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VasoAusiliario per capire la Bibbia
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Vaso
Vedi RECIPIENTI.
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VeadarAusiliario per capire la Bibbia
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Veadar
Vedi ADAR.
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VastiAusiliario per capire la Bibbia
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Vasti
(Vàsti) [bella].
Sposa di Assuero (Serse I) re di Persia. Nel terzo anno del suo regno, Assuero convocò tutti i nobili, i principi e i servitori dei distretti giurisdizionali. Alla fine del convegno tenne un banchetto per sette giorni. Vasti similmente tenne un banchetto per le donne nella casa reale. Il settimo giorno Assuero ordinò ai funzionari di corte di far entrare Vasti col copricapo reale, affinché tutti potessero vedere la sua bellezza. (Sembra che normalmente la regina prendesse i pasti alla tavola del re, ma la storia non dimostra che questo avvenisse nei grandi banchetti. Inoltre Vasti in quel tempo teneva un banchetto per le donne). Per qualche ragione non rivelata, Vasti rifiutò ostinatamente. Assuero si rivolse ai saggi che conoscevano la legge, e Memucan, un principe, sostenne che in tal modo Vasti non aveva fatto torto solo al re ma anche a tutti i principi e alla popolazione dei distretti giurisdizionali. Perché, egli disse, saputo ciò che la regina aveva fatto (notizia che si sarebbe prontamente diffusa nel castello) le principesse, col pretesto dell’azione di Vasti, avrebbero agito anche loro in modo irrispettoso. (Est. 1:1-22) Vasti venne deposta e, circa quattro anni dopo, l’ebrea Ester fu scelta per diventare la moglie di Assuero e prendere il posto della regina Vasti. (Est. 2:1-17) La ragione del lungo periodo di tempo intercorso fra la destituzione di Vasti e la sua sostituzione da parte di Ester viene attribuita al fatto che Assuero era occupato nei preparativi e nell’attuazione della sua fallita invasione della Grecia, avvenuta nella primavera del 480 a.E.V.
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VedovaAusiliario per capire la Bibbia
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Vedova
[ebr. ’almanàh, vedova; gr. khèra, vedova (e, metaforicamente, sola].
Donna a cui è morto il marito e che non si è risposata. La morte del marito spezzava il vincolo coniugale, lasciando la vedova libera di risposarsi se voleva. (Rut 1:8-13; Rom. 7:2, 3; I Cor. 7:8, 9) Nella società patriarcale, e poi sotto la legge mosaica, il fratello di un uomo morto senza figli doveva prendere in moglie la vedova del fratello e avere un figlio da lei, per continuare la discendenza del marito defunto. — Gen. 38:8; Deut. 25:5-10; Rut 4:3-10; vedi MATRIMONIO DEL COGNATO.
Alla morte del coniuge, la vedova poteva tornare a casa del padre. (Gen. 38:11) Nella Legge fu preso un provvedimento preciso in tal senso per la figlia di un sacerdote che diventava vedova o era divorziata. Dal momento che il sacerdote riceveva le decime per il sostentamento della sua famiglia, la figlia poteva usufruire di questo provvedimento. Ciò assicurava che non sarebbe caduta in miseria, e quindi evitava che il biasimo ricadesse sul sacerdozio. (Lev. 22:13) Alle vedove che non avevano tale aiuto o protezione la legge di Dio dava il diritto di spigolare nei campi, raccogliere ciò che rimaneva sugli olivi e sulle viti (Deut. 24:19-21), partecipare ogni anno alle copiose feste (Deut. 16:10-14) e, ogni terzo anno, ricevere una parte delle decime versate dalla nazione. — Deut. 14:28, 29; 26:12, 13.
GEOVA E GESÙ CRISTO SI INTERESSANO DELLE VEDOVE
Geova stesso si definì Colui che ‘esegue il giudizio per il ragazzo senza padre e per la vedova’. (Deut. 10:18) La Legge dava ordini tassativi circa l’amministrazione di giustizia piena ed equa alle vedove. (Eso. 22:22-24; Deut. 24:17) Su chi pervertiva il giudizio delle vedove era pronunciata una maledizione (Deut. 27:19), e gli scritti dei profeti esortavano a trattare dovutamente le vedove. — Isa. 1:17, 23; 10:1, 2; Ger. 22:3; Ezec. 22:7; Zacc. 7:9, 10; Mal. 3:5.
Gesù mostrò che si interessava del benessere delle vedove in Israele condannando gli scribi che definì “quelli che divorano le case delle vedove”. — Mar. 12:38-40; Luca 20:46, 47.
ASSISTENZA CRISTIANA ALLE VEDOVE
Durante il periodo di emergenza sorto nella congregazione cristiana poco dopo il giorno di Pentecoste del 33 E.V., le vedove di lingua greca venivano trascurate nella distribuzione quotidiana di viveri. Quando questo fu portato all’attenzione degli apostoli essi considerarono la faccenda così importante che nominarono “sette uomini... attestati, pieni di spirito e sapienza” per sovrintendere con equità alla distribuzione di viveri. — Atti 6:1-6.
In I Timoteo 5:3-16 l’apostolo Paolo diede istruzioni complete circa l’amorevole cura delle vedove nella congregazione cristiana. La congregazione doveva occuparsi delle vedove bisognose. Ma se la vedova aveva figli o nipoti, questi dovevano assumersi la responsabilità di provvedere ai suoi bisogni, oppure, come ordinò Paolo, “se qualche donna credente ha delle vedove [cioè vedove che siano sue parenti], le soccorra, e non sia sotto il peso la congregazione. Quindi essa potrà soccorrere quelle che sono effettivamente vedove [cioè veramente sole, senza aiuto]”. Per ricevere aiuto materiale dalla congregazione una vedova doveva avere ‘non meno di sessant’anni’, una buona reputazione di moralità, di fedele, amorevole devozione a Geova e di ospitalità e amore del prossimo. D’altra parte l’apostolo raccomanda che le vedove giovani si risposino, abbiano figli e si occupino della casa, evitando così il laccio degli impulsi sessuali e il pericolo di essere sfaccendate, pettegole e di intromettersi negli affari altrui.
Giacomo, fratellastro di Gesù, sottolineò l’importanza di aver cura degli orfani e delle vedove nella loro tribolazione, ponendo questo sullo stesso piano della necessità di mantenersi senza macchia dal mondo, requisito dell’adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista di Dio. — Giac. 1:27.
Alcune vedove di cui era ben nota la fede sono Tamar (Gen. 38:6, 7), Naomi e Rut (Rut 1:3-5), Abigail (I Sam. 25:37, 38, 42), la vedova di Zarefat (I Re 17:8-24) e la profetessa Anna. (Luca 2:36, 37; confronta ciò che dice Luca di Anna con i requisiti della vedova meritevole indicati da Paolo in I Timoteo 5:3-16, menzionati in un precedente paragrafo). Inoltre una vedova innominata fu calorosamente lodata da Gesù per aver offerto tutto ciò che aveva al tempio. — Mar. 12:41-44.
USO FIGURATIVO
Città, abbandonate e desolate, sono simbolicamente paragonate a vedove. (Lam. 1:1; confronta Geremia 51:5). Babilonia la Grande, “la gran città che ha il regno sopra i re della terra”, si vanta, come il suo tipo, l’antica Babilonia, che non diventerà mai vedova. Nondimeno, proprio come l’antica Babilonia diventò in effetti “vedova”, così sarà dell’odierna Babilonia la Grande. — Isa. 47:8, 9; Riv. 17:18; 18:7, 8.
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VegetazioneAusiliario per capire la Bibbia
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Vegetazione
Il terzo “giorno” creativo, Dio fece spuntare dalla terra “vegetazione che faceva seme secondo la sua specie”, quindi in grado di riprodursi. (Gen. 1:11-13) A quanto pare Genesi 2:5, 6 descrive la condizione esistente in quel “giorno” subito dopo che Dio aveva fatto apparire la terra asciutta ma prima che crescessero l’erba, la vegetazione che portava seme e gli alberi da frutto. Per provvedere l’umidità necessaria alla futura vita vegetale, Geova fece in modo che un vapore salisse regolarmente dalla terra per adacquare il suolo. Questo permetteva alla vegetazione di crescere su tutta la terra anche se allora non pioveva.
Ma solo nel quarto “giorno” creativo il sole, la luna e le stelle furono resi visibili dall’interno dell’atmosfera terrestre, “per risplendere sopra la terra”. (Gen. 1:15) E il quinto giorno creativo furono portate all’esistenza le creature volatili, che evidentemente includevano gli insetti. (Gen. 1:20-23) Perciò si pongono domande sul come la vegetazione potesse sopravvivere senza la luce del sole e senza essere impollinata dagli insetti. A questo proposito non si può trascurare l’operato dello spirito di Dio. (Gen. 1:2) Inoltre non è possibile sapere quali fossero le condizioni esistenti sulla terra durante il terzo “giorno” creativo e quale effetto avessero quelle condizioni sulla vita vegetale.
La crescita della vegetazione può essere controllata da Dio secondo il suo proposito. Egli assicurò agli israeliti che l’ubbidienza sarebbe stata ricompensata con pioggia e vegetazione per i loro animali domestici. (Deut. 11:13-15) Se invece abbandonavano il loro patto con Dio, egli avrebbe reso spoglia la loro terra. (Deut. 29:22-25; confronta Isaia 42:15; Geremia 12:4; 14:6). Un colpo inferto da Geova all’antico Egitto consisté in grandine che colpì ogni sorta di vegetazione. In un’altra piaga inviata da Dio, locuste divorarono tutta la vegetazione lasciata dalla grandine. — Eso. 9:22, 25; 10:12, 15; Sal. 105:34, 35; confronta Amos 7:1-3.
USO FIGURATIVO
In Palestina, durante la stagione asciutta, la vegetazione sottoposta al cocente calore del sole o a un bruciante vento orientale, si secca rapidamente. Perciò coloro che stanno per essere vittima di conquiste militari sono “come la vegetazione del campo e come tenera erba verde, l’erba dei tetti, quando c’è arsura prima del vento orientale”. (II Re 19:25, 26; Isa. 37:26, 27) Similmente, essendo molto afflitto, il salmista esclamò: “Il mio cuore è stato colpito proprio come la vegetazione e si è inaridito”. “Io stesso mi sono inaridito come la semplice vegetazione”. — Sal. 102:4, 11.
Nelle Scritture gli alberi a volte rappresentano personaggi importanti e altolocati (confronta Ezechiele 31:2-14), mentre la vegetazione insignificante, come rovi, erba o giunchi, può rappresentare la gente comune. (Confronta Giudici 9:8-15; II Re 14:8-10; Isa. 19:15; 40:6, 7). Questo aiuta a capire il significato di Rivelazione 8:7, dove viene detto che “un terzo degli alberi” e “tutta la verde vegetazione” sarebbero stati bruciati.
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VeggenteAusiliario per capire la Bibbia
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Veggente
Il termine ebraico roʼèh, “veggente”, deriva da una radice che significa “vedere”, in senso letterale o figurativo. Evidentemente il veggente era un uomo a cui Dio aveva dato la capacità di discernere la volontà divina, che aveva questo intuito. I suoi occhi non erano, per così dire, velati e quindi era in grado di vedere o capire cose che non erano manifeste agli uomini in genere e chi aveva qualche problema lo consultava per avere saggi consigli. (I Sam. 9:5-10) La Bibbia definisce veggenti Samuele (I Sam. 9:9, 11, 18, 19; I Cron. 9:22; 29:29), Zadoc (II Sam. 15:27) e Hanani. — II Cron. 16:7, 10.
Le designazioni “veggente”, “profeta” e “visionario” hanno significato molto simile nelle Scritture. La distinzione può stare nel fatto che il termine “veggente” ha relazione col discernimento, “visionario” si può riferire al modo in cui è rivelata la volontà divina, e “profeta” più alla dichiarazione o proclamazione della volontà divina. Samuele, Natan e Gad sono tutti chiamati profeti (I Sam. 3:20; II Sam. 7:2; 24:11), ma I Cronache 29:29 indica la distinzione fra le tre parole, precisando: “Fra le parole di Samuele il veggente e fra le parole di Natan il profeta e fra le parole di Gad il visionario”.
In I Samuele 9:9 si legge: “Il profeta d’oggi era in tempi precedenti chiamato veggente”. Questo forse era dovuto al fatto che verso la fine dell’epoca dei Giudici e mentre regnavano i re di Israele (a partire dai giorni di Samuele) il profeta quale pubblico annunciatore della volontà di Dio acquistò maggiore importanza. Samuele viene comunemente considerato in ordine di tempo il primo degli uomini definiti “i profeti”. — Atti 3:24; 13:20; vedi PROFETA.
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Veglia, vigiliaAusiliario per capire la Bibbia
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Veglia, vigilia
Vedi NOTTE.
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VelenoAusiliario per capire la Bibbia
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Veleno
Fluido tossico prodotto per secrezione da certi serpenti e altri animali. (Num. 21:4-9; Deut. 8:15; Atti 28:3-6) Un termine ebraico usato per indicare il veleno dei rettili è hhemàh (Deut. 32:24), che può significare anche “ira”, “furore” e simili. (Deut. 29:28; Ezec. 19:12) Deriva da una radice che significa “scottare” e può alludere all’infiammazione o sensazione di bruciore derivante dal morso di un serpente velenoso. Un altro termine ebraico (ro’sh o rohsh) è riferito al “veleno” del cobra, ad acqua “avvelenata”, a uva “di veleno” e a una pianta velenosa. — Deut. 32:32, 33; Giob. 20:16; Ger. 8:14; 9:15; 23:15; Lam. 3:19; vedi PIANTA VELENOSA.
Potrebbe sembrare che il veleno di alcuni animali serva solo come arma di difesa o di offesa, ma è interessante notare cosa dice un’opera di consultazione a proposito degli animali velenosi: “In alcuni casi si sa che i veleni hanno un ruolo importante nelle funzioni del corpo dell’animale che li produce. In molti casi questa può essere la vera ragion d’essere dei veleni, del tutto distinta da qualsiasi utilità protettiva. La saliva velenosa dei serpenti, per esempio, ha a che fare con la digestione del cibo ingerito dal serpente”. — H. Munro Fox, “Animal Poisoners”.
USO FIGURATIVO
Le parole menzognere e calunniose dei malvagi, che danneggiano in tal modo la reputazione della vittima, sono paragonate al veleno mortale del serpente. (Sal. 58:3, 4) Dei calunniatori viene detto: “Il veleno della vipera cornuta è sotto le loro labbra” (o “dietro le loro labbra”). Infatti la ghiandola velenifera della vipera si trova dietro il labbro e i denti della mascella superiore. (Sal. 140:3; Rom. 3:13) La lingua umana, di cui viene fatto cattivo uso per calunniare, sparlare, insegnare il falso o dire parole similmente nocive, “è piena di mortifero veleno”. — Giac. 3:8.
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VendettaAusiliario per capire la Bibbia
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Vendetta
[dall’ebr. naqàm, che rende primariamente l’idea di respirare con violenza; vendicare, fare vendetta; e dal gr. ekdikèo (composto di ek, da, e dìke, giustizia), vendicare, fare vendetta]. Danno inferto per ottenere soddisfazione di un torto o un’offesa subita; azione punitiva. Il vocabolo così usato ha il senso di giustizia fatta. Nella Bibbia di solito si riferisce al giusto castigo di Dio a difesa della giustizia, ma si può riferire
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