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    La Torre di Guardia 1957 | 1° giugno
    • assolvere questa responsabilità, spassionatamente, nell’interesse di tutti e per l’onore di Geova e la purezza della sua congregazione.

      ATTITUDINE VERSO LA DISASSOCIAZIONE

      16. Enumerate le trasgressioni che richiedono la purificazione.

      16 Le trasgressioni che rendono necessaria la disassociazione comprendono quelle che portarono una punizione al tempo della prima congregazione cristiana. Tali trasgressioni consistono nel persistere a mentire, rubare, agire con disonestà negli affari, commettere violazioni sessuali, insegnare false dottrine, rifiutare il provvedimento di Geova mediante Cristo Gesù, ribellarsi contro l’organizzazione teocratica, provocare dissidi, calunnie, maldicenza e altri peccati. Sappiamo che queste non sono cose virtuose e non possiamo immaginare che Geova Dio o suo Figlio Cristo Gesù facciano tali cose.

      17. In quali modi la disassociazione è un atto di amore?

      17 In queste trasgressioni la legge cristiana non ignora la debolezza dell’uomo né trascura il riscatto provveduto da Cristo Gesù e il perdono e la misericordia di Geova. La procedura della disassociazione prende in considerazione tutte queste cose ed è veramente l’ultima risorsa dopo che tutti gli altri provvedimenti non siano riusciti a mantenere o a ristabilire la purezza e la virtù. La disassociazione è perciò veramente un atto di amore, amore da parte di Geova e Cristo Gesù, da parte dell’organizzazione teocratica stessa e da parte dei servitori nella congregazione che prendono direttamente il dovuto provvedimento. Questo perché non è fatta con odio o cattiveria ma in ubbidienza alle giuste leggi di Geova. È un atto di fedeltà; mancare di mantenere pura l’organizzazione sarebbe infedeltà. Essa ha un triplice scopo: primo, quello di mantenere pura la congregazione cristiana della società del nuovo mondo; secondo, di aiutare, se possibile, il trasgressore con questi mezzi drastici, perché potrebbe darsi che egli possa essere convinto della gravità del suo errore e pentirsene debitamente dinanzi a Geova Dio; terzo, l’interesse di coloro che osservano l’azione intrapresa, sia per assicurarli della correttezza dell’organizzazione teocratica che per ammonirli della gravità di un deviamento dalla condotta giusta.

      18. Paragonate i peccati sessuali con altre trasgressioni della legge cristiana.

      18 Ci sono tutte queste trasgressioni, alcune delle quali abbiamo nominate, che servono ad indebolire l’individuo e la congregazione se si persiste in esse. La maggior parte di queste possiamo riconoscere come offese contro un’altra persona, a scapito di certi diritti e quindi comprovanti mancanza d’amore. Ma sembra che alcuni abbiano difficoltà a comprendere perché le trasgressioni sessuali sono così riprovevoli per l’organizzazione cristiana e perché sono così vigorosamente condannate da Dio stesso nella sua Parola, la Bibbia. È il grande Creatore e Padre che ha preso il provvedimento per la trasmissione della vita umana, e questa è cosa meravigliosa e sacra. Noi tutti ne abbiamo avuto beneficio, perché siamo viventi. Se ne accettiamo i benefici, certamente, accettiamo il metodo di Dio, e l’accettazione da parte nostra del beneficio e del metodo ci impone di accettare il divino controllo dell’intero procedimento. Qualcuno potrebbe dire che le trasgressioni sessuali non sono nocive, neanche per coloro che volontariamente vi partecipano; quindi perché sono così riprovevoli? Mentire, sì! Rubare, sì! Queste cose privano un altro di ciò che gli appartiene. Ma una trasgressione come l’adulterio o la fornicazione, non è differente? Dal momento che è così comunemente praticata nel vecchio mondo, come può essere tanto scorretto praticarla per i membri della società del nuovo mondo?

      19. Come dimostra Paolo che vi è implicata la religione?

      19 È possibile che l’apostolo Paolo si sia trovato di fronte a un ragionamento del genere. Ad ogni modo nel sesto capitolo di Primo Corinzi egli mostra che vi è implicata la religione, dichiarando in parte: “Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l’uomo commetta è fuori del corpo, ma chi pratica la fornicazione pecca contro il proprio corpo. Cosa! Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello spirito santo in voi che voi avete da Dio? Inoltre, voi non appartenete a voi stessi, poiché foste comprati con un prezzo. In ogni modo, glorificate Dio nel vostro corpo”. — 1 Cor. 6:9-20, NM.

      20. Perché le “altre pecore” del Signore devono astenersi da impurità sessuali?

      20 Qui Paolo si rivolge ai membri del corpo di Cristo. Ma significa ciò che le altre pecore del Signore, che costituiscono la grande maggioranza della società del nuovo mondo, non sono tenute ad osservare questo comandamento di astenersi da impurità sessuali? Questa deduzione non può essere corretta, ma, piuttosto, questa esortazione alla purezza morale vige ugualmente su tutti i servitori dedicati a Dio. Perché? Perché il suo spirito è sul popolo a lui dedicato come gruppo o corpo e come individui. Questi altri peccati condannati, come mentire, rubare, insegnare dottrine errate, e ribellione, sono peccati fuori del corpo di ciascun membro delle “altre pecore” del Signore ma i peccati di adulterio e fornicazione sono peccati contro lo stesso corpo dell’individuo, che dovrebbe essere usato per glorificare Dio.

      21. Che cosa dobbiamo fare per glorificare Dio?

      21 Non possiamo glorificare Dio in questa o in altre cose se rifiutiamo di assoggettarci alle regole da lui poste. Hanno forse i membri delle altre pecore di Geova il suo spirito su di loro? Certamente. Quindi essi non osano peccare contro i propri corpi. I tempi nei quali viviamo, che sono critici e difficili, richiedono una scrupolosa preservazione della virtù e non la richiedono solo dai membri del rimanente del “corpo di Cristo” ma anche dai membri delle ‘altre pecore” del Signore, da tutti quelli che fanno parte o sperano di far parte della società del nuovo mondo. Ai suoi giorni Paolo si riferì a ciò che egli chiamò la prevalenza della fornicazione. Non è meno prevalente ora.

      22. Cosa dite del privilegio e della responsabilità dell’intera congregazione in quanto alla preservazione della virtù?

      22 Che dire del privilegio e della responsabilità dell’intera congregazione rispetto alla preservazione della virtù? Ricordiamo che nel caso dell’Israele tipico era la congregazione, il popolo, che eseguiva la sentenza di morte sui trasgressori che ne erano meritevoli secondo la legge di Geova Dio. Nella congregazione cristiana tutti devono desiderare sinceramente di preservare le virtù di Geova fra gli uomini. Essi devono rispettare la decisione dei servitori inerenti alla disassociazione. Questo viene sostenuto da Tito 1:5-16: “Ti lasciai a Creta, affinché . . . facessi nomine . . . Poiché il sorvegliante [deve] esortare mediante l’insegnamento che è salutare e riprovare quelli che contraddicono. . . . indisciplinati, . . . A questi bisogna turar la bocca, . . . riprendili severamente, . . . Essi dichiarano pubblicamente di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le loro opere, perché sono detestabili”. Vediamo da questo che l’indisciplina non è permessa. L’indisciplina sarebbe una seconda violazione, e una seconda violazione non farebbe bene né aiuterebbe nei confronti della prima violazione della legge di Dio che costituisce la base per l’azione di disassociazione. Mettere in dubbio la decisione riguardante l’azione della disassociazione sarebbe incompatibile con la propria professione di fede in Dio e nella sua parola, e col desiderio di vedere la parola di Dio operare in mezzo al suo popolo. Sarebbe incompatibile con l’unirsi alla società del nuovo mondo nella sua meravigliosa opera di espansione della pura adorazione. Dimostrerebbe mancanza di fiducia, mentre una cooperazione di tutti nella congregazione e un’accettazione della disassociazione determinata per il bene di tutti dimostra fiducia da parte di quelli che sono nell’associazione. È dunque necessario che tutti nella congregazione accettino la decisione della congregazione. Ai Tessalonicesi, Paolo scrisse: “Ora noi vi preghiamo, fratelli, di avere riguardo verso quelli che fra voi lavorano strenuamente e presiedono su di voi nel Signore e vi ammoniscono, rivolgendo loro più che straordinaria considerazione con amore a causa del loro lavoro”. — 1 Tess. 5:12-27, NM.

      23. Fino a che punto l’individuo che ha sbagliato deve rattristarsi a causa del suo peccato?

      23 L’ira da parte della persona disassociata non ha relazione col pentimento. Una persona non è contemporaneamente pentita e adirata; perciò non vi deve essere alcuna errata pietà o errata simpatia. Il cuore dev’essere dunque contristato? Sì, la disassociazione dovrebbe contristare il cuore. Da parte di chi ha sbagliato, per qualsiasi violazione della legge di Dio, piccola o grande, ci dev’essere vero pentimento, che significa un cuore afflitto. Nel caso di una persona disassociata, perché la disassociazione sia per il suo bene e possibilmente per la sua reintegrazione, il cuore dev’essere profondamente colpito, la mente dev’essere ferita, vi deve essere un vero e sincero desiderio di virtù da parte sua, desiderio che condurrà al pentimento.

      24. Con quale azione possiamo dimostrare la nostra sottomissione a Geova e il nostro amore per la sua virtù?

      24 L’intera congregazione è in prova in quanto alla pura adorazione e preservazione della virtù di Dio. Seguire la condotta ubbidiente risulta nella benedizione di Geova. In tal modo tutti nella congregazione mostrano conformemente la loro fiducia in Geova mediante Cristo Gesù per ogni cosa; per la verità stessa, per il suo spirito che ci permette di mantenere l’integrità e compiere il nostro ministero, e anche per le comuni benedizioni della vita. Quando il consiglio e la guida e anche la severa disciplina sono applicati e accettati, ‘se vi è qualche virtù e qualche cosa lodevole’, queste provengono da Geova Dio mediante Cristo Gesù. La teocratica società del nuovo mondo, decennio dopo decennio, continua consistentemente a meritare il nostro appoggio e la nostra cooperazione spontanea come cristiani adoratori di Geova Dio nel preservare la virtù, nel suo virtuoso e trionfante regno. Unitevi alla società del nuovo mondo!

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      (Rapporto tratto dall’“Annuario” del 1951)

      IN SVIZZERA durante l’anno di servizio è stato fatto un buon progresso ed è stata data una meravigliosa testimonianza. Non avviene molto spesso che possa essere usata la radio, ma un giorno l’ufficio filiale ricevette una lettera dal direttore di una stazione radio che invitava i testimoni di Geova a partecipare ad una discussione con rappresentanti della Chiesa Nazionale Riformata. Da un’estremità della nazione all’altra sono giunte comunicazioni attestanti che migliaia di persone ascoltarono questa discussione e di conseguenza molti scrissero all’ufficio filiale dicendo che i testimoni di Geova avevano vinto la discussione. Un giornale fece questo commento sul programma della radio: “Ci rincresce dover dire che se dovessimo decidere per l’una o l’altra parte del dibattito,

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