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  • L’odierna distruzione di Bibbie non ha successo
    La Torre di Guardia 1980 | 15 luglio
    • L’odierna distruzione di Bibbie non ha successo

      “Egli lo strappava col coltello del segretario, gettandolo pure nel fuoco che era nel braciere finché tutto il rotolo finì nel fuoco ch’era nel braciere”. — Ger. 36:23.

      1. Perché bruciare Bibbie o parti d’esse non è una novità?

      CHE qualcuno bruci la Sacra Bibbia o parti d’essa non è una novità. Il primo caso documentato si verificò più di 2.600 anni fa, ai giorni del terzultimo re della nazione alla quale in origine era stata affidata la Bibbia.

      2. Perché la profezia di Geremia fu data alle fiamme?

      2 Era inverno. A Gerusalemme il re Ioiachim era seduto accanto a un braciere in cui ardeva un fuoco per riscaldare la sala del trono. Il racconto spiega come avvenne che una parte essenziale della Sacra Bibbia fu data alle fiamme. Citiamo direttamente dal racconto:

      Or avvenne nel quarto anno di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda, che questa parola fu da Geova rivolta a Geremia, dicendo: “Prenditi il rotolo di un libro, e vi devi scrivere tutte le parole che ti ho proferite contro Israele e contro Giuda e contro tutte le nazioni, dal giorno che ti parlai, dai giorni di Giosia, fino a questo giorno. Forse quelli della casa di Giuda ascolteranno tutta la calamità che io penso di far loro, acciocché tornino, ciascuno dalla sua cattiva via, e affinché io effettivamente perdoni il loro errore e il loro peccato”. (Ger. 36:1-3)

      Se leggiamo i precedenti 35 capitoli del libro di Geremia, possiamo capire la sicura impopolarità cui il suo messaggio scritto sarebbe andato incontro.

      3. Perché Geremia non doveva essere considerato un seccatore, e ancora quanto tempo rimaneva al popolo per ravvedersi?

      3 Il messaggio che oggi corrisponde a quello che Geremia doveva scrivere nel “rotolo di un libro” si rivela altrettanto impopolare. Comunque, lo scopo del messaggio non è quello di irritare le persone, di infastidirle, di tormentarle con previsioni calamitose. I cristiani che oggi corrispondono al profeta Geremia non hanno nessuna intenzione di essere dei seccatori. No, essi svolgono un pubblico servizio avvertendo tutte le persone dell’imminente catastrofe internazionale. Questo può indurre alcuni a pentirsi e a convertirsi mentre Geova è ancora favorevolmente disposto. Così facendo potranno essere risparmiati durante la veniente calamità mondiale. Ai giorni di Geremia, solo 18 anni separavano la nazione di Giuda dalla distruzione della città santa di Gerusalemme per mano dei babilonesi. Oggi, dopo 60 anni di attività svolta dalla moderna classe di Geremia, quanto tempo rimane ancora alla cristianità, controparte di Gerusalemme, prima che la sua calamitosa distruzione dia inizio alla “grande tribolazione” del mondo intero? — Matt. 24:21, 22.

      ANNUNCIATO IL MESSAGGIO DI CONDANNA

      4. Completato il rotolo di Geremia, in che modo il messaggio fu presentato a Gerusalemme, e perché?

      4 Ubbidendo, Geremia dettò il messaggio al suo segretario, Baruc figlio di Neria. Il risultante manoscritto conteneva tutte le parole rivolte da Geova a Geremia dal tredicesimo anno del regno di Giosia in poi, anno in cui Geova aveva suscitato come profeta il giovane Geremia, futuro sacerdote. Completato il manoscritto, Geremia si sentì impossibilitato ad andare a Gerusalemme, distante solo 5 chilometri dalla sua città natale levita di Anatot, per leggere ad alta voce il rotolo nei cortili del tempio. Vi mandò quindi il suo segretario Baruc, aggiungendo: “Forse la loro richiesta di favore cadrà dinanzi a Geova ed essi torneranno, ciascuno dalla sua cattiva via, poiché grande è l’ira e il furore che Geova ha proferito contro questo popolo”. — Ger. 36:4-7.

      5. Qual era probabilmente il tempo più adatto per leggere nel tempio di Gerusalemme le profezie di Geremia?

      5 A chi sarebbe piaciuto leggere udibilmente un testo simile in un luogo di pubblico passaggio? Ci volle coraggio da parte di Baruc. Ma con la forza datagli da Dio, egli lo fece! Dobbiamo tener presente che ci volle del tempo perché Baruc potesse scrivere tutto ciò che Geremia gli dettava. (Ger. 36:17, 18) Poiché il manoscritto conteneva l’energico messaggio di Geova contro tutte le nazioni, incluse Israele e Giuda, un avvenimento pubblico sarebbe stato il tempo adatto per leggere ad alta voce il manoscritto. Un giorno di digiuno nazionale, per esempio! Allora il tempio di Gerusalemme sarebbe stato gremito da tutti quelli che digiunavano. Bisognava aspettare l’occasione adatta!

      6. Nell’anno in cui fu scritto il rotolo di Geremia, in che modo divenne chiaro chi sarebbe stato l’esecutore della profezia di Geremia per quanto riguardava la distruzione di Gerusalemme?

      6 Perciò Baruc non diede pubblica lettura al manoscritto nel quarto anno del regno di Ioiachim, durante il quale Nabucodonosor re di Babilonia sconfisse le forze militari del faraone egiziano Neco e divenne il nuovo dominatore del mondo. Nabucodonosor era il dominatore gentile che secondo la profezia di Geremia avrebbe rovesciato Giuda e Gerusalemme, dopo di che il paese sarebbe rimasto desolato senza uomo o animale domestico per 70 anni. — Ger. 36:6; 25:1-11.

      7. In che anno e in che occasione Baruc lesse il rotolo di Geremia nel tempio di Gerusalemme?

      7 Siamo ora nel quinto anno di Ioiachim re di Giuda, che coincide col secondo anno di dominio mondiale di Nabucodonosor. Il racconto di Geremia 36:9, 10 lo rende certo. Vi si legge:

      Or avvenne nel quinto anno [624-623 a.E.V.] di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda, nel nono mese [chislev, corrispondente a novembre-dicembre], che tutto il popolo di Gerusalemme e tutto il popolo che dalle città di Giuda era venuto in Gerusalemme proclamarono un digiuno dinanzi a Geova. E Baruc leggeva ad alta voce dal libro delle parole di Geremia nella casa di Geova, nella stanza da pranzo di Ghemaria figlio di Safan il copista, nel cortile superiore, all’ingresso della nuova porta della casa di Geova, agli orecchi di tutto il popolo.

      8. In quale stagione dell’anno Baruc eseguì gli ordini di Geremia?

      8 I regni dei re di Giuda venivano calcolati dal mese primaverile di abib, o nisan. Il nono mese del loro anno lunare, mese chiamato poi chislev, cadeva nel periodo invernale. Includeva parte del nostro mese di dicembre (dal nome latino che significa decimo mese). Dal tempo dei Maccabei si cominciò a tenere il 25 chislev la “festa della dedicazione” del tempio di Gerusalemme, e vien detto che si teneva d’“inverno”. (Giov. 10:22) Nonostante la temperatura invernale del mese di chislev, Baruc, segretario di Geremia, eseguì gli ordini del profeta.

      9. Come reagirono i principi di Giuda alla lettura del rotolo, e cosa dissero a Baruc di fare assieme a Geremia?

      9 Le parole di Geremia che Baruc lesse ad alta voce al popolo nel tempio interessavano l’intera nazione. Perciò i principi di Giuda mandarono a chiamare Baruc perché leggesse loro il messaggio profetico. (Ger. 36:11-15) Se ricordiamo ciò che i precedenti capitoli della profezia di Geremia dicevano riguardo al condannato regno di Giuda, possiamo capire perché i principi provarono terrore sentendo ciò che Baruc leggeva. Il loro spirito nazionalistico li fece sentire in obbligo di riferire la cosa al re Ioiachim. Presero il manoscritto di Baruc, ma, per benignità verso l’autore e il copista, dissero a Baruc di andare a nascondersi assieme a Geremia. E fu un bene. — Ger. 36:16-20.

      BRUCIATA PER LA PRIMA VOLTA UNA PARTE DELLA BIBBIA

      10. Mentre Ieudi gli leggeva il rotolo, cosa fece il re Ioiachim, e che effetto ebbe questo su di loro?

      10 I principi andarono alla residenza invernale del re Ioiachim per narrargli l’accaduto. Egli voleva mettere le mani sul rotolo della profezia di Geremia. Perciò mandò un funzionario di corte chiamato Ieudi a prendere nel tempio il manoscritto che vi era stato lasciato. Cosa avvenne mentre Ieudi, srotolato il manoscritto, leggeva ad alta voce una colonna dopo l’altra? “Avvenne quindi che appena Ieudi ebbe letto tre o quattro colonne di pagina, egli [il re Ioiachim] lo strappava col coltello del segretario, gettandolo pure nel fuoco che era nel braciere finché tutto il rotolo finì nel fuoco ch’era nel braciere. Ed essi non provarono terrore; né il re e tutti i suoi servitori, che ascoltavano tutte queste parole, si strapparono le vesti”. — Ger. 36:21-24.

      11. In che modo la condotta di Ioiachim fu diversa dalla reazione di suo padre Giosia alla lettura di Deuteronomio, e si può dire che Ioiachim avesse ubbidito a Deuteronomio 17:18-20?

      11 Che mancanza di rispetto per l’ispirata parola di Dio! Che differenza fra quest’azione del re Ioiachim e la condotta di suo padre Giosia! Quando, durante i lavori di restauro del tempio profanato, era stato ritrovato il rotolo del libro di Deuteronomio, scritto dal profeta Mosè, Giosia se l’era fatto leggere da un segretario. Prendendone a cuore il messaggio, Giosia si era strappato le vesti. Aveva poi convinto il popolo a fare uno speciale patto con Geova, di ubbidirgli e praticarne la pura adorazione. (II Cron. 34:14-33) Quello stesso codice della legge comandava che tutti i futuri re d’Israele scrivessero una copia esatta della legge, la leggessero regolarmente e la osservassero. (Deut. 17:18-20) C’è qualche motivo di credere che il re Ioiachim osservasse questo comando? No, egli fu un pessimo esempio!

      12. Quali due episodi si possono citare per mostrare se oggi ci sono persone che somigliano al re Ioiachim?

      12 Ci sono oggi persone che assomigliano a Ioiachim? Sì, almeno per quanto riguarda il bruciare copie delle Sacre Scritture. E proprio nel reame della cristianità! Ricorderete quel sacerdote cattolico che nel 1961, a Ejutla (Oaxaca, Messico), istigò una folla a invadere e saccheggiare un’abitazione dove si tenevano regolarmente riunioni culturali. La folla si impossessò di tutte le Bibbie che riuscì a trovare per poi bruciarle nella pubblica piazza. Il giornale locale riferì che lo avevano fatto come “un atto di fede”. Nel febbraio del 1962 in Portogallo fu emanato un decreto che vietava la diffusione della letteratura dei testimoni di Geova per posta. Sebbene nessun decreto ufficiale del governo portoghese avesse dichiarato illegali i testimoni di Geova, grandi quantità della loro letteratura religiosa, Bibbie comprese, furono sequestrate e bruciate.

      13, 14. (a) A questo proposito, cos’è accaduto due anni fa in Argentina? (b) Quale domanda sorge, e qual è il vero motivo per cui il clero cerca di sopprimere l’attività cristiana dei testimoni di Geova?

      13 Nel 1976 in Argentina i testimoni di Geova furono messi al bando, e solo due anni fa, nella loro sede centrale di Buenos Aires, furono confiscate grandi quantità di letteratura, incluse 250 copie della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture in spagnolo. Il tutto fu venduto come carta da macero. Per di più, alcuni testimoni di Geova, riconosciuti mentre passavano il confine dall’Uruguay in Argentina, si videro sequestrare le loro Bibbie, che vennero quindi bruciate. Si potrebbero citare tanti altri casi di Bibbie distrutte o date alle fiamme. Ma tutto ciò suscita una domanda.

      14 Cos’è che fa sembrare la Bibbia un pericoloso strumento nelle mani dei testimoni di Geova, al punto che anche nei paesi cosiddetti cristiani viene ingiustamente confiscata e distrutta? È forse perché i nazionalisti considerano i testimoni di Geova come il re Ioiachim considerava Geremia e Baruc, cioè dei sovversivi, pericolosi per la sicurezza dello stato, ostacoli alle misure difensive del paese? Questo è ciò che i capi religiosi della cristianità vorrebbero far credere ai politici e agli altri funzionari dello stato! Ma il vero motivo per cui funzionari governativi ed ecclesiastici vogliono porre fine all’attività cristiana dei testimoni di Geova è che i testimoni di Geova servono lo stesso Dio di Geremia e di Baruc, e traggono dalle Scritture Ebraiche un messaggio divino simile a quello del profeta Geremia. Quindi, come Geremia, ubbidiscono al comando di Geova esposto in quelle ispirate Scritture e proclamano il messaggio di Dio contro il presente sistema di cose malvagio, che include la cristianità e tutti gli elementi del mondo con cui essa è in intimi rapporti e da cui riceve attivo sostegno. Secondo loro, i testimoni di Geova devono essere messi a tacere perché smascherano la cristianità!

      15, 16. a) Quali esempi del VII secolo a.E.V. mostrano se tutti i funzionari subalterni sono d’accordo nel maltrattare i testimoni di Geova? (b) Cosa fece Geova per i suoi servitori?

      15 Ci sono stati e ci sono ancora alcuni funzionari governativi subalterni che non sono d’accordo con i loro superiori su questa indegna persecuzione dei testimoni di Geova. Protestano per un senso di giustizia e per rispetto verso l’Iddio di cui questi maltrattati cristiani sono testimoni, ma invano! La stessa cosa accadde nel VII secolo a.E.V., nel caso che stiamo esaminando: “E pure Elnatan e Delaia e Ghemaria stessi supplicarono il re di non bruciare il rotolo, ma egli non li ascoltò. Inoltre, il re comandò a Ierameel figlio del re e a Seraia figlio di Azriel e a Selemia figlio di Abdiel di prendere Baruc il segretario e Geremia il profeta. Ma Geova li tenne nascosti”. — Ger. 36:25, 26.

      16 Il re Ioiachim non inviò l’erede al trono, Ioiachin, ma suo “figlio” Ierameel, insieme con altri due funzionari, per scovare Geremia e il suo segretario. Chiaramente le intenzioni del re erano malvage. Ma Geova non lasciò che essi scoprissero il luogo in cui si nascondevano i due, a Gerusalemme o nella vicina Anatot. All’inizio della sua carriera profetica, Geremia aveva ricevuto da Geova questa assicurazione: “‘Per certo combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché “io sono con te”, è l’espressione di Geova, “per liberarti”’”. — Ger. 1:19.

      17, 18. (a) In base alla precedente profezia di Isaia 40:8, che esito avrebbero avuto le intenzioni di Ioiachim nel bruciare il rotolo biblico? (b) Cosa fu comandato a Geremia di scrivere su un altro rotolo contro Ioiachim?

      17 Nel secolo precedente a Geremia, il profeta Isaia aveva scritto: “In quanto alla parola del nostro Dio, sussisterà a tempo indefinito”. (Isa. 40:8; I Piet. 1:25) Perciò Dio avrebbe fatto in modo che lo scopo per cui il re Ioiachim aveva bruciato il rotolo di Geremia fallisse. Fece in modo che l’intera profezia di Geremia giungesse fino a noi, più di 2.500 anni dopo. In che modo? Ce lo spiega Geremia stesso mentre, insieme a Baruc, è tenuto nascosto da Geova.

      18 “La parola di Geova fu ancora rivolta a Geremia dopo che il re aveva bruciato il rotolo delle parole scritte da Baruc per bocca di Geremia, dicendo: ‘Prenditi di nuovo un rotolo, un altro, e scrivici tutte le prime parole che erano nel primo rotolo, che Ioiachim re di Giuda ha bruciato. E contro Ioiachim re di Giuda dovresti dire: “Geova ha detto questo: ‘Tu stesso hai bruciato questo rotolo, dicendo: “Perché vi hai scritto, dicendo: ‘Il re di Babilonia verrà senza fallo e per certo ridurrà questo paese in rovina e farà cessare da esso uomo e bestia’?” Perciò questo è ciò che ha detto Geova contro Ioiachim re di Giuda: “Egli non avrà nessuno che sieda sul trono di Davide, e il suo proprio corpo morto diverrà qualche cosa gettata al caldo di giorno e al gelo di notte. E per certo chiederò conto a lui e alla sua progenie e ai suoi servitori del loro errore, e farò venire su di loro e sugli abitanti di Gerusalemme e sugli uomini di Giuda tutta la calamità che ho pronunciata contro di loro, ed essi non hanno ascoltato”’”’”. — Ger. 36:27-31.

      19. Per Geremia e Baruc, ubbidire al comando di Dio significava dover operare in quali condizioni, e fino a che punto doveva esser riscritto il rotolo?

      19 Per ubbidire al comando di Dio, il profeta e il suo segretario avrebbero dovuto operare clandestinamente. Ubbidì Geremia? “Geremia stesso prese un altro rotolo e lo diede quindi a Baruc figlio di Neria il segretario, che vi scriveva per bocca di Geremia tutte le parole del libro che Ioiachim re di Giuda aveva bruciato nel fuoco; e vi furono aggiunte molte altre parole simili a quelle”. — Ger. 36:32.

      20. Che specie di sepoltura ricevette Ioiachim alla sua morte, e suo figlio Ioiachin ebbe qualche figlio che salisse sul trono di Gerusalemme?

      20 Ioiachim fece una brutta morte e non fu sepolto nelle tombe dei re a Gerusalemme, ma fu trattato come un asino. (Ger. 22:18, 19) Suo figlio Ioiachin (o Conia) regnò a Gerusalemme solo tre mesi e dieci giorni, dopo di che si arrese ai babilonesi e fu deportato a Babilonia, da cui non fece ritorno. (Ger. 22:24-30; 37:1) Fino a quando i romani distrussero nel 70 E.V. la Gerusalemme ricostruita, nessun discendente di Ioiachin, figlio di Ioiachim re di Giuda, salì più sul trono di Gerusalemme. Le profetiche parole di Geremia scritte nel suo nascondiglio non mancarono di adempiersi!

      21. Quando sono costretti ad agire clandestinamente, cosa fanno oggi i testimoni di Geova, e ha avuto successo l’odierna distruzione di Bibbie?

      21 Oggigiorno i testimoni di Geova sono stati costretti ad agire clandestinamente in molti paesi. Cosa fanno quando le loro Bibbie vengono confiscate e bruciate? Semplicemente ne stampano delle altre o si procurano altre traduzioni della Bibbia. Continuano a proclamare, se necessario anche clandestinamente, il messaggio di condanna contro il mondo blasfemo, un messaggio simile a quello proclamato da Geremia. La distruzione di Bibbie per mettere a tacere gli odierni testimoni di Geova non ha avuto successo. Non è riuscita a spaventarli perché non distribuissero letteratura biblica e non riuscirà a impedire alla Parola di Geova di avverarsi con tutto il suo vigore negli infuocati tempi avvenire! Gli oppositori non fanno che mostrarsi degni di distruzione eterna!

  • Servite il “Re delle nazioni” e sopravvivrete
    La Torre di Guardia 1980 | 15 luglio
    • Servite il “Re delle nazioni” e sopravvivrete

      1. Secondo il modello del re Ioiachim e del suo successore, suo fratello Sedechia, gli odierni governanti del mondo cambieranno condotta a motivo di ciò che dice la classe di Geremia?

      CHE dire se i governanti del mondo, specialmente quelli della cristianità, riconoscessero che c’è una moderna classe di Geremia? Che dire se le si rivolgessero per sapere quale sorte li attende secondo la profetica parola di Geova? Significherebbe questo che sono sul punto di cambiare condotta per seguire il modo d’agire che consentirebbe loro di sopravvivere alla predetta “grande tribolazione” che sta per abbattersi sul mondo? No! Almeno non se prendiamo come esempio l’ultimo re giudeo di Gerusalemme, cioè Sedechia fratello di Ioiachim. Il re Ioiachim aveva costretto Geremia e il suo segretario Baruc ad agire clandestinamente, non ci è detto per quanto tempo. Ma Sedechia, fratello di Ioiachim, fece di peggio al fedele testimone di Geova, Geremia. In modo analogo, gli odierni governanti del mondo non cambieranno la loro ostinata condotta. Vi sono implicati interessi politici che essi ritengono troppo importanti. Questo non presagisce nulla di buono per i popoli su cui governano. — Ger. 37:2.

      2. In quali circostanze Sedechia chiese a Geremia di pregare per gli israeliti, ma cosa gli rispose il profeta?

      2 Era il nono anno del regno di Sedechia. Era in corso il terzo ed ultimo assedio di Gerusalemme ad opera dei babilonesi! Dall’Egitto erano in arrivo forze militari in soccorso della città assediata. Per far fronte a questa minaccia gli assedianti babilonesi si ritirarono. Sembrava che fosse tempo di chiedere in preghiera a Geova di benedire il corpo di spedizione egiziano. Il re Sedechia chiamò quindi Geremia perché pregasse “Geova nostro Dio a nostro favore”. Ma Geova aveva dato istruzioni a Geremia di non pregare in tal senso. Geova non avrebbe ascoltato una simile preghiera. (Ger. 37:3; 11:14; 14:11, 12) Per questo Geremia preannunciò la vittoria dei babilonesi sulle truppe di soccorso egiziane, dicendo al re Sedechia che i babilonesi sarebbero tornati e avrebbero ridotto in cenere Gerusalemme. — Ger. 37:4-10.

      3. Perché i principi della città di Gerusalemme fecero mettere Geremia nella “casa dei ceppi”?

      3 Durante la ritirata dei babilonesi, Geremia si sentì libero di lasciare Gerusalemme per recarsi nella città sacerdotale di Anatot, nel territorio della tribù di Beniamino. Arrestato alla porta settentrionale di Gerusalemme, la Porta di Beniamino, egli negò che stesse disertando per passare ai nemici babilonesi. I principi della città, trattandolo come un sovversivo, un traditore, lo fecero mettere nella “casa dei ceppi”, dove fu rinchiuso per “molti giorni”. (Ger. 37:11-16) Un trattamento molto simile a quello riservato oggi alla classe di Geremia.

      4. Quale consiglio diede Geremia a Sedechia, e perché Geremia fu trasferito nel Cortile della Guardia?

      4 A faccia a faccia col re Sedechia in persona, si sarebbe Geremia discostato dal suo duro messaggio? Quando il re Sedechia lo fece portare dalla casa di detenzione a un luogo segreto per interrogarlo in privato, Geremia disse coraggiosamente al re che sarebbe stato fatto prigioniero dai babilonesi, di cui Geova si serviva come strumento. Sia che il re si fosse arreso loro spontaneamente o che fosse stato catturato contro la sua volontà, il risultato sarebbe stato lo stesso. Geremia pensava fosse meglio che il re non si rendesse la situazione ancora più difficile. Non gli diede false assicurazioni. Francamente Geremia non faceva nulla di male al suo popolo e al re. Perché allora lo tenevano in un luogo di detenzione dove rischiava di morire prematuramente? Dietro sua richiesta, il re Sedechia lo fece trasferire nel Cortile della Guardia, una specie di prigione militare. Il vitto era pane e acqua. — Ger. 37:17-21.

      LA CONDOTTA SAGGIA NON È SOVVERSIVA

      5. Cosa avrebbe dovuto giustamente fare il re Sedechia nei confronti dell’impero babilonese, e perché toccò a ogni abitante prendere una decisione personale circa il restare a Gerusalemme?

      5 Sedechia era stato messo sul trono di Gerusalemme dall’imperatore Nabucodonosor. Eppure, dopo aver pagato i tributi a Nabucodonosor come re vassallo per otto anni, Sedechia si era ribellato. La condotta appropriata sarebbe stata quella di porre fine alla ribellione e di sottomettersi pacificamente all’impero che Geova aveva lasciato divenire la Terza Potenza Mondiale della storia biblica. Se lui come re si fosse rifiutato di farlo, allora avrebbe dovuto farlo il popolo, per il proprio bene. Avrebbero dovuto fare quello che Geremia aveva dichiarato agli abitanti di Gerusalemme:

      “Geova ha detto questo: ‘Chi continua a dimorare in questa città morrà di spada, di carestia e di pestilenza. Ma chi esce ai Caldei continuerà a vivere e per certo avrà la sua anima come spoglia e vivrà’. Geova ha detto questo: ‘Senza fallo questa città sarà data in mano alle forze militari del re di Babilonia, ed egli per certo la catturerà’”. (Ger. 38:2, 3)

      Il re Sedechia avrebbe dovuto essere il primo a seguire questo consiglio ispirato. Ma poiché non lo fece, toccò a ciascuno dei suoi sudditi decidere per sé riponendo fede nella guida di Geova.

      6. Perché i principi fecero gettare Geremia nella cisterna del cortile del figlio del re?

      6 I principi di Gerusalemme chiedevano che Geremia fosse messo a morte, perché secondo loro era un disfattista che scoraggiava le truppe preposte alla difesa della città; minava la volontà del popolo di combattere. Perciò, senza il consenso del re, fecero gettare Geremia in una cisterna del Cortile della Guardia, nella casa di Malchia “figlio” di Sedechia. Sul fondo della cisterna c’era fango, e Geremia vi sprofondava. Ora egli stesso non poteva mettere in pratica il consiglio che aveva dato agli altri.

      7. Chi venne in soccorso di Geremia e col consenso di chi?

      7 Quando per Geremia le cose sembravano volgere al peggio, qualcuno calò nella cisterna delle funi, con stracci da mettere sotto le ascelle, per tirar fuori il profeta dalla fangosa cisterna. Un eunuco etiope di nome Ebed-Melec, al servizio del re, era venuto a conoscenza della sorte del profeta. Temendo che Geremia morisse nella cisterna fangosa, egli aveva parlato coraggiosamente al re e si era fatto dare il permesso di tirar fuori Geremia con l’aiuto di 30 uomini. — Ger. 38:10-12.

      8, 9. (a) In un incontro segreto, in che modo il re Sedechia evitò qualsiasi pressione su Geremia che potesse indurlo a profetizzare il falso? (b) Quale immutato consiglio Geremia diede a Sedechia, mettendogli davanti quali alternative?

      8 Il re Sedechia, col consenso del quale Geremia era stato soccorso, volle nuovamente incontrarlo in segreto a un’entrata del tempio. Sedechia giurò per il Datore di vita Geova di non far mettere a morte il profeta se gli avesse detto la verità, ma non promise che l’avrebbe ascoltata. Senza più il rischio d’essere messo a morte, il cui timore avrebbe potuto renderlo un falso profeta, Geremia si attenne veracemente allo stesso messaggio che in precedenza gli era quasi costato la vita:

      9 ‘O re Sedechia, o tu consegni Gerusalemme ai caldei, oppure Geova farà in modo di consegnargliela lui, affinché sia distrutta col fuoco. Non temere di essere maltrattato dai giudei che hanno già seguito il mio consiglio e sono fuggiti dalla parte degli assedianti. Cosa succederà se non ti arrenderai? Le donne sopravvissute saranno condotte fuori cantando in che modo gli uomini in pace con te ti avranno adescato e sopraffatto e lasciato affogare nella melma, mentre loro si saranno dati alla fuga. Inoltre, le tue proprie mogli e i tuoi figli saranno presi prigionieri. In quanto a te, non sfuggirai alle mani del re di Babilonia. E il responsabile dell’incendio della città sarai tu!’ — Ger. 38:17-23.

      10. In che modo Geremia, con ciò che disse ai sospettosi principi, evitò di aggravare la situazione del re Sedechia, e fino a quando rimase prigioniero nel nuovo reclusorio?

      10 Gli “uomini in pace” col re Sedechia erano i principi di Gerusalemme. Temendoli, il re ordinò a Geremia, pena la morte, di non narrare loro i fatti nel caso avessero chiesto qualcosa. Doveva rispondere alle loro domande dicendo soltanto di aver avuto un’udienza col re per non essere riportato in detenzione nella casa di Ieonatan, il segretario, e non esservi lasciato morire. Non raccontando loro tutta la storia dell’incontro segreto, Geremia avrebbe evitato di aggravare la posizione del re. In base a ciò che disse ai sospettosi principi, Geremia fu tenuto prigioniero in un altro luogo, il Cortile della Guardia. Lì rimase fino al nono giorno del quarto mese (tammuz) del 607 a.E.V., quando i babilonesi aprirono una breccia nelle mura di Gerusalemme, catturarono la città e misero in fuga Sedechia e i suoi soldati. — II Re 25:2-5.

      11. Il giorno in cui cadde Gerusalemme, come fu bloccata la fuga per la Porta di Mezzo ai giudei intrappolati?

      11 Quindi, come Geremia aveva avvertito, Geova, sul cui trono terrestre il re Sedechia si era seduto a Gerusalemme, fu costretto a consegnare la città agli assedianti. Di conseguenza, quel giorno d’estate del 9 tammuz del 607 a.E.V., invece di esserci giudici ebrei seduti alla Porta di Mezzo di Gerusalemme per trattare questioni legali, c’erano cinque principi babilonesi, elencati per nome, che sedevano a quell’ingresso della città per bloccare la fuga dei giudei intrappolati. — Ger. 39:1-3; I Cron. 29:23.

      12. Perché Sedechia non riuscì a sfuggire alla profezia di Geremia nei suoi riguardi, e cosa fu costretto a guardare alla presenza del re Nabucodonosor?

      12 Mentre con i suoi soldati fuggiva di notte dalla città assediata, forse Sedechia si congratulava con se stesso per essere riuscito a sventare la calamitosa profezia di Geremia nei suoi confronti. Ma non riuscì ad arrivare dal faraone egiziano Ofra, suo alleato. (Ger. 44:30) Gli inseguitori babilonesi lo raggiunsero nelle pianure del deserto di Gerico, nella valle dell’Araba o rift valley, alcuni chilometri a nord-est di Gerusalemme. In ceppi di rame fu portato a nord alla città di Ribla, nel paese di Amat, per incontrarvi il re Nabucodonosor. Prima di essere accecato per ordine di Nabucodonosor, Sedechia fu costretto a guardare l’orrendo spettacolo del massacro dei propri figli. Anche molti dei suoi cortigiani e ufficiali dell’esercito furono similmente messi a morte. Il sommo sacerdote Seraia e il suo assistente Sofonia, che non avevano sostenuto il loro compagno sacerdote Geremia, vennero uccisi, assieme a tre guardiani della porta del tempio. — II Re 25:6, 7, 18-21.

      13. (a) Che relazione hanno quegli antichi fatti con il 1914 E.V.? (b) Perché è logico chiedersi se Ebed-Melec prefigurò qualche classe moderna, e qual è la risposta?

      13 C’è un qualche nesso fra quegli antichi avvenimenti e il XX secolo? Sì! Circa due mesi lunari dopo la calamità abbattutasi sul re Sedechia, il suo regno, il paese di Giuda, divenne completamente desolato. Allora cominciarono i 2.520 anni dei “sette tempi” delle nazioni, “i tempi dei Gentili”, che terminarono nel 1914 E.V. (Dan. 4; Luca 21:24, Nardoni) Oggi ciò che fu prefigurato dalla Gerusalemme dei giorni di Sedechia si avvicina alla sua distruzione, secondo la decisione giudiziaria di Geova, il “Re delle nazioni”. (Ger. 10:7) Com’è dunque appropriato che in questi tempi critici ci sia sulla terra una classe di adoratori di Geova prefigurata dal profeta-sacerdote Geremia! Alla luce di ciò chiediamo: Sulla terra c’è anche una classe che fu prefigurata dall’eunuco etiope mostratosi amico di Geremia, cioè Ebed-Melec, il servitore del re Sedechia? I fatti moderni indicano di sì.

      14. (a) Qual era il colore della pelle di Ebed-Melec? (b) Perché egli non cercò di fuggire da Gerusalemme insieme al suo signore il re?

      14 Ebed-Melec non cercò di fuggire da Gerusalemme con il suo signore, Sedechia. Egli era un etiope, uno di quelli circa i quali Geremia chiese: “Può un Cusita [“un Etiope”, Settanta e Vulgata] cambiare la sua pelle? o un leopardo le sue macchie?” (Ger. 13:23) Ebed-Melec era negro,a e la traduzione della Bibbia a cura di Byington lo chiama “Ebed-Melec il Negro”. (Ger. 38:7, 12; 39:16, The Bible in Living English) Egli non aveva bisogno di fuggire da Gerusalemme per salvarsi. L’Iddio di Geremia gli aveva promesso la salvezza. Ecco perché, dopo aver narrato ciò che Nabucodonosor comandò riguardo ad alcuni giudei poveri e riguardo a Geremia, il racconto si ricollega con Geremia 38:28. Infatti la Bibbia tradotta da Moffatt (A New Translation of the Bible) inserisce Geremia 39:15-18 subito dopo Geremia 38:28, come un’unica narrazione.

      15. (a) Quando ricevette Geremia il messaggio di Geova riguardo ad Ebed-Melec? (b) Cosa diceva la parola di Geova in merito all’etiope?

      15 Perciò i versetti citati qui di seguito si riferiscono a prima che Gerusalemme cadesse in mano agli assedianti babilonesi il 9 tammuz del 607 a.E.V., undicesimo anno del regno di Sedechia:

      “E a Geremia la parola di Geova fu rivolta mentre egli era rinchiuso nel Cortile della Guardia [e prima che i soldati giudei fuggissero alla caduta di Gerusalemme], dicendo: ‘Va, e devi dire a Ebed-Melec l’Etiope: “Geova degli eserciti, l’Iddio d’Israele, ha detto questo: ‘Ecco, io faccio avverare le mie parole su questa città per la calamità e non per il bene, e per certo accadranno dinanzi a te in quel giorno. E di sicuro io ti libererò in quel giorno’, è l’espressione di Geova, ‘e non sarai dato in mano agli uomini dei quali tu stesso hai paura. Poiché senza fallo ti procurerò scampo, e non cadrai di spada [la spada dei babilonesi]; e per certo avrai la tua anima come spoglia, perché hai confidato in me’, è l’espressione di Geova”’”. — Ger. 39:15-18.

      16. Di cosa si sarebbe rallegrato Ebed-Melec come uno che si rallegri per la spoglia presa, e cosa resta anche se non si sa più nulla di lui?

      16 Quindi, alla caduta di Gerusalemme, questo amico del profeta di Geova rimase a disposizione dell’Iddio di Geremia. La Bibbia non dice se fu deportato a Babilonia e vi morì di morte naturale o se rimase nel paese di Giuda fra i poveri del paese sotto il governatore Ghedalia. In ogni caso la sua anima o vita non cadde preda dei soldati babilonesi, ma gli fu concesso di preservare la sua anima umana come uno che si rallegri della spoglia presa. Poté così continuare a vivere per adorare l’Iddio in cui aveva riposto fiducia, l’Iddio il cui profeta aveva salvato dalla morte nella fangosa cisterna nella Gerusalemme assediata. Così facendo era senz’altro andato incontro all’odio dei principi che volevano che Geremia morisse in prigione. Ma Ebed-Melec non sarebbe stato dato nelle loro mani. Godendo della protezione di Geova non aveva alcun motivo di temere le rappresaglie di quei principi. A questo punto egli scompare dalla storia biblica, ma non il suo nome o la promessa fattagli da Dio.

      ODIERNA CONTROPARTE DI EBED-MELEC

      17. Cosa significa il nome dell’etiope, Ebed-Melec, e perché era appropriato?

      17 Oggi c’è davvero una controparte di Ebed-Melec in relazione alla moderna classe di Geremia? Si! Da chi è composta? Perché Ebed-Melec si chiamasse così non si sa. Il nome Ebed-Melec significa “Servitore di un re”. Essendo un eunuco, forse era stato eviratob e privato della possibilità di farsi una famiglia. Ma, secondo il suo nome, serviva alla corte del re di Giuda. Per di più, a motivo della sua fiducia in Geova, mostrò di essere al servizio di qualcuno più alto di un re terreno. Sedechia sedeva sul trono di Gerusalemme, chiamato il “trono di Geova”. (I Cron. 29:23) Logicamente, quindi, Ebed-Melec mostrò d’essere in effetti al servizio del “Re delle nazioni”, Geova. Per essere stato al servizio del regno tipico di Geova nel paese di Giuda, egli fu ampiamente ricompensato essendo conservato in vita alla distruzione dell’infedele Gerusalemme.

      18. In armonia con la descrizione di Rivelazione 7:14, 15, da quale persona dei giorni di Geremia fu prefigurata la “grande folla”?

      18 Circa la sopravvivenza alla “grande tribolazione” della cristianità, Rivelazione 7:14, 15 dice riguardo alla “grande folla” che vi è descritta: “Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. Come classe, i componenti della “grande folla” che sopravvivrà alla tribolazione furono prefigurati da Ebed-Melec, il notevole personaggio sopravvissuto alla distruzione di Gerusalemme.

      19. Il più grande desiderio della classe di Ebed-Melec è di essere al servizio di chi, e cosa sono disposti a sopportare pur di aiutare la classe di Geremia?

      19 Questa classe impara veramente a temere Geova e a confidare in lui. Il loro più grande desiderio è quello di essere al servizio del Sovrano universale, il “Re delle nazioni”, anziché al servizio dei governanti politici e dei re dei governi umani. Vedono come governanti avidi di potere, quale Adolf Hitler, che salì al potere in Germania nel 1933, hanno cercato e cercano ancora di sterminare l’unto rimanente di Geova prefigurato dal profeta Geremia. Perciò la classe di Ebed-Melec protesta e rivolge appelli nel coraggioso tentativo di aiutare la classe di Geremia, anche se questo significa attirarsi l’odio e la persecuzione dei nemici politici e religiosi della classe di Geremia.

      20, 21. (a) Particolarmente da che anno cominciò a notarsi la classe di Ebed-Melec? (b) In che modo questa classe cerca di imitare l’Ebed-Melec dei giorni di Geremia, e quale azione incoraggiano tutti a intraprendere per quanto riguarda l’Impero mondiale della falsa religione?

      20 Questi sostenitori dell’unto rimanente dei testimoni di Geova cominciarono a notarsi in particolare dall’anno 1935, quando fu identificata la “grande folla” che sopravvivrà alla “tribolazione”.

      21 Che gli appartenenti alla classe di Ebed-Melec abbiano o no alcuna influenza sui governi della cristianità, essi non hanno mai appoggiato il tentativo politico-religioso di mettere a morte la classe di Geremia o di impedirle di servire pubblicamente Geova, come se fosse calata in una fangosa cisterna di un luogo di detenzione. Pur andando incontro al temibile disfavore delle autorità politico-religiose, essi hanno fatto il possibile per tirar fuori la classe di Geremia dalla fangosa “cisterna” della forzata inattività. Fino a questo stesso giorno hanno coraggiosamente operato in tutto il mondo al fianco della classe di Geremia, proclamando la condanna della cristianità e dell’impero mondiale della falsa religione, Babilonia la Grande. Incoraggiano persone d’ogni sorta ad abbandonare questo condannato sistema di cose e a schierarsi decisamente dalla parte delle forze esecutive di Geova al comando di un generale più grande di Nabucodonosor, cioè Gesù Cristo. Dimostrano così di riporre assoluta fiducia in Geova, il “Re delle nazioni”.

      22. Quale simbolica “spada” non colpirà questa classe?

      22 Geova ama gli appartenenti a questo composito Ebed-Melec per la loro incrollabile devozione a Lui e alla sua moderna classe di Geremia. Egli promette che questa classe di Ebed-Melec non sarà abbattuta dalla “spada” dell’imminente “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. — Riv. 16:13-16.

      23. Quale sarà la spoglia di cui prenderanno possesso, e in che modo hanno agito come le “pecore” della parabola di Gesù riportata in Matteo 25:31-34?

      23 Come ricompensa da Geova, la loro vita terrena, la loro anima, sarà preservata come una spoglia di guerra. Come le pecorelle della parabola di Gesù delle “pecore” e dei “capri”, essi hanno fatto del bene ai fratelli spirituali di Cristo. Quando questi erano “in prigione”, in una fangosa “cisterna”, li hanno visitati clandestinamente o apertamente e li hanno aiutati a liberarsi per poter proseguire la grandiosa opera di testimonianza che dev’essere data riguardo a Geova prima che venga la fine di questo condannato sistema di cose mondiale. — Matt. 25:31-36, 46.

      24. La moderna classe di Geremia ringrazia Geova per l’aiuto ricevuto da chi, e cosa faranno unitamente dopo essere sopravvissuti alla “grande tribolazione”?

      24 Tutti sappiamo che la classe di Geremia ringrazia Geova per aver suscitato la “grande folla” di “altre pecore” prefigurata dall’eunuco etiope Ebed-Melec vissuto negli ultimi giorni dell’infedele Gerusalemme. Indescrivibile sarà la gioia della classe di Geremia nel sopravvivere alla “grande tribolazione” assieme alla classe di Ebed-Melec. A spalla a spalla cominceranno a lavorare insieme nel nuovo ordine sotto il regno millenario di Cristo. Sarà la ricompensa per aver servito ora il Sovrano dell’universo, Geova, il “Re delle nazioni”.

      (La considerazione della profezia di Geremia riprenderà nella Torre di Guardia del 15 agosto 1980).

      “Qualsiasi arma formata contro di te non avrà nessun successo, e qualsiasi lingua si levi contro di te in giudizio tu la condannerai. Questo è il possesso ereditario dei servitori di Geova”. — Isa. 54:17.

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