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  • Attività e vita contro inattività e morte
    La Torre di Guardia 1956 | 1° ottobre
    • Attività e vita contro inattività e morte

      “Contendi per la vittoria nella giusta contesa della fede”. — 1 Tim. 6:12, NM.

      1. Come gli antichi Greci consideravano e sostenevano le loro competizioni atletiche ed i loro eroi?

      VOLETE vedere uno stadio affollato, gremito di spettatori eccitati? Rivolgete dunque la vostra mente all’antica Corinto, e al suo immenso stadio di giuochi atletici. Ogni due anni questa città, la più grande, la più ricca e la più festosa di tutta la Grecia, era la scena della competizione atletica dei giuochi istmici famosi in tutta la nazione. Per molti giorni la contesa attirava l’attenzione di tutta la Grecia. I giuochi non avevano soltanto carattere sportivo, ma erano anche di origine religiosa. Inoltre, il popolo considerava gli atleti come simboli della capacità militare, ed ogni soldato doveva essere un atleta ben addestrato. Lo sport richiamava l’attenzione nazionale anche più di oggi. Durante i giuochi non si trovavano posti liberi a sedere, e tutto lo spazio disponibile a quelli che stavano in piedi era affollatissimo. Ora gli atleti si schierano sul campo, circa due volte più grande del campo di giuoco dello Yankee Stadium nella città di New York! La moltitudine è elettrizzata dall’emozione mentre gli spettatori valutano i contendenti. All’inizio dei giuochi intensamente contesi, ognuno nell’immensa moltitudine stende il collo per non perdere il minimo dettaglio. Gridi d’incoraggiamento echeggiano a favore dei campioni impegnati nella lotta. Forti gemiti di disperazione indicano che i preferiti sono stati battuti. Uno scrosciante applauso accoglie il vincitore che infine prevale! Poi la grande folla inonda le vie di Corinto, parlando per giorni interi soltanto di questi avvenimenti. L’atleta vittorioso è onorato più di qualsiasi altra persona nell’intero istmo. Idoleggiato quale eroe nazionale, egli acquista la corona di alloro o, in tempi posteriori, di foglie di pino. Viene colmato di doni e la città gli concede una ricca pensione per tutta la vita. Cicerone disse che una città greca festeggiava il vincitore atletico più di quanto Roma onorasse il suo più grande generale al suo ritorno dalla conquista di una nazione.

      2. Perché il riferimento di Paolo ai giuochi dei Greci era così appropriato?

      2 Essendo ben al corrente dei giuochi di Corinto, Paolo paragonò l’attività dei primi Cristiani, il popolo di Geova, alle competizioni atletiche. Riferendosi ai corridori, lottatori, e pugilatori nei giuochi atletici egli illustrò notevolmente il premio dell’attività e il pericolo dell’inattività. I Cristiani ai quali scrisse conoscevano bene i giuochi, essendo stati alcuni di essi indubbiamente presenti qualche volta allo stadio, nella folla tumultuosa. Non potevano non essere consapevoli dei giuochi, poiché la gente ne parlava ovunque andassero. I requisiti dei contendenti costituirono potenti esempi che si applicano oggi ai Cristiani. Le moderne olimpiadi, così chiamate secondo gli antichi giuochi olimpici della Grecia, mettono oggi vigorosamente in risalto l’applicazione delle parole di Paolo circa i giuochi antichi. — 1 Cor. 9:24-27; Filip. 3:13, 14.

      3. In che modo la vita di un atleta vittorioso stabilisce per noi un modello indicato, e rispetto a quale contesa?

      3 Paolo immaginava ogni Cristiano come contendente in uno stadio gigantesco, ‘spettacolo agli uomini e agli angeli’. Satana il Diavolo aveva sfidato Iddio Onnipotente dicendo che gli uomini sulla terra non potevano serbarsi integri verso Geova. Paolo rammentò che Geova aveva accettato il fedele Abele e molti altri dopo di lui dalla sua parte, nella contesa. Dimostrò che Geova era il fondatore della squadra cristiana di cui Cristo Gesù era il capitano. (1 Cor. 4:9; Ebr. 11:4; 12:1, 2) I Cristiani di Corinto sapevano bene come gli aspiranti atleti dedicavano l’intera vita per conquistare il premio. Prima di esibirsi nello stadio essi compivano regolarmente azioni di forza tanto difficili quanto quelle compiute nella contesa. Non ottenevano la loro armonia muscolare, la grazia di movimento, la loro forza e resistenza soltanto con qualche settimana di allenamento. Perché l’atleta fosse sufficientemente addestrato erano necessari anni di fatica durante i quali egli compiva le azioni richieste nei giuochi. Egli doveva condurre una vita molto rigorosa, con buone abitudini. La vita sregolata della dissolutezza alla quale si abbandonavano molti Corinti doveva essere evitata. In molti modi, come ogni Cristiano di Corinto poteva comprendere, la vita del vittorioso atleta stabiliva un appropriato modello da seguire per i Cristiani.

      4-6. Come si può dimostrare l’importanza di osservare le regole nel periodo di allenamento, e come si applica ciò ai Cristiani?

      4 L’importanza di osservare le regole della squadra e di seguire un allenamento rigoroso doveva essere permanentemente inculcata nella mente dell’abile contendente. Ognuno prestava giuramento di attenersi scrupolosamente a tutte le regole e ai requisiti dell’allenamento. La sua vita frenata era completamente dedicata ai periodi di esercizio e addestramento. Una vita criminale o macchiata lo squalificava. Non ubbidire alle regole avrebbe eliminato il violatore dalla contesa. Anche noi dunque dobbiamo osservare tutte le regole. Un atleta potrebbe essere il primo ad arrivare alla mèta, ma se non avesse osservato tutte le regole avrebbe perduto il premio. Anche se noi corriamo fino alla fine possiamo perdere il premio non seguendo le regole. Paolo lo mise in risalto quando disse: “Onde io non corressi o non avessi corso in vano”. — Gal. 2:2.

      5 Arbitri giurati esigevano rigorosamente l’osservanza delle regole dell’antica contesa. Vivevano insieme ai contendenti giorno e notte, dall’inizio dell’addestramento, per non permettere nessuna frode. Essi esigevano un addestramento rigoroso. I requisiti dell’addestramento spronarono Paolo a servirsene come esempio per illustrare vari punti nelle sue lettere. Avrebbe qualcuno potuto partecipare alla contesa prima di essersi fedelmente addestrato? No! Paolo mise in risalto la necessità di tale addestramento per noi, dicendo: “D’altra parte, addèstrati con santa devozione come tua mèta. Poiché l’addestramento corporale è benefico per un poco, ma la devozione di Dio è benefica per tutte le cose, dato che tiene la promessa della vita presente e di quella che deve venire”. — 1 Tim. 4:7, 8, NM.

      6 L’organizzazione teocratica, simile ad una squadra, osserva le regole di Geova, ottenendo la corona del trionfo. Ma sarà ogni partecipante un vincitore? Vi sono migliaia di concorrenti; non tutti vincono. Alcuni perdono perché non ubbidiscono alle regole. Nel campo della lotta che cosa vediamo? Molti disubbidiscono alle regole non addestrandosi o non correndo. Possono essi vincere senza osservare le regole? Paolo rispose: “Inoltre, se qualcuno contende anche nei giuochi, egli non è coronato a meno che non abbia conteso secondo le regole”. (2 Tim. 2:5, NM) La disubbidienza per inattività li costringe ad abbandonare la contesa. — Matt. 10:22.

      7. Prima che possiamo ubbidire alle regole che cosa dobbiamo fare?

      7 Ma dovete conoscere le regole prima di poter ubbidire ad esse. Come potete essere qualificati se non sapete quali sono le regole? Ognuno può facilmente conoscerle, poiché si trovano nella Bibbia. L’organizzazione di Geova rende facile il vostro compito di conoscere le regole pubblicando letteratura teocratica. Le regole possono essere imparate alle adunanze di congregazione, ai centri di servizio e nello studio personale.

      REGOLE

      8. Come si può aggiungere il proprio nome all’elenco dei contendenti?

      8 In primo luogo, l’individuo deve aggiungere il suo nome all’elenco dei contendenti. Il promotore della contesa, Geova Dio, deve riconoscerlo quale contendente. Voi dovete riconoscere il capo della squadra, Gesù Cristo. (Giov. 6:44) Dovete seguire le orme di Gesù. Che cosa fece anzitutto Gesù? Egli si dedicò a fare la volontà del Padre suo, dicendo: “Io son venuto per fare la tua volontà”. (Ebr. 10:7-9, NM; Sal. 40:8) Quindi dovete essere dedicati, poi essere battezzati. Lo siete? In caso negativo, non potete partecipare alla contesa. In primo luogo dunque ponete il vostro nome nell’elenco dei contendenti di Geova! — Isa. 55:6.

      9. Quali sono le regole essenziali, e come alcuni vengono sviati?

      9 Le regole essenziali sono: Acquistate la conoscenza e la sapienza e poi ubbidite ad esse. La sapienza non si può ottenere senza la conoscenza. La conoscenza e la sapienza sono una difesa. (Eccl. 7:12) Ciò implica lo studio. Voi potreste non acquistare una conoscenza perfetta di tutti i minimi dettagli di molte verità rivelate. Ma potete e dovete comprendere, comunque, gli aspetti principali della verità per partecipare alla contesa. Dovete essere in grado di predicare gli elementi fondamentali della verità in qualsiasi momento necessario e di essere un insegnante per altre persone. (1 Piet. 3:15; 2 Tim. 2:2) La conoscenza e la sapienza vi impediranno di seguire la vostra propria via. “Confidati nell’Eterno [Geova] con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i tuoi sentieri”. (Prov. 3:5, 6) Molti si sviano dal giusto sentiero. Cercano di risolvere i problemi secondo la sapienza di questo mondo e vengono meno nella corsa. (1 Cor. 3:19) Il re Saul si riteneva giusto quando seguiva la sua propria volontà. (Prov. 14:12; 16:15) Samuele lo rimproverò per non aver confidato in Dio: “L’ubbidienza val meglio che il sacrifizio”. (1 Sam. 15:22) Quindi siate ubbidienti. Compite l’opera di Geova in armonia con Geova. Questo è il modo che Geova ha stabilito mediante la sua organizzazione. Solo questo conta!

      10, 11. (a) Come si applicano a noi le antiche regole dietetiche? (b) Perché dovremmo nutrirci abbondantemente delle attuali provvisioni spirituali?

      10 Un’altra regola controlla ciò che si mangia. Anticamente i contendenti dovevano seguire una dieta rigorosa. Il contendente teocratico deve mangiare solo alla mensa di Geova. (1 Cor. 10:21; Mal. 1:12) La partecipazione alle adunanze dev’essere regolare. Per essere preparati si deve mangiare “il cibo a tempo debito” che Geova provvede. (Matt. 24:45; 2 Tim. 3:16, 17) Si deve prestare attenzione a ciò che dice la Parola di Dio. La partecipazione alle riunioni di studio è necessaria per digerire il cibo completamente. Senza di esso non si diventerà forti per la contesa, e c’è bisogno di cibo solido, non liquido. Paolo disse ai Cristiani immaturi: “Mentre dovreste esser maestri in considerazione del tempo, . . . siete diventati tali da aver bisogno di latte, non di cibo solido. . . . Ma il cibo solido appartiene a persone mature, a coloro che mediante l’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere sia il bene che il male”. — Ebr. 5:12-14, NM.

      11 È necessario che mangiate il cibo alla mensa dell’addestramento teocratico. Mangiate altrove o non affatto, e non avrete nessuna forza. Potrebbe venire il tempo in cui non avreste La Torre di Guardia a vostra disposizione. La Bibbia potrebbe essere la vostra unica arma disponibile. Se non vi siete cibati abbondantemente de La Torre di Guardia potrete non essere in grado di brandire la “spada dello spirito”, quindi non essere in grado di vincere la contesa. Potrete non essere in grado di brandirla perché non avrete conservato nella vostra mente la forza spirituale studiando La Torre di Guardia. Non aspettate l’ultima fase della contesa per afferrare saldamente la “spada dello spirito”. Paolo disse che se l’afferrate saldamente non avrete “corso invano, né invano faticato”. (Filip. 2:16, NM) Dovete riempire la vostra mente con la Parola di Dio. Potete quindi ricorrere alla forza di Geova per tenervi vivi nella contesa finale. “Perché la parola di Dio è vivente”. — Ebr. 4:12, NM.

      12, 13. (a) Fino a quando avremo bisogno di addestrarci e di correre nella gara? (b) Quali tattiche adoperano gli agenti di Satana, e come le affronta l’organizzazione teocratica?

      12 Geova non ha fatto nessuna eccezione a questa regola: Non abbandonate l’addestramento. Nessun contendente, sia corridore, lottatore o pugile, può tralasciare l’addestramento e pensare di vincere. Non solo sentirà dolore ai muscoli per mancanza di addestramento, ma perderà. La squadra di giusti contendenti sotto Geova ebbe inizio con Abele. La contesa contro le forze spirituali malvage nei luoghi celesti avrà fine soltanto ad Armaghedon. La squadra teocratica è come una moderna squadra olimpica. Non si finisce alla conclusione della prima gara, ma ne seguono molte altre, anno dopo anno. Inoltre, una squadra di calcio si allena e poi giuoca una partita, si allena e giuoca ancora un’altra partita, fino alla fine della stagione di calcio. Non sarebbe una tragedia per la squadra se, all’inizio della partita, i giocatori non avessero la resistenza e venissero meno per mancanza di allenamento? Così noi dobbiamo fare allenamento fino alla fine della stagione, fino ad Armaghedon. Sosteniamo ciò partecipando regolarmente alle adunanze compiendo servizio di campo parecchie volte la settimana o ogni giorno e studiando privatamente.

      13 Ora vogliamo ottenere un chiaro quadro della situazione. L’organizzazione teocratica non giuoca una sola partita. Piuttosto deve affrontare una continua serie di avvenimenti. Notate che soltanto poco prima di Armaghedon l’opposizione mondiale si leverà contro l’intera organizzazione estesa in tutto il mondo, dappertutto contemporaneamente. Prima di allora, però, sorge opposizione contro l’organizzazione in una nazione, mentre in un’altra non ce n’è. In ogni nazione si trova una divisione della squadra teocratica. Mentre alcune divisioni, per così dire, corrono o gettano il disco, altre divisioni sono impegnate nella lotta o nel pugilato. Mentre alcune subiscono opposizione, altre si preparano per subirla più tardi. Ma tutte le divisioni della squadra sono sempre pronte per la contesa. Appena ne abbiamo superata una ci prepariamo per un’altra. Per l’organizzazione di Geova in questo mondo c’è sempre una contesa in qualche luogo, e c’è continuamente in corso un allenamento dell’organizzazione in qualche parte del mondo.

      14. Quali vittorie sono state vinte, eppure che cosa non significa ciò?

      14 Molti trionfi si verificano in diverse parti del mondo; per esempio, considerate i nostri fratelli che furono nei campi di concentramento in Germania. Superarono la seconda guerra mondiale vittoriosamente. Negli Stati Uniti, nel Canada e in altri luoghi hanno subìto condanne in tribunale a migliaia, sommosse da parte delle turbe, bandi e proscrizioni e, mediante l’immeritata benignità di Geova, i suoi testimoni sono stati vittoriosi. Ma il trionfo in una contesa in un Paese non significa che abbiamo ottenuto la vittoria finale e che la squadra è libera di sciogliersi.

      PERICOLO

      15, 16. Come la condotta di alcuni mette in risalto l’importanza dell’ammonimento scritturale. e quale esattamente?

      15 Molti che avevano vinto nella lotta durante gli anni di persecuzione hanno in seguito violato il regolamento di un continuo addestramento. Si sono squalificati dalla corsa e ora non fanno più parte della squadra. Molti subirono la perdita del lavoro e la separazione dalla famiglia perché erano pronti a sopportare ogni cosa per guadagnare l’approvazione di Geova. In quella contesa alcuni che erano stati condannati al carcere o ai campi di concentramento quando furono liberati pensarono che la corsa fosse terminata. Abbandonarono il campo della contesa e cessarono di addestrarsi. Essi non corsero la maratona, ma soltanto una gara di cento metri, e poi si dimisero. Non v’è nulla di più doloroso che vedere un corridore abbandonare la gara per mancanza di allenamento. La Parola di Dio ci ha avvertito che si avvicina un tempo di grandi difficoltà in tutta la terra. Ricordate che abbiamo studiato che l’attacco verrà da Gog e dal “settentrione”. È essenziale addestrarsi per superare il punto cruciale della corsa o contesa.

      16 Una volta tutti aspettavamo il ritorno dei fedeli testimoni dell’antichità in qualità di prìncipi. Più tardi Geova rivelò che i prìncipi, servitori della sua organizzazione, sono ora presenti in mezzo a noi. Alcuni allora perdettero il loro entusiasmo per la risurrezione dei “prìncipi”. Non dimostra ciò quello che Gesù disse sarebbe avvenuto, che l’amore di molti si sarebbe raffreddato? (Matt. 24:12) Molti contendenti che subirono la prigionia durante i difficili tempi della persecuzione giurarono solennemente a Geova che, appena liberati, avrebbero combattuto e corso nella contesa con tutta la loro forza. Ma quando furono messi in libertà ed erano in grado di adempiere il loro voto dimenticarono la solenne promessa di dare tutto a Geova Dio.

      17. Quale effetto ha spesso la persecuzione sui Cristiani?

      17 Quando una sezione o divisione dell’organizzazione teocratica subisce una grande lotta di persecuzione in un Paese vi sono in proporzione più partecipanti attivi nella squadra che non in un tempo di addestramento. Lo slancio di quella divisione della squadra aumenta. I contendenti traboccano di zelo e impegnano tutto quello che hanno, perfino la vita stessa, nella contesa. Comprendono che è l’attività che conta e quindi diventano molto attivi. Le ultime notizie della battaglia teocratica sono aspettate con ansietà. Non c’è tempo per l’indifferenza, per la negligenza o per malintesi personali. Essi s’impegnano nella contesa. Né il loro lavoro né i loro beni li trattengono. Ogni peso che renda più difficile la contesa è deposto. Tutti sono pronti a fare qualsiasi cosa per vincere, perfino a vivere in tende e sopportare tempi difficili. Essi rinvigoriscono la loro mente per l’attività. (1 Piet. 1:13) Vi sono più volontari per il servizio continuo; c’è un lungo elenco di richiedenti per il servizio della Bethel. Poi ci sono molti partecipanti; vogliono partecipare alla lotta e aiutare a vincere.

      18. Quali opportunità offrono le condizioni in tempo di pace, ma quale condotta seguono molti?

      18 Per molti il pericolo non è la battaglia della persecuzione, bensì l’addestramento in tempo di pace. Che cosa vuol dire questo paragone? Chiediamo forse che Geova faccia venire maggior persecuzione? No, di certo. Questo paragone viene fatto per mettere in risalto che dobbiamo sempre prepararci per altre contese avvenire. In questo momento in alcune nazioni abbiamo l’opportunità di prepararci per una vera contesa. Ma molti se la prendono con comodo; trascurano l’addestramento. Malgrado le meravigliose opportunità del servizio continuo, vediamo una scarsezza di pionieri nella squadra, un rallentamento nei proclamatori di congregazione e una mancanza di volontari per il servizio della Bethel! Pochi sono disposti. Non è forse evidente che questo periodo di pace apparente in diverse nazioni non è tempo per tale condotta? Infatti, è suicidio, non è vero?

      19, 20. Di che specie dovrebbe essere l’addestramento in tempo di pace, perché, e come fu illustrato ciò?

      19 Sappiate per certo che il vostro addestramento in tempo di pace dev’essere estremamente strenuo. Dev’essere così rigoroso come la stessa contesa finale. Più difficile è la preparazione, più facile sarà la vittoria. Considerate l’allenamento che facevano anticamente per i giuochi a Corinto. I corridori legavano pesi ai piedi per allenarsi. I pugili indossavano divise pesanti e si esercitavano con sacchetti di sabbia. Nella contesa i corridori si toglievano i pesi e si spogliavano. Osservando ciò Paolo disse che dovremmo ‘deporre ogni peso e il peccato che facilmente ci avvince, e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta davanti’. (Ebr. 12:1, NM) Addestratevi per future contese con prove, pericoli e ostacoli. Vincerete o perderete, secondo come vi addestrate per la contesa. Quindi l’addestramento in tempo di pace prima che cominci per voi la persecuzione significa per voi maggiore attività, regolarità nel servizio, partecipazione a tutte le adunanze e accurato studio personale. Considerarlo come un tempo per lasciar infiacchire le mani è fatale. — Sof. 3:16.

      20 Considerate una recente corsa moderna. Un famoso corridore inglese compì la corsa di un miglio in meno di quattro minuti. Un record mondiale! Pensate voi che l’avrebbe potuto fare se non si fosse addestrato regolarmente, non risparmiandosi ma impegnando tutto ciò che aveva nell’allenamento per la contesa? No, certo. Sapete voi che molti nella corsa non giunsero alla fine? Mancava loro la resistenza. Un uomo ebbe un collasso sulla pista. Se dobbiamo vincere nella contesa finale è necessario che ci addestriamo efficacemente ora.

      21. Dove e come possiamo addestrarci per contese più severe nel futuro?

      21 Alcuni evitano oggi l’addestramento mediante l’attiva e regolare testimonianza di casa in casa e il regolare studio in gruppo perché al mondo tale addestramento non è gradevole. Essi sognano di una dimostrazione della loro integrità nella prova futura in prigione o in campo di concentramento. Ma essi saranno abbattuti, sconfitti, perché non si addestrarono per la faticosa contesa. L’attuale addestramento mediante lo studio e la predicazione regolare e l’edificazione della propria efficienza nel ministero sono le parti più importanti della contesa stessa. L’opera dei testimoni di Geova è oggi compiuta principalmente fuori di prigione. Potrebbe venire il tempo in cui l’opera di testimonianza debba esser fatta dappertutto clandestinamente o in prigione. Ma questo potrebbe essere l’immediato preludio della fine ad Armaghedon. (Isa. 43:10, 12; Apoc. 2:10) Perché aspettare finché un dittatore, un campo di concentramento o le sbarre di una prigione del Diavolo vi circondino? Potete aspettare che l’opera di testimonianza svolta dal popolo di Dio sia terminata, per compierla? No, mille volte no! Impegnatevi ora nella contesa prima dell’opera singolare di Geova ad Armaghedon! — Isa. 28:21.

      22. Qual è un altro fisso regolamento di addestramento come indicano le parole di Geremia, Gesù ed altri?

      22 Un fisso regolamento di addestramento è l’obbligo di predicare la parola di Geova. Tutti i profeti dell’antichità predicarono, non rimandando l’attività al domani. Geremia disse che la parola di Dio era come un fuoco ardente, chiuso nelle sue ossa, ed egli non poteva trattenerla; doveva proclamarla! (Ger. 20:9) Gesù, che diede il via alla nostra corsa, fu unto per predicare da Geova. (Luca 4:18) Noi dobbiamo seguire le sue orme e predicare. Il nostro lavoro principale, come il suo, dovrebbe essere il ministero. (1 Piet. 2:21) Paolo disse: “Guai a me se non predicassi!” (1 Cor. 9:16, Ricciotti) Mancate di predicare ora e la distruzione degli empi sarà messa a carico vostro. Predicate ora e voi non sarete responsabili della loro morte. (Ezech. 33:8, 9) Una volta che cominciamo, non possiamo essere assenti al tempo di addestramento. E il tempo di addestramento è in corso ora, fratelli, non domani. Inattività significa morire. Abbandonate l’addestramento e abbandonate la corsa e sarete morti nel cospetto di Dio. Siate attivi ora e vivrete domani, fratelli!

      DOVE FISSARE LO SGUARDO

      23, 24. (a) Su che cosa dobbiamo fissare gli occhi, e perché? (b) Qual è la nostra mèta, e perché alcuni non la raggiungeranno?

      23 Un altro regolamento era: tieni d’occhio il premio, la corona di foglie d’alloro. Alcuni Cristiani oggi perdono di vista il premio loro disponibile. Non è sbagliato tenere d’occhio la corona della vita, perché essa è un dono di Dio. Geova fa nascere nel nostro cuore il desiderio del premio. Possediamolo. Vale la pena correre per ottenerlo. Non serve a nulla dire: ‘Io sono tanto felice di essere nella verità e servirò Geova sia che mi venga dato un premio o no’. State attenti; non disprezzate la bontà di Dio. Egli ha messo la promessa davanti ai vostri occhi per un buon motivo, cioè, affinché vi sforziate e corriate fino alla fine per ottenerla. Accertatevi che il premio sia sempre in vista. Per esempio, supponete che un padre terrestre desideri che suo figlio superi gli esami di scuola. Gli promette una bicicletta se il figlio passa. Quel ragazzo compirà ogni sforzo. Ogni ora possibile sarà adoperata per acquistare la conoscenza necessaria per passare gli esami. Mentre studia egli vede il premio dinanzi agli occhi. Lo vede anche in sogno. Riesce, perché desidera la bicicletta. Geova ha offerto a noi, suoi figli, un premio molto più prezioso, la vita eterna. È giusto che teniamo il premio dinanzi a noi come stimolo per correre, perché la nostra corsa è molto difficile. Mentre cerchiamo il premio, è sempre il donatore del premio che noi amiamo e vogliamo piacere a Lui.

      24 Perché tanti falliscono? Perché non prestano attenzione a questa mèta della vita eterna. Paolo scrisse: “Fratelli, io non reputo di averla già afferrata; ma c’è questo: . . . protendendomi verso le cose future, io procedo verso la mèta per ottenere il premio della chiamata di sopra che Iddio rivolge in Cristo Gesù”. (Filip. 3:13, 14, NM) La “chiamata di sopra” si applica a quelli della classe degli unti. Ma la chiamata alle “altre pecore” proviene anche ‘da sopra’. La vita eterna sulla terra è tanto desiderabile per le “altre pecore” quanto la vita in cielo, “la corona della vita”, è desiderata dagli unti chiamati da Geova. (Apoc. 2:10) Che differenza c’è? Un premio è più bello, ma entrambi portano la vita eterna, e ciò che desideriamo è la vita. Alcuni permettono che la visione del proposito di Geova, del suo regno e della sua opera teocratica si intorbidisca. Essi non studiano in privato e non partecipano alle adunanze dello studio. Non avendo nessuna visione, costoro non riusciranno a raggiungere la mèta. Se non c’è visione il popolo perisce. (Prov. 29:18) Nella corsa, avete perduto di vista il premio? Tenete il premio dinanzi ai vostri occhi e rimarrete nella pista, non venendo sviati dal Diavolo e perdendo la vostra vita.

      25. Perché non dobbiamo guardare indietro?

      25 Un altro regolamento della corsa esige che il corridore non guardi indietro né si giri indietro mentre corre. Alcuni entrano nella corsa e corrono bene per un po’ di tempo. Ma più tardi cominciano a pensare di aver lasciato qualche cosa indietro. Girano la testa e guardano indietro per considerare se debbano ritornare al loro precedente modo di vivere. I divertimenti, gli affari, gli amici del vecchio mondo, o altre cose, bersagliano la loro memoria e li inducono ad abbandonare la corsa dell’integrità. Per questa specie di trasgressione Geova squalificò la moglie di Lot dalla corsa. Guardate indietro voi alle cose passate? Se lo fate, inciamperete e vi ritirerete dalla corsa. Non permettete alle cose passate d’impedirvi di andare avanti. — Filip. 3:13.

      26, 27. Chi è il nostro vero nemico, e perché il tempo attuale è specialmente pericoloso?

      26 Coloro che anticamente entravano nella contesa come lottatori o pugili dovevano tenere gli occhi sull’avversario in ogni momento. Nella moderna contesa teocratica oggi molti sono sviati per la loro mancanza di farlo. In alcune divisioni della squadra di Geova molti aspettano come avversario un dittatore, la polizia o le turbe. Non scorgono nella loro propria contesa che il vero avversario è invisibile agli occhi umani. Siete divenuti inattivi voi? In tal caso, non avete osservato che non combattiamo un nemico di carne e sangue. Noi possiamo vedere il nostro nemico con gli occhi di Paolo. Egli disse che “abbiamo un combattimento, non contro sangue e carne, ma contro . . . le forze spirituali malvage dei luoghi celesti”. — Efes. 6:12, NM.

      27 Aspettate voi un avversario di sangue e carne invece di un nemico invisibile? In tal caso dimostrate di aver perduto la vostra visione spirituale. Siete stati presi in un’imboscata dal nemico invisibile. I fratelli desti oggi comprendono che questi giorni sono più pericolosi che quando i Nazisti controllavano la Germania e la violenza delle turbe faceva legge negli Stati Uniti, quando la persecuzione prevaleva quasi dappertutto. Ora come mai nel passato il Diavolo e i demoni si oppongono all’opera di Geova nei Paesi democratici come nelle nazioni totalitarie. Come Paolo, anche Pietro ammonisce: “Mantenetevi sobri, siate vigilanti. Il vostro avversario, il Diavolo, va attorno come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno”. (1 Piet. 5:8, NM) Un leone ruggente intrappola la preda standone in agguato e ruggendo con la testa vicino al suolo, in modo che la preda non possa determinare il suo nascondiglio! Siete voi ingannati o potete vedere chiaramente l’invisibile bestiale avversario che sta in agguato dietro le vostre spalle? Se lo vedete impegnerete tutta la vostra forza nella corsa della finale contesa; sì, più energia di quanto impegnereste se vedeste la polizia segreta alle vostre spalle o una turba alla vostra porta! — Apoc. 12:12.

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      1. Come sono considerati da Geova e Cristo Gesù gli uomini dal cuor doppio, e perché?

      GEOVA e Cristo Gesù odiano gli uomini dal cuor doppio. (Sal. 119:113; Osea 7:8) Ah sì, costoro desiderano il premio della vita. Sono contenti di essere fra i testimoni di Geova, ma sono tiepidi. Vogliono sentire l’entusiasmo e partecipare alla celebrazione. Ma non fanno nulla per aver motivo di celebrare. Perché non sono né caldi né freddi, Cristo Gesù li vomiterà dalla sua bocca. (Apoc. 3:14-16) Perderanno la corsa.

      2-4. Che cosa dobbiamo fare ed avere, e che cosa è necessario per vincere?

      2 Quelli che correvano negli antichi giuochi di Corinto sapevano che era necessario impegnarsi nella contesa con tutta la loro forza. Una volta un corridore greco compì i ventiquattro giri dello stadio, resistendo fino alla fine e arrivando per primo. Mentre gli veniva posta la corona sulla testa egli cadde a terra morto. Aveva raggiunto la mèta; aveva vinto! E noi? Mettiamo la gara al primo posto per poter resistere fino alla fine? Gesù ci ammonì di cercare prima il Regno e la giustizia di Geova. (Matt. 6:33) Soltanto facendo ciò possiamo vincere. Non bisogna permettere che nulla, famiglia, affari, divertimenti, desideri, o qualsiasi altra cosa, ostacoli la contesa. Il vostro trionfo sarà messo in pericolo.

      3 Determinate fermamente di perseverare nella lotta fino alla vittoria finale. Che vale che un corridore abbia un corpo forte se la sua volontà è debole? Egli correrà imprudentemente oppure, come un fiacco pugile in allenamento, colpirà l’aria invece del pallone elastico. (1 Cor. 9:26) Perderà la contesa senz’altro perché gli mancherà la resistenza. Per poter resistere egli ha bisogno della determinazione mentale. Dovete avere il vostro cuore nella corsa, rimanendo saldi, permanentemente stabiliti e fiduciosi in Geova. (Sal. 112:7) Di tutto cuore dovete impegnarvi a portare a termine la contesa. Sì, determinate di superare tutti gli ostacoli! Se lo fate, siete a più di metà della corsa. Come corridore, dovete conoscere il passo che la corsa richiede. È una corsa breve oppure lunga? Occorre un passo misurato o la massima velocità? Un campione del pugilato o della lotta deve avere una mente buona. Non può agire come un toro brutale privo d’intelligenza. Così anche per noi, non si tratta di avere soltanto gambe forti e una mente debole. Non è semplicemente il camminare di casa in casa, ma dobbiamo avere una mente forte e nei nostri sermoni colpire il bersaglio con la Bibbia. Correte saggiamente! Usate la conoscenza della Bibbia e l’intelligenza per vincere la corsa e conquistare la vittoria. Edificatevi e fornitevi di una conoscenza della Parola di Dio. “Avete sentito parlare della perseveranza di Giobbe e avete visto il risultato che diede Geova”. — Giac. 5:11, NM.

      4 Gesù disse che “colui che ha perseverato sino alla fine è quello che sarà salvato”. (Matt. 10:22, NM) Continuerete voi a perseverare? Se non lo fate, perderete. Adottate le parole di Paolo: “Poiché io sono convinto che né morte, né vita, né angeli, né governi, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creazione potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore”. — Rom. 8:38, 39, NM.

      5. (a) Perché un allenamento casuale e spasmodico non ci rende vincitori? (b) Che cosa fece vincere Ezechia?

      5 Un allenamento casuale significa perdere la corsa. Non proclamate spasmodicamente, poiché in tal caso correrete con incertezza. Paolo non fece così. Siate regolari nell’addestramento per essere qualificati. Non potete correre saltuariamente. Non si tratta di vincere con qualche sbalzo di energia ora e un rilassamento più tardi. Credete di poter redimere il vostro rallentamento con uno scatto di attività per un po’ di tempo e poi svignarvela e non farvi vedere per settimane? Non vi riuscirete. “La corsa non è dei veloci, né la guerra dei forti”. (Eccl. 9:11, Ti) Sennacherib re d’Assiria aveva l’esercito più grande e più forte, ma colui che vinse era l’assediato re Ezechia, che ebbe fede in Geova. Ricordate quella vecchia favola della lepre e della tartaruga? È vero che la lepre si lanciò con tale rapidità da quasi scomparire ma la tartaruga vinse la corsa. Ma un momento! Sappiamo che la sicura Parola di Geova è migliore di qualsiasi favola inventata dagli uomini. Perché vinse Ezechia? Era forse più veloce? Più forte? No, egli vinse perché si sottomise a Geova e pregò. Poi Ezechia accettò la risposta di Geova. Per mezzo del suo profeta Isaia, Geova disse ad Ezechia: “Io proteggerò questa città per salvarla, per amor di me stesso e per amor di Davide, mio servo”. (Isa. 37:35) Quella notte l’angelo di Geova colpì il nemico, uccidendo centottantacinquemila Assiri. (2 Re 19) Nella nostra lotta, inoltre, non si tratta di un colpo solo per mettere il nemico fuori combattimento. Dobbiamo continuare a battere molti colpi vigorosi. Così anche non possiamo avere soltanto una serie di scritture o un sermone per l’uso nell’opera di testimonianza. Perché ce ne sia una varietà dobbiamo aver molti sermoni e scritture adatti, e poi dobbiamo continuare ad usarli abilmente nell’attacco e nella difesa della buona notizia.

      6. Chi non dovremmo temere? perché? e chi dobbiamo temere?

      6 Per partecipare alla lotta di pugilato o alla prova di forza è regola che il contendente sia intrepido. Quindi dobbiamo essere intrepidi nella testimonianza, avendo fiducia nella nostra forza spirituale e nella nostra capacità di adoperare destramente la parola di verità. Oltre ai numerosi riferimenti alla corsa Paolo menziona anche la lotta di pugilato. (1 Cor. 9:26; 1 Tim. 6:12; 2 Tim. 4:7) Ricordate che la predicazione farà sorgere opposizione! Quando siete assaliti, che cosa farete? Avrete paura e cederete? Se fate ciò sarete squalificati e scartati dalla contesa. Geova dice: “Quanto ai codardi, a quelli senza fede, . . . e a tutti i bugiardi, la loro porzione sarà nel lago che brucia con fuoco e zolfo . . . la morte seconda”. (Apoc. 21:8, NM) Abbiate paura dell’uomo e vi sarà un laccio, la perdita del premio della vita. (Prov. 29:25) “Il timor dell’Eterno [Geova] è il principio della sapienza”. — Sal. 111:10.

      7. Quali lezioni impariamo dal fatto che le contese sono vinte o perdute dall’intera squadra?

      7 Anticamente le contese venivano vinte da una squadra o perdute da una squadra, non da un solo partecipante. Per organizzare una squadra ci volevano lanciatori di giavellotti e di dischi, lottatori, saltatori, pugili e corridori. L’organizzazione teocratica è una grande squadra, in cui ognuno di noi è una piccola unità. Un membro non può fare a meno degli altri. “Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra”. (1 Cor. 12:14-26) Dobbiamo aver in mente soltanto il successo della squadra. Quando la corsa è vinta o si ottiene la vittoria, la squadra l’ha conquistata, non l’individuo. L’onore e il credito devono andare al capitano della squadra, Cristo Gesù. È necessaria la considerazione di ognuno per tutti, e di tutti per ognuno. In tal modo c’è vera cooperazione nella squadra. Molte parti compongono una grande macchina, ma per funzionare senza attrito essa deve essere lubrificata. Lo spirito di Geova e la relativa unità sono per la nostra organizzazione ciò che l’olio è per la macchina.

      8. Perché le cattive compagnie sono così pericolose?

      8 Un’altra regola della contesa proibisce le cattive associazioni. Gli amici del vecchio mondo aderiscono ad alcuni nella verità, mentre altri aderiscono stoltamente agli amici del vecchio mondo. Paolo ammonì: “Non v’ingannate. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. (1 Cor. 15:33, NM) Anche alcuni nell’organizzazione hanno abitudini del vecchio mondo, che sono come il lievito. Il lievito s’infiltra in tutta la vostra vita. Se non vi separate dalle cattive compagnie perderete la corsa. (1 Cor. 5:9, 10; 6:9, 10) Ciò significa interrompere l’allenamento e conduce all’indebolimento dei nostri muscoli spirituali. Non si tratta di determinare se un amico è un “bravo ragazzo”. Un “bravo ragazzo” potrebbe essere buona compagnia, ma è forse compagnia teocratica? Se non lo è, evitatelo. Correte solo con quelli che corrono nella corsa. Ricordate il proverbio: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. C’è anche il racconto del contadino che aveva un cigno. Questo prezioso uccello voleva sempre nuotare insieme alle gru, e siccome le gru mangiavano il raccolto del contadino egli decise di ucciderle. Ma quando il contadino sparò contro le gru colpì anche il suo bel cigno. Non fatevi prendere ad Armaghedon come questo bello ma sventurato cigno.

      9. Che cosa dobbiamo esercitare per non essere disapprovati?

      9 Paolo scrisse che “ogni uomo che prende parte ad una lotta esercita padronanza di sé in tutte le cose. . . . [Conformemente] percuoto il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato ad altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. (1 Cor. 9:24-27, NM) Anticamente i contendenti controllavano la loro condotta, la loro vita, le abitudini nel mangiare, le compagnie, il bere e i divertimenti. Evitavano qualsiasi cosa danneggiasse o indebolisse il loro allenamento. Anche noi quindi, come contendenti teocratici, dobbiamo individualmente controllarci per essere vittoriosi.

      10, 11. Qual è la più grande regola? l’ultima regola? e come sono in relazione queste regole?

      10 Desideriamo terminare la nostra considerazione delle regole e del loro effetto con la più grande di tutte le regole, l’amore. Paolo disse che se non abbiamo amore siamo, per prima, come “rame risonante o uno squillante cembalo”; secondo, come nulla, e terzo, come di “nessun profitto”. (1 Cor. 13:1-3, NM) Gesù stabilì la regola dicendo: “‘Tu devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e con tutta la forza tua’. . . . ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’. Non v’è alcun altro comandamento maggiore di questi”. — Mar. 12:30, 31, NM.

      11 Rendetevi conto che non c’è tempo da sciupare. (Efes. 5:16; Apoc. 10:6) Imparate bene le regole e come applicarle. Esercitatevi su queste cose, osservate le regole e conquisterete la vittoria, evitando il disastro. L’ultima regola dunque, come dichiarò Gesù, è che osserviamo tutte le regole della corsa o contesa. “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. (Giov. 14:15, NM) Tutte le regole devono essere rispettate e non si può violarne una senza essere puniti.

      ESEMPI DI CONTENDENTI VITTORIOSI

      12-14. Come si dimostrò Gesù un eminente e vittorioso contendente, e conquistando quale premio?

      12 Non possiamo lasciare qui questo soggetto dei partecipanti nelle contese teocratiche senza considerare alcuni degli eminenti lottatori per la fede, intrepidi combattenti e corridori che perseverarono.

      13 Il più grande combattente di tutti nella squadra di Geova è il nostro Capitano, Gesù Cristo. Essendo egli il nostro modello, consideriamolo per primo. (1 Piet. 2:21) Il primo notevole ostacolo che gli fu posto dinanzi nella sua corsa fu l’opportunità di conquistare tutti i regni di questo mondo. Con fermezza Gesù si mantenne nella corsa rispondendo al Diavolo: “Va’ via, Satana! Poiché è scritto: ‘Devi adorare Geova il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio’”. (Matt. 4:10, NM) Un’altra barriera posta da Satana nella corsa di Gesù era Pietro e il suo umano e profano modo di pensare. Pietro prese Gesù da parte e sollevò vigorose obiezioni intorno al male che minacciava Gesù. Pietro disse: “Sii buono con te stesso, Signore”. Riuscì questo a far sostare Gesù? Egli rispose: “Va’ via da me, Satana! Tu mi sei una pietra d’inciampo”. (Matt. 16:22, 23, NM) Anche dinanzi a Pilato Gesù combatté per la fede dicendogli: “Per questo scopo io son nato e per questo scopo son venuto nel mondo, per recare testimonianza alla verità”. — Giov. 18:37, NM.

      14 Poco tempo dopo Gesù fu interamente solo, senza compagni. Rimase solo nella corsa fino alla fine, essendo stato abbandonato dai suoi associati, ma si mantenne fedele fino all’ultimo fiato. Impegnò nella corsa tutto quello che aveva, la vita stessa. I suoi abiti gli furono strappati, fu inchiodato al palo, e sulla sua testa fu posta una corona di spine. Sembrava a tutti che Geova l’avesse completamente abbandonato. Al cospetto di Satana e dei suoi strumenti terreni Gesù morì come un criminale. Ma Geova presto cambiò la scena, proprio dinanzi agli occhi di Satana. Entro tre giorni Geova premiò Gesù con una risurrezione alla vita eterna, e poche settimane dopo Gesù ascese alla destra del suo Dio e Padre. — Sal. 110:1; Giov. 20:17.

      15. Quale esempio diede Stefano quale contendente vittorioso? E quale esempio ne diede Paolo?

      15 Il primo seguace di Gesù Cristo riconosciuto per aver compiuto fedelmente la sua corsa dopo che Gesù aveva terminato la sua fu Stefano. Egli completò la sua lotta fra gli artigli dei suoi nemici. Continuò a predicare anche mentre lo lapidavano. Sì, egli aveva corso e conquistò la corona della vittoria. Neanche la morte poté privarlo del suo premio. Un altro vincitore fu Paolo, che superò molti ostacoli posti nel sentiero della sua corsa. Considerate il suo rapporto in Secondo Corinzi, capitolo undici, versetti 23 a 27 (Cocorda). Egli disse che era stato “in carceri, molto più; in battiture, oltre misura, in pericoli di morte, spesse volte. — Cinque volte ho ricevuto, dai Giudei, quaranta colpi meno uno; — tre volte sono stato flagellato; una volta son stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato una notte ed un giorno nel profondo [mare]; — in viaggi, spesse volte; in pericoli di fiumi, in pericoli di ladroni, in pericoli da parte della [mia] razza, in pericoli da parte delle nazioni, in pericoli in città, in pericoli nel deserto, in pericoli sul mare, in pericoli fra i falsi fratelli, — in fatiche e travagli, in veglie spesso, in fame ed in sete, in digiuni spesso, in freddo e nudità”. Più tardi Paolo aggiunse: “Ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede”. — 2 Tim. 4:7, NM.

      16, 17. Come i tre Ebrei e Sansone mostrarono di essere nella “squadra” vittoriosa? Con quale esito per ciascuno?

      16 Abbiamo esempi precedenti di notevole fede in Geova in Sidrac, Misac e Abdenago. Questi tre fedeli Ebrei furono comandati di prostrarsi ad adorare la statua d’oro innalzata nella pianura di Dura. Avrebbero rifiutato essi di farlo a costo di essere gettati nella fornace ardente? Avendo intrapreso la corsa, essi perseverarono in essa, dicendo tranquillamente al re Nabucodonosor: “Sopra questo non è necessario darti una risposta; perché senza dubbio il nostro Dio, da noi adorato, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente, e sottrarci, o re, al tuo potere, e se anche non lo volesse fare, sappi, o re, che noi non veneriamo i tuoi dèi, non adoriamo la statua da te eretta”. La loro audace sfida rese furioso il re, ed egli comandò che la fornace fosse accesa sette volte più ardente del solito. Ma essi non indietreggiarono, rifiutarono di prostrarsi e rimasero nella contesa. Quindi furono gettati nelle intensificate fiamme del fuoco. Premiati da Geova, uscirono dalle fiamme illesi e trionfarono per la loro fede e perseveranza. — Dan. 3:1-27, Ti.

      17 Non vogliamo dimenticare Sansone. In custodia dei suoi nemici finché i suoi capelli furono lunghi abbastanza, Sansone girava la macina in prigione. Pensava agli oltraggi commessi contro il suo Dio Geova e contro se stesso mentre veniva sferzato dagli scherni e insulti e ferito dalla frusta dei Filistei, i nemici che gli avevano cavato gli occhi. La sua indignazione toccava il più alto livello ed egli stava sul punto di dar sfogo alla sua determinazione di rivendicare il nome di Geova. Sapeva che la sua vita era in pericolo nella sua finale contesa. Per rivendicare il nome di Geova Sansone impegnò tutto il suo cuore e tutta la sua forza nell’ultimo combattimento nel tempio dei festeggianti filistei di Dagon. Si rendeva conto che la contesa gli sarebbe costata la vita. Ciò nonostante egli esclamò: “Signore Iddio [Geova], ricordati di me, e restituiscimi adesso la mia prima forza, mio Dio, affinché io mi vendichi dei miei nemici, e faccia vendetta in una sola volta per la perdita dei miei due occhi. E prendendo le due colonne, sulle quali posava la casa, e tenendone una colla destra, e l’altra colla sinistra, disse: Muoia la mia anima coi Filistei; e scosse con forza le colonne, la casa rovinò addosso a tutti i principi, e a tutto il resto della moltitudine, che vi era; e molti più egli ne uccise morendo, che non ne avesse uccisi per l’innanzi da vivo”. — Giud. 16:28-30, Sales.

      18. In quale contesa particolare Davide dimostrò di essere un potente campione?

      18 Un altro potente campione fu Davide. Anche da giovane egli personificò l’intrepidezza, e nessuno lo poteva spaventare e indurlo ad abbandonare la contesa. Egli ricevette coraggio da Geova. Goliath aveva sfidato l’Onnipotente Dio e il suo popolo. Il giovane Davide traboccava giustamente d’indignazione a causa di questo obbrobrio recato al suo Dio, Geova. Adirato egli gridò ad alta voce: “‘Chi è dunque questo Filisteo, questo incirconciso, che osa insultare le schiere dell’Iddio vivente?’ . . . E Davide rispose a Saul: ‘Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre; e quando un leone o un orso veniva a portar via una pecora di mezzo al gregge; io gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e se quello mi si rivoltava contro, io lo pigliavo per le ganasce, lo ferivo e l’ammazzavo. Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l’orso; e questo incirconciso Filisteo sarà come uno di quelli, perché ha coperto d’obbrobrio le schiere dell’Iddio vivente’”. Intrepidamente, Davide si fece avanti per la contesa. Malgrado fosse soltanto un giovane, egli affrontò il vile gigante Goliath con coraggio, dichiarando a quel Filisteo: “Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome [di Geova] degli eserciti, dell’Iddio delle schiere d’Israele che tu hai insultato”. Notate la differenza: un gigante protetto dall’armatura, un guerriero esperto, sfidato da un semplice ragazzo nelle sue vesti di pastore, armato soltanto di una fionda e di pietre! Ma abbandonò Davide il campo della contesa? Ebbe forse paura di perdere la sua vita? Si ritirò dalla lotta? Impavidamente egli gridò: “Oggi [Geova] ti darà nelle mie mani, e io ti abbatterò, ti taglierò la testa, . . . e tutta la terra riconoscerà che v’è un Dio in Israele”. (1 Sam. 17:26, 34-36, 45, 46) Con ciò Davide, la fionda in mano, scagliò la pietra infallibilmente alla fronte del gigante! Il bersaglio fu colpito! Geova diede a Davide la vittoria. Il gigante cadde a terra morto. Per la sua intrepidezza e per il suo amore verso Geova, Davide è nominato fra quelli che ottennero l’approvazione di Geova. (Ebr. 11:32-34) Egli riceverà sicuramente il suo premio di trionfo.

      19. Perché Paolo elencò alcuni di questi vittoriosi combattenti in Ebrei 11?

      19 Alcuni di questi vittoriosi combattenti per la fede sono elencati da Paolo fra gli antichi testimoni di Geova per incoraggiare noi oggi a correre continuamente nello stesso modo vittorioso in cui essi corsero. Per noi Paolo scrisse: “Poiché dunque abbiamo un così gran nuvolo di testimoni che ci circondano, deponiamo anche noi ogni peso e il peccato che facilmente ci avvince, e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta davanti, mentre guardiamo attentamente il capo e perfezionatore della nostra fede, Gesù”. — Ebr. 12:1, 2, NM.

      20-22. Quale condotta mena alla morte, e quale condotta alla conquista del premio della vita nel nuovo mondo di Dio?

      20 Ora la questione è: Sarete voi fra gli attivi Cristiani che corrono vittoriosamente verso il premio della vita? Oppure sarete fra gli inattivi infingardi e violatori del patto, trascinandovi verso la condanna della morte eterna? (Rom. 1:28-32) Non divenite un inattivo infingardo, troppo pigro perfino per nutrirvi, per poi morire. (Prov. 19:24; 14:14) Ricordate che se non siete attivi per Gesù sarete contro di lui e dovrete subire la condanna dei suoi nemici. (Matt. 12:30) Siete usciti dal retto cammino della corsa per scivolare nel fango dell’inattività? Riprendetevi e tornate subito nella corsa! La finale e più terrificante di tutte le contese, Armaghedon, è imminente. Mediante la nostra attività vittoriosa vogliamo tutti “impegnare strenuamente una lotta per la fede”. — Giuda 3, NM.

      21 Sotto il penetrante sguardo di Geova, ora che scorgiamo il regno trionfante stabilito nei cieli vogliamo tutti determinare di evitare inattività e morte. Invece, mediante l’attività, sforziamoci di conquistare il premio del trionfo, la VITA nel nuovo mondo sotto il regno di Geova.

      22 Possa Geova il nostro Dio benedirvi mentre ‘contendete per la vittoria nella giusta contesa della fede’. — 1 Tim. 6:12, NM.

  • La passione per i giornaletti
    La Torre di Guardia 1956 | 1° ottobre
    • La passione per i giornaletti

      ● Una recente inchiesta ha rivelato che gli Americani spendono ogni anno più denaro per i giornaletti che per libri di scuola elementare e ginnasio. L’inchiesta, fatta dall’Ufficio di Pubblica Amministrazione dell’Università di California, comunica che ogni anno vengono venduti giornaletti per centinaia di migliaia di dollari, quasi quattro volte la spesa totale annuale per libri da parte di tutte le biblioteche pubbliche del Paese.

  • Il cielo può aspettare
    La Torre di Guardia 1956 | 1° ottobre
    • Il cielo può aspettare

      ● J. J. Scherer, ecclesiastico luterano di Richmond, Virginia, Stati Uniti, per quasi 50 anni, così illustrava ad un gruppo di ministri di Roanoke il suo punto di vista circa l’andare in cielo: “Se mi fossero offerti due biglietti, uno per il soggiorno in cielo e l’altro per la Virginia, sceglierei il biglietto per la Virginia. Voglio andare in cielo, ma non oggi”. — Times Herald di Dallas, 29 giugno 1955.

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