-
Infranto il dominio della regina morteLa Torre di Guardia 1953 | 1° dicembre
-
-
una maledizione in vista della sua distruzione. Non avendo la legge mosaica, le generazioni che vissero da Adamo a Mosè non ebbero nessun obbligo di osservarla.
4. Perché gli uomini malvagi sono senza scusa, e li libererà l’ignoranza?
4 La decadenza degli uomini malvagi sotto il dominio della regina morte è stata molto rapida. L’eterna potenza e divinità del Supremo Giudice fu loro visibile sia sulla terra che nel cielo. Quindi furono senza scusa per aver soppresso la verità e seguito l’ingiustizia. Senza un codice di leggi dato da Dio questi uomini cominciarono a far leggi per le loro proprie famiglie e i governanti per la nazione. Desiderando evitare il giudizio divino alcuni sostennero di essere ignoranti della volontà di Dio e di ciò che sia il peccato, e così sorsero quindi varie religioni che ne negano l’esistenza. Esse non ne possono spiegare il principio, la pena e la provvisione di Dio per rimuoverlo dall’universo. La loro ignoranza del peccato non li libera dalla sua condanna, ma li tiene ben stretti alle sue catene. Poiché chiunque pratica il peccato pratica anche l’illegalità e il peccato è pertanto illegalità (1 Giov. 3:4) Ogni ingiustizia è peccato.
DOMINIO DELLA MORTE QUALE REGINA
5. (a) Qual è stato l’effetto del dominio del peccato qual sovrano? (b) Perché Geova diede una legge ad Israele?
5 Qui ci si presenta un’altra regina. È la personificazione del peccato, il peccato che governa come un sovrano. Qual sovrano è stato il peccato! Guardate tutti i suoi difettosi sudditi terreni. Con il continuo aumento di autorità mondiale, delinquenza, corruzione e ipocrisia, milioni di persone preferendo il peccato e soffocando la loro coscienza gli rendono giornalmente tributo. Il dominio mondiale del sovrano peccato con la regina morte, a cui non vi è nessuna vivente eccezione umana, è la prova che esso ebbe origine dai nostri progenitori. Per destare la coscienza dell’uomo dal peccato e per insegnargli a cercare la salvezza di Dio egli provvide al suo popolo eletto una sistematica collezione di leggi. Queste furon date per mezzo del suo profeta Mosè 2.512 anni dopo la creazione. Secondo queste leggi Dio avrebbe imputato o attribuito il peccato al trasgressore. Nessun codice di leggi umane potrebbe rivelare agli uomini l’intenzione di Dio circa il peccato, il bene e il male, e i mezzi per l’espiazione. Le leggi di Dio la definiscono con chiarezza, e i suoi servizi sacerdotali prefigurarono che solo mediante un appropriato riscatto si potrebbe togliere il peccato. La salvezza sarebbe venuta per mezzo della promessa progenie di Dio. “Perché, dunque, la legge? Essa fu aggiunta per rendere manifeste le trasgressioni, fino a che fosse venuta la progenie alla quale era stata fatta la promessa”. — Gal. 3:19, 24, NW.
6, 7. Come fu possibile che Gesù fosse senza peccato, e perché potesse provvedere il riscatto quali passi erano necessari da parte sua?
6 Chi è colui che doveva venire al quale fa riferimento Paolo? Colui che doveva venire è il liberatore dalla morte, la progenie di Abrahamo, il profeta simile a Mosè. Poiché la morte venne in seguito al peccato, ci volle qualcuno libero dal peccato per togliere il peccato e vincere la morte. Egli è Gesù Cristo, il solo uomo senza peccato che sia mai nato da una donna. Nacque santo e immacolato, non perché sua madre fosse immacolata, poiché ella era una ragazza giudea della discendenza di Adamo. Lo fu perché venne generato da un padre senza peccato, perfetto, Geova Dio. Nel caso della riproduzione da parte di due genitori, lo sperma vitale viene dal padre, che feconda l’ovulo della madre, il quale a sua volta produce il corpo della progenie di lei. Al tempo stabilito da Dio perché Gesù nascesse la sua vita perfetta fu trasferita dal cielo all’ovulo del seno della vergine Maria. In questo modo Cristo Gesù non ricevette la vita umana dal peccatore Adamo, ma ricevette solo un corpo umano mediante la discendente di Adamo, Maria. Per nascere da lei, egli dovette lasciare tutta la sua gloria e posizione celeste. Era stato col Padre per sconosciuti millenni nel passato, associato con lui nell’opera della creazione. Fu il primogenito Figlio di Dio, per mezzo del quale Geova creò tutte le altre cose visibili e invisibili. (Giov. 1:1-3; Col. 1:15-18; Apoc. 3:14) Al tempo stabilito da Dio per la sua nascita, Dio mandò il Figlio suo, prodotto da una donna, che si trovò sotto la legge, affinché egli liberasse mediante acquisto quelli che erano sotto la legge, onde noi ricevessimo a nostra volta l’adozione di figli. (Gal. 4:4, 5) Gesù nacque sotto la legge di Mosè, un Israelita, ma non fu condannato dalla legge, perché fu il solo umano che la osservò perfettamente.
7 In che modo il primo Adamo assomiglia a Cristo Gesù? Certo non nella condotta seguita dal primo Adamo, allorché divenne un altro peccatore. Non in questo. L’apostolo Paolo poté capire che siccome colui che era stato una volta il perfetto Adamo era divenuto il padre di tutta una razza di peccatori, il redentore e liberatore di chiunque di questi doveva essere un uomo perfetto, come lo era stato Adamo, per procurare il proscioglimento, o un annullamento del debito che esisteva contro di loro. La somiglianza sta nel fatto che si doveva rendere altrettanto. (Deut. 19:21) Adamo era stato senza peccato, senza macchia, un umano perfetto, non parte uomo e parte Dio, e il Figlio di Dio doveva essere uguale. Se questo non fosse stato richiesto egli si sarebbe potuto materializzare, cioè, avrebbe potuto prendere una forma umana visibile come avevan fatto gli angeli in precedenti occasioni quando apparirono ad Abrahamo, Lot ed altri. Ma poiché era richiesto un perfetto organismo umano come sacrificio, per soddisfare le esigenze della giustizia, Gesù nacque da una vergine umana a somiglianza degli uomini. Infatti è scritto: “Tu non hai desiderato sacrificio e offerta, ma mi hai preparato un corpo,” e, “perciò, siccome i ‘piccoli fanciulli’ son partecipi del sangue e della carne, egli pure similmente partecipò alle stesse cose”. — Ebr. 10:5; 2:14, NW.
8. (a) Il proscioglimento del genere umano dev’essere conforme a quali attributi di Dio, e come fu prefigurato il sacrificio richiesto? (b) Come soltanto Il dominio della morte poteva essere infranto?
8 Il proscioglimento del genere umano dal peccato e dalla sua pena può essere compiuto da Geova solo conformemente al suo attributo di giustizia e sarebbe di necessità un dono gratuito. Egli è lento all’ira e abbondante in amorevole benignità, perdonando l’iniquità e la trasgressione, ma non purifica affatto il colpevole. (Eso. 34:6, 7) Il sacrificio fu prefigurato dall’offerta di Abele, che uccise un animale del suo gregge e ne sparse il sangue. Fu rappresentato dall’agnello pasquale degli Israeliti e dai loro annuali sacrifici d’espiazione e fu illustrato da Abrahamo quando offrì il figlio. Gesù venne per vendicare il nome del Padre e per essere tale sacrificio. Egli disse: “Il Figlio dell’uomo è venuto, non per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio per molti”. (Matt. 20:28, NW) Benché fosse il principale Agente della vita fu ucciso; ma Dio lo innalzò come un Salvatore per recare pentimento ad Israele e il perdono dei peccati. Il peccato aveva portato la morte, l’Agnello di Dio venne per togliere il peccato del mondo; non il peccato del vecchio mondo condannato alla distruzione, ma il peccato di quelli che comporranno il nuovo mondo di giustizia. (Atti 3:15; 5:31; Giac. 1:15; Giov. 1:29) Solo in questo modo il dominio della regina morte poteva essere infranto.
9, 10. (a) Come possiamo guadagnare il beneficio della provvisione di Dio per la vita? (b) Che cosa rivela questa disposizione riguardo a Geova Dio, e chi comprende essa?
9 “Come possiamo dunque ottenere i benefici della misericordiosa provvisione di Dio e non perire? Non ignorando il peccato e le sue conseguenze, né osservando il patto della legge. Paolo dichiara: “Tutti quelli che hanno peccato senza legge periranno anche senza legge; ma tutti quelli che han peccato sotto la legge saranno giudicati mediante la legge”. (Rom. 2:12, NW) Quindi tutti perirebbero. Nessuno sarebbe salvato. Sia i Giudei che gli altri son tutti peccatori. “Ma ora indipendentemente dalla legge la giustizia di Dio è stata resa manifesta, come ne rendono testimonianza la Legge e i Profeti; sì, la giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che hanno fede. Difatti non c’è distinzione”. (Rom. 3:21, 22, NW) La professione di fede nel sacrificio di riscatto ci reca immeritata benignità; il gratuito dono di una posizione non condannabile dinanzi al suo Figlio. L’accettazione della liberazione mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù, e la nostra dedicazione e il nostro fedele servizio a Geova, ci assicurano di esser dichiarati giusti da lui. In questa maniera otteniamo il beneficio delle sue misericordiose provvisioni e non periremo.
10 Il provvedimento di Dio è così alto, generoso e benevolo che le parole umane sono inadeguate per descriverlo. Esso rivela e mostra la sua giustizia, perdonando i peccati che furon commessi nel passato mentre praticava tolleranza, e dichiarando che quei giusti che aveva presi da tutte le nazioni erano un popolo per il suo nome. Comprende quelli che eserciterebbero fede come Abrahamo, siano essi dei Giudei o delle nazioni. Essi potrebbero dire: “Dunque, ora che siamo stati dichiarati giusti come risultato della fede, godiamo la pace con Dio per mezzo del nostro Signor Gesù Cristo, per il quale pure abbiamo ottenuto il nostro avvicinamento mediante le fede in questa immeritata benignità nella quale ora ci troviamo, ed esultiamo, fondati sulla speranza della gloria di Dio”. (Rom. 5:1, 2, NW) I membri della classe celeste aspirano a una gloria celeste. Le altre pecore di Geova aspirano, quando son dichiarate giuste, a una gloria terrena a immagine e somiglianza di Dio come fu originalmente creato Adamo.
11. (a) Quale contrasto c’è fra il peccato e il dono gratuito di Dio? (b) Quali benefici riceviamo come risultato di tale dono?
11 “Ma c’è un contrasto fra la trasgressione che portò la morte e il gratuito dono di Dio. Il gratuito dono di Dio fa più bene a noi che professiamo la fede di qualsiasi male che potremmo aver ricevuto come progenie del peccatore Adamo. Poiché se a causa del peccato di un sol uomo molti muoiono, l’immeritata benignità di Dio e il suo gratuito dono, insieme all’immeritata benignità dell’uomo Gesù Cristo, sono abbondati molto di più per molti. (Rom. 5:15) Noi abbiamo oggi un soccorritore presso il Padre, Gesù Cristo, un giusto. Egli è un sacerdote di amorevole benignità, leale, incontaminato, separato dai peccatori, e uno che sa trattare moderatamente con gli ignoranti e con quelli che sbagliano. Noi abbiamo la parola di Dio resa più ferma, abbiamo una migliore conoscenza e abbiamo il suo spirito e la sua organizzazione. Abbiamo una nuova relazione con lui per mezzo del suo Figlio, abbiamo molti fedeli esempi d’integrità e un glorioso tesoro di servizio. Non dovrebbe prepararci questo a infrangere la potenza del sovrano peccato nella nostra vita?
12. In che cosa è rivelata l’immeritata benignità di Dio verso le sue creature?
12 La sovrabbondanza dell’immeritata benignità di Dio è rivelata dal fatto che mentre il risultato della condanna per un peccato fu il giudizio, il dono risultò in una dichiarazione di giustizia non da uno, ma da molti peccati. Chi fra il genere umano può pretendere che con la sua condotta, o volontariamente o per ignoranza, non abbia trasgredito e non abbia recato vituperio sul nome di Geova? Com’è dunque soddisfacente la promessa: “Felici sono coloro dei quali sono state perdonate le opere illegali e dei quali sono stati coperti i peccati; felice è l’uomo a cui Geova non attribuirà affatto il suo peccato”. (Rom. 4:7, 8, NW) Nel 1918 il popolo di Dio aveva mostrato impurità di labbra e timore dell’uomo trascurando di rendere pubblica lode a Geova. Ma come fu felice la loro sorte quando la loro opera di testimonianza fu rianimata, quando vennero ricevuti di nuovo nel favore di Dio e tutti i loro peccati furono da lui perdonati!
13. Quale gloriosa prospettiva circa la terra previde e si propose Geova, e con quali mezzi sarà essa adempiuta?
13 Considerate quindi la gloriosa prospettiva che Geova previde e determinò. Egli diede inizio a un mondo senza il peccato e la morte, ed egli si propone di avere un mondo senza il peccato e la morte quando tutti i suoi nemici sono stati distrutti. Uomini e donne, perfetti di mente e di corpo, liberi dal peccato e dall’ingiustizia, privi di difetti o malattie di qualsiasi specie, abiteranno la terra per sempre. Come re nella vita avranno dominio sopra i pesci del mare, sopra gli uccelli dell’aria e sopra ogni cosa vivente che si muove sulla terra. Questo meraviglioso risultato sarà recato mediante il governo di mille anni dei nuovi cieli. Questi nuovi cieli, o nuove invisibili potenze governanti, saranno composti di coloro che avranno riccamente ricevuto l’immeritata benignità di Dio insieme a Cristo Gesù e avran partecipato alla sua sofferenza. Come dice l’apostolo Paolo: “Poiché se per il peccato di un uomo la morte regnò come una regina mediante quell’uno, tanto più quelli che ricevono l’abbondanza dell’immeritata benignità e del dono gratuito della giustizia regneranno come re in vita mediante una persona, Gesù Cristo”. — Rom. 5:17, NW.
14. Come è rivelata l’esatta giustizia di Dio nella sua provvisione per liberare il genere umano?
14 L’esatta giustizia di Geova è chiaramente rivelata in tutte le sue opere. Nessuno può con giustezza capire le sue opere senza comprendere che la giustizia è il fondamento del suo trono. Con una logica che non ha uguali al di fuori della Bibbia, l’apostolo Paolo mostra come la condanna è messa da parte da Cristo, che Dio pose come un’offerta propiziatoria mediante la fede nel suo sangue. Egli dice: Così dunque, come per mezzo di un solo fallo a uomini di tutte le specie risultò la condanna, così anche per mezzo di un solo atto di giustificazione a uomini di tutte le specie risulta la dichiarazione che sono giusti per la vita. Poiché come per la disubbidienza di un solo uomo molti furono costituiti peccatori, così anche per l’ubbidienza di una sola persona molti saranno costituiti giusti”. — Rom. 5:18, 19, NW.
L’IMMERITATA BENIGNITÀ REGNA COME REGINA
15, 16. (a) Quale regina sfida il dominio del peccato e della morte? (b) Con quali mezzi e con quale risultato?
15 Ecco, sorge un’altra regina che sfida il governo del peccato quale sovrano e si oppone alla sua potenza. È la regina immeritata benignità. Il peccato ha dominato contemporaneamente con la morte. L’immeritata benignità regna mediante la giustizia. Il peccato portò la morte, l’immeritata benignità reca la vita. Il peccato fu un pungiglione come quello del velenoso serpente che mentì riguardo a Geova e alla sua parola. La verità rende liberi dalla sua potenza. Paolo scrisse: “Il pungiglione che produce la morte è il peccato, e la Legge ne dà al peccato la potenza”. (1 Cor. 15:56, NW) Tutte le cose che la Legge disse le disse a quelli che erano sotto la Legge, affinché ogni bocca fosse chiusa e tutto il mondo fosse soggetto a Dio per la punizione. In vista di ciò come è misericordiosa la disposizione di Geova come è dichiarata: “Ora la Legge sopraggiunse affinché abbondasse il peccato. Ma dove abbondò il peccato, ancor più abbondò l’immeritata benignità. A quale scopo? Affinché, come il peccato signoreggiò come re con la morte, similmente anche l’immeritata benignità signoreggiasse come regina mediante la giustizia con la vita eterna in vista mediante Gesù Cristo nostro Signore”. — Rom. 3:19; 5:20, 21, NW.
16 Quale gioia potremmo provare noi! Benché il peccato regni ancora su quelli di questo mondo, conducendo alla morte, l’immeritata benignità può tuttavia regnar come regina in noi, conducendo alla vita. “Così anche voi: considerate d’essere veramente morti riguardo al peccato ma vivi riguardo a Dio mediante Cristo Gesù. Perciò non lasciate che il peccato continui a regnare come un re nei vostri corpi mortali onde non ubbidiate ai loro desideri. Né continuate a presentare le vostre membra al peccato come armi d’ingiustizia, ma presentate voi stessi a Dio come quelli che son vivi fra i morti, e le vostre membra a Dio come armi di giustizia”. — Rom. 6:11-13, NW.
17. Quali domande inerenti alla nostra condotta dovremmo rivolgerci?
17 Caro lettore, come vi presentate voi? Quale regola d’azione governa la vostra vita? Il principio, l’osservanza di una verità fondamentale, o la passione? L’ubbidienza ai comandamenti di Dio o la soddisfazione della carne? Avete dedicato la vostra vita a Geova? Avete provato la gioia di frequentare con regolarità le adunanze e gli studi biblici della congregazione dei testimoni di Geova? Siete maturo fino al punto di presentarvi per il servizio, come i trecento del piccolo esercito di Gedeone del quale è detto: ‘Essi si tennero ciascuno al suo posto’? Noi siamo o schiavi del peccato in vista della morte o dell’ubbidienza in vista della giustizia.
18. Quale scelta dobbiamo fare, e per essere dalla parte vincitrice che cosa si richiede da noi?
18 Dobbiamo scegliere fra lo schiavista e il liberatore. Sostenere le menzogne di Satana, vivere in modo immorale o praticare l’idolatria significa sostenere i sovrani peccato e morte e riceverne la paga. Il servizio di Geova ci libera ora dalle catene, e ci assicurerà il dono di Dio, la vita eterna. Prenderete voi parte all’annuncio di tale liberazione? Se non avete ancora fatto quest’opera, arruolatevi ora alla parte vincitrice. I nostri frutti nei tempi passati sono stati cose delle quali ora ci vergognamo, perché la fine di quelle cose è la morte. “Ma ora, poiché siete stati liberati dal peccato e siete divenuti schiavi di Dio, avete il vostro frutto nella via della santità, e in fine la vita eterna”. (Rom. 6:22, NW) “Per mezzo di lui offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè, il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione del suo nome”. (Ebr. 13:15, NW) Anche noi saremo quindi convinti che né morte né vita né angeli né governi né cose presenti né cose avvenire né potenze né altezze né profondità né alcun’altra creazione potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore.
19. Per camminare nella luce che cosa dobbiamo fare?
19 Il governo dei sovrani peccato e morte è stato un’oscura notte di lagrime per l’umanità. Il principio del governo dell’immeritata benignità assomiglia al sorgere della luce di un nuovo giorno. “La notte è inoltrata; il giorno s’è avvicinato. Gettiam dunque via le opere che appartengono alle tenebre e indossiamo le armi della luce”. “Voi siete tutti figli della luce e figli del giorno. Noi non apparteniamo né alla notte né alle tenebre”. (Rom. 13:12; 1 Tess. 5:5, NW) Per rimanere nella luce noi dobbiamo camminare con amore fraterno, osservando il nuovo comandamento come ci ammonisce l’apostolo Giovanni, perché le tenebre passano e la vera luce risplende di già. (1 Giov. 2:8, NW) Continuando a camminare in questa luce otteniamo la vittoria sul sovrano peccato.
20, 21. (a) Quale accusa fece il Diavolo contro Geova, e chi dimostrò che era una menzogna? (b) Chi parteciperà con Cristo Gesù nella sua opera di rivendicazione e nella sua vittoria sulla regina morte?
20 Riflettete ora per qualche momento sul finale trionfo dell’immeritata benignità di Geova anche sulla regina morte. Satana, colui che diede origine alla cattiva volontà, fece l’accusa che Geova fosse indegno di fiducia e la sua parola non meritasse fede, della quale tutta la creazione celeste era testimone. Chi sulla terra avrebbe smentito quella affermazione, avrebbe dimostrato che il Diavolo era un bugiardo e si sarebbe qualificato per divenirne il distruttore, rivendicando così la parola e il nome di Geova? Non fu il primo Adamo, poiché egli si uni alla cospirazione per accusare il Creatore. Questo non lasciò nessun uomo perfetto sulla terra che difendesse la causa di Geova. Ma per immeritata benignità di Geova il ‘Figlio dell’uomo’ venne sulla terra e si qualificò come secondo Adamo. “Così anche sta scritto: ‘Il primo uomo Adamo divenne un’anima vivente.’ L’ultimo Adamo divenne uno spirito vivificante. Il primo uomo è dalla terra e fatto di polvere; il secondo uomo è del cielo”. (1 Cor. 15:45, 47, NW) ‘Poiché sappiamo che Cristo, ora che è stato ridestato dai morti, non muore più; la morte non lo padroneggia più”. “Ma Iddio lo risuscitò sciogliendo gli spasimi della morte, perché non era possibile ch’egli continuasse ad esserne ritenuto”. (Rom. 6:9; Atti 2:24, NW) Cristo dimostrò che il Diavolo era un bugiardo, e si dimostrò meritevole. La maestà della legge di Geova non poté ritenerlo nella morte, perché era innocente, e Dio lo risuscitò quindi come colui che mediante la morte mostrò d’esser degno di distruggere chi ha i mezzi per causare la morte, cioè, il Diavolo. Nella vittoria, Cristo esclamò: “Fui morto, ma, ecco! son vivente per i secoli dei secoli, e ho le chiavi della morte e dell’Ades”. — Ebr. 2:14; Apoc. 1:18, NW.
21 Notate come Dio ha amorevolmente disposto perché altri partecipino con Cristo all’opera di rivendicazione. Discutendo sulla speranza della risurrezione dei fedeli 144.000 chiamati, consacrati sottosacerdoti, l’apostolo Paolo dice: “Ma quando questo che è corruttibile riveste l’incorruttibilità e questo che è mortale riveste l’immortalità, allora avrà luogo quello che è scritto: ‘La morte è inghiottita per sempre.’ ‘Morte dov’è la tua vittoria? Morte dov’è il tuo pungiglione?’” (1 Cor. 15:54, 55, NW) Questi ottengono la vittoria per mezzo di Gesù Cristo e Satana sarà presto schiacciato sotto i loro piedi. La vittoria mediante Cristo sarà anche la porzione delle persone di buona volontà, le fedeli altre pecore che hanno la speranza della vita eterna sulla terra. Sia che vengano risuscitate o che sopravvivano ora ad Harmaghedon per vivere per sempre nel nuovo mondo, la loro è una vittoria sulla morte, poiché partecipano alle benedizioni del Regno eterno. “La morte non sarà più, né ci sarà più lutto, né grido, né dolore. Le cose di prima son passate”. (Apoc. 21:4, NW) Il dominio della morte quale regina sarà sostituito dal dominio della vita come sovrana per tutti i tempi, quando sarà finita la prova finale del genere umano.
-
-
Tolleranza per l’unità e l’incrementoLa Torre di Guardia 1953 | 1° dicembre
-
-
Tolleranza per l’unità e l’incremento
FRA i mali che affliggono questo vecchio sistema di cose corrotto e moribondo è l’intolleranza. Eccone degli esempi. Il problema dell’intolleranza razziale viene aspramente dibattuto nel Sud Africa come lo è in tutti gli Stati Uniti. L’intolleranza ideologica e politica si manifesta non soltanto nei paesi della Cortina di Ferro ma anche in molte democrazie. E l’intolleranza religiosa, che risale a Caino, il primo omicida, si palesa col tentativo d’imporre l’osservanza dei sacri giorni cattolici alla popolazione acattolica di Montreal, Canada, e di New York; con la profanazione delle tombe ebree in Germania; lanciando pietre contro le chiese protestanti in Columbia; per non dire nulla dell’intolleranza mondiale manifestata contro i testimoni di Geova.
L’intolleranza è un cattivo frutto. Tutti quelli che comunque la praticano non possono appartenere alla vera religione ossia alla pura adorazione di Geova Dio. “Non c’è un albero buono che produca frutto guasto; ancora non c’è un albero guasto, che produca frutto buono. Poiché ogni albero è conosciuto dal suo proprio frutto”. — Luca 6:43, 44, NW.
Quelli che mostrano intolleranza non conoscono Dio, poiché Dio è sommamente tollerante. In qual modo ha Geova manifestato tolleranza? Nel fatto ch’egli ha tollerato questo iniquo sistema di cose per oltre quattromila anni. Alcuni uomini, doloranti sotto l’ingiustizia e l’oppressione, hanno messo in dubbio la sapienza di Dio nel permettere queste condizioni ed hanno accusato Dio di simpatizzare con la malvagità. Cotesti uomini mostrano mancanza di intendimento. Davide, pur avendo molto sofferto per mano dell’invidioso re Saul, non accusò Dio così stoltamente. Dimostrando di possedere il giusto intendimento, così si esprimeva: “Tu non sei un Dio che prenda piacere nell’empietà; il malvagio non sarà tuo ospite. Quelli che si gloriano non sussisteranno dinanzi agli occhi tuoi; tu odii tutti gli operatori d’iniquità. Tu farai perire quelli che dicon menzogne; l’Eterno aborrisce l’uomo di sangue e di frode”. — Sal. 5:4-6.
PERCHÉ DIO HA TOLLERATO L’INIQUITÀ’
Geova ha dimostrato ripetutamente la sua capacità di eliminare ogni iniquità. Per tal motivo possiamo esser certi ch’egli ora non la tollererebbe se non avesse delle buonissime ragioni per farlo. Quali sono le ragioni? Le stesse per le quali risparmiò Faraone per un tempo: “Che se ora io avessi steso la mia mano e avessi percosso di peste te e il tuo popolo, tu saresti stato sterminato di sulla terra. Ma no; io t’ho lasciato sussistere per questo; per mostrarti la mia potenza, e perché il mio nome sia divulgato per tutta la terra”. (Eso. 9:15, 16) Sin da quel tempo remoto Geova non solo risolse a suo favore la domanda: “Chi possiede la terra e ne è il governatore?” ma fece anche un quadro profetico del tempo in cui risolverà a suo
-