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Gli Apocrifi — da Dio o dagli uomini?La Torre di Guardia 1960 | 1° agosto
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È ovvio che questo libro ebbe origine dall’uomo e non da Dio come si può vedere anche dalla sua sapienza mondana e, in particolare, dal disprezzo dell’autore per le donne. In contrasto con la Parola di Dio, che dà apertamente ad Adamo la colpa dei nostri guai, costui dice: “Dalla donna ha avuto inizio il peccato, e per colpa sua tutti moriamo”. “Qualunque cattiveria, ma non la cattiveria della donna”. (Ma perché desiderare qualche cattiveria?) “Ogni malizia è piccola di fronte alla malignità della donna”. Eppure alcuni vorrebbero mettere questi due libri sullo stesso livello dei libri della “sapienza” biblica. — Ecclesiastico 25:24, 12, 18, Na.
TOBIA, GIUDITTA E ALTRE AGGIUNTE
In Tobia ci viene fatto credere che un pio e vecchio Ebreo divenne cieco perché gli caddero sugli occhi escrementi d’uccello; che un angelo in sembiante d’uomo divenne il compagno di viaggio di suo figlio, che il vecchio aveva mandato a riscuotere un debito; che per via il figlio acquistò il fiele, il cuore e il fegato di un pesce; che bruciando il cuore e il fegato produsse il puzzo che fece fuggire un certo demone che per gelosia aveva ucciso i sette mariti di una donna; che questa vedova poi sposò il figlio che, dopo aver compiuto la sua missione, ritornò a casa e restituì la vista al padre mettendogli il fiele del pesce sugli occhi. Vi è qualche cosa di meno degno di fede alla luce delle Scritture? Poteva forse aver origine da Dio questo libro?
Anch’esso di origine umana, ma per ragioni diverse, si dimostra il Libro di Giuditta. Parla di una bella donna che decapita il generale in capo dei nemici degli Ebrei, liberandoli. Benché la storia in se stessa non sia impossibile, i particolari sono così inaccurati da rendere impossibile di localizzarla nel corso del tempo. Da una parte racconta delle condizioni esistenti dopo il ritorno degli Ebrei dalla cattività, tuttavia menziona Ninive, gli eserciti assiri e il re Nabucodonosor, tutti periti molto tempo prima che gli Ebrei tornassero in Palestina, e dice persino che Nabucodonosor era re degli Assiri. Fonti autorevoli affermano che “le inaccuratezze geografiche sono ugualmente imbarazzanti”, e la loro osservazione che i libri apocrifi “dimostrano l’assoluta mancanza di vera coscienza storica del popolo” si applica più di tutti al libro di Giuditta. In considerazione di ciò, che dubbio vi può essere in quanto alla sua origine?
Che dire dell’aggiunta ad Ester, da 10:4 a 16:24, che si trova negli Apocrifi? Non resiste meglio alla luce della critica obiettiva. Ci fa credere che Mardocheo fosse “un grand’uomo, essendo servitore alla corte del re” nel secondo anno di Artaserse, 150 anni dopo che fu preso prigioniero la prima volta che Nabucodonosor venne contro Gerusalemme. E la pretesa che Mardocheo occupasse tale posizione proprio all’inizio del regno del re non solo contraddice la parte canonica del libro di Ester ma anche il successivo riferimento al fatto che avanzò di grado. Ricco di riferimenti a Dio e ad atti di pietà, ovviamente fu aggiunto per dare ad Ester un’intonazione religiosa. Ma i riferimenti a Dio non dimostrano da soli l’origine divina, come la loro mancanza non dimostra l’origine umana.
Dal Cantico dei tre fanciulli sembra che uno di questi avesse pronunciato una preghiera, nello stile di quelle di Esdra e Neemia, e quindi l’angelo del Signore “estinse le fiamme di fuoco dalla fornace”. Dopo questa viene il cantico, molto simile al Salmo 148. Tuttavia il cantico accenna al tempio di Geova, ai sacerdoti e cherubini, e non è consistente con la desolata condizione di Gerusalemme a quel tempo. Consiste di sessantotto versetti interpolati fra il versetto 23 e 24 del terzo capitolo di Daniele.
Susanna e gli anziani, capitolo 13 di Daniele, racconta di due anziani che tramano contro una donna virtuosa perché aveva rifiutato di aver relazioni con loro, facendola condannare a morte. Il giovane Daniele scopre la loro finzione interrogandoli separatamente. Gli anziani muoiono, Susanna è risparmiata e Daniele diventa famoso. Se ciò avvenne effettivamente al giovane Daniele, perché compare come appendice e perché fu scritto prima in greco, come le altre aggiunte a Daniele, mentre il libro stesso fu scritto in ebraico e aramaico?
L’ultimo scritto apocrifo da considerare è la Distruzione di Bel e del dragone. Nella prima parte Daniele smaschera i sacerdoti di Bel che mangiano il cibo offerto a Bel e che si supponeva mangiato dall’idolo. Ricevuto l’ordine di adorare un drago vivo, egli lo fa esplodere dandogli da mangiare un intruglio fatto di pece, di grasso e di peli. Perciò i devoti fanno gettare Daniele nella fossa dei leoni. Allora un angelo prende per i capelli il profeta Abacuc, che si trovava lontano, e lo porta sulla fossa per dare a Daniele un piatto di zuppa. Dopo sette giorni Daniele è liberato e i suoi nemici sono gettati nella fossa dei leoni. Tale favola si raccomanda forse alla nostra considerazione della Parola di Dio?
Ecco come riassume il processo contro gli Apocrifi una fonte autorevole: “Non ebbero l’approvazione degli Ebrei né della primitiva Chiesa Cristiana; . . . mancano completamente di spirito profetico . . .; non solo non pretendono di essere ispirati ma ne lamentano la mancanza; sono caratterizzati in molti passi da un’aria romanzesca e mitologica estranea alla semplice eccellenza della Bibbia; contraddicono se stessi ed alcuni ben noti avvenimenti storici; insegnano dottrine estranee alla Bibbia . . .; e non sembra che siano mai stati citati come autorevoli dal Signore né dai suoi apostoli”. — Dictionary of Religious Knowledge, Abbott, pagine 50, 51.
Veramente gli Apocrifi non ebbero origine da Dio ma dall’uomo. Mettere questi scritti sullo stesso piano della Parola di Dio dimostra mancanza di comprensione e d’apprezzamento! L’ammonimento di Paolo contro le favole giudaiche può ben applicarsi agli Apocrifi. — Tito 1:14.
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‘Completamente contrario all’andamento precedente’La Torre di Guardia 1960 | 1° agosto
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‘Completamente contrario all’andamento precedente’
● Nel volume Advance to Barbarism, l’avvocato inglese F. J. P. Veale considera come “tutto il carattere della guerra e delle relazioni internazionali” si sia completamente trasformato dal 1914. “Ciò che è particolarmente rimarchevole in quanto a ciò”, egli scrive, “è che segue un corso completamente contrario all’andamento precedente degli avvenimenti. Per secoli, fino al 1914, con certe oscillazioni temporanee, il comportamento generale è diventato decisamente più temperato e in guerra, in particolar modo, i metodi della crudeltà primitiva si sono gradatamente modificati grazie ad una crescente collezione di regole e restrizioni. Si ritiene comunemente che l’osservanza di tali regole e restrizioni distingua la guerra civile da quella selvaggia. . . . Si stabilì gradualmente un codice di condotta formalmente riconosciuto da tutti i paesi civili. Una storia della guerra, scritta nel 1913, sarebbe stata il semplice resoconto di questo progresso, lento e oscillante, ma in complesso costante. . . . Tale improvvisa e completa inversione del processo di graduale miglioramento della guerra, che era in corso da più di duemila anni, richiede certo una spiegazione. Non è per esempio ben meritato il trito appellativo di ‘evento che fa epoca’”?
● La spiegazione per l’eccezionale aumento di calamità e di barbarie dal 1914 sta, come questa rivista ha spesso considerato dettagliatamente, nel fatto che viviamo negli “ultimi giorni”, in cui “verranno tempi molto difficili”. — 2 Tim. 3:1-5.
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