BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Che cosa c’è di diverso nelle crisi odierne?
    Svegliatevi! 1975 | 22 luglio
    • Che cosa c’è di diverso nelle crisi odierne?

      IL 25 AGOSTO 1974 il Bulletin of the Atomic Scientists spostò di tre minuti più vicino a mezzanotte l’“orologio del giorno del giudizio” che compare sulla sua copertina. Questi scienziati segnalarono così il loro timore che la minaccia dell’olocausto nucleare era recentemente aumentata di tanto, così che l’orologio segnava nove minuti a mezzanotte.

      Comunque, quelli che conoscono la storia dell’orologio sanno che, dal 1947 quando gli scienziati atomici cominciarono a farlo funzionare, il loro orologio si è spostato otto volte, ma in entrambe le direzioni.

      Molti credono che il corso della storia sia molto simile a quell’“orologio del giorno del giudizio”. Dicono che le crisi vanno e vengono ma che l’umanità riesce sempre a cavarsela alla meno peggio. La loro veduta è proprio come un profeta perspicace di 1.900 anni fa disse che sarebbe stata: “Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella morte, tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione”. — 2 Piet. 3:4.

      È ovvio, ammettono, che i sistemi economici e politici globali sono attualmente in gravi difficoltà, ma le migliori menti del mondo non si stanno forse occupando dei problemi? La sessione speciale delle Nazioni Unite sulle risorse naturali e le recenti conferenze mondiali sul mare, sulla popolazione e sull’alimentazione non sono forse un indice di unità di sforzi senza precedenti? E la crescente distensione fra Est e Ovest non rischiara ancor più il quadro? “C’è vera distensione”, dice il cancelliere della Germania Occidentale Helmut Schmidt. “È un mondo assai meno pericoloso . . . La minaccia è sparita, almeno si è rimpicciolita”.

      Gli ottimisti sono pure sicuri che la tecnologia, se avrà abbastanza tempo, escogiterà il modo di reintegrare le diminuite scorte alimentari, di controllare l’aumento delle popolazioni e di sfruttare nuove risorse per far fronte alla crescente domanda di energia. Come dice una pubblicazione favorevole alla tecnologia: “La scienza e la tecnologia devono risolvere i nostri problemi. Se non li risolvono, null’altro li risolverà”.

      Il tempo, la tecnologia e la diplomazia sono riusciti prima d’ora a tenere l’umanità lontana dalla crisi definitiva. Perché le crisi odierne dovrebbero essere diverse?

      Per comprendere la differenza

      Da anni gli scienziati atomici e i capi del mondo temono un giorno del giudizio nucleare, e tale minaccia sussiste, specialmente se si considera l’escalation nella corsa agli armamenti. Ma ora si è aggiunto qualcosa di nuovo. Che cosa?

      Il segretario generale Waldheim ha detto alla sessione speciale delle N.U. sulle risorse naturali:

      “Ciò che è nuovo è l’improvvisa e drammatica urgenza della presente situazione e l’acuta accelerazione del processo storico che ci ha messi faccia a faccia con un’emergenza globale”. (Il corsivo è aggiunto).

      Che cosa significa? Possiamo capirlo meglio paragonando gli scorsi seimila anni di storia scritta a un periodo più facilmente comprensibile per la nostra mente. Pensate a questo periodo come se fosse ridotto a trent’anni nella vita della vostra famiglia, e notate l’“accelerazione” dei problemi.

      Immaginate di cominciare solo con un bambino, una casa di otto stanze e un reddito in costante aumento. Anche su una scala del tempo così ridotta, passerebbero vent’anni prima che la vostra famiglia avesse un secondo bambino a cui provvedere! E solo nel ventinovesimo anno crescerebbe di nuovo — questa volta di altri due bambini — così che sarebbero quattro.

      Ma all’improvviso, nel trentesimo e ultimo anno, la vostra famiglia e i suoi bisogni aumentano rapidamente. Solo nei successivi otto mesi, si quadruplica — fino a sedici — riempiendo all’improvviso sino al limite la vostra casa di otto stanze! Immaginate la vostra costernazione se vi dicessero che i componenti della famiglia raddoppierebbero di nuovo — fino a trentadue — solo in due mesi! Ma quello del numero non è l’unico problema che vi si presenta.

      L’improvviso aumento dei bisogni familiari negli scorsi otto mesi ha già esaurito tutti i vostri risparmi, facendovi anche indebitare. E la vostra casa è piena fino al limite, proprio nel momento in cui la crescita della famiglia acquista realmente impulso. Non c’è né il tempo né il denaro per ingrandirla. Si deve usare tutto solo per tirare avanti. La vostra famiglia è pertanto a una svolta decisiva. Da ora in poi, dipenderà sempre più dal dividere ciascun familiare quello che ha.

      Ma supponete che cinque familiari insistano a volere oltre i due terzi del cibo e di altre cose. Gli altri undici devono allora dividere quello che rimane come meglio possono. Pertanto a causa delle esigenze di pochi la vostra casa e il vostro guadagno sono sfruttati sino al limite anche più in fretta che in altri modi. I vostri problemi sono interamente diversi da com’erano solo alcuni mesi prima.

      È la suddetta illustrazione solo un’invenzione esagerata? Non secondo un crescente numero di capi del mondo e di esperti scientifici.

      Poco più del 2 per cento della storia scritta ha visto all’improvviso un aumento numerico dell’umanità del 75 per cento circa. Infatti, Waldheim asserisce che circa un quarto delle persone vissute sono in vita oggi! Se l’aumento continuasse, anche al ritmo attuale, in meno di 700 anni ci sarebbe una persona su ogni nove decimetri quadrati della terra, oceani inclusi.

      Pertanto il solo numero rende rapidamente inevitabile una svolta decisiva. “Senza dubbio”, dice la rivista Scientific American, “questo periodo di crescita sarà un episodio transitorio nella storia della popolazione”. (Il corsivo è aggiunto). Ma il problema del momento non è tanto quello del numero quanto quello dell’improvvisa rapidità con cui esso ha investito le già vacillanti istituzioni del mondo.

      L’improvvisa esplosione demografica ha significato un aumento esplosivo dei bisogni di cibo, vestiario, alloggio e istruzione. Ma per la prima volta, la capacità della scienza e della tecnologia di stare al passo con queste esigenze è messa in dubbio: “La tecnologia, che è da molto tempo la speranza di chi crede nei miracoli”, dichiara il principale corrispondente europeo di The Wall Street Journal, “è sopraffatta così rapidamente dall’aumento demografico che perfino i massimi scienziati del mondo alzano le mani disperati”.

      Ma ancor più che dagli insuccessi della tecnologia il potenziale della terra è ridotto dai limiti artificiali imposti da egoistiche e divisive barriere economiche, politiche e religiose. Come risultato d’esse, per esempio, meno d’un terzo della popolazione terrestre usa circa i due terzi del cibo e quasi tutta l’energia e le risorse. Gli altri due terzi dell’umanità devono dividersi (di solito non equamente) il poco che rimane.

      Queste difficoltà investono il mondo proprio nel tempo della storia in cui le possibilità della terra, con la sua presente amministrazione, sono quasi al limite. C’è da meravigliarsi che il peso faccia vacillare istituzioni un tempo stabili? Questa “acuta accelerazione del processo storico” ha improvvisamente portato il mondo a una svolta decisiva. Il prof. George Wald di Harvard, vincitore di un premio Nobel, dice:

      “La vita umana è ora minacciata come non mai non da uno ma da molti pericoli, ciascuno capace in se stesso di distruggerci, ma tutti collegati fra loro, e tutti presenti contemporaneamente”.

      Il fatto che gli odierni pericoli sono “collegati fra loro” è in se stesso una convincente prova che sono realmente diversi. Vediamo come queste recenti crisi collegate fra loro influiscono sul mondo.

  • Come la differenza scuote il mondo
    Svegliatevi! 1975 | 22 luglio
    • Come la differenza scuote il mondo

      “LA TERRA su cui siamo trema. I familiari punti di riferimento sono spariti”, deplorò Walter Scheel, funzionario governativo della Germania Occidentale, parlando alla sessione speciale delle N.U. Prima, sembrava che le singole nazioni fossero in grado di risolvere i propri problemi. “Ma non è più così”, dichiarò il segretario di Stato degli U.S.A. Kissinger durante un recente discorso all’Assemblea Generale delle N.U.

      Un mondo che ora opera al limite stesso delle sue possibilità ha prodotto nuovi e fragili equilibri fra le nazioni. I turbamenti economici e politici che influivano sul mondo quanto una pulce influirebbe su un elefante sembrano ora investirlo con la forza con cui un leone assalirebbe un topo.

      “Se non viene riconosciuta la nostra interdipendenza”, avverte Kissinger, “la Civiltà Occidentale quasi sicuramente si disgregherà” come risultato delle egoistiche rivalità nazionalistiche. “Il nostro delicato equilibrio” è fra “progresso congiunto e disastro comune”, egli ammonisce.

      Perché? Alcuni punti specifici illustreranno come le fondamentali differenze nel modo in cui opera ora il mondo intensificano i problemi facendoli diventare crisi apparentemente insormontabili. Cominciamo dalle . . .

      Risorse

      Più di qualsiasi altro fattore singolo, i prezzi del petrolio, improvvisamente quadruplicati, costrinsero il mondo a riconoscere la sua nuova condizione precaria. L’Istituto Internazionale per gli Studi Strategici con sede a Londra dichiarò che l’aumento dei prezzi era “il massimo colpo, il più potente indizio di una nuova èra, rispetto a qualsiasi avvenimento degli ultimi anni”. La reazione a catena nella struttura economica del mondo industriale risultante da questo solo atto minaccia di frantumarla, come hanno detto chiaramente i capi del mondo.

      Ma quello del petrolio è solo un sintomo della fondamentale differenza esistente nel mercato mondiale delle risorse naturali. Quello che era un tempo il “mercato dei compratori”, prima della svolta decisiva, è diventato all’improvviso il “mercato dei venditori” in cui fornitori di materie prime possono chiedere quasi il prezzo che vogliono.

      Poiché la prosperità di queste nazioni è stata edificata in gran parte sull’abbondanza di materie prime a poco prezzo ottenute da certe nazioni sottosviluppate, questo solo cambiamento minaccia tutto il loro modo di vivere. “L’Europa che ora dobbiamo costruire è un’Europa di penuria [estrema povertà]”, dice con rammarico il presidente francese Giscard d’Estaing.

      Economia

      La crisi economica è in stretta relazione con la crisi delle risorse. All’improvviso siamo tutti colpiti dalla peggiore inflazione mondiale della storia. Ne sentite gli effetti ogni volta che andate a fare la spesa. Tra le nazioni industriali in generale l’inflazione ha recentemente assunto un ritmo che è quattro volte maggiore di quello degli anni sessanta! Contemporaneamente quelle nazioni hanno appena “affrontato la più eccezionale decelerazione di sviluppo [economico] mai vista”, osserva un recente resoconto dell’Organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.

      La lotta solo per tenere dietro al rapido aumento dei prezzi e delle esigenze ha tutt’a un tratto spinto molte nazioni a indebitarsi profondamente. “Noi banche siamo giunte al limite per aver finanziato Italia, Francia, Inghilterra e altri”, avverte l’ex consigliere delegato del Fondo Monetario Internazionale (IMF) Pierre-Paul Schweitzer.

      L’economia degli U.S.A. non è immune. Oggi il debito pubblico e privato degli U.S.A. è oltre sei volte quello che era alla fine della seconda guerra mondiale, “e gli aumenti più notevoli si sono avuti dal 1960”, rileva Business Week.

      L’economia mondiale funziona ora in modo così diverso che la maggioranza degli economisti ammette prontamente che le loro tanto decantate formule per “concertare” le economie nazionali sono all’improvviso superate. Pertanto Business Week predice che anche se il mondo evita il “disastro [economico], . . . non c’è nessun modo per evitare il cambiamento”. Che genere di “cambiamento”?

      Per la prima volta, molti autorevoli specialisti predicono che il crollo delle economie del “mondo libero” esporrà a soluzioni dittatoriali e comuniste e alla perdita delle libertà personali.

      Viveri

      Pure collegata all’aggravarsi dei problemi delle risorse e di quelli economici è la crisi alimentare. “La storia registra penurie [di viveri] più acute nei singoli paesi”, dice un resoconto preparato dalla Conferenza Mondiale sull’Alimentazione delle N.U., “ma c’è da dubitare che una situazione alimentare così critica abbia mai avuto una tale portata mondiale”. E Don Paarlberg, economista del Dipartimento dell’Agricoltura degli U.S.A. (USDA) asserisce che “siamo ovviamente a qualche specie di svolta decisiva” per l’agricoltura. Perché ora?

      Diversi metodi agricoli. L’agricoltura moderna ha bisogno di energia per i fertilizzanti, i trattori, le pompe dell’acqua, gli insetticidi, i trasporti, eccetera. In molte zone una tonnellata di fertilizzante può significare quanto dieci tonnellate di cereali. Le improvvise penurie di energia e il vertiginoso aumento dei prezzi hanno colpito più duramente dove questi metodi sono più necessari e dove gli agricoltori hanno meno possibilità di permetterseli. I recenti estesi danni alle colture nell’India settentrionale, per esempio, potevano essere ridotti se vi fosse stata una costante provvista di energia per le pompe d’irrigazione.

      Diverso livello delle scorte cerealicole. L’improvvisa scomparsa delle immense scorte di un tempo ha già fatto salire di parecchie volte i prezzi dei prodotti agricoli rispetto ai loro precedenti livelli. Ora l’USDA prevede riduzioni nella produzione cerealicola mondiale per cui nel 1975 probabilmente “i livelli delle riserve mondiali di frumento scenderanno ancora”. Molti esperti credono che non ci sia proprio sufficiente margine d’errore. “Per la prima volta in 50 anni, non c’è nessun paese al mondo che abbia cibo sufficiente per salvare le moltitudini affamate”, se ci fosse la siccità, ha detto preoccupato un funzionario del gabinetto degli U.S.A. E ora ci sono almeno due miliardi di bocche in più da sfamare, il doppio di cinquant’anni fa!

      Diverse previsioni meteorologiche. Gli sfavorevoli cambiamenti climatici sono stati una causa principale della recente diminuzione delle scorte alimentari. Che speranza c’è di tornare a condizioni meteorologiche più favorevoli all’agricoltura? “Si deve ricordare che nei 15 anni circa che precedettero il 1972 le condizioni del tempo per i raccolti furono le migliori che vi fossero state nello scorso secolo e mezzo”, rammenta l’esperto di meteorologia Reid A. Bryson. “Le probabilità che questo si ripeta sono di circa una su 10.000”.

      Dopo avere considerato quanto sopra, sorge la domanda: Come può un mondo che ha avuto migliaia d’anni per sfamare la sua popolazione e provvedere ai suoi bisogni e non vi è riuscito — eccetto che per pochi privilegiati — sperare mai di riuscirci quando, secondo i suoi propri calcoli, ha solo trentacinque anni per provvedere al doppio della sua attuale popolazione?

      Anche ora gli esperti considerano per la prima volta un’agghiacciante soluzione, — il triage nazionale — quella di prestare aiuto prima alle nazioni che hanno la migliore probabilità di sopravvivere. Pertanto se venisse una carestia mondiale, intere nazioni sarebbero ‘mandate alla deriva’ dai fornitori di viveri per dare la preferenza a quelle considerate più in grado di sopravvivere. Molti esperti avvertono che le nazioni produttrici possono dover prendere questa difficile decisione morale entro un anno.

      I capi del mondo reagiscono

      Queste crisi, insieme a povertà senza precedenti, inquinamento e altre cose, costringono la maggioranza dei capi delle nazioni a riconoscere il fatto che si trovano di fronte a qualcosa di diverso da ciò che si presentava loro solo alcuni anni fa. La loro reazione stessa è la più rimarchevole prova del cambiamento. Per la prima volta, i capi delle nazioni fanno passi senza precedenti verso la cooperazione internazionale nel disperato tentativo di salvarsi.

      Ribadendo questo punto, il presidente degli U.S.A. Ford ha detto recentemente all’Assemblea Generale delle N.U. che “le nazioni sono costrette a scegliere tra conflitto e cooperazione” e che ora, “più che in qualsiasi tempo della storia umana, le nazioni . . . devono ricorrere alla cooperazione internazionale” per amministrare le loro risorse.

      Ma sono questi passi motivati da un nuovo amore che le nazioni hanno le une per le altre? No. È solo “la gravità stessa della situazione”, risponde il segretario generale delle N.U. Waldheim, che “può causare quegli sviluppi nelle relazioni internazionali che ogni appello alla ragione e alla buona volontà non ha finora potuto conseguire”.

      Si ammette, quindi, che qualsiasi azione unificata fra le nazioni poggia sul vacillante fondamento dell’interesse egoistico e dell’autopreservazione, non sul sincero interesse per il proprio simile e per i giusti princìpi. Gli sforzi basati su tale fondamento avranno successo?

  • Come la differenza influisce sul nostro futuro
    Svegliatevi! 1975 | 22 luglio
    • Come la differenza influisce sul nostro futuro

      LA SITUAZIONE mondiale appena esaminata fu prevista con sorprendente accuratezza nella Bibbia. Essa predisse che nel periodo di una sola “generazione” l’umanità avrebbe visto avvenimenti tali da causare “sulla terra angoscia delle nazioni, che non sapranno come uscirne” e che gli uomini sarebbero venuti “meno per il timore e per l’aspettazione delle cose che staranno per venire sulla terra abitata”. (Luca 21:25, 26, 32; si veda anche Matteo 24:3-8). Nello sforzo di far fronte a queste nuove difficoltà globali, le nazioni concedono crescente autorità alle Nazioni Unite.

      Prevedendo accuratamente questo fatto, la profezia biblica rivela che questa organizzazione internazionale è un “ottavo re” che viene dai sette precedenti “re” o potenze mondiali che dominarono in successione nella storia biblica. (Riv. 17:10, 11) La Bibbia usa spesso animali o le loro “corna” per rappresentare i governi. (Dan. 7:17, 23, 24; 8:20-22) Pertanto, questa potenza politica composita vi è rappresentata da una “bestia”, avente “sette teste”, per rappresentare i sette precedenti “re” che hanno dominato il mondo e dai quali essa è venuta. Ma ha anche “dieci corna”. (Riv. 17:3, 7) Quello che rappresentano e quello che fanno sono cose molto significative.

      Le “dieci corna”, continua la profezia, “significano dieci re, che non hanno ancora ricevuto il regno [al tempo del profeta], ma ricevono autorità come re per un’ora con la bestia selvaggia”. (Riv. 17:12) Il numero profeticamente completo di “dieci re” rappresenta la totalità dei governi politici odierni che dominano per breve tempo insieme alle N.U.

      In questo breve periodo, simile a “un’ora” in paragone con la storia passata, le condizioni sarebbero state tali che, per la prima volta, pur essendo in disaccordo su quasi tutto il resto, avrebbero avuto infine “un solo pensiero, e danno la loro potenza e la loro autorità alla bestia [le N.U.]” in un progetto umano per stabilire pace e sicurezza globale. — Riv. 17:13.

      Riconoscendo che affrontano crisi diverse da qualsiasi crisi precedente, le nazioni si associano infine per compiere uno sforzo concertato di salvare la loro sovranità nazionale. Sperano fino all’ultimo che tale azione unita salvi la “civiltà” in sfacelo su cui poggiano tali sovranità. Il segretario Kissinger ammette:

      “Come storici, bisogna essere consapevoli del fatto che ogni civiltà esistita alla fine è crollata. . . . si deve vivere col senso dell’inevitabilità della tragedia. Come statisti, bisogna agire in base al presupposto che i problemi sono da risolvere”.

      Saranno risolti? La profezia biblica indica in effetti che le nazioni applicheranno una temporanea, superficiale toppa alla loro decadente “civiltà”, appena sufficiente per provocare il grido “Pace e sicurezza!” Ma a quel punto, dice la Bibbia, “un’improvvisa distruzione sarà istantaneamente su di loro come il dolore di afflizione a donna incinta”. (1 Tess. 5:3) Perché? Per due ragioni:

      Primo, nulla di fondamentale è realmente cambiato. Può un qualsiasi numero di accordi fra le nazioni sanare le fondamenta della società umana già pervase da avidità, crimine, violenza, immoralità, disgregamento della famiglia, odii razziali e religiosi? La situazione somiglia molto a ciò che ha detto il famoso esploratore norvegese Thor Eyerdahl riguardo alla recente Conferenza delle N.U. sulla Legge del Mare:

      “Ho la sensazione che i delegati . . . discutano come dividere e usare nel modo migliore una mela che sta marcendo, e la lascino marcire mentre cercano di trovare il modo di dividerla”.

      Secondo, dando “la loro potenza e la loro autorità alla bestia [le N.U.]” nel vano tentativo di salvare le proprie sovranità terrestri, le nazioni rigettano il modo di Dio di recare vera pace e sicurezza. Disdegnano il regno da Lui promesso, fondato su princìpi duraturi e giusti. (Dan. 2:44; 7:13, 14; Matt. 6:10) Per tale ragione, dopo che i “dieci re” hanno dato la loro ‘potenza e autorità’ alle N.U., la profezia dice: “Combatteranno con l’Agnello [il governante del Regno, Gesù Cristo], ma . . . l’Agnello li vincerà”. — Riv. 17:14.

      Pertanto la scena è pronta. Quelli che credono che gli sforzi diplomatici e tecnologici dell’uomo risolveranno le moltiplicate crisi del mondo avranno un brusco risveglio. “Costoro infatti di proposito ignorano che”, avverte la Bibbia, “il mondo di allora perì” nel giorno di Noè ad opera di forze al comando di Dio. Le crisi d’oggi forniscono ampia prova che “i cieli e la terra di ora per mezzo della stessa parola sono risparmiati . . . [per la] perdizione degli empi”. — 2 Piet. 3:3-7, La Bibbia Concordata.

      Se le accresciute differenze così ovvie nelle crisi odierne non convincono tali persone, allora presto saranno costrette a svegliarsi e a capire ciò che accade. Il loro grido di “Pace e sicurezza!” di breve durata sarà improvvisamente interrotto da una “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. (1 Tess. 5:2, 3; Matt. 24:21) Quello non sarà certo il tempo di riconoscere che le crisi odierne sono diverse.

      Piuttosto, chi riconosce e accetta questo fatto come prova dell’imminenza del promesso giusto dominio del Regno di Dio è in grado di agire saggiamente ora. Poiché il presente sistema mondiale sarà distrutto, esorta la Bibbia, “quale sorta di persone dovete essere voi in santi atti di condotta e opere di santa devozione, aspettando e tenendo bene in mente la presenza del giorno di Geova”. Quel “giorno” sarà seguìto dai predetti “nuovi cieli e nuova terra” in cui “dimorerà la giustizia”. Che degna ricompensa per quelli disposti ad apprendere che cosa significano le diverse crisi d’oggi e ad agire conformemente! — 2 Piet. 3:11-13.

  • La tavoletta oui-ja: Che effetto può avere su di voi?
    Svegliatevi! 1975 | 22 luglio
    • La tavoletta oui-ja: Che effetto può avere su di voi?

      “L’ANNO 1967 fu una pietra miliare nella storia dell’industria dei giocattoli negli Stati Uniti”, scrive John Godwin in Occult America. “Quell’anno gli Americani abbandonarono quello che tra i giochi da tavola era stato più a lungo il preferito, il monopoli, mettendo al suo posto le tavolette oui-ja”.

      Nei successivi sei anni gli Americani acquistarono un dieci milioni di tavolette oui-ja, le quali, a loro volta, indussero si calcola venti milioni di persone a provarle. Sono popolari anche in altri paesi.

      Che cos’è la tavoletta oui-ja? Perché attira tante persone? Se la usaste, che effetto potrebbe avere la tavoletta oui-ja su di voi?

      Che cos’è la tavoletta oui-ja?

      La tavoletta oui-ja, lunga circa sessanta centimetri, larga quarantacinque centimetri e dello spessore di circa mezzo centimetro, ha sulla sua superficie le lettere dell’alfabeto in due archi, uno sotto l’altro. Sotto di esse, su una riga diritta da sinistra a destra vi sono i numeri da 1 a 9 e 0. Sotto le cifre vi è la parola “addio”. Nell’angolo sinistro superiore vi è la parola “Si” e nell’angolo destro superiore “No”.

      Sulla superficie lucida di questa tavoletta c’è un piccolo indicatore a forma di cuore montato su tre pezzetti di feltro inclinati con un disco trasparente verso l’estremità a punta. Di solito due persone appoggiano leggermente le mani sull’indicatore e fanno domande alla tavoletta. In molti casi l’indicatore si sposta da una lettera all’altra formando parole e frasi in risposta alle domande. Talvolta le risposte sono sorprendentemente accurate, predicendo

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi