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Come tradurre il titolo “Dio”La Torre di Guardia 1979 | 15 novembre
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preoccuparsi eccessivamente dell’origine di una particolare parola che significa “Dio”. Anche nella Bibbia la stessa parola è applicata tanto al vero Dio quanto ai falsi dèi. In se stessa la parola non è sacra. Non vi sono quindi obiezioni all’uso di un termine che, prima che chi parlava quella lingua venisse a conoscenza dell’Iddio della Bibbia, si riferiva esclusivamente a falsi dèi.
In effetti questo è ciò che è successo nella maggioranza delle lingue moderne. La parola giapponese per dire “Dio” può significare, letteralmente, “tanti piccoli dèi”. In amharico e tigrino, due importanti lingue dell’Etiopia, un termine comune per indicare Dio è Egziabher. Letteralmente questa espressione significa “Signore delle terre”, cioè ‘Signore delle terre etiopiche’. Circa la parola inglese “God” (Dio), The Century Dictionary and Encyclopedic Lexicon of the English Language (Vol. 3, pag. 2561, ediz. 1899) afferma che in origine era neutra e “generalmente al plurale, veniva applicata alle divinità pagane, e fu elevata al suo significato cristiano dopo la conversione dei popoli teutonici”. Il libro World Origins, di Wilfred Funk, dice: “La parola centrale di tutte le fedi è Dio, e l’etimologia del titolo God [Dio] è un intreccio di supposizioni. La parola God in se stessa è affine a parole simili in danese, sassone, antico alto-tedesco, scandinavo, e altre lingue, e può addirittura essere affine a un’antica parola lituana che indicava qualcuno che praticava le arti magiche”. (Pag. 279) Secondo la Grande Enciclopedia dell’Istituto Geografico De Agostini, la parola italiana “Dio” deriva dal latino deus “che indicava nell’antichità romana gli dèi politeistici”. — Vol. VII, pag. 366.
Oggi nessuno dei termini per indicare Dio in alcuna delle summenzionate lingue, nonostante in origine non si riferissero al Creatore, trasmette concetti errati alla mente degli uditori o dei lettori. Quindi non si può sollevare nessuna obiezione al loro impiego nelle traduzioni della Bibbia.
Come per tutto il resto, si deve mostrare ragionevolezza quando si tratta di usare una parola per indicare l’Iddio della Bibbia. In ultima analisi, qualsiasi termine per tradurre “Dio” non è che un titolo, e non un nome proprio. Ciò che veramente distingue il vero Dio da tutti gli altri è il suo nome personale, Geova. — Sal. 83:18.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1979 | 15 novembre
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Domande dai lettori
● L’uso dei dispositivi anticoncezionali chiamati IUD (contraccettivi intrauterini) è compatibile con i principi cristiani?
Gli IUD sono piccoli dispositivi che vengono inseriti nell’utero della donna a scopo anticoncezionale. Ciò che interessa particolarmente i cristiani è sapere se il meccanismo d’azione degli IUD è basilarmente abortivo. Ci sono crescenti prove che lo è.
Si può capire meglio la cosa considerando il normale processo della gravidanza. Un uovo femminile od ovulo proveniente da un’ovaia della donna entra nella salpinge. Qui gli spermatozoi maschili che hanno attraversato l’utero possono incontrare l’ovulo. Quando vi ha luogo la fecondazione (concepimento), viene all’esistenza una nuova vita. Dopo circa una settimana l’ovulo fecondato (blastocisti) raggiunge l’utero e si annida nel suo rivestimento, al quale resterà attaccato per il resto della gravidanza.
Per molti anni vi sono state teorie contrastanti sul meccanismo d’azione degli IUD. Nella Torre di Guardia del 15 giugno 1970 indicammo che allora alcuni scienziati credevano che gli IUD impedissero allo spermatozoo di raggiungere e fecondare l’ovulo. Comunque, altri esperti affermavano che gli IUD consentivano il concepimento ma ostacolavano l’annidamento. Circa quest’ultima possibilità fu spiegato che in tal caso “dal punto di vista biblico equivarrebbe all’aborto”. (Eso. 23:26; 1 Cor. 15:8, Traduzione del Nuovo Mondo, ediz. inglese del 1971, nota in calce; Nardoni) Tuttavia, dato che perfino gli esperti erano divisi sul funzionamento degli IUD, fu detto che ciascuna coppia sposata interessata avrebbe dovuto prendere una decisione in armonia con la propria coscienza.
Negli anni successivi i medici hanno fatto molte ricerche sui meccanismi di funzionamento degli IUD. Che cosa hanno appreso?
Un lungo articolo sul soggetto, apparso sul Canadian Medical Association Journal del 7 gennaio 1978, concludeva:
“Non si conosce l’esatto meccanismo d’azione degli IUD. Con uno IUD inserito sono stati osservati diversi effetti, e probabilmente la sua azione contraccettiva è dovuta a una combinazione d’essi”.
L’articolo menzionava alcuni di questi effetti:
1. “Lo IUD interferisce meccanicamente con l’annidamento”.
2. Produce nell’utero una reazione infiammatoria, col risultato che delle cellule avviluppano e ostacolano gli spermatozoi [e, secondo altri ricercatori, anche la blastocisti].
3. Accresciuta motilità tubarica o uterina, così che l’uovo [fecondato o no] si muove con troppa rapidità.
4. Alterazione delle condizioni biochimiche del rivestimento uterino dove l’uovo fecondato dovrebbe impiantarsi.
Vi erano altri commenti sul rame contenuto negli IUD, cosa che sembra “accrescere i meccanismi d’azione”, per esempio: diminuire la motilità degli spermatozoi, produrre mutamenti enzimatici nel rivestimento uterino che ritardano l’annidamento, e una più accentuata reazione infiammatoria.
Tali discussioni tecniche includono in genere alcuni commenti sulla possibilità che gli IUD ostacolino lo spermatozoo prima che abbia luogo la fecondazione. Tuttavia, la maggioranza delle descrizioni del funzionamento degli IUD vertono sul fatto che impediscono l’annidamento a fecondazione avvenuta. L’American Family Physician (nov. 1977) osservò: “Esperimenti su animali hanno rivelato che gli IUD di rame esplicano la loro azione contraccettiva principalmente impedendo l’annidamento”.
Anche con uno IUD inserito a volte si verifica una gravidanza che va avanti. Vi sono anche prove di un accresciuto rischio di gravidanze extrauterine, ad esempio nelle tube. L’ultimo articolo citato conclude:
“Sebbene gli IUD siano efficaci nell’impedire oltre il 98 per cento delle gravidanze intrauterine, sono efficaci per meno del 90 per cento nell’impedire gravidanze tubariche. Se una paziente rimane incinta mentre ha ancora lo IUD inserito, vi è più di una probabilità su 20 che la gravidanza sia extrauterina”.
Il Canadian Medical Association Journal dice:
“Fra le gravidanze che si verificano mentre lo IUD è inserito l’incidenza di aborti spontanei è del 41%, . . . L’incidenza fra le gravidanze in assenza di IUD è invece compresa fra il 10 e il 15%”.
Molti che condonano l’aborto volontario sostengono che (dopo il concepimento) non si possa parlare di vita o di persona vivente finché l’embrione non ha raggiunto un determinato numero di settimane d’età. Ma il Creatore della vita, Geova Dio, non menziona alcuna idea del genere nella sua Parola. Anzi, la Bibbia fa chiaramente capire che Dio riconosce e rispetta una vita anche nel suo primissimo sviluppo embrionale. (Sal. 139:13-16; Ger. 1:5) Sotto la legge mosaica un’azione che avesse posto termine a tale vita in fase di sviluppo sarebbe stata severamente punita. — Eso. 21:22, 23.a
Questo rispetto per la vita entra in gioco quando si considera il problema dell’uso degli IUD. Il fatto è che attualmente nessun uomo può affermare con assoluta certezza se gli IUD impediscono il concepimento. Vi sono invece crescenti prove che, con uno IUD inserito, il concepimento può avere o ha luogo, e che al prodotto del concepimento è impedito di svilupparsi normalmente fino a divenire un bambino. Il cristiano sincero che si chiede se sia giusto usare uno IUD dovrebbe soppesare seriamente tali informazioni alla luce del rispetto biblico per la santità della vita.
[Nota in calce]
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