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DanieleAusiliario per capire la Bibbia
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qualunque circostanza, Daniele non sarebbe sceso a compromessi inchinandosi davanti alla statua. Inoltre la Parola di Geova esprime la Sua approvazione per la completa dedizione di Daniele, menzionandolo insieme a Noè e Giobbe. — Ezec. 14:14, 20; Matt. 24:15; Ebr. 11:32, 33.
Daniele interpretò poi il sogno di Nabucodonosor relativo all’immenso albero che era stato abbattuto e poi lasciato germogliare di nuovo, che (nel significato più semplice della profezia) rappresentava il grande monarca babilonese stesso. (Dan. 4:20-22) Nabucodonosor avrebbe perso la ragione per sette anni e poi avrebbe riacquistato la sanità di mente e il regno. Nabucodonosor attesta che questo accadde realmente per opera di Dio, facendo pubblicità all’avvenimento in tutto il reame. — Dan. 4:1, 2.
Visioni
Daniele ebbe due visioni (capp. 7 e 8), rispettivamente nel primo e nel terzo anno di Baldassarre, in cui vari animali rappresentavano il succedersi delle potenze mondiali, fino al tempo in cui queste sarebbero state annientate e la sovranità celeste sarebbe stata data a “qualcuno simile a un figlio d’uomo”. (Dan. 7:11-14) Sembra che, qualche tempo dopo la morte di Nabucodonosor, per molti anni Daniele facesse poco o nulla in qualità di consigliere, tanto che la regina (probabilmente la regina madre Nitocri) dovette ricordarlo a Baldassarre quando nessuno dei saggi fu in grado di interpretare il sinistro scritto apparso sulla parete del palazzo durante lo sfrenato e blasfemo banchetto di Baldassarre. Come promesso, Daniele ricevette l’onore di essere terzo nel regno, essendo Nabonedo il primo sovrano e suo figlio Baldassarre il secondo. Quella stessa notte la città fu conquistata dai medi e dai persiani e Baldassarre fu ucciso. — Dan. 5:1, 10-31.
SOTTO LA DOMINAZIONE MEDO–PERSIANA
Durante il breve regno di Dario il Medo, Daniele fu uno dei tre alti funzionari preposti ai 120 satrapi che dovevano reggere l’impero. Distintosi grazie al favore di Dio, Daniele stava per essere preposto a tutto il regno quando invidia e gelosia spinsero gli altri funzionari a tramare la sua morte. La legge che indussero il re a emanare doveva aver relazione con l’adorazione che Daniele rendeva a Dio, dato che altrimenti non avrebbero potuto trovare in lui colpa alcuna. Il re, riluttante, agì per far osservare la legge, che, secondo la consuetudine, non poteva essere revocata, e gettò Daniele nella fossa dei leoni. Per la salda integrità e la fede che Daniele mostrò, Geova mandò il suo angelo a liberarlo dalla bocca dei leoni. Allora Dario giustiziò i cospiratori, facendoli sbranare dagli stessi leoni. — Dan. cap. 6.
Nel primo anno di Dario, Daniele comprese che, secondo gli scritti di Geremia, era vicina la fine dei settant’anni di desolazione di Gerusalemme. (Ger. 25:11, 12) Daniele riconobbe umilmente i peccati del suo popolo e pregò Geova di far risplendere la sua faccia sul desolato santuario di Gerusalemme. (Dan. 9:1, 2, 17) Gabriele gli fece una rivelazione, comunicandogli la profezia delle settanta settimane, che determinava con esattezza l’anno della venuta del Messia. Ormai vecchio e alla fine di una lunga carriera, nel terzo anno di Ciro (ca. 536 a.E.V.) Daniele ebbe la visione di un angelo che, mentre si recava in missione da Daniele, dovette lottare col principe di Persia. L’angelo rivelò quello che doveva ‘accadere al popolo di Daniele nella parte finale dei giorni, perché era una visione ancora per i giorni avvenire’. (Dan. 10:14) Iniziando coi re di Persia, Daniele scrisse storia in anticipo. La profezia rivelava che la scena mondiale sarebbe stata dominata da due principali potenze politiche ostili, chiamate “re del nord” e “re del sud”, situazione che sarebbe esistita finché non fosse sorto Michele e a cui avrebbe fatto seguito un tempo di grande angustia. — Dan. capp. 11 e 12.
Daniele poté vivere fino a vedere nel 537 a.E.V. la partenza degli ebrei al comando di Zorobabele, ma non è detto che li abbia accompagnati. Forse non visse più molto oltre quella data. Le parole dell’angelo, “in quanto a te stesso, va verso la fine; e riposerai, ma sorgerai per la tua sorte alla fine dei giorni”, sembrano indicare che la vita di Daniele volgeva alla fine, con la certezza che lo attendeva una risurrezione.
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Daniele, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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DANIELE, LIBRO DI
AMBIENTE ED EPOCA IN CUI FU SCRITTO
Il libro è ambientalo a Babilonia, a eccezione di una delle visioni ambientata a Susan (Susa) presso il fiume Ulai. Non si sa se Daniele si trovasse a Susa in realtà o solo in visione. La stesura fu completata verso il 536 a.E.V. e il libro abbraccia il periodo che va dal 618 al 536 a.E.V. circa. — Dan. 8:1, 2.
SCRITTORE
Che Daniele ne fu lo scrittore e reso evidente dal libro stesso. (Dan. 7:1) Questo è dimostrato anche dal fatto che i capitoli da 7 a 12 sono scritti in prima persona.
I capitoli da 1 a 6 sono scritti in terza persona, ma questo non esclude che li abbia scritti Daniele, in veste di osservatore che sì limitava a riferire ciò che accadeva a lui stesso e ad altri. Un altro scrittore biblico, Geremia, lo fa spesso. (Vedi Geremia 20:1-6; 21:1-3 e capitoli da 26 a 36). Altre volte anche Geremia scrive in prima persona. — Ger. capp. 1, 13, 15, 18.
POSTO NEL CANONE
Nella Bibbia italiana il libro di Daniele si trova fra i profeti maggiori, subito dopo Ezechiele. Questo è l’ordine seguito nella Settanta greca e nella Vulgata latina. Nel canone ebraico Daniele si trova negli “Scritti” o “Agiografi”.
AUTENTICITÀ
Alcuni critici mettono in dubbio l’autenticità del libro di Daniele, anche se studiosi colti e competenti hanno smentito categoricamente le loro teorie, basate tutte su supposizioni. Coloro che ne mettono in dubbio l’autenticità assumono la posizione presa da Porfirio, filosofo pagano del III secolo e nemico del cristianesimo, il quale sosteneva che il libro di Daniele fosse stato contraffatto da un ebreo palestinese dell’epoca di Antioco Epifane. Secondo la sua teoria, costui aveva descritto avvenimenti passati spacciandoli per profezie. Da allora la genuinità del libro di Daniele non è più stata messa seriamente in dubbio fino all’inizio del XV1II secolo. Anche se le nozioni che i critici hanno degli avvenimenti storici e dei particolari della vita babilonese del VI secolo a.E.V. sono scarse, essi presumono di poter giudicare l’accuratezza di Daniele. Man mano che le scoperte archeologiche accrescono la nostra conoscenza su quel periodo, il libro di Daniele è rivendicato e i critici si dimostrano in errore. Comunque il fatto che Gesù Cristo stesso citò la profezia di Daniele è una prova ancor più eloquente della sua autenticità. — Matt. 24:15; Dan. 11:31
STORICITÀ
Tre manoscritti di parti del libro di Daniele e molti altri frammenti dello stesso sono stati scoperti in grotte presso il Mar Morto. Questi rotoli risalgono al I o II secolo a.E.V.; in quell’epoca il libro di Daniele era considerato parte delle Scritture ed era cosi noto agli ebrei che ne erano già state fatte molte copie. Che in quel tempo ne fosse riconosciuta la canonicità è confermato dallo scrittore del libro apocrifo, ma tuttavia storico, di I Maccabei (2:59, 60), che menziona la liberazione di Daniele dalla fossa dei leoni e quella dei tre ebrei dalla fornace ardente.
Abbiamo anche la testimonianza dello storico ebreo Giuseppe Flavio, il quale afferma che le profezie di Daniele furono mostrate ad Alessandro Magno quando entrò in Gerusalemme. Questo avvenne prima del 323 a.E.V., oltre 150 anni prima del periodo dei Maccabei. Giuseppe dice di quell’avvenimento: “Quando gli fu mostrato il libro di Daniele, in cui Daniele dichiarava che un greco doveva distruggere l’impero persiano, egli pensò di essere il personaggio indicato’’. (Antichità giudaiche, Libro XI, cap. Vili, 5) La storia dice inoltre che Alessandro concesse grandi favori agli ebrei, e questo, si crede, a motivo di quanto Daniele aveva profeticamente detto di lui.
LINGUA
Sulla base delle lingue usate in Daniele sono state mosse al libro critiche infondate, mentre ci sono validi argomenti a sostegno delle dichiarazioni contenute nel libro stesso in quanto all’epoca in cui fu scritto. The International Standard Bible Encyclopaedia (Vol. Il, p. 785) dice: “Affermiamo però che la componente aramaica di Daniele, per ciò che riguarda ortografia, etimologia e sintassi, concorda quasi in ogni particolare con l’aramaico delle iscrizioni nordsemitiche del IX, VIII e VII secolo a.C. e dei papiri egiziani del V secolo a.C., e che il vocabolario di Daniele contiene termini ebraici, babilonesi e persiani come i papiri del V secolo a.C.; mentre differisce nella composizione dall’aramaico dei nabatei, pieno di arabismi, ma in cui sono assenti termini persiani, ebraici e babilonesi, e anche da quello di Palmira, che è pieno di termini greci mentre non contiene che una o due parole persiane, e nessuna ebraica o babilonese”.
In Daniele ricorrono alcuni termini cosiddetti persiani; ma questo non è strano dati i frequenti rapporti che gli ebrei ebbero con babilonesi, medi, persiani e altri. Inoltre quasi tutti i nomi stranieri usati in Daniele sono nomi di funzionari, di articoli di vestiario, termini legali e simili, per i quali l’ebraico o l’aramaico del tempo non aveva evidentemente termini altrettanto appropriati. Daniele scriveva per il suo popolo che in quel tempo si trovava in massima parte nella Babilonia, e molti erano dispersi in altri paesi. Perciò scrisse in una lingua che potevano comprendere.
DOTTRINA
Un’altra obiezione è che Daniele allude alla risurrezione. (Dan. 12:13) Questa secondo alcuni è una dottrina più tarda o derivata da credenze pagane, tuttavia le Scritture Ebraiche abbondano di dichiarazioni di fede in una risurrezione, per esempio in Giobbe 14:13, 15 e nel Salmo 16:10. Inoltre ci furono effettivi casi di risurrezione. (I Re 17:21, 22; Il Re 4:22-37; 13:20, 21) E da parte di una fonte autorevole come l’apostolo Paolo abbiamo la conferma che Abraamo aveva fede nella risurrezione dei morti (Ebr. 11:17-19), e che anche altri fedeli servitori di Dio dell’antichità attendevano con ansia la risurrezione. (Ebr. 11:13, 35-40; Rom. 4:16, 17) Gesù stesso disse: “Ma che i morti siano destati lo ha rivelato anche Mosè nel racconto del rovo, quando chiama Geova ‘l’iddio di Abraamo, l’iddio d’Isacco e l’iddio di Giacobbe’”. — Luca 20:37.
Chi afferma che il libro non sia veramente profetico, ma che sia stato scritto dopo che gli avvenimenti erano già accaduti, dovrebbe spostare la data della stesura del libro fino a un’epoca posteriore al ministero terreno di Gesù, perché il nono capitolo contiene una profezia relativa alla comparsa e al sacrificio del Messia. (Dan. 9:25-27) Inoltre la profezia riguarda avvenimenti accaduti diversi secoli dopo Antioco Epifane, e narra la storia dei regni che avrebbero governato fino al “tempo della fine”, quando saranno distrutti dal regno di Dio retto dal suo Messia. — Dan. 7:9-14, 25-27; 2:44; 11:35, 40.
IMPORTANZA DEL LIBRO
Il libro di Daniele è noto per la descrizione di periodi di tempo profetici: le sessantanove settimane (di anni) dal decreto di ricostruire Gerusalemme fino alla venuta del Messia, gli avvenimenti che dovevano verificarsi nella settantesima settimana e la distruzione di Gerusalemme che doveva seguire poco dopo; i “sette tempi”, che Gesù chiamò “i fissati tempi delle nazioni” e indicò che erano ancora in corso all’epoca del suo soggiorno terreno, dato che sarebbero terminati in data molto più tarda; e i periodi di 1.290, 1.335 e 2.300 giorni, oltre a ‘un tempo fissato, tempi fissati e una metà’, tempi profetici che sono tutti molto importanti per comprendere quello che Dio fa per il suo popolo. L’ispirata interpretazione della profezia relativa alle bestie che rappresentavano potenze mondiali data dall’angelo (Dan. 8:20, 21) è di grande aiuto a chi studia la Bibbia per capire il simbolismo delle bestie di Rivelazione. — Dan. 4:25; Luca 21:24.
Daniele fornisce anche particolari relativi all’ascesa e alla caduta delle potenze mondiali che si succedono dal tempo dell’antica Babilonia fino al momento in cui il regno di Dio le eliminerà per sempre. La profezia richiama l’attenzione sul regno di Dio, retto dal suo re nominato e dai “santi” a lui associati, governo che durerà per sempre, per la benedizione di tutti coloro che servono Dio. — Dan. 2:44; 7:13, 14, 27.
La descrizione che Daniele fa della liberazione dei suoi tre compagni dalla fornace ardente, in cui erano stati gettati per aver rifiutato di inchinarsi davanti alla grande statua d’oro di Nabucodonosor (cap. 3), documenta che il diritto degli adoratori di Geova di rendergli esclusiva adorazione fu legalmente riconosciuto nel reame della prima potenza mondiale durante i “tempi dei Gentili”. Inoltre aiuta i cristiani a capire che la loro sottomissione alle autorità superiori, di cui si parla in Romani 13:1, è relativa, in armonia col comportamento degli apostoli descritto in Atti 4:19, 20 e 5:29. Ciò rafforza i cristiani nella loro posizione di neutralità nei confronti delle nazioni, rivelando che tale neutralità può metterli in difficoltà, ma sia che Dio in quei momenti li liberi, o permetta che siano uccisi per la loro integrità, i cristiani devono adorare e servire solo Geova Dio. — Dan. 3:16-18; vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 137-141.
SCHEMA DEL CONTENUTO
I. Istruzione impartita ai regali prigionieri e ai nobili portati a Babilonia nel 617 a.E.V. (cap. 1)
A. Daniele e i tre compagni rifiutano vino e cibi prelibati del re; dieci giorni di prova dimostrano la superiorità della dieta a base di verdura e acqua (1-16)
B. Dopo tre anni di istruzione Daniele e compagni si dimostrano più saggi degli altri, grazie alla benedizione di Dio (17-21)
II. Sogno di Nabucodonosor dell’immensa immagine “spaventevole” (cap. 2)
A. “Saggi” di Babilonia incapaci di descrivere o interpretare il sogno di Nabucodonosor (1-13)
B. Daniele rivela e interpreta il sogno; attribuisce il merito a Dio (14-28)
1. Descrive potenze mondiali, iniziando da Babilonia fino alla distruzione da parte del regno di Dio (29-45)
2. Daniele elevato ad autorità superiore a tutti i saggi e nominato governante di tutto il distretto giurisdizionale di Babilonia; tre compagni ricevono incarichi amministrativi (46, 48, 49)
C. Nabucodonosor esalta il Dio di Daniele (47)
III. Integrità di Hanania (Sadrac), Misael (Mesac) e Azaria (Abednego) (cap. 3)
A. Viene eretta gigantesca statua d’oro alta 60 cubiti; tutti i funzionari invitati a inchinarvisi davanti (1-7)
B. Tre giovani ebrei rifiutano di. inchinarsi (8-18)
1. Gettati nella fornace surriscaldata; inservienti uccisi dal calore (19-23)
2. Uno simile a “un figlio degli dèi” visto insieme ai tre uomini nella fornace (24, 25)
3. Escono incolumi, senza la minima bruciatura (26, 27)
C. Nabucodonosor loda Dio; emana legge che vieta di dire alcunché contro Dio (28-30)
IV. Sogno di Nabucodonosor del grande albero (cap. 4)
A. Alto fino ai cieli; visibile in tutta la terra; provvede cibo e riparo (1-12)
B. Vigilante decreta che sia abbattuto; ceppo lasciato in terra, con legami di ferro e rame (13-17)
C. Daniele interpreta, applica a Nabucodonosor (18-27)
D. Si adempie nella pazzia di Nabucodonosor; questi diviene come bestia per “sette tempi” (28-33)
E. Riacquista sanità di mente; ristabilito sul trono, Nabucodonosor loda, esalta, glorifica Dio; riconosce che Dio domina fra esercito celeste e regno del genere umano e lo dà a chi vuole (34-37)
V. Scritta sul muro (cap. 5)
A. Baldassarre profana vasi del tempio nel banchetto con 1.000 grandi (1-4)
B. Appare mano che scrive sull’intonaco del muro parole che gli uomini della corte di Baldassarre non sanno leggere né spiegare (5-9)
C. Regina consiglia a Baldassarre di chiamare Daniele (10-12)
D. Daniele spiega significato delle parole: il regno di Baldassarre è dato a medi e persiani; Daniele reso terzo nel regno (13-29)
E. Baldassarre ucciso quella notte; regna Dario il Medo (30, 31)
VI. Daniele nella fossa dei leoni (cap. 6)
A. Alti funzionari e satrapi invidiosi del favore di cui gode Daniele presso il re Dario (1-3)
1. Cercano pretesti contro Daniele nella legge del suo Dio (4, 5)
2. Inducono Dario a ordinare che per trenta giorni non si faccia richiesta a nessun dio o uomo eccetto il re (6-9)
3. Integrità di Daniele messa alla prova
a. Continua a pregare ogni giorno nonostante il decreto (10-15)
b. Gettato nella fossa dei leoni; Dio lo libera chiudendo la bocca dei leoni (16-23)
4. Accusatori gettati con mogli e figli nella fossa dei leoni (24)
B. Editto di Dario che tutti temano Dio di Daniele (25-28)
VII. Marcia delle potenze mondiali (capp. 7, 8)
A. Potenze mondiali a partire da Babilonia raffigurate da leone, orso, leopardo e terribile bestia con dieci corna (cap. 7)
B. Piccolo corno supera altri tre, pronuncia cose grandiose (7:8)
1. Intende cambiare tempo fissato da Dio per il dominio del regno (7:20-22, 24, 25)
2. Combatte santi di Dio. Essi sono dati nelle sue mani per tre tempi e mezzo (7:25)
C. Regno dato al figlio d’uomo dall’Antico di Giorni; terribile bestia e suo piccolo corno esautorati, bestia data al fuoco; Regno domina per sempre su ogni dominio e regno (7:9-14, 26-28)
D. Montone, capro e piccolo corno rappresentano potenze mondiali succedute a Babilonia (8:1-7)
1. Montone con due corna = impero medopersiano (8:20)
2. Capro = impero greco (8:21)
3. Impero greco suddiviso in quattro regni (8:8, 22)
4. Piccolo corno s’innalza fino al Principe dei principi (8:9-11, 23-25)
a. 2.300 giorni dall’abolizione del “sacrificio continuo” e dalla “trasgressione che causa la desolazione” fino a che il luogo santo ritorni nella giusta condizione (8:12-14)
b. Corno rotto “senza mano” (8:25b)
c. Angelo Gabriele spiega che la visione non doveva esser rivelata allora, ma è “per molti giorni ancora” (8:26, 27)
VIII. Settanta settimane (di anni) (cap. 9)
A. Daniele capisce che al termine di settantanni la liberazione degli ebrei è vicina (1, 2)
B. Confessa a Dio peccati della nazione, implora perdono per amore del nome di Geova (3-19)
C. Gabriele spiega visione delle settanta settimane, a partire dal decreto di ricostruire Gerusalemme (20-25)
1. Sette settimane fino alla completa ricostruzione di Gerusalemme (25)
2. Altre sessantadue settimane fino all’avvento del Messia (26)
a. Fine della trasgressione; fatta espiazione (24a)
b. Recata giustizia eterna; unto Santo dei Santi (24b)
3. Patto (abraamico) in vigore per una settimana per soli ebrei; Messia stroncato, a metà della settimana fa cessare sacrificio e offerta di dono (26a, 27a)
4. Poi città e luogo santo sono desolati (26b, 27b)
IX. Angelo mandato a portare a Daniele visione della “parte finale dei giorni’’ (capp. 10, 11)
A. Angelo contrastato da principe (demonico) di Persia per ventun giorni; aiutato da Michele (10:13)
1. Daniele rafforzato per ricevere visione dall’angelo che deve poi combattere col principe di Persia e affrontare anche il principe di Grecia (10:7-12, 15-20)
2. Michele, principe del popolo di Daniele, è al fianco dell’angelo di Dio (10:21)
B. Re del nord e re del sud (cap. 11)
1. Dopo la caduta del successore della Persia (Alessandro Magno), il regno è diviso, il re del sud acquista forza; sconfigge il re del nord (11:1-12)
2. Lungo dominio del re del nord (11:13-26)
3. Re del sud sconfigge re del nord (11:27-30a)
4. Re del nord si allea con quelli che lasciano il patto santo e combatte popolo di Dio, ma non riesce a distruggerlo (11:30b-31a, 32)
5. Stabilita la cosa disgustante che causa desolazione (11:31b)
6. Popolo di Dio sottoposto a dure prove, ma riceve aiuto (11:33-35)
7. Re del nord diventa potente, parla contro Dio, vuol essere adorato ma adora lui stesso il dio delle fortezze (11:36-39)
8. Nel tempo della fine il re del sud s’impegna in uno scontro col re del nord (11:40a)
a. Re del nord inonda molti paesi, invade paese dell’Adornamento (del popolo di di Geova) (11:40b-43)
b. Notizie da est e nord turbano il re del nord; egli pianta le tende fra il monte santo e il mare, giunge alla sua fine (11:44, 45)
C. Aspetti del tempo della fine (cap. 12)
1. Sorge Michele, principe del popolo di Daniele (1-3)
a. Peggior tempo d’angustia del mondo (1)
b. Molti destati a vita di durata indefinita oppure a biasimi e aborrimento (2)
c. Quelli che hanno perspicacia risplendono; volgono molti alla giustizia (3)
2. La conoscenza del libro, sigillato per molto tempo, diverrà abbondante (4-9)
a. Molti si purificano; raffinati (10a)
b. Malvagi non comprendono (10b)
3. Periodi di tempo
a. Tre tempi e mezzo per finire di frantumare popolo santo (7)
b. 1.290 giorni dalla rimozione del sacrificio continuo e istituzione della cosa disgustante (11)
c. Felicità alla fine di 1.335 giorni (12)
4. Daniele morrà, riceverà la sua parte alla fine dei giorni (13)
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DanzaAusiliario per capire la Bibbia
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Danza
Successione di movimenti ritmici del corpo, di solito con accompagnamento musicale, che possono andare dal ritmo più lento al parossismo più violento. La danza è un’espressione dei propri sentimenti e stati d’animo, spesso di gioia ed estasi, qualche volta di odio e vendetta (come nelle danze di guerra). Le emozioni e i sentimenti manifestati nella danza sono spesso sottolineati da costumi o accessori dai colori appropriati.
L’arte della danza è di origine molto antica e dai tempi più remoti è stata per quasi tutti i popoli un suggestivo mezzo d’espressione, specie nell’adorazione. Nelle Scritture Ebraiche troviamo diversi termini che sono tradotti ‘danza’, ‘danzare in cerchio’, ‘danzare intorno’ e ‘saltare’, ecc.
Danze espressero sentita lode e rendimento di grazie a Geova dopo che Israele vide la manifestazione della sua potenza nel distruggere gli egiziani. Gli uomini si unirono a Mosè nel cantare un inno di vittoria, e Miriam guidò le donne in danze con l’accompagnamento di tamburelli. (Eso. 15:1, 20, 21) Un’altra danza di vittoria motivata da profondi sentimenti religiosi fu quella della figlia di Iefte, che uscì per unirsi al padre nel lodare Geova per avergli dato nelle mani gli ammoniti. (Giud. 11:34) Le donne d’Israele, danzando con l’accompagnamento di liuti e tamburelli, acclamarono Saul e Davide dopo la vittoria di Geova sui filistei. (I Sam. 18:6, 7; 21:11; 29:5) La danza faceva parte anche di certe feste annuali in relazione all’adorazione di Geova. (Giud. 21:19-21, 23) Inoltre i Salmi incoraggiano la danza come mezzo per onorare e lodare Geova. — Sal. 149:1, 3; 150:4.
In Israele erano quasi sempre le donne a danzare, per lo più in gruppo. Quando gli uomini si univano alla danza, formavano gruppi separati; evidentemente nelle loro danze persone di sesso diverso non ballavano insieme. Si danzava in processione e in cerchio (Giud. 21:21; II Sam. 6:14-16), ma tali danze non avevano nulla di simile alle danze processionali o in cerchio dei pagani. I motivi e gli obiettivi della danza stessa, lo scopo dichiarato della danza, i movimenti dei corpi e i pensieri che tali movimenti suscitano negli osservatori sono cose importanti da considerare e valutare per determinare la somiglianza fra vari tipi di danza.
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DaricoAusiliario per capire la Bibbia
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Darico
(dàrico).
Moneta d’oro persiana del peso di g 8,4 circa. Sul recto del darico, coniato per due secoli a partire dalla fine del VI secolo a.E.V., c’era l’effigie di un re inginocchiato, con una lancia nella destra e un arco nella sinistra. Sul verso c’era l’impronta oblunga impressa quando era stata coniata la moneta. In I Cronache 29:7 una delle cifre relative alle contribuzioni per il tempio durante il regno di Davide è espressa in darici, anche se il darico persiano era sconosciuto all’epoca di Davide. Evidentemente lo scrittore di Cronache convertì la cifra originale nella moneta corrente e ben nota ai lettori. — Esd. 8:27.
[Figura a pagina 315]
Darico d’oro
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DarioAusiliario per capire la Bibbia
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Dario
Nome di tre re, uno medo, gli altri due persiani, menzionati nella Bibbia.
1. Dario il Medo, all’età di sessantadue anni circa, successe nel regno al re caldeo Baldassarre dopo la conquista di Babilonia da parte degli eserciti di Ciro il Persiano. (Dan. 5:30, 31) È pure identificato come “figlio di Assuero del seme dei Medi”. — Dan. 9:1.
DANIELE NELLA FOSSA DEI LEONI
Nell’esercizio dei suoi poteri amministrativi, Dario nominò centoventi satrapi (termine che significa
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