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  • Parte 1: Che cosa dicono le Scritture di una “vita dopo la morte”?
    La Torre di Guardia 1956 | 1° maggio
    • è la risurrezione dei morti. È seminato nella corruzione, è risuscitato nell’incorruttibilità. . . . e noi saremo mutati”. — 1 Cor. 15:22, 23, 42, 52, NM.

      51 Notate che qui non c’è nessuna menzione dell’anima umana. Invece di un’insita immortalità dell’anima umana, i suddetti due usi di athanasìa o immortalità insegnano direttamente il contrario.

      52 L’altra o terza menzione di athanasìa o immortalità si trova nella seguente citazione: “Ti ordino di osservare il comandamento in modo immacolato e irreprensibile fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Questa manifestazione rivelerà ai suoi tempi fissati il felice e solo Sovrano, il Re di quelli che governano da re e il Signore di quelli che governano da signori, l’unico che ha immortalità”. (1 Tim. 6:13-16, NM) L’apostolo Paolo qui dice a Timoteo che fra tutti i sovrani terreni che governano da re e da signori e che si vantano d’immortalità nessuno veramente la possiede, ma il “felice e solo Sovrano” Gesù Cristo, Re dei re e Signore dei signori, la possiede esclusivamente sin dalla sua risurrezione dai morti. È vero che i Babilonesi, gli Egiziani, i Greci, i Romani e gli Indù insegnarono la loro dottrina pagana dell’insita immortalità e incorruttibilità dell’anima umana. Ma Gesù Cristo, il primo ad essere premiato d’immortalità e incorruttibilità dall’immortale e ‘incorruttibile Dio’ quando fu risuscitato dai morti, è il primo a spargere luce sulla verità riguardo a questi mediante la sua predicazione della buona notizia del regno di Dio. “Ora è stato reso chiaramente evidente con la manifestazione del nostro Salvatore, Cristo Gesù, il quale ha abolito la morte ma ha sparso luce sulla vita e incorruttibilità mediante la buona notizia”. — 2 Tim. 1:10 e 1 Tim. 1:17, NM.

      53 Da ciò è chiaro che questo terzo uso scritturale di athanasìa o immortalità smentisce recisamente che gli uomini, perfino sovrani, dittatori, re e signori terreni, abbiano una insita immortalità dell’anima umana. Nella versione cattolica romana della Bibbia, nei libri apocrifi o deutero-canonici del suo “Antico Testamento”, le parole “immortalità” e “incorruttibilità” ricorrono, ma anche questi riferimenti non indicano o mostrano che l’anima umana è per natura immortale. Per esempio, Ecclesiastico 17:29 (Ricciotti) dice chiaramente: “Tutto invero non può esser negli uomini, perché non è immortale il figliuolo dell’uomo”. Vedete anche Ecclesiastico 6:16 e Sapienza 1:15; 2:23; 3:1, 4; 4:1; 6:19, 20; 8:13, 17; 15:1, 3, che, se indicano qualche cosa, mostrano tutti che l’immortalità è il premio da ottenere nel futuro e non è insita nell’uomo.

      MUORE L’ANIMA UMANA?

      54. Fino a che punto la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture mostra che l’anima umana muore?

      54 Se la Bibbia non insegna l’insita immortalità dell’anima umana, dovrebbe allora dire che l’anima umana è mortale, che muore! È affermato ciò nella Bibbia? Sì, in modo diretto, in linguaggio così chiaro che perfino un fanciullo può capirlo. Dato che gli spiritisti, i cattolici romani e altre religioni della Cristianità non possono presentare un solo versetto biblico che dica o mostri che l’anima umana sia immortale, non soggetta alla morte, dovrebbe essere sufficiente che noi producessimo soltanto un versetto biblico per testimoniare che l’anima umana è mortale, che muore. Ma noi possiamo produrre molti versetti come prova, e la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, che traduce regolarmente la parola ebraica nefesc e la parola greca psychè come “anima” da Genesi 1:20 in poi, mostra più pienamente di qualsiasi altra traduzione che la Bibbia afferma che l’anima umana muore.

      55-57. Quali sono i quattro elementi fondamentali dell’insegnamento biblico della morte della prima anima umana?

      55 Nell’originale giardino o paradiso di Eden le perfette anime umane Adamo ed Eva non erano state create per morire. Queste due perfette anime umane avrebbero potuto vivere per sempre nel loro paradiso terrestre. Come? Conservando i loro corpi umani e materiali con il cibo naturale che Geova aveva provveduto e nutrendo ubbidientemente i loro cuori e le loro menti con il cibo spirituale che egli provvedeva parlando loro dall’invisibile. Ma Dio li aveva avvertiti che l’anima umana, malgrado la sua facoltà di vivere sulla terra per sempre mediante provvedimento divino, era mortale, che avrebbe potuto morire. Genesi, capitolo due, dopo aver descritto come Dio creò Adamo, la prima anima umana, continua dicendo: “E Geova Dio prese l’uomo e lo stabilì nel giardino d’Eden perché lo coltivasse e lo custodisse. E Geova Dio impose all’uomo anche questo comando: ‘Di ogni albero del giardino puoi mangiare a volontà. Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, perché nel giorno in cui ne mangerai sicuramente morrai’”. (Gen. 2:15-17, NM) Se Adamo, l’anima, avesse disubbidito a Dio, Adamo, l’anima, sarebbe morto. Se Adamo, l’anima, avesse ubbidito a Dio e avesse mangiato di tutti gli alberi d’Eden ad eccezione di quello proibito, Adamo, l’anima Adamo, avrebbe continuato a vivere per tutto il tempo della sua ubbidienza. Ciò offriva all’anima umana l’opportunità di vivere eternamente, non in un mondo spirituale, ma in umana perfezione nel paradiso terrestre di Eden.

      56 Quando Dio pronunciò la sentenza di morte su Adamo dopo che questi ebbe accettato, disubbidendo, del frutto proibito dalla mano di sua moglie e ne ebbe mangiato, Dio disse: “Col sudore del tuo volto mangerai il pane finché ritorni alla terra, perché da essa sei stato tratto. Poiché tu sei polvere e in polvere ritornerai”. (Gen. 3:17-19, NM) Notate che Dio non disse ad Adamo: ‘Il tuo corpo ritornerà in polvere ma il tuo spirito sarà liberato dal corpo e vivrà coscientemente nel mondo invisibile dove abito io, perché il tuo spirito è immortale e io non lo posso distruggere’. No, ma Dio disse: ‘Tu [non il tuo corpo, ma tu, anima] sei stato tratto dalla terra e alla terra ritornerai, perché tu [anima] sei polvere e in polvere tu [anima sotto condanna di morte] ritornerai’.

      57 Come anima vivente Adamo non era altro che polvere animata, destata o vivificata, modellata in forma di uomo, simile agli altri animali terrestri. Per mettere in vigore la sentenza di morte Dio scacciò l’uomo dal paradiso d’Eden. Perché? “Geova Dio disse: ‘Ecco, l’uomo è divenuto come uno di noi conoscendo il bene e il male, ed ora affinché non stenda la mano e veramente prenda anche il frutto dell’albero della vita, lo mangi e viva per sempre, — ’ Quindi Geova Dio lo scacciò dal giardino d’Eden perché coltivasse la terra dalla quale era stato tratto [e alla quale doveva ora ritornare]. Così egli mandò via l’uomo e pose ad oriente del giardino d’Eden i cherubini e la fiammeggiante lama di una spada che roteava continuamente per custodire la via dell’albero della vita”. (Gen. 3:22-24, NM) Dio non lo trattenne dall’albero della vita affinché Adamo morisse soltanto in quanto al corpo ma sopravvivesse nello spirito per andare in un mondo spirituale, cominciando qui un viaggio immortale, conoscendo di più ed essendo più libero, ricavando così con la sua disubbidienza al Creatore e con la sua morte un bene maggiore. Dio lo scacciò dal paradiso d’Eden, lontano dall’albero della vita onde l’anima umana Adamo non vivesse affatto in nessun luogo ma cessasse di esistere, ‘sicuramente morisse’, come moriva una bestia bruta.

      58. Come si spiega che la morte di Adamo sia riportata come avvenuta all’età di 930 anni?

      58 Avendo degenerato dalla perfezione umana, l’anima umana Adamo visse molti secoli sulla stessa terra maledetta fuori del paradiso d’Eden. “Nel frattempo egli divenne padre a figli e a figlie. Quindi tutti i giorni che Adamo visse ammontarono a novecentotrent’anni, poi morì”. (Gen. 5:4, 5, NM) Lo stesso giorno che Adamo peccò e Dio lo condannò, cacciandolo fuori dal paradiso d’Eden, Adamo morì dal punto di vista di Dio e quindi era morto nel peccato. Divenne il padre della disubbidienza e produsse figli di disubbidienza. Per questo motivo l’apostolo Paolo disse ai Cristiani: “Foste morti nei vostri falli e peccati, nei quali una volta camminaste secondo il sistema di cose di questo mondo, secondo il governante dell’autorità dell’aria, lo spirito che ora opera nei figli di disubbidienza”. (Efes. 2:1, 2, 5, NM) Da questo punto di vista, inoltre, Eva come Adamo era “morta benché [fosse] viva”. (1 Tim. 5:6, NM) Però essere morti nel peccato non era la piena misura di morte per Adamo ed Eva, ma quando cessarono di respirare e quando lo spirito o vivificante forza attiva ritornò a Dio che l’aveva dato loro, le prime due anime umane, Adamo ed Eva, morirono. Adamo visse mille anni meno settanta. Quindi, se consideriamo il tempo calcolato da Pietro, “per il Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni son come un giorno” (2 Piet. 3:8), Adamo ed Eva sicuramente morirono “nel giorno” in cui egli aveva mangiato dall’albero proibito. Egli morì nel primo giorno di mille anni di esistenza del genere umano.

      (Continuazione nel nostro prossimo numero)

  • Vinti i nazisti, non i testimoni
    La Torre di Guardia 1956 | 1° maggio
    • Vinti i nazisti, non i testimoni

      ● Il libro La teoria e pratica dell’inferno dà un rapporto analitico dei campi di concentramento nazisti. Per anni è stato il libro più venduto in Germania, e nell’aprile 1955 ne fu pubblicata un’edizione in lingua inglese. È di particolare interesse per i lettori de La Torre di Guardia il capitolo “Le categorie dei prigionieri” circa i testimoni di Geova, da cui citiamo quanto segue:

      ● “Il 6 settembre 1938, le SS [guardie speciali naziste] offrirono ai testimoni [a Buchenwald] l’opportunità di abiurare per iscritto i loro princìpi, specialmente il loro rifiuto di far giuramenti e prestare servizio militare, acquistando così la libertà. Soltanto pochissimi cedettero a questa tentazione. Gli altri da quel momento in poi furono soggetti a un trattamento selvaggio per corrompere il loro spirito. La domenica di Pasqua del 1939 l’ufficiale che faceva l’appello a Buchenwald fece un altro sforzo per convincere i Testimoni a riconoscere lo ‘Stato e il Fuehrer’. Non ebbe alcun successo. A Pentecoste tutti i Testimoni di Geova furono nuovamente radunati nel luogo dell’appello. Fu loro pronunciato un discorso, e seguì un pauroso periodo di faticose esercitazioni. Per un’ora e un quarto gli infelici dovettero ruzzolare, saltare, strisciare e correre aiutati dagli stivali delle guardie del campo.

      ● “Quando scoppiò la guerra i Testimoni del campo di concentramento di Sachsenhausen furono invitati a prestare volontariamente servizio militare. Ad ogni rifiuto dieci uomini delle loro schiere venivano fucilati. Dopo aver ucciso quaranta vittime le SS smisero. A Buchenwald questo appello ai Testimoni fu fatto il 6 settembre 1939. Il primo ufficiale in carica Rödl disse loro: ‘Voi sapete che è scoppiata la guerra e che la nazione tedesca è in pericolo. Nuove leggi stanno entrando in vigore. Se qualcuno di voi rifiuta di combattere contro la Francia o l’Inghilterra, tutti voi morrete!’ Due compagnie di SS completamente equipaggiate si schierarono vicino all’ingresso del campo. Nessun testimone di Geova rispose all’appello dell’ufficiale. Vi fu un breve silenzio e quindi venne dato l’ordine: ‘Mani in alto! Vuotate le tasche!’ Gli uomini delle SS cominciarono ad assalirli, derubandoli fino all’ultimo centesimo, rappresaglia alquanto grottesca di fronte a ciò che si sarebbe potuto aspettarsi. È vero che i testimoni furono assegnati alla cava e in tutto questo periodo di tempo fu proibita loro qualsiasi assistenza dell’ospedale.

      ● “Non si può evitare l’impressione che, psicologicamente parlando, le SS non furono mai all’altezza della sfida fatta loro dai Testimoni di Geova”.

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