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Che cosa significa la disassociazioneLa Torre di Guardia 1963 | 15 dicembre
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attività compiuta, non sarà accettato o registrato.
Il disassociato può comprare letteratura come chiunque altro del pubblico, ma non riceverà il Ministero del Regno mensile, poiché non è più ministro della buona notizia del Regno. Né può pensare che trasferendosi in un’altra congregazione sarà esente dalle sanzioni impostegli. La congregazione locale verrà informata e sarà fatto un pubblico annuncio circa la sua disassociazione per la protezione di quella congregazione.
Tuttavia, un disassociato può a suo tempo riconciliarsi con Geova e con la sua organizzazione ed essere riaccettato come fratello, purché si penta, cambi la sua condotta, manifesti un atteggiamento umile e dia prova dopo un certo periodo di tempo di desiderare sinceramente di vivere in armonia con la Parola di Dio. Comunque, anche dopo la sua riammissione, la sua posizione non sarà mai più la stessa. È venuto meno a un prezioso deposito e non gli può essere affidata la sorveglianza della congregazione. Quindi perde irrevocabilmente i privilegi di servitore sulla terra.
Il principio da applicare è simile a quello del caso di Ruben, primogenito di Giacobbe. Poiché Ruben commise immoralità incestuosa con la concubina di suo padre, perdette il diritto di primogenito. Egli non sarebbe stato iscritto nella genealogia come tale, né gli uomini della tribù di Ruben avrebbero esercitato i privilegi di sorveglianza nella nazione d’Israele, né come governatori né come sacerdoti. (Gen. 49:3, 4; 1 Cron. 5:1) Similmente oggi, i servitori scomunicati dalla visibile organizzazione di Geova non saranno mai più qualificati per avere incarichi di sorveglianti in mezzo al popolo di Geova. Se una persona riammessa ha tenuto studi biblici con un gruppo isolato, e da questo gruppo viene poi formata una congregazione, un altro fratello dedicato sarà nominato servitore. Comunque, finché non sia formata la congregazione e non occorrano servitori, egli può continuare a tenere studi col gruppo, poiché può partecipare al ministero di campo, proclamando la buona notizia del Regno.
ATTEGGIAMENTO DEI MEMBRI DELLA CONGREGAZIONE
Sotto la disposizione della legge di Geova per l’antico Israele, le persone della congregazione eseguivano la sentenza di morte su quelli che la meritavano. In Deuteronomio 17:6, 7 (VR) leggiamo: “Colui che dovrà morire sarà messo a morte sulla deposizione di due o di tre testimoni; non sarà messo a morte sulla deposizione di un solo testimonio. La mano dei testimoni sarà la prima a levarsi contro di lui per farlo morire; poi, la mano di tutto il popolo; così torrai il male di mezzo a te”.
Nella congregazione cristiana troviamo un simile principio di cooperazione e partecipazione. Benché colui che sbaglia non sia messo a morte, la scomunica di tale individuo è osservata e rispettata da tutti nella congregazione. Questa procedura scritturale è spiegata in 1 Corinti 5:11: “Io vi scrivo di cessar di mischiarvi in compagnia di alcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo”.
Perciò i membri della congregazione non si assoceranno al disassociato, né nella Sala del Regno né altrove. Non converseranno con lui né mostreranno in alcun modo di notarlo. Se il disassociato tenta di parlare ad altri nella congregazione, essi dovranno allontanarsi da lui. In tal modo, capirà pienamente l’entità del suo peccato. Altrimenti, se tutti parlassero liberamente col trasgressore, egli sarebbe portato a pensare che la sua trasgressione non era una cosa tanto grave. Se accade che qualcuno che visita la congregazione o a una grande assemblea non sa che una persona è stata disassociata e cerca di parlarle, altri fratelli che vedono lo informeranno con tatto della situazione. Inoltre, il disassociato che vuole fare ciò ch’è giusto dovrebbe dire a chiunque gli si avvicina inconsapevolmente che è disassociato e che non dovrebbero parlare con lui.
Vi è un altro aspetto della necessità che i membri della congregazione cooperino col comitato che ha preso la misura della disassociazione. Esso è reso chiaro da 2 Giovanni 11: “Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle sue opere malvage”. Sì, l’atteggiamento dell’individuo verso una persona espulsa dalla congregazione mostra il suo atteggiamento verso i giusti princìpi di Geova. Quando uno ignora la misura della disassociazione e continua ad associarsi al disassociato, mostra il suo errato atteggiamento verso le leggi di Geova. Egli, in effetti, mostra di sostenere il trasgressore e di pensare che le leggi di Geova non abbiano valore. Quanto sia serio non rispettare la procedura della disassociazione lo si comprende quando è detto che egli “partecipa” alle opere malvage del disassociato. Realmente, colui che deliberatamente non rispetta la decisione della congregazione rischia di essere a sua volta disassociato perché continua ad associarsi a tale individuo. Poiché è messo nella stessa categoria del disassociato, dato che “partecipa”, è ragionevole che si debba prendere la stessa misura verso il dissenziente. Anch’egli può essere allontanato dal favore di Geova e dalla sua visibile organizzazione.
Che cosa si deve fare se un disassociato e un membro della congregazione lavorano nello stesso luogo per l’impiego secolare? Possono in tal caso avere associazione, dal momento che il lavoro può richiedere che si parlino? Anche in tal caso, si tratta di riconoscere la mutata condizione del disassociato. Benché sia permesso conversare nella misura necessaria per assolvere le funzioni del lavoro, non è appropriato associarsi nel senso di parlare liberamente, senza tener conto della sua condizione. Sarebbero considerate solo le cose necessarie relative al lavoro, mai questioni spirituali o altre questioni che non sono nella categoria delle cose necessarie per il lavoro secolare. Se i rapporti necessari sono troppo frequenti e intimi, il cristiano può considerare di cambiare l’impiego per non andare contro la propria coscienza.
Comunque, qual è la posizione di coloro che sono uniti da vincoli di sangue al disassociato? Quali princìpi si applicano circa l’autorità e l’istruzione dei figli nella casa? Com’è possibile a suo tempo la riammissione? Inoltre, date le gravi conseguenze che si hanno, si dovrebbe forse essere tentati di non confessare le proprie colpe se nessun altro le conoscesse altrimenti? E, infine, come ci si può salvaguardare da una condotta che conduce alla disassociazione? Per avere informazioni su questi importanti argomenti, attendiamo successive edizioni della rivista La Torre di Guardia.
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Esaudita la sua preghieraLa Torre di Guardia 1963 | 15 dicembre
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Esaudita la sua preghiera
Un testimone di Geova nel Massachusetts (U.S.A.) ha avuto questa esperienza: “Andai a una porta l’altro giorno e mentre cominciavo a dare testimonianza la signora disse sorridendo: ‘Siete testimone di Geova?’ Assentii. Ella mi invitò a entrare e mi disse che aveva appena pregato che uno andasse a visitarla. E non appena aveva pregato, avevano suonato alla porta e io ero là. La parte significativa della visita era che io non intendevo andare in quella casa quando ero sceso dalla macchina. In precedenza avevo lasciato due riviste a un uomo che aveva mostrato pochissimo interesse, poi mi era improvvisamente venuta l’idea di fare ugualmente la visita”.
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