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Dedicazione a GeovaLa Torre di Guardia 1955 | 1° dicembre
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Bibbia. Cristo Gesù era dedicato a Geova, stabilendo per i Cristiani il giusto esempio da seguire. La questione della dedicazione in relazione all’adorazione del vero Dio sorse prima del suo tempo. Pertanto nella parte seguente faremo qualche riferimento alla storia perché possa esserci d’incoraggiamento e di sicurezza in questo meraviglioso giorno dell’istituzione del regno teocratico.
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La rassicurante storia della dedicazioneLa Torre di Guardia 1955 | 1° dicembre
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La rassicurante storia della dedicazione
“Temete Geova, e servitelo con integrità e fedeltà . . . quanto a me e alla casa mia, serviremo Geova”. — Gios. 24:14, 15, NM.
1. Perché l’adorazione di Geova richiede la dedicazione a lui, e com’è dimostrato questo nel caso d’Israele in Egitto?
ADORARE significa trattare con riverenza a causa del merito o pregio riconosciuto alla qualità o all’insieme delle qualità della cosa adorata. Perciò l’adorazione di Geova Dio richiede la dedicazione a lui per le sue qualità assolutamente degne. In Egitto Mosè e i suoi conservi Israeliti adoravano Geova, rifiutandosi di agire contrariamente alle sue leggi. (Eso. 1:17, 21; Ebr. 11:23-29) Geova riconobbe Israele come suo popolo: “Ho veduto, ho veduto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto, . . . e sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani, . . . Or dunque vieni, e io ti manderò a Faraone perché tu faccia uscire il mio popolo, i figliuoli d’Israele, dall’Egitto”. (Eso. 3:7-10) Memore dei suoi propositi quali erano stati espressi nel suo patto stabilito con Abrahamo, Isacco e Giacobbe, e in vista del provvedimento finale della Progenie di liberazione, Geova ‘s’è ricordato del suo patto’. (Eso. 6:5) Le parole che dovevano essere rivolte da Mosè ai figli d’Israele erano queste: “E vi prenderò per mio popolo, e sarò vostro Dio; e voi conoscerete che io sono Geova, il vostro Dio, che vi sottrae ai duri lavori impostivi dagli Egiziani. E v’introdurrò nel paese, che giurai di dare ad Abrahamo, a Isacco e a Giacobbe; e ve lo darò come possesso ereditario: io sono Geova”. — Eso. 6:7, 8, VR e NM.
2. Com’è mostrato lo scopo della liberazione d’Israele dall’Egitto?
2 In quell’occasione della grande liberazione dall’Egitto fu ripetutamente reso chiaro che lo scopo di condurre Israele fuori da quel paese era di poter adorare e servire Geova come Suo popolo. Israele decise di fare ciò che Geova voleva che facesse, sebbene gli Israeliti non sapessero allora precisamente ciò che la loro liberazione dall’Egitto avrebbe potuto implicare. (Eso. 10:26) Riguardo a quel popolo Geova aveva dichiarato a Mosè: “E tu dirai a Faraone: ‘Così dice l’Eterno [Geova]: Israele è il mio figliuolo, il mio primogenito; e io ti dico: Lascia andare il mio figliuolo, affinché mi serva; e se tu ricusi di lasciarlo andare, ecco, io ucciderò il tuo figliuolo, il tuo primogenito’”. — Eso. 4:22, 23.
3. Citate dei fatti indicanti i passi inerenti alla dedicazione d’Israele.
3 Con la sua potenza Geova adempì la sua parola, annientando la potenza d’Egitto e liberando il suo popolo Israele. Questo popolo liberato, a lui devoto, era sotto il comando di Geova, come fu specificato quando “l’Eterno parlò a Mosè, dicendo: ‘Consacrami ogni primogenito, tutto ciò che nasce primo tra i figliuoli d’Israele, tanto degli uomini quanto degli animali: esso mi appartiene’”. (Eso. 13:1, 2) Al tempo della liberazione dall’Egitto e in seguito, a questo popolo devoto furono mostrati i particolari inerenti all’adorazione. Al monte Sinai mediante un patto stabilito Geova fece rilevare alla nazione d’Israele la speciale relazione nella quale essa si trovava con lui; e qui Israele come nazione, tutto il popolo, dichiarò il proprio consenso alla dedicazione. Geova disse: “Or dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti e una nazione santa”. “E tutto il popolo rispose concordemente e disse: ‘Noi faremo tutto quello che l’Eterno [Geova] ha detto’”. — Eso. 19:5, 6, 8.
4. Spiegate la via della vita nella quale Israele fu avviato, citando i molti fatti indicanti ciò che Geova esigeva.
4 Fu dunque a una nazione volenterosa di individui liberati, a un popolo ch’egli possedeva come sua particolare proprietà che “Iddio pronunziò tutte queste parole, dicendo: ‘Io sono [Geova], l’Iddio tuo, che ti ho tratto dal paese d’Egitto, dalla casa di servitù. Non avere altri dii nel mio cospetto’”. (Eso. 20:1-3) Leggete i primi diciassette versetti del 20º capitolo di Esodo, e noterete particolarmente che nel versetto 5 di Esodo 20 è dichiarato: “Io Geova, il tuo Dio, sono un Dio che esige devozione esclusiva”. (NM) I capitoli seguenti riferiscono i termini dettagliati del patto ivi proposto, e finiscono con le parole: “Non farai alleanza di sorta con loro, né coi loro dèi. Non dovranno abitare nel tuo paese, perché non t’inducano a peccare contro di me: tu serviresti ai loro dèi, e questo ti sarebbe un laccio”. (Eso. 23:32, 33) Con la sua liberazione dall’Egitto e la sua organizzazione sotto la legge di Geova Dio promulgata per mezzo di Mosè, la nazione d’Israele fu introdotta nella via della vita, che si concentrava sull’adorazione di Dio, suo Governatore, Legislatore, Giudice e oggetto della sua adorazione. Gli Israeliti riconobbero questo, dicendo in dedicazione: “Noi vogliamo fare tutto quello che Geova ha detto ed essere ubbidienti”. (Eso. 24:7, NM) Successivamente, per mostrare di nuovo la sua dovuta direzione delle attività del suo popolo, Geova dichiarò: “Prendi i Leviti in luogo di tutti i primogeniti dei figliuoli d’Israele, e il bestiame de’ Leviti in luogo del loro bestiame; e i Leviti saranno miei. Io sono [Geova]”. (Num. 3:45) Geova fece ulteriormente organizzare la nazione per la dovuta esecuzione di tutte le cose inerenti alla sua adorazione, tanto cerimoniale che governativa, poiché egli era il loro Re e Governatore.
5. Raccontate gli avvenimenti storici qui specificati e mostrate in che modo essi stabiliscono che la dedicazione è un serio passo personale.
5 Durante la storia d’Israele, il popolo di Dio, vi furono molte occasioni in cui si dedicavano cose o persone. Nel 20º capitolo di Deuteronomio abbiamo il racconto del procedimento che doveva essere seguito quando un uomo chiamato in guerra aveva una casa non ancora inaugurata. In 2 Samuele 8:11 è scritto che Davide aveva “dedicato” anche i vasi. La parola “dedicato” qui usata ha il significato di rendere sacra una cosa. In 1 Re 7:51 Salomone introduce nel tempio gli utensili che Davide aveva in precedenza dedicati all’uso per Geova. In 1 Re 8:63 viene descritto che il re e tutto il popolo inaugurano la casa di Geova, cominciando a farne uso appropriato nell’adorazione di Geova. La buona Anna fece voto di dedicare a Geova il suo bambino prima che fosse concepito e suo figlio Samuele servì fedelmente nell’adorazione di Geova Dio. (1 Sam. 1:11) Samuele partecipò personalmente al servizio a cui era dedicato, com’è esposto in 1 Samuele 3:10: “Samuele rispose: ‘Parla, poiché il tuo servo ascolta’”. La sua continua ubbidienza è mostrata in tutto il racconto del suo ministero, compreso 1 Samuele 3:19, 20, che dice: “Samuele intanto cresceva, e l’Eterno era con lui e non lasciò cader a terra alcuna delle parole di lui. Tutto Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, riconobbe che Samuele era stabilito profeta dell’Eterno”. Il profeta Isaia intraprese volontariamente il servizio di Dio: “Udii la voce del Signore che diceva: ‘Chi manderò? E chi andrà per noi?’ Allora io risposi: ‘Eccomi, manda me!’ Ed egli disse: ‘Va’, e di’ a questo popolo’”. (Isa. 6:8, 9) La testimonianza relativa alla storia della vera adorazione in tutte le età è concorde nel dimostrare che la dedicazione costituiva un serio passo personale nella giusta direzione intrapreso da tutti quelli che adoravano Geova Dio e ricevettero la sua approvazione.
DEDICAZIONE DEL FIGLIO DI DIO
6. Nel caso di Gesù, perché era necessaria la sua dedicazione personale, e perché era importante?
6 Di tutti gli esempi di dedicazione a Geova Dio, il preminente è quello di Cristo Gesù. Gesù era devoto al suo Dio. Egli osservò la legge dei Giudei. Sotto questa legge Gesù arrivò all’età di trent’anni e affrontò la decisione che doveva prendere nella sua vita. Avrebbe fatto egli la volontà di Dio? Era volontà di Dio che continuasse a fare il falegname e a conformarsi semplicemente alla legge di Mosè? No, l’adorazione di Geova doveva essere diffusa e grandi passi in avanti dovevano esser fatti relativamente alla realizzazione dei suoi propositi comprendenti la fondazione di una nuova organizzazione teocratica, la congregazione cristiana, la raccolta dei suoi membri, e infine l’istituzione del governo teocratico antitipico, il regno dei cieli, e il nuovo mondo di giustizia. Gesù conosceva il Padre suo e la Sua parola contenuta nelle Scritture Ebraiche. Egli conosceva l’eccellenza di Geova e non era soddisfatto d’essere un falegname e nemmeno intendeva deviare dal perseguire il fine di fare la volontà del Padre suo. Egli prese una decisione, concentrò la propria mente, stabilì una determinata condotta per il resto della sua vita. Adempì la profezia del 40º Salmo, che dice, in parte: “Tu non prendi piacere né in sacrifizio né in offerta; tu m’hai aperto gli orecchi. Tu non domandi né olocausto né sacrifizio per il peccato. Allora ho detto: Eccomi, vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro. Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore”. (Sal. 40:6-8) Nel decimo capitolo di Ebrei l’apostolo Paolo cita questa profezia, dichiarando ch’essa si applica a Cristo Gesù, alla sua dedicazione. Vediamo così che questo devoto Figlio di Dio fece una personale solenne dedicazione di se stesso al suo Dio, per fare la sua volontà e osservare la legge di Dio che questo servitore dedicato serbava nel cuore. Da quella condotta allora intrapresa non si sviò mai. Quella decisione fu importante per Gesù. Una decisione simile è importante per voi.
7. (a) Che cosa conduce alla dedicazione? (b) Sono appropriate le formalità? Perché?
7 Che cosa condusse alla dedicazione di Gesù? La conoscenza ch’egli aveva di Dio, l’amore per il suo Padre celeste ed un sincero desiderio di promuovere la causa della pura adorazione, per il compimento dei propositi di Geova e la rivendicazione del suo nome. Che cosa induce oggi un uomo a dedicarsi a Geova? Una conoscenza della verità, un intendimento dei propositi di Geova, le prospettive di vita per gli uomini mediante Cristo Gesù, l’apprezzamento
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