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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • TIPI DI COPRICAPO NELLE SCRITTURE EBRAICHE

      La prima menzione di un copricapo nella Bibbia si riferisce a Rebecca che si coprì il capo quando incontrò Isacco. (Gen. 24:65) Qui il termine ebraico è tsa‘ìph, altrove tradotto “scialle”. (Gen. 38:14, 19) Coprendosi il capo Rebecca voleva senza dubbio mostrare la propria sottomissione a Isacco, suo promesso sposo.

      Il turbante (ebr. mitsnèpheth) del sommo sacerdote era di lino fine, avvolto intorno alla testa, con una lamina d’oro legata sul davanti con un nastro turchino. (Eso. 28:36-39; Lev. 16:4) Anche il copricapo dei sottosacerdoti doveva esser ‘avvolto’ intorno alla testa, ma è indicato da un diverso termine ebraico (mighba‘dh), essendo di forma diversa e forse meno elaborato del turbante del sommo sacerdote. Il copricapo dei sottosacerdoti non aveva la lamina d’oro. — Lev. 8:13.

      Giobbe menziona il turbante in senso figurativo, paragonando la propria equità a un turbante. (Giob. 29:14, CEI; confronta Proverbi 1:9; 4:7-9). Anche le donne a volte portavano turbanti (Isa. 3:23); qui il termine ebraico è tsanìph, che ricorre anche nell’espressione “turbante regale” in Isaia 62:3, e a proposito del turbante del sommo sacerdote in Zaccaria 3:5.

      Il peʼèr, anch’esso una specie di turbante, era indossato da uno sposo (Isa. 61:10), ed era simbolo di gioia. (Isa. 61:3; confronta Ezechiele 24:17, 23). Questo termine è usato anche per il copricapo delle donne (Isa. 3:20), e per quello dei sacerdoti. (Ezec. 44:18) Le bende o nastri per il capo (ebr. shevisìm, lett. “piccoli soli”) sembra fossero di rete. (Isa. 3:18) I “turbanti [dalle frange] pendenti” (ebr. tevulìm) che, secondo la descrizione di Ezechiele, i guerrieri caldei portavano sul capo potevano essere molto ornati e variopinti. — Ezec. 23:14, 15.

      IL COPRICAPO NEL MEDIO ORIENTE

      Un tipo di copricapo tuttora comune nel Medio Oriente è il kaffiyeh, indossato dai beduini. Consiste di un pezzo di stoffa quadrato piegato in modo che tre angoli scendono sulla schiena e sulle spalle. Viene legato intorno alla testa con un cordone, lasciando la faccia scoperta ma riparando dal sole e dal vento la testa e il collo. Forse un copricapo del genere era indossato anticamente anche dagli ebrei. — Vedi AUTORITÀ.

  • Cor
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    • Cor

      Misura per aridi usata anche per l’olio. Il cor corrispondeva all’omer e conteneva dieci bat. (I Re 4:22; 5:11; II Cron. 2:10; Ezec. 45:14) Se, come sembra confermato da reperti archeologici, il bat corrispondeva a 22 litri, il cor equivarrebbe a 220 litri.

  • Cora
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    • Cora

      [forse, calvizie].

      Levita cheatita della famiglia di Izar. (Eso. 6:16, 18, 21; I Cron. 6:1, 2, 22 [Amminadab forse era un altro nome di Izar]). Durante il faticoso peregrinare di Israele nel deserto si ribellò contro l’autorità di Mosè e Aaronne, alleandosi con i rubeniti Datan, Abiram e On, e con 250 “capitribù dell’assemblea” o “uomini di fama”. (Num. 16:1, 2) “L’intera assemblea son tutti santi e Geova è in mezzo a loro”, sostenevano i ribelli, chiedendo: “Perché, dunque, vi dovreste innalzare al di sopra della congregazione di Geova?” (Num. 16:3-11) In seguito Mosè mandò a chiamare Datan e Abiram, ma essi rifiutarono di presentarsi, pensando che Mosè non aveva alcun diritto di convocarli. (Num. 16:12-15) Cora, la sua assemblea e il sommo sacerdote Aaronne dovevano presentarsi dinanzi a Geova, ciascuno col suo portafuoco e l’incenso. — Num. 16:16, 17.

      Cora e i 250 uomini con lui, tutti col proprio incensiere acceso, si trovarono l’indomani all’ingresso della tenda di adunanza insieme a Mosè e Aaronne. La gloria di Geova apparve a tutta l’assemblea e Dio parlò a Mosè e Aaronne dicendo loro di separarsi di mezzo all’assemblea, “affinché li stermini in un istante”. Ma Mosè e Aaronne intercedettero a favore del popolo, e Dio ordinò a Mosè di far allontanare l’assemblea dai tabernacoli di Cora, Datan e Abiram. Si fece proprio così. (Num. 16:18-27) Poco dopo, “la terra apriva la sua bocca e inghiottiva loro e le loro case e tutto il genere umano che apparteneva a Cora e tutti i beni”. Essi con tutto ciò che avevano scesero vivi nello Sceol, e la terra li coprì. — Num. 16:28-34.

      Quelli che si trovavano davanti alla tenda di adunanza con i portafuoco pieni di incenso non sfuggirono, perché “un fuoco uscì da Geova e consumava i duecentocinquanta uomini che offrivano l’incenso”. (Num. 16:35) Cora stesso si trovava in mezzo a loro e perciò perì nel fuoco da Dio. — Num. 26:10.

      Gli incensieri di coloro che avevano cospirato insieme a Cora furono trasformati in lamine di metallo con cui rivestire l’altare. Questo “perché li han presentati dinanzi a Geova, così che son divenuti santi; e dovrebbero servire di segno ai figli d’Israele”. (Num. 16:36-40) Nonostante tale inconfutabile prova del giudizio di Dio, l’indomani l’intera assemblea d’Israele cominciò a mormorare contro Mosè e Aaronne, lamentandosi: “Voi, voi avete messo il popolo di Geova a morte”. Ciò provocò l’indignazione di Geova e, nonostante le suppliche di Mosè e Aaronne, 14.700 morirono a motivo del conseguente flagello, che si arrestò solo dopo che Aaronne fece espiazione per il popolo. (Num. 16:41-50) Dopo di che, la posizione sacerdotale di Aaronne venne confermata dal germogliare della sua verga. — Num. cap. 17.

      È evidente che i figli di Cora non seguirono il padre nella ribellione, infatti la Bibbia dichiara: “Comunque, i figli di Cora non morirono”. (Num. 26:9-11) In seguito i discendenti di Cora si distinsero nel sacerdozio levitico.

      Lo scrittore della lettera di Giuda collega Caino, Balaam e Cora nel mettere in guardia i cristiani dagli uomini animaleschi “periti nel ribelle discorso di Cora!” Cora evidentemente voleva per sé la gloria. Si oppose alle nomine fatte da Geova, diventando un ribelle, e perciò subì giustamente la morte per la sua riprovevole condotta. — Giuda 10, 11.

  • Corallo
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    • Corallo

      Depositi calcarei di certi organismi marini chiamati polipi. Questi minuscoli animaletti che vivono in colonie in acque calde assorbono sali di calcio dal mare e li trasformano in belle formazioni coralline simili a cespugli, dure come la pietra. Col tempo queste arborescenze possono formare grandi barriere coralline e le basi di isole coralline. Esiste corallo di diversi colori, nelle varietà di bianco, nero e rosso; quest’ultimo era il più costoso e il più ricercato nell’antichità. Tiro era un tempo famosa per il commercio di corallo proveniente dal Mediterraneo, dal Mar Rosso e dall’Oceano Indiano. (Ezec. 27:16) Col corallo grezzo esperti artigiani facevano artistici oggetti ornamentali molto ambiti dai ricchi.

      Riconoscendo il notevole valore del corallo, la Bibbia fa diversi paragoni interessanti. Conoscenza e sapienza superano certo il valore del corallo. (Giob. 28:18; Prov. 3:15; 8:11; 20:15) Lo stesso dicasi di una moglie capace, “il suo valore è molto maggiore di quello dei coralli”. — Prov. 31:10.

      [Figura a pagina 269]

      Formazione corallina

  • Corazin
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    • Corazin

      (Corazìn).

      Una delle città rimproverate da Gesù, che sorgeva all’estremità NO del Mar di Galilea. (Matt. 11:21) Di solito viene identificata dai geografi con Khirbet Kerazeh, poco più di 3 km a N della probabile ubicazione dell’antica Capernaum (v. 23), città che evidentemente servì per oltre due anni a Gesù come punto di partenza durante il grande ministero in Galilea. Gesù annunciò i “guai” che si sarebbero abbattuti sugli ebrei che abitavano a Corazin i quali, in quel periodo, erano testimoni di “opere potenti” che avrebbero indotto i pagani di Tiro e Sidone a pentimento, eppure furono sordi al messaggio di Gesù. In seguito, nell’autunno del 32 E.V., nel dare istruzioni ai settanta discepoli verso la fine del ministero in Giudea, Gesù accennò all’atteggiamento impenitente di Corazin evidentemente per illustrare come i discepoli dovevano ‘scuotere dai piedi la polvere’ delle città che non li accoglievano. — Luca 10:10-16.

  • Corazza
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    • Corazza

      Vedi ARMI, ARMATURA.

  • Corban
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    • Corban

      (corbàn).

      Com’è spiegato in Marco 7:11, “corbàn” è “un dono dedicato a Dio”. Il termine greco korbàn corrisponde all’ebraico qorbàn, che significa offerta. Qorbàn ricorre in Levitico e Numeri e si applica sia a offerte cruente che a offerte incruente. — Lev. 1:2, 3; 2:1; Num. 5:15; 6:14, 21.

      All’epoca del ministero terreno di Gesù Cristo si era diffusa una riprovevole usanza in merito, incoraggiata specialmente dai farisei. Essi insegnavano che denaro, proprietà o qualsiasi cosa dedicata al tempio come “corban”, o dono votivo, da quel momento in poi apparteneva al tempio e non poteva servire per nessun altro scopo. In effetti il dono o la cosa dedicata rimaneva in possesso di chi aveva fatto il voto. Ma, secondo questa consuetudine, un figlio poteva sottrarsi alla responsabilità di mantenere i genitori vecchi e indigenti dicendo semplicemente che la sua proprietà, o una parte di essa, era “corban”, un dono dedicato a Dio o al tempio. Bastava dire: “Sia corban” o “È corban”. Così non avrebbe dovuto usare tale proprietà per assistere i genitori che potevano essere veramente nelle strettezze e aver chiesto il suo aiuto o averne bisogno in futuro. Nel giudaismo più tardo anche se uno pronunciava avventatamente la parola “corban” e poi cambiava idea, il dono così definito non poteva più essere usato in alcun altro modo. — Mar. 7:9-13.

  • Corda per misurare
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    • Corda per misurare

      Cordicella, fune o cordone usato per misurare. (I Re 7:15, 23; Amos 7:17; Zacc. 2:1, 2) Alcune corde per misurare erano divise in cubiti. (II Cron. 4:2) L’estensione di un particolare terreno era determinata stendendovi o tirandovi sopra una corda per misurare. (Confronta Giobbe 38:4, 5; Salmo 78:55; Michea 2:4, 5). La usavano i costruttori nel progettare una città (Ger. 31:38, 39; Zacc. 1:16), e chi intagliava il legno per stabilire le dimensioni di un oggetto. (Isa. 44:13) Sembra che una volta il re Davide abbia misurato i moabiti sconfitti per distinguere quelli che dovevano essere messi a morte da quelli che avrebbero avuto salva la vita. — II Sam. 8:2.

      USO FIGURATIVO

      In senso figurativo la “corda per misurare” indica una regola o norma d’azione. (Isa. 28:10, 13) Per esempio, Geova fece “del diritto la corda per misurare” in relazione al suo popolo infedele. (Isa. 28:17) Il fatto che per misurare Gerusalemme usò la stessa corda che aveva usata per Samaria presagiva che anche Gerusalemme sarebbe stata desolata. (II Re 21:13; Lam. 2:8) Stendendo su Edom la “corda per misurare del vuoto” Geova ne annunciò la distruzione, e l’impiego di questa corda per misurare significava che avrebbe diviso la terra fra gli animali che si sarebbero annidati nelle desolate regioni di Edom. — Isa. 34:5-17.

      Per Davide la sua relazione con Geova era la porzione della sua vita, la più ambita eredità, tanto che fu indotto a dire: “Le stesse corde per misurare mi son cadute in luoghi piacevoli”. — Sal. 16:5, 6; confronta Numeri 18:20.

      I corpi celesti attestano l’attività creativa di Dio e, dal momento che la loro testimonianza silenziosa riempie la terra, il salmista poté ben dire: “In tutta la terra è uscita la loro corda per misurare”. — Sal. 19:1-4; Rom. 1:20.

  • Coriandolo
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    • Coriandolo

      [ebr. gadh].

      La manna che gli israeliti mangiarono nel deserto si legge che era “bianca come il seme di coriandolo” (Eso. 16:31, NW), perché evidentemente era simile a quello non solo nel colore ma anche nell’aspetto generale. — Num. 11:7.

      Il coriandolo (Coriandrum sativum) è una pianta annuale che raggiunge un’altezza di 40–50 cm, ha foglie simili a quelle del prezzemolo e ciuffetti di

  • Cordoglio
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    • Cordoglio

      Vedi Lutto.

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