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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1971 | 1° dicembre
    • volontà di Dio. E qual è questa volontà riguardo al battesimo?

      Gesù si battezzò in acqua, dando un esempio ai cristiani. (Matt. 3:13-17; 1 Piet. 2:21) Tra le sue finali istruzioni ai suoi discepoli è il comando di fare “discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole”. (Matt. 28:19, 20) E non si deve che leggere il libro di Atti per vedere che i primi cristiani riconoscevano nel battesimo un passo necessario di ubbidienza per tutti quelli che desideravano il favore di Dio. — Atti 2:37-41; 16:30-33.

      Né la Società Torre di Guardia né qualsiasi uomo oggi può sminuire l’importanza di questa indicazione della volontà di Dio. Pare che non ci sia nessuna ragione biblica per pensare che chi ha avuto una ragionevole conoscenza della verità biblica e ha conosciuto l’importanza di dedicare la propria vita a Dio battezzandosi, ma che si è trattenuto dal farlo, sia preservato da Dio attraverso la distruzione avvenire.

      Noi ci rendiamo conto che si possono presentare molti casi ipotetici o “Che dire se . . .”, casi che sembrino indicare circostanze attenuanti. Ma che vale speculare su queste cose? L’illustrazione di Gesù delle “pecore” e dei “capri” rende chiaro che verrà un tempo in cui la divisione fra “pecore” e “capri” sarà chiara e finale. (Matt. 25:31-46) Invece di cercare scappatoie nella disposizione divina per la salvezza, tutti gli uomini che desiderano essere preservati devono trarre pieno vantaggio dalla misericordiosa opportunità di servire Dio. E devono far questo ora, prima che sia troppo tardi per cominciare a pensar di divenire servitore di Geova. Le “pecore” che saranno preservate per la “vita eterna” saranno persone responsabili che avranno fatto la volontà di Dio il più completamente possibile. (1 Giov. 2:17) La Bibbia mostra senza dubbio che la volontà di Geova per gli uomini d’oggi include che siano battezzati e divengano suoi pubblici testimoni. — Rom. 10:10.

      Gesù paragonò il nostro tempo, in cui sta per abbattersi la fine su questo malvagio sistema di cose, ai giorni di Noè. (Matt. 24:36-39) E riferendosi all’esperienza di Noè, l’apostolo Pietro aggiunse: “Ciò che corrisponde a questo salva ora anche voi, cioè il battesimo (non il togliere del sudiciume della carne, ma la richiesta fatta a Dio d’una buona coscienza)”. (1 Piet. 3:20, 21) Tutti quelli che desiderano la salvezza devono dunque riconoscere l’essenziale passo del battesimo.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1971 | 1° dicembre
    • Domande dai lettori

      ● Qual è la veduta del cristiano circa il pagamento dei conti? — L. D., U.S.A.

      Benché questa domanda abbracci innumerevoli situazioni, la risposta fondamentale è molto semplice. Il consiglio di Romani 13:8 si applica specificamente a tale questione: “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non d’amarvi gli uni gli altri”. Certo non sarebbe amorevole evitar di pagare denaro che si deve ad altri, sia che il debito fosse dovuto a un prestito o a merci o servizi ricevuti. Su questo tono l’ispirato salmista scrisse: “Il malvagio prende a prestito e non ripaga, ma il giusto mostra favore e fa doni”. — Sal. 37:21.

      Sulla cosa influisce pure il fatto che i cristiani sono onesti! L’apostolo Paolo espresse appropriatamente il punto, dicendo: “Confidiamo di avere un’onesta coscienza, desiderando condurci in ogni cosa onestamente”. (Ebr. 13:18) Quando si fa un acquisto, in effetti si accetta di pagare la merce ricevuta. Per varie ragioni è meglio di solito pagare in contanti e non far accumulare le fatture.a Tuttavia qualche volta il cristiano può ricevere il conto per un acquisto. Nella maggioranza dei luoghi la persona che lo riceve è obbligata a pagare ciò che ha acquistato altrimenti rischia un’azione legale. Ma oltre al timore di tale conseguenza, il cristiano è spinto dal desiderio personale di mantenere l’accordo stipulato all’acquisto della merce. Egli accetta e segue il consiglio di Gesù: “La vostra parola Sì significhi Sì, il vostro No, No”. — Matt. 5:37.

      Per le persone del mondo che poco si curano di avere l’approvazione di Dio è molto comune trascurare volontariamente di pagare i conti. A molte di esse ripugnerebbe l’idea di irrompere in un negozio e rubare la merce dagli scaffali. Ma considerano cosa di poco conto portar via la stessa merce dalla porta principale e poi rifiutare deliberatamente di pagarla. C’è molta differenza dal furto?

      Talvolta si riceve il conto per qualche servizio ottenuto, come dall’uomo delle riparazioni, dal medico o dall’ospedale. Il fatto che non si siano ricevute merci o beni non cambia in nessun modo la realtà dell’obbligo. Indicando qual è il punto di vista legale in molti lunghi, American Jurisprudence (Vol. 58, pag. 512) dichiara: “Mancando circostanze che indichino altrimenti, si sottintende che chi chiede a un altro di compiere servizi per lui pattuisce con ciò di pagare per i servizi resi”. La condotta saggia che può impedire il sorgere di difficoltà è quella di determinare in anticipo il più approssimativamente che sia possibile quale sarà la spesa. Questo vale sia che si tratti con un professionista come un dentista, un avvocato o un medico, o con un artigiano come un falegname, un verniciatore o un elettricista. Gesù raccomandò tale attitudine previdente, dicendo: “Chi di voi volendo costruire una torre non si mette prima a sedere e non calcola la spesa, per vedere se ha abbastanza per completarla?” — Luca 14:28.

      I testimoni di Geova sono molto conosciuti per la loro onestà in ogni aspetto della vita. Ed è così che dev’essere. Essi sanno che per avere l’approvazione di Dio devono essere onesti nelle loro attività finanziarie come in qualsiasi altro campo della vita. Pertanto non si impegnano in pratiche commerciali poco scrupolose per truffare i clienti o il governo, non scusano gli affari disonesti o non etici nascondendosi dietro leggi sociali o altri cavilli legali né si sottraggono volontariamente al pagamento dei loro conti.b Tutto ciò è in armonia con il consiglio biblico di essere onesti ed evitar menzogne, furti, frodi e avidità. — Col. 3:9; Efes. 4:28; 1 Cor. 6:8-10.

      Nel raro caso in cui sorga effettivamente un imprevisto, come un incidente, e il cristiano sia momentaneamente nell’impossibilità di far fronte al pagamento di un conto, egli sarà guidato dall’onestà e dall’imparzialità. Per esempio, avendo considerazione verso il creditore si metterà in contatto con lui e gli spiegherà ciò che è accaduto. Probabilmente il creditore apprezzerà moltissimo la sincerità del cristiano e acconsentirà ad accettare pagamenti minori o qualche cosa del genere invece di affidarsi a un’agenzia per le riscossioni e quindi ricevere solo parte di ciò che viene riscosso. L’ovvia onestà del cristiano nell’essere deciso a pagare il conto sarà in netto contrasto con quelli che semplicemente si dimenticano di un conto che non possono o non vogliono pagare.

      Anche nella faccenda di pagare i conti il cristiano può sostenere l’eccellente reputazione che hanno i testimoni di Geova d’essere onesti. Così non si reca nessun biasimo sulla congregazione, e si continua a parlare bene della via della verità. — 2 Piet. 2:2.

      [Note in calce]

      a Si veda Svegliatevi! del 22 maggio 1971, pagine 5 e 6, e Svegliatevi! dell’8 settembre 1964, pagine da 17 a 20.

      b Per una considerazione del fallimento, si veda La Torre di Guardia del 1º novembre 1968, pagine 670, 671.

  • Domande dai lettori (3)
    La Torre di Guardia 1971 | 1° dicembre
    • Domande dai lettori

      ● Come si possono mettere in armonia i racconti della morte del re Acazia di Giuda che si trovano in II Re 9:27 e in II Cronache 22:8, 9? — C. S., Stati Uniti.

      Il racconto di II Re 9:27 dice: “Lo stesso Acazia re di Giuda lo vide e si diede alla fuga per la via della casa dell’orto. (Più tardi Ieu lo inseguì e disse: ‘Anche lui! Abbattetelo!’ Lo abbatterono dunque sul carro per la via che ascende a Gur, che è presso Ibleam. Ed egli continuò la sua fuga verso Meghiddo e vi morì)”. In quanto al racconto di II Cronache 22:8, 9, esso dice: “Avvenne che appena Ieu fu entrato in controversia con la casa di Acab, trovò i principi di Giuda e i figli dei fratelli di Acazia, ministri di Acazia, e li uccideva. Quindi cercò Acazia, e infine lo catturarono, mentre si celava in Samaria, e lo condussero a Ieu. Quindi lo misero a morte e lo seppellirono”.

      ‘L’apparente difficoltà si risolve quando notiamo che gli scrittori biblici non misero sempre gli avvenimenti in uno scrupoloso ordine cronologico. Inoltre, non avevano punteggiatura come l’abbiamo noi oggi per indicare le espressioni fra parentesi o per fare digressioni dall’ordine cronologico. Lo scrittore del racconto di Re, avendo menzionato Acazia e la sua fuga, continuò semplicemente a presentare le informazioni che aveva sul resto della sua vita, o fino alla sua morte, non indicando se tutto questo seguiva in ordine cronologico ciò che aveva ancora da dire o no. Per tale ragione la Traduzione del Nuovo Mondo non solo mette tra parentesi questi avvenimenti che si verificarono più tardi ma traduce anche la congiunzione ebraica waw, che dà inizio alle informazioni tra parentesi, con “più tardi”. Riguardo a questa parola ebraica waw, la Prefazione della Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Ebraiche (inglese), Volume 1, pagina 18, edizione del 1953, dice:

      “Benché waw (‘e’) ricorra molte volte in ebraico, non la trascuriamo e non ne tralasciamo la traduzione come se non fosse necessaria o se fosse goffa o di stile antiquato, ma l’esprimiamo servendoci di parole o espressioni di transizione con il senso che l’ebraico ci dà a intendere. Diamo peso al senso di waw nella sua relazione con il verbo a cui è unita. Questa semplice parola waw in ebraico è dunque usata per trasmettere molte sfumature di significato oltre al suo semplice significato fondamentale ‘e’”.

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