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Antico modello dell’opera insolita di GeovaLa Torre di Guardia 1959 | 1° settembre
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8 Lo sterminio s’abbatté sugli abitanti di Gerusalemme e di Giuda nel secolo successivo ad Isaia. Tuttavia Paolo, apostolo cristiano, vi attribuisce un adempimento maggiore nello sterminio che doveva aver luogo nel futuro rispetto ai suoi giorni, citando Isaia e dicendo: “Inoltre, Isaia esclama riguardo a Israele: ‘Anche se il numero dei figli d’Israele fosse come la rena del mare, il rimanente sarà salvato. Poiché Geova eseguirà un giudizio sulla terra, consumandolo e abbreviandolo’. . . . anche nel tempo presente un rimanente è sorto secondo la scelta [di Geova Dio] dovuta alla [sua] immeritata benignità”. — Rom. 9:27, 28; 11:5.
9 Tale “giudizio sulla terra” venne effettuato da Geova sulla terra di Giuda e a Gerusalemme ed ebbe per risultato lo sterminio degli Ebrei eseguito dai soldati romani nel 70 (d.C.). Ora ai nostri giorni vi sarà uno sterminio finale.
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Avvertimenti dell’insolita opera di GeovaLa Torre di Guardia 1959 | 1° settembre
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Avvertimenti dell’insolita opera di Geova
OGGI la cristianità ha un esempio ammonitore di ciò che sta per accaderle in ciò che accadde a Giuda e a Gerusalemme. A loro volta Giuda e Gerusalemme ebbero nell’antichità l’esempio ammonitore dello sterminio che incombeva su di loro nello sterminio abbattutosi sul regno delle dieci tribù d’Israele, di cui la tribù principale era Efraim e la capitale Samaria. Il nome Efraim era infatti usato per designare l’intero regno delle dieci tribù d’Israele. Lo sterminio su Efraim e la sua capitale, Samaria, avvenne ai giorni del profeta Isaia, nel 740 a.C. Prima che avvenisse, ne venne dato un avvertimento per mezzo di Isaia, con le parole:
2 “Guai all’eminente corona degli ubriachi di Efraim, e al caduco fiore della splendida decorazione che è sul capo della fertile valle degli storditi dal vino! Ecco, Geova ha qualcuno forte e vigoroso. Come una potente tempesta di grandine, un uragano distruttore, come un fragoroso uragano di possenti, irrompenti acque, egli certamente s’abbatterà sulla terra con forza. Saranno calpestate sotto i piedi le eminenti corone degli ubriachi di Efraim. E il caduco fiore della splendida decorazione che è sul capo della fertile valle diventerà come il fico primaticcio prima dell’estate, che, appena uno lo vede, mentre l’ha ancora in mano, lo ingoia”. — Isa. 28:1-4.
3 All’estremità occidentale di una fertile valle si erge una collina alta quasi 100 metri, dagli scoscesi pendii, chiamata Samaria o “monte di vedetta”. Qui fu costruita la città di Samaria. La sua posizione era di grande bellezza ed attrattiva e, secondo le antiche tattiche di guerra, era una posizione militare strategica che poteva essere presa solo per fame. Quando la città di Samaria divenne la capitale del regno delle dieci tribù d’Israele, la nazione si era già allontanata da Geova ed era divenuta l’avversaria di Giuda e Gerusalemme. Si era perfino alleata alla non ebrea Siria contro il regno di Geova in Giuda. Fra Israele e Giuda vi furono continue guerre. La capitale Samaria, sede dell’adorazione di Baal, era piena di ubriachi, specialmente di ubriachi politici. Essi si ubriacavano non solo di vino letterale ma anche del vino della politica. Questo era il vino dell’indipendenza politica da Giuda ed anche il vino dell’alleanza politica con la Siria e gli altri nemici del regno di Geova in Giuda. Ai loro festini si cingevano gaiamente il capo di corone o ghirlande di fiori. Era una decorazione splendida, ma era fatta di fiori che appassivano e morivano. Quella degli ubriachi storditi dal vino era una corona che appassiva. Era una corona che appassiva anche quella che portava l’intera città di Samaria allorché era ubriaca dei piaceri del potere politico indipendente, sostenuto da alleanze politiche.
4 Guai alla corona che perisce! dichiarò Geova Dio mediante Isaia, poiché sarebbe stata calpestata al suolo. La gloria di essere un regno sarebbe stata offuscata. La compiacente ebrezza di essere un regno sarebbe stata troncata improvvisamente. L’esperienza di essere abbattuta e soggiogata da una grande potenza mondiale doveva indurre Samaria ed Efraim ad accorgersi delle dure realtà della situazione. Questo sarebbe stato un colpo per gli ubriachi di Samaria, perché il loro regno si era allontanato da Geova e si era volto all’adorazione dei vitelli d’oro e del falso dio Baal, ed aveva continuamente combattuto contro l’unto re di Geova che sedeva sul “trono di Geova” sul monte Sion. Per abbattere l’infedele regno di Samaria, Geova Dio aveva qualcuno “forte e vigoroso” che avrebbe eseguito la vendetta divina. Chi era? La potenza mondiale dell’Assiria, la cui capitale era Ninive. Come l’irrompente fiume Eufrate, i vittoriosi eserciti dell’Assiria avrebbero attraversato il paese devastandolo e distruggendone la capitale, Samaria. (Isa. 7:17-20; 8:7, 8) In fretta, come un fico primaticcio d’estate si mangia appena scorto, sarebbe stata divorata la splendida corona degli ubriachi di Samaria.
5 Ma anche Giuda e Gerusalemme avevano i loro ubriachi. Questi avrebbero dovuto osservare ciò che era accaduto agli ubriachi di Samaria e di Efraim, ebbri di potere, idolatri e senza Dio, e avrebbero dovuto prendere a cuore l’esempio ammonitore per ravvedersi. Per avvertire Giuda e Gerusalemme di ciò che era in serbo per loro se non fossero tornate in sé, Geova ispirò Isaia ad indicare ciò che doveva accadere al vicino regno di Efraim e Samaria. Allo stesso tempo, Geova ha dato così alla cristianità di oggi un avvertimento di ciò che è in serbo per lei ad Armaghedon.
6 Riferendosi quindi agli ubriachi di Giuda e di Gerusalemme, l’ispirato Isaia disse: “E anche questi si sono sviati a causa del vino ed hanno barcollato per il liquore inebriante. Sacerdote e profeta si sono sviati per il liquore inebriante, sono divenuti confusi a causa del vino, hanno barcollato a causa del liquore inebriante, si sono sviati nelle loro visioni, hanno tentennato nelle loro decisioni. Poiché tutte le tavole sono piene di ripugnante vomito, nessun posto ne è senza”. — Isa. 28:7, 8.
7 Il re e il popolo cercavano nei sacerdoti e nei profeti di Gerusalemme una guida spirituale e s’aspettavano che compissero i servizi religiosi. Questi uomini avrebbero dovuto avere controllo di sé ed evitare di ubriacarsi. Ai sacerdoti leviti erano vietate, per comando di Dio, le bevande alcooliche prima di accingersi ai propri servizi religiosi. Dovevano esser sobri e badare di non diventare presuntuosi nel compiere il proprio dovere verso Dio, violando le leggi di Dio e le limitazioni imposte loro, ed essere uccisi per questo. (Lev. 10:1-11) Dovevano avere la mente lucida per poter ricordare prontamente la Parola di Dio ed insegnarla al Suo popolo. Dovevano essere per il suo popolo santo dei sicuri esempi da seguire. Lo stesso dicasi dei profeti di Gerusalemme: era disonorante e vergognoso verso Dio e un esempio degradante per il popolo che questi profeti fossero ebbri. Le esigenze del loro alto incarico come portavoce di Geova esigevano da parte loro visione chiara e acute facoltà di discernimento per riconoscere la volontà di Geova. Dovevano avere una mente equilibrata per esprimere le decisioni di Geova. Non potevano aver la lingua paralizzata e ingrossata dai troppi liquori e contemporaneamente essere in grado di spiegare in modo comprensibile il messaggio di Dio.
8 Triste a dirsi, essi imitarono gli ubriachi di Efraim e di Samaria. Invece della Parola di Dio, dalle loro bocche usciva vomito disgustante, che insozzava ogni cosa; ubriachi, vi cadevano dentro spargendolo intorno. Così facendo tornavano forse al loro vomito? No, tornavano al loro vino per ubriacarsi di nuovo. Perciò i loro giudizi erano pervertiti; vedevano cose false per la santa nazione di Dio. Vacillavano incerti per la via che avevano presa; non potevano condurre nessuno in salvo o ad una destinazione sicura. Si poteva aspettarsi solo che avrebbero commesso gli stessi errori che avevano fatti gli ubriachi di Efraim e di Samaria. Per loro e per la nazione che li seguiva era riservata una fine uguale a quella di Efraim e di Samaria. Guai a quei sacerdoti e profeti ubriachi di Gerusalemme! Non guidavano rettamente il popolo di Geova per la preservazione del regno tipico che Egli aveva stabilito in mezzo a loro. Non erano in condizione idonea per essere consiglieri spirituali del re che sedeva sul “trono di Geova”.
9 Come hanno raffigurato bene coloro che attualmente nella cristianità sono spiritualmente ubriachi! Oltre al vino effettivo e ai liquori inebrianti, vi sono altre cose che intorpidiscono i sacerdoti e i predicatori della cristianità tanto da indurli a sonnecchiare, farli vacillare e confondere le cose dinanzi alla loro visione religiosa, tanto da far loro vomitare cose spiritualmente immonde e renderli sordi e insensibili di fronte ai pericoli che minacciano il mondo religioso e di fronte ai veri interessi del messianico regno di Dio.
10 Riferendosi alle cose che provocano ubriachezza spirituale Geova dichiarò mediante il profeta Isaia: “Indugiate, o uomini, e siate stupiti; accecatevi e divenite ciechi. Costoro sono ubriachi, ma non di vino; hanno barcollato, ma non per il liquore inebriante. Poiché su di voi Geova ha sparso uno spirito di torpore; e chiude i vostri occhi, i profeti, e ha coperto i vostri capi, i veggenti. E per voi qualsiasi visione diviene come le parole del libro che è stato sigillato, che essi diano a qualcuno che conosca la scrittura, dicendo: ‘Leggi questo ad alta voce, per piacere’, ed egli debba rispondere: ‘Non posso, perché è sigillato’; e il libro sarà dato a qualcuno che non conosce la scrittura, dicendo: ‘Leggi questo ad alta voce, per piacere’, ed egli debba rispondere: ‘Non conosco affatto la scrittura’”. Per questa ragione si sono avvicinati a Dio con la bocca, ma non col cuore; hanno seguito comandi di uomini, non di Dio. Infatti egli dice: “Perciò ecco, io sono Colui che compie meraviglie con questo popolo, in modo meraviglioso e con qualche cosa di meraviglioso; e la saggezza dei suoi saggi perirà, e l’intelletto stesso degli uomini prudenti scomparirà”. (Isa. 29:9-14) Per Geova Dio quest’ubriachezza è più detestabile dell’ubriachezza materiale.
11 Nell’antico Israele le viti erano coltivate per la produzione del vino. Nelle Scritture il vino era usato per raffigurare il potere del regno di Dio di produrre gioia ed incitamento. Poiché l’antico Israele non rimase fedele come tipico regno di Dio, Geova lo rigettò come tipica vigna del regno coltivata da lui. Tuttavia, nella congregazione cristiana che è leale agli interessi del regno, Geova Dio ha una vigna spirituale che coltiva e salvaguarda, e di cui si rallegra. Gesù Cristo è la Vite; gli unti seguaci che dimorano in lui sono i tralci, e questa vigna produce molto frutto alla gloria di Geova. (Isa. 5:1-7; 27:2-6; Giov. 15:1-8) Ma la cristianità è diventata una vite sconosciuta, estranea a Geova. Il vino dei suoi sacerdoti e profeti predicatori non è lo spirito del regno di Dio, spirito che produce devota, pura gioia ed entusiasmo. Non è il vino che Geova, mediante Isaia, ci invita a venire a comprare insieme al latte, “anche senza denaro e senza pagare”. — Isa. 55:1.
12 Il vino dei sacerdoti e profeti predicatori della cristianità è lo spirito dei regni di questo mondo, che li induce a trovar gioia ed incitamento nella politica e nelle contese dei regni terreni sotto Satana il “governatore di questo mondo”. (Giov. 12:31; Matt. 4:8, 9) Li incita al compromesso con questo mondo, ad allearsi ad esso, a pregare per esso e a dargli appoggio morale. I sacerdoti e i profeti predicatori traggono gran piacere da ciò e dagli onori, dal plauso, dall’amicizia, dai favori e dalla protezione che ricevono dai regni di questo mondo. Si abbandonano a questo genere di bevanda e sono ebbri dello spirito di questo mondo. Ne sono pieni e vomitano espressioni ripugnanti.
13 Questo vomito non indica che rigettino ciò di cui si sono saziati, ma dimostra che si sono abbandonati ad un eccesso, fino ad ubriacarsi. Perciò essi ritornano al vino di questo mondo, cercandolo di nuovo, senza mai diventar spiritualmente sobri. Per questo non vedono chiaro riguardo al regno di Dio che Gesù predicò. Vedono tutto
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