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  • Sempre pronti per la fine
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
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  • Perché un voto così drammatico?
  • Cosa avrebbe portato il 1914?
  • “Esattamente come un ladro”
  • Necessari direttiva e servizio
  • Una vasta opera ancora da compiere
  • Il giusto atteggiamento nel tempo della fine
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
w84 15/7 pp. 21-26

Sempre pronti per la fine

Narrato da Herald Toutjian

ERA il 1896. Le indifese comunità armene dell’Asia Minore rischiavano d’essere sommerse da ondate di sfrenata violenza. Questo aveva messo in pericolo la casa e la famiglia di mio nonno, Lucius V. Toutjian, nell’antica città di Maraş, situata nella regione dei monti del Tauro, nella Turchia centromeridionale.

Per fuggire bisognava dirigersi a sud, verso il Mediterraneo, ma fuggire dove? In America, decise il nonno! La famiglia radunò in fretta gli averi e fuggì. A Tarsus (Tarso), luogo di nascita dell’apostolo Paolo, furono catturati e messi in prigione. Questa storia sarebbe finita lì se non fosse stato per il tempestivo intervento di un funzionario americano. Con il suo aiuto e il favore delle tenebre la famiglia salì a bordo di una nave nel più vicino porto mediterraneo, facendo vela verso ovest.

Il viaggio in America fu traumatizzante, specialmente per la nonna. Aveva abbandonato tutto ciò che per lei era stata la casa: gli amici, i parenti e i dolci ricordi della tranquilla Maraş, una città odorosa di fiori appollaiata sul fianco della montagna.

Dopo Marsiglia e Londra l’avventura continuò. Il capriccioso Oceano Atlantico stava sfogando tutta la sua furia. Onde gigantesche si abbattevano sulla nave scricchiolante e la famiglia fu di nuovo colpita dalla tragedia. A metà viaggio il minore dei cinque figli morì all’improvviso e fu sepolto in mare. Perciò quando la nave attraccò nel porto di New York i cuori erano aggravati dal dolore e dall’incertezza. La famiglia sbarcò, mescolandosi alla massa di umanità che si muoveva disordinatamente nei quartieri orientali di New York, un crogiolo di nazionalità e razze.

Perché un voto così drammatico?

Gli anni che seguirono l’arrivo a New York nel 1896 furono anni difficili. Non fu facile per chi era vissuto in una tranquilla città turca adattarsi alla vita frenetica di New York. La famiglia dovette abituarsi a una nuova lingua, a uno strano ambiente e a sconcertanti usanze sociali. Si trasferirono spesso ma non solo in cerca delle necessarie cose materiali; il nonno era vivamente consapevole dei bisogni spirituali della famiglia. Aveva molte domande riguardo all’eterno proposito di Dio e al destino finale dell’umanità. Ma per una famiglia che era stata oggetto di persecuzioni religiose ed etniche, la domanda principale riguardava perché era permesso il male. Perché un Dio amorevole lo permetteva? Per quanto tempo sarebbe continuato? Come sarebbe finito? Il nonno era deciso a trovare risposte soddisfacenti, risposte scritturali.

Abbandonato il pensiero religioso tradizionale, investigò le religioni carismatiche, ma le sue domande rimasero senza risposta. “Fu un momento drammatico”, narrava mio padre, “quello in cui il nonno ci riunì tutti insieme, e la nostra famiglia fece voto di non fare mai più parte delle chiese nominali della cristianità che praticano il cristianesimo solo di nome”. Il nonno concluse che la verità doveva trovarsi altrove.

La verità li trovò in un modo del tutto inaspettato. In precedenza, mentre abitava ad Allegheny, in Pennsylvania, il nonno aveva notato l’annuncio di un discorso pubblico del pastore Russell, presidente della Watch Tower Bible and Tract Society. Le domande dell’annuncio suscitarono la curiosità del nonno, e la famiglia uscì per andare alla sala dove si sarebbe pronunciata la conferenza. Purtroppo non riuscirono a trovarla e tornarono a casa delusi. Ma il nonno si prefisse mentalmente di investigare gli insegnamenti della Watch Tower Society.

La sua diligente ricerca di verità logiche fu ricompensata al volgere del secolo. A quell’epoca i Toutjian abitavano a Los Angeles in California, e una domenica del 1901, passando davanti a una chiesa, ricevettero un volantino biblico da un volontario della Watch Tower Society. (In quei giorni, una caratteristica dell’opera di testimonianza svolta dai lavoratori della Watch Tower era la distribuzione di volantini biblici a coloro che uscivano dalle chiese dopo le funzioni). Il nonno, data un’occhiata al volantino, osservò: “Questa è l’opera del pastore Russell”. Il commento fu udito da colui che aveva consegnato il volantino il quale, pochi istanti più tardi, raggiunse la famiglia e la invitò ad assistere a uno studio biblico in gruppo. L’invito fu accettato, la famiglia assisté al suo primo studio, riconobbe che era la verità cercata da tanto tempo e cominciò a frequentare la congregazione di Los Angeles formata di 27 membri.

Cosa avrebbe portato il 1914?

Quelle due generazioni della famiglia Toutjian, i miei genitori e i miei nonni, si attendevano molto dal 1914. Già nel 1880 La Torre di Guardia aveva fatto pubblicità alla data, contrassegnandola come la fine dei “fissati tempi delle nazioni” o tempi dei Gentili. (Luca 21:24; vedi la versione di Nardoni). Il 1914 avrebbe portato la fine del dominio di Satana e il lungamente atteso Regno millenario di Cristo Gesù?

Mentre quella data si avvicinava, divenne evidente che le aspettative umane non coincidono con il calcolo del tempo di Geova. Nel numero della Torre di Guardia del 1º gennaio 1914 si leggeva: “Non possiamo immaginare che avvenga in un anno tutto ciò che le Scritture sembrano suggerire ci si debba attendere prima che sia stabilito il Regno di pace”. Poi, dopo aver parlato delle possibilità grandemente accresciute di futuro servizio, La Torre di Guardia esortava: “Cerchiamo dunque d’essere più che mai desti, per essere impiegati e per renderci utili nel servizio del nostro Re”.

La Torre di Guardia additava pertanto ai suoi lettori il giusto atteggiamento. State saldi, siate desti, aspettate Geova e non permettete che il modo in cui considerate Dio e il suo servizio sia condizionato dall’impazienza. Questo fu il punto di vista adottato dai miei familiari e da tutti i fedeli. Si comprese subito che la data era stata confermata dall’adempimento della profezia. Nazione era sorta contro nazione, e gli avvenimenti di quel memorabile anno significarono effettivamente “il principio dei dolori d’afflizione” per questo sistema di cose. (Matteo 24:7, 8) Ciò nondimeno in questo modo vennero messi alla prova i motivi e la devozione. Alcuni si aspettavano troppo, e troppo presto. Purtroppo non furono all’altezza della sfida.

“Esattamente come un ladro”

I cristiani erano stati avvertiti dall’apostolo Paolo che il giorno di giudizio di Geova sarebbe venuto all’improvviso. Egli scrisse: “Voi stessi sapete benissimo che il giorno di Geova viene esattamente come un ladro di notte. . . . Non continuiamo dunque a dormire come fanno gli altri, ma stiamo svegli e siamo sobri”. (I Tessalonicesi 5:2-6) È comprensibile quindi che i cristiani desti e vigilanti del XX secolo siano stati sensibili a tutti gli avvenimenti e agli sviluppi cronologici che potevano indicare l’imminenza del “giorno di Geova”, proprio come chi si aspetta l’arrivo di un ladro di notte potrebbe interpretare qualsiasi rumore insolito come prova della presenza del ladro.

Anche il 1925 fu un anno pieno di aspettative per i servitori di Geova. Si pensava che un ciclo di 70 giubilei tipici (70×50 anni) dal tempo in cui Israele era entrato nella Terra Promessa sarebbe finito nel 1925, contrassegnando l’inizio del grande Giubileo antitipico, il Regno millenario di Cristo Gesù. Le cose non andarono così.

La nostra famiglia tuttavia si rese conto che non capita solo nei nostri giorni che certe speranze non si avverino. Anche gli apostoli ebbero simili aspettative mal riposte. Essi immaginavano che il risuscitato Gesù Cristo avrebbe riportato la nazione di Israele alla gloria di un tempo come eletto popolo di Geova sotto il dominio teocratico, spezzando il ferreo dominio romano. Essi chiesero a Gesù: “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?” Egli rispose: “Non appartiene a voi d’acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posti nella propria autorità”. (Atti 1:6, 7) Questo in sostanza si è potuto dire anche dell’odierna ‘classe dello schiavo fedele’. C’è un senso di vigilanza, una ricerca per conoscere il proposito di Dio, e a volte c’è persino un’eccessiva impazienza di vedere la fine del malvagio sistema mondiale, ma il tempo esatto in cui si verificano gli avvenimenti è sotto l’autorità di Geova. — Matteo 24:34-36, 45-47.

Necessari direttiva e servizio

Durante la seconda guerra mondiale, dopo una vita ricca e intensa, il nonno morì. Lasciava dietro di sé la seconda generazione di testimoni di Geova, i suoi figli Shield e Robert (mio padre), che proclamavano attivamente la necessità di ‘essere svegli, fermi nella fede, comportarsi da uomini, divenire potenti’. — I Corinti 16:13.

Mio zio, Shield Toutjian, aveva intrapreso il servizio di pellegrino durante la prima guerra mondiale e fino alla sua morte avvenuta nel 1949 prestò servizio come rappresentante viaggiante a tempo pieno della Watchtower Society, quello che oggi chiameremmo sorvegliante di circoscrizione. Incontro ancora molti che ricordano la sua personalità dinamica ed edificante e il leale servizio che rese alle congregazioni di 47 stati degli Stati Uniti.

Paolo consigliò agli ebrei: “Ricordate quelli che prendono la direttiva fra voi”. (Ebrei 13:7) Mio padre prese sempre la direttiva perché amava Geova e il suo servizio, specialmente il ministero di porta in porta. Egli riconobbe molto presto la necessità che gli anziani fossero veri pastori. Nel 1926 raccomandò al corpo degli anziani di Oakland (California) il servizio di campo la domenica mattina secondo l’eccellente esempio dato dalla famiglia Betel di Brooklyn. Quando fu rivolto l’invito a fare i pionieri, egli rispose costruendo una roulotte che sarebbe stata la sua casa nei successivi 19 anni. Nel 1930 partimmo per i territori isolati della California meridionale, le zone montuose della Sierra Nevada. Egli abbandonò letteralmente tutti i suoi beni terreni e non perse mai di vista che Geova esige “esclusiva devozione”. Morì nel 1961. — Deuteronomio 4:24.

Quale rappresentante della terza generazione nella verità, ricordo bene il principio degli anni ’40. La seconda guerra mondiale aveva fatto calare le tenebre sull’Europa. Poi, a causa dell’attacco giapponese contro Pearl Harbor nel 1941, gli Stati Uniti d’America entrarono in guerra. Il problema della neutralità cristiana causò persecuzione ai testimoni di Geova in tutto il mondo. In molte nazioni fummo messi al bando. Negli Stati Uniti fummo spesso assaliti da turbe patriottiche scatenate. Ci sembrò allora che la guerra avrebbe portato alla battaglia culminante del gran giorno dell’Iddio Onnipotente, ad Armaghedon. — Rivelazione 16:14-16.

Una vasta opera ancora da compiere

Rammento vivamente con quanta impazienza aspettavamo quell’avvenimento lungamente atteso. Ma ai nostri occhi era celato l’ulteriore prodigioso adempimento della profezia di Gesù riportata in Matteo 24:14: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”.

C’era ancora un’opera mondiale da compiere. A partire dal 1943 in tutte le congregazioni si cominciò ad addestrare i ministri nella settimanale Scuola di Ministero Teocratico. E ogni sei mesi la Scuola missionaria di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead), che a quell’epoca aveva sede nella parte settentrionale dello stato di New York, inviava in paesi lontani missionari qualificati. Le parole di Gesù — circa il dare testimonianza “in tutta la terra abitata” — furono viste in una prospettiva più ampia. Di nuovo correggemmo la nostra visuale per abbracciare il panorama di attività mondiale che si stava aprendo sotto i nostri occhi, stando vicini a Geova e alla sua organizzazione con ‘ogni forma di preghiera e supplicazione, e mantenendoci svegli con ogni costanza’. — Efesini 6:18.

Decenni di accresciuta attività passarono in fretta, e ora ci si chiedeva: cosa porteranno gli anni ’70? I miei due figli, Duane e Jonathan, e mia figlia, Carmel — la quarta generazione — erano cresciuti e si erano fatti una famiglia. Aspettavamo di raggiungere nel 1975 seimila anni di esistenza umana. Questa data avrebbe significato l’inizio del Regno millenario di Cristo? Era una possibilità che ci affascinava.

Ora possiamo ripensare a quell’anno, e capire che le parole di Gesù in Matteo 24:36 non ci consentono di fissare la data della fine. Egli disse: “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre”. Nondimeno la terza e la quarta generazione sono state deste ai segni dei tempi e hanno avuto “molto da fare nell’opera del Signore”. (I Corinti 15:58) Duane, Jonathan, mio genero Matthew Leondis ed io prestiamo servizio come anziani in varie congregazioni della California. Inoltre, per qualche tempo Jonathan ha avuto il privilegio di compiere il servizio continuo come pioniere e come membro della famiglia Betel presso la sede centrale della Watchtower Society.

Il giusto atteggiamento nel tempo della fine

Come accadde anche ai cristiani del primo secolo, indubbiamente Geova ha permesso ai suoi servitori odierni di nutrire certe speranze e di avere certe aspettative. Esse sono servite a rivelare i nostri veri motivi e la profondità della nostra devozione. La nostra famiglia ha dovuto rispondere personalmente a queste domande: Stiamo servendo Dio a breve termine, alle nostre condizioni? Siamo mossi solo dalla speranza di una ricompensa immediata? Oppure ci manteniamo desti e attivi, confidando che Geova è fedele alle sue promesse? — Tito 1:2.

Due generazioni della nostra famiglia, mio padre e mio nonno, sono morti dopo avere avuto una vita soddisfacente e felice. Rimangono quattro generazioni: il mio pronipote, i miei nipoti, i miei figli ed io. Ora i miei sei nipoti servono Geova, cogliendo le opportunità e accettando responsabilità nella congregazione e nel ministero di campo mentre attendono anch’essi la fine e il restaurato paradiso terrestre che seguirà. Nutriamo tutti la fiducia che l’ora lungamente attesa arriverà al tempo fissato da Dio. Possiamo seguire l’esortazione del profeta Abacuc: “Attendila; poiché si avvererà senza fallo. Non tarderà”. — Abacuc 2:3.

Ora che ho 73 anni posso ripensare a una vita piena di cari ricordi, una vita trascorsa insieme all’organizzazione di Geova. Nella mia mente è ancora vivo un ricordo d’infanzia: il fratello Russell in piedi in un’automobile scoperta, che saluta la congregazione di San Francisco, mentre sta per andare a prendere il treno, diretto a Los Angeles, dove pronuncerà quello che sarà il suo ultimo discorso. Nella mia mente si affollano anche altri ricordi: il servizio di pioniere in territori isolati negli anni ’30; molti congressi e assemblee, specialmente quello del 1931 a Columbus, nell’Ohio, dove ricevemmo il nome di testimoni di Geova. — Isaia 43:10.

Mi rendo conto che questo è il momento di stare al passo con la ‘classe dello schiavo fedele’ di Geova. Abbiamo bisogno come non mai di stare svegli, desti, non dimenticando mai che Geova merita il nostro leale servizio e la nostra lode con o senza la ricompensa finale. Perché? Perché egli è la fonte di ogni cosa buona, della nostra stessa esistenza, della nostra speranza per il futuro. E che futuro sarà: il restaurato paradiso di pace, salute e felicità, la risurrezione (quando le persone care saranno destate e si riuniranno), e la vita eterna in una splendida relazione con il nostro Padre celeste! — Rivelazione 4:11; Luca 23:43.

[Immagine a pagina 22]

Herald Toutjian nella regione montuosa della California durante gli anni ’30. Si noti la custodia usata per la rapida esposizione dei libri di studio biblico

[Immagine a pagina 23]

Rispondendo all’invito di fare i pionieri, la nostra famiglia costruì, e usò per anni, questa roulotte

[Immagine a pagina 25]

Quattro generazioni della famiglia di Herald Toutjian

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