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  • Non mettete troppo alla prova la pazienza di Dio
    La Torre di Guardia 1972 | 1° novembre
    • ultimi quaranta giorni dei trecentonovanta giorni dell’“errore” della “casa d’Israele”. L’unità della misura di tempo che Geova diede a Ezechiele fu “un giorno per un anno”, resa enfatica dalla ripetizione. Conformemente, i quarant’anni per l’“errore” della “casa di Giuda” dovevano trascorrere contemporaneamente agli ultimi quarant’anni del periodo di 390 anni per l’“errore” della “casa d’Israele”. Gli ultimi quarant’anni di quel periodo di tempo cominciarono nell’anno 647 a.E.V. Entrambi i periodi di tempo, il più lungo e il più breve, dovettero convergere sulla stessa data, poiché l’antica Gerusalemme fu distrutta una sola volta, cioè nel 607 a.E.V.

      Sorge ora la domanda: Fu il principio di quei quarant’anni per l’“errore della casa di Giuda” contrassegnato da qualche cosa che indicasse l’inizio del conto dell’“errore” religioso? Sì, l’anno iniziale di quel periodo fu il tredicesimo anno di regno del buon re Giosia di Gerusalemme, e quello fu l’anno in cui Geova diede a Geremia l’incarico perché gli prestasse servizio come profeta nel paese di Giuda. (Ger. 1:1-3; 25:3) Ma in quel tempo non restaurava il buon re Giosia la pura adorazione di Geova in tutto il paese di Giuda? Perché, allora, doveva Geova cominciare a contare l’“errore” contro la “casa di Giuda” quell’anno?

      PERCHÉ LA PUNIZIONE NON POTEVA ESSERE EVITATA

      Giuda era carica di errore irreparabile. Il re Manasse, nonno del re Giosia, aveva portato Giuda a commettere peccati così abbondanti e sorprendenti che Geova non li poteva cancellare dal conto che aveva contro Gerusalemme come città macchiata di sangue e idolatrica. Leggiamo:

      “Solo per ordine di Geova ebbe luogo contro Giuda, per rimuoverlo dalla sua vista per i peccati di Manasse, secondo tutto ciò che egli aveva fatto; e anche per il sangue innocente che aveva sparso, così che riempì Gerusalemme di sangue innocente, e Geova non acconsentì a conceder perdono”. — 2 Re 24:3, 4; 21:16.

      Anche dopo i nobili sforzi del re Giosia per far osservare in Giuda e in Gerusalemme la legge di Geova, leggiamo:

      “E come lui non ci fu prima di lui un re che si rivolgesse a Geova con tutto il cuore e con tutta l’anima e con tutta la forza vitale, secondo tutta la legge di Mosè; né dopo di lui ne è sorto uno simile a lui. Nondimeno, Geova non si volse dal grande ardore della sua ira, col quale la sua ira s’accese contro Giuda per tutte le cose offensive con le quali Manasse aveva fatto loro commettere offesa. Ma Geova disse: ‘Giuda pure rimuoverò dalla mia vista, proprio come ho rimosso Israele; e per certo rigetterò questa città che io ho scelta, perfino Gerusalemme, e la casa [tempio] della quale ho detto: “Lì sarà il mio nome”’”. — 2 Re 23:25-27.

      È rimarchevole che Geova esercitò tale pazienza verso entrambe le case d’Israele. Trecentonovant’anni è un tempo lungo per esercitare sopportazione, più lungo, per esempio, del tempo in cui sono esistiti come nazione gli Stati Uniti. Per certo questo esempio dovrebbe aiutarci a vedere e ad apprezzare più pienamente questa eccellente qualità di Dio. E dovrebbe essere un forte incentivo perché noi esercitiamo pazienza verso altri.

      Ma che cosa possiamo imparare dal fatto che la pazienza di Dio alla fine giunge effettivamente al termine?

      PROFITTO DALLA PAZIENZA DI DIO PRIMA CHE TERMINI

      Possiamo applicare il principio alla cristianità, le nazioni che si chiamano cristiane. La cristianità ebbe inizio non da Gesù Cristo e dai suoi apostoli, ma piuttosto nel quarto secolo, con la fusione del cristianesimo apostata insieme alla religione pagana e alla politica per opera di Costantino il Grande. Perciò la cristianità non ha mai praticato il vero cristianesimo. Questo imperatore romano fece del “cristianesimo” la religione di Stato, per ragioni politiche. Dopo aver presieduto il religioso Concilio di Nicea, fece mettere a morte suo figlio maggiore e in seguito la propria moglie, Fausta. In questo modo le stesse fondamenta della cristianità furon macchiate di sangue. L’“errore” della cristianità cominciò dal suo inizio. — The Encyclopædia Britannica, 11ª Edizione, Volume 6, pagina 989, paragrafo 4.

      Nei 1.600 anni trascorsi da allora, le vesti della cristianità sono state grondanti di sangue. Lo confermano le Crociate, le inquisizioni religiose, la Guerra dei Trent’Anni, e, infine, le sue due guerre mondiali di questo secolo.

      Nessuno può dire che Dio non abbia dato alla cristianità opportunità di rivelare la sua propria natura. Comunque, la pazienza che Egli ha mostrata non è stata senza scopo.

      Per certo, nessuno di noi vuol morire, ma vivere. Il Creatore, Geova Dio, esercita tale rimarchevole pazienza perché non vuole che alcuno muoia. Quale spreco è morire e perdere le cose eccellenti che Dio sta per portare a quelli che apprezzano la sua pazienza! Geova dice al popolo della cristianità, esattamente come disse al suo professo popolo del tempo di Ezechiele: “Per quale ragione dovreste morire, o casa d’Israele? Poiché io non provo alcun diletto nella morte di qualcuno che muore . . . Fate dunque una conversione e continuate a vivere”. — Ezec. 18:31, 32.

      Non solo Dio è paziente, ma è anche un Provveditore d’aiuto per quelli che desiderano convertirsi dalla provocatrice condotta empia della cristianità, o dalle altre religioni e ideologie false del mondo. I testimoni di Geova sono così preoccupati che voi otteniate la vita come lo sono delle loro proprie prospettive. Traete profitto dalla loro gratuita assistenza e valetevi di questo tempo in cui Dio ancora mostra pazienza alle persone di cuore onesto. — 2 Cor. 6:1, 2.

  • La generosità genera generosità
    La Torre di Guardia 1972 | 1° novembre
    • La generosità genera generosità

      LO SPIRITO della generosità permea tutti gli atti compiuti da Dio verso le sue creature terrene. Circa tremila anni fa un uomo di discernimento osservò: “Geova dà sostegno a tutti quelli che cadono, e alza tutti quelli che si chinano. A te [Geova] guardano tutti gli occhi con speranza, e tu dai loro il loro cibo a suo tempo. Apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni cosa vivente”. (Sal. 145:14-16) Siete d’accordo con questo ispirato riconoscimento?

      Ci sono persone che non sarebbero d’accordo. Quasi tutta la famiglia umana ha dimenticato Dio. Almeno non tengono conto nella loro vita di lui e dei suoi princìpi di giustizia. Moltitudini di uomini negano la medesima esistenza di Geova e si rifiutano di considerare seriamente la sua Parola, la Sacra Bibbia. Ciò nondimeno,

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