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  • Che dire di quelli che non partecipano?
    La Torre di Guardia 1952 | 1° aprile
    • e a “fontane d’acqua della vita”. — Luca 12:32; Amos 8:11, 12; Matt. 24:45-51; Apoc. 7:9-17, NM.

      9. Perché quelli del “solo gregge” ora sono spiritualmente sani in contrasto con la Cristianità, grazie alle istruzioni di Paolo?

      9 Come risultato di questo discernimento scritturale del corpo del Signore al tempo del Memoriale tutte le pecore, il rimanente e la grande folla di altre pecore, sono vigorose, sane ed energicamente attive al servizio di Dio come testimoni della sovranità universale e del nome di Geova. A causa del corretto discernimento del corpo sono in pace e armonia l’una con l’altra sebbene vivano fra nazioni mondane che sono in guerra l’una contro l’altra per il dominio della terra. Se le centinaia di milioni di cosiddetti “membri di chiesa” ed ecclesiastici della Cristianità avessero avuto discernimento del corpo del Signore e si fossero comportati conformemente come hanno fatto i testimoni di Geova durante le passate due guerre mondiali, non ci sarebbero stati tali conflitti totali né ci sarebbe l’incubo di una terza guerra che tormenta tutti i popoli ora. Fu per correggere la disunione, l’immoralità e il settarismo della primitiva congregazione dei Cristiani di Corinto che l’apostolo Paolo scrisse la sua prima lettera a loro e parlò sul soggetto della cena o pasto serale del Signore. Fu per aiutarli a discernere il corpo del Signore e per promuovere pace e unità fra quei Cristiani corinzi che Paolo dedusse lezioni dal significato degli emblemi del Memoriale. — 1 Cor. 1:11-13; 3:3, 4; 5:1-13; 11:17-22; 2 Cor. 12:20, 21; 13:10.

      10. (a) In armonia con quale illustrazione i membri del rimanente non combattono l’uno contro l’altro? (b) Come operano e ancora opereranno con le altre pecore?

      10 I membri del corpo umano non combattono l’uno contro l’altro ma operano unitamente per la salute fisica e la preservazione del corpo. I veri membri del corpo di Cristo non soccombono alla egoistica, divisiva influenza di Satana e di questo mondo combattendo fra loro. Né essi combattono le altre pecore del Signore. Mentre il rimanente oggi partecipa all’unico pane del Memoriale, esso discerne che è un unico corpo sotto Gesù Cristo il Capo e muore la stessa morte con lui a rivendicazione di Geova. Così essi si tengono ripieni dell’unificante spirito di Dio e insieme si attengono strettamente al loro Capo Gesù Cristo e in tal modo adorano, studiano e servono Dio in inscindibile unità e pace e reciproco amore. Riconoscono le altre pecore che il loro Signore Gesù Cristo ha ora rese un solo gregge con loro, e servono amorevolmente gli interessi delle sue pecore terrestri. Le altre pecore rispondono a tale amorevole benignità. Assieme, esse e il rimanente operano per mantenerlo “un solo gregge” sotto il solo giusto Pastore. Sotto la protezione e la guida del Pastore supereranno insieme la guerra finale di Harmaghedon e perverranno agli eterni destini che li attendono nel radioso nuovo mondo di pura, eterna vita. È con questa brillante prospettiva che noi ci raduniamo quest’anno il giovedì 10 aprile, dopo le ore 18, o 6 pomeridiane, ora solare, per la celebrazione del pasto del Memoriale.

  • Fu Cristo appeso a una croce?
    La Torre di Guardia 1952 | 1° aprile
    • Fu Cristo appeso a una croce?

      PER MOLTI milioni di persone la risposta a questa domanda sembra tanto semplice quanto il monosillabo “Sì”. Per i seri studenti sia della storia antica che della Bibbia la risposta è altrettanto semplice, tanto semplice quanto il monosillabo “No!” Ma due risposte così contrastanti come queste scavano tra loro un profondo abisso che ogni cercatore di verità deve poter colmare per basarsi sul solido fondamento della verità.

      È comunemente noto in quest’epoca illuminata che la Bibbia non fu da principio scritta in italiano. Di conseguenza per soddisfare la domanda se Cristo fu o no appeso a una croce è necessario consultare le lingue originali ebraica e greca nelle quali la Bibbia fu scritta. Per grazia di Dio le copie manoscritte degli scritti originali, alcune delle quali copie sono state fatte dopo cinquant’anni dagli originali, sono disponibili per gli eruditi. Oltre a queste, i termini originali sono definiti e spiegati in dizionari o lessici scritti in italiano moderno, se è questa l’unica lingua che leggete. E, inoltre, ci sono attendibili enciclopedie, storie, ecc. alle quali si può far riferimento.

      La rivista Catholic Digest del maggio 1948, pagina 108, disse quanto segue sul soggetto della croce: “Molto tempo prima della nascita di Cristo la croce fu un simbolo religioso. Sul posto dell’antica Troia sono stati rinvenuti recentemente dei dischi di terra cotta con impressa una croce. Due oggetti simili furon trovati a Ercolano. Gli Atzechi dell’antico Messico scolpivano la croce sugli amuleti, sul vasellame e sulle mura del tempio. Molte tracce dell’uso della croce da parte degli Indiani nordamericani sono state scoperte. I Buddisti del Tibet vedono nella croce un segno dell’impronta del piede di Budda. I Mongoli disegnano una croce sulla carta e la mettono sul petto dei loro morti. Le iscrizioni egizie hanno spesso la croce Tau (T). Essi considerano lo scarabeo sacro perché i segni che ha sul dorso e sul torace formano una T. Una croce di questa forma fu usata per sostenere le braccia degli Indù ascetici dell’India i quali solevano restare per giorni e notti in un’attitudine simile a quella di Budda. La crux ansata (croce con manico) ha un buco che serve da manico. Per gli Egizi questa croce era un simbolo di vita e nel loro linguaggio figurato significava ‘vivere’”. Vedere pure The Catholic Encyclopedia, Vol. 4, pagina 517; l’annotazione in calce sulle pagine 312, 313, della Storia della Cristianità (inglese), di Gibbon, edizione di Eckler, 1891.

      Ma com’era la croce un “simbolo di vita” per i pagani? Ebbene, un padre, il maschio, è il datore della vita dei suoi figliuoli per mezzo della madre. Perciò, quei pagani adoratori del sesso, per ispirazione del Diavolo e dei suoi demoni, costruirono un’immagine fallica dell’eretto organo genitale maschile, con una barra trasversale ad un’estremità per rappresentare i testicoli. Portando il simbolismo innanzi d’un passo nella crux ansata, il buco all’estremità, che i pii religionisti preferiscono descrivere come un “manico”, rappresentava l’organo genitale femminile congiunto al simbolo maschile. Per constatare la veridicità di questi fatti diabolici, vedere le seguenti pubblicazioni inglesi: “Tenda funeraria d’una regina egiziana, di Villiers Stuart; Croce maschile e antico culto del sesso, di Sha Rocco; Due Babilonie, di Alessandro Hislop; Trattati sul culto di Priapo, di Richard Payne Knight.

      I riferimenti alle lingue originali nelle quali fu scritta la Bibbia mostreranno senz’alcun’ombra di dubbio che Cristo non fu mai appeso a qualche croce pagana. Pertanto, l’uso del termine “croce” nel linguaggio biblico italiano è un errore di traduzione. A questo riguardo la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane (inglese),a nella sua appendice, pagine 768-771, commentando Matteo 10:38, dove il termine greco σταυρός (stauros) appare per la prima volta e che è tradotto “croce” nel maggior numero delle Bibbie, dichiara:

      “Questa è l’espressione usata in relazione con l’esecuzione di Gesù al Calvario. Non c’è nessuna evidenza che la parola greca stauros significasse qui una ‘croce’ quale l’usavano i pagani come simbolo religioso molti secoli avanti Cristo per denotare il dio sole. Nelle antiche sculture d’Egitto si possono vedere rappresentazioni dei loro dèi recanti la cosiddetta crux ansata, una croce a T con un buco alla sommità, essendo essa un simbolo fallico della vita. Nelle iscrizioni babilonesi il Tammuz; era indicato da un cuore da cui usciva una croce semplice oppure doppia.

      “L’India, la Siria, la Persia, come Babilonia e l’antico Egitto, han tutti avuto oggetti segnati con croci di varie specie, compresa la svastica tra i primi Ariani. Questo rivela che il culto della croce è pagano.

      “Nel greco classico la parola stauros significava semplicemente un legno o un palo diritto, o una trave come quelle usate per fondamenta. Il verbo stauroo significava recintare con pali, formare uno steccato o una palizzata, e questo è il verbo usato quando la folla in tumulto chiese che Gesù fosse messo al palo. A tale legno o palo la persona da punire era legata, proprio come il popolare eroe greco Prometeo veniva rappresentato legato a un palo o stauros. Il termine greco usato dal poeta tragico Eschilo per descrivere questo significa attaccare o fissare a un palo, mettere al palo, e lo scrittore greco Luciano impiegò anastauroo come un sinonimo di quel termine. Nelle Scritture Greche Cristiane anastauroo ricorre solo una volta, in Ebrei 6:6. Il verbo radicale stauroo ricorre più di 40 volte, e noi l’abbiamo tradotto ‘mettere al palo’, con l’annotazione in calce: ‘Oppure, “legare a un palo’”.

      “Gli scrittori ispirati delle Scritture Greche Cristiane scrissero nel greco comune (koinè) e impiegarono il termine stauros per significare la stessa cosa come nel greco classico, cioè un palo, un semplice palo senza barre trasversali di nessun genere o in nessun angolo. Non c’è nessuna prova del contrario. Gli apostoli Pietro e Paolo usano anche la parola xylon per riferirsi allo strumento di tortura su cui Gesù fu inchiodato, e questo dimostra che fu un palo diritto senza una barra trasversale, poiché questo è ciò che significa xylon in questo senso speciale. (Atti 5:30; 10:39; 13:29; Galati 3:13; 1 Pietro 2:24) In Esdra 6:11 troviamo xylon nella Versione greca dei Settanta (1 Esdra 6:31), e qui si parla d’un asse sul quale il violatore della legge doveva essere appeso, come in Luca 23:39; Atti 5:30; 10:39.

      “Il fatto che stauros è tradotto crux nelle versioni latine non fornisce nessun argomento contro questo. Qualsiasi autorevole vocabolario latino informa l’indagatore che il significato basilare di crux è ‘albero, forma o altro istrumento di legno per esecuzione’ sul quale i criminali eran legati o appesi. (Lewis-Short) Croce è solamente un ulteriore significato di crux. Anche negli scritti di Livio, storico romano del primo secolo a.C., crux significa un semplice palo. Tale unico palo per il supplizio d’un criminale era chiamato crux simplex, e il modo d’inchiodarlo a tale istrumento di tortura è illustrato dall’erudito cattolico romano, Justus Lipsius, del XVI secolo. Questa è la maniera in cui Gesù fu messo al palo.

      “La tradizione religiosa dai giorni dell’imperatore Costantino non prova nulla. La pubblicazione mensile destinata al clero cattolico romano, La rivista ecclesiastica, (inglese), del settembre 1920, Nº 3, di Baltimore, Maryland, pagina 275, dice: ‘Si può asserire con certezza che soltanto dopo l’editto di Milano, 312 d.C., la croce fu usata come segno permanente della nostra Redenzione. De Rossi afferma positivamente che nessun monogramma di Cristo, scoperto nelle catacombe o altrove, può essere attribuito a un periodo anteriore all’anno 312. Anche dopo quell’importantissimo anno, la chiesa, allora libera e trionfante, s’accontentava d’avere un semplice monogramma di Cristo: la lettera greca chi incrociata verticalmente da un rho, e talvolta orizzontalmente da un iota. [Carattere greco in originale] Il più antico crocifisso menzionato come un oggetto di pubblico culto è quello venerato nella chiesa di Narbonne nella Francia meridionale, del VI secolo.’

      “Dopo aver dimostrato l’origine pagana della croce, L’Encyclopædia Britannica, Vol. VII, dell’edizione XI, pagina 506, dice: ‘Non fu che al tempo di Costantino che la croce fu usata pubblicamente come il simbolo della religione cristiana.’ Questo fu soltanto logico, poiché l’imperatore Costantino era un adoratore del pagano dio sole, il cui simbolo era una croce. Altri esperti han fatto rilevare che ‘prima del quarto secolo la croce non fu usata come un emblema cristiano né in Oriente né in Occidente’.

      “Invece di considerare il palo di tortura al quale Gesù fu confitto una reliquia da adorare, i Giudei Cristiani

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