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Una data su cui fa perno la storiaLa Torre di Guardia 1966 | 1° marzo
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facendole tornare nel loro proprio paese di Giuda. Geova qui predisse anche la posa del fondamento del tempio. Nel settimo mese, subito dopo il loro arrivo, era troppo presto per porre il fondamento, ma questo non ritardò la ripresa dell’adorazione di Geova. Essi erano circondati da ostili nazioni nemiche, ma procedettero costruendo prima un altare accettevole, come leggiamo:
“Allora Giosuè, figlio di Josadac, coi suoi fratelli sacerdoti e Zorobabele, figlio di Salatiel, coi suoi fratelli, intrapresero la ricostruzione dell’Altare d’Iddio d’Israele, per offrirvi gli olocausti, come sta scritto nella legge di Mosè, uomo di Dio. Fu riedificato l’Altare del Signore sulle stesse basi del precedente, nonostante il timore che incutevano loro le popolazioni del paese, e vi offrirono olocausti al Signore, gli olocausti del mattino e della sera. Celebrarono quindi la solennità dei Tabernacoli, come sta scritto, immolando gli olocausti giorno per giorno, secondo il numero prescritto per ciascun giorno. Poi ripresero a offrire l’olocausto perpetuo e gli olocausti del sabato, del novilunio, del primo giorno del mese e di tutte le solennità consacrate al Signore e i sacrifici che ognuno volle offrire spontaneamente”. — Esd. 3:2-5, Na.
15. Quali “sacri congressi” osservò il rimanente restaurato, e chi celebrò con loro?
15 In Esdra 3:6 (Na) è detto: “Dal primo giorno del settimo mese ricominciarono a offrire olocausti al Signore, quantunque le fondamenta del Tempio del Signore non fossero ancora state poste”. Secondo il calendario gregoriano, questo sarebbe il 28/29 settembre del 537 a.E.V.d Quindi il primo giorno del mese celebrarono la nuova luna del settimo mese di quell’anno. (Num. 10:10; 28:11; 1 Sam. 20:5, 18, 24) Il quindicesimo giorno di quel mese essi osservarono la legge di Dio cominciando la festa di sette giorni delle capanne, la festa della raccolta. (Lev. 23:33-43; Eso. 23:16; 34:22) Questi “sacri congressi” erano indubbiamente celebrazioni molto gioiose per il fedele rimanente dei Giudei, insieme ai loro compagni, i Netinim, che erano tornati con loro, e che servivano in relazione all’altare procurando legna e acqua. — Esd. 2:70.
POSTO IL FONDAMENTO DEL TEMPIO
16. Quando fu posto il fondamento del tempio restaurato, con quali effetti sui partecipanti?
16 Ora si doveva avverare la profezia di Geova circa il tempio: “Si getteranno le fondamenta”. Si avverò:
“Il secondo anno [536 a.E.V.] del loro arrivo al Tempio di Dio in Gerusalemme, nel secondo mese [ziw o iyyar, mese in cui il re Salomone aveva cominciato a costruire il primo tempio], Zorobabele, figlio di Salatiel, Giosuè, figlio di Iosadac, con gli altri loro parenti, i sacerdoti e i leviti, e con tutti quelli che dall’esilio erano tornati a Gerusalemme, si misero all’opera, e preposero, alla direzione dei lavori del Tempio del Signore, dei leviti dai vent’anni in su. . . . Mentre i muratori stavano gettando le fondamenta del Tempio del Signore, i sacerdoti, coi loro paramenti e con le loro trombe, e i leviti, figli di Asaf, coi loro cembali, si presentarono per lodare il Signore, secondo le prescrizioni di David, re d’Israele. . . . Molti fra i sacerdoti, i leviti e i capi di famiglia, ormai vecchi, i quali avevano ammirato il primo Tempio [costruito da Salomone] e ora vedevano coi loro occhi che si gettavano le fondamenta di questo nuovo, piangevano dirottamente, mentre molti altri levavano grida di gioia e di giubilo”. Questi suoni confusi si udivano a grande distanza. — Esd. 3:8-13, Na.
17. (a) Chi si oppose alla costruzione del tempio? (a) Quale successo ebbero?
17 Ma questo lavoro non si fece senza difficoltà. Solo mani pure, dedicate potevano partecipare alla ricostruzione della casa di Geova, per cui alle persone dei paesi all’intorno fu negata la partecipazione al lavoro. Essi cominciarono a interferire nella costruzione. Usarono ogni mezzo possibile per “mandare a monte il loro disegno, e questo durò per tutto il tempo che ancora regnò Ciro, re di Persia, fino al secondo anno del regno di Dario re di Persia”. (Esd. 4:1-5, Na) Infine ottennero dal re di Persia un editto che ordinava ai Giudei di smettere la costruzione. “Si dovette quindi sospendere la ricostruzione del Tempio del Signore in Gerusalemme, e non poté più essere ripresa fino al secondo anno del regno di Dario, re di Persia”. (Esd. 4:6-24, Na) Questo, naturalmente, non è Dario il Medo, ma il re Dario I il Persiano, che cominciò a governare l’impero nel 522 a.E.V.
18. Per chi è importante la data del 537 a.E.V., e perché?
18 Nei nostri due prossimi numeri vedremo che i nemici di Dio non poterono veramente frustrare la ricostruzione del tempio e di Gerusalemme medesima, pure accuratamente calcolata da Geova. Ma quanto è stato detto è sufficiente per provare che la data del 537 a.E.V. è importantissima. Per la mente di Geova e similmente per il fedele rimanente dei Giudei che tornarono da Babilonia, fu importante a quel tempo. È importante per gli studenti biblici, poiché per mezzo di essa possono determinare il periodo di tempo da che l’uomo è sulla terra, il tempo del diluvio del giorno di Noè, del patto fatto con Abraamo, dell’Esodo dall’Egitto, dei quarant’anni in cui Israele vagò nel deserto e di numerosi altri avvenimenti biblici di vitale importanza. È importante per ciascuno di noi, poiché per mezzo di essa possiamo corroborare l’evidenza dei fatti fisici che si verificano e che indicano la fine dei “sette tempi”, “i fissati tempi delle nazioni” e l’istituzione del regno di Dio retto da Cristo, nei cieli, nel 1914 E.V.
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‘La più grande contentezza che abbia mai provato’La Torre di Guardia 1966 | 1° marzo
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‘La più grande contentezza che abbia mai provato’
◆ Non molto tempo fa una madre e le sue due figlie vennero alla Sala del Regno di Nashville, nel Tennessee, allo studio Torre di Guardia. Una volta la madre era stata attiva nel servizio di Geova ma si era allontanata. Chiese che qualcuno studiasse di nuovo la Bibbia con lei e le sue figlie. Furono prese disposizioni, ed è stato fatto buon progresso.
Questa sorella dedicata aveva anche un fratello nella Georgia che si era allontanato dalla verità. La sua figlia maggiore gli scrisse, ed egli rispose: “Di solito quando le mancanze di uno vengono richiamate alla sua attenzione egli prova un po’ di risentimento, ma ti posso assicurare che non mi sono sentito così leggendo la tua lettera. Soprattutto, penso, mi sono molto vergognato di aver permesso a me stesso di allontanarmi tanto dalla verità e dall’organizzazione di Geova e dal suo popolo. La più grande felicità e contentezza che abbia mai provato era quella di lavorare col popolo di Geova. Sento sinceramente una grande perdita e so che devo fare i passi per unirmi di nuovo a loro. Devo farlo; perché non v’è certamente nessuna felicità o contentezza in qualsiasi altra cosa di questo mondo. Non dico che faccio proprio tutto male, ma sono inattivo. Infatti, lo sono tanto, che penso di non avere più in me lo spirito di Geova. Mi si spezza quasi il cuore quando mi rendo conto che ho permesso che ciò mi accadesse. Ma so che Geova conosce il mio cuore . . . So anche che basta uno sforzo da parte mia per vincere questa pigrizia”.
Una settimana dopo egli scrisse di nuovo, dicendo di aver trascorso una settimana intensa: “Cominciai andando allo studio Torre di Guardia domenica. Questo mi ha fatto cominciare in modo buono e piacevole la settimana. Penso di poter dare un po’ di credito a ciò perché la tua lettera ha cominciato a farmi pensare . . . Ebbene, ad ogni modo, andai allo studio di libro martedì, alla scuola di ministero giovedì e mi sono iscritto di nuovo, e ieri quindi ho trascorso due meravigliose ore nel servizio”. Sì, era felice di essere tornato.
Anche altri che forse sono divenuti inattivi possono similmente avere di nuovo quella felicità e contentezza che una volta avevano. Ci sono molte migliaia di attivi Testimoni che saranno felici di aiutarli.
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