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Un popolo libero, ma ubbidienteLa Torre di Guardia 1973 | 15 agosto
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ASSISTIAMO LA CONGREGAZIONE NELLA SUA LOTTA
18. Qual è una domanda molto seria in questo tempo, e che relazione abbiamo con questa domanda?
18 In questo tempo, quando ogni aspetto e ogni istituzione del sistema di cose di questo mondo sono contaminati, corrotti e in decadenza, sorge la controversia: Vi saranno infiltrazioni anche nella congregazione di Dio così che sia corrotta? Si manterrà pura quale unica organizzazione al mondo che glorifichi il nome di Dio e i suoi giusti princìpi? È una domanda molto seria. È in diretta relazione con la grande controversia della sovranità di Dio. Non pensare neanche per un minuto che il Diavolo non scateni la più accanita guerra che sia possibile contro la congregazione. E non pensare di non essere in lotta, poiché egli lotta per contaminare TE, singolo cristiano. — Riv. 12:17.
19. Quali mezzi ha Geova provveduto per mantenere pura la congregazione, e che cosa richiede da parte nostra?
19 La congregazione di Dio sussisterà, come predice la Bibbia. (2 Tim. 2:19) Dio ha posto uomini in incarichi di responsabilità affinché si accertino che si mantenga pura e che i singoli componenti della congregazione siano protetti con l’aiuto di questi uomini spirituali. Perciò, quando questi uomini danno consigli, quando agiscono per riprendere un componente che ha peccato, o anche quando espellono un ribelle dalla congregazione, tutti noi dovremmo cooperare. Dovremmo rallegrarci che Dio abbia stabilito una simile disposizione protettiva.
20. In che modo il consiglio di Colossesi 3:2 ci aiuta a cooperare pienamente con la congregazione?
20 Possiamo cooperare con la congregazione ‘tenendo la mente rivolta alle cose di sopra, non alle cose della terra’. Le “cose della terra” sono le cose che spesso esercitano attrattiva su di noi. Forse dapprima ci è difficile vedere la differenza tra la libertà che abbiamo di fare queste cose e il diritto di farle. Ma se studiamo, se meditiamo e ci concentriamo sulle “cose di sopra”, sulle cose di Dio, possiamo chiaramente vedere quale dovrebbe essere la nostra attitudine. — Col. 3:2.
21. Come possiamo mostrare lealtà alla congregazione quando un fratello è corretto o ripreso da coloro che hanno incarichi di responsabilità?
21 Quindi, possiamo anche mostrare lealtà alla congregazione di Dio sostenendola nella sua lotta per mantenersi pura e per aiutare mediante consigli o disciplina quelli che sbagliano. Anziché far pensare a un fratello che la correzione impartitagli fosse errata, possiamo parlargli benignamente, mostrandogli dove la sua condotta non è stata saggia, riprendendolo, aiutandolo a capire come può raddrizzare il suo sentiero ed essere molto più felice. Possiamo assistere gli anziani della congregazione nei loro sforzi di ‘raggiustarlo’. (Gal. 6:1, NW) Eviteremo di fargli sentire che è giustificato. Se parliamo contro la misura correttiva, operiamo così contro i suoi interessi. Come dicono le Scritture, ‘odiamo nel nostro cuore il nostro fratello’. — Lev. 19:17.
PERICOLO D’ESSERE POSTI SOTTO L’ERRATA AUTORITÀ
22, 23. Spiegate le parole dell’apostolo in I Corinti 6:12, 13.
22 C’è un altro modo di considerare il problema su dove arriva la nostra libertà come cristiani e dove entra in gioco l’ubbidienza a Dio per limitarla. Considerate le parole dell’apostolo: “Ogni cosa mi è lecita; ma non ogni cosa è vantaggiosa. Ogni cosa mi è lecita; ma non mi farò porre sotto autorità da alcuna cosa”. L’apostolo menziona l’esempio di mangiare cibo. Non c’è nulla che si possa dimostrare giusto con più chiarezza. Ma Paolo indica che se mangiando certi cibi il cristiano suscita una controversia con altri nella congregazione, dovrebbe essere disposto a rinunciarvi. Dinanzi agli interessi del Regno e in paragone con gli interessi dei suoi fratelli, ciò equivale a nulla. Paolo dice: “I cibi per il ventre, e il ventre per i cibi; ma Dio ridurrà a nulla questi e quello”. — 1 Cor. 6:12, 13; 10:23.
23 Il cibo è qualche cosa che va distrutto quando lo si mangia. Non dura. Pure colui che è dedito semplicemente a soddisfare il suo appetito o desiderio carnale sarà distrutto al tempo fissato da Dio. Quindi, il cristiano che insiste nel fare le cose in un certo modo nonostante i sentimenti della congregazione o malgrado i consigli biblici contrari, che cosa sta facendo in realtà? Si fa porre in sottomissione all’errata autorità a causa della sua attitudine, della sua determinazione o insistenza a fare certe cose che vuole egoisticamente fare. Agisce in modo disubbidiente verso Dio. Perciò, a chi rende egli ubbidienza e servizio? All’avversario di Dio. In effetti è schiavo di una condotta che non è buona e la sua attitudine lo metterà veramente in difficoltà nella sua vita se continuerà.
24. A chi si applicavano le parole di Paolo sui tempi difficili degli “ultimi giorni”, e come dovrebbe questo preoccuparci seriamente?
24 Questa è la ragione per cui Paolo scrisse a Timoteo, sorvegliante di Efeso, avvertendolo che “negli ultimi giorni” gli uomini sarebbero divenuti “testardi”, “amanti dei piaceri”, “millantatori”, “non disposti a nessun accordo”. Tali cose, avvertì Paolo, si sarebbero manifestate in grandi proporzioni tra i professanti cristiani della cristianità. Ma non si doveva permettere che queste condizioni si infiltrassero nella vera congregazione cristiana. Quindi, se nella congregazione c’è qualcuno testardo, egli è in una posizione peggiore dei testardi del mondo, poiché l’apostolo Pietro dice che ‘il giudizio comincia dalla casa di Dio’. Egli deve rendere conto a Dio più di chi è fuori della congregazione. È in una posizione molto pericolosa. — 2 Tim. 3:1-5; 1 Piet. 4:17.
BADATE DI NON ESSERE PER UN “CAMBIAMENTO”
25. Perché i cristiani non dovrebbero unirsi a quelli che cercano di cambiare in meglio il mondo?
25 C’è un pericolo che tutti corrono, specialmente i giovani, perché ovunque c’è il fermento del “cambiamento”. Molti che cercano cambiamenti sono senz’altro persone oneste, che vedono la corruzione e l’ingiustizia e desiderano qualche cosa di meglio, senza tuttavia sapere che cosa dovrebbe essere. Ma coloro che sono a conoscenza del regno di Dio e si associano alla congregazione di Dio ne conoscono la struttura teocratica; sanno che è in armonia con i princìpi della Parola di Dio. Queste persone dovrebbero comprendere che il mondo è interamente permeato dall’egoismo, diametricalmente opposto ai giusti princìpi, e che non si può cambiare in meglio. Non c’è nessuna ragione di provarci. E dovrebbero anche sapere che non devono cercare di cambiare la congregazione di Dio secondo i loro propri concetti, o secondo i concetti dei fautori di cambiamenti nel mondo. Far questo vorrebbe dire introdurre lo spirito del mondo nella congregazione, che non dev’essere parte di questo mondo.
26. Come le Scritture avvertono del pericolo che corrono quelli che vogliono far cambiamenti nella congregazione secondo le loro idee o quelle del mondo?
26 Qual è il risultato della pericolosa condotta di chiedere un cambiamento, pensando che la congregazione di Dio sia “arcaica”, o almeno che non si conformi abbastanza alle vie e alle idee moderne? Forse quest’attitudine si manifesterà col tentativo di far valere certi “diritti” personali nella congregazione. Notate ciò che dice il saggio a suo figlio, nel libro di Proverbi: “Figlio mio, temi Geova e il re. Non t’immischiare con quelli che sono per il cambiamento. Poiché il loro disastro sorgerà così improvviso, che chi è consapevole dell’estinzione di quelli che sono per un cambiamento?” — Prov. 24:21, 22.
27. Quale sarà il risultato per quelli che esercitano la libertà che Dio dà loro, riconoscendo nello stesso tempo l’esigenza della piena ubbidienza?
27 Geova ama quelli che gli ubbidiscono. Ama chi legge la sua Parola, chi la medita e ne applica direttamente a sé i buoni consigli, non importa quanto direttamente i consigli lo tocchino. Quale libertà Geova concede a quelli che gli ubbidiscono! Egli cambierà l’aspetto di questa terra spazzando via quelli che la contaminano. A suo tempo tutto il genere umano sarà salvato e riceverà “la gloriosa libertà dei figli di Dio”. Sarà ristabilita la relazione che c’è tra un padre amorevole e i figli ubbidienti. Mediante il suo ineguagliato amore verso i suoi figli ubbidienti Geova potrà elargire loro inesauribili ricchezze spirituali e materiali per tutta l’eternità! — Rom. 8:21; Riv. 11:18.
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Dare ascolto all’avvertimento divino è saggezzaLa Torre di Guardia 1973 | 15 agosto
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Dare ascolto all’avvertimento divino è saggezza
IL MODO in cui Geova ha trattato il genere umano ha sempre rispecchiato in quale alta stima tiene la vita umana. Egli non ha agito affrettatamente per esprimere avversi giudizi ma ha misericordiosamente provveduto a popoli e nazioni occasioni per cambiare le loro vie. (Ger. 18:6-10) Questo si può specialmente notare dal modo in cui ha trattato la nazione d’Israele. Geova suscitò ripetutamente profeti per incoraggiare la nazione infedele ad abbandonare la sua cattiva condotta. — Isa. 55:6, 7; Ezec. 33:10, 11.
Uno di questi profeti fu Ezechiele, che cominciò la sua opera profetica nel 613 a.E.V. in esilio a Babilonia. La posizione di Ezechiele era simile a quella di una sentinella che aveva la responsabilità di avvertire le persone in tempo di pericolo. Chi non dava ascolto all’avvertimento doveva assumersi la responsabilità della propria morte. Anche se Ezechiele come sentinella fosse venuto meno al suo dovere, l’illegalità del popolo li rendeva meritevoli di morte e quindi la loro morte non sarebbe stata un’ingiustizia. Ezechiele, comunque, sarebbe stato colpevole di negligenza criminosa. (Ezec. 33:1-6) Imprimendo questo fatto sulla mente di Ezechiele, Geova dichiarò:
“Riguardo a te, o figlio d’uomo, ti ho fatto sentinella alla casa d’Israele, e tu devi udire dalla mia bocca la parola e dare loro l’avvertimento da parte mia. Quando dico a qualcuno malvagio: ‘O malvagio, positivamente morrai!’ ma tu in effetti non parli per avvertire il malvagio dalla sua via, egli stesso morrà come malvagio nel suo proprio errore, ma io richiederò il suo sangue dalla tua propria mano. Ma riguardo a te, nel caso che tu effettivamente avverti qualcuno malvagio perché si volga dalla sua via ma egli effettivamente non si volge dalla sua via, egli stesso morrà nel suo proprio errore, mentre tu stesso per certo libererai la tua propria anima”. — Ezec. 33:7-9.
Quelli che rispondono all’avvertimento di Dio dato per mezzo dei suoi servitori non hanno ragione di temere che la loro passata condotta sia loro imputata. Geova Dio prende “diletto non nella morte del malvagio, ma in quanto qualcuno malvagio si volge dalla sua via ed effettivamente continua a vivere”. (Ezec. 33:11) Naturalmente, se i giusti abbandonano il corso di fedeltà, non saranno risparmiati dall’avverso giudizio. Che una persona muoia
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