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CuoreAusiliario per capire la Bibbia
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IL CUORE COMPLETO O UNIFICATO
Si può avere un cuore completo rispetto a una certa linea di condotta o verso Dio. (I Re 8:61; 15:3, 14; I Cron. 28:9; 29:9; II Cron. 25:2) Oppure si può essere di cuore doppio, cercando di servire due padroni, o dicendo una cosa e pensandone un’altra. (I Cron. 12:33; Sal. 12:2) Gesù disse che tale condizione del cuore avrebbe prodotto fedeltà a un padrone e disprezzo per l’altro, perché “dove è il tuo tesoro, ivi è anche il tuo cuore”. E sottolineò quindi la necessità di accumulare tesori in cielo. Per far questo la persona deve nutrire dovutamente il proprio cuore avendo la mente “rivolta alle cose di sopra”, alle cose spirituali non a quelle materiali. (Matt. 6:19–21, 24; Col. 3:2; Filip. 4:8) Davide supplicò Geova: “Unifica il mio cuore per temere il tuo nome”. Questo fa pensare che il cuore potrebbe essere diviso per quanto riguarda i suoi affetti e timori. (Sal. 86:11) Coloro che hanno incarichi di responsabilità dovrebbero stare particolarmente attenti, perché “un dono può distruggere il cuore”, cioè può alterare la giusta motivazione, inducendo la persona a essere di cuore doppio, e perfino a peccare contro Dio e l’uomo. — Eccl. 7:7.
AZIONE DELLA PAROLA E DELLO SPIRITO DI DIO SUL CUORE
Il profeta Geremia, per lo scoraggiamento, decise nella sua mente di non parlare più nel nome di Geova, ma ammise: “Nel mio cuore [la parola di Geova] fu come un fuoco ardente chiuso nelle mie ossa; e mi stancai di contenerlo, e non lo potevo sopportare”. (Ger. 20:9) L’azione della Parola e dello spirito di Dio nel cuore dei cristiani li spinge a predicare la buona notizia e a sopportare la persecuzione. (Rom. 5:3–5; 10:8–10; II Tess. 3:5) I cristiani devono avere nel cuore profondo amore per coloro che ammaestrano; infatti questi sono paragonati a una lettera, ‘scritta sul cuore del cristiano’. Le persone stesse che vengono ammaestrate sono lettere di raccomandazione per il ministro, e possono essere lette dagli osservatori. Tali ‘lettere di Cristo’ sono scritte con lo spirito santo di Dio su tavolette carnali, o cuori. L’effetto dello spirito di Dio sul cuore produce una nuova personalità cristiana, che può esser letta da tutti gli osservatori. – II Cor. 3:1–3.
IL CUORE CIRCONCISO
Geova spiegò sin dall’inizio alla nazione d’Israele che la circoncisione della carne non era la cosa che desiderava di più; ripetutamente incoraggiò gli israeliti a ‘circoncidere il loro cuore’: a rendergli piena devozione con tutto il cuore. La circoncisione letterale era solo un segno esteriore della giustizia che dovevano praticare nel cuore. (Deut. 10:16; Ger. 4:4; Lev. 26:41; Atti 7:51; Rom. 4:11, 12) Sullo stesso tenore Gesù affermò che il più grande comandamento della Legge era quello di amare Geova Dio con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza. (Matt. 22:37, 38; Mar. 12:28–30; Deut. 6:5) Infatti Geova aveva predetto che avrebbe concluso col suo popolo un nuovo patto, secondo il quale avrebbe ‘scritto la sua legge nel loro cuore’. (Ger. 31:31–34; Ebr. 8:10) Avrebbe sostituito il precedente cuore duro come la pietra con un “cuore di carne”. – Ezec. 11:19, 20; confronta Marco 10:5.
Di conseguenza l’apostolo Paolo scrive ai conservi cristiani sotto il nuovo patto: “Avviciniamoci a Dio con cuore sincero, e con piena fiducia; i nostri cuori siano purificati da ogni falsa coscienza, e i nostri corpi siano lavati da acqua pura”. (Ebr. 10:22, PS) Per immeritata benignità di Geova mediante il sacrificio di Cristo, che può realmente togliere i peccati, i cristiani hanno una ‘circoncisione del cuore mediante lo spirito’. (Rom. 2:28, 29) A motivo di tale vera devozione del cuore a Geova e amore per la sua legge sono identificati come servitori di Geova; hanno ricevuto un suggello, avendo il suo spirito nel cuore. (II Cor. 1:22; Efes. 1:13, 14) La sua luce risplende sul loro cuore, lo illumina con la conoscenza di Dio; il loro cuore non è più ‘velato’ per mancanza di fede, come quello degli israeliti infedeli. (II Cor. 3:15; 4:6) Il loro cuore è puro, tutto per Geova, il loro amore messo veramente in pratica. Per immeritata benignità di Geova, hanno dunque fiducia, poiché il loro cuore non li condanna. Hanno libertà di parola nel rivolgersi a Dio ed egli esaudisce le loro preghiere. – I Giov. 3:19–22.
GLI ‘OCCHI DEL CUORE’
Geova illumina gli ‘occhi del cuore [gr. kardìas]’ dei suoi servitori alla speranza futura. (Efes. 1:18) Perciò essi vedono la speranza in tutta la sua ampiezza e profondità e la amano (Efes. 3:16–19); sono spronati ad agire per veder avverarsi tale speranza. Gli ebrei a cui predicava Gesù avevano la Parola di Dio e potevano leggerla, invece udirono con noia, chiudendo “occhi” e “orecchi” figurativi così che il loro “cuore” non poté afferrare il senso di ciò che Cristo diceva. (Matt. 13:13–15; Isa. 6:9, 10; confronta Isaia 44:18–20). Per questa ragione Gesù disse che i pagani di Ninive sarebbero risorti nel giudizio e li avrebbero condannati. – Matt. 12:41.
IL CUORE DI DIO
Dio rivela di provare affetti e sentimenti, e la Bibbia dice che ha un “cuore”. Si affligge per la malvagità umana; all’epoca del Diluvio “se ne addolorò nel suo cuore”, rammaricandosi che gli uomini avessero abbandonato le sue giuste norme, costringendolo, da loro benefattore, a diventare il loro distruttore. (Gen. 6:6) Invece il cuore di Dio ‘si rallegra’ quando un suo servitore è fedele. (Prov. 27:11) Geova attuerà “le idee del suo cuore”. (Ger. 30:24) Cose come la crudele offerta di vittime umane in olocausto, praticate da alcuni israeliti infedeli, non gli erano mai salite in cuore, e ciò dimostra che Dio non concepisce neanche un tormento eterno. – Ger. 7:31; 19:5.
IL CENTRO DI QUALCHE COSA
Poiché il cuore è uno degli organi centrali del corpo, il termine “cuore” può significare il centro o la parte più profonda di qualche cosa, come il “cuore della terra” (Matt. 12:40) e il ‘cuore del mare’. – Eso. 15:8; Giona 2:3.
NELLA PROFEZIA
L’uso simbolico del “cuore” compare in senso profetico in Daniele 7:4, dove la bestia simile a un leone che rappresenta il regno di Babilonia fu fatta stare su due piedi e le fu dato “un cuore d’uomo”, cioè non possedeva più il coraggioso “cuore del leone”. (II Sam. 17:10) Perciò fu sconfitta dal simbolico “orso”, la potenza medo–persiana. – Dan. 7:5.
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CusAusiliario per capire la Bibbia
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Cus
[caos, confusione].
1. Primo figlio di Cam e padre di sei figli: Seba, Avila, Sabta, Raama, Sabteca e Nimrod. (Gen. 10:6-8; I Cron. 1:8-10) Cus e i suoi discendenti sono inclusi fra coloro da cui “le nazioni si sparsero per la terra dopo il diluvio”. — Gen. 10:32.
Cus è senz’altro uno dei principali progenitori (forse insieme a Put) del ramo negroide o di carnagione scura della famiglia umana (Ger. 13:23), come è evidente dalle zone di insediamento di certi suoi discendenti. Ciò confuta la teoria di alcuni ‘razzisti’ che erroneamente cercano di mettere in relazione con i negri la maledizione pronunciata su Canaan, perché Canaan, fratello di Cus, non ebbe discendenti negri ma fu anzi l’antenato delle varie tribù cananee della Palestina. (Gen. 9:24, 25; 10:6) Secondo le Scritture non c’è dunque alcuna relazione fra la carnagione scura di certi discendenti di Cus e la maledizione pronunciata su Canaan. Il nome di Cus, attraverso suo figlio Nimrod, è associato con Babele e con il regno fondato da Nimrod in epoca postdiluviana. — Gen. 10:8-12.
DOPO LA TORRE DI BABELE
Dopo la dispersione avvenuta in seguito alla confusione delle lingue a Babele, la maggior parte dei discendenti di Cus pare siano emigrati al sud. Non si sa se abbiano raggiunto l’Africa penetrando prima nella Penisola Arabica e poi attraversando lo stretto di Bab el-Mandeb oppure si siano inizialmente stabiliti in Africa e siano poi passati in Arabia, anche se la tendenza ad associare Cus con l’Africa potrebbe confermare quest’ultimo movimento migratorio. Il nome di Seba figlio di Cus è messo in relazione con l’Africa Orientale, mentre quelli di Avila, Sabta, Raama e Sabteca in genere vengono associati a regioni della Penisola Arabica.
Benché in Arabia ci fossero dei cusiti, il nome “Cus” come è usato nella Bibbia si riferisce quasi sempre a una regione dell’Africa e, dove questo è ovvio, i traduttori usano “Etiopia” per “Cus”. È quasi sempre menzionato insieme all’Egitto (Isa. 20:3-5; 43:3; Ger. 46:7-9) e anche alla Libia. (II Cron. 12:2, 3; Dan. 11:43; Naum 3:9) Isaia 11:11 cita gli antichi nomi geografici delle varie regioni a sud del delta del Nilo: “Egitto” (o “Mizraim”, qui Basso Egitto), “Patros” (Alto Egitto) e “Cus” (Nubia–Etiopia). Ezechiele 29:10 parla della devastazione dell’Egitto ‘da Migdol a Siene e al confine dell’Etiopia [di Cus]’. Pare dunque che Cus o l’antica Etiopia si estendesse oltre Siene (la moderna Assuan) e che, secondo documenti archeologici, continuasse a S forse fino alla moderna Cartum. Cus abbracciava dunque una zona più ampia e generalmente più a sud di quella inclusa nell’Etiopia odierna. I “fiumi d’Etiopia [di Cus]” si pensa fossero il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro, che si uniscono a Cartum, e anche il fiume Atbara che confluisce nel Nilo a S della quinta cateratta. — Sof. 3:10.
2. Nell’introduzione del settimo salmo è precisato che questo salmo riguarda “le parole di Cus il Beniaminita”. Non c’è nessun’altra menzione di questo personaggio. Se il salmo si riferisce al periodo iniziale della storia di Davide, si potrebbe trattare di qualche oppositore di Davide alla corte di Saul; se si riferisce a un periodo successivo, il nome potrebbe essere usato in modo enigmatico per indicare Simei, il beniaminita che maledisse Davide. — II Sam. 16:5-8.
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DagonAusiliario per capire la Bibbia
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Dagon
(Dàgon).
Dio della fertilità la cui adorazione si pensa abbia avuto origine in Mesopotamia ma si sia diffusa molto presto anche in Occidente. Gli studiosi non sono d’accordo circa l’etimologia del nome “Dagon”. Alcuni lo fanno derivare dal termine ebraico dagh (pesce), mentre altri preferiscono collegarlo al termine daghàn (grano). Che l’idolo potesse essere metà uomo e metà pesce è suggerito da I Samuele 5:4, dove a proposito del Dagon abbattuto si legge: “Su di lui era rimasta solo la parte di pesce [lett. solo il Dagon]”, mentre la testa e le palme delle mani erano state recise. È implicito che la restante parte dell’immagine aveva relazione col significato del termine “Dagon” che è perciò tradotto “la parte di pesce” (NM). La versione italiana a cura di Samuele Davide Luzzatto (1871) dice infatti: “Il solo Dagòn [il torso della statua] era rimasto”.
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DalilaAusiliario per capire la Bibbia
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Dalila
(Dàlila) [ebr. Delilàh, languente (dal desiderio), flirt].
Donna che abitava nella valle del torrente Sorec. Dalila è introdotta nella narrazione biblica verso la fine del ventennio durante il quale Sansone aveva giudicato Israele, essendo oggetto del suo amore. — Giud. 16:31.
I signori dell’asse dei filistei, ansiosi di annientare Sansone, offrirono a Dalila 1.100 pezzi d’argento ciascuno perché rivelasse loro in che modo avrebbero potuto avere la meglio su di lui. Essa acconsentì e chiese a Sansone che cosa poteva domarlo. Ad ogni risposta di Sansone essa avvertì i filistei e nascose in casa sua alcuni guerrieri filistei, pronti a gettarsi su Sansone nel caso che avesse perso la sua forza. Dopo tre risposte ingannatrici Dalila continuò a tormentare Sansone e “gli faceva di continuo pressione con le sue parole e continuava a sollecitarlo, [tanto che] la sua anima divenne impaziente al punto di morire”. Allora egli le disse che era nazireo e che un rasoio non aveva mai sfiorato la sua testa. Certa questa volta di sapere la verità, Dalila mandò a chiamare i signori dell’asse dei filistei, che vennero per portarle il denaro. Mentre Sansone dormiva sulle sue ginocchia, un servo gli tagliò i capelli raccolti in sette trecce. Al suo risveglio, Sansone si accorse che questa volta non aveva più la forza datagli da Dio. I filistei nascosti lo afferrarono, lo accecarono e lo presero prigioniero. (Giud. 16:4-21) Dalila non è più menzionata nella Bibbia.
Non c’è alcuna indicazione che Sansone e Dalila avessero avuto rapporti sessuali o che lei fosse una prostituta. L’innominata prostituta menzionata in Giudici 16:1, 2 non è Dalila. Quella prostituta abitava a Gaza, mentre Dalila abitava nella valle del Sorec. Inoltre c’è un particolare che potrebbe indicare che Dalila era israelita, non filistea: Quando i signori dell’asse le fecero la loro proposta, le offrirono una somma di denaro davvero esorbitante. — Giud. 16:5.
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DalmaziaAusiliario per capire la Bibbia
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Dalmazia
Regione montuosa dell’odierna Iugoslavia la cui costa delimita a E il Mare Adriatico. Dopo il 9 E.V. costituiva il più meridionale dei distretti inclusi nella provincia romana dell’Illirico, e il nome Dalmazia era spesso usato invece di Illirico per l’intera provincia. Tito, compagno di Paolo, partì per la Dalmazia qualche tempo prima dell’esecuzione capitale dell’apostolo, che si pensa avvenuta verso il 65 E.V. (II Tim. 4:6-10) Nello stesso versetto in cui viene detto che Dema aveva “abbandonato” Paolo è menzionato che Tito si recò
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