divampi Harmaghedon, non è bene che alcuno di noi si lamenti. Anzi, dovremmo rallegrarci che ci sia più tempo per predicare l’evangelo Naturalmente, alcuni diranno che Dio è lento; ma non è a causa della pazienza di Geova in questi ultimi giorni che migliaia di persone hanno appreso della salvezza? Leggete il racconto di 2 Pietro 3:15 per vostro conto.

      20 Ci sono sempre alcuni che si lamenteranno e troveranno da ridire. Ma perché vi assocereste coi lamentatori e acquistereste la loro attitudine mentale? Se Dio vuol dare la verità ad altre persone radunando ancora un maggior numero di altre pecore, noi dovremmo esserne lieti. I testimoni di Geova in questi giorni sono certamente felici di avere ancora l’opportunità di predicare la buona notizia. Non c’è nessuna ragione per cui i testimoni di Geova dovrebbero lamentarsi dato che hanno maggior tempo per predicare, dovrebbero piuttosto esser felici di poter continuare la vera adorazione. Con gioia dovrebbero dire: ‘Noi abbiamo ricevuto gratuitamente, diamo gratuitamente.’

  • Cacciate lo spirito di lamento
    La Torre di Guardia 1953 | 1° maggio
    • Cacciate lo spirito di lamento

      1. Cercano i testimoni di Geova di trovar da ridire sul popolo? E che cosa lo mostra?

      QUELLI che si sono dedicati a servire Dio devono aver cura degli interessi del regno di Dio e della rivendicazione del suo nome. Essi non dovrebbero mai divenire superbi o alteri perché hanno la verità o perché conoscono la via che conduce alla vita. Il semplice fatto che hanno questa conoscenza non li rende migliori di nessun altro. Ma essi hanno bastante giudizio da acquistare questa conoscenza della verità, per ottenere l’intendimento che è disponibile per loro, e per lavorare negli interessi di Geova. Sono grati a Geova. I testimoni di Geova non cercano da ridire sul popolo che chiede loro di visitarlo nelle sue case. Anzi sono felici dell’opportunità e chiedono alle persone di buona volontà se hanno piacere che vadano a studiare con loro. Essi sono ansiosi di condividere con le persone ciò che hanno ricevuto. Avendo la verità, vogliono darla a tutti quelli che hanno orecchi per udire, sia di mattina, che di pomeriggio, di sera, in qualsiasi tempo convenevole per l’uditore. Geova dice che il suo popolo canterà le sue lodi giorno e notte nel suo tempio, e questo significa che i testimoni di Geova devono compiere la vera adorazione giorno e notte, servendolo mediante la predicazione della buona notizia.

      2. Quale fu la causa delle difficoltà degli Israeliti nel deserto, e come possiamo noi mostrare fede e ottenere felicità oggi?

      2 Quando guardiamo le passate e infelici esperienze degli Israeliti nel deserto, troviamo che le difficoltà erano causate dai lamentatori e mormoratori. Ma quale felicità avrebbero provato essi se avessero seguito le disposizioni di Dio! La fede era tutto ciò che occorreva loro; era una questione così semplice. E la stessa cosa avviene oggi. Se ci atteniamo alle disposizioni che Dio fa per noi, mostriamo la nostra fede. Noi possiamo dare la verità ad altri con la nostra testimonianza di casa in casa, e facendo questo possiamo ottenere felicità. Non c’è nessuna ragione per cui non dovremmo esser felici nella nostra vita.

      3. Come si possono risolvere le difficoltà di una casa missionaria?

      3 Consideriamo le cose in maniera pratica. Degli studenti si diplomano alla Watchtower Bible School di Galaad, e si trasferiscono in una casa missionaria. Non c’è nessuna ragione per cui essi non dovrebbero andar felicemente d’accordo, perché sono in grado di dare continuamente la verità ad altri nella loro nuova assegnazione. Se sorgono piccole difficoltà e litigi tra i fratelli nella casa, possiamo esser certi che almeno uno ne è colpevole. Ma chi è egli? Senza dubbio la difficoltà è in quelli che litigano; perciò non si deve fare altro che radunarli e scoprire ciò che si nasconde sotto tutta la difficoltà. Se ciascuno dà o cede un poco, cioè, se da ciascuna parte vien dato un poco, la difficoltà può probabilmente risolversi e non se ne dirà più niente.

      4. Che cosa dobbiamo fare per aver successo nella nostra vita in comune, e perché dobbiamo far questo?

      4 Se le difficoltà sono risolte ma in entrambe le parti rimane del rancore, non ci sarà ancora felicità. In una casa missionaria voi dovete voler andare d’accordo con i vostri fratelli e sorelle. Questo si può dire di qualsiasi casa; ci dev’essere il desiderio di andare d’accordo gli uni con gli altri. Ricordate che tutti sono servitori di Dio come voi. Voi tutti avete la stessa causa da difendere a motivo della vostra conoscenza della verità della Parola di Dio. Voi tutti volete altra conoscenza. Già avete ricevuto molte informazioni e certo conoscete la Parola di Dio come risultato del vostro diligente studio. Ma volete studiare ancora; ancora vi dilettate nella lettura della sua Parola, e volete mostrare la vostra fede in essa comunicando questa buona notizia ad altri. Se ora voi siete tutti di questa stessa opinione e predicate la Parola di Dio nel campo, perché non potreste andar d’accordo in altre cose? Perché non potremmo vivere come Dio vuol farci vivere: nella felicità, senza lamentarci l’uno dell’altro? Tutto ciò che dobbiamo fare per riuscire nella vita non è altro che dare o cedere un poco. Tutti nell’organizzazione di Geova devono rendergli la loro vera adorazione. Essi devono inoltre mostrare amore verso il loro prossimo cercando la contentezza nella loro vita.

      5. Perché i superbi credono ad una falsità, e perché essi non sono felici?

      5 Il salmista disse: “Come è felice l’uomo che ha fatto di Yahweh [o, Geova] la sua fiducia, che non si è rivolto ai superbi, né si è sviato verso la falsità”. (Sal. 40:4, Ro) Un uomo superbo non prova mai felicità. Egli pensa solo a se stesso, non al suo prossimo, e specialmente dimentica Geova, il suo Dio. Quando Maria ed Aaronne divennero superbi verso Mosè loro fratello, furono umiliati; e oggi non possiamo divenire superbi se comprendiamo quale sia la nostra posizione dinanzi a Geova, il Superiore. Noi siamo gli inferiori; quindi non c’è nessuna ragione per cui insuperbiremmo o ci esalteremmo. Appena facciamo questo crediamo ad una falsità; pensiamo di essere importanti. Non ricordiamo che la grande contesa è la rivendicazione del nome di Geova e la predicazione del suo messaggio in tutto il mondo. Col nostro servizio giornaliero dimostriamo che questo non è il modo in cui noi consideriamo la questione, ma viviamo in una maniera che onorerà il nome e il proposito di Geova.

      NON TROVATE DA RIDIRE CIRCA L’OPPOSIZIONE E LA PERSECUZIONE

      6. Perché noi non dovremmo essere infelici per la repressione dei testimoni in alcuni paesi, piuttosto che cosa dovremmo fare?

      6 I testimoni di Geova non sono scoraggiati in questo tempo a causa degli avvenimenti del mondo. Noi siamo in mezzo ad una organizzazione malvagia, ‘il mondo del Diavolo,’ come lo chiama la Bibbia. Esso è pieno di dolore ed afflizione e si trova in uno stato deplorevole; ma non c’è nessuna ragione per cui i testimoni di Geova dovrebbero essere infelici benché vivano in esso. Sebbene siamo in esso, non ne dobbiamo far parte. Quando guardiamo l’organizzazione di Geova, ci meravigliamo della sua prosperità e della sua crescita nonostante tutta la pressione che è stata fatta contro di essa da quelli che si oppongono alla buona notizia. I testimoni di Geova han veduto la loro opera arrestata o ostacolata in molti paesi, ma questo non li scoraggia. Dobbiamo noi lamentarci ora con Dio dicendogli che egli non sa come dirigere le sue cose? Dobbiamo noi considerare la Russia e dire: “Dio, perché non hai fatto entrare dei missionari dei testimoni di Geova in quel paese affinché vi predicassero?” Noi non possiamo dettare a Dio degli ordini a causa di certe infelici esperienze che capitano ai testimoni di Geova oltre la cortina di ferro. Quei testimoni di Geova che sono in quei luoghi hanno la stessa Parola di Dio, ed essi continuano a predicare fedelmente la buona notizia. I testimoni di Geova in altri paesi dove è maggiore libertà dovrebbero andare in giro predicando il messaggio del regno di Dio anche più estesamente e dovrebbero esser grati di averne l’opportunità. Non trascurate la vostra libertà di parlare nel vostro territorio. Alcune volte i nostri fratelli in paesi democratici dove è la libertà di parola non mostrano tanto zelo andando di casa in casa quanto ne mostrano i proclamatori che vivono in nazioni dove si trova una continua opposizione.

      7. Quali domande dovremmo rivolgerci circa il servizio in condizioni simili a quelle di tali paesi?

      7 Soffermatevi e pensate per un momento. Che cosa fareste se il vostro governo vi dicesse che non potreste adorare più Geova Dio e che non potreste mettere il vostro Dio al disopra dello stato? Che cosa fareste in tali circostanze? Dove trovereste felicità? La trovereste forse cambiando pensiero per adorare secondo il decreto dello stato? Oppure la vostra felicità verrebbe solo dall’adorazione di Geova Dio come egli ordina mediante la sua Parola? Cessereste di predicare ad altri se voi trovaste opposizione? O vi terreste saldi per predicare l’evangelo secondo che ne avreste l’opportunità? Vi lamentereste come fanno alcuni e direste: “Dio, perché mi hai recato questo?” Forse pensereste: “Perché mai non sono nato in qualche altra nazione dove non c’è tanta difficoltà? Perché la Watch Tower Society non mi trasferisce da questa nazione in un’altra facendomi predicare lì? Un vero servitore cristiano dell’Altissimo non può rinunciare alla predicazione della buona notizia del regno di Dio. Oh, ci sono molte cose delle quali potremmo lamentarci; ma se abbiamo la giusta disposizione di cuore, saremo grati a Dio per l’opportunità di servire ovunque egli ci manda o dovunque potremmo trovarci, perché noi sappiamo che questo vangelo del Regno dev’essere predicato in ogni luogo. Le persone son persone indipendentemente da dove le troviamo, e fra loro ce ne sono di buone e di cattive. Se ci sono delle “pecore”, noi vogliamo trovarle.

      8. Perché i testimoni di Geova predicano indipendentemente da dove si trovano e in condizioni sfavorevoli?

      8 Ricordate che Dio dirige la sua organizzazione, ed egli sta facendo predicare questo vangelo del Regno in tutto il mondo per una testimonianza. Perciò indipendentemente da dove andiamo, indipendentemente da ciò che dobbiamo fare, noi dobbiamo rimanere saldi per continuare tale opera di predicazione. È un’opera che deve essere compiuta. Noi non vogliamo divenire lamentatori, perché in tal caso saremmo inclini a smettere di predicare la verità; e una volta che smettiamo di dare la verità ad altri noi perdiamo la nostra felicità. Molti fedeli testimoni oggi sono felici anche in prigioni e in campi di concentramento, e persino in tali luoghi essi si tengono occupati predicando l’evangelo ad altri carcerati. I testimoni di Geova sono felici in nazioni dove il messaggio del Regno è stato proscritto. Essi continuano a parlare della verità malgrado trascorrano giorni duri con opposizione e persecuzione. Ricordano che Pietro disse: “Veramente, chi è l’uomo che vi farà del male se divenite zelanti per ciò che è buono? Ma anche se soffriste per amor di giustizia, voi siete felici. Ad ogni modo, non temete ciò che essi temono, né siate agitati. Ma santificate il Cristo come Signore nei vostri cuori, sempre pronti a fare una difesa davanti a chiunque vi domandi la ragione della speranza che è in voi, ma con gentilezza e profondo rispetto”. — 1 Piet. 3:13-15, NW.

      9. Come colui che rivolge l’attenzione al povero è felice oggi?

      9 Geova è molto soddisfatto di quelli che sono interessati nei poveri di questo mondo, perché è questa classe di persone che ascolta il messaggio del Regno. Il salmista disse: “Beato colui che agisce con prudenza col povero! Nel giorno della sventura, l’Eterno lo libera: l’Eterno lo guarda e lo conserva in vita; esso è felice nel paese, e Tu non lo abbandoni alle voglie de’ suoi nemici”. (Sal. 41:1, 2, Co, margine) Non possiamo certo smetter di predicare questo evangelo del Regno solo perché lo desiderano i nostri nemici. Piuttosto, i testimoni di Geova saranno dichiarati felici se mostrano queste verità concernenti il regno di Geova ai poveri del mondo, a quelli che gemono e piangono a causa delle abominazioni di questo vecchio sistema. Quando pensiamo ai nostri fratelli e sorelle e a tutti i servitori di Dio in altri paesi e al modo in cui il nemico li ha tenuti sotto i suoi assalti, dovremmo essere molto grati a Dio per la libertà che abbiamo e dovremmo mostrare la nostra gratitudine predicando l’evangelo in maggior misura mentre ne abbiamo ancora l’opportunità. Tutti dovrebbero mostrare la loro maturità dando il buon esempio nella testimonianza di casa in casa, tenendo studi biblici a domicilio ed assistendo quelli che non sono maturi ad essere più consistenti nel loro servizio di campo.

      10. Mediante quale attitudine e quale azione rispetto all’organizzazione di Geova possiamo esser felici?

      10 Non vi permettete mai di cominciare a lamentarvi del posto che occupate nell’organizzazione di Dio. Invece siate felici con l’organizzazione e tenetevi in essa. “Felice il popolo che conosce il suono della tromba! laveh! alla luce della Tua faccia essi camminano; nel Tuo nome si rallegrano ogni giorno, e nella Tua giustizia si esaltano”. (Sal. 89:15, 16, Co) Il popolo di Geova è molto felice mentre avanza con abiti santi, mantenendosi saldo. In tutto il globo udiamo i servitori di Dio mentre fanno risuonare gli squilli dell’adorazione di Geova in santa formazione. Ciascuno deve tenersi al suo posto e deve cercar di migliorare la sua efficacia nel servizio. Non c’è nessuna ragione di dubitare sul risultato dell’opera. La Parola di Dio ci ha rivelato i suoi propositi; quindi i suoi servitori sulla terra sanno ciò che egli sta per fare, ed essi dovrebbero camminare fianco a fianco, senza rompere mai le loro file. Sappiamo che alcuni faranno sbagli, ma questa non è una ragione per lamentarci. Non si deve far altro che correggere gli sbagli.

      FELICI MEDIANTE LA CORREZIONE

      11. Come la persona che Geova corregge dovrebbe esserne felice?

      11 “Come è felice l’uomo che tu correggi, o Yah! e che con la tua legge tu istruisci!” (Sal. 94:12, Ro) Se noi non fossimo corretti e continuassimo a seguire la nostra errata via, ci troveremmo in breve nuovamente nell’organizzazione del Diavolo. L’unico modo in cui possiamo avere felicità è quello di esser corretti e di attenerci al nuovo sistema di cose nell’organizzazione di Geova. L’Iddio dei cieli non scenderà sulla terra né manderà qualche angelo che si metterebbe a sedere con noi per spiegarci le cose. No, può darsi che sia un nostro fratello che ci parli. Potrebbe essere nostra madre o nostro padre. Potrebbe essere il servitore di gruppo o il servitore di circoscrizione che ci porterebbe l’informazione correttiva. Essa potrebbe venire mediante la rivista Torre di Guardia. Verrà dall’organizzazione di Geova, ed è per il beneficio di quelli che sono nell’organizzazione. La correzione potrebbe ferire; potrebbe colpire duramente, e se voi non potete accettare la correzione perderete la felicità. Naturalmente, non c’è gioia quando viene fatta la correzione; ma in seguito, allorché vediamo l’errore della nostra via e ritorniamo all’osservanza delle disposizioni di Dio, possiamo rallegrarci ed apprezzare il valore della correzione. “È per la disciplina che voi perseverate. Dio vi tratta come figli. . . . È vero, nessuna disciplina per il presente pare che sia gioiosa, ma penosa; ma in seguito a quelli che ne sono stati ammaestrati essa produce frutti pacifici, cioè, giustizia”. (Ebr. 12:7, 11, NW) Il vero servitore di Geova sarà lieto della correzione; quindi è vero che l’uomo il quale è corretto da Geova è felice.

      12. Come non dovremmo disprezzare la correzione, e perché no?

      12 Non disprezzate la correzione. Se qualcuno viene da voi e comincia a dirvi che sbagliate in qualche cosa, ascoltatelo. Non divenite subito eccitati dicendo: “Va bene, ora lascia che io ti dica qualche cosa”. No, quello che si deve fare non è altro che ascoltare quella persona se ha qualche cosa nella mente che crede di dovervi dire. Pensate: forse voi fate qualche cosa che non va, e probabilmente è proprio così, perché noi siamo stati tutti generati nel peccato e formati nell’iniquità. C’è una cosa che noi sappiamo ed è che vogliamo rimanere nell’organizzazione di Geova. E se riceviamo una correzione pur non avendo fatto nessun errore, la correzione non ci farà per questo del male; ma se noi abbiamo agito erroneamente, il suggerimento e consiglio ci sarà allora di grande beneficio e noi non ci troveremo a sdrucciolare nell’organizzazione del Diavolo. Se ci trovassimo fuori dell’organizzazione di Geova a causa di cattive azioni, possiamo esser certi che non godremmo più nel mondo la stessa felicità che provammo nella sua organizzazione. Perciò dobbiamo rivolgere sempre le nostre menti alle cose di Dio. Dobbiamo rinnovare le nostre menti e continuare a correggerci.

      13. Perché nessuno dovrebbe pensare di non aver bisogno di correzione?

      13 Noi abbiamo già ricevuto molta correzione, specialmente al tempo in cui accettammo la verità. Abbiamo ricevuto correzione nel nostro intendimento della Parola di Dio per mezzo degli studi biblici. Tutta questa correzione ci è stata data in maniera molto gentile e non c’è nessuna ragione per cui dei servitori del gruppo o dei fratelli anziani non dovrebbero ammonirci ancora in modo gentile. Potrebbe darsi che qualcuno che è stato nella verità per dieci o venti anni pensi di non aver bisogno di correzione alcuna. Ma ricordate, i figli d’Israele furono nel deserto per quarant’anni, ed ebbero continuamente bisogno di correzione. Il rimprovero e l’istruzione sono la via che conduce alla vita; accettate dunque la correzione e traetene profitto. Voi ne sarete più felici

      FIGLI E RAGAZZI

      14. In che modo i figli dei giusti dovrebbero essere aiutati ad esser felici?

      14 “Molti uomini son chiamati misericordiosi, ma un uomo fedele chi lo potrà trovare? Il giusto che cammina nella sua integrità lascerà felici dietro di sé i suoi figlioli”. (Prov. 20:6, 7, Ti) I testimoni di Geova capiscono pienamente che hanno bisogno dello spirito di Dio per camminare nell’integrità e mantenersi fedeli a Dio. Noi vogliamo veder crescere i figli dei testimoni di Geova nella verità tenendovisi anche saldi. Non è piacevole veder dei ragazzi che agiscono in modo indisciplinato Qualche volta si nota che i genitori non si curano della maniera d’agire dei loro figli. Quando guardiamo la nuova generazione anche fra quelli che sono insoddisfatti delle condizioni attuali e che si sono rivolti alla verità, troviamo che qualche volta essi hanno un’attitudine sfacciata e indifferente. Di certo, questo è il modo in cui il mondo alleva i suoi figli, perché siano forti. Ma quando una persona comincia a studiare la Parola di Dio e a rinnovare la sua mente, dovrebbe capire che si può andare avanti molto meglio seguendo i principi di amore, non cercando di avere forza. In questi ultimi giorni dell’organizzazione del Diavolo nei quali troviamo tanto malcontento nelle case e fra le persone del mondo, non è una sorpresa che quando i nuovi vengono nell’organizzazione portino qualche volta con sé un po’ di quell’attitudine del vecchio mondo. Ma le nostre vie non sono le vie di Dio, e i suoi pensieri sono molto superiori ai nostri pensieri; pertanto dobbiamo cambiare.

      15. Come alcuni di giovane età mostrano impertinenza verso l’organizzazione di Geova, e qual è la correzione per tali ragazzi?

      15 Di tanto in tanto udiamo un fratello giovane, dell’età di diciotto o diciannove anni e che potrebbe essere stato nella verità dal tempo della sua prima adolescenza, che comincia a dire a qualcuno dei suoi fratelli maggiori che cosa si dovrebbe fare e come si dovrebbe fare. Pur essendo giovane, egli pensa di saper dirigere l’organizzazione di Geova meglio di quelli che vi sono stati per quindici o venti anni. Il giovinetto, quando non è stato dovutamente educato dai suoi genitori, pensa di essere pienamente qualificato e cerca di fare le cose a suo proprio modo. Ma questi ragazzi devono ancora imparare ciò che i più anziani nella verità appresero anni or sono. Essi devono imparare l’ubbidienza e la pazienza, e soprattutto devono imparare la verità della Parola di Dio. Devono rinnovare le loro menti cominciando ad assimilare la conoscenza prima che possano impartire ammonizioni ad altri. Si osserva spesso, inoltre, che quando si affida qualche responsabilità ai ragazzi che credono di esserne qualificati, essi non adempiono le loro responsabilità. Non piace loro di portare il peso, e vi perdono il loro interesse. Quindi i giovani dovrebbero accettare la saggezza da quelli che sono più anziani acquistando così conoscenza. Il titolo o l’incarico non ha alcun valore, ma l’importante è che si dia gloria e onore al nome di Geova.

      16. Perché, secondo l’apostolo Paolo, a questi non si dovrebbe affidare un incarico di alta responsabilità?

      16 La maturità è necessaria nell’organizzazione di Geova perché è sempre unita a un incarico di sorveglianza. Ricordate che l’apostolo Paolo disse: “Se un uomo aspira all’incarico di sorvegliante, egli desidera una giusta specie di lavoro.  . . non un uomo convertito di recente, per tema che diventi gonfio d’orgoglio e cada nel giudizio pronunziato contro il Diavolo”. (1 Tim. 3:1-6, NW) È bene dunque cercare la giusta specie di lavoro, ma continuate a studiare e ad educarvi in modo che ne siate ben idonei, e riceverete la benedizione di Dio.

      17. Perché quelli che sono sotto un peso di responsabilità non dovrebbero volersene disfare come fece una volta Mosè? E rende questo felici?

      17 Mosè fu nell’organizzazione di Geova per lungo tempo, ed egli poté adempiere le sue responsabilità assolvendole bene. Ma quando la nazione d’Israele gli gridava dietro, disse: ‘Fammi morire.’ Gl’Israeliti non furono di molto aiuto a questo grande condottiero che raffigurava quello più grande avvenire, Cristo Gesù, il quale è il nostro Condottiero ora. Ma ciò che si vuol dire qui è questo: la responsabilità porta con sé grandi pesi, e si deve esser maturi per sostenerli. Tuttavia, noi non vogliamo sentirci come si sentì Mosè e vogliamo evitare tutto questo. Non c’è nessuna ragione per cui dovremmo sentirci in tal modo, perché l’organizzazione di Geova oggi è pacifica, prospera e felice. I servitori sono cooperanti e vogliono aiutare in ogni modo a comprendere che questa grande opera viene compiuta in onore, gloria e rivendicazione del nome di Geova. C’è un’opera da fare alla fine di questo sistema di cose. L’evangelo del Regno dev’esser predicato prima che venga la fine compiuta, e sia che venga entro cinque anni o che venga entro dieci anni o più in questa generazione, questo non dovrebbe costituire nessuna differenza per i testimoni di Geova. Essi sono ministri di Dio, e vogliono esser fedeli al loro compito. Iddio ha dato loro il lavoro da fare, e i suoi servitori sono felici di portare l’intero carico di responsabilità. Hanno accettato il lavoro, e, per sua immeritata benignità, continueranno a compierlo finché non sia finito. Voi che avete intrapreso questo lavoro, perseverate in esso e date sempre il buon messaggio che avete a quelli che vogliono udire. Finché continuerete a dare gratuitamente la verità, voi godrete la felicità in gran misura.

      18. Perché quelli che sono falsamente accusati e perseguitati dovrebbero esser felici, e come dovrebbero essi esprimerlo?

      18 La grande difficoltà che ostacolerebbe la nostra opera di predicazione non verrà dall’organizzazione di Dio; ma, come indicò Cristo Gesù, sarà causata dalla pressione dell’organizzazione diabolica di fuori. Gesù disse ai suoi discepoli: “Felici siete voi quando vi biasimano e vi perseguitano e mentendo dicono contro di voi ogni specie di empietà per amor mio. Rallegratevi e saltate per la gioia, giacché la vostra ricompensa è grande nei cieli; poiché in questo modo perseguitarono i profeti prima di voi”. (Matt. 5:11, 12, NW) Sì, i testimoni di Geova possono esser felici nel biasimo e nella persecuzione. Essi sono così felici che saltano per la gioia. Questa è un’espressione di felicità! Ciò avviene perché i servitori di Dio sanno di essere dalla parte giusta e di avere la verità. Essi possono esser felici malgrado le persone mentano sul loro conto, e malgrado la persecuzione sia grande continueranno a parlare ad altri, non ai persecutori, ma agli osservatori e a quelli che potrebbero essere incarcerati con loro. Quando voi avrete imparato che c’è più felicità nel dare la verità ad altri che solo nel riceverla, continuerete a darla anche se si facesse contro di voi ogni sorta di azioni malvage. Voi sapete che questa vostra condotta reca onore a Geova e al suo Figlio Cristo Gesù.

      19, 20. Se non è l’essere qualcuno o il conoscere qualcuno, che cosa è che porta la completa felicità?

      19 È necessario rimanere nell’organizzazione di Dio. Ed è ciò che fate con la conoscenza che avete che vi recherà felicità. Non è chi siete voi o chi voi conoscete che dà soddisfazione di vivere. Ricordate: “L’Eterno dà la sapienza; dalla sua bocca procedono la scienza e l’intelligenza”. (Prov. 2:6) Ogni persona deve prendere la sua determinazione per ottenere la felicità. In quanto a Maria non fu il semplice fatto che era la madre di Gesù che portò felicità, ma fu la verità che conobbe circa il suo Figlio che la rese specialmente felice. Voi avete letto della donna che gridò dalla folla dicendo: “Felice è il seno che ti portò e le mammelle che tu poppasti!” Ma Gesù disse: “No, piuttosto: Felici sono quelli che odono la parola di Dio e la osservano!” (Luca 11:27, 28, NW) L’importante non era il conoscere la madre di Gesù, né il fatto che aveva partorito il Salvatore recava in sé completa felicità. Ciò che conta, come indicò Gesù, è che si oda la parola di Dio e che venga osservata, essendo veri servitori e adoratori di Geova Dio. Questo è ciò che reca felicità.

      20 Possiamo quindi capire che il posto che una persona occupa nell’organizzazione di Geova, sia che abbia ottenuto il diploma della Watchtower Bible School di Galaad e sia divenuto un missionario, o che sia un servitore di gruppo o servitore di circoscrizione o stia in una casa filiale, non è ciò che necessariamente la rende felice. Non è il posto che rende felice, ma quello che egli fa in tale posto. Ha udito la parola di Dio e la osserva? Se fa questo, e se serve i suoi fratelli bene, dando ciò che ha per aiutare i suoi fratelli e le persone di buona volontà, allora sarà felice. La verità è ciò che conta, non il posto. Perciò mentre nell’organizzazione di Geova molti hanno diversi posti, questi posti non devono esser glorificati o adorati o onorati, ma ciò che piace a lui è l’opera che viene compiuta. E, naturalmente, chiunque piace a Geova Dio è certo che piace ai suoi fratelli nella verità. Se la verità è in voi e voi vivete secondo la verità, sarete delle persone felici.

      FONTI DI FELICITÀ

      21. Invece dell’uditore dimentico, chi è la persona felice, indipendentemente dal suo incarico?

      21 Ascoltate le parole di Giacomo: “Colui che guarda attentamente nella legge perfetta che appartiene alla libertà e che persevera in essa, questi, poiché è divenuto, non un uditore dimentico, ma un operatore dell’opera, sarà felice nella sua osservanza”. (Giac. 1:25, NW) Questa è l’unica cosa che recherà felicità: dare, parlare, predicare della buona notizia del Regno ad altre persone. Il conseguimento di un diploma o l’occupazione di un ufficio potrebbe rendere una persona un uditore dimentico se comincia a pensare che egli sa tutto ora. Da chi ha molto, molto sarà richiesto; perciò ogni persona nell’organizzazione di Dio dovrebbe esser più zelante e diligente nel compimento dell’opera che Dio gli ha affidato. Continuiamo a rinnovare le nostre menti per pensare come pensa Dio, nel suo nuovo sistema di cose, e guadagnamo quindi felicità elargendo.

      22. Perché Geova è il ‘Dio felice’, e che cosa dovremmo noi voler essere?

      22 I servitori di Geova son felici oggi perché hanno fede nella Parola di Dio e in Geova stesso. Essi non si attendono che venga compiuto alcun miracolo a loro favore in questi giorni né alcun segno esteriore che li aiuti a mantenersi nell’organizzazione di Geova. La Parola di Geova è sufficiente per il suo popolo che vuole seguirla. Essa ci ha resi liberi dall’organizzazione del Diavolo, e noi ci proponiamo di rimanere liberi. Paolo fu felice nella sua opera perché ebbe ‘la gloriosa buona notizia del felice Iddio, che gli era stata affidata’. (1 Tim. 1:11, NW) Il nostro Dio è un Dio felice, dal momento che noi siamo fatti a sua immagine e somiglianza non c’è nessuna ragione per cui noi pure non dovremmo esser felici. La sua felicità venne dal dare, ed egli ci ha dato tanto che noi abbiamo molto da dare ad altri. Tutte le persone normali vogliono vivere. Noi amiamo la vita, e vogliamo trarne il meglio. Ciò che vogliamo maggiormente dalla vita è la felicità, poiché la vita senza felicità sarebbe noiosa e priva d’interesse.

      23. In che modo alcuni cercano la felicità, ma che cosa contribuisce alla nostra più grande felicità?

      23 Oggi gli uomini cercano la felicità in molti modi. Alcuni la ricevono dalla loro famiglia e dai loro stretti amici, altri visitando la spiaggia del mare o i boschi o giuocando coi loro bambini. Ma la massima felicità viene dal dare ad altri anziché dal semplice ricever piaceri. Mentre noi proviamo grande gioia ricevendo delle cose dai nostri amici terreni e dandole a quelli che amiamo, i nostri più grandi amici sono Geova Dio e Cristo Gesù. Essi ci han dato tanto in conoscenza e intendimento che possiamo darne in abbondanza ad altri. “Questo significa vita eterna [per quegli altri], che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giov. 17:3, NW.

      24. Perché non dovremmo noi giungere mai al punto di non voler dare la verità ad altri?

      24 Non accada mai che noi giungiamo al punto di non voler più dare ad altri la verità che abbiamo ricevuta. Se noi pervenissimo a tale stato di mente di non voler dire ad alcun altro le gloriose provvisioni che Geova Dio ha fatte per mezzo del Figlio Cristo Gesù e avessimo vergogna della vera religione, Geova Dio avrebbe allora vergogna di noi. Non ci sarà nessun posto nell’organizzazione di Geova per tali persone. E non ci lasciamo mai ingannare pensando che noi abbiamo fatto abbastanza finora nel servizio di Geova. Non dovremmo pensare che perché siamo stati nella verità per quaranta o cinquanta anni o più a lungo ci potremmo ritirare dal servizio. Finché abbiamo fiato dobbiamo lodare Geova. Ricordate che noi ci attendiamo di vivere migliaia di anni, sì, per milioni di anni, nel tempo infinito, entro l’organizzazione di Geova. Essa sarà un’organizzazione pura e tutti vi adoreranno Geova. Perché penseremmo dunque ora di cessare la nostra adorazione e il nostro servizio perché abbiamo sessanta o settant’anni?

      25. In che modo i ragazzi possono presto ottenere felicità?

      25 Qual gioia è ora per una ragazza o per un ragazzo cominciare a servire Geova, cominciare a rinnovare la mente nella giovinezza, cominciare a pensare come Dio pensa, a studiare la sua Parola ed esserne ripieni, ad avere queste buone qualità che il Cristiano deve avere di amore, devozione, pazienza e benignità! Con tutto questo e con lo spirito di donatori, quale felicità possono avere essi per tutta l’eternità!

      26. Invece delle ricchezze e della povertà del mondo, che cosa vogliamo noi e come ci sforziamo di ottenerla?

      26 Siamo tutti contenti quindi di ciò che Geova Dio ci ha dato e guardiamo bene alle responsabilità che ci sono state affidate. Serviamo i nostri fratelli con gioia e letizia. Fu lo scrittore di Proverbi che disse: “Allontana da me vanità e parola mendace; non mi dare né povertà né ricchezze, cibami del pane che m’è necessario, ond’io, essendo sazio, non giunga a rinnegarti, e a dire: ‘Chi è l’Eterno [Geova]?’ ovvero, diventato povero, non rubi, e profani il nome del mio Dio”. (Prov. 30:8, 9) I testimoni di Geova oggi non vogliono le ricchezze di questo mondo, né vogliono la povertà. Invece domandiamo come Gesù insegnò ai suoi discepoli di pregare: “Dacci oggi il nostro pane per questo giorno”. Tutto ciò che ci occorre sono i bisogni della vita: abitazione, cibo e indumenti. Con questi e con devota dedizione dovremmo esser contenti. Iddio ha promesso tutte le cose necessarie per mantenerci in vita e attivi nel suo servizio, e noi compiamo uno sforzo quotidiano per ottenerli per noi stessi e per la nostra famiglia. Ma oltre a ciò, noi non viviamo di pane solo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio. — Deut. 8:3; Matt. 4:4.

      27. Quindi in che cosa vogliamo noi esser ricchi, e come continueremo ad essere il più felice popolo della terra?

      27 Ora dunque è nell’abbondanza della conoscenza che noi vogliamo esser ricchi. Noi vogliamo esser lontani dalle parole mendaci e dalla vanità. Non vogliamo mai rinnegare il nostro Dio Geova. Poiché non profanano il nome di Geova usandolo invano, i testimoni di Geova sono il più felice popolo nel mondo. Essi non hanno il peso o la responsabilità di cercar di rattoppare questo vecchio mondo tenendolo unito. Tuttavia, essi hanno la risposta per i problemi di oggi e il più confortante, gioioso e ottimistico messaggio che si possa udire e con i più durevoli effetti. Hanno il messaggio del regno di Dio che porterà benedizioni di prosperità e felicità a tutti quelli che amano la giustizia. Essi continueranno a dare questo messaggio, poiché sanno che c’è più felicità nel dare che nel ricevere. Perciò sia che siate proclamatori di gruppo, o che siate pionieri, servitori di circoscrizione, servitori di distretto, missionari, lavoratori di una filiale o in qualsiasi altro luogo nell’organizzazione di Geova, tenetevi nel vostro posto con fedeltà. Continuate a diffondere la buona notizia, adorando Geova con abiti santi.

  • Felicità in un mondo instabile
    La Torre di Guardia 1953 | 1° maggio
    • Felicità in un mondo instabile

      “LE COSE son mutate da quando io ero giovane,” lamenta il saggio che rimpiange i “bei tempi passati”. Molti esperti sarebbero d’accordo e alcuni precisano che l’ultimo anno di normalità fu il 1913. Da allora in poi, numerose guerre e insurrezioni hanno portato i costruttori del mondo da un frenetico piano all’altro in cerca di un possibile “nuovo ordine di cose”. I loro continui fallimenti fanno rammentare la sapienza di Salomone, il quale, perfino ai suoi antichi e pacifici tempi, poté discernere questa follia.

      “V’ha egli qualcosa della quale si dica: ‘Guarda questo è nuovo?’ Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto. lo ho veduto tutto ciò che si fa sotto il sole; ed ecco tutto è vanità e un correr dietro al vento. Ciò che è storto non può essere raddrizzato, ciò che manca non può esser contato. Io intrapresi

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