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  • Chi farà in modo che il giorno della resa dei conti sia per il nostro bene?
    La Torre di Guardia 1979 | 15 luglio
    • Chi farà in modo che il giorno della resa dei conti sia per il nostro bene?

      “Quindi che cosa posso fare quando Dio si leva? E quando egli chiama a render conto, che cosa gli posso rispondere?” — Giobbe 31:14

      1. Perché noi che soffriamo a causa delle condizioni, senza poter far nulla, desideriamo che venga durante la nostra vita un giorno della resa dei conti, e di che proporzioni?

      UN GIORNO della resa dei conti è una cosa buona. Siamo in molti a desiderare che le cose siano messe a posto per il bene di tutti. E saremmo lieti che venisse un tal giorno. Soffriamo per le ingiustizie commesse, l’oppressione, le frodi e non possiamo aiutarci da soli e ottenere liberazione. Non siamo in grado di costringere i trasgressori a rendere conto. Ci conforta la speranza che infine sarà fatta giustizia. Avvenisse questo durante la nostra vita! Sì, in proporzioni mondiali! Allora tutti quelli che soffrono a causa dell’ingiustizia ne riceverebbero beneficio.

      2. Cosa possiamo dire dell’ambiente sociale e naturale, e che cosa si teme?

      2 Oggi il nostro ambiente sociale è in cattive condizioni. Anche il nostro ambiente naturale viene inquinato e ridotto in rovina. Ci dev’essere pertanto un giorno della resa dei conti, fra breve, come ci dicono gli esperti dell’ambiente. La società umana non può continuare a sconvolgere l’equilibrio dei sistemi naturali della terra senza subirne le conseguenze. Si teme la morte di tutta la società umana, in una terra inadatta per la vita.

      3. Cosa si può dire della resa dei conti riguardo a morale, preparativi bellici e a qualcosa di intoccabile, sacrosanto?

      3 Potremmo anche pensare al giorno della resa dei conti che si approssima a causa del declino morale che si registra in ogni paese. Anche a causa della corsa agli armamenti, che l’organizzazione delle Nazioni Unite non induce a rallentare, mentre tutte le nazioni ripongono la propria fiducia nell’efficienza militare. Comunque, c’è ancora un altro settore delle attività umane che deve rendere conto, un settore che a molti di noi può sembrare intoccabile, sacrosanto. Che cos’è? La religione!

      4. Perché la religione merita che sopraggiunga su di essa il giorno della resa dei conti, e quale sarà il risultato quando ciò accadrà?

      4 Sempre più persone eliminano dalla propria vita la religione come qualcosa di irrilevante, inutile, perfino dannoso. Nondimeno, la religione è ancora una delle forze più potenti nella vita degli uomini. Pochi, se mai, riescono a sottrarsi alla sua influenza. Essa ha causato tanta malvagità nella condotta degli uomini e delle nazioni da meritare che sopraggiunga su di lei il giorno della resa dei conti. Quando ciò accadrà, sorprenderà centinaia di milioni di persone, e il risultato sarà terrificante.

      5. (a) Come ha dimostrato la religione d’essere la forza più divisiva della terra? (b) Perché le molte religioni della cristianità e del resto del mondo non potrebbero tutte essere vere e giuste?

      5 Nella storia umana, la religione ha mostrato d’essere la forza più divisiva della terra. Ha separato razze, nazioni, popoli, tribù e perfino familiari. Ha causato in tal modo disunione fra gli uomini. I contrasti religiosi hanno portato a profondi odii e pregiudizi, e, purtroppo, a conflitti violenti, a ostilità che son durate per secoli sino a ora. Non ha fatto eccezione la parte del mondo religioso chiamata cristianità. Anzi, sotto questo aspetto è stata la parte più notevole. A causa di guerre orribili il suo reame è stato inzuppato da fiumi di sangue umano. Ne è responsabile la divisione in molte centinaia di sette e denominazioni religiose. In se stessa, questa disunione prova che non è cristiana, come asserisce di essere. La babele di religioni della cristianità e le diverse religioni del resto del mondo non potrebbero tutte esser giuste. La verità è una, assoluta, ed è unita in se stessa.

      6. (a) Perché tutte le nazioni devono affrontare un giorno della resa dei conti, e tutte insieme? (b) Che entità dev’essere quella che farà i conti con le nazioni?

      6 Religioni contrastanti, ambiente naturale, norme morali, amministrazione degli affari umani: tutte le nazioni vi sono coinvolte. Nessuna nazione è risultata senza difetto. Tutte han violato le giuste norme di comportamento e di governo. Conforme al modello di tutta la passata storia umana, le nazioni devono tutte affrontare il giorno della resa dei conti. Solo ora, con tutti i rapidi mezzi di comunicazione e di trasporto e tale interdipendenza, le nazioni perverranno insieme a quel giorno della resa dei conti. Ma chi o che cosa farà una resa dei conti con loro? Il loro dio nazionale o insieme di dèi? La cosiddetta “vacca sacra” della scienza? Le Nazioni Unite, o qualche altro organismo internazionale incaricato di regolare le relazioni fra le nazioni comuniste e le nazioni capitaliste o fra la classe lavoratrice e i dirigenti? Niente affatto, perché l’umanità si trova nell’attuale situazione proprio per il fallimento di tali cose. Quindi è logico che dev’essere un’entità intelligente più che all’altezza di tutte le difficoltà profondamente radicate nei popoli e imparziale verso le razze e le nazioni, un’Intelligenza onnipotente che possa fare di questo giorno della resa dei conti un giorno di liberazione per tutti coloro che amano la giustizia.

      COSA OCCORRE PERCHÉ LA RESA DEI CONTI SIA IMPARZIALE

      7. (a) Nel giorno della resa dei conti di cui parliamo in quale condizione si troveranno le nazioni? (b) Che Autorità giudiziaria sarebbe appropriata per la resa dei conti?

      7 Non stiamo parlando di qualche immaginario “Giorno del Giudizio” in un mondo spirituale dopo la morte dei cittadini delle nazioni. Stiamo parlando di un giorno della resa dei conti per tutte le nazioni mentre sono ancora società attive che cercano di perpetuare il loro dominio nella forma di governo preferita. Sopravvivranno le nazioni al futuro giorno di ispezione e al regolamento dei conti con la sovrumana Autorità giudiziaria a cui devono tutte rendere conto? Questa è la domanda che ci concerne come singoli componenti di queste nazioni colpevoli. Quindi, per il giorno della resa dei conti desideriamo un’Autorità giudiziaria superiore a tutti gli impotenti dèi delle nazioni, un’Autorità che le nazioni ricche e molto sviluppate non possano corrompere, un’Autorità che non abbia timore delle superpotenze del mondo pesantemente militarizzate, come gli Stati Uniti d’America e la Russia comunista.

      8. (a) Chi desidera il nostro cuore come finale Giudice e Amministratore della giustizia? (b) Senza tale Essere, quali cose in cielo e sulla terra non si potrebbero spiegare logicamente?

      8 Sì, ciò che il nostro cuore istintivamente desidera è che l’Essere Supremo dell’universo agisca quale finale Giudice e Amministratore della giustizia. Se ci pensiamo, cosa potrebbe fare non solo la nostra minuscola terra, ma l’intero universo senza tale Essere Supremo, tale Sovrano universale? Dove sarebbero l’armonia, l’ordine, il preciso funzionamento dell’universo senza tale Legislatore universale? Dove sarebbe l’utile cooperazione di tutte le cose interdipendenti che costituiscono il nostro ambiente naturale senza tale Progettista e Creatore, la sola Fonte della vita di tutti gli animali, le piante e le creature umane? Non ci sarebbero. Senza tale Essere Supremo e Onnipotente non se ne potrebbe spiegare l’esistenza!

      9. (a) Com’è dimostrato che tale Essere esiste e opera dall’eternità? (b) Come lo chiamò giustamente Mosè, e quale relazione ha con tutti i gruppi nazionali?

      9 Tale Essere non fu costretto a venire all’esistenza dal nulla per il fatto che se ne riconosceva la necessità; piuttosto l’esistenza di tutte queste creazioni prima della comparsa dell’uomo sulla terra stabilisce e dimostra che Egli esiste e opera dall’eternità. È giustamente chiamato “l’Iddio degli dèi e il Signore dei signori”. Fu chiamato così dal più eminente legislatore e giurista dell’antichità, Mosè. Questi poté fare tale paragone con cognizione di causa, poiché conosceva personalmente gli dèi dell’antico Egitto ed era anche istruito “in tutta la sapienza degli Egiziani”. (Deut. 10:17; Atti 7:22) Secoli dopo questo Dio Supremo fu portato all’attenzione della più alta corte giudiziaria dell’antica Grecia, la corte che si riuniva sul Colle di Marte ad Atene. Questo avvenne quando l’apostolo cristiano Paolo disse a quella corte: “L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso . . . ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull’intera superficie della terra”. (Atti 17:24-26) A causa della sua superiorità su tutti i gruppi nazionali è chiamato “Re delle nazioni”. — Ger. 10:7.

      10. Perché questo “Re delle nazioni” è in grado di fronteggiare come sue antagoniste tutte le superpotenze militari d’oggi?

      10 Possiamo leggere dell’altro in merito a questo Dio sopranazionale nel sacro Libro scritto da Mosè, Paolo e altri uomini che in molti casi furono testimoni oculari degli avvenimenti che narrarono per nostra informazione. Nessuna nazione può mantenere la propria posizione contro questo Dio. Egli mostrò la sua superiorità rispetto a potenze mondiali come l’antico Egitto, l’Assiria e Babilonia. È stolto pensare che fosse semplicemente uno dei tanti dèi della storia antica e che cessasse di esistere quando fu scritto l’ultimo libro della Bibbia 19 secoli fa. Questo Dio è immortale, autoesistente. Oggi è in grado di fronteggiare come sue antagoniste tutte le grandi superpotenze politiche del mondo moderno. Quale “Re delle nazioni”, le chiamerà tutte a rendere conto. Tutti coloro che amano la giustizia e la bontà ne avranno benefici duraturi.

      IL RAPPRESENTANTE DI DIO A CUI RENDERE CONTO

      11. Secondo Atti 17:31, che cosa ha costituito Dio per il giorno della resa dei conti, e quale garanzia ha dato?

      11 Per tale futuro giorno della resa dei conti, Dio ha costituito un suo rappresentante personale, un giudice associato. L’apostolo cristiano Paolo si riferì a questo rappresentante quando disse alla Corte Suprema sul Colle di Marte ad Atene, in Grecia, queste ulteriori parole: “[Dio] ha stabilito un giorno in cui si propone di giudicare la terra abitata con giustizia mediante un uomo che ha costituito, e ne ha fornito garanzia a tutti in quanto lo ha risuscitato dai morti”. — Atti 17:31.

      12. Perché l’esistenza di tale garanzia non è qualcosa da respingere con un’alzata di spalle, come fecero i giudici greci che udirono Paolo?

      12 Quale “garanzia” più notevole poteva dare l’Onnipotente Dio del giorno che ha stabilito per il giudizio di tutti gli abitanti della terra se non di risuscitare da una morte da martire colui che ha associato a sé nel giudizio? Solo perché forse abbiamo una diversa opinione religiosa sull’argomento, non dovremmo respingere con un’alzata di spalle la “garanzia” di Dio, come fece la maggioranza dei giudici della Corte Suprema sul Colle di Marte. Questa “garanzia” è fornita dal “Re delle nazioni”. Non è affatto da beffeggiare, come se fosse qualcosa di antiscientifico e ridicolo. Nel primo secolo E.V. ci furono più di 500 testimoni oculari dell’esistenza di tale “garanzia” data da Dio, incluso lo stesso apostolo Paolo.

      13, 14. (a) A conferma della garanzia di Dio, perché il risuscitato Gesù Cristo non è oggi sulla terra? (b) Com’è che Dio non è rimasto solo come un eremita nel suo reame spirituale?

      13 L’“uomo” la cui risurrezione dai morti è la “garanzia” dello “stabilito” giorno di giudizio avvenire è Gesù Cristo. (1 Cor. 15:3-8, 12-20) La ragione per cui oggi non è sulla terra è che sacrificò la sua vita umana perfetta e fu risuscitato, affinché anche il morto genere umano fosse risuscitato e ricevesse l’opportunità della vita eterna su una terra purificata trasformata in paradiso globale. Come ricompensa è stato innalzato al cielo ed è alla destra del Giudice Supremo, l’Iddio che ha il potere di risuscitare. Gesù Cristo parlò di sé come dell’“unigenito Figlio” di Dio e come del “principio della creazione di Dio”. (Giov. 3:16; Riv. 3:14) Perché?

      14 Perché fu la prima creazione di Dio in cielo e Dio lo impiegò quindi come Suo collaboratore per fare tutte le altre cose, inclusa la terra e i suoi primi abitanti, Adamo ed Eva. (Col. 1:15-18) La creazione degli invisibili angeli celesti precedette la creazione dell’uomo. Avendo creato il suo “unigenito Figlio” e tutti i santi angeli, Dio non è rimasto solo come un eremita nel suo reame spirituale. Secondo il racconto della Bibbia, vi sono centinaia di milioni di questi angeli sovrumani. — Sal. 104:4; Dan. 7:9, 10; Ebr. 1:7; 12:22.

      15. In che modo l’unigenito Figlio di Dio fu una volta reso “un poco inferiore agli angeli”?

      15 Quelle miriadi di angeli saranno al comando di Dio il giorno della resa dei conti con tutte le nazioni della terra. Sono anche al servizio del Giudice a lui associato per mezzo del quale giudicherà la terra abitata nel giorno da lui stabilito. (Matt. 25:31, 32) Quando Dio mandò miracolosamente il suo Figlio unigenito affinché divenisse un uomo perfetto sulla terra, nascendo da una vergine giudea, questo Figlio di Dio fu fatto “un poco inferiore agli angeli”. — Ebr. 2:9; Sal. 8:4, 5.

      16. A quale condizione fu risuscitato Gesù Cristo, e per quale utile scopo?

      16 Ma qual è oggi, ora, la condizione di questo unigenito Figlio di Dio? Egli è stato risuscitato da Dio a una condizione celeste ancora più alta di quella degli angeli essendosi mostrato fedele a Dio fino a una morte di sacrificio nell’innocenza. Affinché questo Figlio di Dio, simile a un agnello, potesse estendere i benefici del suo sacrificio a tutta l’umanità, il terzo giorno Dio lo risuscitò, non però come uomo, in quanto aveva sacrificato la sua natura umana per sempre. Dio lo risuscitò dunque alla vita celeste, all’immortalità e a una condizione molto più alta di quella di tutti gli angeli. (1 Piet. 3:22) Così poté prestare servizio come il “seme” tramite cui si dovevano benedire tutte le nazioni della terra. — Gen. 22:18; Gal. 3:8-16.

      17. In Ebrei 1:3-9, cosa scrisse Paolo riguardo alla glorificazione di Gesù Cristo come Figlio di Dio?

      17 Or dunque, non dovremmo essere lieti che Gesù Cristo sia stato glorificato nei cieli? Sì, poiché ora abbiamo una veduta più luminosa della vita futura. L’apostolo cristiano Paolo, che vide miracolosamente il risuscitato Gesù Cristo, scrisse in merito alla sua glorificazione. In una lettera agli ebrei che accettarono Gesù come il Messia della profezia biblica, Paolo scrisse: “Dopo aver fatto la purificazione dei nostri peccati si mise a sedere alla destra della Maestà negli alti luoghi. Quindi è divenuto migliore degli angeli, in quanto ha ereditato un nome più eccellente del loro. . . . E riguardo agli angeli dice: ‘Ed egli fa suoi angeli gli spiriti, e suoi pubblici servitori una fiamma di fuoco’. Ma riguardo al Figlio: ‘Dio è il tuo trono per sempre, e lo scettro del tuo regno è lo scettro di rettitudine. Tu hai amato la giustizia e hai odiato l’illegalità. Per questo Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di esultanza più dei tuoi compagni’”. — Ebr. 1:3-9.

      18. Per mezzo di questo Figlio, cosa farà Dio rispetto al futuro giorno della resa dei conti?

      18 Per mezzo di questo Re superiore agli angeli quale suo Giudice delegato, Dio farà in modo che il futuro giorno della resa dei conti con tutte le nazioni sia per il nostro bene eterno.

  • Gesù Cristo, il re vittorioso a cui le nazioni dovranno rendere conto
    La Torre di Guardia 1979 | 15 luglio
    • Gesù Cristo, il re vittorioso a cui le nazioni dovranno rendere conto

      1. In Ebrei 1:8, 9, cosa scrisse Paolo ai cristiani di Gerusalemme per dimostrare che il Figlio di Dio era di gran lunga superiore agli angeli?

      PRIMA che Gerusalemme fosse distrutta dai romani nel 70 E.V., i cristiani che erano in quella città avevano bisogno che si provasse loro con le ispirate Scritture Ebraiche che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, era stato reso più alto degli angeli celesti. Scrivendo dunque ai cristiani del primo secolo, l’apostolo Paolo richiamò la loro attenzione su queste parole profetiche che si applicavano al glorificato Gesù Cristo: “Dio è il tuo trono per sempre, e lo scettro del tuo regno è lo scettro di rettitudine. Tu hai amato la giustizia e hai odiato l’illegalità. Per questo Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio d’esultanza più dei tuoi compagni”. — Ebr. 1:8, 9.

      2. Perché Dio divenne il “trono” di suo Figlio, e in che modo?

      2 Il regno di Gesù, che ama la giustizia e odia l’illegalità, sarebbe senz’altro della massima utilità per tutti noi che siamo sulla terra. Quindi lo scettro che egli impugna è “lo scettro di rettitudine”. Non c’è da meravigliarsi se Dio è per lui come un “trono”, essendo Dio l’unica Fonte del suo regno e Colui che sostiene la sua regalità. Tutte le nazioni di questo mondo non potrebbero mai rovesciare il suo regno come non possono rovesciare Dio quale Sovrano universale e “Re delle nazioni”. Tutte le nazioni devono ora rendere conto a suo Figlio sul trono.

      3. Da che cosa citò Paolo le parole di Ebrei 1:8, 9, e che cosa prova questo?

      3 Le parole che lo scrittore della lettera agli ebrei divenuti cristiani applicò al glorificato Figlio di Dio furono citate dal libro biblico di Salmi, da Salmo 45:6, 7. Questo prova che l’intero salmo era profetico. Studiandolo otterremo informazioni su ciò che l’unto re di Dio farà alla gloria di Dio e per l’eterna felicità dell’uomo.

      4. Per che cos’è l’entusiasmo espresso nel Salmo 45?

      4 Gli scrittori del salmo erano leviti ufficiali che prestavano servizio nel tempio di Dio a Gerusalemme. Il salmo esprime giustamente entusiasmo. L’entusiasmo è quello che si prova per la venuta di un buon governo retto da un governante giusto e incorruttibile. L’occasione è fornita da qualcosa di incoraggiante, poiché il salmista esclama: “Il mio cuore si è eccitato per una bella cosa. Dico: ‘Le mie opere sono riguardo a un re’. Sia la mia lingua lo stilo di un esperto copista”. — Sal. 45:1 e soprascritta.

      5. La “bella cosa” del Salmo 45 fu il rimarchevole tema della predicazione di chi, e quale proclamazione meritava?

      5 La “bella cosa” che stimolò il cuore dell’ispirato salmista è un aspetto notevole di quella che Gesù Cristo chiamò “questa buona notizia del regno”. Il messaggio del Regno era così ‘bello’ da meritare d’essere predicato “in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”, in vista del fatto che la “fine” di queste nazioni deve venire. (Matt. 24:14) Oggi sono stimolati i nostri cuori dal ‘bel’ tema del regno di Dio retto da Cristo?

      6. (a) Le nostre “opere” dovrebbero essere principalmente a favore di che cosa? (b) In che modo la nostra “lingua” diventa come lo stilo di un esperto copista?

      6 Ci uniamo noi al salmista nel dire in modo che tutti odano: “Le mie opere sono riguardo a un re”? Non abbiamo motivo di vergognarci di questo re, l’unto di Dio. Le nostre principali “opere” dovrebbero essere quelle di parlare, insegnare e predicare in merito a questo regale Messia. Noi operiamo principalmente a favore degli interessi del suo Regno, non a favore di qualche altro regno del mondo che si avvicina alla sua disastrosa fine. Siamo spronati a usare la lingua per annunciare il regno di Dio e il suo unto Re. Ciò che la nostra lingua dichiara fluisce come lo scritto della penna o dello stilo di uno scriba esperto nel fare copie manoscritte delle Sacre Scritture. Ciò che fluisce dalla nostra lingua vogliamo anche scriverlo affinché altri lo leggano con gioia. Ancor meglio, oggi lo possiamo stampare con veloci rotative che sfornano milioni di copie identiche in decine e decine di lingue da distribuire al pubblico dei lettori nel mondo intero.

      PAROLE ISPIRATE RIVOLTE AL RE

      7. Quale domanda sorge in merito alla descrizione di Salmo 45:2?

      7 È l’unto re di Dio di nostro gradimento? Dovrebbe esserlo, se ci piace la descrizione fatta dal salmista che si rivolge a lui e lo paragona ai re precedenti della discendenza reale del re Davide di Gerusalemme, dicendo: “Tu sei in realtà più bello dei figli degli uomini. Fascino è stato versato sulle tue labbra. Perciò Dio ti ha benedetto a tempo indefinito”. — Sal. 45:2.

      8. Che cosa accresce la bellezza di Gesù Cristo?

      8 Gesù Cristo fu un uomo perfetto, così perfetto come il primo uomo Adamo nel giardino di Eden. Le immagini che ne hanno dipinto gli artisti della cristianità non raffigurano certo l’aspetto che ebbe in realtà quando fu sulla terra. La descrizione che ne fa il salmista differisce completamente da quella che ne fa il capitolo 53 di Isaia dov’è raffigurato come un sofferente servitore di Dio. Ma quando lo consideriamo alla luce di ciò che effettivamente è e fa, assume una bellezza che non dipende dai lineamenti del viso, ma che tuttavia sorpassa la bellezza di tutti gli altri uomini, perfino quella di Adamo.

      9. Che cosa diede fascino alle labbra di Gesù Cristo, e che cosa rende più attraenti le nostre labbra?

      9 Le labbra del re erano ben fatte. Ma era ciò che usciva da quelle labbra ad accrescerne l’attrattiva, e questa attrattiva aveva origine da Dio. I perfidi nemici accusarono le sue labbra di bestemmiare Dio. Ma anche gli ufficiali di polizia mandati ad arrestarlo e a condurlo in tribunale furono costretti a dire: “Nessun altro uomo ha mai parlato come questo”. (Giov. 7:46) Il messaggio del regno di Dio che egli dichiarò diede fascino alle sue labbra. Noi che lo riconosciamo come nostro Insegnante siamo attratti da ciò che dice. Come suoi discepoli rendiamo più affascinanti le nostre labbra ripetendo ciò che disse.

      10. Perché Dio diede a Gesù Cristo la sua benedizione di durata indefinita, e come fu espressa questa benedizione?

      10 Questo Re, bello e affascinante, riceve da Dio benedizioni di durata indefinita. La ragione è che dichiarò ciò che Dio gli aveva insegnato. Predicò e insegnò la verità di Dio in merito al governo teocratico che dovrà benedire tutta l’umanità. Quando era sotto processo, pena la vita, e il governatore romano Ponzio Pilato gli chiese se era re, intrepidamente Gesù Cristo rispose: “Tu stesso dici che io sono re. Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità. Chi è dalla parte della verità ascolta la mia voce”. (Giov. 18:37) Per aver detto fedelmente la verità in merito al Regno, Dio lo benedisse con la risurrezione dai morti. Inoltre, Dio gli diede un regno celeste non solo sui sudditi israeliti del re Davide, ma su tutto il genere umano. La benedizione di durata indefinita che Dio gli conferisce significa benefici per tutti noi.

      COLUI AL QUALE LE NAZIONI DOVRANNO RENDERE CONTO

      11. Poco prima della sua morte, cosa disse Gesù ai discepoli riguardo all’odio del mondo, e perché le nazioni dovranno rendere conto a lui in una guerra violenta?

      11 Quando Gesù Cristo fu sulla terra come uomo perfetto ebbe dei nemici. Quindi non è strano che abbia ancora dei nemici sulla terra dopo la sua intronizzazione come re in cielo da che terminarono nel 1914 i “fissati tempi delle nazioni”. (Luca 21:24) Alcune ore prima della sua morte da martire disse ai discepoli: “Se il mondo vi odia, sapete che prima di odiare voi ha odiato me”. (Giov. 15:18) Oggi il mondo non si è convertito per amare Gesù Cristo. Neppure la cristianità si è convertita; lo prova la persecuzione che essa ha scatenato contro i veri discepoli di Cristo. Le nazioni del mondo vorrebbero impedire all’intronizzato Gesù Cristo di regnare sul genere umano. Vorrebbero limitarne il dominio al cielo e tenere il dominio della terra per sé in perpetuo. È dunque in gioco la causa della verità, dell’umiltà e della giustizia. Poiché le nazioni del mondo hanno preso tale ostinata determinazione dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, dovranno rendere conto a Gesù Cristo in una guerra violenta.

      12. A motivo di ciò che sarebbe accaduto al Re appena intronizzato, cosa gli disse di fare Salmo 45:3-5?

      12 Ciò che sarebbe accaduto al re messianico appena intronizzato fu previsto sotto ispirazione dal salmista. Infatti egli proseguì scrivendo come con lo “stilo di un esperto copista”: “Cingi la tua spada sulla coscia, o potente, con la tua dignità e il tuo splendore. E nel tuo splendore avanza verso il successo; cavalca nella causa della verità e dell’umiltà e della giustizia, e la tua destra ti istruirà nelle cose tremende. Le tue frecce sono aguzze — sotto di te continuano a cadere i popoli — nel cuore dei nemici del re”. — Sal. 45:3-5.

      13. In che modo la descrizione del salmista ci aiuta a identificare colui che è visto in visione in Rivelazione 6:1, 2, e di chi si tratta?

      13 Per lanciare frecce ci vuole l’arco. Quindi la descrizione del salmista ci aiuta a identificare chi è raffigurato in Rivelazione 6:1, 2, dove l’apostolo cristiano Giovanni parla di una visione e dice: “Vidi quando l’Agnello [Gesù Cristo] aprì uno dei sette suggelli e udii una delle quattro creature viventi dire con voce come di tuono: ‘Vieni!’ E vidi, ed ecco, un cavallo bianco; e colui che vi sedeva sopra aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli uscì, vincendo e per completare la sua vittoria”. Quell’arciere coronato a cavallo del cavallo bianco raffigura il glorificato Gesù Cristo che si accinge a far guerra ai suoi nemici. Egli vuole la vittoria completa. La sua vittoria dovrà estendersi a tutta la terra.

      14. Perché il Re appena insediato è un “potente”, come predice Isaia 9:6?

      14 Nella sua dignità e nel suo splendore di re ufficialmente insediato, Gesù Cristo cinge la spada della guerra per brandirla contro le nazioni ostili della terra. Non essendo più un uomo di carne e sangue, ma rivestito di poteri celesti, è ora davvero “un potente”. La profezia d’Isaia 9:6 dice che uno dei suoi titoli doveva essere “Dio possente”. Le odierne nazioni pesantemente armate devono ancora imparare a conoscerlo come tale.

      15. In contrasto con il suo trionfale ingresso in Gerusalemme, perché Gesù Cristo cavalcherà un cavallo nella resa dei conti con le nazioni?

      15 Una volta, come il re Salomone alla sua incoronazione, Gesù Cristo cavalcò un pacifico asino quando fece il suo ingresso trionfale in Gerusalemme e le si presentò come re della discendenza di Davide. (Matt. 21:1-14; Zacc. 9:9) Ma quando fra breve cavalcherà nella causa della verità, dell’umiltà e della giustizia, cavalcherà, simbolicamente parlando, un destriero da guerra. E con ragione, poiché a lui dovranno rendere conto quelli che violano la verità, l’umiltà e la giustizia.

      16. Quale verità hanno calpestato i governi nazionali nonostante l’annuncio dei testimoni di Geova?

      16 Alcuni giorni dopo essere entrato in Gerusalemme su un asino, Gesù disse al governatore Pilato d’essere venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. Quella era primariamente la verità relativa al regno di Dio, in merito a cui aveva appena reso testimonianza davanti a Pilato. (1 Tim. 6:13) Oggi i governi delle nazioni calpestano quella verità nonostante che Geova abbia fatto annunciare loro dai Suoi testimoni che i tempi del dominio mondiale da parte dei gentili terminarono nel 1914.

      17. La causa di quale classe Gesù Cristo ha difeso, e perché deve combattere per un nuovo ordine di giustizia?

      17 I governanti del mondo non mostrano nessuna umiltà davanti a Dio. Non si sottomettono pacificamente al legittimo Re della terra, Gesù Cristo, che ha mostrato dinanzi a Dio la massima umiltà e che ha difeso tutti gli umili e i deboli della terra, specie i suoi perseguitati discepoli. In questi “ultimi giorni” l’ingiustizia dilaga e l’illegalità si estende in maniera sempre più allarmante. Il genere umano ha bisogno di ricominciare da capo nella giustizia. Perciò, il Re guerriero, Gesù Cristo, deve cavalcare nella causa della giustizia e combattere per l’istituzione di un nuovo ordine in tutta la terra. — Isa. 26:9.

      18. Quale avvertimento è dato alle nazioni dalle parole dette al Re, cioè “la tua destra ti istruirà nelle cose tremende”, e com’è indicato in Salmo 45:5 che il massacro sarà completo?

      18 Nei tempi moderni, la guerra è andata assai oltre l’uso delle spade e delle frecce. Le superpotenze militari contano di usare bombe nucleari e al neutrone e missili balistici intercontinentali. Ma non devono pensare che il glorificato Gesù Cristo non le possa sorprendere con armi da guerra scientificamente superiori alle loro. Il Salmo 45:4 avverte le nazioni che la destra di Cristo lo istruirà “nelle cose tremende”. I suoi missili sovrumani non saranno meno precisi nel colpire i bersagli umani dei missili dell’uomo. Con mira micidiale, colpiranno il “cuore dei nemici del re”. Che il massacro sia completo è indicato dal bollettino di guerra secondo cui sotto di lui “continuano a cadere i popoli” mentre combatte per la verità, l’umiltà e la giustizia. — Sal. 45:5.

      19. Che cosa dovrebbe chiedersi riguardo alle nazioni chi si sorprende di tale raffigurazione di Cristo e del suo Padre celeste, e come sarà purificata la terra contaminata da sangue innocente?

      19 Le persone della cristianità potrebbero dire che tale prospettiva presenti Gesù Cristo come uno spargitore di sangue e il suo Padre celeste come un Dio crudele e sanguinario. Forse si dicono sorprese che Dio e Gesù Cristo siano raffigurati in tal modo. Ma che dire delle nazioni della cristianità di cui sono cittadini patriottici? Tali nazioni sono forse pure del sangue versato non nella guerra teocratica, ma nella guerra non cristiana? Tali nazioni colpevoli di sangue ricordino che dopo il diluvio che spazzò via tutta la popolazione della terra eccetto Noè e la sua famiglia dentro l’arca, a questi Dio disse: “Chiunque sparge il sangue dell’uomo, il suo proprio sangue sarà sparso dall’uomo, poiché a immagine di Dio egli ha fatto l’uomo”. (Gen. 9:6) La cristianità ha condotto le nazioni allo spargimento di sangue in guerre politiche, crociate religiose e persecuzione di cristiani coscienziosi che si attenevano alla Bibbia. In che modo sarà purificata la terra contaminata dal sangue umano? Solo con lo spargimento del sangue di coloro che se ne sono resi colpevoli, per pareggiare la bilancia della giustizia.

      20. Com’è questo in armonia con la legge di Dio sulle città di rifugio per gli omicidi involontari, e come sarà resa idonea la nostra terra perché vi sia stabilito il Paradiso?

      20 Questo è in armonia con la legge di Dio sulle città di rifugio che stabilì in Israele per gli omicidi involontari. Per mezzo del profeta Mosè, disse: “Non dovete contaminare il paese nel quale siete; perché il sangue contamina il paese, e per il paese non ci può essere nessuna espiazione rispetto al sangue che è stato sparso su di esso eccetto mediante il sangue di colui che l’ha sparso. E non dovete contaminare il paese in cui dimorate, in mezzo al quale io risiedo; poiché io, Geova, risiedo in mezzo ai figli d’Israele”. (Num. 35:33, 34) La nostra terra contaminata dal sangue dev’essere purificata se si vuole che vi sia ristabilito il Paradiso come eterna dimora dell’uomo. Il sangue innocente versato su di essa dev’essere espiato mediante il sangue delle nazioni che oggi ci minacciano con una terza guerra mondiale.

      21. Tenendo conto della giustizia, perché Dio deve dare a Cristo la vittoria, e a che cosa serviranno le forze alleate delle nazioni nelle Nazioni Unite?

      21 Per questa giusta ragione tutte le nazioni dovranno fra breve rendere conto a Gesù Cristo. Egli dovrà riportare la vittoria su di loro. Altrimenti le esigenze della giustizia non sarebbero soddisfatte. Geova Dio gli darà la vittoria su di loro. Subiranno una completa disfatta, nonostante abbiano unito le loro forze nell’organizzazione delle Nazioni Unite. Combatteranno contro gli interessi del regno dell’Agnello di Dio che fu sacrificato, e l’ultimo libro della Bibbia dice al riguardo: “Questi hanno un solo pensiero, e danno la loro potenza e la loro autorità alla bestia selvaggia [le Nazioni Unite]. Questi combatteranno con l’Agnello, ma, siccome egli è Signore dei signori e Re dei re, l’Agnello li vincerà”. (Riv. 17:13, 14) Su questo combattimento leggiamo inoltre:

      22, 23. (a) Che cosa ci dice ulteriormente Rivelazione 19:11-16, 19 riguardo a quel combattimento? (b) Dove si combatte la guerra, e, per purificare la terra, com’è espiato il sangue innocente versato su di essa?

      22 “Ecco, un cavallo bianco. E colui che vi sedeva sopra è chiamato Fedele e Verace, e giudica e guerreggia con giustizia. . . . Sulla sua testa sono molti diademi. . . . È adorno di un mantello asperso di sangue, e il suo nome è La Parola di Dio. E gli eserciti che erano nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, ed eran vestiti di lino bianco, puro e fine. . . . E sul suo mantello, e sulla coscia, ha scritto un nome, Re dei re e Signore dei signori”.

      23 “E vidi la bestia selvaggia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che sedeva sul cavallo e al suo esercito”. (Riv. 19:11-16, 19) Poiché le nazioni radunate insistono nel voler mantenere la propria sovranità nazionale e perpetuare il dominio umano su tutta la terra, provocano il combattimento che segue. La situazione mondiale in cui giungono al punto di massima tensione è paragonata al campo di battaglia chiamato in ebraico Har-Maghedon. (Riv. 16:14-16) Lì si combatte “la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Lì il sangue di tutte le nazioni dovrà espiare tutto il sangue innocente con cui hanno contaminato la terra. Così l’intera terra sarà purificata perché vi sia stabilito il Paradiso.

      24. Sopravvivrà alcuna nazione a quel giorno della resa dei conti, e di che cosa dovremmo preoccuparci personalmente?

      24 Che giorno della resa dei conti sarà quello per tutte le nazioni della terra, sia dentro che fuori della cristianità! Sopravvivrà alcuna nazione a quel giorno? Questa è l’importante domanda che abbiamo posta in precedenza. E ora la risposta è senz’altro no! Neppure una! Per tale motivo noi cittadini di queste nazioni condannate dovremmo preoccuparci seriamente. Dovremmo voler imparare come possiamo singolarmente sopravvivere scevri di colpa.

  • In che modo il giorno della resa dei conti è per il nostro bene
    La Torre di Guardia 1979 | 15 luglio
    • In che modo il giorno della resa dei conti è per il nostro bene

      1. Perché le nazioni non otterranno la vittoria ad Har-Maghedon, e come saranno saldati i conti nel giorno della resa dei conti?

      LA “GUERRA del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon attende inesorabilmente tutte le nazioni della terra. Pur essendo pesantemente armate come non mai per la guerra globale, non potrebbero mai aspettarsi di ottenere la vittoria sull’Onnipotente Dio. Quale Comandante in capo degli eserciti celesti, egli concederà la vittoria al suo grande Maresciallo di campo, Gesù Cristo, perché è “Re dei re e Signore dei signori”. Quel giorno egli terrà la finale resa dei conti con tutte le nazioni avversarie. Pesate sulla bilancia della giustizia divina, saranno trovate mancanti. I conti saranno saldati con la loro eterna distruzione. — Riv. 19:11-21; 17:14.

      2. Perché le parole di Salmo 45:6, 7 sono rivolte al Re dopo il combattimento, e il fatto che impugna lo scettro di che cosa è un presagio per l’umanità?

      2 La vittoria ad Har-Maghedon rivendicherà la sovranità universale dell’Iddio Onnipotente. Siccome impiega con successo Gesù Cristo per ottenere questa vittoria, Dio lo riterrà degno di restare sul suo trono celeste. Finché durerà Dio, durerà il trono del suo unto Re Gesù Cristo. Questo fatto importante è sottolineato dalle parole di Salmo 45:6, 7, che il salmista rivolge al Re, dicendo: “Dio è il tuo trono a tempo indefinito, sì, per sempre; lo scettro del tuo regno è uno scettro di rettitudine. Tu hai amato la giustizia e hai odiato la malvagità. Perciò, Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio d’esultanza più dei tuoi compagni”. In queste parole riconosciamo quelle citate dall’apostolo Paolo per dimostrare la superiorità di Cristo rispetto agli angeli. (Ebr. 1:7-9) Poiché Cristo amò la giustizia e odiò la malvagità o l’illegalità, doveva impugnare lo scettro a favore della rettitudine. Questo è un buon presagio per l’umanità.

      3. Chi erano i “compagni” di Gesù Cristo, e perché egli fu unto con “olio d’esultanza” più di loro?

      3 Da uomo sulla terra, Gesù ebbe come antenati dei re. Il salmista menziona che avrebbe avuto degli antenati terrestri. Molti di loro, dal re Ioiachin a risalire fino al re Davide, erano stati suoi “compagni” regnando nel regno stabilito da Dio e sedendo sul “trono di Geova”. (1 Cron. 29:23; 2 Cron. 13:5, 8; Matt. 1:6-12) Quegli antenati regali esultarono senz’altro per il loro regno sull’eletto popolo di Dio. Ma nessuno di quei “compagni” regali poté esultare quanto il glorificato Gesù Cristo. Il suo regno è di gran lunga superiore al loro, essendo celeste, sì, al di sopra degli angeli. Geova, l’Iddio di Gesù Cristo, lo unse più abbondantemente con “olio d’esultanza” a causa della sua perfetta e incorruttibile devozione alla giustizia di Dio.

      MATRIMONIO E FIGLI

      4, 5. Cosa fa in seguito il re vittorioso, secondo Salmo 45:8-14a, e perché questo potrebbe sorprenderci?

      4 Dopo aver combattuto una guerra vittoriosa contro i suoi nemici sulla terra, Gesù Cristo può rivolgere l’attenzione ad attività pacifiche. L’ispirato salmista lo descrive come uno che si sposa e alleva una famiglia. Questo può sorprendere, perché il Figlio di Dio non divenne uomo sulla terra per sposare una delle figlie degli uomini. Non seguì la condotta di certi angelici “figli di Dio” del tempo di Noè. (Gen. 6:1-4) Ci si può dunque chiedere quale sia il vero significato delle ulteriori parole del Salmo 45:

      5 “Tutte le tue vesti son mirra e legno di aloe e cassia; dal grande palazzo d’avorio gli stessi strumenti a corda ti han fatto rallegrare. Figlie di re sono fra le tue preziose donne. La consorte regina ha preso posto alla tua destra in oro di Ofir. Ascolta, o figlia, e vedi, e porgi l’orecchio; e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. E il re avrà gran desiderio della tua bellezza, poiché egli è il tuo signore, inchinati dunque a lui. La figlia di Tiro anche con un dono; i ricchi del popolo placheranno la tua propria faccia. La figlia del re è tutta gloriosa dentro la casa; la sua veste è con castoni d’oro. In abito tessuto sarà condotta al re”. — Sal. 45:8-14a.

      6. Chi è la “figlia del re” che è condotta al Re, e cosa ebbe a che fare con lei Giovanni il Battezzatore?

      6 Chi è la “figlia del re”, la quale è condotta in sposa al re che ne ha gran desiderio, mentre solenne musica strumentale allieta l’occasione? È davvero la figlia di un Re, cioè Geova Dio, il “Re d’eternità”. (Riv. 15:3) Pertanto è una principessa. È la glorificata congregazione cristiana di 144.000 membri, considerati come un’unità, un corpo composto. Giovanni il Battezzatore ebbe il grande privilegio di presentare i primi membri di questo gruppo della sposa a Gesù Cristo sulla terra. Giovanni disse: “Chi ha la sposa è lo sposo. Comunque, l’amico dello sposo, quando sta ad ascoltarlo, prova molta gioia a motivo della

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