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Come dovresti considerare la disciplina?La Torre di Guardia 1972 | 15 giugno
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per la maggioranza è così difficile accettarla? La stessa causa che fa aver bisogno di disciplina, cioè l’imperfezione, ci rende anche difficile accettarla.
La disciplina può farci sentire imbarazzati, feriti o scoraggiati. La Bibbia riconosce che la disciplina reca in effetti un certo dispiacere. L’apostolo Paolo scrive: “Veramente, nessuna disciplina sembra al presente esser gioiosa, ma dolorosa; ma a quelli che ne sono stati addestrati produce poi un pacifico frutto, cioè giustizia”. — Ebr. 12:11.
L’umiltà toglie alla disciplina gran parte del suo aspetto sgradevole. Molti, comunque, lasciano che orgoglio e ostinatezza li inducano a resistere alla disciplina. Ma quando la correzione o la riprensione è ben fondata, e altri vedono che lo è, la persona che ostinatamente la rigetta appare semplicemente stolta agli occhi di quelli che osservano. Alcuni uomini politici sono così, cercando di sottrarsi con ambiguità alla responsabilità di dichiarazioni false o avventate, o di azioni errate che hanno commesse. Ma chi vuole avere una reputazione come la loro? La Parola di Dio dice: “I semplici stolti han disprezzato la sapienza e la disciplina”. — Prov. 1:7.
In contrasto, leggiamo: “Riprendi la persona saggia ed essa ti amerà”. Perché? Perché sa che per mezzo della correzione “diverrà più saggia ancora”. Sì, “il saggio ascolterà e guadagnerà più istruzione, e l’uomo d’intendimento è quello che acquista abile direzione”. — Prov. 9:8, 9; 1:5.
COME REAGIRAI?
La domanda essenziale, quindi, è questa: Che ne vuoi fare della tua vita? Vuoi semplicemente tirare avanti, facendo solo quello che ti senti di fare? O sei disposto a operare verso un futuro meritorio? La Parola di Dio consiglia: “Ascolta il consiglio e accetta la disciplina, per divenire saggio nel tuo futuro”. — Prov. 19:20.
Possiamo trovare la disciplina più piacevole se ricordiamo sempre che è la disposizione di Dio. Per questo Salmo 50:17 dice che chi odia la disciplina, in effetti, ‘getta le parole di Dio dietro le spalle’. La disciplina proviene giustamente da una fonte autorizzata. Dio ha affidato tale compito ai genitori, poiché essi sono responsabili della vita dei loro figli. (Prov. 1:8, 9; Efes. 6:4) E, nella congregazione cristiana, Dio ha provveduto “anziani” spirituali i quali sono “in grado di esortare mediante l’insegnamento che è sano e di rimproverare quelli che contraddicono”. — Tito 1:5-9.
Ricorda pure che quelli che ci disciplinano non cercano di “metterci le pastoie” per intralciarci il cammino sulla via della vita. Cercano invece di aiutarci a fare rapido e piacevole progresso. La disciplina ci protegge da nocivi incidenti, ci trattiene dal fare cose che ci impegoleranno in sgradevoli problemi, rendendoci difficile la via o facendoci addirittura finire in un vicolo cieco. (Prov. 5:11-13, 22, 23) Se accettiamo la correzione, la Bibbia promette: “Quando camminerai, la tua andatura non sarà impedita; e se correrai, non inciamperai. Aggrappati alla disciplina; non la lasciar andare. Salvaguardala, poiché essa stessa è la tua vita”. — Prov. 4:10-13.
Sei a volte incline a risentirti per la disciplina dei tuoi genitori? Supponi che ti lascino fare proprio come vuoi, che non prestino attenzione, che non ti diano nessuna correzione. Mostrerebbero così vero amore? Non è questo il modo in cui fanno di solito i padri di figli illegittimi, ignorando la loro prole? Vogliamo essere trattati così? Facendo la stessa illustrazione, l’apostolo Paolo ci rammenta che la disciplina è in realtà un’evidenza dell’amore e dell’interesse di Dio verso di noi. — Ebr. 12:4-10; si paragoni Proverbi 3:11, 12.
Se ti accorgi che sei turbato perché qualcuno ti dà consigli o riprensione, soffermati e chiediti questo: Perché si sono presi il tempo e si sono sforzati di far questo? Forse perché vi provano piacere? Nella maggioranza dei casi potrai vedere che dare una riprensione non è esattamente una cosa piacevole e facile per loro. Ma lo fanno perché si interessano abbastanza di te da fare lo sforzo. Questo solo dovrebbe bastare a farti riflettere seriamente su ciò che dicono e indurti a cercar di capire le loro ragioni. — Prov. 17:10.
È vero che ci vuole forza per ammettere i propri sbagli. Ma possiamo rivolgerci a Dio in preghiera e chiedergli la forza e il coraggio di addossarci la colpa e mettere in pratica la riprensione, vedendone la giustezza e traendone beneficio con il giusto spirito, come fece Davide. (Sal. 51:1, 2, 10-12; Isa. 26:16) Possiamo essere come l’apostolo Pietro. Egli fu pubblicamente rimproverato dall’apostolo Paolo per una certa errata linea di condotta. Ma Pietro fu abbastanza uomo, e soprattutto abbastanza cristiano, da accettare la riprensione. Non nutrì nessun risentimento e in seguito si riferì a Paolo come al “nostro diletto fratello Paolo”. — Gal. 2:11-14; 2 Piet. 3:15, 16.
Certo, non hai bisogno di aspettare che altri ti correggano. Puoi praticare l’“autodisciplina”. Essendo desto, puoi riconoscere molti dei tuoi propri sbagli e agire per correggerli. — 1 Cor. 11:31, 32.
Derivano molti vantaggi dall’essere sensibili alla disciplina. Ammettere gli sbagli o i difetti in modo schietto dà alla persona un’intima sensazione di maggior vigore, di maggior purezza. Rafforza il cuore e la mente rispetto a ciò che è giusto. Favorisce buone relazioni con altri; ti riconoscono come una persona onesta, umile ed equilibrata, piacevolmente diversa da tante persone d’oggi. E, soprattutto, ti assicura l’approvazione e la benedizione di Dio. Sì, “le riprensioni della disciplina sono la via della vita”. — Prov. 6:23.
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Giona predicò a NiniveLa Torre di Guardia 1972 | 15 giugno
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Giona predicò a Ninive
SECONDO il racconto biblico, nel nono secolo a.E.V. il profeta ebreo Giona percorse centinaia di chilometri per predicare agli abitanti dell’antica capitale assira di Ninive. Come risultato della sua predicazione, “gli uomini di Ninive riponevano fede in Dio”. Perfino il “re di Ninive . . . si coprì di sacco . . . E il vero Dio vide le loro opere, che si erano convertiti dalla loro cattiva via; e il vero Dio provò dunque rammarico della calamità che aveva proferito di causar loro; e non la causò”. — Giona 3:1-10.
La Bibbia, comunque, non è la sola fonte che attesti la visita di Giona all’antica località di Ninive. L’Encyclopædia Britannica, Volume 16, pagina 461, edizione del 1946, osserva: “L’antica capitale dell’impero assiro si trova sulla riva destra del Tigri di fronte alla moderna città di Mosul. Consiste di due grandi elevazioni, Kouyunjik e quella che oggi è considerata la tomba del profeta Giona (Nebi Yunus)”. Il nome “Nebi Yunus” significa “La tomba del profeta Giona”.
I libri Everyday Life in Ancient Times della Società Geografica Nazionale e Archaeology and Our Old Testament Contemporaries di James Kelso, contengono illustrazioni dell’elevazione e della moschea costruita da una parte d’essa. È interessante notare che, in tutte le epoche, la gente di quella zona ha onorato la memoria di colui che permise agli antichi abitanti di Ninive di sfuggire alla distruzione.
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