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FormicaAusiliario per capire la Bibbia
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piantare le spore di certi tipi di fungo, che coltivano con cura. Se si forma un nuovo formicaio, la “regina” trasporterà nella propria cavità orale una piccola quantità di fungo da piantare per dare inizio a una nuova “piantagione” sotterranea.
CARATTERISTICHE ESEMPLARI
Un breve esame della formica dà maggior vigore all’esortazione: “Va dalla formica, pigro; vedi le sue vie e divieni saggio”. Non solo i loro preparativi per il futuro sono degni di nota, ma anche la loro persistenza e determinazione, nel trasportare o trascinare tenacemente oggetti che spesso pesano anche oltre il doppio di loro, facendo tutto il possibile per portare a termine un particolare compito, e rifiutando di tornare indietro anche se rischiano di cadere, scivolare o rotolare lungo qualche precipizio. Notevoli per la loro cooperazione, esse tengono il nido molto pulito e si interessano delle compagne di lavoro, aiutando a volte formiche ferite o esauste a tornare nel formicaio.
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FornaceAusiliario per capire la Bibbia
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Fornace
Struttura dotata di una camera di riscaldamento per la lavorazione di vari materiali, e principalmente per (1) estrarre minerali, (2) fondere metalli già estratti, o riscaldarli per poterli forgiare, e (3) cuocere vasi o altri oggetti di ceramica, mattoni e calce. Nei tempi biblici le fornaci erano fatte di mattoni o di pietra. Fornaci circolari per lavorare il rame ritenute dell’epoca dei giudici sono state rinvenute a Tel Qasila, nella periferia N di Tel Aviv, e a Tell Gemmeh, a S di Gaza. Tali fornaci erano dotate di grandi canne fumarie, fatte con mattoni di fango, per aerare la camera di riscaldamento. Il rame veniva messo in crogioli d’argilla sistemati sulle lastre di pietra poste sulla cenere del fuoco all’interno della fornace.
I tre fedeli ebrei amici di Daniele furono gettati in una fornace ardente dal re Nabucodonosor perché si erano rifiutati di inchinarsi davanti alla statua che aveva eretta. (Dan. cap. 3) La Bibbia non dice se si trattava di una fornace speciale costruita per tale scopo o di una fornace normale comunemente adibita ad altri usi.
L’Egitto, che sottopose Israele a un duro giogo di schiavitù, è figurativamente paragonato a una fornace di ferro. (Deut. 4:20) E la casa d’Israele su cui si riversa l’ira di Dio è paragonata a metallo fuso in una fornace. (Ezec. 22:18-22) Per altri usi analoghi in illustrazioni e paragoni, vedi Proverbi 17:3; 27:21; Salmo 12:6 (“forno fusorio”).
Sin dall’antichità esistevano fornaci per cuocere mattoni, vasi e calce. (Gen. 19:28; Eso. 9:8, 10) Dato il progresso fatto in epoca anteriore al Diluvio nel forgiare arnesi di rame e di ferro (Gen. 4:22), fornaci erano probabilmente già in uso ai primordi della storia umana. Anche se non sono menzionate direttamente, è evidente che poco dopo il Diluvio, al tempo di Nimrod, esistevano fornaci da mattoni. Quando si accingevano a costruire la città di Babele con la sua torre nel paese di Sinar, i costruttori dissero: “Suvvia! Facciamo dei mattoni e cuociamoli al fuoco”. (Gen. 11:3) Rovine dell’antica Babilonia dimostrano che fin dall’antichità si usavano mattoni cotti nelle fornaci. Tali mattoni più resistenti venivano usati nelle costruzioni più importanti per rivestire pareti e pavimenti.
Le fornaci usate dai vasai egiziani consistevano di un camino a forma di cono, con una griglia fra la buca sottostante in cui si accendeva il fuoco e la sovrastante camera di riscaldamento. I vasi venivano sistemati in questa camera prima di accendere il fuoco. Il corretto riscaldamento della fornace era un segreto dei vasai egiziani, e ci voleva vera abilità per raggiungere la qualità desiderata nel prodotto finito. La corrente d’aria che dal focolare saliva nella canna fumaria attirava il fuoco attraverso la grata e lo faceva circolare intorno ai vasi prima di estinguersi in cima al camino.
Alcune fornaci scoperte a Meghiddo, a forma di “U”, misuravano da 2,5 a 3 m circa. Nelle fornaci del genere il focolare si trovava nella parte curva. Evidentemente l’aria che entrava dall’apertura sotto il focolare spingeva la fiamma nelle due camere di riscaldamento, facendola uscire dalle due canne fumarie situate nella parte posteriore della fornace.
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FornaioAusiliario per capire la Bibbia
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Fornaio
Nelle case ebraiche fare pane e focacce era compito delle donne, anche se nelle case più grandi lo facevano gli schiavi. Parlando per Geova, Samuele disse agli israeliti che avevano chiesto un re umano: “Prenderà le vostre figlie come mischiatrici di unguenti e come cuoche e come panettiere”. (I Sam. 8:13) Ma degli uomini potevano sorvegliare il lavoro o farlo personalmente, com’è indicato dal fatto che quando due angeli andarono da Lot a Sodoma, egli fece un convito “e cosse pani non fermentati, ed essi mangiarono”. — Gen. 19:1-3.
In tempi biblici il pane di solito era cotto al forno. (Vedi FORNO). A volte però si cuoceva accendendo il fuoco su pietre disposte una accanto all’altra. Quando erano ben calde, si toglieva la cenere e l’impasto veniva messo sulle pietre. Dopo un po’ il pane veniva girato e lasciato sulle pietre finché era ben cotto. (Osea 7:8) I viaggiatori potevano cuocere il pane in una buca riempita di ciottoli caldi, sui quali si era acceso il fuoco. Dopo aver tolto la brace, l’impasto era deposto sulle pietre scaldate, e forse lo si voltava diverse volte finché era cotto. (I Re 19:6) I beduini cuociono ancora il pane in questo modo o su una piastra di ferro riscaldata.
Le offerte di grano degli israeliti spesso erano “qualche cosa cotta al forno”, nella “teglia” o nella “pentola” con malto grasso. (Lev. 2:4-7) La teglia era uno spesso piatto di ceramica con scanalature (simile a una moderna bistecchiera di ferro), ma si usavano anche teglie di ferro. — Ezec. 4:3.
Nelle città c’erano botteghe di fornaio. Quando Geremia era tenuto prigioniero a Gerusalemme nel Cortile della Guardia durante la carestia che precedette la caduta della città nel 607 a.E.V., riceveva come razione giornaliera un pane rotondo “dalla via dei fornai”, finché le scorte non si esaurirono. (Ger. 37:21) Quindi le botteghe dei fornai si trovavano evidentemente in una particolare strada di Gerusalemme. Anni dopo, quando furono ricostruite le mura di Gerusalemme sotto la sorveglianza di Neemia, fu ripristinata anche la “Torre dei Forni”. (Nee. 3:11; 12:38) Non si sa perché la torre si chiamasse così, ma può darsi che le fosse stato dato questo nome perché vi si trovavano le botteghe dei fornai.
Nei tempi moderni, in Oriente il fornaio abitualmente non prepara l’impasto. Questo invece è preparato in casa poi mandato al forno pubblico. Perciò non è insolito vedere per la strada il garzone del fornaio coi vassoi di pane appena sfornato in equilibrio sulla testa, che consegna il pane nelle case dei clienti. Anche nei tempi biblici il fornaio spesso cuoceva l’impasto che gli veniva portato (e anche carne e verdura). Dopo aver tolto il pane o le focacce dal forno con una lunga paletta, il fornaio a volte li oliava. L’ottima qualità del pane cotto nei forni più grandi delle botteghe dei fornai orientali sembra indicata da questo proverbio arabo: “Manda il tuo pane al forno del fornaio, anche se lui ne mangia la metà”.
Il fornaio del re era evidentemente un uomo importante nell’antico Egitto. Un dipinto della tomba di Ramsete III nella Valle dei Re presso Tebe raffigura un forno reale egiziano in piena attività, e illustra le varie fasi come intridere l’impasto coi piedi, dare forma al pane e preparare il forno.
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FornicazioneAusiliario per capire la Bibbia
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Fornicazione
Rapporti sessuali fra due persone consenzienti non sposate fra loro. Nella Bibbia questo termine non si riferisce solo a tale promiscuità sessuale fra persone non coniugate. La Bibbia parla di fornicazione in senso generale, commessa da persone sposate e non sposate. Il termine originale greco include qualunque comportamento sessuale gravemente scorretto, inclusa l’omosessualità. — Giuda 7.
Nel celebrare il primo matrimonio umano, Dio disse: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e dovrà tenersi stretto alla sua moglie e dovranno divenire una sola carne”. (Gen. 2:24) La norma stabilita per l’uomo e per la donna era la monogamia, e ciò escludeva rapporti sessuali promiscui. Non era previsto neanche il divorzio per risposarsi.
Nella società patriarcale i fedeli servitori di Dio odiavano la fornicazione, fra persone celibi, fidanzate o sposate, che era considerata un peccato contro Dio. — Gen. 34:1, 2, 6, 7, 31; 38:24-26; 39:7-9.
SOTTO LA LEGGE
Sotto la legge mosaica, l’uomo che commetteva fornicazione con una ragazza non fidanzata doveva sposarla e pagare al padre di lei il prezzo d’acquisto per la sposa (cinquanta sicli d’argento), e non poteva per nessuna ragione divorziare da le. Anche se il padre della ragazza rifiutava di dargliela in matrimonio, l’uomo doveva versare al padre il prezzo d’acquisto. (Eso. 22:16, 17; Deut. 22:28, 29) Se invece la ragazza era fidanzata, l’uomo veniva lapidato. Se la ragazza gridava quando veniva avvicinata, non doveva essere punita, ma se non gridava (rivelandosi perciò consenziente) era messa a morte anche lei. — Deut. 22:23-27.
La santità del matrimonio era messa in risalto dalla legge che puniva con la morte la ragazza che si sposava affermando falsamente di essere vergine, mentre aveva commesso fornicazione in segreto. Se il marito l’accusava ingiustamente di tale trasgressione, ciò era considerato motivo di grave biasimo per la famiglia di lei. Per tale azione calunniosa l’uomo doveva essere ‘disciplinato’ dai giudici, forse fustigato, e condannato a pagare una multa di cento sicli d’argento, denaro che veniva dato al padre di lei. (Deut. 22:13-21) La prostituzione da parte della figlia di un sacerdote ne profanava l’incarico sacro. Essa doveva essere messa a morte e poi bruciata come qualche cosa di detestabile. (Lev. 21:9; vedi anche Levitico 19:29). La fornicazione fra persone coniugate (adulterio) era una violazione del settimo comandamento ed entrambi i colpevoli meritavano la pena di morte. — Eso. 20:14; Deut. 5:18; 22:22.
Se un uomo commetteva fornicazione con una ragazza schiava destinata a un altro uomo, ma che non era stata redenta o liberata, era prevista una punizione, ma non erano messi a morte. (Lev. 19:20-22) Questo evidentemente perché la donna non era ancora libera e del tutto padrona delle proprie azioni, come lo era invece una ragazza libera fidanzata; il prezzo di redenzione non era stato ancora pagato, o almeno non per intero, e perciò era ancora schiava del suo padrone.
VIETATA AI CRISTIANI
Gesù Cristo ripristinò la norma della monogamia stabilita in origine da Dio (Matt. 5:32; 19:9) e dimostrò la gravità della fornicazione classificandola insieme a malvagi ragionamenti, assassinio, furto, falsa testimonianza e bestemmia, e spiegando che queste cose vengono dall’intimo dell’uomo, dal cuore, e perciò contaminano l’uomo. (Matt. 15:19, 20; Mar. 7:21-23) In seguito, nel 49 E.V., il corpo direttivo della congregazione cristiana, di cui facevano parte gli apostoli e alcuni anziani di Gerusalemme, scrisse ai cristiani ordinando loro di evitare la fornicazione, menzionata insieme all’idolatria e al mangiare sangue. — Atti 15:20, 29; 21:25.
L’apostolo Paolo fa notare che la fornicazione è una delle opere della carne, il contrario dei frutti dello spirito di Dio, e avverte che la pratica di opere carnali preclude la possibilità di ereditare il Regno. (Gal. 5:19-21) Consiglia al cristiano di far morire il proprio corpo “rispetto a fornicazione . . . che è idolatria”. (Col. 3:5) Infatti i cristiani, che devono essere santi, non devono neanche farne argomento di conversazione, come gli israeliti non dovevano neanche pronunciare il nome degli dèi pagani delle nazioni circostanti. — Efes. 5:3; Eso. 23:13.
La fornicazione è una trasgressione per cui si può essere espulsi (disassociati) dalla congregazione cristiana. (I Cor. 5:9-13; Ebr. 12:15, 16) L’apostolo spiega che il cristiano che commette fornicazione pecca contro il proprio corpo, usando gli organi genitali per uno scopo pervertito. Ciò può nuocergli moltissimo spiritualmente, contamina la congregazione di Dio e lo espone al rischio di contrarre terribili malattie veneree. (I Cor. 6:18, 19) Così facendo usurpa i diritti dei suoi fratelli cristiani (I Tess. 4:3-7) poiché (1) introduce nella congregazione impurità e vergognosa follia, esponendola al biasimo (Ebr. 12:15, 16), (2) priva la persona con cui commette fornicazione della posizione che aveva essendo moralmente pura e del diritto di rimanere pura per contrarre un matrimonio puro, onorevole, (3) priva la sua stessa famiglia della reputazione di purezza morale, e anche fa torto ai genitori, al marito o fidanzato di colei con cui commette fornicazione. Manca di rispetto non all’uomo, le cui leggi possono condonare o meno la fornicazione, ma a Dio, il quale esigerà la punizione del suo peccato. — I Tess. 4:8.
USO SIMBOLICO
Geova Dio parlava della nazione d’Israele che era in una relazione di patto con lui come di una “moglie”. (Isa. 54:5, 6) Quando la nazione gli divenne infedele, ignorandolo e cercando l’aiuto di altre nazioni come l’Egitto e l’Assiria con cui fece alleanze, Israele diventò una moglie infedele, adultera, una prostituta che commetteva fornicazione con chiunque. (Ezec. 16:15, 25-29) Anche i cristiani, che sono dedicati a Dio, o professano di avere tale relazione con Lui, se diventano infedeli praticando falsa adorazione o essendo amici del mondo, sono definiti “adultere”. — Giac. 4:4.
Babilonia la Grande, descritta nel libro biblico di Rivelazione come una meretrice, rappresenta perciò simbolicamente qualche cosa di religioso. Le sue svariate sette, “cristiane” e pagane, pretendono di essere organizzazioni di vera adorazione. Ma essa si è unita ai governanti di questo mondo per acquistare potere e ricchezza materiale, e con lei “i re della terra han commesso fornicazione”. Il suo impuro e corrotto comportamento di fornicatrice è detestabile agli occhi di Dio e ha provocato grande spargimento di sangue e sofferenza sulla terra. (Riv. 17:1-6; 18:3)
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