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  • Liberato il genere umano nel nuovo ordine di Dio
    La Torre di Guardia 1972 | 15 ottobre
    • Liberato il genere umano nel nuovo ordine di Dio

      “Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra”. — Isa. 65:17.

      1, 2. (a) Quali suggerimenti sono dati a causa del vecchio detto: “Non c’è nulla di nuovo sotto il sole”? (b) Quali domande suscitano le condizioni suggerite?

      C’È UN vecchio detto: “Non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. (Eccl. 1:9) Ma che dire se sulla terra non ci fossero più guerre, nemmeno preparativi bellici, né disastri naturali, né incidenti mortali, né carestie e pestilenze? Che dire se non ci fossero schiaccianti pesi di onerosi governi, né oppressione governativa, né rivoluzioni e violente cadute di governi? Sarebbe molto bello, non è vero? Ma non fermiamoci qui!

      2 Che dire se non ci fossero più snobistiche distinzioni sociali né pregiudizi nazionali, né discriminazioni razziali? Che dire se nessuno di noi invecchiasse, con la conseguente perdita della vista, dell’udito, dei capelli, dei denti e delle buone funzioni corporali, ma arrivassimo al fiore e alla freschezza della bella gioventù, conservandola in perpetuo? Che dire se nessuno si ammalasse e morisse, ma, invece, le persone tornassero dalle tombe e fossero riportate in vita in mezzo a noi finché l’ultimo cimitero fosse vuotato? Che dire se ci fosse universale istruzione intorno all’accurata verità circa la religione e vivessimo tutti in armonia con tale verità? Che dire se vivessimo in pace su una terra simile a un giardino, sotto un solo governo per tutta la terra? Sarebbe qualche cosa di nuovo per tutto il genere umano, non è vero?

      3. (a) Solo quale specie di ordine distinguerebbero tali condizioni? (b) Che dire di aspettarsi qualche cosa da parte dei medici e degli esperti sanitari riguardo alla morte?

      3 Sì, davvero. E un ordine di cose sotto il quale prevalessero in tutta la terra simili condizioni, insieme a tali perfette relazioni fra tutta la famiglia umana, sarebbe realmente un nuovo ordine. Anche l’idea di un tale ordine di cose sulla terra è oggi nuova per innumerevoli milioni di menti. La storia umana rivela che fino a questo tempo presente il genere umano non è mai stato sotto un ordine di tale specie. Ciò che tutti noi conosciamo bene è ora un “vecchio ordine”, questo “presente ordine”. La razza umana è su questa terra da migliaia d’anni, eppure la superficie terrestre non è pienamente popolata, con cibo in abbondanza per tutti. Questo è avvenuto per il fatto che la morte, per molte svariate cause, ha continuamente preso il suo pedaggio di vite umane. Essa ha impedito che la famiglia umana si moltiplicasse anche più rapidamente di quanto non abbia fatto in questi ultimi due secoli. La morte è stata un aspetto sempre presente in questo vecchio ordine, e la moltitudine dei nostri odierni medici ed esperti sanitari non ci danno nessun motivo per aspettarci che eliminino la morte finché sussisterà questo vecchio ordine.

      4, 5. (a) Come la pensano alcuni circa il presente ordine, ma quale domanda sorge su ciò che vogliono? (b) In chi gli uomini d’azione ripongono fiducia, e che cosa fanno quindi riguardo al futuro?

      4 Il genere umano ne ha avuto abbastanza di questo “presente ordine”, o “disordine”, come molti preferiscono chiamarlo. È tempo di cambiare. Sì, ma chi è destinato a cambiarlo? Chi c’è che può cambiarlo? Per lungo tempo gli uomini hanno avuto l’opportunità di cambiarlo in meglio. Ma finora il miglioramento della situazione umana non è divenuto realtà.

      5 Gli uomini d’azione del presente ordine sono ancora poco propensi a smettere di riporre fiducia negli uomini, nella capacità umana, specialmente ora che abbiamo tutto il progresso scientifico di questo ventesimo secolo. Si stanno facendo febbrili progetti di lunga portata per il futuro. Gli uomini di governo guardano verso la fine di questo secolo. Parlano già dell’anno 2000, e immaginano ottimisticamente come saranno allora le condizioni della terra grazie all’ingegnosità umana. Si aspettano grandi cambiamenti. Vedono il bisogno di molti drastici cambiamenti. Sperano di conseguire la gloria portando una più elevata civiltà che offra a tutto il genere umano vantaggi più grandi che mai, che renda la vita più degna d’essere vissuta. Ma che dire di noi nel frattempo?

      6. (a) Che cosa accade ai nostri attuali problemi? (b) Che cosa vogliamo dunque, e quando vogliamo che avvenga?

      6 Oggi ci sono problemi di portata mondiale. I problemi diventano più gravi e complessi man mano che passa il tempo. Ciò avviene nonostante tutte le promesse e le assicurazioni che sono state fatte dai dittatori politici e dai capi del mondo di dare al popolo un roseo “nuovo ordine”. Oh, certo, avvengono alcuni superficiali cambiamenti nell’aspetto esteriore delle cose, ma è rimasto lo stesso “vecchio ordine” con le sue guerre, le sue oppressioni, le sue ingiustizie, le sue rivalità razziali e nazionali, fame per milioni di persone, violenza, incertezza, dolore, infermità, vecchiaia e la discesa nella tomba. Vogliamo qualche cosa di diverso. Vogliamo un ordine che sia veramente un “nuovo ordine”. Nel nostro naturale desiderio di sopravvivenza vogliamo che cominci nella nostra generazione. Quindi noi stessi potremo trarne durevole beneficio. Chi può portarlo?

      7, 8. (a) Dopo migliaia d’anni di esperienza umana, che cosa disse il salmista in quanto a riporre la nostra fiducia? (b) Che cosa dice il salmista sul lato positivo della cosa?

      7 Erano già passate migliaia d’anni di esperienza umana quando un uomo ispirato scrisse: “Non confidate nei nobili, né nel figlio dell’uomo terreno, a cui non appartiene nessuna salvezza. Il suo spirito se ne esce, egli torna alla sua terra; in quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri”. I quasi tremila anni di tempo trascorsi da quando furono scritte tali parole hanno mostrato la validità di tale consiglio. Ebbene, dunque, se non possiamo saggiamente confidare nell’uomo terreno, neppure nei nobili che dovrebbero essere migliori dell’uomo comune, in chi altro possiamo confidare?

      8 Certo il summenzionato consigliere non doveva parlare semplicemente in modo negativo lasciandoci perplessi. Ragionevolmente doveva controbilanciare quel consiglio negativo dandoci qualche consiglio positivo per dirci in chi all’infuori dell’uomo possiamo confidare senza rimanere delusi. Egli ce lo dà, dicendo: “Felice è colui che ha l’Iddio di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è in Geova suo Dio, Fattore del cielo e della terra, del mare, e di tutto ciò che è in essi, Colui che osserva la verità a tempo indefinito, Colui che esegue il giudizio per i defraudati, Colui che dà pane agli affamati”. — Sal. 146:3-7.

      9. Che cosa disse Geova a Geremia circa il confidare nell’uomo, e fino a che punto è avvenuto questo secondo la storia umana?

      9 C’è qualcuno propenso a ridere di tale ispirato consiglio? Non è il solo ad avere questa attitudine. La stragrande maggioranza ha rifiutato di prestare attenzione a questo consiglio, anche se lo conosceva. Hanno tratto beneficio o sono stati benedetti per aver fatto questo? La storia umana lo mostra. Essa indica la veracità di ciò che lo stesso Creatore dell’uomo disse al suo profeta Geremia: “Maledetto è l’uomo robusto che confida nell’uomo terreno ed effettivamente fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si diparte da Geova stesso. Ed egli diverrà per certo come un albero solitario nella pianura del deserto e non vedrà quando viene il bene, ma deve risiedere in luoghi aridi del deserto, in un paese salato che non è abitato”. (Ger. 17:5, 6) Una maledizione è l’opposto di una benedizione, e secondo ogni indicazione gli uomini non sono stati benedetti per avere confidato negli uomini e non in Dio.

      10. Come agiscono gli uomini sicuri di sé riguardo agli obblighi verso Dio? (b) Come potrebbe agire Dio verso di loro di conseguenza, e perché?

      10 Gli uomini sicuri di sé, fieri delle loro moderne imprese, si comportano come se non dovessero nulla a Dio. Non sentono nessuna responsabilità verso di lui e non tengono conto delle leggi che ha rese note. Se non negano la sua esistenza o non dicono addirittura che “Dio è morto”, agiscono come se non esistesse per quanto riguarda le attività umane. Benché essi debbano tutto a Lui, Dio il Creatore non deve nulla all’uomo. Tutto ciò che l’uomo ha e gode, lo deve a Dio. E ora che l’uomo volge ingrato le spalle a Dio e non sente nessun obbligo verso di Lui, d’esserGli ubbidiente come Fonte della vita e delle giuste leggi per vivere, Dio non deve nulla all’uomo ribelle. Potrebbe lasciare che il genere umano mangiasse l’amaro frutto della sua propria volontaria linea di condotta. Sì, potrebbe lasciare il genere umano a morire o anche a distruggersi prima di allora con l’impiego di tutti i suoi moderni mezzi di violenta autodistruzione.

      11, 12. (a) Che cosa disse il saggio riguardo all’inizio dell’uomo, e in che modo questo era vero? (b) In quale caso non ci sarebbe stato nessun bisogno di un “nuovo ordine”, ma oggi che cosa abbiamo imparato circa i passati piani umani?

      11 Il più saggio re dei tempi antichi, considerando la storia del genere umano dal suo inizio fino all’undicesimo secolo avanti la nostra Èra Volgare, disse: “Solo questo ho trovato, che il vero Dio fece il genere umano retto, ma essi stessi han cercato molti piani”. (Eccl. 7:29) Il vero Dio creò la prima coppia di sposi umani retti, perfetti di corpo, mente, cuore, moralità, e li pose in un delizioso giardino quale dimora con provviste di cibo per rimanere eternamente in vita nella perfetta salute.

      12 Se avessero usato rettamente il loro libero arbitrio e si fossero mantenuti retti e avessero allevato i loro figli nella rettitudine e avessero gradualmente allargato la loro dimora paradisiaca così che abbracciasse tutto questo globo terrestre, ci sarebbe oggi bisogno di un “nuovo ordine”? No! Il perfetto paradisiaco stato di cose sulla terra sarebbe continuato finora e non sarebbe sorto nessun bisogno di riportare il genere umano a ciò che era prima quando Dio lo aveva creato. Ma quando la sua perfetta ubbidienza al suo Creatore e Legislatore fu messa alla prova, la prima coppia umana cercò i suoi propri piani. (Gen. 1:26 a 5:5) Oggi, circa seimila anni dopo, sappiamo tutti quali sono stati i risultati dei loro piani.

      LA CERTEZZA DEL NUOVO ORDINE

      13. Chi può stabilire un ordine realmente nuovo, e c’è alcun obbligo di stabilirlo?

      13 In quanto alla nostra capacità di annullare gli effetti di quei cattivi piani, il genere umano si è danneggiato in maniera irreparabile. Ora è più tardi di quanto si pensi. Se le persone continueranno dunque a confidare negli uomini imperfetti e morituri perché stabiliscano un nuovo ordine esente da tutte le nocive caratteristiche di questo presente ordine, non avranno altro che una disastrosa delusione, e presto! Solo il nostro Creatore, l’Iddio Onnipotente, può stabilire un nuovo ordine. Lo stabilirà? Non è obbligato a stabilirlo, anche se l’uomo non chiese di venire all’esistenza e non si mise su questa terra. Ma perché Dio non ha nessun obbligo? Perché l’uomo ha abbandonato Dio. L’uomo ha scelto di seguire la sua propria via nella ribellione contro il suo Creatore e Legislatore. Per di più, se giudichiamo l’uomo dai suoi pensieri, dai suoi piani e dai suoi sforzi, egli non vuole il nuovo ordine di Dio. Perché? Ebbene, l’uomo non vuole soddisfare le esigenze di tale nuovo ordine.

      14. Qual è dunque la domanda, e dove possiamo trovare sicure informazioni?

      14 Ora l’importante domanda è dunque questa: È l’Onnipotente Dio propenso a stabilire il nuovo ordine tanto necessario? Ha Egli deciso di stabilirlo? Dove possiamo ottenere fidate, autorevoli risposte a tali domande? In nessun altro posto che nella scritta Parola di Dio, la Sacra Bibbia!

      15, 16. (a) Mediante il suo profeta Isaia che cosa disse Dio circa il suo proposito di far questo? (b) Come mostra l’apostolo Giovanni se Dio ha cambiato idea a questo riguardo, e perché fu detto a Giovanni di scriverlo?

      15 Ascoltate, mentre Egli parla al suo profeta Isaia nell’ottavo secolo avanti la nostra Èra Volgare: “Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; e le cose precedenti non saranno richiamate alla mente, né saliranno in cuore. Ma esultate e gioite per sempre di ciò che io creo”. (Isa. 65:17, 18) ‘Oh!’ potrebbe dire qualche ascoltatore, ‘questo fu detto e scritto circa ventisette secoli fa, e ora è una cosa superata e oggi non ha valore’. Ma ascoltate, ora, la rivelazione che Dio diede al cristiano apostolo Giovanni più di ottocento anni dopo. Scrivendola, Giovanni dice: “E vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. Dalla sua presenza fuggirono la terra e il cielo, e non fu trovato luogo per loro. . . . E vidi un nuovo cielo e una nuova terra; poiché il precedente cielo e la precedente terra erano passati, e il mare non è più”. (Riv. 20:11 a 21:1) Pertanto dopo oltre otto secoli lo stesso Dio non aveva cambiato idea. E Giovanni scrisse ulteriormente:

      16 “E colui che sedeva sul trono disse: ‘Ecco, faccio ogni cosa nuova’. E dice: ‘Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci’”. — Riv. 21:5.

      17. Quindi, oggi, dopo millenovecento anni, qual è la buona notizia a questo riguardo?

      17 Di conseguenza, questo Dio sul suo trono celeste non potrebbe mantenere la sua parola e contemporaneamente cambiare idea riguardo al suo dichiarato proposito di creare un nuovo ordine con nuovi cieli e nuova terra dove non ci sarà più un mare dell’umanità estraniata da Dio a causa del peccato ereditato dai nostri primogenitori umani. Quindi, benché Dio non debba nulla al genere umano, è propenso a stabilire un desiderabile nuovo ordine, e non ha cambiato idea, neppure dopo millenovecento anni. Non è questa una buona notizia?

      CHE COSA OSTACOLA GLI SFORZI UMANI?

      18. Che cosa ci vuole, prima che possa esserci una “nuova terra”?

      18 Notiamo che Dio promette di creare non solo una “nuova terra”, ma anche “nuovi cieli”. Questo mostra appropriatamente che Dio sa qual è la cosa più essenziale perché il morituro genere umano abbia un nuovo ordine. Non può esserci una “nuova terra” senza che ci siano prima “nuovi cieli”! Nuovi sole, luna, stelle, pianeti e galassie sopra di noi nel raggio visivo dell’uomo? No! Questi visibili materiali non intelligenti corpi celesti non hanno e non possono avere nessun effetto sull’umano ordine di cose come hanno insegnato gli astrologi dai giorni dell’antica Babilonia. Ma con l’espressione “nuovi cieli” Geova Dio intende nuove invisibili intelligenze spirituali che abbiano il sovrumano celeste controllo del genere umano.

      19. Come fu indicato questo significato dell’espressione “nuovi cieli” dal profeta Daniele, e anche da Gesù Cristo?

      19 Questa fu l’idea del profeta Daniele quando usò la parola “cieli” interpretando il sogno del re dell’antica Babilonia circa un grande albero e disse: “Passeranno su di te sette tempi, finché tu conosca che l’Altissimo domina sul regno del genere umano, e che egli lo dà a chi vuole. E perché dissero di lasciare il ceppo dell’albero, il tuo regno ti sarà sicuro dopo che avrai conosciuto che i cieli dominano”. (Dan. 4:25, 26) Questa idea dell’invisibile, intelligente dominio e controllo celeste del genere umano era contenuta anche nelle parole di Gesù Cristo, quando proclamò: “Il regno dei cieli si è avvicinato”. — Matt. 4:17.

      20, 21. (a) Che cosa indica l’espressione “nuovi cieli”, e come questo spiega l’incapacità dell’uomo di cambiare in meglio la situazione? (b) Come i saggi del mondo ingannano se stessi a questo riguardo?

      20 Che Dio prometta “nuovi cieli” indica che ci sono vecchi “cieli” i quali dominano sopra il genere umano e governano invisibilmente il presente ordine di cose. Questi simbolici vecchi cieli sono un sovrumano ostacolo che impedisce tutti i sinceri sforzi degli uomini e delle donne di cambiare in meglio il presente ordine e di attuare durevoli riforme nella speranza di salvare il genere umano dall’autodistruzione. Per il genere umano questi vecchi “cieli” sono un invisibile nemico capace di superare continuamente in astuzia gli uomini e le donne sicuri di sé, come ha ripetutamente mostrato la storia umana finora.

      21 I saggi del mondo in questa scientifica Èra dei Cervelli rifiutano di credere all’esistenza di tale invisibile, sovrumano, intelligente nemico spirituale e se ne fanno beffe. Ma questo medesimo nemico sa che non c’è stolto più grande di chi inganna se stesso. Ma noi non siamo stolti quando chiediamo: Chi è quel nemico rappresentato dai vecchi “cieli”?

      22, 23. In che modo uno che venne dal cielo e vi tornò disse agli uomini chi è questo nemico?

      22 Una persona che scese dal cielo e visse come uomo sulla terra per oltre trentatré anni prima di tornare negli invisibili cieli spirituali ci dice chi è quel nemico. In un’occasione sulla terra settanta uomini che aveva mandati come evangelizzatori a proclamare il regno di Dio tornarono e riferirono: “Signore, anche i demoni ci son sottoposti con l’uso del tuo nome”. Rispondendo, che cosa disse Gesù Cristo a quegli esultanti evangelizzatori? Questo: “Vedevo Satana già caduto dal cielo come un lampo”. (Luca 10:1-18) In un’illustrazione figurativa che fece alla fine della sua profezia sul termine di questo sistema di cose predisse il tempo in cui avrebbe detto queste parole alle persone simili a capri: “Andatevene da me, voi che siete stati maledetti, nel fuoco eterno preparato per il Diavolo e per i suoi angeli”. (Matt. 24:3; 25:31-33, 41) Tre sere dopo, parlando ai suoi fedeli apostoli del suo prossimo tradimento e della sua morte violenta su un palo di esecuzione, Gesù Cristo disse:

      23 “Ora vi e il giudizio di questo mondo; ora il governante di questo mondo sarà cacciato fuori”. “Viene il governante del mondo. Ed egli non ha presa su di me”. (Giov. 12:31; 14:30) “Ecco, Satana ha richiesto di avervi per vagliarvi come il grano”. — Luca 22:31.

      24. Che cosa mostrò pertanto Gesù circa i “cieli” che ora controllano il genere umano, e, secondo Paolo, il mondo del genere umano chi adora?

      24 Lì abbiamo la parola di niente meno che Gesù Cristo stesso come autorità sul soggetto: Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici sono quelli che formano i simbolici vecchi cieli, i presenti sovrumani “cieli”, che dominano e controllano il genere umano in questo presente vecchio ordine. Invece di adorare il vero Dio che promette “nuovi cieli e nuova terra”, la stragrande maggioranza del genere umano adora il Diavolo e i suoi demoni. Il Diavolo è subdolo e scaltro nel nascondere le sue operazioni e i suoi inganni a danno del popolo, poiché il cristiano apostolo Paolo scrive: “L’iddio di questo sistema di cose ha accecato le menti degli increduli, affinché la luce della gloriosa buona notizia intorno al Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda loro”. (2 Cor. 4:4) Con tale descrizione l’apostolo Paolo intendeva il falso dio, Satana.

      25. Chi indusse Adamo ed Eva a cercare piani contrari alla volontà di Dio?

      25 Per giunta, Gesù Cristo riconobbe in Satana il Diavolo l’invisibile che indusse i retti Adamo ed Eva a cercare piani contrari alla volontà di Dio. Pertanto Satana recò su tutti noi questa moritura, imperfetta condizione.

      26. Come Satana divenne ciò che Gesù lo chiamò, “omicida”?

      26 In un’occasione Gesù si rivolse a certuni del suo uditorio che volevano ucciderlo e disse loro: “Voi siete dai padre vostro il Diavolo e desiderate fare i desideri del padre vostro. Egli fu omicida quando cominciò, e non si attenne alla verità, perché in lui non vi è verità. Quando dice la menzogna, parla secondo la propria disposizione, perché è bugiardo e padre della menzogna”. (Giov. 8:44) Nell’originaria dimora dell’uomo, il Giardino d’Eden, Satana il Diavolo chiamò Geova Dio bugiardo; e la prima donna, Eva, credette al Diavolo, e dopo ciò suo marito, Adamo, si schierò dalla parte di lei e si unì a lei nel disubbidire a Dio. Perciò Geova pronunciò la sentenza di morte sui nostri primogenitori; e poiché Satana il Diavolo causò questo risultato, divenne ciò che Gesù lo chiamò, “omicida”. Egli uccise anche noi, poiché abbiamo ereditato dai peccatori Adamo ed Eva la nostra condizione moritura. — Gen. 2:7–5:5.

      27, 28. (a) Da quale condizione d’incapacità gli uomini abili del mondo non ci possono liberare, o che cosa non possono togliere di sopra a noi gli eserciti e i rivoluzionari? (b) Come Paolo diede agli Efesini un’idea di ciò che abbiamo di fronte?

      27 Nonostante tutto ciò che possono fare i governanti e i legislatori e i giudici e i medici e gli scienziati, essi non possono toglierci la condanna di morte che ancora grava su tutti noi a causa della peccaminosità e dell’imperfezione ereditate. Non possono riportarci nel Giardino d’Eden da cui i nostri primogenitori furono cacciati a causa della ribellione contro Dio il Creatore. Nonostante tutto ciò che cercano di fare le forze militari e i rivoluzionari sociali del mondo, essi non possono togliere di sopra a noi i demonici vecchi “cieli” che hanno fatto presa sul genere umano. In questo caso gli eserciti e i rivoluzionari del mondo contendono non con altre creature umane, ma con forze sovrumane, invisibili. Tutto il genere umano ha di fronte ciò di cui l’apostolo Paolo ci diede un’idea scrivendo alla congregazione cristiana di Efeso nell’Asia:

      28 “Rivestitevi della completa armatura di Dio affinché possiate star fermi contro le macchinazioni del Diavolo; perché abbiamo un combattimento non contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i governanti mondiali di queste tenebre, contro le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”. — Efes. 6:11, 12.

      29. Benché espellessero demoni, che cosa non cercarono di fare Gesù e i suoi apostoli, con quale risultato oggi?

      29 L’apostolo Paolo, nonché Gesù Cristo stesso e gli altri suoi apostoli, espulsero demoni da persone che ne erano ossessionate, liberando così le povere vittime umane. Comunque, Gesù Cristo, quando fu sulla terra, e i suoi apostoli non tentarono mai di rovesciare questi invisibili vecchi “cieli”, formati di governi demonici, autorità, governanti mondiali di queste tenebre e spiriti malvagi che sono nei luoghi celesti. Diciannove secoli fa non era il tempo per tale liberazione del genere umano. Di conseguenza quei malvagi “cieli” demonici hanno continuato a dominare sul genere umano e sulle attività umane finora. Ora la famiglia umana sente i terribili effetti di questo invisibile dominio, ed è assolutamente impotente contro di esso.

      30. A chi siamo obbligati a rivolgerci perché provveda un Liberatore, e per evitare d’essere “maledetti” a chi non possiamo rivolgerci?

      30 Il genere umano ha un disperato bisogno di Qualcuno che lo liberi da questi dannosi cieli demonici. Geova Dio ha suscitato il necessario Liberatore! Il tempo fissato da Geova per la desiderata liberazione è prossimo! Non possiamo rivolgerci ai “nobili” umani o all’uomo terreno per il Liberatore. Saremmo ‘maledetti’ se lo facessimo! La forza delle circostanze ci obbliga a rivolgerci a Geova per averlo. Chi è?

      31. Che cosa sarà in grado di fare colui che Geova ha scelto, e perché questa è un’esigenza fondamentale per un nuovo ordine?

      31 È colui che Geova Dio ha scelto, colui che può togliere di mezzo questi vecchi demonici “cieli”. Non ci può essere un nuovo ordine per il genere umano senza eliminare quei “cieli” malvagi che hanno dominato questo vecchio ordine. Non ci può essere un nuovo ordine per il genere umano senza “nuovi cieli”. Questa è un’esigenza fondamentale. È la prima esigenza. Geova Dio ha promesso di creare tali “nuovi cieli”.

      32. In che modo quelli dei ‘cieli che sono ora’ saranno controbilanciati da quelli dei “nuovi cieli”, e chi è il più importante ed essenziale dei “nuovi cieli”?

      32 Come i malvagi ‘cieli che sono ora’ sono formati di sovrumane, invisibili creature spirituali, così anche i nuovi cieli devono essere formati di sovrumane, invisibili creature spirituali. L’apostolo Pietro incitò i suoi conservi cristiani ad attendere Dio e confidare in Dio scrivendo: “Ma secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. (2 Piet. 3:13) Dio ha già suscitato il principale, il più importante ed essenziale di questi “nuovi cieli”, e questi è il suo fedele Figlio Gesù Cristo il Signore. Acclamate questo Liberatore!

  • Poste le fondamenta del nuovo ordine di Dio
    La Torre di Guardia 1972 | 15 ottobre
    • Poste le fondamenta del nuovo ordine di Dio

      1. Che cosa si attendevano di divenire quelli a cui fu rivolto II Pietro 3:13, ma perché sorge una seria domanda al riguardo?

      QUANDO l’apostolo Pietro scrisse ai conservi cristiani del suo giorno: “Secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra”, essi stessi si attendevano di divenire parte di quei “nuovi cieli” al termine di questo sistema di cose. (2 Piet. 3:13; Matt. 24:3; 28:20) Si attendevano d’essere associati con Gesù Cristo, il Condottiero e Capo dato loro da Dio, in quei “nuovi cieli” sopra il genere umano. Si rallegravano nella speranza di sostituire i malvagi “cieli” demonici che ora gettano il velo della morte e della distruzione sopra tutto il genere umano. Ma essi e gli altri discepoli di Gesù Cristo, tutti semplici creature umane, come possono far parte dei “nuovi cieli”?

      2. Come chiave per svelare questo mistero, che cosa scrisse Pietro all’inizio della sua prima lettera?,

      2 L’apostolo Pietro addita la chiave che svela questo mistero, scrivendo ai conservi credenti nel sacrificio di riscatto di Gesù Cristo: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, poiché secondo la sua grande misericordia ci ha rigenerati ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per un’eredità incorruttibile e incontaminata e durevole. Essa è riservata nei cieli per voi, che siete custoditi dalla potenza di Dio a mezzo della fede per una salvezza pronta ad esser rivelata nell’ultimo periodo di tempo”. — 1 Piet. 1:3-5.

      3. Fu il genere umano fatto per andare in cielo, e che cosa devono subire i fedeli cristiani morti, per andare in cielo?

      3 Notate quell’espressione ‘rigenerati per un’eredità riservata nei cieli per voi’. E le parole “mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti”. Il genere umano non fu creato e non è nato per andare in cielo dove Dio risiede. Per andare in cielo qualsiasi creatura umana avrebbe bisogno d’essere rigenerata, spiritualmente, cosa che nessun padre umano può fare ma che solo Dio il Padre celeste può fare. Inoltre, notiamo che tutti i fedeli discepoli di Gesù Cristo sono morti finora come creature umane. Quindi, perché tali cristiani morti vadano in cielo hanno per certo bisogno di ricevere la risurrezione.

      4. Affinché l’uomo Gesù Cristo andasse in cielo, che cosa fu necessario che avvenisse, come spiega Pietro?

      4 Anche Gesù Cristo, per tornare al cielo da cui era venuto, ebbe bisogno di morire e d’essere risuscitato dai morti mediante l’onnipotente possanza del suo Dio e Padre, Geova. Riguardo a questa morte come uomo e alla risurrezione come persona spirituale, l’apostolo Pietro fa questa dichiarazione: “Anche Cristo morì una volta per sempre in quanto ai peccati, persona giusta per ingiusti, affinché vi conducesse a Dio, essendo messo a morte nella carne, ma essendo reso vivente nello spirito. In questo stato pure andò a predicare agli spiriti in prigione, . . . per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, poiché andò in cielo; e angeli e autorità e potenze gli furono sottoposti”. — 1 Piet. 3:18, 19, 21 e 22; si veda anche La Bibbia concordata.

      5. Che cosa dice Pietro della ragione per cui Cristo morì?

      5 La sua morte come uomo perfetto e la sua risurrezione come perfetta persona spirituale fu la via per rientrare nel cielo. Notiamo ciò che dice l’apostolo Pietro circa la ragione per cui morì Gesù Cristo. Pietro dice: “Cristo morì una volta per sempre in quanto ai peccati, persona giusta per ingiusti, affinché vi conducesse a Dio”. — 1 Piet. 3:18.

      6. (a) Chi sono gli “ingiusti” lì menzionati, in contrasto con la “persona giusta”? (b) Per quali peccati poté morire quella “persona giusta”, e come e con quale effetto?

      6 Gesù Cristo è la “persona giusta” lì menzionata. Chi sono, tuttavia, gli “ingiusti”? Noi, tutti noi che ricevemmo la vita dal peccatore Adamo, siamo quegli “ingiusti”. Morendo “una volta per sempre in quanto ai peccati”, Gesù Cristo non moriva per i suoi propri peccati; se fosse morto per i suoi propri peccati, allora la sua morte non sarebbe stata di nessuna utilità per noi umani morituri. I peccati per i quali “morì una volta per sempre” sono i nostri peccati, i peccati di tutto il genere umano che ereditò la peccaminosità, l’imperfezione e la morte da Adamo, condannato a morte da Geova Dio. Poiché Gesù nacque perfetto sulla terra e si mantenne ‘giusto’ finché fu “messo a morte”, la sua morte ebbe un valore propiziatorio. Poté ottenere qualche cosa a favore di quelli per i quali la sua vita fu sacrificata.

      7, 8. (a) Che cos’altro ci vuole, oltre a “nuovi cieli”, per un giusto nuovo ordine? (b) Che cos’ha subìto il genere umano secondo ciò che giustamente meritava, e come poté Gesù prendere su di sé ciò che altri meritavano pienamente?

      7 Ah, questo ci svela dunque un altro segreto, e cioè che ci vuole un’altra cosa perché sia fondato un nuovo ordine da Geova Dio. Non solo sono necessari per esso “nuovi cieli”, ma una “nuova terra” in cui non ci siano peccato e imperfezione e quindi nemmeno la condanna a morte. Ma come poteva essere fondata tale giusta “nuova terra”?

      8 Gli “ingiusti”, tutto il genere umano che discese dall’ingiusto Adamo, erano morituri e sono morti secondo ciò che giustamente meritavano. La legge di Dio è: “Il salario che il peccato paga è la morte, ma il dono che dà Dio è la vita eterna mediante Cristo Gesù nostro Signore”. (Rom. 6:23) Ma Gesù, nato perfetto, fu sempre ‘giusto’ nonostante si trovasse in mezzo a un mondo peccaminoso. Riguardo a lui l’apostolo Pietro dice nella stessa lettera ai cristiani: “Egli non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca. Egli stesso portò i nostri peccati nel proprio corpo, sul legno, onde morissimo ai peccati” (1 Piet. 2:22, 24) Essendo dunque perfettamente ‘giusto’, Gesù non meritava di morire. Morì per prendere su di sé ciò che altri meritavano pienamente.

      9. Perché i sacrifici fatti da altruiste creature umane ebbero benefici limitati per quelli a favore dei quali sacrificarono la loro vita?

      9 Nel corso della storia umana molte persone altruiste hanno sacrificato la loro vita per altri, ma quegli altri per cui fu fatto tale sacrificio in seguito sono morti e sono ancora morti. Questi altri non hanno ottenuto la vita eterna da tali sacrifici umani. Furono creature umane imperfette e moriture a morire per loro, ed essi stessi erano imperfetti e peccatori e rimasero sotto la condanna di morte. La loro vita umana fu prolungata solo di un altro po’, e le morti di sacrificio a loro favore non garantirono loro la risurrezione dai morti per tornare in vita sulla terra. Inoltre, fra quelli che si sacrificarono chi poteva morire per l’intero mondo del genere umano, passato e presente, per mantenere in vita l’intero mondo? Neppure i soldati di tutti gli eserciti del mondo morti sui campi di battaglia potevano far questo.

      10. Perché nessuno di noi può dare un riscatto così che qualcun altro viva per sempre?

      10 Le peccatrici creature umane, condannate alla morte eterna per i loro propri peccati, non possono ottenere la vita eterna sulla terra a favore di altre peccatrici creature umane. Proprio come dice Salmo 49:7, 9: “Nemmeno uno d’essi può con alcun mezzo redimere sia pure un fratello, né dare a Dio un riscatto per lui; perché ancora viva per sempre e non veda la fossa”.

      11, 12. (a) Per quanti l’uomo Cristo Gesù poté dare se stesso come riscatto? (b) In che modo poté avvenire questo, come spiega Paolo in Romani 5:12, 18, 19?

      11 Al contrario, riguardo a Gesù Cristo è scritto: “Vi è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso come riscatto corrispondente per tutti”. (1 Tim. 2:5, 6) Come poté avvenire questo? Avvenne perché, quando Adamo peccò e fu condannato a morte per il suo volontario peccato, tutta la sua futura progenie morì in lui. Fu proprio come scrive l’apostolo Paolo:

      12 “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, . . . per mezzo di un solo fallo risultò a uomini d’ogni sorta la condanna, . . . per mezzo della disubbidienza d’un solo uomo molti furono costituiti peccatori”. — Rom. 5:12, 18, 19.

      13. (a) Allorché Adamo violò la sua innocenza in Eden, che cosa recò sulla sua futura progenie, e su quanti di loro? (b) Per riscattarli tutti, che cosa si doveva pagare?

      13 “Poiché l’attività di Dio è perfetta, Adamo era perfetto quando fu creato. Sua moglie Eva, che fu presa da lui essendo edificata con una sua costola, fu similmente perfetta. Ella, come disse Adamo, era “osso delle mie ossa e carne della mia carne”. (Gen. 2:21-23) Quando Adamo peccò, perse la perfezione umana e fu condannato a morte. Da lui, l’uomo, tutto il genere umano ereditò in seguito il peccato e la morte. Conformemente, affinché tutto il morituro genere umano fosse riscattato ci voleva qualcuno che corrispondesse ad Adamo nella sua perfezione umana. Ci voleva un altro uomo perfetto che si sottoponesse innocentemente alla morte per togliere la morte che Adamo, con la sua disubbidienza, aveva recata su tutta la sua progenie. In altre parole, ci voleva un “riscatto corrispondente”. Come doveva però essere provveduto tale “riscatto corrispondente”? Non poteva essere provveduto da nessuno della peccaminosa, imperfetta, condannata progenie di Adamo.

      14. Perché Dio non era obbligato a provvedere tale riscatto, ma provvedendolo che cosa poteva anche compiere?

      14 Evidentemente, solo l’Onnipotente Dio, Geova, poteva provvederlo in modo miracoloso. Non era obbligato a provvederlo. Secondo ogni regola di giustizia non si poteva chiedergli di provvederlo. Ma fu disposto a provvederlo? In realtà fu disposto, perché ‘Dio è amore”. (1 Giov. 4:8, 16) Nel suo amore poté trovare la via per agire in perfetta armonia con il diritto e così provvedere il mezzo mediante il quale redimere la sua creazione umana con un riscatto corrispondente. In tal modo poteva anche annullare le malvage opere di Satana il Diavolo e rivendicarsi come Creatore e Teocratico Governatore. — 1 Giov. 3:8.

      15. A chi diede Geova l’opportunità d’essere il Seme della donna di Genesi 3:15, e che cosa comportò questo per lui?

      15 Nel Giardino d’Eden, al tempo in cui Dio pronunciava il giudizio sui vari individui coinvolti nella ribellione dell’uomo, Dio disse al Serpente che aveva istigato quella ribellione: “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei. Egli ti ferirà la testa e tu gli ferirai il calcagno”. (Gen. 3:15) Nel cielo Dio diede l’opportunità di divenire quel Seme della donna al suo unigenito Figlio, e suo Figlio accettò l’offerta. L’accettò volontariamente, benché ciò significasse essere ferito al calcagno dal Serpente.

      16. A tempo debito, come Dio rese possibile che il suo unigenito Figlio divenisse esattamente uguale a come era stato Adamo nella sua innocenza edenica?

      16 A tempo debito, per mezzo del suo spirito santo, Geova Dio trasferì la vita del suo celeste Figlio nel seno della vergine Maria a Nazaret di Galilea. In tal modo l’unigenito Figlio di Dio si imparentò con Adamo e con i discendenti di Adamo per mezzo di questa madre umana Maria, ma la sua vita venne non da Adamo, ma da Dio. Nonostante la sua nascita umana, rimase il Figlio di Dio, e secondo le istruzioni date dal suo celeste Padre a Maria fu chiamato Gesù, nome che significa “Geova è salvezza”. Poiché la sua vita perfetta venne in origine da Dio e fu trasferita dal cielo all’ovocellula nel seno di Maria, Gesù nacque come Figlio perfetto e senza peccato, libero dalla divina condanna a morte. (Luca 1:31-35; 3:23-38) Da allora in poi, resistendo al peccato e alle tentazioni di Satana il Grande Serpente, Gesù poté crescere divenendo un uomo perfetto con facoltà riproduttive, essendo così esattamente uguale a come era stato Adamo nella sua innocenza nel Giardino d’Eden.

      17. Come questo Figlio Gesù divenne Cristo?

      17 Per simboleggiare che si presentava per agire quale Seme della “donna” di Dio, Gesù fu battezzato in acqua. Quindi Dio lo unse con lo spirito santo e così Gesù divenne il Cristo o unto. Per cui si chiamò Gesù Cristo. — Luca 3:21-23.

      IL RISCATTATORE, IL PRINCIPALE NEI NUOVI CIELI

      18. Perché fu necessario che l’uomo Cristo Gesù morisse, e in quale stato personale morì?

      18 Gesù sapeva di dover morire come uomo. Altrimenti, non poteva divenire un sacrificio di riscatto per tutto il genere umano. Ai suoi dodici apostoli disse: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. (Matt. 20:28) A questo fine doveva morire innocente, giusto per ingiusti. Doveva sacrificare la sua vita umana per sempre e lasciare che il suo valore andasse a favore di tutto il genere umano. Morì senza figli, e nessuno sulla terra può asserire d’essere un discendente naturale di Gesù Cristo. Egli sacrificò la sua perfetta vita umana e la sua paternità quale riscatto corrispondente per tutto il genere umano.

      19. Perché fosse il Seme della donna di Genesi 3:15, che cosa gli si doveva fare, e per aver fatto che cosa apparentemente Gesù morì; ma, in realtà, per che cosa morì?

      19 Inoltre, quale Seme della “donna” di Dio, doveva essere ferito al calcagno da Satana il Grande Serpente, e questo significò una morte violenta per Gesù Cristo. In considerazione di ciò, Gesù Cristo si diede ai suoi nemici e falsi accusatori perché lo mettessero a morte su un palo di esecuzione come se fosse un blasfemo criminale. Ciò avvenne a Gerusalemme il giorno di Pasqua dell’anno 33 E.V. Comunque, Gesù in realtà morì per avere predicato il regno di Dio, il regno messianico che servirà da “nuovi cieli” nel nuovo ordine di Dio per il genere umano. — Giov. 18:36.

      20. Perché fu inclusa in questa disposizione la questione della ricompensa, e quale fu quella ricompensa?

      20 Gesù Cristo fece tutto questo di sua spontanea volontà. Geova Dio suo celeste Padre non ve lo costrinse; egli presentò semplicemente al suo fedele Figlio il privilegio di far questo a sostegno della sovranità universale del Padre suo e a rivendicazione del nome del Padre suo. Ma il Padre non poteva disporre che suo Figlio adempisse tutto questo servizio e subisse ingiustamente tutte queste sofferenze senza dare al Figlio una ricompensa. Per cui Dio pose dinanzi al Figlio una gloriosa ricompensa, quella d’essere il Re messianico dei “nuovi cieli”. Come tale avrebbe ferito il Serpente, Satana il Diavolo, alla testa, e avrebbe anche spazzato via tutto il seme del Serpente, gli angeli demonici, distruggendo così i vecchi cieli di questo presente ordine di cose.

      21. Questo che cosa richiese che Dio facesse rispetto al morto Gesù Cristo, e in vista della presentazione di quale valore a Dio?

      21 Tutto ciò richiedeva prima che l’Onnipotente Dio destasse il suo giusto, innocente Figlio dai morti non di nuovo come creatura umana, ma come persona spirituale. Dio fece questo il terzo giorno della morte di suo Figlio. A prova di ciò, il risuscitato Gesù Cristo apparve ai discepoli il giorno della sua risurrezione e in seguito. Il quarantesimo giorno ascese di nuovo al cielo per presentare a Dio il valore del suo sacrificio umano.

      22. Quando dopo di ciò, e come, i fedeli discepoli di Cristo cominciarono a essere “rigenerati”?

      22 Dieci giorni dopo, nel giorno della festa ebraica di Pentecoste dell’anno 33 E.V., Dio cominciò a versare il suo spirito santo sui fedeli discepoli di suo Figlio Gesù. In tal modo i veri, dedicati, battezzati discepoli di Cristo cominciarono a essere “rigenerati” per un’incorruttibile eredità celeste. (Atti 1:1 a 2:36) Da quel giorno in poi Dio ha ‘rigenerato’ quei fedeli discepoli che Egli sceglie per formare i “nuovi cieli” con suo figlio Gesù Cristo.

      23. In base a I Corinti 15:50, che cosa sapevano quei discepoli che doveva avvenire loro?

      23 Essi sanno ciò che scrisse l’apostolo Paolo: “Dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né la corruzione eredita l’incorruzione”. (1 Cor. 15:50) Essi sanno dunque che devono morire e abbandonare per sempre la carne corruttibile. Devono essere ‘fedeli fino alla morte’, per ricevere la “corona della vita” nei “nuovi cieli”. Nella risurrezione dopo l’istituzione del regno di Dio essi sono destati come immortali creature spirituali. Nel loro caso si avvera ciò che è scritto: “È seminato corpo fisico, è destato corpo spirituale”. — Riv. 2:10; 1 Cor. 15:44.

      LA “NUOVA TERRA”

      24. (a) Che cosa deve avvenire prima riguardo al nuovo ordine, come mostrano queste cose? (b) Che cosa richiede l’istituzione di “nuovi cieli”, e quindi della “nuova terra”, rispetto a quelli vecchi?

      24 Da queste cose meravigliose possiamo discernere quanto fu necessario che Dio provvedesse prima i “nuovi cieli”, per il nuovo ordine che ha promesso. Ma che cos’è questa “nuova terra” che egli crea? Ebbene, come i “nuovi cieli” non significano nuovi pianeti e nuove stelle nei cieli sopra di noi, così la “nuova terra” non significa un nuovo e diverso pianeta terrestre sotto i nostri piedi. L’istituzione dei “nuovi cieli” richiede la rimozione di Satana e dei suoi angeli demonici dalla loro celeste posizione di influenza sopra il genere umano. L’istituzione di una “nuova terra” richiede la rimozione della presente malvagia società umana che si oppone al regno di Dio e che perciò serve Satana il Diavolo quale invisibile governante di questo mondo, “l’iddio di questo sistema di cose”. Al suo posto Dio stabilirà una nuova e giusta società umana su questa medesima terra ma sotto i Suoi “nuovi cieli”, cioè Gesù Cristo e i suoi discepoli che ricevono la risurrezione spirituale.

      25. In che modo la fondazione della “nuova terra” è in corso, e che cosa accadrà alla vecchia “terra”?

      25 La formazione della “nuova terra” è già in corso! Quelli che compongono questo gruppo di dedicati, battezzati cristiani in via di formazione si separano da quelli che preferiscono continuare a far parte della malvagia società umana estraniata da Dio, un ‘empio mondo’ del genere umano. La rimozione di questa figurativa vecchia “terra” significherà la sua distruzione nell’imminente “grande tribolazione”, tribolazione che Gesù Cristo predisse e disse sarebbe stata una catastrofe universale senza uguale nella storia del mondo.

      26. Solo con quali drastici atti di Dio il genere umano sarà liberato nel Suo nuovo ordine?

      26 Quella tribolazione sarà così estesa e devastatrice che, se Dio non ne abbreviasse i giorni, nessuna carne umana si salverebbe. (Matt. 24:21, 22; Mar. 13:19, 20) Quella tribolazione significherà la completa distruzione di questo presente sistema di cose, ma non la distruzione della nostra terra e dei cieli stellati sopra di noi. Dopo ciò quei vecchi “cieli” demonici saranno quindi rimossi e Satana e i suoi demoni saranno posti sotto controllo, isolati come in un abisso. (Riv. 19:11 a 20:3) Solo con questi drastici atti di Dio il popolo della terra sarà liberato nel nuovo ordine di Dio.

      27. Se realmente desideriamo quel nuovo ordine, fra chi vorremo trovarci come fu previsto nella Rivelazione?

      27 Vogliamo quella liberazione nel divino nuovo ordine di “nuovi cieli e nuova terra” in cui “dimorerà la giustizia”? Ci prepariamo e ci sforziamo d’essere degni di tale gloriosa liberazione? Se bramiamo di vivere giustamente nella perfetta salute e felicità in una terra trasformata in un delizioso giardino sotto giusti cieli governativi, allora desidereremo essere fra i superstiti di quella veniente “grande tribolazione”. L’ultimo libro della Bibbia, con la sua rivelazione di cose “che devono accadere fra breve”, ci addita una “grande folla” di persone di ogni nazione, tribù, popolo e lingua che sopravvivrà a quella mondiale “grande tribolazione”, uscendone sotto la protezione e il favore di Dio.

      28, 29. Secondo la descrizione che fa la Rivelazione di questi superstiti della tribolazione, chi adorano e quale provvedimento per la salvezza accettano?

      28 Dalla descrizione che ci è fatta di questa folla di superstiti, notiamo che sono adoratori del solo vero Dio, che siede sul trono dell’universo quale Sovrano Universale. Un’altra cosa da notare è che accettano il sacrificio di riscatto provveduto dal Figlio di Dio, che fu offerto come un immacolato, innocente agnello per il “peccato del mondo”. Prendetene nota mentre leggiamo:

      29 “E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’. . . . ‘Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio’”. — Riv. 7:9-15; Giov. 1:29, 36.

      30. Questa visione mostra che la “grande folla” è nel favore di quale parte del nuovo ordine e che sono sulla via di che cosa?

      30 Tali profetiche parole rendono certo che questa “grande folla” di dedicati e battezzati è nel favore dei “nuovi cieli” di Dio, formati dell’Agnello Gesù Cristo e dei suoi 144.000 fedeli discepoli che sono stati “rigenerati” per un’eredità celeste. (Riv. 7:1-8; anche 21:1-14) Essi lavano i loro mortiferi peccati lavando le loro lunghe vesti nel “sangue dell’Agnello”. Questo li pone sulla via della vita eterna in un giardino edenico con cui i “nuovi cieli” abbelliranno l’intero globo terrestre.

      31. Questa “grande folla” di superstiti della tribolazione formerà il fondamento di quale parte del nuovo ordine?

      31 Infatti, questa “grande folla” di superstiti della tribolazione costituirà il fondamento della “nuova terra” creata da Dio. Anche ora, prima della tribolazione, si separano dalla condannata vecchia “terra”, la mondana società umana d’oggi che si attiene all’odierno umano sistema di cose controllato dal Diavolo. Dopo che la grande tribolazione avrà rimosso questa vecchia “terra”, questi superstiti saranno dunque la base di una società organizzata sotto nuovi cieli. Pertanto la famiglia umana avrà un nuovo inizio in un nuovo ordine.

      32. Dopo la tribolazione e dopo che Satana sarà stato legato, come si espanderà e si estenderà la “nuova terra”?

      32 Questa “nuova terra” si espanderà e si estenderà, indubbiamente per mezzo di alcune nascite umane dopo che la grande tribolazione sarà finita e Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici saranno stati imprigionati nel loro abisso, ma non del tutto in questo modo. No, poiché l’Agnello Gesù Cristo non morì solo per questi superstiti della tribolazione e per la loro progenie naturale. Egli è “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” del genere umano; egli “diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. La sua uguaglianza umana con il perfetto Adamo lo rese idoneo perché “gustasse la morte per ogni uomo”. (1 Tim. 2:5, 6; Ebr. 2:9) La stragrande maggioranza della famiglia umana per cui l’Agnello morì diciannove secoli fa è già morta. Come otterrà realmente i benefici del valore di riscatto della morte di Cristo? Con un meraviglioso miracolo: con la risurrezione dai morti durante il regno millenario di Gesù Cristo e della sua glorificata congregazione, i “nuovi cieli”.

      33, 34. (a) In che modo le risurrezioni che saranno compiute da Gesù Cristo come Re differiranno da quelle che compì durante la sua vita terrena? (b) La “grande folla” di superstiti della tribolazione che cosa avrà l’opportunità di fare verso i risuscitati?

      33 Quando fu sulla terra come perfetto uomo di Dio, Gesù Cristo compì alcune risurrezioni. Ma quelle persone risuscitate morirono in seguito nella loro generazione. Ma quando Gesù Cristo il Re risusciterà il genere umano riscattato durante il suo dominio millenario, lo risusciterà affinché viva per sempre in un mondiale paradiso d’Eden. Tutto dipende dai risuscitati. Si lasceranno inserire in quella giusta “nuova terra”, o torneranno alle loro cattive vie di un tempo che seguirono durante questo presente sistema di cose? Quelli che agiranno così saranno giudicati e condannati come indegni del dono della vita eterna nella perfezione umana e nella santità.

      34 Per tale ragione Gesù Cristo, parlando sul soggetto del giudizio, disse: “L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto cose buone alla risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili alla risurrezione di giudizio”. (Giov. 5:27-29) Quelli della “grande folla” che daranno inizio alla “nuova terra” potranno aiutare questi risuscitati affinché la loro risurrezione non abbia come risultato finale la condanna.

      35. Predicendo le cose accadute dall’anno 1914 E.V., quale giusta attitudine Gesù Cristo disse ai suoi discepoli di assumere?

      35 Insolitamente meraviglioso è il giorno in cui ora viviamo! Cose sorprendenti ma molto significative sono avvenute dall’anno 1914 E.V. e dalla prima guerra mondiale. Gesù Cristo predisse che tali cose avrebbero contrassegnato il termine di questo vecchio sistema di cose. Dicendoci la giusta attitudine che tutti i suoi veri discepoli avrebbero dovuto avere in questo tempo, affermò: “Quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate la testa, perché la vostra liberazione s’avvicina”. — Luca 21:28.

      36. In considerazione di ciò, di quale privilegio vogliamo essere degni, e che cosa siamo risoluti a fare?

      36 Questa liberazione nel nuovo ordine di Dio è ora molto più vicina che quando molti di noi videro per la prima volta queste cose predette ‘cominciare ad avvenire’. Certo non c’è tempo da perdere se vogliamo mostrarci degni di ricevere la tanto desiderata liberazione. Ora abbiamo un’opportunità che non sarà ripetuta! Siamo risoluti ad afferrarla e anche a dichiarare a tutti gli altri che amano la giustizia la prossima liberazione del genere umano nel divino nuovo ordine di “nuovi cieli e nuova terra”.

  • L’Iddio che fa la promessa
    La Torre di Guardia 1972 | 15 ottobre
    • L’Iddio che fa la promessa

      CHI è l’Iddio che promette la liberazione al genere umano? Perché dovremmo credere nella sua promessa, e come possiamo confidare in essa?

      Per poter fare tale promessa in modo efficace, doveva essere il Creatore di tutte le cose, l’Onnipotente Dio. La Bibbia lo identifica come tale. Non dovrebbe esserci nessun dubbio che sia disposto a liberare il genere umano in un giusto nuovo ordine; ciò si vede dal fatto che l’ha promesso. Ma la nostra propria assicurazione che lo libererà deve derivare dall’esame dei suoi atti e delle sue opere, dall’adempimento di altre promesse che ha fatte.

      A parte la sua promessa di liberare il genere umano per mezzo del suo regno messianico, la più importante promessa che abbia fatta è quella della prima venuta del Messia. Avvenne effettivamente come Dio aveva promesso?

      RACCONTO RELATIVO ALLA PRIMA COMPARSA DEL MESSIA

      Che fosse così si può dimostrare mediante il racconto storico. Sin da tempi molto antichi la Bibbia stabilì certe esigenze per il Messia così che si potesse riconoscere inequivocabilmente. Alcune di queste esigenze sono:

      (1) Doveva essere della tribù di Giuda e della stirpe del re Davide:

      “Lo scettro [simbolo di autorità dominante] non si allontanerà da Giuda, né il bastone del comandante di fra i suoi piedi, finché venga Silo; e a lui apparterrà l’ubbidienza del popolo”. (Gen. 49:10) “Geova ha giurato a Davide, veramente non se ne ritrarrà: ‘Del frutto del tuo ventre porrò sul tuo trono’”. — Sal. 132:11; Isa. 9:7.

      Gesù era di questa stirpe, come mostra la sua genealogia, presa dagli storici Matteo e Luca dal pubblico registro. (Matt. 1:3, 6, 16; Luca 3:23, 31, 33) Questa genealogia, tratta dagli ufficiali archivi dei Giudei, non fu messa in dubbio dai capi giudei vissuti nel primo secolo E.V., benché lo criticassero su ogni punto che poterono immaginare.

      (2) Doveva nascere a Betleem:

      “E tu, o Betleem Efrata, quella troppo piccola per essere fra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che deve divenire il dominatore in Israele”. — Mic. 5:2.

      Matteo, citando il summenzionato versetto, riferisce: “Essendo Gesù nato in Betleem di Giudea . . . ” — Matt. 2:1, 5, 6.

      (3) Doveva apparire alla fine di sessantanove “settimane di anni” (483 anni) dalla riedificazione delle mura di Gerusalemme (nel 455 a.E.V.):

      “E dovresti conoscere e avere perspicacia che dall’emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme fino al Messia il Condottiero, ci saranno sette settimane, anche sessantadue settimane. . . . E dopo le sessantadue settimane Messia sarà stroncato, senza nulla per lui stesso”. — Dan. 9:25, 26.

      Effettivamente Gesù si presentò in tempo, nel 29 E.V. (483 anni dopo il 455 a.E.V.), per essere battezzato da Giovanni. A quel tempo divenne il Messia (Unto), unto dallo spirito di Dio. (Luca 3:21-23) I Giudei conoscevano questa profezia relativa al tempo ed erano “in aspettazione” al tempo che Giovanni, precursore di Gesù, cominciò a predicare. — Luca 3:15.

      Pure adempiendo la profetica promessa, Gesù fu “stroncato” nella morte come sacrificio di riscatto per il genere umano circa tre anni e mezzo dopo il suo battesimo. Similmente Isaia predisse la morte di sacrificio del Messia. — Isa. 53:10-12.

      La storia secolare riconosce che Gesù Cristo visse sulla terra e fu uno straordinario insegnante. Giuseppe Flavio, storico giudeo del primo secolo che non era cristiano, scrisse che Gesù visse durante il governatorato di Ponzio Pilato, che fu un maestro molto influente e che fu il Cristo; che Pilato lo condannò a morte e che apparve nuovamente vivo ai suoi discepoli il terzo giorno. — Antiquities of the Jews, Libro XVIII, Cap. III, par. 3; Giov. 19:15, 16; 20:1, 19; Matt. 27:63, 64; Atti 10:40.

      Alcuni possono non credere alla testimonianza degli stessi discepoli di Cristo circa la sua risurrezione, ma considerate questi fatti: Ci furono più di cinquecento testimoni. I discepoli non erano uomini potenti o influenti, per sopraffare o corrompere i soldati posti di guardia alla tomba di Gesù. C’era poca probabilità di accordo segreto fra tante persone, specialmente su qualche cosa da cui non avrebbero tratto nessun personale guadagno materiale. Che fossero testimoni della risurrezione non poteva essere per nessun egoistico motivo; li espose alle sofferenze e alla morte. Resero la loro testimonianza proprio nel luogo dov’erano i più accaniti nemici del Messia, dove una frode poteva certamente essere scoperta. E non aspettarono, ma diedero testimonianza immediatamente, mentre la collera dei capi giudei era al culmine. — 1 Cor. 15:3-8; Atti 2:32; 3:15; 4:10, 18-20; 7:55-58; 8:1.

      Che questi testimoni, attestando la risurrezione di Gesù, non ‘fabbricassero’ una storia si può capire ulteriormente dal fatto che la risurrezione fu una sorpresa per loro mentre erano in una condizione disperata e abbattuta. Si erano aspettati che fosse un re umano, e furono straordinariamente colpiti dalla sua morte. (Luca 24:13-43; Giov. 20:24-29) In realtà, la risurrezione di Gesù fu proprio la cosa che diede loro il coraggio di rendere testimonianza, coraggio che non poté essere fiaccato neanche nella più violenta persecuzione.

      Dio adempì in modo così sorprendente la sua promessa del Messia in ogni particolare delle summenzionate profezie come di molte altre, che qualsiasi persona ragionevole consideri le prove deve dire: ‘Dio adempie veramente le sue promesse’.

      TESTIMONIANZA DI ALTRI UOMINI PREMINENTI

      Che Dio adempisse la sua promessa di mandare il Messia è uno dei maggiori esempi della sua fidatezza. Ma ce ne sono innumerevoli altri. Molti uomini che servirono Dio nel passato videro e si resero conto che Dio è fidato nel mantenere le sue promesse non solo una volta, ma in tutta la loro vita. Fra questi ci furono Giosuè, Davide e Salomone.

      Nel suo discorso di addio a Israele, Giosuè disse:

      “Voi sapete bene con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima che nessuna parola di tutte le buone parole che Geova vostro Dio vi ha proferite è venuta meno. Vi si son tutte avverate. Nessuna parola è venuta meno”. — Gios. 23:14.

      Il re Davide attestò: “I detti di Geova sono detti puri”. — Sal. 12:6.

      Suo figlio, il re Salomone, disse in preghiera dinanzi a tutto Israele:

      “Benedetto Geova, che ha dato un luogo di riposo al suo popolo Israele secondo tutto ciò che ha promesso. Non è venuta meno una parola di tutta la sua buona promessa che ha promessa per mezzo di Mosè suo servitore”. “O Geova, Dio d’Israele, non c’è nessun Dio simile a te nei cieli o sulla terra, che osservi il patto e l’amorevole benignità . . . tu che hai osservato verso il tuo servitore Davide mio padre ciò che gli promettesti, così che facesti la promessa con la tua bocca, e con la tua propria mano hai dato compimento come in questo giorno”. — 1 Re 8:56; 2 Cron. 6:14, 15.

      Questi uomini non erano stolti. Furono uomini saggi e capi di una grande nazione, e riconobbero che solo per mezzo della sorveglianza e della lealtà di Dio alle sue promesse esse poterono adempiersi. E non furono ingannevoli. Il candore degli scrittori delle Scritture, che rivelarono i loro propri errori nonché quelli dei loro governanti e della loro nazione, ne attesta la veracità.

      IMPARATE DI PIÙ INTORNO A QUESTO DIO

      Se ci interessiamo seriamente d’essere liberati dalla corruzione di questo presente sistema di cose, presteremo la più profonda considerazione alla promessa di Dio. Non c’è nessun’altra fonte che prometta una terra paradisiaca, la restituzione dei nostri cari mediante la risurrezione e la vita eterna. Le promesse umane di un mondo migliore sono misere al confronto, e non possono adempiere neppure queste.

      Inoltre, Dio ama l’uomo, la creazione delle sue mani. Egli promette la liberazione non perché sia obbligato a farlo, ma per amore. Mandando suo Figlio sulla terra Dio di sua propria iniziativa compì un atto che pose il fondamento per liberare il genere umano. L’apostolo Paolo scrisse: “Dio ci raccomanda il suo proprio amore in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi”. — Rom. 5:8.

      Perché, dunque, dubitare di tale amorevole provvedimento o respingerlo? Piuttosto, acquistate più conoscenza di Dio e delle sue promesse. I testimoni di Geova saranno felici di aiutarvi a seguire l’ispirato consiglio di ‘accertarvi di ogni cosa; attenervi a ciò che è eccellente’. — 1 Tess. 5:21.

      “Dipartiti da ciò che è male e fa ciò che è bene, e risiedi dunque a tempo indefinito. Poiché Geova ama il diritto, e non lascerà i suoi leali”. — Sal. 37:27, 28.

  • Che cosa ha Dio promesso?
    La Torre di Guardia 1972 | 15 ottobre
    • Che cosa ha Dio promesso?

      UN NUOVO ordine: come sarà la vita lì? Avranno tutti gli abitanti della terra belle case, perfino case di lusso? Quali metodi di trasporto e di comunicazione si useranno?

      La Bibbia non lo dice. Perché no? Perché queste non sono le cose importanti da sapere, particolarmente in questo tempo. Queste cose non recano in se stesse vera felicità. Che cosa reca tale felicità?

      Questo sistema di cose provvede a molti case eccellenti. Può provvedere a una persona il meglio in quanto a cibi, abiti, automobili e piaceri. Eppure vediamo case divise, figli delinquenti e infermità tanto fra quelli che hanno il lusso quanto fra i poveri.

      È perciò evidente che la prosperità spirituale deve precedere la prosperità materiale perché ci sia vera felicità. Non è la condizione spirituale e mentale della persona a renderla felice? La vera e duratura felicità può esistere solo se c’è una buona coscienza verso Dio e si servono gli interessi del regno di Dio come comanda la Bibbia.

      Guardando la cosa da un altro angolo, che cos’è oggi a recare l’infelicità in questo mondo? È primariamente la mancanza di cose materiali? O sono le persone e il loro atteggiamento? Non è la mancanza di considerazione e di rispetto per gli altri e per la loro proprietà? L’avidità, la scortesia e l’indifferenza verso il prossimo causano infelicità, quali che siano le condizioni materiali in cui ci si trova.

      Perciò, la Bibbia parla primariamente delle persone. Mette in risalto di cambiare la personalità. (Efes. 4:22-24; Col. 3:9, 10) Uno può essere ricco. Può essere povero. Ma in entrambi i casi può essere felice se segue l’ammonimento della Bibbia e si associa con altri che hanno la stessa vera fede.

      Quindi, mentre la Bibbia garantisce che Dio preserverà questo pianeta Terra, parla molto di più della preservazione delle persone. Stabilisce le esigenze per la sopravvivenza individuale.

      Dobbiamo forse preoccuparci o essere profondamente ansiosi per quelle che saranno le esatte condizioni materiali del nuovo ordine di Dio? È vero che sulla terra ci sono milioni di persone che sono state costrette dalle circostanze e dall’ambiente a vivere in condizioni di degradante povertà, senza nessuna speranza di miglioramento. È naturale e appropriato che desiderino migliori condizioni materiali. Ed è naturale che quelli che sperano nella promessa di Dio si chiedano ciò che Dio provvederà. Ma non c’è nessun vero vantaggio a perdere tempo nelle congetture. Comunque, siamo giustificati a cercar di vedere ciò che la Bibbia effettivamente dice.

      CHE COSA INDICA LA BIBBIA?

      Come può aiutarci la Bibbia a sapere ciò che Dio provvederà alle persone nel suo nuovo ordine? Principalmente rivelandoci la personalità di Dio, che specie di Dio è.

      Primo, la Bibbia ci dice che Dio “è il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. (Ebr. 11:6) È dunque appropriato cercare la ricompensa per la fedeltà a lui. Apprendiamo pure che le cose che recano il favore di Dio, come risultato delle quali tutti i nostri bisogni vengono soddisfatti, sono la fede e la lealtà a Lui. Il re Salomone chiese non le ricchezze, ma un cuore ubbidiente e l’intendimento per guidare il popolo di Dio, Israele. Dio se ne compiacque e rispose: “Per la ragione che hai chiesto questa cosa e non hai chiesto per te stesso molti giorni né hai chiesto per te stesso ricchezze né hai chiesto l’anima dei tuoi nemici, e hai chiesto per te stesso intendimento per udire casi giudiziari, ecco, io faccio per certo secondo le tue parole. Ecco, ti do per certo un cuore saggio e in grado di intendere”. Ma quindi Dio proseguì, dicendo: “Ti darò anche ciò che non hai chiesto, sia ricchezze che gloria . . . E se tu camminerai nelle mie vie, osservando i miei regolamenti e i miei comandamenti, . . . Anch’io prolungherò per certo i tuoi giorni”. — 1 Re 3:9-14.

      Di conseguenza, possiamo essere certi che nel nuovo ordine di Dio sarà provveduto tutto il necessario per avere completa felicità. Di Geova Dio, il re Davide poté dire per esperienza: “Apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni cosa vivente”. (Sal. 145:16) Dio conosce com’è fatto l’uomo, le cose necessarie per renderlo felice, i desideri del cuore. (Sal. 139:1-4) Egli conosce le cose di cui abbiamo bisogno meglio di noi stessi, anche prima che ci accorgiamo di averne bisogno e le chiediamo. — Matt. 6:8; si paragoni Giovanni 2:25.

      L’apostolo Paolo scrisse alla congregazione di cristiani di Filippi, in Macedonia, materialmente povera ma generosa: “Il mio Dio soddisferà pienamente ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza nella gloria mediante Cristo Gesù”. (Filip. 4:19; 2 Cor. 8:1, 2) Che cosa sarà necessario ai superstiti della distruzione di questo sistema di cose che entreranno nel nuovo ordine di Dio, insieme a quelli risuscitati durante il regno millenario di Cristo?

      I BISOGNI UMANI SARANNO SICURAMENTE SODDISFATTI

      Considerando il proposito di Dio per Adamo ed Eva possiamo farci un’idea del suo proposito nel suo nuovo ordine. La prima coppia umana fu perfetta di mente e di corpo. (Gen. 1:31) Furono messi in un bel giardino come dimora, con ogni cibo necessario per il loro sostentamento e diletto. (Gen. 2:9) Il loro dominio dava loro pace con gli animali. (Gen. 1:28) Solo quando Adamo ed Eva peccarono furono cacciati dal paradiso, e questo fece capire che il paradiso è ciò che Dio provvede come dimora alle persone perfette.

      Non sarebbe in armonia con il modo amorevole in cui Dio tratta il suo fedele popolo farlo passare attraverso la “grande tribolazione” della distruzione di questo mondo ed entrare nel suo nuovo ordine solo per ereditare una condizione di completa desolazione. Egli sa che gli uomini hanno bisogno di qualche specie di abitazione. Ma dopo la distruzione di questo sistema di cose potrà volerci un po’ di tempo prima che la terra sia edificata ed abbellita in notevole misura, secondo i piani ‘architettonici’ che saranno provveduti da Geova Dio, che conosce qual è il suo disegno per il nuovo ordine. Questo non significa che l’ingegnosità e le doti dell’uomo stesso verranno soffocate, ma che sarà Dio a determinare il modello generale o completo. Nel frattempo, i bisogni di tutti saranno soddisfatti.

      Ciò che Dio fece per il suo popolo Israele quando entrò nella Terra Promessa rivela che Dio provvederà certamente le cose necessarie a quelli che sopravvivranno per entrare nel nuovo ordine. Mosè aveva detto in anticipo a Israele: “E deve accadere che quando Geova tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che ai tuoi antenati Abraamo, Isacco e Giacobbe giurò di darti, città grandi e belle che tu non hai edificate, e case piene di ogni cosa buona e che tu non hai riempite, e cisterne scavate che tu non hai scavate, vigne e ulivi che tu non hai piantati, . . . guardati di non dimenticare Geova”. In seguito l’ispirato proverbio espresse il principio: “La dovizia del peccatore è qualche cosa riservata al giusto”. — Deut. 6:10-12; Prov. 13:22.

      La Bibbia non ci dice che dopo la “grande tribolazione” rimarranno città, ecc. Ma queste dichiarazioni della Parola di Dio che descrivono ciò che egli provvide a Israele quando entrò nella Terra Promessa mostrano che quelli che entreranno nel suo nuovo ordine avranno di che soddisfare ampiamente i loro bisogni materiali insieme all’inestimabile eredità della vita su questo bel pianeta Terra.

      Ciò che Dio promette e ciò che reca, possiamo esserne certi, è il meglio per tutti gli interessati. Spesso desideriamo cose che, una volta ottenute, ci deludono. Perciò, non possiamo determinare ciò che sarà meglio per noi nel nuovo ordine di Dio. Ma possiamo afferrare ciò che Dio ci dà ora in senso spirituale, le cose che hanno vero valore nella vita.

      Al tempo fissato da Dio egli ci rivelerà tutto ciò che ha in serbo per noi, cose più dilettevoli di quelle che ora la nostra mente può immaginare. Ora la nostra principale preoccupazione dovrebbe essere di acquistare ‘accurata conoscenza e pieno discernimento, affinché ci accertiamo delle cose più importanti’ per essere lì a godere del suo nuovo ordine di giustizia. — Filip. 1:9, 10.

      Quali siano queste cose importanti e ciò che possiamo fare per avere una coscienza veramente buona verso Dio e mettere in pratica le cose giuste ai suoi occhi sarà considerato più avanti in questa rivista, nell’articolo intitolato: “Preparativi per il nuovo ordine di Dio”.

  • Dio è lento?
    La Torre di Guardia 1972 | 15 ottobre
    • Dio è lento?

      TALVOLTA le persone pensano che le condizioni siano così cattive da non poter diventare molto peggiori. Vedono da ogni parte pericoli che privano della gioia di vivere. Spesso sentiamo il commento: ‘Perché Dio non fa qualche cosa?’ o: ‘Se Dio ha intenzione di fare qualche cosa, perché non lo fa ora?’

      I testimoni di Geova hanno cercato di recare a tutti la buona notizia che hanno trovato nella Bibbia che il tempo fissato da Dio per agire verrà presto, sì, durante la vita della generazione ora vivente. (Matt. 24:34) Molti ascoltano con vivo interesse. Solo negli scorsi tre anni, quasi mezzo milione di persone si sono unite a loro per recare questa buona notizia a quasi ogni persona delle nazioni chiamate cristianità. Ed è stata fatta una grande proclamazione in altri paesi di tutta la terra.

      Ma ci sono molti che dubitano che Dio agisca presto. Non confidano nella promessa del suo regno di cui la Bibbia parla così di frequente. Sono impazienti con Dio, non volendo riconoscere che egli ha un tempo stabilito per adempiere le sue opere. Lo considerano lento.

      Tuttavia, nello stesso tempo, alcune di queste medesime persone continuano a sostenere certi uomini che hanno cariche governative e a votare per loro. Continuano ad aver fede nelle promesse che fanno gli uomini politici. Sono molto pazienti con questo sistema di cose e disposti ad aspettare per anni. Talvolta osservano che potrebbero volerci generazioni perché gli sforzi dell’uomo nel governo, nell’istruzione, nei processi ecologici, ecc. risolvano tutti i problemi. Quando gli uomini al potere non recano un nuovo e migliore ordine, ne eleggono di nuovi, sperando che questi in qualche modo avvieranno le cose sulla strada giusta.

      Quando si dice a tali persone che Dio è il Sovrano e che il giusto governo può venire solo con il diretto esercizio di quella sovranità per mezzo del suo regno messianico, alcuni risponderanno: ‘Dio opera per mezzo degli uomini; ha lasciato agli uomini di farsi un mondo migliore’. Ma non è questo che dice la Bibbia. Essa parla di intervento divino nelle attività degli uomini, per stabilire un governo duraturo da una fonte celeste. — Dan. 2:44.

      Come possono quelli che rigettano ciò che Dio dice aspettarsi che Dio li aiuti? Egli non è responsabile della loro forma di governo né delle azioni degli uomini che mandano al potere. Hanno udito della promessa divina di liberare il genere umano per mezzo del suo regno, ma l’hanno trascurata preferendo il dominio dell’uomo. Alcuni arrivano fino al punto di opporsi alla proclamazione della promessa di Dio. La Bibbia descrive il loro pensiero: “Perché la sentenza contro un’opera cattiva non è stata eseguita rapidamente, per questo il cuore dei figli degli uomini s’è in loro pienamente volto a fare il male”. — Eccl. 8:11.

      NON È LENTEZZA, MA PAZIENZA

      Ciò nondimeno, Dio non è lento. L’apostolo Pietro scrisse: “Geova non è lento riguardo alla sua promessa, come alcuni considerano la lentezza, ma è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. (2 Piet. 3:9) Ha stabilito che la liberazione del genere umano avvenga in questa generazione. (Luca 21:32) Dio, che ha ogni potere in cielo e sulla terra, non ha nessun bisogno di fare promesse che non può adempiere. Un apostolo di Gesù Cristo disse: ‘Dio non può mentire’. E il profeta Isaia scrisse: “Confidate in Geova, in ogni tempo, poiché in Iah Geova è la Roccia dei tempi indefiniti”. — Tito 1:2; Isa. 26:4.

      Se comprendiamo che il dominio dell’uomo non è il rimedio per i problemi del genere umano, e ci rivolgiamo invece a Dio, investigando la sua Parola di verità riconosceremo che il suo apparente ‘indugio’ non è lentezza. L’apostolo prosegue, dicendo: “Inoltre, considerate la pazienza del nostro Signore come salvezza”. (2 Piet. 3:15) E, oggi, molti intraprendono la via della salvezza. Si valgono del tempo per imparare ciò che Dio ha disposto per il genere umano, smettendo di confidare in questo manchevole sistema di cose. Si rendono conto che non senza scopo la Parola di Dio avverte: ‘Riscattate per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi’. (Efes. 5:16) Sanno che quando la pazienza di Dio avrà fine, la distruzione di questo sistema di cose non procederà lentamente. Comincerà come se una trappola d’acciaio si fosse chiusa con uno scatto.

      Perciò, anziché incolpare Dio d’esser lento, non è molto meglio esaminare noi stessi, per vedere se viviamo in modo degno del nuovo ordine? Non è meglio accettare il consiglio di Gesù Cristo? Dopo aver dato ai suoi uditori una previsione della fine dell’infedele Gerusalemme e, più tardi, della fine di questo presente sistema di cose, disse: “Ma prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio. Poiché esso verrà su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere, e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:34-36.

  • Preparativi per il nuovo ordine di Dio
    La Torre di Guardia 1972 | 15 ottobre
    • Preparativi per il nuovo ordine di Dio

      SE VI trasferiste in un paese straniero, per risiedervi permanentemente, di solito saranno necessari molti cambiamenti. Per trovarvi veramente bene, dovete imparare la lingua. Dovete conoscere qualche cosa delle leggi, delle usanze e delle abitudini del popolo. Ci sono certe espressioni e abitudini che forse sono state pienamente accettate nel vostro paese nativo, ma che dovete abbandonare perché causano offesa fra le persone del paese che avete da poco adottato. Ci vuole un po’ di tempo per cambiare il modo di pensare e il modo di vivere prima di inserirvi pienamente e tirare avanti senza imbarazzo o difficoltà.

      Che dire dunque se vi doveste trasferire in una diversa società, in un nuovo ordine, in cui regnassero completa giustizia, e giusti rapporti coi propri simili, sì, perfino vera ospitalità e amore indipendentemente da razza o nazionalità, in un luogo dove poteste fidarvi del vostro prossimo? Direste che sarebbe un cambiamento rispetto alla società che ora ci circonda, un cambiamento anche maggiore di quello di trasferirsi in un altro paese?

      NECESSARIE PIÙ ELEVATE NORME DI PENSIERO

      Questo trasferimento è quanto Dio promette di fare. E certo significa molti notevoli cambiamenti in quanto alle norme e alle pratiche della presente società. Quelli che vivono anche nelle nazioni “cristiane” dovrebbero fare tale cambiamento? La nazione d’Israele, benché professasse di servire Dio, viveva nel modo in cui vivono oggi le persone nei paesi cosiddetti “cristiani”. Cioè avevano ‘una forma di santa devozione, ma si mostravano falsi alla sua potenza’ non lasciando che le alte norme delle leggi di Dio governassero la loro vita. (2 Tim. 3:5) Trascurarono i comandi di Dio e vissero secondo la loro propria via, che li portò a pratiche corrotte. Perciò Geova disse loro: “I vostri pensieri non sono i miei pensieri, né le mie vie sono le vostre vie, . . . Poiché come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie, e i miei pensieri dei vostri pensieri”. — Isa. 55:8, 9.

      Il cambiamento a un nuovo ordine richiederebbe un cambiamento nel vostro modo di pensare, di esprimervi e di agire? Indubbiamente. Come sarebbe diverso associarsi con persone di cui poteste fidarvi in un affare, la cui attitudine verso di voi fosse buona, che si esprimessero in modo puro ed edificante. Certo sarebbe necessario un cambiamento per chi volesse far parte di una società con così alte norme.

      Ma si presentano queste domande: Se vogliamo prepararci ora a vivere in un nuovo ordine, come si può fare, in mezzo alle cattive pratiche seguìte? E può una persona andare avanti in questo presente sistema di cose se si mantiene scrupolosamente onesta e mantiene una vita pura? Le sarà possibile provvedere alla sua famiglia? Potrà sopravvivere in questo mondo senza seguirlo nelle sue pratiche disoneste?

      La risposta è Sì. Come? Ebbene, dobbiamo prendere il Creatore in parola. Dalla sua Parola di verità la Bibbia possiamo ottenere giusti princìpi, quelli che il Creatore stesso stabilisce, e che realmente operano a favore di quelli che li seguono. Spetta dunque a noi mettere in pratica questi princìpi nella nostra vita e confidare che egli ci aiuti, come ha promesso di fare. Ma vediamo ciò che Dio richiede e ciò che promette.

      CAMBIAMENTO DI “LINGUA”

      Secondo la Bibbia, per fare il necessario cambiamento dobbiamo imparare una nuova “lingua”. Quando Dio parlò di ristabilire Israele dall’esilio babilonese, disse: “Poiché allora darò in cambio ai popoli una lingua pura, onde tutti invochino il nome di Geova, onde lo servano a spalla a spalla”. (Sof. 3:9) Questo non fu un cambiamento dell’idioma letterale d’Israele, ma un cambiamento di ciò che dicevano, del loro modo di parlare, una lingua di pura verità, purezza di linguaggio che recava lode a Dio e unità di adorazione, insieme a pace.

      Ora Dio sta facendo come fece allora, ‘raccogliendo le nazioni, radunando i regni, per versare su di loro la sua denuncia, tutta la sua ira ardente’. Inoltre, ora dà alle persone di cuore giusto di ogni paese, indipendentemente dalla lingua che parlano, la “lingua pura” di verità. — Sof. 3:8.

      Ora, questo cambiamento di lingua comporta un cambiamento in tutta la nostra vita. Ci è dato il comando:

      “La fornicazione e l’impurità d’ogni sorta o l’avidità non siano neppure menzionate fra voi, come conviene a persone sante; né condotta vergognosa né parlar stolto né scherzi osceni, cose che non si addicono, ma piuttosto il rendimento di grazie”. — Efes. 5:3, 4.

      Il cambiamento che facciamo è ben descritto dall’apostolo Paolo:

      “Fate morire perciò le membra del vostro corpo che sono sulla terra rispetto a fornicazione, impurità, appetito sessuale, desideri dannosi e concupiscenza, che è idolatria. A motivo di queste cose viene l’ira di Dio. In queste stesse cose voi pure camminaste una volta quando vivevate in esse. Ma ora realmente allontanatele tutte da voi, ira, collera, malizia, parlar ingiurioso e discorso osceno, fuori della vostra bocca. Non mentite gli uni agli altri. Spogliatevi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestitevi della nuova personalità, che per mezzo dell’accurata conoscenza si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò”. — Col. 3:5-10.

      Per parlare questa nuova lingua, quindi, dobbiamo liberarci delle nostre espressioni, delle nostre cattive abitudini e dei nostri modi di vivere di un tempo, sostituendoli con il “frutto dello spirito” così che siamo idonei per essere liberati nel nuovo ordine di Dio. (Gal. 5:22, 23) Queste sono le “cose importanti” di cui parla l’apostolo che richiedono accurata conoscenza e pieno discernimento. (Filip. 1:9, 10) Dovete tutti cessare di “conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, per provare a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. — Rom. 12:2.

      NON ABBIATE TIMORE DI FARE IL CAMBIAMENTO

      Questo cambiamento di vita si può fare, anche in mezzo a un mondo corrotto. Dio dice che sarà con quelli che seguono i suoi princìpi di rettitudine e onestà. Non dobbiamo aver paura di trovarci in cattive condizioni economiche così che la nostra famiglia non abbia abbastanza da mangiare. “Poiché egli ha detto: ‘Non ti lascerò affatto né in alcun modo ti abbandonerò’”. — Ebr. 13:5, 6.

      Possiamo essere senza i timori che affliggono il mondo, poiché sappiamo che “se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?” Mosè, che ebbe la protezione di Dio in molte difficoltà, poté veracemente dire: “Perché tu dicesti: ‘Geova è il mio rifugio’, hai fatto dell’Altissimo stesso la tua dimora; non ti accadrà nessuna calamità”. — Rom. 8:31; Sal. 91:9, 10.

      C’è un’altra ragione per cui possiamo vivere anche ora secondo le norme di Dio, con la speranza di vivere in un nuovo sistema di cose totalmente giusto. La ragione è che Dio ha un’organizzazione sulla terra, formata per aiutare quelli che ora vogliono servirlo. I testimoni di Geova hanno accettato le norme e i princìpi della Parola di Dio. Le applicano nella loro vita. Si rendono conto d’essere per nascita peccatori, come lo è il genere umano in generale, ma parlando la “lingua pura” rinnovano la loro personalità e servono come un sol uomo, “a spalla a spalla”. — Efes. 4:20-24; Filip. 1:27, 28.

      Secondo la sua promessa Dio ha aiutato questo gruppo di persone, provenienti da ogni ceto sociale, nazione e razza. Come gruppo di un milione e mezzo di persone, che cooperano tutte unitamente, possono attestare la veracità delle parole del re Davide: “Fui giovane, sono anche invecchiato, eppure non ho visto nessun giusto lasciato interamente, né la sua progenie cercare il pane”. (Sal. 37:25) Inoltre, i testimoni di Geova sono felici. La loro felicità ha richiamato l’attenzione di altri che si sono uniti alle loro file. Mentre i sistemi religiosi della cristianità sono in declino, i Testimoni, che praticano sinceramente il vero cristianesimo, accrescono il loro numero, la loro unità e la loro pace. Danno prova d’essere un popolo che si prepara a vivere nel nuovo ordine di Dio.

  • È sufficiente appartenere a una chiesa?
    La Torre di Guardia 1972 | 15 ottobre
    • È sufficiente appartenere a una chiesa?

      ‘SARÒ fra quelli che verranno liberati nel nuovo ordine di Dio?’ Tutti quelli che credono alla promessa di Dio devono porsi questa domanda. Molti vogliono inoltre sapere: ‘L’appartenenza alla mia chiesa mi assicurerà il favore di Dio?’

      Queste domande meritano realmente seria considerazione, specialmente se si considera il fatto che esistono tante chiese, con insegnamenti e pratiche contrastanti.

      Che dire, dunque, di quelli che sono membri battezzati dei testimoni di Geova? Anch’essi potrebbero ben chiedersi: ‘La mia associazione, inclusa la mia partecipazione alle adunanze di studio dei testimoni di Geova e alla predicazione di casa in casa, mi assicura che sarò liberato quando questo sistema di cose sarà distrutto?’

      Per rispondere all’una o all’altra di queste domande dovete considerare: Che cosa richiede Dio da me? Egli dice: “Io, il Signore Iddio Tuo, sono Dio geloso [o “un Dio che esigo esclusiva devozione”]” (Deut. 5:9, Nardoni; si paragoni la Traduzione del Nuovo Mondo). Perciò, egli richiede da voi come persona esclusiva devozione. Dovete servirlo individualmente, di cuore, con accurata conoscenza di ciò che gli è accetto. — 1 Cron. 28:9; Matt. 22:37.

      LA CONOSCENZA DELLA PAROLA DI DIO È ESSENZIALE

      Questa conoscenza si può ottenere solo dalla Parola di verità di Dio, la Bibbia. Uno che professa di servire Dio può essere zelante, sincero. Può pensare che anche i capi della sua chiesa siano sinceri. Ma queste cose in se stesse non assicureranno il favore di Dio.

      La Bibbia ce ne dà un rimarchevole esempio. Mette in risalto il punto che, sebbene sincera, una persona o perfino un’intera organizzazione può venire notevolmente meno all’esclusiva devozione a Dio. L’apostolo Paolo disse dei suoi compaesani giudei, che amava: “Fratelli, la buona volontà del mio cuore e la mia supplicazione a Dio per loro [i Giudei], sono, in realtà, per la loro salvezza. Poiché io rendo loro testimonianza che hanno zelo verso Dio; ma non secondo accurata conoscenza; poiché, siccome non conoscevano la giustizia di Dio ma cercavano di stabilire la propria, non si sono sottoposti alla giustizia di Dio”. — Rom. 10:1-3.

      Non è difficile conoscere ciò che Dio richiede se leggete con mente aperta e accettate ciò che dice la Bibbia, senza pregiudizi dovuti a precedenti credi o insegnamenti. Per fare un’illustrazione: Prima della sua dichiarazione riguardo al fatto che esigeva esclusiva devozione, Dio aveva detto:

      “Non ti fare nessuna scultura e nessuna immagine delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sopra la terra o nell’acqua sotto la terra; non adorare quelle cose e non servir loro”. (Deut. 5:8, 9, Na) Notate che Dio dice di non ‘farle’ o di non ‘adorarle’. In seguito, Dio dichiarò: “Io, il cui nome è: ‘Il Signore’, non cederò ad altri la mia gloria, né la lode a me dovuta agli idoli”. — Isa. 42:8, Na.

      Se, perciò, avete usato immagini nell’adorazione, fossero esse di Cristo, degli angeli o dei santi, sapete che, indipendentemente da quello che dicono gli uomini, non avete reso esclusiva devozione a Dio.

      Indubbiamente potete dunque capire che la chiesa che vi insegna a usare le immagini nell’adorazione, anche se viene considerata solo relativa adorazione, non vi proteggerebbe. Qualsiasi cosa che non glorifica Dio viene meno all’esclusiva devozione a lui. E qualsiasi organizzazione che insegna dottrine le quali non glorificano Dio, o contraddicono la sua Parola, non reca la benedizione di Dio ai suoi membri. Piuttosto, essendo membro di quell’organizzazione o sostenendola, subirete la distruzione quando Dio spazzerà via dalla terra tutte le cose che non lo glorificano. — 2 Tess. 1:7-9.

      LA CONDOTTA PERSONALE È IMPORTANTE

      Inoltre, forse studiate diligentemente la Bibbia. Forse conoscete i princìpi che insegna, particolarmente i suoi princìpi morali. Che vi associate o no con altri professanti cristiani — anzi, anche se vi associate con quelli che sapete rendono a Dio esclusiva devozione — la domanda importante è questa: Vivete voi secondo questi giusti princìpi?

      L’apostolo Pietro addita la responsabilità di ciascuno che professa d’essere cristiano, dicendo: “Se invocate il Padre che giudica imparzialmente secondo l’opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo della vostra residenza di forestieri [come vivendo in questo mondo ma non facendone parte]”. Più avanti avverte: “È il tempo fissato perché il giudizio cominci dalla casa di Dio. Ora se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non sono ubbidienti alla buona notizia di Dio? ‘E se il giusto è salvato con difficoltà, dove si mostreranno l’empio e il peccatore?’”. — 1 Piet. 1:17; 4:17, 18.

      La persona non può dunque fare assegnamento sull’appartenenza o affiliazione a una chiesa. Né può sentirsi sicura lasciando semplicemente la chiesa che promuove errati insegnamenti o condona pratiche contrarie alla Bibbia. Deve anche compiere un’azione positiva da parte sua per imparare qual è la volontà di Dio, quindi farla. Ciò significa che deve associarsi e cooperare con quelli che rendono attivamente esclusiva devozione e pura adorazione a Dio.

      Anche allora, deve badare a se stessa. Dopo avere citato esempi di alcuni che, benché in passato fossero stati associati con il favorito popolo di Dio, vennero meno perché fecero il male nella loro vita personale, l’apostolo Paolo scrisse ai cristiani di Corinto: “Quindi chi pensa di stare in piedi badi di non cadere”. (1 Cor. 10:6-12) Ci vogliono continua vigilanza e un onesto esame di sé per continuare a servire Dio. Nessuna persona né organizzazione può salvare alcun individuo, poiché “ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio”. — Rom. 14:12; si paragoni Ebrei 4:12, 13.

      Perfino uno così altamente favorito come l’apostolo Paolo disse di sé: “Il modo in cui io corro non è incerto; il modo in cui dirigo i miei colpi è tale da non colpire l’aria; ma tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — 1 Cor. 9:26, 27.

      Riassumendo, dunque, alla domanda: È sufficiente appartenere a una chiesa? rispondiamo con un preciso No! Chi desidera servire Dio deve abbandonare il suo sistema religioso se esso non segue la Parola di Dio. Il suo successivo passo sarà quello di associarsi con coloro che servono Dio nella pura adorazione. Quindi, rendendo a Geova Dio esclusiva devozione, deve vivere in modo che la sua vita ‘adorni in ogni cosa l’insegnamento del nostro Salvatore, Dio’. (Tito 2:10) Chi fa questo può confidare nella promessa di Dio:

      “Geova è vicino a tutti quelli che lo invocano,

      A tutti quelli che lo invocano in verità.

      Egli eseguirà il desiderio di quelli che lo temono,

      E udrà il loro grido di soccorso, e li salverà”. — Sal. 145:18, 19.

  • La vostra vita è in pericolo — Come? Perché?
    La Torre di Guardia 1972 | 15 ottobre
    • La vostra vita è in pericolo — Come? Perché?

      LA MAGGIORANZA delle persone riconosce che la loro vita è in pericolo ogni giorno. Le statistiche mostrano che la probabilità di morte per incidenti, delitti, incendi e altre cause è in continuo aumento.

      C’è poi la minaccia della guerra nucleare. Essa è così spaventosa che la responsabilità della pace mondiale è stata messa nelle mani di un’organizzazione internazionale, le Nazioni Unite. Comunque, le NU sono state una delusione per quanto riguarda lo stabilimento della pace.

      Ma c’è un pericolo molto più grave di questi. Qual è?

      Sono in pericolo gli interessi spirituali delle persone. Poiché gli interessi spirituali hanno a che fare con la vita eterna o con la morte eterna. In che modo? Perché Dio è il Datore della vita, e le prospettive di vita eterna dipendono dalla propria reputazione presso Dio. — Giov. 17:3.

      I capi religiosi, particolarmente nelle nazioni cosiddette “cristiane”, hanno avuto il posto di custodi degli interessi spirituali del popolo. Hanno preteso di guidare queste nazioni nella via dell’Iddio della Bibbia. Hanno professato d’essere seguaci del Figlio di Dio, Gesù Cristo. Ma hanno effettivamente guidato queste nazioni nell’adorazione di Dio?

      Considerate la loro storia durante la prima guerra mondiale. Il clero delle denominazioni cattoliche, protestanti e ortodosse esortò i suoi greggi a uccidersi in quel conflitto. Il nazionalismo ebbe la precedenza rispetto all’adorazione di Dio.

      Ma si pentì il clero, convertendosi dalla sua condotta e additando al popolo il regno di Dio come speranza del genere umano? Sostenne la Bibbia e i suoi princìpi? No. La condotta che tenne da allora, e anche durante la seconda guerra mondiale, mostra il contrario.

      Quindi, chi spera di essere liberato nel nuovo ordine di Dio deve avere una migliore guida spirituale di quella data dal clero.

      DIO SI INTERESSA DELLA VOSTRA VITA

      Geova Dio, il Supremo Essere Spirituale, non lascerà che l’infedeltà di questi falsi capi religiosi faccia perdere alle persone di cuore onesto la liberazione e la vita nel suo nuovo ordine. Geova è il Pastore e Sorvegliante del suo popolo. (1 Piet. 2:25; Sal. 23:1) Perciò, ha suscitato come suo “servitore” un gruppo di persone fedeli, fidate e non ribelli. Questo gruppo ricevette un difficile compito da adempiere, perché richiedeva la proclamazione di un vigoroso messaggio di denuncia contro la cristianità. Perché? Era essenziale che le persone di cuore retto fossero avvertite affinché vedessero il pericolo in cui erano. Queste persone dovevano rinunciare a ogni associazione e affiliazione con la falsa religione. Dovevano sostenere fermamente la verità della Parola di Dio e schierarsi dalla parte del suo regno messianico per essere liberate.

      Il gruppo che Dio avrebbe impiegato fu prefigurato da Ezechiele, un sacerdote israelita. L’anno 613 a.E.V. era un tempo inoltrato nel “tempo della fine” di quarant’anni di Gerusalemme. Gerusalemme aveva solo sei anni prima che quella città e il paese di Giuda fossero completamente desolati. I capi religiosi di Gerusalemme nonché i capi giudei allora in esilio con Ezechiele in Babilonia avevano mancato verso il popolo ed erano responsabili della loro situazione.

      Similmente, questo presente sistema di cose è molto avanti nel suo “tempo della fine”,a e la condizione spirituale della cristianità è davvero cattiva. Perciò osserviamo con vivo interesse ciò che fu comandato a Ezechiele di fare e ciò che questo prefigurò per il nostro giorno.

      INCARICO DI PREDICARE

      In visione, Ezechiele vide un grande carro celeste che veniva dal nord, per fermarsi davanti a lui. Dalla cima di questo carro, accompagnato da cherubini, e che simboleggiava una grande organizzazione celeste, Geova Dio parlò a Ezechiele, dandogli un incarico. Quindi fu teso a Ezechiele un rotolo, con il comando: “Mangia questo rotolo, e va, parla alla casa d’Israele”. — Ezec. 3:1.

      Sul rotolo c’erano scritti “canti funebri e gemiti e lamenti” da ambo le parti. (Ezec. 2:10) Era un messaggio completo a causa della piena misura dei peccati d’Israele. Fu Ezechiele disposto a mangiarlo e a proclamarne il triste messaggio, come esempio per il moderno “Ezechiele”?

      Ezechiele fece come gli era stato comandato. Gradualmente mangiò il rotolo. (Ezec. 3:2, 3) In modo sorprendente, il rotolo pieno di notizie tristi fu alla bocca di Ezechiele dolce come miele. Questo perché fu una buona, sana, dolce esperienza per Ezechiele ricevere l’incarico di una speciale opera per mano dell’Altissimo Dio. L’apostolo Giovanni, settecento anni dopo, ebbe un’esperienza simile. Giovanni, allora esiliato sull’isola di Patmos nel mar Egeo per la sua fedele predicazione della parola di Dio, scrive circa la sua visione:

      “E la voce che udii dal cielo mi parla di nuovo e dice: ‘Va, prendi il rotolo aperto che è nella mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra’. E andai dall’angelo e gli dissi di darmi il rotolino. Ed egli mi disse: ‘Prendilo e mangialo, ed esso renderà amaro il tuo ventre, ma nella tua bocca sarà dolce come il miele’. E io presi il rotolino dalla mano dell’angelo e lo mangiai, e nella mia bocca fu dolce come il miele; ma quando l’ebbi mangiato, il mio ventre fu reso amaro”. — Riv. 10:8-10.

      L’esperienza di Giovanni non fu semplicemente l’adempimento dell’esperienza di Ezechiele, poiché sarebbe stata una ripetizione senza senso. Piuttosto, mostrò che la visione di Ezechiele era profetica e che egli rappresentava la stessa cosa rappresentata da Giovanni, il quale, come discepolo di Gesù Cristo generato dallo spirito, probabilmente l’ultimo apostolo superstite, raffigurò quelli che rimangono oggi sulla terra degli unti fratelli generati dallo spirito di Gesù Cristo.

      Il rotolo della visione mangiato da Ezechiele non raffigurò il profetico libro di Ezechiele, poiché il libro di Ezechiele non è tutto canti funebri, gemiti e lamenti. Esso contiene anche profezie di benedizione per il popolo di Dio. Il rotolo raffigura il messaggio di denuncia di Geova contro Gerusalemme e Giuda, e termina con la dichiarazione contro i loro nemici gentili, completata in Ezechiele 35:15.

      In maniera simile, l’unto rimanente ricevette, simbolicamente, il “rotolo di un libro”, al tempo dell’inizio della loro grande proclamazione mondiale del messaggio del Regno nel 1919. Questo rotolo similmente non raffigurò il libro di Ezechiele. Piuttosto, il rotolo rappresentava tutte le dichiarazioni dell’intera Bibbia che hanno relazione con giudizi, piaghe spirituali e tribolazioni che devono venire sulla cristianità e sui suoi associati religiosi e politici nel “tempo della fine”. Allorché i servitori di Dio compresero e accettarono il loro incarico fu un compito dolce per loro.

      QUELLI CHE PROFESSANO IL CRISTIANESIMO NON POSSONO FARE A MENO DI CAPIRNE LA “LINGUA”

      Giacché la vita dei greggi delle chiese della cristianità corre un pericolo così imminente, gli unti simili a Ezechiele sulla terra logicamente sarebbero stati mandati in primo luogo a loro. Dio disse a Ezechiele:

      “Figlio d’uomo, va, entra nella casa d’Israele, e devi parlar loro con le mie parole. Poiché non sei mandato a un popolo dal linguaggio inintelligibile o grave di lingua, ma alla casa d’Israele, non a popoli numerosi dal linguaggio inintelligibile o dalla lingua grave, le cui parole tu non possa udire in maniera comprensibile. Se ti avessi mandato a loro, quei medesimi ti ascolterebbero. Ma in quanto alla casa d’Israele, non ti vorranno ascoltare, poiché non vogliono ascoltare me; perché tutti quelli della casa d’Israele sono di testa dura e di cuore duro. Ecco, io ho resa dura la tua faccia esattamente come le loro facce e dura la tua fronte esattamente come le loro fronti. Ho reso la tua fronte simile al diamante, più dura della selce. Non li devi temere, e non devi esser colpito da terrore alle loro facce, poiché sono una casa ribelle”. — Ezec. 3:4-9.

      Ezechiele non dovette imparare una nuova lingua. Fu mandato al suo proprio popolo. Dio ha sempre avvertito quelli che professavano di servirlo, e ha reso l’avvertimento molto chiaro, in termini che conoscevano. Ai Giudei mandò dunque un portavoce che parlava la loro lingua.

      Fu la stessa cosa quando Gesù Cristo era sulla terra. Egli disse d’essere stato mandato specificamente a Israele. (Matt. 15:24) Parlò ai Giudei nella lingua corrente che usavano ogni giorno. Avevano anche le Scritture, a cui Gesù si riferiva continuamente, e che rendevano testimonianza di lui. (Giov. 5:39) Sapevano di che cosa parlava quando si riferiva alla loro storia, alle loro usanze, quando usava i loro termini e le loro espressioni religiose. Egli disse a quei Giudei:

      “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! perché se le opere potenti che sono state fatte in voi fossero state fatte in Tiro e Sidone, si sarebbero da tempo pentite in sacco e cenere. Perciò vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per Tiro e Sidone che per voi. E tu, Capernaum, sarai forse esaltata fino al cielo? Tu scenderai nell’Ades; perché se le opere potenti che sono state fatte in te fossero state fatte in Sodoma, sarebbe rimasta fino a questo giorno. Perciò vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per il paese di Sodoma che per te”. “Gli uomini di Ninive sorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno; perché essi si pentirono alla predicazione di Giona, ma, ecco, qui c’è più di Giona”. — Matt. 11:21-24; 12:41.

      Similmente, gli unti proclamatori del Regno, raffigurati da Ezechiele, sono mandati al ‘loro proprio’ popolo, al popolo che parla lo stesso generale linguaggio biblico e che, come loro, professa d’essere cristiano. Quando i testimoni di Geova parlano alle persone dei paesi “cristiani” intorno alla Bibbia, le persone sanno che cosa s’intende. Conoscono le espressioni e i termini biblici, per cui sono su una base comune. Non hanno nessuna scusa per non capire ciò che dice il moderno “Ezechiele”. Se non rispondono con orecchi che odono è perché non vogliono.

      UN MESSAGGIO DI AMORE

      Come solo alcuni della nazione giudaica credettero a Gesù, così solo una piccola percentuale nella cristianità accetta il messaggio dei testimoni di Geova. La cristianità in generale si è mostrata una casa ribelle, non vedendo il pericolo che la sovrasta. Ma per quanto la cristianità sia di testa dura e di cuore duro, Geova ha rafforzato i suoi servitori così che non abbiano timore di proclamarle il messaggio di Dio. Egli ha reso la fronte dei suoi servitori di durezza superiore, come quella del diamante. Non sono paralizzati dal timore degli uomini. (Prov. 29:25) Comunque, l’insistenza dei testimoni di Geova di predicare in ogni circostanza è talvolta scambiata per fanatismo. In effetti sono l’amore e lo spirito di Dio a incitarli, poiché Geova l’amorevole Dio conosce l’estremo pericolo a cui va in contro il popolo e vuole liberare tutti quelli il cui cuore può essere toccato dalla buona notizia. — Ezec. 33:11.

      Dio parlò ulteriormente a Ezechiele: “Figlio d’uomo, tutte le mie parole che ti pronuncerò, prendile nel tuo cuore e odile coi tuoi propri orecchi. E va, entra fra il popolo esiliato, tra i figli del tuo popolo, e devi parlar loro e dir loro: ‘Il Sovrano Signore Geova ha detto questo’, sia che odano o che se ne astengano”. — Ezec. 3:10, 11, New World Translation.

      FUGGITE DALLA CATTIVITÀ SPIRITUALE

      I Giudei fra cui predicò Ezechiele erano in esilio a Babilonia. Similmente, oggi il popolo dei paesi “cristiani” non pratica la verità che rende liberi dalla schiavitù al peccato. Inoltre, sono nella cattività spirituale di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. Sono effettivamente “esiliati” da Dio e dalla sua vera adorazione. (Giov. 8:31, 32, 34) Le loro pratiche sono estranee ai puri princìpi della Bibbia. La cosiddetta “nuova moralità”, per esempio, nega le norme della Bibbia e nega il diritto di Dio di stabilire le norme che le creature umane devono seguire. — Gal. 5:19-21.

      Il moderno Ezechiele deve dunque agire. Questo fu prefigurato da ciò che accadde successivamente nel caso di Ezechiele. Egli narra:

      “E uno spirito mi sospingeva e udivo dietro a me il suono d’una grande impetuosità: ‘Benedetta sia la gloria di Geova dal suo luogo’. E c’era il suono delle ali delle creature viventi che da presso si toccavano l’un l’altra, e da presso il suono delle ruote accanto a loro, e il suono d’una grande impetuosità. E lo spirito mi sospinse e mi prendeva, . . . e la mano di Geova su di me era forte. Entrai dunque a Tel-Abib fra gli esiliati del popolo, che dimoravano presso il fiume Chebar, e dimoravo dove essi dimoravano; e continuai a dimorarvi per sette giorni, attonito in mezzo a loro”. — Ezec. 3:12-15.

      Qual era il “suo luogo” da cui doveva essere benedetta la gloria di Geova? Non il tempio in Gerusalemme, che era chiamato il suo luogo, poiché era stato profanato, contaminato dalle idolatre e ribelli azioni dei Giudei. Il “luogo” di Geova era presso il suo profeta Ezechiele da lui incaricato. Oggi la gloria di Geova non è benedetta nella cristianità, che asserisce nominalmente d’essere il luogo che dichiara la sua gloria. Essa è presso i suoi fedeli unti simili a Ezechiele che effettivamente dichiarano il suo nome e la gloria del suo regno quale suo strumento per liberare il genere umano nel suo nuovo ordine.

      Discernete che i vostri interessi spirituali sono in pericolo, e, perciò, lo è anche la vostra vita? Ne siete preoccupati? Quindi seguite il comando che Dio dà a quelli di cuore onesto che si trovano nei sistemi religiosi di Babilonia la Grande: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. Poiché i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo, e Dio s’è rammentato dei suoi atti d’ingiustizia”. — Riv. 18:4, 5.

      Dopo aver fatto questo primo passo, quindi divenite uno che dichiara ad altri la gloria di Dio e ottenete favore e liberazione da lui. Siate fra quelli di cui Egli dice: “Sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda. Non avranno più fame né sete, né li colpirà più il sole [del disfavore divino] né ardore alcuno [del castigo di Dio], perché l’Agnello, che è in mezzo al trono, li pascerà, e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lagrima dai loro occhi”.— Riv. 7:15-17.

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