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Restare senza paura sino alla fine compiutaLa Torre di Guardia 1953 | 1° aprile
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finale al popolo di tutte le nazioni prima che scoppi la guerra finale di Harmaghedon.
E mentre avanzate impegnandovi nella proclamazione ad altri della buona notizia che il regno teocratico è l’unica speranza dell’uomo, non lo fate con la vostra propria forza o potenza. Nessuno è tanto forte da resistere da se stesso agli attacchi dei demoni. Rimanete vicino al Signore e alla sua organizzazione. Volgetevi a lui e pregatelo per avere grazia e forza. Ricordate quello che scrisse il profeta: “L’Eterno [Geova] è l’Iddio d’eternità, . . . Egli non s’affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile. Egli dà forza allo stanco, e accresce vigore a colui ch’è spossato. . . . quelli che sperano nell’Eterno acquistan nuove forze”. Ricordate quello che dice l’apostolo: “Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria per mezzo di Cristo Gesù”. Ricordate quello che dice l’Onnipotente stesso: “Non temere, perché io son teco; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro”. Perciò “l’Eterno degli eserciti, quello santificate! Sia lui quello che temete e paventate!” -Isa. 8:13; 40:28, 29, 31; 41:10; Filip. 4:19, NW.
Quale indescrivibile ricompensa otterranno quelli che rimangono senza paura sino alla fine! Non soltanto vedranno gli empi completamente annientati, ma anche sopravvivranno per entrare nel nuovo mondo libero da tutte le paure e le afflizioni.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1953 | 1° aprile
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Domande dai lettori
◆ Alcuni religionisti pretendono che il vino nel calice del Memoriale fosse succo d’uva non fermentato. Come possiamo dimostrare noi che Cristo usò vero vino in questa occasione? — A. L., Arkansas.
Quelli che aderiscono al Movimento della Temperanza o della Proibizione insistono che le parole di Gesù “il frutto della vite” significhino succo d’uva, e non vero succo fermentato o vino. Ma noi ricordiamo che la vendemmia ricorreva nella tarda estate dell’anno, mentre la pasqua dei Giudei non aveva luogo che alla primavera successiva sei mesi più tardi, e i Giudei non avevano in genere i mezzi per preservare così a lungo il succo d’uva senza farlo fermentare. Gesù usò il “frutto della vite” che era disponibile nella stagione pasquale, che era vero vino. La storia indica che i Giudei adoperavano vero vino in quella stagione, e fino a questo giorno i Giudei seguono la loro tradizione usando succo d’uva fermentato o vero vino contenente alcool.
Per ulteriore informazione leggete ne La Torre di Guardia del 15 agosto 1948, il suo articolo “Quando e come celebrare il memoriale”, che nella sua nota in calce alle pagine 247 e 248 dice: “Non dubitiamo affatto che il vino adoperato dal nostro Signore per rappresentare il suo sangue sparso fosse fatto (come gli Ebrei ‘ortodossi’ ancora oggi fanno il loro vino per la Pasqua) senza aggiungervi alcun lievito atto ad accelerare la fermentazione. Ma ciò nonostante era vino fermentato; gli elementi della fermentazione contenuti nel mosto d’uva subirono un più lento processo di fermentazione e chiarificazione, e così esso diventava ‘vino’. . . . È dunque chiaro per noi che il vino usato dal nostro Signore alla Cena era vino puro (non semplice mosto d’uva che non potrebbe mantenersi senza fermentazione dall’autunno alla primavera) della stessa qualità di quello menzionato altrove nelle Scritture, del quale un eccesso nel bere avrebbe provocato l’ubriachezza. (Efes. 5:18; Giov. 2:10; Luca 5:39), . . . non si afferma che il nostro Signore e gli apostoli facessero uso di mosto d’uva, bensì di vino reale”.
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Testi per maggioLa Torre di Guardia 1953 | 1° aprile
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Testi per maggio
1 Devi amare il tuo prossimo come te stesso.— Giac. 2:8, NW. TG 1/3/53 23a
2 L’Eterno [Geova] scruta tutti i cuori, e penetra tutti i disegni e tutti i pensieri. — 1 Cron. 28:9. TG 15/2/53 3
3 Inoltre non rattristate lo spirito santo di Dio, col quale siete stati suggellati per il giorno della liberazione con riscatto. — Efes. 4:30, NW. TG 15/8/52 3b
4 “Maestro, abbiamo visto un certo uomo che cacciava demoni mediante l’uso del tuo nome e abbiamo cercato di impedirglielo, perché non accompagnava noi”. Ma Gesù disse: “Non cercate d’impedirglielo.” — Mar. 9:38, 39, NW. TG 1/8/52 13, 15
5 Il figliuolo non porterà l’iniquità del padre, e il padre non porterà l’iniquità del figliuolo. — Ezech. 18:20. TG 15/11/52 11, 12a
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1953 | 1° aprile
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Domande dai lettori
◆ A pagina 275 del libro “Questo significa vita eterna” è detto: “La maledizione di Dio sulla terra fuori dell’Eden durò fino al diluvio, ma tutti gli sforzi degli uomini per coltivare la terra sin da allora non sono riusciti a trasformare la terra ora estesamente popolata in un paradiso”. Vuol dire forse questo che adesso la terra non è sotto la maledizione pronunciata al tempo in cui Adamo fu cacciato dall’Eden? — U. L., Canada.
Sì, vuol dire questo. Quando cacciò Adamo dall’Eden Iddio disse: “Perché hai dato ascolto alla voce della tua moglie e hai mangiato del frutto dell’albero circa il quale io t’avevo dato quest’ordine: Non ne mangiare, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto”. (Gen. 3:17-19) Secoli dopo, il diluvio di Noè purificò la terra dalla malvagità, lasciando solo le persone ritenute giuste agli occhi di Dio e che erano dedicate alla vera adorazione. Geova diede loro un buon inizio, ripeté l’ordine di moltiplicare e riempire la terra, e pose sotto il potere dell’uomo i regni degli animali e delle piante, senza nessuna maledizione ostacolatrice sulla terra: “Io non maledirò più la terra a cagione dell’uomo”. Si noti, però, che il mandato di soggiogare la terra conferito ad Adamo non fu incluso in quello dato a Noè, indicando che non si sarebbe effettuato con la semplice abolizione della maledizione. — Gen. 1:28; 6:17; 8:21; 9:1-17.
Solo pochi secoli dopo una parte della terra fu paragonata all’Eden per la sua lussureggiante bellezza: “E Lot alzò gli occhi e vide l’intera pianura del Giordano. Prima che l’Eterno avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa era tutta quanta irrigata fino a Tsoar, come il giardino dell’Eterno”. (Gen. 13:10) Né il seguente rapporto degli esploratori sulla Terra Promessa la descrive come una terra maledetta che producesse solo piante selvatiche per nutrimento: “E giunsero fino alla valle d’Eshcol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d’uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche delle melagrane e dei fichi”. Quando poi presentarono questa frutta alla comunità israelita gli esploratori dissero riguardo alla terra: “È davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ed ecco de’ suoi frutti”. (Num. 13:23-27) Certamente Mosè non descriveva una terra maledetta adoperando questi termini entusiastici riguardo alla Terra Promessa, il cui custode era il Signore:
“Il tuo Dio, l’Eterno, sta per farti entrare in un buon paese: paese di corsi d’acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti; paese di frumento, d’orzo, di vigne, di fichi e di melagrani; paese d’ulivi da olio e di miele; paese dove mangerai del pane a volontà, dove non ti mancherà nulla; paese dove le pietre son ferro, e dai cui monti scaverai il rame”. “Poiché il paese del quale stai per entrare in possesso non è come il paese d’Egitto donde siete usciti, e nel quale gettavi la tua semenza e poi lo annaffiavi coi piedi, come si fa d’un orto; ma il paese di cui andate a prendere possesso è paese di monti e di valli, che beve l’acqua della pioggia che vien dal cielo: paese del quale l’Eterno, il tuo Dio, ha cura, e sul quale stanno del continuo gli occhi dell’Eterno, del tuo Dio, dal principio dell’anno sino alla fine. E se ubbidirete diligentemente ai miei comandamenti che oggi vi do, amando il vostro Dio, l’Eterno, e servendogli con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra, avverrà ch’io darò al vostro paese la pioggia a suo tempo: la pioggia d’autunno e di primavera, perché tu possa raccogliere il tuo grano, il tuo vino e il tuo olio; e farò pure crescere dell’erba ne’ tuoi campi per il tuo bestiame, e tu mangerai e sarai saziato. Vegliate su voi stessi, onde il vostro cuore non sia sedotto e voi lasciate la retta via e serviate a dèi stranieri e vi prostriate dinanzi a loro e si accenda contro di voi l’ira dell’Eterno ed egli chiuda i cieli in guisa che non vi sia più pioggia, e la terra non dia più i suoi prodotti, e voi periate ben presto, scomparendo dal buon paese che l’Eterno vi dà. Guardate, io pongo oggi dinanzi a voi la benedizione e la maledizione: la benedizione, se ubbidite ai comandamenti dell’Eterno, del vostro Dio, i quali oggi vi do; la maledizione, se non ubbidite ai comandamenti dell’Eterno, dell’Iddio vostro”. — Deut. 8:7-9; 11:10-17, 26-28; si vedano anche Isa. 51:3; Ezech. 20:6, 15; 36:35; Gioe. 2:3.
Notate che per disubbidienza la bellezza edenica del paese sarebbe stata perduta, e successivamente la ribelle infedeltà degl’Israeliti causò la perdita della condizione paradisiaca della Terra Promessa. Oggi la terra non è destinata a produrre spine e triboli come conseguenza della maledizione pronunciata nell’Eden. Quella maledizione sparì con le acque del diluvio. In molte parti della terra vi sono oggi luoghi di stupenda bellezza e magnificenza, ed altri luoghi gli uomini li hanno trasformati in magnifici parchi e giardini. Ma per la maggior parte gli uomini han rovinato la terra e devastato il regno vegetale e animale per avidità commerciale o per semplice gusto di distruzione. Essi hanno dimenticato o trascurato il proposito di Dio verso l’uomo e la terra, non hanno tenuto conto della vera adorazione di Geova, ed hanno apportato su se stessi il disfavore divino invece di benedizioni, proprio come fecero gl’Israeliti. La Bibbia parla di maledizioni per la disubbidienza, e queste maledizioni toccheranno il culmine ad Harmaghedon colla distruzione degli abitanti malvagi della terra, quando Geova Dio mediante Cristo ‘ridurrà in rovina quelli che rovinano la terra’. (Lev. 26:14-39; Deut. 27:15-26; 28:15-68; Isa. 24:5, 6; Apoc. 11:18, NW) È la maledizione per la disubbidienza e la falsa adorazione che Apocalisse 22:3 (NW) menziona: “E non ci sarà più alcuna maledizione”. Quelli dell’unto rimanente dell’Israele spirituale sono stati purificati dalle passate mancanze in fatto di adorazione, e il loro campo di culto è diventato puro e benedetto come l’Eden originale. Al dovuto tempo di Geova e sotto il regno di Cristo, i superstiti di Harmaghedon e i risuscitati saranno adoperati per adempiere il mandato di soggiogare la terra letterale e trasformarla da un capo all’altro in un paradiso pieno di lode a Geova. — Sal. 150:1-6.
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Città di QuebecLa Torre di Guardia 1953 | 1° aprile
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Città di Quebec
La sorella Saumur in un’abitazione parlava con una padrona di casa intorno alle Scritture. Qualcuno del vicinato aveva telefonato alla polizia e un grosso sgherro in uniforme venne frettolosamente nella casa e comandò alla sorella di andarsene all’istante, dicendo che era una comunista. La padrona di casa fu sorpresa da tali modi. Il poliziotto continuò con la sua attitudine autoritaria ingiungendo alla sorella di uscire dalla casa. Comunque, la sorella Saumur disse che avrebbe telefonato al sindaco. Ma lui si precipitò al telefono, dicendo: “No, lei non telefona; telefono io al sindaco,” e così fece. Lei intese la conversazione, che indicava chiaramente come il poliziotto riceveva un rimprovero e gli veniva detto di lasciarla stare lì fino a che non distribuiva letteratura. Frattanto il poliziotto diceva: “Ma è una comunista!” Infine egli lasciò la casa e nella via trovò una folla di gente che lo aspettava per vedere se conduceva la sorella fuori con lui. Succede che questo poliziotto non è per niente ben visto nella zona, perciò la folla cominciò a beffarlo chiedendo: “Dov’è lei? Non la puoi prendere? Che cosa hai?” Lo canzonavano a causa della loro disapprovazione per i suoi modi d’agire.
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