-
L’Islanda sfrutta l’energia geotermicaSvegliatevi! 1979 | 22 giugno
-
-
e riprendere la vita normale. Cosa c’era di meglio che utilizzare se possibile il calore del loro nuovo nemico?
L’energia ottenuta dal nuovo campo lavico di Heimaey può essere utilizzata per riscaldare gli edifici della città. Le tubazioni affondate nella lava fresca di Heimaey portano in superficie vapore e gas, che, a loro volta, riscaldano l’acqua nell’impianto di riscaldamento comunale. Essendo un ciclo completo e chiuso, l’acqua a 80 gradi centigradi viene inviata nell’impianto di riscaldamento di Heimaey, e viene rimandata indietro per essere nuovamente riscaldata quando la temperatura è scesa a 40 gradi centigradi.
L’intento è quello di poter servire fra breve con questo nuovo impianto di riscaldamento tutte le case della città. Gli esperti credono che quando lo strato superiore di lava si sarà infine raffreddato, le condutture potranno essere spinte nella lava a maggiore profondità finché non si raggiunga sufficiente calore. Si pensa che gli abitanti delle Westmann potranno valersi dello Hraun-hitaveita (Servizio di Riscaldamento Lavico Distrettuale) per molti decenni prima che il campo si raffreddi troppo per essere sfruttato economicamente.
Colture in serra
In un paese settentrionale come l’Islanda, il clima e la breve stagione di crescita limitano in considerevole misura il tipo di colture. Di conseguenza, all’aperto si possono coltivare solo poche verdure. Ma grazie all’impiego dell’energia geotermica, gli islandesi non sono legati ai convenzionali metodi di coltivazione. Il calore naturale della terra viene impiegato per riscaldare circa 14 ettari di serre. In tal modo si coltivano pomodori, cetrioli e molte varietà di fiori in una zona dove la crescita sarebbe altrimenti limitata. Altre varietà di verdure si possono coltivare anche in certe regioni dell’Islanda dove il suolo stesso è naturalmente riscaldato dall’energia geotermica.
-
-
Un simbolo cristiano?Svegliatevi! 1979 | 22 giugno
-
-
Un simbolo cristiano?
L’uso della croce come simbolo del cristianesimo è largamente diffuso nella cristianità. Si crede che la croce sia stata lo strumento di tortura su cui morì Gesù Cristo. Ma avete mai investigato per conoscere l’origine di questo simbolo? Ecco alcune notizie pubblicate dalla “Grande Enciclopedia” edita dall’Istituto Geografico De Agostini, Vol. VII, pag. 70:
“Strumento del supplizio di Cristo il cui nome deriva probabilmente dal sanscrito krugga (bastone pastorale), ma chiamato dai Greci staurós (palo) e dagli Ebrei ‘es (albero). Questi nomi indicano perciò che in origine la c[roce] come strumento di supplizio era un albero o un palo cui i condannati venivano confitti con chiodi o impalati. In seguito venne aggiunto un palo trasversale e dalla combinazione dei due elementi ebbero origine le classiche forme di c[roce]”.
“Nell’iconografia cristiana essa è divenuta il simbolo di fede più evidente e significativo, ma il segno era già largamente noto nel mondo pre-cristiano. Il processo per cui la c[roce] giunse a tanta universalità, soppiantando tutti gli altri simboli cristiani, si compì relativamente tardi (sec. IV). . . . Oltre ai valori propriamente ‘religiosi’, nell’ambito del cristianesimo la c[roce] ha, nelle credenze folcloristiche, un valore di forte agente apotropaico: come oggetto viene spesso collocata nei campi per favorire il buon esito del raccolto; come ‘segno di c[roce]’ è considerato potente contro le forze demoniache. Come simbolo la c[roce] è comunque assai più antica del cristianesimo: risale alla preistoria (Neolitico) la c[roce], da sola oppure entro un cerchio, come simbolo solare; a volte è a raggi diritti, altre volte con i raggi uncinati (svastica). In quest’ultima forma è simbolo importante nel giainismo”.
-